Costa Smeralda 2, non abbiamo gli anelli al naso.
anche su Il Manifesto Sardo (Costa Smeralda 2, non abbiamo anelli al naso), n. 140, 16 febbraio 2013
Come ormai ampiamente noto, è stato presentato in queste ultime settimane da Società immobiliari controllate dalla Qatar Holding e dagli stessi amministratori regionali e locali – in particolare il Presidente della Regione Ugo Cappellacci e il sindaco di Arzachena Alberto Ragnedda – il complesso programma di interventi turistico-edilizi nella Costa Smeralda (Arzachena).
Gli interventi proposti possono esser così sinteticamente elencati: trasformazione di n. 27 stazzi in altrettante residenze stagionali (ville) con le procedure di cui alla legge regionale n. 4/2009 e s.m.i. (piano per l’edilizia), restyling della piazzetta e di altre strutture di Porto Cervo nonchè dei quattro Hotel “storici” (Pitrizza, Romazzino, Cala di Volpe, Cervo Hotel & Conference Center) già oggetto del “Programma di riqualificazione del sistema ricettivo alberghiero Costa Smeralda” (deliberazione Consiglio comunale Arzachena n. 29 del 27 maggio 2010, convenzione del 28 maggio 2010) ai sensi della legge regionale n. 4/2009 e s.m.i. (piano per l’edilizia), due nuovi alberghi, ville extra-lusso (numero non conosciuto), un “parco acquatico” a Liscia Ruja, un kartodromo, servizi, ecc.
Il programma di interventi, allo stato, risulta in palese e disinvolta violazione del piano paesaggistico regionale, ma sono giunte le scontate assicurazioni per le necessarie deroghe da parte del Presidente della Regione Cappellacci e confermate dal Sindaco di Arzachena Ragnedda.
Alla faccia e a spese dei sardi.
Sarà pure quella panacèa per la disoccupazione e la strada per il benessere economico-sociale, come vogliono farci credere, tuttavia l’inizio non è stato di particolare effetto.
In fila come tanti cammelli in carovana, sono recentemente giunti all’Ufficio tecnico del Comune di Arzachena sono stati presentati ben 27 progetti per trasformare caratteristici stazzi galluresi (tanto amati, a parole, dagli amministratori di Arzachena, diversi dei quali vincolati) in esclusive ville con piscina da destinare alla clientela internazionale.
Sono ventisette richieste in base a quel piano per l’edilizia (la legge regionale n. 4/2009 e s.m.i.) che finora ha dato corpo quasi solo a interventi speculativi.
Inoltre, dalle prime simulazioni progettuali presentate, i quattro-cinquecentomila metri cubi di nuove volumetrie saranno realizzati anche in aree di elevato valore ambientale e paesaggistico: da Monte Zoppu a Liscia Ruja, a Razza de Juncu.
Dura e tesa al rispetto della legalità, la prima azione legale delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, Amici della Terra e Lega per l’Abolizione della Caccia, le quali hanno inoltrato (6 febbraio 2013) uno specifico ricorso alle amministrazioni pubbliche competenti e alla Commissione europea avverso l’emanazione di autorizzazioni amministrative in favore del complesso di interventi proposti dalla Qatar Holding in assenza dei necessari e vincolanti procedimenti di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) e di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale.
E’ stato naturalmente chiesto l’annullamento in via di autotutela delle eventuali autorizzazioni già concesse.
Infatti, il complesso unico di interventi viene presentato all’esame delle amministrazioni pubbliche competenti a pezzi, per singole parti, in violazione del necessario esame unico nei procedimenti di valutazione ambientale strategica (direttiva n. 2001/42CE) e di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale (2011/92/UE).
Ma c’è un elemento di novità, forte, importantissimo.
Sono gli stessi galluresi i primi a nutrire notevoli perplessità (per usare un termine benevolo) sul progetto della Costa Smeralda 2.
“Ad Arzachena … sta prendendo forma anche un comitato del no ad investimenti che stravolgano gioielli paesaggistici quali Liscia Ruja e Monti Zoppu. Il tam tam viene propagato attraverso Facebook e gli animatori non appartengono ad una precisa area politica, perché tra loro si contano anche simpatizzanti del centrodestra”, segnala Francesco Giorgioni, giornalista sempre attento alle vicende della sua Gallura.
Non solo, in prima persona – con notevole coraggio civile – affrontano gli aspetti del progetto e chiedono “quale ricaduta economica, al di fuori di un breve periodo per realizzare le opere, può portare al territorio?”
Per non parlare di chi, giustamente, vuole informarsi di tutte le reali intenzioni degli investitori.
Inizia a esserci un clima diverso, di maggiore consapevolezza, nei confronti di una proposta che comporta il solito consumo di territorio speculativo.
Non c’è più l’accettazione acritica del “modello Costa Smeralda”, che comunque in cinquant’anni non ha dato – e non potrà mai dare – equilibrata crescita economico-sociale duratura al territorio dov’è insediato: “ormai si parla di due, tre mesi” di stagione turistica, di “posti di lavoro prettamente stagionale … e con ruoli di sola manovalanza”.
Non abbiamo gli anelli al naso.
E’ ora che anche il singolo cittadino dica la sua, perché l’ambiente e il paesaggio sono di tutti noi.
Sono già centinaia e centinaia i messaggi di protesta contro questa nuova, ennesima, operazione immobiliare speculativa pervenuti al Ministro per i beni e attività culturali Lorenzo Ornaghi, al Presidente della Regione Ugo Cappellacci, al Presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo.
Chi volesse esprimere la propria opinione in proposito trova tutte le informazioni necessarie al link https://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2012/11/28/rimbocchiamoci-le-maniche-per-difendere-lambiente-e-il-territorio-della-sardegna/.
La Sardegna ha le sue leggi e la sua pianificazione paesaggistica. Vanno rispettati perché tutelano il nostro ambiente e il nostro futuro.
Chi avesse a cuore la propria Terra e il proprio futuro ora si dia da fare, domani può essere tardi.
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
(foto per conto GrIG, G.M., S.D., archivio GrIG)
DEROGA…..in deroga a……in variante a….sì va sistematicamente in deroga a qualsiasi pianificazione,….se ti chiami QATAR HOLDING….pensa invece se ti chiamassi Gavino scanu a quante deroghe avresti….
…..il capitalismo, non lascia scampo…..
potremmo fare come la korea o il vietnam o cipro ; un north sardinia con un po’ di cemento ma un reddito p.c. dignitoso e un south sardinia ( o il vero futuro Sardistan) in mano a qualche famiglia ( lacche’ dell’emiro di turno), dedito alla pastorizia, povero, poco informato ( x non dire altro altrimenti qualcuno a sentire la verita’ censura) senza futuro eccezzione fatta x qualche enclave chimica dove le persone contano meno degli ovini ( vedesi amazon in ex germania est) e dove si apre e si chiude come si vuole.
l’italia TUTTA deve in vestire nel turismo almeno al 80% e la sardegna al 100%; questo non significa trasformarla in una grande jesolo insulare o in una riviera romagnola insulare, significa, come ho scritto almeno 10 volte, fare un piano di marketing strategico del turismo con conto profitti e perdite, che passi ANCHE da un piano paesaggistico, non SOLO, altrimenti, si rimarra’ sempre naif ed i figli andranno sempre a cercar fortuna nel continente.
occorre essere propositivi ed attraenti turisticamente parlando, non solo vs qualche amante dei fiori e della fauna che possono andare nei cosidetti alberghi diffusi, ma vs chi ha la grana, gli skei, le palanche, i picciuli ( x chi sa le lingue) che vuole la suite imperiale da mille euro a notte; volgare si’ma cosi’ va il mondo e non saranno 4 piagnoni a cambiarlo.
Max, capisco che per te e per molta altra gente, purtroppo, il territorio il paesaggio e l’ambiente sono prodotti commerciali da fare a fette e vendere a pezzetti al mercato nelle varie versioni light, lusso e extralusso … , ma in quanto al tuo piano di marketing strategico… ci ha già pensato la natura, fornendoci un territorio un ambiente ed un paesaggio che nella loro integrità offrono quanto di meglio si può desiderare e si può offrire. Nel rispetto di chi ci abita e di chi vogliamo ospitare. C’è una gran fetta di turismo, meno ricco forse, ma più rispettoso e meno caciarone, che sicuramente sa apprezzare. E’ solo una questione di visione e di scelte!
Ma i Sardi sanno lavorare ? Ci sono artigiani che non fanno solo cesti, tappeti di lana pungenti, intarsi di sughero , coltelli ? Possiamo rinnovare l’eterno folclore fatto con la solita musica e gli eterni saltelli ? Possiamo cambiare i menu’ fatti sempre con il solito maialetto e malloreddu? Possiamo cambiare la mentalita’ pastorale di mettere filo spinato ai terreni impedendo all’escursionista di passare sui sentieri ? Possiamo dire ai Sardi di non buttare ovunque le solite bottiglie vuote di birra ichnusa ? Possiamo far smettere ai Sardi di svendere i loro terreni coltivabili ai soliti cementieri che faranno loculi abitabili per solo tre mesi l’anno ? No i Sardi devono vivere non di solo turismo ( che deve essere di qualita’ ovunque e per tutti ), ma anche di lavoro qualitativo : mobili, informatica, apparecchi biomedicali, agroalimentare di nicchia, cantieristica, ecc.
Bisogna quindi cambiare e innovarsi , e per questo occorre migliorare la formazione scolastica dei giovani, staccandoli gradualmente dalla loro routine tradizionale, che se eccessiva diventa dannosa per un radicale cambiamento. Quindi basta alla sola possibilita’ di fare economia con il solito turismo che distrugge il territorio e che blocca la formazione ( solito cuoco, inserviente, ecc ).
da La Nuova Sardegna, 17 febbraio 2013
«Il piano del Qatar sia più trasparente». Arzachena, dal dibattito organizzato dai Rossomori critiche e consigli per rendere migliore il progetto di investimento. (Serena Lullia)
ARZACHENA. Il piano del Qatar per la Costa Smeralda quasi monopolizza il dibattito organizzato dai Rossomori. In aula consiliare il partito nato da una costola dei sardisti apre il dibattito pubblico sul tema più discusso degli ultimi mesi. «Qualcuno chiama questo piano mini master plan – dice il capogruppo della minoranza “Arzachena concreta” Efisio Onali –. Ma il master plan dell’Aga Khan era un progetto integrato, che inseriva gli interventi edilizi all’interno di un sistema turistico. Credo che sia nostro dovere ragionare in modo diverso, stabilendo noi quale modello di sviluppo abbiamo in mente. L’investitore ha potenzialità economiche importanti, ma vediamo se si parla solo di edilizia o di altro. Certo bisogna fare una scelta in tempi rapidi. Arzachena ha una cultura urbanistica tale per poter dare indicazioni con serietà e competenza». Chiede trasparenza e un piano di investimenti che non sia fatto solo di mattoni anche Piero Usai, esponente di punta del Pd gallurese. «Mi hanno fatto piacere le dichiarazioni del sindaco Ragnedda che valorizzano una storia politica di sensibilità ambientale lunga decenni – dichiara –. Certo alcune cose vergognose sono state fatte, ma alcune zone strategiche come Monti Zoppu e Liscia Ruja sono state lasciate integre. Bene anche che il sindaco abbia detto no al cemento in quelle aree, ma vorrei che aggiungesse che la pianificazione deve avvenire in una cornice urbanistica trasparente. I qatarini sono i benvenuti in casa nostra, se il loro piano di investimento non è solo mattone. Ma evitino scivoloni come quello sulla trasformazione degli stazzi». Sulla stesa linea Tore Melis, segretario nazionale dei Rossomori. «Non siamo in campagna elettorale – dichiara –. Ci è stato negato qualsiasi apparentamento perché avremmo eletto un senatore. Oggi abbiamo parlato di politica turistica, ma in Sardegna al massimo abbiamo un modello di villeggiatura mordi e fuggi. Per quanto riguarda il Qatar è importante che ci siano regole certe e che non si subiscano le scelte del privato». Angelo Filigheddu, segretario provinciale dei Rossomori e padrone di casa dell’incontro traccia un bilancio positivo della giornata di dibattito. «Non era facile organizzare un contro dei Rossomori ad Arzachena che politicamente è orientata da altra parte. Abbiamo organizzato un incontro, non da campagna elettorale ma per rispondere all’esigenza di un dibattito. Valuto positivamente la posizione del sindaco su acquapark e aree protette. La nebbia che avvolge il piano comincia a diradarsi. Resto però perplesso sul metodo con cui la Qatar Holding sta gestendo questa operazione. Non in modo diretto ma attraverso uno studio tecnico. Gradirei invece che, come faceva l’Aga Khan, anche la nuova proprietà della Costa Smeralda venisse a parlare con noi».
Un consiglio aperto per definire le linee da dare al privato.
No all’acquapark alle spalle di Liscia Ruja e ai mattoni a 5 stelle nell’ area protetta di Monti Zoppu, a qualsiasi intervento non previsto dalla legge. Il sindaco Alberto Ragnedda mette i primi paletti al piano del Qatar e spiega il metodo con cui intende portare avanti il master plan da un miliardo di euro. Il piano verrà presentato a breve in un consiglio comunale aperto. «A quel punto, grazie alle osservazioni che arriveranno in aula diventerà il nostro piano per la Costa Smeralda e andrà inserito in un contesto più ampio di pianificazione», ha chiarito il primo cittadino. Definite le linee guida verrà dato mandato ai tecnici comunali di convocare un tavolo con i progettisti della Qatar Holding per avviare la discussione. «Se il progetto del Qatar – conclude Ragnedda – sarà rispettoso del nostro ambiente, della nostra storia, degli interessi della comunità lo porteremo avanti con un approccio responsabile e maturo».
un esempio di sviluppo e modernita`:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/30/human-right-e-france-football-sparano-a-zero-contro-mondiali-di-calcio-del-qatar/484203/
sindacati vietati per legge in qatar mentre da noi i sindacati appoggiano il piano del qatar :
http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2011/05/31/news/il_lavoro_dei_nuovi_schiavi_nel_golfo_obiettivo_i_mondiali_di_calcio_del_2022-17034344/
da Cagliari Globalist, 15 febbraio 2013
La Gallura con un mattone annodato al collo.
Coniugare la crisi del mattone con l’improvviso declino economico della Gallura non è un luogo comune. [Francesco Giorgioni]: http://cagliari.globalist.it/Detail_News_Display?ID=51562&typeb=0&La-Gallura-con-un-mattone-annodato-al-collo
Hai perfettamente ragione VIC,i sindacalisti da noi appoggiano i sistemi capitalisti.Infatti quelli suscitani legati alle industrie inquinanti e ai loro padroni,attaccano e diffamano tutti quelli che denunciano la gravissima situazione.Non li ho sentiti inveire contro la vergognosa situazione ILA,che con un buco di 60 MILIONI ha lasciato gli operai alla fame e disoccupati.BASTA ASSISTENZIALISMO E VOTO DI SCAMBIO.
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Rimane comunque inspiegato come Tonino possa costruire le “suites” in riva al mare. LE VIGENTI LEGGI URBANISTICHE vengono ,come al solito, applicate a discrezione. Circa il futuro mirabolante investimento della Qatar Holding ,da cittadino incompetente,posso fare libere considerazioni : 27 stazzi trasformati in singole ville e venduti al prezzo minimo di 10 milioni sono 270 milioni di incasso lordo. 500 mila mc. di nuove costruzioni producono incassi
per circa 1 miliardo . Investimenti ? Minimi e senza rischi, considerato che prima si vende sulla carta e poi si costruisce. Il famoso miliardo di investimenti sembra una favola per i sempliciotti . Nel piano presentato da Tonino al Comune di Arzachena non vi sono investimenti strutturali da giustificare un intervento imprenditoriale di largo respiro (es.Aereporto) .In sintesi è una normale speculazione edilizia di rapina del territorio,come tutte le altre effettuate sulle coste Sarde. Circa l’intevento di capitali Qatarioti in questa vicenda sussistono ragionevoli dubbi . Perchè acquistare un bene che era sul mercato a 200 milioni (max)pagandolo in realtà 600? Sapiamo tutti chi erano i veri proprietari degli hasset
e,guarda caso ,sono ancora al loro posto, compreso l’onnipresente Tonino.
Idem sulla costa di Teulada ove la presenza di capitali sporchi non può piu essere nascosta.
Il tempo è galantuomo e ci dirà chi sono i veri promotori dell’operazione Costa Smeralda Qatariota .Se sarà un’operazione imprenditoriale,speculativa di rapina, o una colossale operazione di riciclaggio di capitali nostrani ripuliti in Qatar.
dal blog di Francesco Giorgioni, 19 febbraio 2013
IL KARTODROMO DI BRIATORE SUL CIMITERO DI SABBIA MARINA: http://francescogiorgioni.blogspot.it/2013/02/il-kartodromo-di-briatore-sul-cimitero.html
“”RISPOSTA A FRANCESCO GIORGIONI””
COME HAI SCRITTO SU “BLOGGER”PER MOLTI E UN SITO INUTILE!!
TOCCA A NOI SINGOLI INDIVIDUI A DELUCIDARE I PROBLEMI CHE LA NOSTRA ISOLA STA SUBENDO!!NON DEMORDIAMO.. A PRESTO!!”””INDIPENDETZIA”””
SINCERAMENTE PARLANDO DOVREBBERO ARRESTARE CHI FIRMA LE CONCESSIONI,LOTTI INEDIFICABILI…UNA SEMPLICE DENUNCIA SAPPIAMO BENE CHE IN ITALIA NON SERVE A NIENTE!!Sei in: La Nuova Sardegna / Olbia / Cronaca / Falsi agricoltori nella lottizzazione abusiva di Palau, 64 denunciati
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Falsi agricoltori nella lottizzazione abusiva di Palau, 64 denunciati
Blitz della Forestale in un terreno inedificabile con vista sul mare. Nella zona sono consentite solo costruzioni rurali: l’inchiesta è partita quando a chiedere la deroga erano state persone di diverse parti del mondo tutt’altro che agricoltori – FOTO
abusi edilizi lottizzazioni corpo forestale
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di Giampiero Cocco
La lottizzazione abusiva
PALAU. L’arrivo di decine di “agricoltori”, tutti interessati a piantare cavoli tra le rocce e a realizzare una casa colonica sulle colline vista mare tra “Scopa” e “Monte Altura”, aveva fatto storcere il naso agli addetti all’urbanistica del Comune di Palau. L’inchiesta che la Procura gallurese ha affidato, un anno fa, agli investigatori del Corpo forestale regionale ha svelato il mistero: un centinaio di ettari di terreno erano stati lottizzati, abusivamente, e venduti a una sessantina di acquirenti multietnici, sardi compresi. Tra le 64 persone denunciate alla magistratura per concorso in “lottizzazione cartolare abusiva” ci sono infatti “agricoltori” d’origine tedesca, francese, svizzera, dei paesi dell’Est, americani del nord e perfino tre australiani, che chissà come hanno scoperto che c’era un lotto di poco più di un ettaro da coltivare nelle assolate e riarse terre di Sardegna, all’altro capo del globo.
La clamorosa inchiesta, affidata dal capo della Procura gallurese Riccardo Rossi al direttore del Corpo forestale di Tempio Giancarlo Muntoni, ha impegnato gli investigatori ambientali per circa un anno. Per ricostruire l’intero carteggio, che è diventato un voluminoso dossier contenente i rapporti informativi, le planimetrie dell’area frazionata, le decine e decine di contratti di compravendita e le diverse richieste di licenze edilizie in deroga, il tutto già consegnato al magistrato inquirente, i rangers hanno dovuto acquisire documenti e transazioni negli uffici tecnici erariali, alla conservatoria dei registri immobiliari e in diversi istituti bancari.
La lottizzazione abusiva comprenderebbe un’area che si estende dal confine demaniale di Monte Altura, alla località “Scopa” e alla zona di Barrabisa, tra Porto Pollo e Isuledda. L’immenso territorio – un’eredità da mettere a frutto da parte dei legittimi proprietari–, è incluso nel Ppr costiero, quindi soggetto a limitazioni d’ogni genere, primo tra tutti l’edificazione. A meno che non si tratti di insediamento rurale, deroga che la Regione concede a coloro che intendono trasferirsi in campagna e vivere dei frutti di essa. Così avrebbero promesso di fare i circa sessanta acquirenti internazionali (ma tra i denunciati ci sono anche una trentina di braccianti sardi) che erano pronti a sottoscrivere il loro quotidiano impegno nell’agricoltura biologica. Qualcosa di analogo a quanto era accaduto a “Patron di Carru”, tra Olbia e Porto Rotondo, dove una trentina tra industriali, manager, imprenditori e professionisti italiani ed europei avevano acquistato un lotto di terreno destinato a colture per realizzarvi le case coloniche, con tanto di piante d’olivo, piscina e prato verde.
L’indagine appena conclusa dal Corpo forestale regionale passerà ora al vaglio della magistratura, che potrebbe disporre il sequestro giudiziario dell’intera lottizzazione abusiva. Anticamera, in caso di condanna, della confisca dell’intero patrimonio. A far scattare le indagini era stata la nota informativa dell’ufficio tecnico comunale di Palau che segnalava alla procura della Repubblica l’anomalo afflusso di “agricoltori” che ben poco avevano a che vedere con i lavori della terra. Più che di improvvisati braccianti si trattava, nella stragrande maggioranza dei casi, di persone che non risiedevano, come chiede la legge regionale, in Sardegna, e quindi veniva meno uno dei presupposti necessari per l’ottenimento della licenza edilizia in deroga. Il nuovo “insediamento rurale” resterà, per il momento, bloccato dall’azione degli agenti della vigilanza ambientale. Se poi tutto dovesse risultare in regola, ben vengano i braccianti nordamericani e australiani a spalare tra i graniti e i cisti di Monte Altura e Scopa. Stando agli accertamenti compiuti dal corpo forestale la “lottizzazione cartolare” equivale alla lottizzazione abusiva, da qui la richiesta di sequestro dei cento e passa ettari di terreno che è stata avanzata alla magistratura. Nel frattempo anche le domande di nuove case rurali, con vista mare sul versante ovest dell’isola, si sono bloccate. Al vaglio dell’ufficio tecnico restano le dieci richieste avanzate dagli acquirenti che hanno dichiarato d’essere contadini provetti.
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20 febbraio 2013
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da La Nuova Sardegna, 20 febbraio 2013
Qatar, la linea Monti mette d’accordo tutti. Arzachena, maggioranza e minoranza condividono la posizione del premier sul piano di investimenti. (Serena Lullia)
ARZACHENA. Nella performance di Mario Monti a Cagliari, a metà fra la visita istituzionale e la campagna elettorale c’è spazio anche per la Costa Smeralda in versione qatarina. Monti non esprime un giudizio netto sul piano da un miliardo di euro. Ricorda la serietà dell’investitore, il fondo sovrano del Qatar, l’enorme disponibilità economica del piccolo petroemirato. Invita poi le istituzioni a dare risposte celeri e a mettere da parte la politica del no. «Mi sembra che sia la linea che sta portando avanti Arzachena – spiega l’assessore all’Edilizia privata, Gianni Baffigo –. Sappiamo benissimo che quella del Qatar è solo una proposta. Molte richieste non potranno essere accolte perché violano il ppr. Le risposte verranno date al privato in tempi rapidi, ma all’interno di una programmazione generale. Ci sono interventi che potranno essere autorizzati subito. Altri al momento no. Stiamo lavorando molto sul puc per dare risposte non solo al Qatar, che allo stato attuale resta il più importante investitore, ma a tutti i privati. In questo periodo in molti si riempiono la bocca del piano di investimento della Costa Smeralda, spesso con posizioni preconcette, senza aver mai visto nessun documento. Noi che la proposta la stiamo studiando diciamo che è tutta da discutere». Le parole di Monti mettono d’accordo anche il Pd. «Dobbiamo fare di tutto perché questo investimento vada a buon fine – commenta il capogruppo del Pd in consiglio, Fabio Fresi –, ma tenendo conto delle attuali leggi. Il ppr esiste e va rispettato. È una realtà, quindi il piano di investimento del Qatar dovrà confrontarsi con il quadro giuridico esistente. C’è tutta la volontà di far spendere questo miliardo di euro al Qatar. Il nostro compito è guidare l’imprenditore verso un piano che sia il migliore possibile per la comunità».
Vada a proporlo in Alto Adige per vedere cosa gli rispondono!!! Massa di approfittatori e luride connivenze! Che vergogna.
da La Nuova Sardegna, 22 febbraio 2013
ARZACHENA. Qatar, il Pd dice sì all’investimento. Ma per il partito democratico il piano non può prescindere dal Ppr. (Serena Lullia)
ARZACHENA. Il Pd apre le braccia all’emiro del Qatar. A patto che in Costa non porti solo blocchetti. Il Partito democratico regionale sceglie la piccola sede di via Sanzio per esprimere il suo giudizio sul progetto qatarino di rilancio di Porto Cervo. Al fianco del capogruppo comunale del Pd, Fabio Fresi e del consigliere Alberto Azara, arrivano il segretario regionale Silvio Lai e il candidato Gian Piero Scanu. Il punto di partenza è il quadro normativo esistente. Quel Ppr che tutti hanno provato a modificare senza riuscirci. «Ben venga l’investimento del Qatar purché coerente col Ppr – dice Fresi –. Da una prima lettura del piano emergono elementi validi, altri su cui riflettere. Si deve partire dall’ambiente, ponendo grande attenzione a ciò che è rimasto. Altrimenti rischiamo di trovarci più poveri di quanto non lo siamo. Sarebbe bene riqualificare il patrimonio immobiliare esistente prima di pensare a nuovi volumi. Ciò che ci preme è che questo investimento crei occupazione, non per 3 mesi. A breve andremo in giro nei borghi per illustrare il piano e recepire i suggerimenti della gente». Insiste sul Ppr Piero Usai. «Il piano del Qatar è stato costruito facendo riferimento all’articolo 12 della legge 2009, mentre il Ppr viene assunto come riferimento culturale – commenta –. Cappellacci aveva detto che avrebbe modificato il Ppr entro il 31 dicembre. Non lo ha fatto, quindi resta la norma di riferimento». Dice sì al piano qatarino ma solo se integrato il segretario Lai. «L’investimento del Qatar può avere valenza strategica per tutta la Sardegna – spiega –. Guardiamo all’investitore e al piano senza pregiudizi e con interesse nella parte in cui da immobiliare diventi proposta di sviluppo integrato. Il ppr è la norma di riferimento. Chiederemo a Cappellacci se esiste una richiesta di modifica presentata al ministero e mai comunicata. Se fosse così sarebbe esempio di poca trasparenza». Rinnova la stima allo sceicco Al Thani Gian Piero Scanu. «Sosteniamo un forte rilancio dell’edilizia, leva giusta per riattivare tutte le filiere. Ma pensiamo a una edilizia sana, che consumi il territorio nel rispetto dell’ambiente. Un discorso che credo si possa affrontare serenamente con lo sceicco, uomo illuminato ma mal consigliato. Mai avrebbe potuto presentare un piano di ristrutturazione degli stazzi che viene meno al genius loci. Un rattoppo nel fondoschiena a un fiammante smoking che non può certo arrivare da un uomo così illuminato»
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