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Teocrazia bigotta, sanguinaria e criminale.


Quanto sta accadendo in Iran ormai da troppo tempo è sotto gli occhi del mondo, anche se il mondo troppo spesso guarda da un’altra parte.

Ci chiedevamo fino a qual punto potesse giungere la criminalità di un governo verso i propri cittadini, ma una risposta sensata è davvero difficile darla.

Infiniti esempi concreti inducono a ritenere il regime ottuso e bigotto degli ayatollah iraniani un vero e proprio sistema teso a mantenere il potere mediante la diffusione del terrore fra la popolazione.

Teheran, studentesse nei giardini dell’Università degli Studi (foto anni ’70 del secolo scorso, Corriere della Sera)

Per esempio, avvelenare in silenzio, per lunghi mesi, centinaia di bambine per giungere alla chiusura delle scuole femminili è un crimine che denota la deriva di follìa ormai quotidiana in cui è precipitato un Paese di antichissima civiltà.

L’attivista per i diritti umani Narges Mohammadi, vincitrice del Premio Nobel per la Pace per il 2023 e tuttora incarcerata, ha denunciato la nuova guerra contro le donne scatenata dal regime degli ayatollah in queste settimane, concedendo mano libera alla polizia morale, la polizia bigotta e assassina che imperversa in Iran.  

Il potere teocratico si regge sul sangue dei cittadini iraniani. Bambini, donne, uomini.

Fino a quando?

Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

A.N.S.A., 23 aprile 2024

La Nobel Mohammaddi: ‘Sollevatevi contro la guerra totale alle donne’.

Dal 13 aprile il governo degli ayatollah ha lanciato una nuova campagna sull’hijab.

La premio Nobel per la pace iraniana Narges Mohammadi, detenuta a Teheran dal 2021, ha esortato gli iraniani a sollevarsi contro “la guerra totale contro le donne” nel suo Paese, dopo che le autorità hanno intensificato i controlli sul velo in strada.

    “Donne e uomini iraniani, vi invito, che siate artisti, intellettuali, lavoratori, insegnanti o studenti, all’interno o all’esterno del Paese, a sollevarvi contro questa guerra alle donne”, ha detto Mohammadi in un messaggio vocale inviato dai suoi sostenitori.

L’attivista accusa le autorità iraniane di aver intensificato una “guerra contro tutte le donne in ogni strada dell’Iran”.

Nello stesso giorno, il 13 aprile, in cui lanciava il suo primo attacco contro Israele, l’Iran ha avviato una nuova ondata di repressione interna, ordinando alla polizia di diverse città di scendere in piazza per arrestare donne accusate di violare le rigide norme islamiche sull’uso del velo. Lo riporta Reuters sul sito.

    Quel giorno il capo della polizia di Teheran Abbasali Mohammadian è andato in Tv per annunciare la nuova campagna: “A partire da oggi, la polizia di Teheran e di altre città adotterà misure contro coloro che violano la legge sull’hijab”, ha detto, mentre centinaia di poliziotti invadevano le strade delle città.

    Gli utenti dei social media hanno pubblicato immagini di una forte presenza della polizia morale a Teheran e video di agenti che arrestano violentemente donne che secondo loro erano vestite in modo inappropriato, comprese forze di sicurezza in borghese che trascinavano giovani donne nei furgoni della polizia.

    I furgoni della polizia morale erano in gran parte scomparsi dalle strade dallo scorso anno dopo che per mesi, in una dimostrazione di disobbedienza civile puntualmente repressa, molte donne giravano senza velo in pubblico dopo la morte della 22enne Mahsa Amini, morta in custodia della polizia dopo essere arrestata perché non indossava correttamente l’hijab.

    Inoltre, da quando l’Iran ha lanciato il nuovo piano Nour per reprimere le donne che non indossano correttamente lo hijab, sono emerse segnalazioni di estorsioni e abusi nei confronti delle iraniane da parte della polizia. Lo denuncia Iran International, che riporta casi di vittime che raccontano di essere state avvicinate dalla cosiddetta “polizia della moralità” iraniana, con alcuni casi di molestie sessuali.

    In un resoconto, una donna ha rivelato che la polizia ha costretto lei e molti altri a pagare 100 milioni di rial (153 dollari) sotto la minaccia di arresto o sequestro delle loro auto. In un altro racconto, dopo aver arrestato una donna, l’ufficiale di polizia ha tirato fuori una carta dalla tasca e ha chiesto alla donna di “depositare 120 milioni di rial (184 dollari)” sul conto indicato sulla carta come condizione per il suo rilascio. Altre tre donne hanno riferito a Iran International che, dopo essere state arrestate, hanno scoperto al momento del rilascio che mancavano i loro gioielli. L’intensificazione della repressione nei confronti delle donne, scrive il media indipendente, era già aumentata al punto che la scorsa settimana le donne avevano denunciato aggressioni fisiche e abusi sessuali verbali durante gli incontri con la polizia morale. 

Un portiere di calcio abbraccia una tifosa, convocato in tribunale.

     Hossein Hosseini, il portiere della popolare squadra di Teheran Esteghlal Fc, è stato convocato in tribunale dopo essere stato denunciato per comportamento scorretto: durante la partita di venerdì, una tifosa lo ha abbracciato brevemente. Lui ha poi cercato di proteggere la donna e calmare le forze dell’ordine, che sono intervenute per allontanarli e arrestare la donna.

    La giovane, soprannominata il Jimmy Jump femminile dell’Iran, è saltata giù dalla recinzione e ha corso verso il campo per abbracciare il portiere, senza indossare il velo obbligatorio. Hosseini le ha regalato la sua maglia e lei l’ha sventolata verso i tifosi, che hanno urlato alla polizia: “Vergognatevi”.

   Hosseini è stato convocato dalla commissione disciplinare di calcio dopo la partita ed è stato sospeso per una partita. È stato anche sanzionato con una multa di 3 miliardi di rial (circa 4.700 dollari). In seguito, ha dichiarato ai giornalisti che pagherà la multa in onore della tifosa.

(foto Corriere della Sera)

  1. Avatar di Paola
    Paola
    aprile 25, 2024 alle 8:19 am

    a Gaza invece tutto ok?

    • aprile 25, 2024 alle 12:28 PM

      certamente no, come in Ucraina, come in Myanmar, come nello Yemen, come nel Sud Sudan, come in troppi altri posti della Terra…

      Stefano Deliperi

      • Avatar di Paola
        Paola
        aprile 25, 2024 alle 1:19 PM

        Gaza e’ una strage di civili e bambini senza precedenti nella storia: ben peggio di Erode.

      • aprile 25, 2024 alle 8:01 PM

        e quindi va bene quel che sta accadendo in Iran?

        Stefano Deliperi

  2. Avatar di Angelo Gelmini
    Angelo Gelmini
    aprile 25, 2024 alle 2:55 PM

    Grazie al GRIG per il bell’articolo di approfondimento sull’Iran. Articolo molto utile a noi italiani oggi 25 aprile , per ricordarci che le libertà tutte non sono mai acquisite una volta per sempre .

    • Avatar di Paola
      Paola
      aprile 25, 2024 alle 10:41 PM

      Se un’associazione ambientalista esce dal suo ambito e dai confini nazionali per occuparsi di geopolitica ciò che dovrebbe meritare l’attenzione del mondo non sono le questioni interne di uno stato sovrano ma il genocidio di un popolo inerme da parte di una potenza straniera

      • aprile 25, 2024 alle 10:51 PM

        questo articolo tratta di diritti civili in Iran, com’è agevolmente comprensibile.
        Una tragica e lunga vicenda di violazione dei basilari diritti della persona e di morte.
        Non si “geopolitica“, nè di semplici “questioni interne di uno stato sovrano“.
        Ci siamo occupati di diritti civili parecchie volte, in Italia e all’Estero (fra i recenti https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2024/02/25/chi-da-gli-ordini-ci-metta-la-faccia/). Se la cosa non piace, non ci possiamo fare nulla.
        Nel box a destra sono scritte le regole di questo blog, una di queste afferma testualmente che “eventuali commenti … pretestuosi, ripetitivi e fuori tema rispetto agli articoli presenti non verranno resi pubblici“.
        Un eventuale ulteriore commento fuori tema non sarà reso pubblico.
        Buona serata.

        Stefano Deliperi

  3. aprile 30, 2024 alle 2:48 PM

    A.N.S.A., 30 aprile 2024

    ‘Sedicenne iraniana Nika fu molestata e uccisa da agenti’.

    Bbc: ‘Scomparsa durante manifestazione e data per suicida’: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2024/04/30/sedicenne-iraniana-nika-fu-molestata-e-uccisa-da-agenti_92f01169-30e1-40ab-b4ea-8c12fdc07570.html

  4. Maggio 20, 2024 alle 2:56 PM

    A.N.S.A., 20 maggio 2024

    Schianto in elicottero, morto il presidente iraniano Raisi. Cinque giorni di lutto nazionale.

    L’incidente è avvenuto, probabilmente a causa del maltempo, in una zona impervia al confine con l’Azerbaigian. La Mezzaluna rossa, ‘nessun sopravvissuto’: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2024/05/20/schianto-in-elicottero-morto-il-presidente-iraniano-raisi.-cinque-giorni-di-lutto-nazionale_9bb4b8e1-f0f8-49ff-b06b-ad1ba6b058df.html

  5. novembre 4, 2024 alle 2:58 PM

    il grande coraggio di Ahoo Daryaei è un esempio per tutti.

  6. dicembre 13, 2024 alle 2:56 PM

    Parastoo Ahmadi, una donna molto coraggiosa.

    A.N.S.A., 13 dicembre 2024

    Iraniana sfida il divieto e canta senza velo: ‘Un atto di resistenza’.

    Virale sui social il video. Teheran, aperto un procedimento.

    Una cantante iraniana ha diffuso su Internet un concerto in cui appare senza l’hijab, imposto dalla legge alle donne iraniane, suscitando il sostegno di molti sostenitori ma anche azioni legali.

    Parastoo Ahmadi ha pubblicato il video sul suo canale YouTube, vestita con un abito nero lungo e aderente, con le spalle scoperte e senza velo sui capelli, un abbigliamento che viola apertamente le regole imposte dalla Repubblica islamica. E canta per trenta minuti in quello che lei stessa definisce “un atto di resistenza”.

     L’esibizione, senza pubblico, mostra la cantante accompagnata dai tre membri del suo gruppo, tre uomini, nella luce soffusa di un patio.

        Parastoo Ahmadi ha conquistato un gran numero di fan (oltre 14.000 follower) postando le sue canzoni su Instagram, comprese le ballate pubblicate nel 2022-2023 a sostegno delle proteste di massa che scossero il Paese in quel periodo. Questo concerto, tuttavia, sembra essere il primo ad essere filmato all’aperto.

        “Sono Parastoo, la ragazza che non riesce a stare zitta e si rifiuta di smettere di cantare per il Paese che ama”, scrive su Youtube. “Ascoltate la mia voce in questo concerto immaginario e sognate una nazione libera e bella. Un atto di resistenza”, afferma la ragazza.

        Senza nominarla, l’agenzia di stampa iraniana Mizan ha condannato il fatto che “un gruppo guidato da una cantante donna” abbia prodotto “musica senza rispettare le regole legali e religiose”. Le autorità sono “intervenute e hanno preso misure appropriate, aprendo un procedimento contro la cantante e la società di produzione”, ha dichiarato l’agenzia.

        La dissidente iraniana in esilio Masih Alinejad ha salutato il concerto come “storico”, affermando che la voce di Ahmadi “è un’arma contro la tirannia, il suo coraggio un inno alla sfida”. 

    • dicembre 14, 2024 alle 11:05 PM

      arrestata.

      A.N.S.A., 14 dicembre 2024

      Arrestata l’iraniana che si è esibita su YouTube senza hijab.

      Virale sui social il video di Parastoo Ahmady. (https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2024/12/14/arrestata-liraniana-che-si-e-esibita-su-youtube-senza-hijab_9f7961ce-b4c9-4767-932c-411f7c11c8de.html)

      Le autorità iraniane hanno arrestato una cantante che si è esibita in un concerto su YouTube.

      Lo riferisce l’Ap che cita il suo avvocato.

      Milad Panahipour, un avvocato iraniano, afferma che Parastoo Ahmady, 27 anni, è stata arrestata a Sari City, capoluogo della provincia settentrionale iraniana di Mazandaran.

      Due giorni fa, la magistratura aveva aperto un procedimento contro la cantante che si era esibita, accompagnata da 4 musicisti uomini, con un abito nero lungo e aderente, con le spalle scoperte e senza velo sui capelli, un abbigliamento che viola apertamente le regole imposte dalla Repubblica islamica. Ahmady aveva pubblicato il suo concerto su YouTube il giorno prima, dicendo: “Sono Parastoo, una ragazza che vuole cantare per le persone che amo. Questo è un diritto che non potevo ignorare: cantare per la terra che amo appassionatamente”. Il concerto online è stato visualizzato più di 1,4 milioni di volte.

  7. dicembre 27, 2024 alle 5:32 PM

    arrestata una giornalista italiana che faceva il suo lavoro.

    A.N.S.A., 27 dicembre 2024

    La giornalista Cecilia Sala arrestata a Teheran, è in isolamento nel carcere di Evin.

    La Farnesina: ‘E’ stata fermata il 19 dicembre scorso’. L’ambasciatrice l’ha visitata in carcere.  Chora Media: “E’ nella prigione dove vengono tenuti i dissidenti”. Nei giorni scorsi è riuscita a telefonare alla madre e al compagno.  Alessia Piperno, arrestata in Iran nel 2022 e rilasciata dopo 45 giorni di detenzione nello stesso carcere: “Cecilia tieni duro’:

    • dicembre 31, 2024 alle 11:07 am

      teocrazie delinquenti che prendono ostaggi.

      A.N.S.A., 31 dicembre 2024

      L’Iran conferma l’arresto di Cecilia Sala ‘per violazione delle leggi islamiche’.

      Teheran: ‘Il suo caso è sotto inchiesta’. Iraniano arrestato, legale chiede arresti domiciliari. (https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2024/12/30/liran-conferma-larresto-di-cecilia-sala-per-violazione-delle-leggi-islamiche_a4954300-1338-4297-845d-9555acd6420a.html)

      Aquasi due settimane dall’arresto, il governo iraniano rompe il silenzio sul caso di Cecilia Sala, ma senza formalizzare accuse precise.

      La giornalista italiana è stata fermata a Teheran lo scorso 19 dicembre perché “ha violato la legge della Repubblica islamica”, è lo scarno comunicato diffuso dal Ministero della Cultura, in cui si conferma l’arresto e si dà solo conto dell’apertura di un’inchiesta. Una formula vaga, che sembra confermare le ipotesi emerse sin dall’inizio della vicenda sulle reali intenzioni del regime, ossia utilizzare la giovane reporter come pedina di scambio. Lo stesso viceministro degli esteri iraniano, del resto, lo ha fatto intendere tra le righe all’ambasciatrice italiana.

      Menzionando, durante il colloquio, anche il caso dell’ingegnere esperto di droni arrestato in Italia, su cui pende una richiesta di estradizione degli Stati Uniti. Proprio Washington, non a caso, è oltre a Teheran l’interlocutore di Roma in questa trattativa, che per ammissione del governo è delicata e complessa. Anche se, hanno assicurato fonti dell’esecutivo, si continuerà a lavorare “senza sosta, incluso l’ultimo giorno dell’anno ed il primo giorno del 2025”, in uno sforzo “di diplomazia e intelligence”, per riportare Cecilia a casa il prima possibile.

      La prima comunicazione ufficiale delle autorità iraniane su Cecilia Sala è arrivata tramite l’agenzia ufficiale Irna. “La cittadina italiana è arrivata in Iran il 13 dicembre con un visto giornalistico ed è stata arrestata il 19 per aver violato la legge della Repubblica islamica dell’Iran”, ha riferito una nota del ministero della Cultura e dell’orientamento islamico. Specificando che è stata aperta una “inchiesta, l’arresto è stato eseguito secondo la normativa vigente e l’ambasciata italiana è stata informata”. Inoltre, “le è stato garantito l’accesso consolare ed il contatto telefonico con la famiglia”. La nota ha concluso che “saranno forniti ulteriori dettagli se la magistratura lo riterrà necessario”. Nessuna accusa specifica, quindi. Un arresto quasi casuale, apparentemente preventivo, aveva del resto fatto capire domenica il viceministro Vahid Jalalzadeh ricevendo l’ambasciatrice italiana Paola Amadei. L’alto funzionario, secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, ha spiegato che la palla è in mano alla magistratura iraniana, mentre lui si è impegnato per garantire alla giornalista le migliori condizioni di detenzione.

  8. gennaio 10, 2025 alle 7:55 PM

    da Fanpage, 9 gennaio 2025

    Cecilia Sala, cosa è successo alla giornalista: dall’arresto in Iran alla liberazione e il rientro in Italia.La 29enne italiana era in carcere in Iran dallo scorso 19 dicembre. Mercoledì 8 gennaio è tornata in Italia. Tutto quello che sappiamo finora, dall’arresto alla liberazione della giornalista Cecilia Sala: https://www.fanpage.it/attualita/cecilia-sala-cosa-e-successo-alla-giornalista-dallarresto-in-iran-alla-liberazione-e-il-rientro-in-italia/https://www.fanpage.it/

  9. gennaio 12, 2025 alle 5:53 PM

    A.N.S.A., 11 gennaio 2025

    L’Iran conferma la condanna a morte per Pakhshan Azizi, detenuta a Evin.

    Ha 40 anni, è ritenuta colpevole di “ribellione” dopo l’arresto avvenuto nell’agosto del 2023: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2025/01/12/liran-conferma-la-condanna-a-morte-per-pakhshan-azizi-detenuta-a-evin_625373da-65b9-4737-9253-e63eb7e00fc7.html

  10. novembre 4, 2025 alle 2:35 PM

    A.N.S.A., 4 novembre 2025

    In Iran una sposa bambina rischia il patibolo per aver ucciso il marito violento.

    ‘Per evitare l’esecuzione deve pagare oltre 90.000 euro entro dicembre’.

    Una sposa bambina rischia il patibolo in Iran per l’omicidio del marito violento, a meno che non riesca a raccogliere 10 miliardi di toman (oltre 90.000 euro) per risarcire la famiglia della vittima entro dicembre.

    Lo scrive The Guardian.

    Goli Kouhkan era stata data in moglie a un parente quando aveva 12 anni. Ne aveva 18 quando fu arrestata per la morte del marito, nel 2018, e condannata a una pena pecuniaria per aver partecipato all’omicidio. Ora, a sette anni di distanza, ha poche settimane per trovare il denaro, altrimenti sarà giustiziata.
    Secondo l’associazione Iran Human Rights, dopo aver subito abusi per anni, Kouhkan era fuggita dal marito e tornata a casa, ma il padre l’aveva respinta dicendo: “Ho dato via mia figlia con un vestito bianco, l’unico modo in cui puoi rivenire è avvolta in un sudario”. Tempo dopo essere tornata dal marito, reagì quando lo vide picchiare il figlio di cinque anni e chiamò in aiuto un cugino. Scoppiò una rissa in cui il marito perse la vita. “Kouhkan appartiene a una minoranza etnica, è una donna ed è povera. È probabilmente la più debole in assoluto nella società iraniana”, ha affermato Mahmood Amiry-Moghaddam di Iran Human Rights (IHR).
    Ziba Baktyari, membro di Bramsh, un’organizzazione che difende i diritti delle donne del Belucistan, come Kouhkan, ha dichiarato che questo “non è un caso isolato”. “Le donne beluci, e le donne in generale, sono prese di mira dal regime”, ha aggiunto. L’Iran registra il numero più alto di esecuzioni di donne al mondo: sono state almeno 30 dall’inizio dell’anno. 

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