Pinuccio Sciola: “il piano casa è una pura speculazione”.
Pinuccio Sciola è un artista, fa lo scultore. Le sue opere sono conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Come cavolo abbia accettato di presiedere quella Commissione per il paesaggio e la qualità architettonica che fa da foglia di fico al c.d. piano per l’edilizia (legge regionale n. 4/2009 e s.m.i., finora 14 mila istanze, 700 delle quali nella fascia dei mt. 300 dalla battigia marina, 70 di queste da parte di esercizi ricettivi) lo sa solo il cielo.
Probabilmente s’è reso conto del danno al paesaggio sardo causato proprio da quel piano per l’edilizia alla cui attuazione sta contribuendo anche la sua Commissione e non ce l’ha fatta più a trattenersi: “Per me il piano casa è pura speculazione. Per l’edilizia che sta distruggendo l’agro in Sardegna c’è una soluzione: il tritolo”. E ha perfettamente ragione, pur essendosi svegliato un po’ tardi. Li lasci al loro destino, fin quando è in tempo.
Infatti, la superficie agricola regionale è drasticamente diminuita soprattutto a causa dei fenomeni di urbanizzazione: in dieci anni, dal 1990 al 2000, si è registrato un calo del 24,7 % (dati ISTAT, 2005). Emblematico il caso delle aree agricole olivetate del Sassarese: fra il 1977 ed il 1998 Alghero ha perso 474 ettari di oliveti su 2.456 (- 19,3 %), Sassari ne ha perso 361 ettari su 4.981 (- 7,2 %), Sorso ne ha perso 342 ettari su 1.611 (- 21,2 %). Soltanto Sennori e Tissi hanno registrato minimi incrementi, rispettivamente di 16 (+ 3,5 %) e di 13 (+ 7,3 %) ettari (dati Università degli Studi di Sassari, cattedra di olivicoltura, 2006).
In relazione alla sola Sassari, al 2002 dei4.620 ettari presenti nel 1977, ne sono risultati “degradati” (“oliveti radi, con 50-100 alberi per ettaro) ben 562,27 ettari sono risultati formati da alberi sparsi (meno di 50 olivi per ettaro): grazie a tale indagine condotta con l’ausilio di immagini satellitari si è appurato, quindi, che la perdita complessiva dell’area olivetta fruibile anche a fini economici è stata di ben926 ettari (- 19 %). E tale perdita è dovuta quasi esclusivamente alla crescita edilizia incontrollata nell’agro.
A questo fenomeno di pesante degrado ha cercato di porre rimedio il piano paesaggistico regionale – P.P.R. , proprio quello che l’Amministrazione Cappellacci (e il suo assessore nell’oliveto Nicola Rassu) sta cercando di far fuori con ogni mezzo.
Ovviamente di tutto questo non si parla nelle pagine web istituzionali della Regione autonoma della Sardegna dov’è tutto rose e fiori, ma una vera e propria perla la regala l’on. Felicetto Contu (U.D.C.), sempiterno politico sardo e presente non si sa a che titolo alla conferenza stampa regionale, che inconsapevolmente conferma tutti i peggiori timori: s’è chiesto come mai in Sardegna non sia possibile “costruirsi una villa in campagna per chi, come me è agiato e può farlo (magari nella sua Castiadas, n.d.r.). In Veneto, per esempio, si può”. La campagna veneta è ormai un complesso unico di ville-capannoni-autostrade-centricommerciali-svincoli-piattaformelogistiche-villetteaschiera senza soluzione di continuità e con gravissimi problemi di dissesto idrogeologico.
Ogni giorno di più che questa gente rimane al governo regionale è un giorno di troppo.
Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra
da www.regione.sardegna.it, 16 novembre 2011
Aree rurali: Rassu “Azioni della Giunta volte alla difesa del paesaggio e la valorizzazione dei borghi rurali”. “Il paesaggio delle zone agricole in Sardegna è sempre più messo in pericolo – ha detto nel suo intervento l’assessore Rassu – La Giunta Cappellacci per questo ha messo in campo molteplici iniziative per tutelarlo e per rivitalizzare i nuclei esistenti e i borghi rurali: http://www.regione.sardegna.it/j/v/25?s=180580&v=2&c=91&t=1
da Sardegna 24, 17 novembre 2011
Piano casa, Sciola attacca “E’ una pura speculazione”. Duro intervento dell’artista, presidente della Commissione sul paesaggio, davanti all’assessore Rassu. (http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20111117090533.pdf)
CAGLIARI. Una conferenza stampa nell’assessorato regionale dell’Urbanistica sul “consumo dei suoli e la perdita di identità dei paesaggi della Sardegna”, già pericolosamente intitolata, è finita peggio, per l’assessore Rassu e la giunta di centrodestra. Il presidente della Commissione regionale per il paesaggio e la qualità dell’architettura, Pinuccio Sciola, chiamato a presentare un libro su quel che sta accadendo nella campagna sarda, a fianco all’assessore, ha detto subito, a inizio conferenza: «Per me il piano casa è pura speculazione. Per l’edilizia che sta distruggendo l’agro in Sardegna c’è una soluzione: il tritolo». La sua commissione è impotente, ha detto ancora lo scultore. «Abbiamo a che fare con progettisti che non allegano al progetto la foto dell’esistente e una simulazione di quel che accade». Poi un altro colpo al piano casa: «Al mio paese per costruire in campagna basta autocertificare che si ha intenzione di diventare imprenditore agricolo». Ci pensa un coautore del libro, Salvatore Manconi, architetto sassarese, a dire che l’opinione del presidente è solo sua. «Il piano casa non è speculazione, in fondo aderisce alla cultura dei sardi del popolo: aggiungere una stanza quando nasce un figlio, quando matura un’esigenza». Il terzo autore del libro, Antonio Tramontin, direttore del dipartimento di architettura dell’Università di Cagliari, dice cose spaventose, con modi gentili: «C’è un’emergenza allarmante per il paesaggio della Sardegna, paragonabile all’aggressione speculativa delle coste di 40-50 anni fa». E’ un «riversamento ormai fuori controllo». L’assessore Rassu si fa forte della libertà dei commissari pure di nomina del centrodestra, e dice del piano casa tutto il bene possibile. Rassicura i comuni, preannuncia una circolare che li incoraggia a non temere l’illegittimità «agitata dal centrosinistra». Da geometra ed ex sindaco che anche adesso «tornato a casa, si veste di velluto e va nell’oliveto», dimostra che la campagna si salva facendo costruire chi vuole starci, non soli i 43mila imprenditori agricoli, «troppo pochi per tutta questa grande estensione». Il suo predecessore Gian Valerio Sanna, del Pd, tirato in ballo, replica a distanza:«Non tocca a Rassu proclamare la legittimità del piano casa. E gli conviene non incitare i sindaci a fare quel che il ministero dei beni culturali impedirà». (u.c.)
da Sardegna Quotidiano, 17 novembre 2011
PIANO CASA. Il fine di Rassu: «Ripopoliamo le campagne». Francesca Zoccheddu (http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20111117084641.pdf)
Ripopolare le campagne. Sarà il cardine della revisione del Piano paesaggistico regionale, più che la liberazione delle coste dai vincoli soriani. Ci punta l’assessore agli Enti locali, Nicola Rassu, che insieme alla commissione regionale per il Paesaggio e la qualità dell’architettura ha voluto replicare ieri alle accuse di cementificazione dell’agro, ripetute dall’opposizione in occasione del lungo esame del Piano casa 3. Assessore e Commissione hanno anche rapidamente illustrato il lavoro dei commissari proprio sulle aree agricole, “Il consumo dei suoli agricoli e la perdita di identità dei paesaggi della Sardegna”. 205 pagine per un testo per addetti ai lavori, estremamente tecnico, che parte dal Ppr, passa per una serie di “atti di tutela” e “azioni di valore”, analizza sette aree campione di edificazione diffusa, fino ad arrivare alla conclusione che «è necessario adottare un nuovo approccio per la pianificazione del paesaggio rurale». Il presidente della Commissione, lo scultore Pinuccio Sciola, esordisce parlando di «rischio speculazione nel Piano casa», ma poi segnala l’abbandono graduale delle campagne della sua Marmilla. «Il paesaggio delle zone agricole in Sardegna è sempre più messo in pericolo», ha rincarato Rassu, parlando di «strenua difesa delle peculiarità delle zone rurali e di una serie di misure volte alla tutela del costruito storico». La commissione (composta dal professor Antonio Tramontin e dall’architetto Salvatore Manconi) ha rivendicato Rassu, «ha lavorato in piena autonomia, senza interferenze politiche e facendo un ottimo lavoro sull’agro». Decisamente favorevole a costruire in campagna il decano dei consiglieri regionali, Felicetto Contu (Udc): invitato alla presentazione, il consigliere ha chiesto come mai in Sardegna non sia possibile «costruirsi una villa in campagna per chi, come me è agiato e può farlo. In Veneto, per esempio, si può». Quanto al Piano casa, a Rassu che ha annunciato una circolare esplicativa per evitare confusione negli uffici comunali replica l’ex assessore Gian Valerio Sanna (Pd): «denota la sua ansietà di informare e quasi di sponsorizzare ai cittadini la bontà di queste norme, che al contrario risultano largamente illegittime e in difformità dalle norme sovraordinate dettate dalla pianificazione paesaggistica regionale in vigore».
(foto aerea per conto GrIG, da www.andreazanoni.it, J.I., S.D., archivio GrIG)
Purtroppo, tutti i piani casa lo sono stati e lo sono. Speriamo che i cittadini, col loro voto, riescano in futuro a non farli più essere tali!
da Sardegna 24, 29 novembre 2011
Il suolo sardo se ne va. Sciola: «Così si erode l’identità»: http://www.sardegna24.net/il-fatto/il-suolo-sardo-se-ne-va-sciola-cosi-si-erode-l-identita-1.42848
da La Nuova Sardegna, 1 dicembre 2011
L’effetto della terza edizione del Piano casa della Regione. Corsa al cemento in campagna: centinaia di richieste al Comune. (Serena Lullia)
ARZACHENA. Scatta la corsa alla casa in campagna. Sono centinaia le richieste arrivate all’ufficio tecnico per costruire su un ettaro di terreno. Una scelta a metà tra l’ultima moda e la necessità. In un territorio in cui i mattoni hanno divorato le coste fino a quando la legge lo ha consentito, l’appetito al cemento si dirige adesso verso l’agro. I tecnici del Puc all’inizio dell’anno avevano censito 3 mila 600 case nelle campagne. Un patrimonio immobiliare senza infrastrutture, strade, illuminazione. La terza edizione del Piano casa, pubblicato sul Bollettino regionale martedì scorso, apre la via alla seconda colonizzazione dell’agro.
Ma un centinaio di richieste di concessione edilizie per la casa su un ettaro sono state cestinate dall’ufficio tecnico. L’esame delle domande da parte dei funzionari comunali è avvenuta prima dell’entrata in vigore della legge 21. Di conseguenza, su quelle richieste, sono stati applicati i principi fissati dal ppr. Secondo il piano paesaggistico regionale il lotto minimo per nuove costruzioni nell’agro è tre ettari. Con la terza versione del Piano casa ci sarebbero buone possibilità di impilare mattoni in campagna anche solo su un ettaro. O su superfici maggiori se deliberato in questo senso dai consigli comunali, come avvenuto a Palau e Santa Teresa.
Ad Arzachena il Piano casa potrebbe avere l’effetto di una sanatoria per centinaia di concessioni edilizie in agro. Ma già si aprono le dispute sul valore giuridico della legge 21. In particolare qualcuno sottolinea come il Ppr non possa essere modificato dal Piano casa. Dubbi che finiranno per pesare ancora una volta sulle teste dei dirigenti degli uffici tecnici. Sono loro infatti ad avere la responsabilità sulla firma delle concessioni edilizie rilasciate.
e Cagliari dà il buon esempio 😛
da Casteddu on line, 27 febbraio 2012
Zedda ferma il cemento: vietate demolizioni e ricostruzioni, no al Piano Casa: http://www.castedduonline.it/cronaca/piano-casa-a-cagliari-alt-al-cemento-vietate-demolizioni-e-ricostruzioni/10023
Zedda firma la svolta storica sul cemento a Cagliari: http://www.castedduonline.it/editoriale/zedda-firma-la-svolta-storica-sul-cemento-a-cagliari/10056
da L’Unione Sarda on line, 28 febbraio 2012
Cagliari, il Consiglio sfrutta il Piano casa. Limiti alle demolizioni di edifici storici: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/255527
Era il 26 Settembre 2011 e mi trovavo ad una mostra fotografica di una mia concittadina che vive e lavora a Londra.
Alla mostra,organizzata e allestita presso la chiesa di S.Sebastiano a Siliqua,era presente,credo in qualità di testimonial,Pinuccio Sciola. Dopo essermi presentato e avergli fatto i complimenti per il suo lavoro ho colto l’occasione(forse non se lo aspettava)per hiedergli cosa ne pensasse del piano casa e del PPR,ritenendo che in qualità di presidente della Commissione regionale per il Paesaggio e la qualità architettonica avesse un’opinione in merito,un’opinione di cui tener conto non fosse altro che per la indiscutibile sensibilità artistica e il prestigio dello scultore di S.Sperate. Ma la risposta,nei modi e soprattutto nella sostanza è stata disarmante allontanandosi subito dopo. Ci son rimasto male,devo dire,e non ho ritenuto di inseguirlo per replicare in qualche modo,ma poi ho pensato che in effetti la sua era una nomina “rassicurante” nei confronti dell’opinione pubblica così come le paginate di quei giorni,sull’Unione e sulla Nuova,di “domande e risposte”. Mi rattrista,piuttosto,che persone degne di stima come Sciola (e come Veronesi sul versante nuclearista)si lascino usare in questo modo.
Ora,rileggendo gli articoli,i commenti e soprattutto la dichiarazione dell’artista alla conferenza stampa:«Per me il piano casa è pura speculazione. Per l’edilizia che sta distruggendo l’agro in Sardegna c’è una soluzione: il tritolo» mi viene da pensare che forse la mia domanda,magari un pò scomoda lo ha indotto a riflettere un pochino.
saluti cordiali