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Coste della Sardegna in vendita: “una casa davvero sulla spiaggia”.


Badesi, dune, pubblicità immobiliare

Badesi, dune, pubblicità immobiliare

“Venghino, siòre e siòri, s’affrettino: una casa davvero sulla spiaggia.

Esposti, istanze, ricorsi, interrogazioni parlamentari di associazioni ecologiste, deputati, senatori, consiglieri regionali, deputati e Commissione europea, Ministero dell’ambiente: ma quel cantiere che incombe sulle dune di Badesi (OT) è autorizzato o no?

Di sicuro non è stata svolta la preventiva e vincolante procedura di verifica di assoggettabilità, ma il Servizio regionale S.A.V.I., dopo un anno e mezzo dall’averlo accertato, nulla ha fatto.

Badesi, dune, pubblicità immobiliare

Badesi, dune, pubblicità immobiliare

Silenzio, alcuna risposta risolutiva.

Solo lo sferragliare delle ruspe e i messaggi pubblicitari: “una casa davvero sulla spiaggia”.

Solo una delle tante speculazioni immobiliari lungo le coste sarde.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra

Badesi, cantiere edilizio in area dunale (marzo 2013)

Badesi, cantiere edilizio in area dunale (marzo 2013)

 

 

 

 

(immagini pubblicitarie da http://www.centroturisticoitalia.com, foto per conto GrIG)

  1. Adri
    luglio 8, 2013 alle 8:01 am

    Questo si che e’ uno scempio,non una gara di moto una volta l’anno,occupatevi di queste cose!!!!!!!!

    • luglio 8, 2013 alle 3:51 PM

      ci occupiamo di queste cose e pure di tutte le altre che possono mettere in pericolo l’ambiente e la salute pubblica.
      Mettiti l’anima in pace 😉

  2. Occhio nudo
    luglio 8, 2013 alle 8:50 am

    Tutto nel silenzio totale di chi dovrebbe controllare. O per loro lo sconto è maggiore?

  3. Mara
    luglio 8, 2013 alle 8:56 am

    Amici, intanto ciascuno di noi può telefonare al n° 035 241834 per far sapere ai due (forse) inconsapevoli presentatori cosa ne pensa di case “a soli 20 mt dall’acqua” che distruggono il nostro territorio.

  4. capitonegatto
    luglio 8, 2013 alle 8:58 am

    Questi sono i poteri forti “puntellati” da chi dovrebbe chiarire . Chi sono i propietari ? Chi ha rilasciato le licenze ? Chi controlla ? Le solite domande logiche che non hanno risposte analoghe !!!!!

  5. Mara
    luglio 8, 2013 alle 11:51 am

    Secondo la segretaria degli incaricati alla vendita “I blocchi sono praticamente terminati e i primi verranno consegnati la settimana prossima, e abbiamo tutte le licenze per costruire”.
    Sono sbalordita. Ma dove stanno le autorità che dovrebbero sorvegliare? E se infine risultasse che le case NON DOVEVANO essere costruite, CHI eseguirà il ripristino dell’ambiente? A spese della collettività?

    • Shardana
      luglio 9, 2013 alle 10:05 am

      Se penso ai no tav,ai no dal molin,gente di tutte le età e ceti sociali che lotta da anni per la salvaguardia del territorio.Cosa ci vuole a costituire un fronte Pacifico contro la connivenza della politica e del malaffare?Le denunce li fanno ridere…occupare i territori destinati al saccheggio,come ha fatto il movimento sardo dei no radar è l’unica cosa che resta da fare se si vuole salvare il territorio sardo.

      • luglio 9, 2013 alle 3:31 PM

        dai, inizia da Carloforte.
        Magari dall’ecomostro della Caletta.
        Sono proprio curioso di vedere l’occupazione di un cantiere edilizio: dimmi quando e vengo subito 😉

        Stefano Deliperi

  6. giovanni
    luglio 8, 2013 alle 12:15 PM

    a suo tempo , il 25 febbraio, scrissi in proposito, descrivendo LA TELEFONATA RICEVUTA DA QUESTI *******. per chi volesse leggerla è nei commenti qui in questo link.

  7. luglio 8, 2013 alle 12:24 PM

    e se fosse una truffa con il fine di accaparrarsi tanti acconti e un investimento di base minimo ? Quelle case non le faranno mai chi darà l’acconto si troverà con un progetto su carta e null’altro?

  8. Shardana
    luglio 8, 2013 alle 2:56 PM

    Perchè non telefoniamo alla guardia costiera ora che non è più impegnata con i lavori?È un cane che si morde la coda,ma lo stato non può continuare a farla da padrone,è giusto che chi sbaglia paghi non solo con il ripristino dei luoghi

  9. luglio 8, 2013 alle 3:05 PM

    da La Nuova Sardegna, 8 luglio 2013
    A Badesi piano coerente con il Ppr, anzi no.
    Lo strano caso del centro gallurese: per la Regione è legittimo ma l’ok definitivo non è mai arrivato. (silvia Sanna)

    BADESI. Coerente secondo la Regione, ma non secondo il Ctru, cioè il Comitato tecnico regionale. È il caso anomalo del Puc del Comune di Badesi, pubblicato sul Buras dall’ente locale e assente nel sito dell’amministrazione regionale: secondo il web lo strumento urbanistico vigente è il programma di fabbricazione, approvato nel 1976 e aggiornato quest’anno. Contraddizioni che fanno saltare sulla sedia la minoranza in consiglio comunale, che parla di Puc illegittimo, e l’associazione ambientalista Amici della terra-Gruppo di intervento giuridico, che contesta le scelte del piano e tuona così: «Il Puc di Badesi non ha superato la verifica regionale, anzi ha ricevuto numerosi rilievi. Nonostante questo l’amministrazione comunale ha provveduto alla pubblicazione sul Buras. E la Regione, pur obbligata a intervenire, non ha fatto un bel nulla». Il sindaco Tony Stangoni, esponente dell’Udc, dice che la verità è un’altra. Spiega: «Il nostro Puc, presentato nel 2011, è stato accolto positivamente dagli uffici regionali ma non dal Ctru. Il Comitato ha risposto con una serie di rilievi che noi non abbiamo ritenuto corretti. Per questo li abbiamo respinti replicando con una serie di controdeduzioni. Trascorsi 90 giorni, non abbiamo ricevuto più alcuna comunicazione. A quel punto, scaduto il tempo stabilito, il Puc è stato pubblicato sul Buras ed è entrato ufficialmente in vigore». E, aspetto curioso, «proprio dagli uffici della Regione ci è stato detto di seguire questa procedura. Successivamente, la Regione non ha bloccato alcuna iniziativa, i piani di lottizzazione sono andati avanti senza incontrare ostacoli. Questo significa che il nostro Puc è legittimo». E, aggiunge Stangoni, «per niente cementificatore come sostiene qualcuno». Il riferimento è alle polemiche provocate dalla realizzazione di un grande villaggio turistico a Baia delle Mimose, a meno di 300 metri dal mare e a ridosso delle dune. «Tutto in regola – dice Stangoni – si tratta di una lottizzazione del 1975. Per ridurre l’impatto abbiamo dimezzato le cubature. Lì come nelle altre due lottizzazioni, Le Dune e Maccia Boina. Il Puc non prevede neppure un metro cubo ulteriore sulle coste». Gli oppositori non ci stanno. Contestano la procedura seguita, dicono che quel piano urbanistico, privo del parere di coerenza, è carta straccia. E denunciano una situazione palese di illegittimità che potrebbe aprire la strada a una valanga di ricorsi.

  10. luglio 8, 2013 alle 7:54 PM

    da Cagliari Globalist, 8 luglio 2013
    Case sulla spiaggia in vendita, saldi sulle dune.
    Badesi, dune, pubblicità immobiliare: http://cagliari.globalist.it/Detail_News_Display?ID=80461&typeb=0&Case-sulla-spiaggia-in-vendita-saldi-sulle-dune

  11. luglio 8, 2013 alle 11:32 PM

    L’ha ribloggato su Fabio Argiolas.

  12. Raimondo Cossa
    luglio 9, 2013 alle 4:55 PM

    L’ennesimo atto barbarico nei confronti dei sardi e della Sardegna. Parlandone con un’amico amareggiato-rassegnato mi son sentito rispondere “ogni popolo ha il destino che merita”. Quest’amico non ha tutti i torti ma penso che a volte il destino si può anche cambiare. Spero in una forte mobilitazione e spero in un forte impegno del Grig. Se ci sono irregolarità vanno fatte pesantememte pagare. Certe persone e certi ambianti hanno bisogno di punizioni esemplari che servano a scoraggiare.
    Alle prossime elezioni regionali, quando i candidati verranno a parlarci e a illustrarci i loro programmi, sarà “buona norma” farsi illustrare le loro posizioni riguardo la cementificazione delle coste, le speculazioni energetiche, le perforazioni ecc. Chi si dichiara daccordo non va votato; va preso a calci in c…. e buttato a mare. Finalmente una “Die de sa Sardigna” decente.

  13. Nico
    luglio 10, 2013 alle 7:40 PM

    sono di origine gallurese e mi vergogno per loro, non capiscono e non sanno quello che fanno.

  14. Michele
    luglio 11, 2013 alle 5:16 PM

    Detti come “vendere l’anima al diavolo” o come “venderebbero la propria madre” non basterebbero a rendere l’idea di quanto siano meschine quelle persone, pubbliche o private, che pur di riempirsi le tasche, direttamente o indirettamente, svendono la propria terra, terra sta per patria. In questi casi non penso che la diplomazia serva a qualcosa.

  15. Johnny Starman
    luglio 23, 2013 alle 3:28 PM

    A proposito, qualcuno ha provato queste casette in legno da giardino. Me ne hanno parlato assai bene. sembra che siano costruite con legni naturali e completamente ecologici.
    Ci sto pensando per il nostro giardino, per la casetta dei giochi dei nostri figli.
    Qualcuno ha notizie in merito?
    Grazie per ogni suggerimento
    Johnny

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