Un singolare modo di applicare la legge.
La Procura della Repubblica di Lanusei esegue gli ordini di demolizione e di ripristino ambientale degli abusi edilizi in conseguenza delle sentenze penali passate in giudicato.
Così la Procura della Repubblica di Cagliari, così la Procura della Repubblica di Tempio Pausania.
Fra mille difficoltà, con l’abnegazione e la determinazione di magistrati, personale amministrativo, Forze dell’ordine.
Singolare quanto accaduto alla Procura della Repubblica di Nuoro, dove il Procuratore ha ritenuto (nota prot. n. 1995/13 del 29 luglio 2013) di segnalare ai Sindaci e ai Responsabili degli Uffici tecnici del Circondario del Tribunale di Nuoro l’ipotesi di “sanatoria giurisprudenziale” che eviterebbe la demolizione degli abusi edilizi e il ripristino ambientale.
A parte il fatto che l’ipotesi di sanatoria giurisprudenziale è tutt’altro che pacifica, nel nostro Ordinamento il pubblico ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale (art. 112 cost.) ed è il promotore dell’esecuzione penale, in particolare dopo la legge n. 165/1998.
In parole povere, deve promuovere l’esecuzione delle sentenze, compresi gli ordini di demolizione degli abusi edilizi e il ripristino ambientale. Quando sorgano dubbi, può promuovere un incidente di esecuzione (artt. 665-666 cod. proc. pen.) presso il giudice competente.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da La Nuova Sardegna, 12 aprile 2014
Una concessione postuma per sanare gli abusi edilizi. Orosei, documento del procuratore Andrea Garau per evitare alcune demolizioni «Non ci sarebbe l’estinzione del reato ma si eviterebbe l’abbattimento». (Angelo Fontanesi)
OROSEI. C’è procura e procuratore anche nel caso degli abusi edilizi condannati alla demolizione.
Andrea Garau, procuratore della Repubblica del tribunale di Nuoro, la problematica l’ha eredità dal suo predecessore Antonio Amoroso, che nel gennaio del 2008 aveva incominciato la campagna di demolizioni in provincia di Nuoro ordinando l’abbattimento di una mansarda abusiva realizzata a Cala Liberotto.
Una “campagna” andata avanti tra molti clamori e fortissime tensioni sociali e pochi risultati concreti: alla fine furono una mezza dozzina i piccoli manufatti demoliti e una ventina gli autoabbattimenti su centinaia di casi censiti. Dall’estate 2008 comunque le “ruspe con le stellette” nel Nuorese non sono più scese in campo ma non per questo la procura ha smesso di seguire il caso e di cercare ogni forma di soluzione. L’ultima iniziativa, passata peraltro piuttosto in sordina, è datata luglio 2013 ma se ne è avuta notizia solo in questi giorni. Si tratta di una circolare vergata di pugno dal procuratore nuorese e inviata a tutti i sindaci e a tutti i responsabili degli uffici tecnici dei Comuni ricadenti nel circondario del tribunale di Nuoro. Un documento nel quale Garau indica quella che secondo il suo ufficio potrebbe rivelarsi come valida soluzione per evitare decine di demolizioni altrimenti non più procrastinabili.
Il Procuratore fa riferimento ai quei casi dove non si sia potuta ottenere la sanatoria dell’abuso per la mancanza della doppia conformità. «In questi casi – spiega Garau – la demolizione dell’abuso è obbligatoria anche quando le attuali norme edificatorie ed urbanistiche del Comune consentirebbero la realizzazione di locali anche più grandi di quelli a suo tempo sanzionati perchè realizzati in assenza dei presupposti urbanistici».
Ebbene facendo riferimento a recenti sentenze del Consiglio di Stato Garau definisce questa prassi «una interpretazione della legge ottusa e non condivisibile» e invita i Comuni a considerare la possibilità di adottare quella che viene definita «concessione edilizia postuma o sanatoria giurisprudenziale». In pratica, qualora l’abuso accertato e sanzionato risulti attualmente all’interno di una zona di espansione edilizia o in ogni caso potesse sfruttare nuove possibilità autorizzative (vedi Piano casa) il Comune potrebbe concedere una concessione edilizia ex nova che comprendesse al suo interno anche il vecchio abuso. «In tal caso – spiega Garau nella sua circolare – non ci sarebbe l’estinzione del reato ma si eviterebbe la pratica dell’abbattimento con la conseguente archiviazione di molte pratiche pendenti inerenti la demolizione di manufatti abusivi».
(foto S.D., archivio GrIG)
Il Procuratore è pagato per applicare la Legge, non per trovare cavilli giuridici. Lo deve alle migliaia di persone oneste che non si sognerebbero mai di costruire abusivamente.
Il mancato controllo sul territorio ha portato a questi problemi. Ne dovrebbero rispondere in primo luogo gli amministratori locali che non hanno visto o voluto non vedere. Inoltre , in mancanza di lic.edilizie e accatastamento , gli enti di servizi elettrici e gas, non dovrebbero fare i vari allacciamenti a cominciare da quelli di cantiere.
Che bello…….in comune si farebbe di tutto per trasformare zone non edificabili,già piene di case abusive,in zone di espansione edilizia.Sistema già in atto che ha permesso la realizzazione di”grosse vergogne”.Come dice giustamente Mara il mestiere del procuratore è far applicare la legge,non trovare cavilli che permettono a chi ha costruito abusivamente di sanare con un colpo di spugna ciò che sicuramente era stato programmato anticipatamente.La solita vergogna italiana che per mantenere in piedi il sistema e alimentarlo partorisce nuove possibiltà autorizzative.Il gioco è bello che fatto,anzi nonostante gli sforzi di chi cerca di cambiarlo è sempre lo stesso.
La Cassazione la pensa molto diversamente dal Procuratore di Nuoro.
Urbanistica. Inammissibilità della sanatoria giurisprudenziale o impropria
http://lexambiente.it/urbanistica/160-cassazione-penale160/11092-2014-11-29-15-00-01.html