Una petizione per riaprire la vecchia viabilità rurale sui Sette Fratelli.
Un comitato locale di cittadini di San Vito (CA) promuove la seguente petizione popolare indirizzata al Sindaco di San Vito Gabriella Meloni per riaprire all’uso pubblico la vecchia mulattiera che attraversa il massiccio dei Sette Fratelli, da anni chiusa da un’Azienda privata.
Chi volesse potrà sottoscriverla presso il Festival di Scirarindi (benessere, buon vivere e sostenibilità in Sardegna), il 29-30 novembre 2014, presso la Fiera Campionaria della Sardegna (Viale Diaz, Cagliari).
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
Al Sindaco di San Vito Gabriella Meloni,
Oggetto: Riapertura dell’accesso pubblico ai Territori Demaniali del Versante Orientale del Sette Fratelli in agro di San Vito gestiti dall’Ente Foreste.
I sottoscritti firmatari, singoli cittadini, imprenditori agricoli e operatori turistici, residenti e non nelle aree adiacenti il Versante Orientale del Massiccio del Sette Fratelli e dello stesso Versante frequentatori negli anni in cui l’accesso era libero, notificano quanto segue:
La splendida zona del Versante Orientale in passato è sempre stata utilizzata dalle popolazioni residenti e non per l’escursionismo montano ma anche per raccolta di funghi, bacche e caccia nonché per visite di Scolaresche stante l’alto valore ambientale dell’area. Per anni infatti una semplice sbarra impediva l’accesso ai veicoli ma non agli escursionisti a piedi, a cavallo o in mountain bike come l’Ente Foreste prescrive.
Detti territori si estendono dal Versante Orientale – Valle del Rio M.te Porceddus alla zona delle Cime del Massiccio e all’adiacente area di Maidopis e costituiscono l’Azienda dell’Ente Foreste denominata “Campu Omu” per un’estensione di 6300 Ettari. Area già completamente organizzata per l’escursionismo montano con sentieri segnalati e punti sosta.
Il Versante Orientale, tutto in Comune di San Vito, discende tra boschi, ruscelli, cascate e spettacolari dirupi, dai 1023 mt. della vetta più alta alla importantissima area archeologica di Giogadroxiu, ampiamente descritta dall’archeologo R. Ledda nel suo lavoro di Censimento Nuragico per la presenza oltre al Nuraghe e ai resti del Villaggio di un’intatta e splendida Ara Sacrificale.
L’area in questione, il Versante Orientale, ricade anche nel Sito d’Importanza Comunitaria S.I.C. “Monti dei Sette Fratelli e Sarrabus’’ ai sensi della direttiva CE n. 92/43 per la protezione del Cervo Sardo e del Falco Astore e risulta inserita nella progettazione PANTA REI come azione 3 ‘’Tra i boschi seguendo le orme dei Carbonai’’ un corridoio ecologico – culturale dal Sette Fratelli a M.te Narba. Scopo specifico dell’azione nella zona sarebbe la rivalutazione escursionistica dei tanti sentieri dei Carbonai peraltro già in ottimo stato di conservazione che sarebbero solo da ripulire dalla vegetazione.
La zona costituita dalle due Vallate del Rio M.te Porceddus e del Rio Molenti è percorsa da due strade.
La strada di fondo valle, storico collegamento in passato con Cagliari attraverso M.te Porceddus e Campu Omu, è riportata nell’elenco delle strade Comunali Extraurbane e delle Strade Vicinali e ivi definita come Strada n. 132 del Comune di San Vito.
L’altra denominata Tulino sale verso le vette del Massiccio attraversando la zona delle sorgenti da cui originava lo storico acquedotto realizzato negli anni trenta che portava l’acqua a Muravera. L’acquedotto è identificabile come Bene Identitario e si possono visitare le stazioni della necessaria perdita di pressione in stato di perfetta conservazione.
Da diversi anni l’ingresso è totalmente impedito da un alto cancello e da cartelli di divieto posti da un’azienda privata che, impedendo l’accesso alle sue proprietà, nega di fatto anche la fruizione dei Territori Demaniali che occupano la gran parte del Massiccio. Tutto ciò nonostante le 450 firme a suo tempo raccolte in merito alla questione e consegnate già nel 2002 all’allora Sindaco Patrizio Buccelli.
E’ovvia intenzione di tutti rispettare la proprietà privata dell’azienda ma si ritiene altrettanto legittimo il diritto di passaggio per solo transito sulle due storiche strade, per poter praticare l’escursionismo, anche a fini turistico – economici, nelle zone demaniali di grande pregio sopra descritte, come in passato si è sempre fatto.
Sicuri che vorrà intraprendere la procedura per ristabilire lo storico diritto di transito pubblico su una strada che conduce a zone pubbliche per legge, ovvero i Territori Demaniali, le notifichiamo che siamo in grado di produrre la documentazione cartografica originale di Età Sabauda ove si evince che le strade non sono state realizzate dall’azienda privata ma risultano già in essere durante il periodo monarchico.
Cordiali saluti
(foto S.D., archivio GrIG)





Anche a carloforte hanno chiuso un sacco di accessi al mare e alle coste,logicamente nessuno interviene.Bisognerà copiare l’idea e organizzare una raccolta firme anche qui.
Un’iniziativa equilibrata e largamente condivisibile. Nei prossimi giorni, come fare per sottoscriverla? Il Comitato ha un sito, una mail di riferimento? Gràtzias.
Buongiorno. Vi segnalo con la presente che, la stessa situazione si verifica, nella zona dei Sette Fratelli, per la strada che congiunge l’Arcu Crabiolu con l’Arcu de Buddui. Si tratta di una carrabile sicuramente di antico impianto e strategicamente posizionata, visto che assicura(va) il collegamento tra Monte Cresia – Maidopis con Buddui – Sabadi, dalla parte di Castiadas, attraversando la valle del Riu Ceraxa. Da qualche tempo la suddetta strada (certamente comunale o vicinale, oltretutto interna al Sic e all’oasi dell’Ente Foreste, anche se attraversa pure fondi privati) è stata sbarrata e viene segnalata con diversi cartelli come “strada privata” (notare bene che nessuno dei cartelli ha i numeri delle autorizzazioni comunali), c’è addirittura un “divieto di sosta” prima della sbarra che indica la proprietà privata. Ai lati della sbarra sono state disposte ulteriori recinzioni finalizzate, evidentemente, a interdire il passaggio d’uomo, per escursionisti e mountain bike. La presenza di queste recinzioni, di dubbia legittimità, almeno per quanto riguarda il passaggio lungo la carrabile, è particolarmente deleteria, in quanto si trova proprio lungo un tratto del ben noto “sentiero Italia”, e persiste, nonostante la vicinanza del presidio forestale U. Noci.
Spero che anche questa segnalazione possa essere d’utilità per consentire di riattivare i percorsi turistici e escursionistici tra Sette Fratelli e Castiadas. ps. il punto esatto dovrebbe essere Arcu Straderis.
Saluti