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Il Sindaco di Sassari risponde sulla “Campagna Bellieni”.


Sassari, "Campagna Bellieni"

Sassari, “Campagna Bellieni”

Il Sindaco di Sassari Gianfranco Ganau ha risposto, nell’ambito dell’iniziativa di dialogo diretto con i cittadini adottata con il quotidiano La Nuova Sardegna, alla “domanda” proposta dalle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra sulla sorte della “Campagna Bellieni”.

Di seguito domanda e risposta, come pubblicate su La Nuova Sardegna on line:

Sassari, "Campagna Bellieni"

Sassari, “Campagna Bellieni”

 

Signor Sindaco, in primo luogo i più sinceri complimenti per la scelta di volersi confrontare direttamente con i cittadini grazie alle colonne del quotidiano La Nuova Sardegna.

Desideriamo segnalarLe la vicenda della storica ‘Campagna Bellieni’: 6,5 ettari di oliveti e macchia mediterranea alle porte dell’area urbana e oggetto di un recente ricorso per la salvaguardia integrale da parte del proprietario Nicola Bellieni, erede della famiglia che tanto ha dato a Sassari e non solo, e delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra. Infatti nel piano urbanistico comunale attualmente assoggettato alla procedura di verifica di coerenza presso la Regione, l’intera area è assurdamente classificata come altamente edificabile, come se non vi fossero altre aree pubbliche da destinare all’edilizia economico-popolare. Il proprietario Nicola Bellieni, figlio di Camillo, fin dagli anni ’70 ha formalizzato in più occasioni al Comune la volontà di non richiedere alcuna previsione edificatoria, proprio per conservare i valori ambientali, storici, identitari di quella campagna sassarese. Con questa classificazione il Comune potrebbe comunque procedere all’esproprio a fini edificatori.
Siamo in quella campagna olivetata punto di forza del paesaggio agrario sassarese, tutelata dal piano paesaggistico regionale e massacrata dall’edilizia in questi ultimi decenni.
L’Amministrazione comunale, se davvero vuole un Puc riconosciuto come improntato ai valori ambientali e identitari della città, faccia una scelta intelligente e lungimirante: adotti una revoca della destinazione edificatoria in via di autotutela e riclassifichi la campagna olivetata in “zona H – salvaguardia”. Faccia una scelta di civiltà.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra Stefano Deliperi

 

Sassari, "Campagna Bellieni"

Sassari, “Campagna Bellieni”

Gentile signor Deliperi come mi è capitato di rispondere già in altre occasioni sulle pagine de La Nuova Sardegna, l’occasione mi è gradita per chiarire alcuni aspetti relativi alla vicenda sollevata attorno alle così definite “Tenute Bellieni”. In primo luogo è necessario ribadire che nella redazione del nuovo Puc non vi è stata alcuna volontà da parte dell’Amministrazione comunale di cementificare la campagna Bellieni. La scelta attuata è stata quella di perseguire una logica urbanistica in un’area in cui le classificazioni dei terreni erano estremamente disomogenee. Durante la fase delle osservazioni, inoltre, su quell’area in particolare non è stato avanzato alcun rilievo. É vero che il Ppr tutela la zona, ma consente anche che le aree contigue possano essere urbanizzate e in questo caso solo per edilizia residenziale pubblica di cui questa città, come è noto, ha un gran bisogno. Poiché la città è interessata interamente dalla corona olivetata, questo purtroppo non consente di individuare nuove aree di espansione all’interno dell’ambito urbano, in quanto quelle destinate alle dotazioni minime degli standard urbanistici previsti dalle norme, non sono sufficienti. Il Consiglio Comunale, vista l’assenza di osservazioni a riguardo nella fase di pubblicazione, potrà intervenire attraverso una variante urbanistica che potrà essere presentata solo dopo aver ricevuto il parere di conformità del PUC da parte della Regione, se ovviamente riterrà sostanziali le osservazioni avanzate e per le quali si riserverà un ulteriore approfondimento.

Gianfranco Ganau Sindaco di Sassari

Sassari, "Campagna Bellieni"

Sassari, “Campagna Bellieni”

 

Bene, il Sindaco di Sassari si è reso disponibile a valutare una revisione del P.U.C. per l’area interessata: a breve, in ogni caso, il Proprietario e le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra formalizzeranno una proposta in merito all’Amministrazione comunale di Sassari.

Ricordiamo che siamo in quella campagna olivetata punto di forza del paesaggio agrario sassarese, tutelata dal piano paesaggistico regionale (P.P.R.) e massacrata dall’edilizia in questi ultimi decenni: fra il 1977 ed il 1998 Alghero ha perso 474 ettari di oliveti su 2.456 (- 19,3%), Sassari ne ha perso 361 ettari su 4.981 (- 7,2%), Sorso ne ha perso 342 ettari su 1.611 (- 21,2%). Soltanto Sennori e Tissi hanno registrato minimi incrementi, rispettivamente di 16 (+ 3,5%) e di 13 (+ 7,3%) ettari (dati Università degli Studi di Sassari, cattedra di olivicoltura, 2006).     In relazione alla sola Sassari, al 2002 dei 4.620 ettari presenti nel 1977, ne sono risultati “degradati” (oliveti radi, con 50-100 alberi per ettaro) ben 562, 27 ettari sono risultati formati da alberi sparsi (meno di 50 olivi per ettaro): grazie a tale indagine condotta con l’ausilio di immagini satellitari si è appurato, quindi, che la perdita complessiva dell’area olivetata fruibile anche a fini economici è stata di ben 926 ettari (-19%). E tale perdita è dovuta quasi esclusivamente alla crescita edilizia incontrollata nell’agro.

Nell’ottobre 2012, l’Assessore all’urbanistica del Comune di Sassari Gavino Zirattu aveva difeso il suo piano urbanistico comunale (P.U.C.) e affermato la regolarità della classificazione come altamente edificabile.

L’amministratore locale aveva affermato che “ come cittadino” a lui  “dispiace”, ma la procedura di approvazione del P.U.C. è regolare, avendo voluto “cercato di dare una logica urbanistica ad un’area in cui le classificazioni dei terreni erano estremamente frastagliate”, inoltre ha ammonito che “se i proprietari non vogliono edificare possono scegliere di non costruire” e ha ricordato che la “colpa” sarebbe del proprietario e delle associazioni ecologiste che non sono intervenute nella medesima procedura. Per giunta, secondo l’assessore Zirattu, “Non ha senso fare confronti con il precedente Puc perché si tratta di un piano che non esiste sotto alcun punto di vista”.

Le cose, però, non stanno proprio in questi termini.

Sassari, "Campagna Bellieni"

Sassari, “Campagna Bellieni”

Infatti, il Proprietario non vuole edificare in alcun modo e risiede all’Estero, a Bruxelles. E’ iscritto all’anagrafe degli Italiani all’estero (A.I.R.E.) proprio presso il Comune di Sassari.  Non può perciò verificare in ogni momento quali intenzioni abbia il Comune su uno dei pochi oliveti scampati alla furia edificatoria ai margini della città.

Il P.U.C. di Sassari predisposto a partire dal 2006, adottato nel 2008 e approvato definitivamente nel 2009 classificava giustamente la “Campagna Bellieni” quale “zona H – salvaguardia” ed era tutt’altro che inesistente, come vorrebbe far pensare l’assessore Zirattu.   Dopo il rinvio da parte della Regione proprio nell’ambito della procedura di verifica di coerenza (art. 31 della legge regionale n. 7/2002 e s.m.i.) in seguito a determinazione Direzione generale della pianificazione territoriale urbanistica e della vigilanza edilizia della Regione autonoma della Sardegna regionale n. 256 del 18 marzo 2010 è stato revocato con la deliberazione C.C. n. 52 del 27 luglio 2011 con cui il Consiglio comunale di Sassari ha adottato l’attuale P.U.C.

L’attuale P.U.C. attualmente è nelle stesse condizioni giuridiche di quello precedente – che l’assessore Zirattu vorrebbe mai esistito – visto che la procedura di verifica di coerenza è stata sospesa dalla Regione (determinazione n. 4959/DG del 31 ottobre 2013) e non è detto che la superi indenne.

Fino a luglio 2011 esplicava efficacia per tutte le norme di salvaguardia, comprese quelle che tutelavano la “Campagna Bellieni”, e su di esse con un pizzico di ingenuità faceva sicuro affidamento il Proprietario, visto che mai aveva chiesto un metro cubo di volumetrie e mai immaginava che sarebbe stato il Comune a “imporre” mattoni e ruspe.

“Imporre”, perché ora il Comune avrebbe la facoltà di procedere con un esproprio per l’edificazione della zona con edilizia popolare.

E’ proprio il caso di attuare una scelta di civiltà e salvaguardare la “Campagna Bellieni”.

Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra

P.U.C. Sassari, “zona C 3 – ERP” per la "Campagna Bellieni"

P.U.C. Sassari, “zona C 3 – ERP” per la “Campagna Bellieni”

(stralcio P.U.C. di Sassari, foto per conto GrIG)

  1. marzo 7, 2013 alle 2:54 PM

    da La Nuova Sardegna, 7 marzo 2013
    URBANISTICA » INCONTRO A CAGLIARI IL 15 MARZO. Puc sbloccato, approvazione più vicina.
    Entro metà mese si risolverà la catalogazione dei beni architettonici e il Piano affronterà il parere di coerenza col Ppr. (Luigi Soriga)

    SASSARI. Visto che da Cagliari non arrivavano notizie molto rassicuranti sui tempi di approvazione del Puc, il sindaco Ganau, l’assessore Zirattu e il dirigente Budroni tre giorni fa sono andati dall’altra parte dell’isola per vederci più chiaro. Hanno avuto un faccia a faccia con i dirigenti regionali e hanno tirato un sospiro di sollievo: entro il 15 marzo, infatti, la fase della copianificazione dovrebbe essere conclusa. Questo significa che il Piano Urbanistico uscirà a breve da una situazione di stallo e nell’arco di un mese potrebbe passare nelle mani del Comitato tecnico per il parere di coerenza col Piano paesaggistico regionale. La copianificazione non è altro che il censimento e la catalogazione dei siti di interesse architettonico e archeologico. Sassari ne possiede 500, ma di questi 15 non convincono gli uffici cagliaritani. All’inizio è sorto un problema sulla perimetrazione del sito da tutelare: bisogna considerare la distanza visiva, così come ha fatto il Comune di Sassari, oppure ciò che conta è l’estensione della proprietà che abbraccia il monumento? E se un bene archeologico insiste su un terreno di 10 ettari, quanti dovranno essere sottoposti a vincolo? Su questi parametri l’accordo dovrebbe essere raggiunto, e l’iter di approvazione dovrebbe proseguire speditamente: «Il prossimo appuntamento a Cagliari – dice il sindaco Ganau – è fissato per metà mese. Entro quella data ci è stato assicurato che la fase di copianificazione dovrebbe essere conclusa». A quel punto si passerebbe dunque al secondo step, ovvero la verifica di coerenza col Ppr. E’ lo scoglio sul quale si era incagliato il precedente Puc del 2008, smantellato nei suoi punti cardine dal Comitato tecnico regionale. Penna rossa su zone c2 (agro urbanizzato e meccanismo di premialità sotto forma di volumetria per chi urbanizzava il proprio lotto); sottolineatura sulla perequazione compensativa (spostamento virtuale di cubatura in zone più adatte ad ospitare il cemento), da perfezionare nei suoi meccanismi; e infine cancellazione delle zone di espansione a macchia di leopardo, che sulla carta dimostravano ben poca logica urbanistica, se non quella di avvantaggiare i proprietari. Tutto questo, nel Puc 2013, è stato cancellato o completamente corretto, perché la linea di condotta mantenuta dai progettisti comunali è stata quella di assecondare le osservazioni della Regione. Perciò all’esame di coerenza tecnica col Ppr, questa volta gli inciampi dovrebbero essere molto marginali e i rilievi non dovrebbero essere sostanziali. Almeno a quanto assicura l’assessore all’Urbanistica Zirattu, che ha sempre ribadito di aver concordato con Cagliari qualunque decisione o modifica. Un ottimismo che non è affatto condiviso dal consigliere di opposizione Giampiero Uneddu, che nella fase delle osservazioni aveva presentato una casistica molto ampia di presunte violazioni al Ppr e al Floris: tra queste la trasformazione di aree boschive a tutela integrale in aree fabbricabili. La convinzione dei tecnici comunali è che il Puc diventi esso stesso norma, e abbia così la facoltà di essere recepito dal Ppr e modificarne alcune parti specifiche. Per ora l’incognita più grossa resta sempre il progetto di Via Verona (ex area industriale d7) sopra la quale il vecchio piano regolatore rovesciava una mole straordinaria di cubatura. Questa capacità edificatoria viene riconosciuta in parte anche dal Puc, ma non dalle altre norme sovraordinate. Il Comitato tecnico dovrà sciogliere il nodo.

  2. giuseppe bellieni
    marzo 11, 2013 alle 6:42 PM

    un oltraggio alla memoria di Camillo Bellieni, pensare di deturpare la “campagna Bellieni” con le solite operazioni di cementificazione.

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