Nel Far West della Giara i bovini dominano l’altopiano.
Sono più i bovini al pascolo dei Cavallini della Giara.
Questa è l’impressione che si ricava entrando fin nel cuore della Giara, a Pauli Maiori e a Mitza Salamessi: nel pomeriggio di venerdi 17 maggio 2013 erano almeno una ventina i bovini fra la rigogliosa vegetazione, mentre è stato possibile avvistare soltanto un piccolo branco di soli quattro esemplari dell’ultimo cavallo selvatico al mondo.
Uno solo nelle acque di Pauli Piccia.
Induce molta preoccupazione vederne così pochi esemplari e, contemporaneamente, riscontare così tanti bovini che non dovrebbero pascolare qui.
Non è lontano l’eco di quanto accaduto nell’autunno 2012, con il ritrovamento di diversi esemplari di Cavallini debilitati.
Accade ogni anno, fra la fine dell’estate e le prime sostanziose piogge autunnali: non c’è stata una morìa vera e propria, né un epidemìa, c’è stata invece la dura competizione alimentare con le centinaia di capi bovini e suini che abusivamente pascolano sulla Giara.
Non conforta nemmeno la recente sottoscrizione (29 aprile 2013) dell’ennesimo “Protocollo d’intesa per la gestione, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio di Cavallini della Giara insistente sul territorio dell’altopiano della Giara” fra la Regione autonoma della Sardegna la sua agenzia Agris, i Comuni territorialmente interessati, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale: senza risorse economiche certe e, soprattutto, senza una volontà comune che vada oltre i piccoli e deleteri campanilismi non si va da nessuna parte.
E il rischio di un nuova stagione di morte per is Cuaddeddus è sempre più forte.
Per questo le associazioni ecologiste Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus hanno inoltrato (19 maggio 2013) una specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti alla Commissione europea, al Ministero dell’ambiente, alla Regione autonoma della Sardegna, all’Unione dei Comuni della Marmilla, ai Comuni di Gesturi, Tuili, Setzu, Gonnosnò e Genoni, al Corpo forestale e di vigilanza ambientale, all’A.S.L. n. 6, e all’agenzia regionale Agris, per lo svolgimento immediato del censimento degli esemplari di Cavallini della Giara, la loro cura sanitaria, la cattura di bovini e suini al pascolo abusivo.
Misure minimali per garantire la sopravvivenza di un simbolo vivente della nostra Terra, di una parte della nostra identità.
Sono state informate, a fini preventivi, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari e la Procura regionale della Corte dei conti per la Sardegna.
La Giara è un altopiano basaltico, con un altezza media di circa 600 metri sul livello del mare. Quarantacinque chilometri quadrati di rocce, boschi misti di leccio e di sughere, macchia mediterranea, numerose specie botaniche diversissime, concentrate in un’area talmente ristretta da sembrare un’Isola nell’Isola.
L’altopiano vede ai suoi bordi ben ventitré nuraghi, elementi di difesa storici, si staglia sulla Marmilla (a due passi è la reggia nuragica di Barumini) e sul Sarcidano. Percorrere la Giara, la sua natura, i segni che l’uomo ha lasciato nell’arco di 3500 anni è un’esperienza straordinaria ed unica: abitata fin dalla preistoria, risulta difficile distinguerei i resti del passato dai detriti lavici che la ricoprono.
Dai paulis ai piccoli coni vulcanici di Zepparedda e Zeppara Manna, dalle piccole sorgenti ai Cavallini della Giara (Equus caballus jara) – is Cuaddeddus, autentici signori dell’altopiano – ai rapaci, al bosco ed alla macchia mediterranea, ogni abitante della Giara è una splendida componente di una terra esclusiva.
E’ un sito di importanza comunitaria – S.I.C. (direttiva n. 92/43/CEE, “Giara di Gesturi”, codice ITB041112), è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), è destinata a parco naturale regionale (legge regionale n. 31/1989, allegato A), vi sussiste il divieto di caccia (legge n. 157/1992 e legge regionale n. 23/1998).
Eppure continua il pascolo abusivo, gli atti di vandalismo e di intimidazione, gli abusi sui demani civici e continuano gli atti di bracconaggio, ancora il parco naturale non è stato istituito, soprattutto per gli accesi campanilismi.
I Comuni, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, la Polizia locale devono tener fuori dalla Giara il bestiame abusivo e sanzionarne i proprietari, mentre la Regione autonoma della Sardegna deve garantire l’assistenza veterinaria e la vigilanza sulla popolazione equina (di proprietà regionale e della locale Unione dei Comuni).
Bisogna, però, riprendere il processo istitutivo del parco naturale: solo così potrà esser data una gestione unitaria a un bene ambientale unico e potranno esser attivate valide sinergie con gli importanti beni culturali presenti in zona (prima fra tutti l’area archeologica Su Nuraxi di Barumini) per favorire flussi turistici benefici per il territorio.
Si parla sempre di unità d’intenti fra Enti locali interessati, ma non si conclude mai nulla.
Non sarebbe ora di dare una svolta, positiva per l’ambiente e per le sempre più sparute popolazioni locali in balìa di pochi interessi particolari?
Gruppo d’Intervento Giuridico, Lega per l’Abolizione della Caccia e Amici della Terra
(foto da mailing list animalista, S.D., archivio GrIG)
I giarini non sono gli ultimi cavalli selvatici del mondo… Ci sono i Takhi in Mongolia cioè i celebri cavalli Pretzwalski forse antenati di tutti i cavalli, salvati fortunosamente quando erano ridotti a un pugno di esemplari ed ora in ripresa, dopo un intervento a livello internazionale. Detto questo, purtroppo è vero che la Giara è in costante declino. Troppa inconcludente politica e cecità di parte della popolazione dei paesetti che circondano l’altopiano. E’ un delitto che le future generazioni ci addebiteranno, a nostra eterna vergogna. Ma personalmente per ora non vedo soluzioni, purtroppo.
i Takhi (Cavallo di Przewalski, Equus ferus przewalskii o E. przewalskii) si sono estinti allo stato libero nel 1969 e, dopo un complesso intervento internazionale e riproduzione in cattività, sono stati reintrodotti in Mongolia nel 1992.
Il Cavallino della Giara è l’unico a esser sempre stato presente allo stato selvatico.
Finora.
Facciamo in modo che continui così!
Va bene che sono selvatici, però se gli danno un aiuto per sopravvivere male non fa!
da La Nuova Sardegna, 20 maggio 2013
È ancora allarme bovini sulla Giara. Gli ambientalisti denunciano: «Più vacche che cavallini: intervenire subito». (http://lanuovasardegna.gelocal.it/cagliari/cronaca/2013/05/20/news/e-ancora-allarme-bovini-sulla-giara-1.7099394)
GESTURI. Torna l’allarme bovini sulla Giara di Gesturi. La denuncia è del Gruppo d’intervento giuridico, di Amici della Terra e della Lega per l’abolizione della caccia secondo i quali i bovini dominano l’altipiano contendendo il pascolo ai cavallini. «Questa è l’impressione – scrivono gli ecologisti – che si ricava entrando fin nel cuore della Giara, a Pauli Maiori e a Mitza Salamessi: nel pomeriggio di venerdi 17 maggio erano almeno una ventina i bovini fra la rigogliosa vegetazione, mentre è stato possibile avvistare soltanto un piccolo branco di quattro esemplari dell’ultimo cavallo selvatico al mondo. Uno solo a Pauli Piccia». «Induce molta preoccupazione – aggiungono gli ecologisti – vederne così pochi esemplari e, contemporaneamente, riscontrare così tanti bovini che non dovrebbero pascolare qui. Non è lontana l’eco di quanto accaduto nell’autunno 2012, con il ritrovamento di diversi esemplari di cavallini debilitati. Accade ogni anno, fra la fine dell’estate e le prime sostanziose piogge autunnali: non c’è stata una morìa vera e propria, né un epidemìa, c’è stata invece la dura competizione alimentare tra erbivori». Eppure il 29 aprile, è stato sottoscritto l’ennesimo “Protocollo d’intesa per la salvaguardia e la valorizzazione dei cavallini” fra la Regione, la sua agenzia Agris, i Comuni interessati, e il Corpo di vigilanza ambientale. «Ma senza risorse economiche certe e, soprattutto, senza una volontà comune che vada oltre i piccoli e deleteri campanilismi – rilevano gli ecologisti – non si va da nessuna parte». E il rischio di un nuova stagione di morte per is Quaddeddus è sempre più forte. Per questo le associazioni ecologiste hanno inoltrato una richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti alla Commissione europea, al ministero dell’ambiente, alla Regione , all’Unione dei Comuni della Marmilla, ai Comuni di Gesturi, Tuili, Setzu, Gonnosnò e Genoni, al Corpo forestale e ad Agris, per lo svolgimento immediato del censimento degli esemplari di cavallini della Giara, la loro cura sanitaria, la cattura del bestiame al pascolo abusivo. Misure minimali per garantire la sopravvivenza di un simbolo vivente della nostra Terra,. a Giara, con i suoi 45 chilometri quadrati, è un’isola nell’isola, tutelata come Sito d’importanza comunitaria,candidata a diventare Parco regionale secondo la legge dell’89. «Eppure – rilevano gli ambientalisti – continuano il pascolo abusivo, gli atti di vandalismo e di intimidazione, gli abusi sui demani civici e continuano gli atti di bracconaggio mentre il parco naturale non è stato istituito, soprattutto per gli accesi campanilismi».
da CagliariPad, 20 maggio 2013
Far west alla Gira, rischio moria per “is quaddeddus”.
Dura competizione alimentare con i bovini e i suini che pascolano abusivamente sull’altopiano. L’allarme degli ecologisti: “Temiamo una nuova stagione di morte”: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=2919
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Gea Press, 20 maggio 2013
Sardegna, cavallini della Giara – Per gli ambientalisti possibile una nuova stagione di morte. Subito la costituzione del parco naturale e censimenti accurati: http://www.geapress.org/brevi/sardegna-cavallini-della-giara-per-gli-ambientalisti-possibile-una-nuova-stagione-di-morte/44788
L’ha ribloggato su Il Blog di Fabio Argiolas.
da France 2, 20 Heures, 20 maggio 2013
Sardaigne: les chevaux sauvages en danger: http://www.francetvinfo.fr/sardaigne-les-chevaux-sauvages-en-danger_328554.html
da La Nuova Sardegna, 7 luglio 2013
Cavallino della Giara, spese senza rendita. Genoni, gli allevatori scrivono all’assessore regionale: l’applicazione del microchip è un salasso. (Ivana Fulghesu)
GENONI. Si leva diffusa la protesta degli allevatori di equini contro le norme che impongono un “balzello di 77 euro per poter registrare e rivendicare la proprietà degli animali”. Allevare cavalli è ormai un’ attività poco redditizia. È l’amara constatazione degli allevatori di equini allo stato brado o semibrado, che da tempo portano avanti una protesta contro il salasso della registrazione all’anagrafe degli equidi. «La registrazione dei cavalli è stata tolta ai veterinari delle Asl per la quale si versava un importo di circa 10 euro ed è stata data in appalto alle Apa che provvedono alla applicazione di un microchip al costo di ben 77 euro», spiega Mario Sedda, portavoce degli allevatori. «I bovini vengono registrati con circa tre euro, gli ovini con pochi centesimi, perché per i cavalli si deve pagare così tanto? », domanda Sedda che riporta un esempio concreto per dimostrare quanto sia poco remunerativo allevare cavalli allo stato brado: «Quando si riesce a trovare un acquirente, un cavallo viene venduto per circa 300 euro; tolte le spese di registrazione e quanto costa allevarlo, al proprietario, se è fortunato, rimangono i soldi per un caffè». Gli allevatori protestano per una situazione considerata paradossale e Sedda, che si dice «allevatore di cavalli da sempre per passione e portavoce di molti allevatori che protestano e si indignano», chiede, tramite una missiva, l’ intervento dell’ assessore all’Agricoltura Oscar Cherchi. Suggerisce anche la soluzione più idonea: «ripristinare lo status quo. I veterinari delle Asl erano perfettamente in grado di svolgere questa mansione; Se l’Apa non rinuncia alla prebenda, che almeno non chieda più di 10 euro per l’applicazione di un microchip, perché gli allevatori non sono più disposti a farsi salassare e molti cavalli finiscono per non essere registrati», conclude Sedda.