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Il Ministro per i beni e attività culturali ordina: “Sbaraccate la legnaia che ammorba l’Anfiteatro romano!”


Cagliari, Anfiteatro romano sotto la "legnaia"

Il Ministro per i beni e le attività culturali Giancarlo Galan ha risposto all’ interrogazione parlamentare inoltrata dall’on. Federico Palomba (I.d.V.) anche sulla base delle azioni delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra: la risposta del Ministro Galan riguardo la sorte dell’Anfiteatro romano di Cagliari è stata chiarissima e inequivocabile. La legnaia“ che da troppi anni ammorba il più importante monumento romano della Sardegna, uno dei soli tre anfiteatri romani scavati nella roccia ancora esistenti, dev’essere rimossa, hic et nunc.   In seguito il monumento potrà esser fruito soltanto in condizioni di piena compatibilità con la necessità di tutelarlo, il resto, comprese le paturnie di deputati e senatori pidiellini nonchè sinistrorsi organizzatori di spettacoli a scopo di lucro, è solo pettinatura per bambolette.  Di seguito, l’interrogazione e la risposta.

Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra

 

Cagliari, Anfiteatro romano, illustrazione fine '800

PALOMBA. – Al Ministro per i beni e le attività culturali. – Per sapere – premesso che:
dal 2000, purtroppo, l’anfiteatro romano di Cagliari, il principale monumento di epoca romana esistente in Sardegna nonché uno dei tre soli anfiteatri romani scavati nella roccia ancora esistenti, è occupato da un allestimento ligneo per gli spettacoli estivi inizialmente predisposti dall’ente lirico di Cagliari, che ne ostruisce la piena e soddisfacente fruizione culturale;
l’anfiteatro romano riveste le caratteristiche di bene culturale ai sensi degli articoli 10 e seguenti del decreto legislativo n. 42 del 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) e successive modifiche ed integrazioni, ed è tutelato con vincolo paesaggistico ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lettera m), del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modifiche ed integrazioni; ai sensi dell’articolo 20 del decreto legislativo n. 42 del 2004, e successive modifiche ed integrazioni, «I beni culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione»;
l’intervento comunale di allestimento ligneo ha beneficiato di un finanziamento pubblico di 6,5 miliardi complessivi di vecchie lire, ai sensi della legge n. 270 del 1997, e della legge regionale n. 30 del 1993, condizionato all’utilizzo dell’intervento medesimo per almeno 5 anni, ampiamente scaduti;
l’assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport – ufficio tutela del paesaggio – aveva rilasciato il nullaosta paesaggistico n. 9164 del 30 novembre 1998, ex articolo 151 del decreto legislativo n. 490 del 1999 allora vigente «visto il carattere di amovibilità e temporaneità dell’intervento» ed il medesimo consiglio comunale aveva approvato il progetto definitivo ex articolo 42 della normativa di attuazione del piano regolatore generale allora vigente (deliberazione n. 21 del 23 febbraio 1999) con la considerazione che «il progetto è costituito essenzialmente da strutture di adeguamento quasi interamente amovibili ad eccezione di alcuni locali (servizi igienici, ndr) di modesto volume»;
l’intervento di allestimento ligneo, definito in tutti gli atti disponibili «temporaneo e reversibile», risulta autorizzato «con condizioni» sul piano della tutela archeologica con note della soprintendenza ai beni archivistici n. 7252/1 del 14 ottobre 1998; n. 8840 del 9 novembre 1998; n. 9373 del 25 novembre 1998; n. 8989/1 del 23 dicembre 1999 (relativa alle modalità del rilievo archeologico, che presuppone la completa rimozione degli interventi); n. 9170 del 30 dicembre 1999 (individuazione dei 44 punti di appoggio ed ancoraggio) e n. 3375/1 del 16 maggio 2000. D’altra parte, la soprintendenza non poteva non autorizzare un intervento relativo ad «usi non compatibili con il … carattere storico od artistico oppure tali da creare pregiudizio alla … conservazione o integrità», ex articolo 21 del decreto legislativo n. 490 del 1999 allora vigente (cassazione penale, sezione III, 19 gennaio 1994, n. 2288); con la nota n. 6735 del 9 ottobre 2000;
il soprintendente invitava, quindi, il comune di Cagliari «a provvedere, con la consentita sollecitudine, alla restituzione del monumento alla naturalità del contesto archeologico e perciò a rimuovere tutte le impalcature lignee relative alla platea ed al palco, nonché alle gradinate delle estremità settentrionale, orientale e occidentale e delle relative vie di fuga, fatti salvi gli apprestamenti idonei a consentire l’agibilità dell’edificio alla visita del pubblico … e quanto altro necessario a garantire, sul piano della sicurezza, il rispetto della normativa vigente»;
detta nota veniva dall’amministrazione comunale cagliaritana impugnata davanti, al TAR Sardegna con l’esito sostanziale di fermare, fino al momento attuale, qualsiasi operazione di rimozione di quello che doveva essere un allestimento amovibile e temporaneo;
in proposito, si ricorda che, ai sensi degli articoli 16 del regio decreto n. 1457 del 1940 e 158 del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modifiche e integrazioni, l’autorizzazione paesaggistica perde efficacia con lo scadere del periodo di cinque anni dall’emanazione (vedi cassazione penale, sezione III, 7 agosto 2007, n. 32200; Consiglio di Stato, sezione VI, 22 agosto 2003, n. 4766; Consiglio di Stato, sezione V, 14 gennaio 2003, n. 87; TAR Sardegna, sezione II, 27 febbraio 2008, n. 277; TAR Puglia, sezione II, 7 novembre 2002, n. 4854), per cui, non essendo intervenuto nuovo nullaosta, dal dicembre 2003 l’allestimento ligneo non risulta autorizzato sul piano paesaggistico, come confermato dall’assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport – servizio tutela del paesaggio, con note protocollo n. 16101/GTCA del 29 maggio 2009 e n. 20297 del 17 aprile 2007, secondo qui «lo scrivente ufficio non ha emanato provvedimenti ulteriori rispetto alla nota n. 9164 del 30 novembre 1998 e che alla data odierna non risultano pervenute ulteriori istanze di autorizzazione»;
ai sensi dell’articolo 167 del decreto legislativo n. 42 del 2004, e successive modifiche ed integrazioni, l’assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica – direzione generale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia o, in via suppletiva, il direttore regionale per i beni culturali ed il paesaggio per la Sardegna dispongono, con ordinanza ai trasgressori, la rimozione delle opere non autorizzate esistenti ed il ripristino ambientale delle aree interessate, nonché provvedono all’esecuzione coattiva delle ordinanze di rimozione e ripristino ambientale relative ad opere non autorizzate, qualora non eseguite da parte dei trasgressori;
le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico, Amici della Terra, cittadini organizzati in comitati e a titolo individuale, da anni, sistematicamente, chiedono la rimozione dell’allestimento ligneo ormai non più autorizzato, proponendo soluzioni alternative,
in queste ultime settimane la soprintendenza per i beni archeologici di Cagliari avrebbe definitivamente negato ogni proroga per l’uso del bene culturale quale sede di spettacoli e il comune di Cagliari avrebbe predisposto un progetto per lo smontaggio dell’attuale allestimento ligneo e metallico. Tuttavia l’organizzazione Sardegna Concerti, affidataria non si sa a quale titolo, avrebbe avviato la vendita di biglietti per spettacoli della stagione estiva 2011, pur in presenza di indagini da parte della procura della Repubblica presso il tribunale di Cagliari -:
se siano a conoscenza di quanto descritto, quali motivi impediscano al Ministro interrogato e al direttore regionale per i beni culturali ed il paesaggio per la Sardegna di disporre i necessari provvedimenti coattivi finalizzati alla rimozione dell’allestimento ligneo e metallico ormai da anni non più autorizzato e per quali motivi il Ministro interrogato, il direttore regionale per i beni culturali ed il paesaggio per la Sardegna, i competenti soprintendenti continuino a consentire, in una struttura ormai priva dei necessari requisiti di legittimità, lo svolgimento di spettacoli sostenuti anche con fondi pubblici.
(4-11164)

 

Cagliari, Anfiteatro romano sotto la "legnaia"

Risposta. – Con riferimento all’interrogazione in esame relativa alla presenza di strutture per spettacoli all’interno dell’anfiteatro romano di Cagliari e sugli interventi relativi alla rimozione delle medesime, nonché sullo svolgimento degli spettacoli medesimi, si precisa quanto segue.

Autorizzazioni per la realizzazione delle strutture
Le attuali strutture per spettacolo presenti nell’area dell’anfiteatro furono realizzate nel corso del 1999 a seguito di autorizzazioni rilasciate dalla competente soprintendenza per i beni archeologici in forma condizionata, tanto sul progetto preliminare (nell’ottobre del 1998), quanto sul progetto definitivo (nel novembre dello stesso anno).
Entrambe le autorizzazioni furono rilasciate in considerazione delle caratteristiche di assoluta rimovibilità di tutte le strutture previste dal progetto, caratteristiche chiaramente rilevabili in entrambi i gradi di progettazione.
A seguito del mancato smontaggio e della disattesa rimozione delle strutture stesse, la soprintendenza richiese al comune di Cagliari nell’ottobre 2000 lo smontaggio delle strutture in legno e dei connessi montanti metrici.
Contro tale richiesta il comune di Cagliari presentò ricorso al Tar nel dicembre 2000, sostenendo, in particolare, la mancanza di limiti temporali indicati all’interno delle citate autorizzazioni della soprintendenza.
Per tale ricorso venne tuttavia dichiarata la cessazione della materia del contendere prima della discussione, fissata dinanzi al Tar Sardegna per il 23 aprile 2002, a seguito di un accordo, promosso dalla locale Avvocatura dello Stato e sottoscritto tra comune e soprintendenza, che impegnava le parti alla ricerca di una composizione della controversia.
Le bozze di accordo delle due amministrazioni risultavano tuttavia, sin dall’inizio, molto difformi una dall’altra. Nonostante tale accordo preliminare, le due amministrazioni non sono mai giunte ad un documento condiviso per la risoluzione della controversia; va rilevato peraltro che il comune di Cagliari non ha ottemperato in alcun modo nemmeno ai contenuti della propria stessa proposta di accordo, che prevedeva, tra l’altro, lo smontaggio e il rimontaggio ad ogni stagione di tutte le gradinate fino al 1o anello e lo smontaggio definitivo, al termine della stagione 2004, delle gradinate del 3o e 4o anello, con ipotesi di utilizzi successivi subordinati a nuove autorizzazioni da parte della soprintendenza.
Inoltre va rilevato che, almeno per quanto attiene agli ultimi tre anni, il comune non ha provveduto nemmeno allo smontaggio della platea e del palco, condizioni senz’altro previste in maniera esplicita e incontrovertibile da tutti i documenti di progettazione preliminari e definitivi, risultando pertanto sicuramente in difetto rispetto alle autorizzazioni ottenute nel 1998.

Al fine di attivare la procedura di rimozione delle strutture, la soprintendenza ha inoltrato una prima nota al comune di Cagliari (n. 2855 del 4 maggio 2010).
Tale necessità è stata ribadita dalla soprintendenza con nota 25 del 4 gennaio 2011 e ulteriormente con nota 1782 del 29 marzo 2011, con la quale ultima veniva richiesto al comune di attivare le procedure per la rimozione delle impalcature per spettacoli ai sensi degli articoli 30, 31 e 40 del decreto legislativo n. 42 del 2004.
Si segnala che, nel frattempo, il comune di Cagliari ha prospettato al Ministero e resa pubblica sul proprio sito istituzionale la volontà di pubblicare un bando al fine di attivare un concorso di idee per la ricerca di una proposta di utilizzo alternativo dell’anfiteatro: proposta avviata attraverso l’inoltro via e-mail il giorno 30 giugno 2010 di una prima bozza di testo per il concorso di idee, trasmessa quindi dalla soprintendenza alla direzione regionale e alla soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici e per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico (rispettivamente note prot. 4743 e 4742 del 23 luglio 2010). Sulla base dei riscontri formulati dalle due soprintendenze la direzione regionale ha quindi trasmesso le prime indicazioni funzionali alla corretta impostazione del concorso di idee al comune di Cagliari con nota 6399 dell’11 novembre 2010.
La pubblicazione del bando è stata attualmente rinviata a data da destinarsi con avviso pubblico del comune di Cagliari in data 1o marzo 2011.

Autorizzazioni per gli spettacoli
Ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004 articolo 106, il comune di Cagliari è tenuto a richiedere l’autorizzazione per la realizzazione degli spettacoli all’interno del monumento archeologico (si fa presente che l’anfiteatro di Cagliari è un bene culturale sottoposto a disciplina di tutela ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004 articolo 12).
A far data dalla costruzione delle impalcature per spettacoli, il comune di Cagliari non ha più ottemperato a quest’obbligo di legge, contravvenendo pertanto allo stesso.
Per quanto attiene la stagione del 2010, la soprintendenza ha rappresentato, con note 3365 del 25 maggio 2010 e 3597 del 3 giugno 2010, la impossibilità ad autorizzare gli spettacoli della medesima stagione, a causa delle gravissime condizioni di conservazione del monumento. La medesima indisponibilità è stata comunicata al comune per quanto riguarda la stagione 2011 già con la succitata nota 25 del 4 gennaio 2011 nonché ulteriormente ribadita con la succitata nota 1782 del 29 marzo 2011.

Condizioni di conservazione delle strutture dell’Anfiteatro
Un primo sopralluogo effettuato dal responsabile del laboratorio di restauro della soprintendenza già nel maggio 2010 (nota prot. 3613 del 4 giugno 2010) ha evidenziato la «complessità dei fenomeni» che determinano condizioni di «degrado accelerato» dell’anfiteatro romano di Cagliari; tali fenomeni risultano amplificati e aggravati proprio dalla presenza delle infrastrutture per spettacoli, che hanno alterato sensibilmente le condizioni microclimatiche delle strutture, accelerando fortemente tutte le alterazioni dovute a dinamiche di tipo fisico, chimico e microbiologico.
Le risultanze del sopralluogo effettuato dal laboratorio di restauro sono state recentemente confermate dal sopralluogo effettuato da tecnici dell’istituto superiore di conservazione e restauro (Iscr) del Mibac, appositamente invitati; la relazione trasmessa dal direttore dell’Iscr con nota prot. 1851134.13.02 del 21 marzo 2011, e trasmessa dalla soprintendenza al comune di Cagliari con la succitata nota prot. 1782 del 29 marzo 2011 ribadisce esplicitamente la necessità e urgenza della rimozione delle infrastrutture per spettacoli, confermando le risultanze del precedente sopralluogo della soprintendenza e rilevando come oltre ad accelerare sensibilmente i degradi in corso, la presenza delle infrastrutture per spettacoli impedisca ogni intervento corretto di diagnosi, manutenzione e conservazione del bene culturale, condannandolo di fatto alla totale assenza di interventi conservativi.
Si segnala inoltre che la scheda descrittiva delle alterazioni di origine biologica (fungine) sulle parti lignee delle infrastrutture per spettacoli, allegata alla relazione di sopralluogo dell’Iscr, rileva una «diffusa e profonda colonizzazione da parte di funghi», che porta ad «escludere la possibilità di… ripristinare la funzionalità delle strutture, che non possono essere considerate affidabili per la destinazione d’uso progettata, con conseguenti rischi… per la conservazione delle strutture sottostanti».
Ulteriori rischi per la sicurezza delle persone, pure documentati nella suddetta scheda, esulano dalla competenza diretta della soprintendenza per i beni archeologici di Cagliari, ma si è ritenuto ugualmente corretto e responsabile comunicarli al comune di Cagliari.

Considerazioni conclusive
Per tutto quanto qui sopra esposto è stata data disposizione al comune di Cagliari di attivare con urgenza le procedure per la rimozione delle infrastrutture per spettacolo ai sensi degli articoli 30, 31 e 40 del decreto legislativo n. 42 del 2004; tutto quanto rilevato inoltre porta parimenti ad escludere che possa essere ulteriormente consentito un massiccio utilizzo antropico del monumento, fino alla sua rimessa in condizioni di effettiva manutenzione.
È di tutta evidenza, d’altro canto, che tanto le comunicazioni della soprintendenza quanto le assicurazioni del comune circa l’impossibilità dell’utilizzo del monumento sono state formulate in tempi consoni alla individuazione di soluzioni alternative adeguate per lo svolgimento della stagione 2011.
Allo stato attuale restano comunque documentate agli atti della soprintendenza tanto l’orientamento del comune a non concedere l’anfiteatro per gli spettacoli della stagione, quanto la proposta di deliberazione di Giunta comunale per la rimozione delle infrastrutture per spettacoli (espressa nella nota n. 92 del 6 aprile 2011 dell’assessorato ai lavori pubblici del comune di Cagliari).
In relazione alla disposizione relativa all’attivazione delle procedure per la rimozione delle strutture e all’avvio degli interventi conservativi, si segnala che ai sensi dell’articolo 40 del decreto legislativo n. 42 del 2004, che prevede l’attivazione di accordi con gli enti pubblici proprietari di beni culturali in relazione agli interventi conservativi, la soprintendenza ha incontrato l’amministrazione comunale in data 7 aprile 2011.
L’incontro è stato aggiornato su richiesta del sindaco di Cagliari a un incontro successivo ai riscontri, disposti dallo stesso comune, sullo stato di manutenzione delle strutture sopradette.
Autonomamente la procura di Cagliari ha avviato un’indagine per danneggiamento dell’anfiteatro, acquisendo la documentazione agli atti della soprintendenza archeologica, richiesta con nota formale del 07 aprile 2011 del Corpo forestale e di vigilanza ambientale – Servizio ispettorato dipartimentale di Cagliari, settore della vigilanza a contenzioso amministrativo.
Il Ministro per i beni e le attività culturali: Giancarlo Galan.

Cagliari, Faro di Cala Mosca

(stampa fine ‘800, foto S.D., archivio GrIG)

  1. agosto 5, 2011 alle 9:32 PM

    da La Nuova Sardegna, 5 agosto 2011
    Il ministro Giancarlo Galan ribadisce la decisione di bloccare gli spettacoli e di recuperare il monumento. «Subito via il legno dall’anfiteatro». Il soprintendente Marco Minoia: «Confermata la nostra documentazione». Federico Palomba: «Ripristinata la legalità».

    CAGLIARI. «Le strutture lignee dell’anfiteatro romano devono essere rimosse al più presto e, almeno fino a una adeguata manutenzione, il monumento cagliaritano non può essere sottoposto a un massiccio utilizzo da parte dell’uomo», questa è la decisione del ministro ai Beni culturali Giancarlo Galan che, nei giorni scorsi, ha risposto all’interrogazione presentata alla Camera da Federico Palomba (Italia dei Valori). Il parlamentare chiedeva notizie sulla presenza di strutture per gli spettacoli all’interno dell’importante monumento e sugli interventi relativi alla rimozione.
    Il ministro Galan ha anche precisato di avere dato disposizione al Comune di Cagliari di attivare con urgenza le procedure per la rimozione del rivestimento in legno dall’anfiteatro romano. In rapporto alla protesta di chi avrebbe voluto l’utilizzo dell’anfiteatro almeno per questa stagione, il ministro ha sottolineato che tanto le comunicazioni della soprintendenza, quanto le assicurazioni del Comune circa l’impossibilità dell’utilizzo del monumento «sono state formulate in tempi consoni all’individuazione di soluzioni alternative adeguate per lo svolgimento della stagione 2011». Inoltre Galan ricorda anche l’indagine avviata dalla procura per danneggiamenti al monumento. Allo stato attuale, conclude il ministro, restano agli atti della soprintendenza «tanto l’orientamento del Comune a non concedere l’anfiteatro per gli spettacoli, quanto la proposta di deliberazione di Giunta per la rimozione delle infrastrutture».
    «Il ministero ha confermato gli esiti della documentazione da noi prodotta – spiega Marco Minoia, soprintendente ai Beni archeologici di Cagliari – e ribadisce quanto avevamo affermato». A suo tempo ci sono state divergenza col Comune. «Oggi abbiamo piena condivisione con l’amministrazione municipale», prosegue Minoia. A questo punto resta solo la rimozione delle strutture lignee. «Su questo fronte – spiega il soprintendente – si tratta di un problema economico: di reperire le risorse per intervenire. Si tratta di un lavoro complesso. Da parte nostra forniremo al Comune tutta l’assistenza tecnica e scientifica per l’operazione di rimozione». La spesa stimata per questo intervento va da 900mila a un milone e 200mila euro, esclusi gli interventi di restauro che, ad ogni modo, la soprintendenza si augura che vengano fatti in sequenza.
    Ora che il non utilizzo del monumento con strutture che lo danneggiano è un fatto condiviso da tutti, resta il problema del recupero e della manutenzione, da un lato, e del suo inserimento in un progetto di valorizzazione monumentale, dall’altro. Da parte sua Federico Palomba constata «con piacere che il ministro Galan abbia riconosciuto la necessità di salvaguardare l’anfiteatro». Nello stesso tempo il deputato dell’Idv plaude al fatto «che finalmente è stata riconosciuta la legalità nazionale che, in precedenza, la giunta comunale non accettava. Ora anche questo problema ricade sul nuovo esecutivo come tanto altri lasciati in eredità dal precedente governo di centrodestra della città».

  2. agosto 5, 2011 alle 9:49 PM

    da Sardegna 24, 5 agosto 2011
    CAGLIARI E PROVINCIA. Galan libera l’Anfiteatro: http://www.sardegna24.net/cagliari-e-provincia/galan-libera-l-anfiteatro-1.12273

  3. monnalisa mocci
    agosto 5, 2011 alle 10:54 PM

    grazie on. Palomba, grazie davvero.

  4. agosto 6, 2011 alle 1:03 PM

    riceviamo e pubblichiamo molto volentieri.

    COMUNICATO STAMPA

    Che anche il Governo nazionale si interessi all’Anfiteatro di Cagliari non può che farci piacere. La risposta del ministro Galan all’interrogazione dell’onorevole Federico Palomba non fa altro che confermare l’impossibilità di concedere lo spazio archeologico per la stagione dei concerti 2011.

    Ricordiamo al ministro che in questi primi mesi di consiliatura abbiamo già attivato tutte le interlocuzioni utili con la Soprintendenza per procedere allo smantellamento della legnaia che insiste sul monumento. Vogliamo pensare che il ministro Galan sia a conoscenza delle non poche difficoltà che si incontrano nello smontaggio di una struttura di quel tipo: e d’altronde la sua risposta mette in evidenza tutti i problemi di cui eravamo a conoscenza.

    Quello che il ministro non cita, non potendolo conoscere, è il problema di ordine economico: cioè il reperimento, da parte del Comune di Cagliari, del milione e 300mila euro utile per procedere ai lavori di smantellamento e restauro. Auspichiamo, visto l’interessamento del ministero per i Beni e le Attività culturali per la liberazione e la valorizzazione del monumento, una fattiva partecipazione del Governo per il rilancio dell’Anfiteatro: tanto come bene archeologico libero dalle strutture lignee quanto come luogo di spettacolo più raccolto rispetto ai grandi eventi che lì si tenevano. In questa direzione andrà anche il concorso di idee per cui si sta già lavorando.

    Cagliari, 4 agosto 2011
    Massimo Zedda

  5. agosto 6, 2011 alle 7:42 PM

    legalità e pulizia 😉 dopo la nicchia archeologica di Bonaria, è il turno dell’Anfiteatro romano.

    da La Nuova Sardegna, 6 agosto 2011
    «Ecco l’anfiteatro ripulito». L’assessore ai Servizi tecnologici sottolinea come siano state portate via montagne di rifiuti.

    CAGLIARI. Tra strutture in legno da smontare, polemiche più o meno soffuse sugli spettacoli “dirottati” e confronti vari, quello in corso sembra proprio l’anno dell’anfiteatro. Nel bene e nel male. Già, perché ora sembra arrivato anche il momento di mettere i fatidici puntini sulle «i», assumendosi le responsabilità laddove è il caso e chiamando in causa altri quando necessario.
    Che è poi quanto sta facendo, senza tanti giri di parole, l’attuale assessore comunale ai Servizi tecnologici, Pierluigi Leo. Infatti, ora che le squadre di operai del Comune hanno concluso il lavoro di rimozione dei cumuli di rifiuti e delle erbacce – «Per rendere l’anfiteatro visitabile in attesa dei lavori di smantellamento della legnaia e di restauro del monumento…» – l’esponente della giunta guidata da Massimo Zedda ha, diciamo così, voluto levarsi il primo sassolino dalla scarpa, chiamando implicitamente in causa il suo predecessore: «Quello che preme sottolineare a questa amministrazione è il fatto che la quantità di rifiuti e erbacce non può essere aumentata, evidentemente, in maniera esponenziale negli ultimi 45 giorni.», afferma Pierluigi Leo, ricordando appunto il breve periodo in cui è in carica la nuova amministrazione, «In quasi un anno, dall’ultimo spettacolo all’anfiteatro a oggi, la precedente amministrazione comunale si sarebbe dovuta preoccupare dello stato del sito in viale Fra’ Ignazio e avrebbe dovuto provvedere alla sua conservazione».
    Insomma, un modo tutto sommato cauto, quasi diplomatico, per mettere l’accento sul fatto che a parte il gran parlare degli ultimi tempi forse troppo spesso l’anfiteatro è stato lasciato i balìa di sè e soprattutto dei maleducati che al suo interno hanno riversato cumuli e cumuli di immondizie. Con buona pace dell’importanza storica di sifatto monumento.

  6. settembre 2, 2011 alle 2:42 PM

    da La Nuova Sardegna, 2 settembre 2011
    Via il terzo anello dell’anfiteatro. Dal vertice Cappellacci-Zedda le priorità per la Cagliari del futuro. (Mauro Lissia)

    CAGLIARI. Subito giù il terzo anello dell’anfiteatro, quello che l’ha reso simile a San Siro. Ma per smontare il resto della legnaia bisognerà attendere l’esito di un concorso di idee da lanciare in campo internazionale.
    Reduce da un lungo faccia a faccia a villa Devoto col governatore Ugo Cappellacci, il sindaco Massimo Zedda scandisce con attenzione le risposte sull’arena romana perchè sa di affrontare un problema delicatissimo.
    Seduto al suo fianco il capo dell’esecutivo regionale annuisce: «Le risorse economiche per l’intervento ci sarebbero – spiega Zedda – ma ogni passo andrà compiuto d’intesa con la sovrintendenza archeologica. Una cosa però è certa, tolto l’anello superiore per alleggerire il carico sulla base del monumento, non toccheremo nulla finchè non avremo la certezza sul dopo. Dovremo sapere esattamente cosa fare dell’anfiteatro, sul possibile riuso dello spazio, sulla tecnica di restauro dei manufatti. E’ un sito archeologico, delicato e prezioso, che l’amministrazione comunale vuole riportare alle origini e possibilmente migliorare». Forse anche usare ancora come arena per gli spettacoli – Zedda non l’ha escluso – ma in modo diverso, comunque in linea con le indicazioni dei Beni Culturali. L’anfiteatro è comunque una priorità dell’amministrazione Zedda, sulla quale la Regione concorda Regione: «Attorno al monumento esistono edifici di pregio – ha spiegato Cappellacci – sui quali occorre ragionare e progettare, per creare un sistema». I soldi ci sono: i 61 milioni dell’intesa, che diventeranno 82. Con un’amministrazione regionale che almeno a parole si dichiara in linea diretta con il comune, al di là delle differenze politiche: «C’è il desiderio di studiare e trovare soluzioni – ha insistito il governatore – in un rapporto di scambio e di collaborazione rivolto a raggiungere risultati». Risultati possibili, ora che la città si è liberata democraticamente di una giunta appassionata di betoniere e bulldozer, per lasciare campo libero alla ragione. L’addio al parcheggio-follia di via Roma è un passo importante: «Su via Roma il discorso è aperto» ha spiegato Zedda, senza confermare le voci sulla prossima realizzazione di parcheggi d’acciaio e di aree-sosta alternative. «Stiamo parlando di un’area fondamentale – ha osservato Cappellacci – da ripensare interamente per il futuro della città». E nel pensiero, che sembra finalmente politico e non più solo cementizio, compaiono il campus universitario e il piano per il porto, con un lungomare fino a Sant’Elia destinato nei progetti a riminizzare la città: forse c’è tempo e volontà per rivisitare anche quello, lasciando perdere le esigenze delle famiglie imprenditoriali cagliaritane e la fame inarrestabile di hotel inutili.
    Poi c’è Tuvixeddu, finalmente priorità e non più area di speculazione edilizia: «Il Comune è già intervenuto sul parco pubblico con sottoservizi e altre cose – ha spiegato Zedda – adesso dovremo valutare come andare avanti». Uscita – almeno ufficiosamente – dalla battaglia giudiziaria con il gruppo Cualbu, l’amministrazione di centrosinistra sembra aver cambiato rotta, per quanto il sindaco resti comprensibilmente prudente sugli impegni da assumere. Ma già inserire l’anfiteatro e Tuvixeddu fra i temi che ora anche Cappellacci definisce «caldi e strategici» la dice lunga su un percorso di cambiamento decisamente avviato: «Stiamo affrontando problemi complessi – ha detto il sindaco, misurando ogni parola – ma siamo anche pronti a realizzare quello che si può fare subito».
    Ricapitolando: per l’anfiteatro si va a smontare il terzo anello e lo si farà non appena la sovrintendenza dirà come e quando. Poi partirà un concorso di idee, in piena intesa con la Regione, per capire e stabilire cosa fare del monumento romano. Sull’operazione («delicatissima» è consapevole Zedda) pesano le inchieste giudiziarie che hanno messo in luce l’approssimazione e gli interessi che hanno condizionato finora la gestione dell’arena antica, affidata impropriamente a commercianti dello spettacolo. Su Tuvixeddu solo passi prudenti, ma stavolta leggeri e lontani dalle logiche speculative. Poi campus, metropolitana («la completeremo»), Molentargius e stadio Sant’Elia. Con un’incognita pesantissima, che preoccupa – l’hanno detto a chiare lettere – il governatore e il sindaco: «Ci saranno tagli alle risorse finanziarie – ha confermato Cappellacci – ma saremo in grado di stabilirne le dimensioni e la portata solo quando gli uffici avranno concluso gli approfondimenti tecnici». Infine il teatro lirico: nessuna risposta, per ora. L’analisi del problema è affidata a un prossimo tavolo tecnico, che sta per partire.

  7. settembre 6, 2011 alle 3:48 PM

    sarebbe ora, via la “legnaia”!

    da L’Unione Sarda on line, 6 settembre 2011
    Cagliari, si sveste l’Anfiteatro: il Comune lo spoglia del legno: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/234309

    da Sardegna 24 on line, 6 settembre 2011
    Anfiteatro: al via le prime rimozioni: http://www.sardegna24.net/cagliari-e-provincia/anfiteatro-al-via-le-prime-rimozioni-1.20250

    da Radio Press Facebook, 6 settembre 2011
    Anfiteatro, sopralluogo Comune-Sovrintendenza: via da subito le strutture alla base del palco e la platea: http://it-it.facebook.com/notes/radio-press/anfiteatro-sopralluogo-comune-sovrintendenza-via-da-subito-le-strutture-alla-bas/10150299668473670

  1. agosto 7, 2011 alle 2:23 PM
  2. settembre 7, 2011 alle 3:12 PM
  3. settembre 19, 2019 alle 8:49 am

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