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Il Sindaco di Sassari difenda la “Campagna Bellieni”!


Sassari, "Campagna Bellieni"

Sassari, “Campagna Bellieni”

Il Sindaco di Sassari Gianfranco Ganau ha uno degli indici di gradimento più elevati fra i suoi cittadini, secondo la classifica dei sindaci 2013 del Sole 24 Ore, avendo confermato gli importanti precedenti risultati.

Deve, quindi, avere sicuramente molto a cuore la sua Città quando afferma che il suo obiettivo è “una città sostenibile”.   Siamo naturalmente d’accordo.

Intelligente e importante, l’iniziativa di dialogo diretto con i cittadini adottata con il quotidiano La Nuova Sardegna.

Sassari, "Campagna Bellieni"

Sassari, “Campagna Bellieni”

Ne approfittiamo e abbiamo fatto la seguente richiesta:

“Signor Sindaco, in primo luogo i più sinceri complimenti per la scelta di volersi confrontare direttamente con i cittadini grazie alle colonne del quotidiano La Nuova Sardegna.

Desideriamo segnalarLe la vicenda della storica ‘Campagna Bellieni, 6,5 ettari di oliveti e macchia mediterranea alle porte dell’area urbana e oggetto di un recente ricorso per la salvaguardia integrale da parte del proprietario Nicola Bellieni, erede della famiglia che tanto ha dato a Sassari e non solo, e delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra.

Infatti nel piano urbanistico comunale (P.U.C.) attualmente assoggettato alla procedura di verifica di coerenza presso la Regione l’intera area è assurdamente classificata come altamente edificabile (“zona C 3 – ERP”), come se non vi fossero altre aree pubbliche da destinare all’edilizia economico-popolare.  Il proprietario Nicola Bellieni, figlio di Camillo, risiede a Bruxelles e fin dagli anni ’70 del secolo scorso ha formalizzato in più occasioni al Comune di Sassari la volontà di non richiedere alcuna previsione edificatoria, proprio per conservare i valori ambientali, storici, identitari di quella campagna sassarese.

Con questa classificazione il Comune potrebbe comunque procedere all’esproprio a fini edificatori.

Siamo in quella campagna olivetata punto di forza del paesaggio agrario sassarese, tutelata dal piano paesaggistico regionale (P.P.R.) e massacrata dall’edilizia in questi ultimi decenni: fra il 1977 ed il 1998 Alghero ha perso 474 ettari di oliveti su 2.456 (- 19,3%), Sassari ne ha perso 361 ettari su 4.981 (- 7,2%), Sorso ne ha perso 342 ettari su 1.611 (- 21,2%). Soltanto Sennori e Tissi hanno registrato minimi incrementi, rispettivamente di 16 (+ 3,5%) e di 13 (+ 7,3%) ettari (dati Università degli Studi di Sassari, cattedra di olivicoltura, 2006).     In relazione alla sola Sassari, al 2002 dei 4.620 ettari presenti nel 1977, ne sono risultati “degradati” (oliveti radi, con 50-100 alberi per ettaro) ben 562, 27 ettari sono risultati formati da alberi sparsi (meno di 50 olivi per ettaro): grazie a tale indagine condotta con l’ausilio di immagini satellitari si è appurato, quindi, che la perdita complessiva dell’area olivetata fruibile anche a fini economici è stata di ben 926 ettari (-19%). E tale perdita è dovuta quasi esclusivamente alla crescita edilizia incontrollata nell’agro.

L’Amministrazione comunale di Sassari, se davvero vuole un P.U.C. riconosciuto come improntato ai valori ambientali e identitari della città, faccia una scelta intelligente e lungimirante: adotti una revoca della destinazione edificatoria in via di autotutela (art. 21 quinques della legge n. 241/1990 e s.m.i.) e riclassifichi la campagna olivetata in “zona H – salvaguardia”.

Sassari, "Campagna Bellieni"

Sassari, “Campagna Bellieni”

Faccia una scelta di civiltà”.

Ricordiamo che, nell’ottobre 2012, l’Assessore all’urbanistica del Comune di Sassari Gavino Zirattu ha difeso il suo piano urbanistico comunale (P.U.C.) e affermato la regolarità della classificazione come altamente edificabile.

L’amministratore locale ha affermato che “ come cittadino” a lui  “dispiace”, ma la procedura di approvazione del P.U.C. è regolare, avendo voluto “cercato di dare una logica urbanistica ad un’area in cui le classificazioni dei terreni erano estremamente frastagliate”, inoltre ha ammonito che “se i proprietari non vogliono edificare possono scegliere di non costruire” e ha ricorda che la “colpa” sarebbe del proprietario e delle associazioni ecologiste che non sono intervenute nella medesima procedura.      Per giunta, secondo l’assessore Zirattu, “Non ha senso fare confronti con il precedente Puc perché si tratta di un piano che non esiste sotto alcun punto di vista”.

Spiace proprio, ma le cose non stanno proprio in questi termini.

Infatti, il Proprietario non vuole edificare in alcun modo e risiede all’Estero, a Bruxelles. E’ iscritto all’anagrafe degli Italiani all’estero (A.I.R.E.) proprio presso il Comune di Sassari.  Non può perciò verificare in ogni momento quali intenzioni abbia il Comune su uno dei pochi oliveti scampati alla furia edificatoria ai margini della città.

Sassari, "Campagna Bellieni"

Sassari, “Campagna Bellieni”

Il P.U.C. di Sassari predisposto a partire dal 2006, adottato nel 2008 e approvato definitivamente nel 2009 classificava giustamente la “Campagna Bellieni” quale “zona H – salvaguardia” ed era tutt’altro che inesistente, come vorrebbe far pensare l’assessore Zirattu.   Dopo il rinvio da parte della Regione proprio nell’ambito della procedura di verifica di coerenza (art. 31 della legge regionale n. 7/2002 e s.m.i.) in seguito a determinazione Direzione generale della pianificazione territoriale urbanistica e della vigilanza edilizia della Regione autonoma della Sardegna regionale n. 256 del 18 marzo 2010 è stato revocato con la deliberazione C.C. n. 52 del 27 luglio 2011 con cui il Consiglio comunale di Sassari ha adottato l’attuale P.U.C.

L’attuale P.U.C. attualmente è nelle stesse condizioni giuridiche di quello precedente – che l’assessore Zirattu vorrebbe mai esistito – visto che la procedura di verifica di coerenza è stata sospesa dalla Regione (determinazione n. 4959/DG del 31 ottobre 2013) e non è detto che la superi indenne.

Fino a luglio 2011 esplicava efficacia per tutte le norme di salvaguardia, comprese quelle che tutelavano la “Campagna Bellieni”, e su di esse con un pizzico di ingenuità faceva sicuro affidamento il Proprietario, visto che mai aveva chiesto un metro cubo di volumetrie e mai immaginava che sarebbe stato il Comune a “imporre” mattoni e ruspe.

“Imporre”, perché ora il Comune avrebbe la facoltà di procedere con un esproprio per l’edificazione della zona con edilizia popolare.

A breve, in ogni caso, il Proprietario e le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra formalizzeranno una proposta in merito all’Amministrazione comunale di Sassari.

Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra

P.U.C. Sassari, “zona C 3 – ERP” per la "Campagna Bellieni"

P.U.C. Sassari, “zona C 3 – ERP” per la “Campagna Bellieni”

(stralcio cartografia P.U.C. Sassari, foto N.B., S.B., archivio GrIG)

  1. anna coen
    febbraio 8, 2013 alle 10:30 am

    peggio dei barbari e dei Barberini certi amministratori!
    Bravi, resistete!

  2. febbraio 10, 2013 alle 12:53 PM

    Reblogged this on Il blog di Fabio Argiolas.

  3. febbraio 13, 2013 alle 2:53 PM

    da La Nuova Sardegna, 13 febbraio 2013
    Che fine ha fatto il Puc? Chiesto l’accesso agli atti.
    Domani in commissione urbanistica l’assessore Zirattu e il dirigente del settore faranno il punto della situazione dopo che diversi consiglieri hanno chiesto lumi.

    SASSARI. Che fine ha fatto il Puc? Se lo sono chiesti diversi consiglieri, di opposizione e di maggioranza, ma anche la commissione urbanistica vuole sapere a che punto sia l’iter. Dopo la sospensione, da parte della Regione, del parere di coerenza dello strumento urbanistico al piano paesaggistico, da alcuni mesi è calato il silenzio. Un silenzio che ha alimentato illazioni e interrogativi, ma anche il timore che da Cagliari possano arrivare ulteriori richieste di chiarimenti, aggiornamenti e correzioni che andrebbero ad allungare i tempi per l’agognato via libera regionale, che comunque, è bene ricordarlo, non è vincolante, anche se opportuno. Soprattutto perché senza Puc l’edilizia si è bloccata e gli interessi economici dei cittadini non vengono tutelati. Tanto che da parte di alcune forze politiche si sostiene se non sarebbe opportuno procedere comunque alla pubblicazione del piano perchè abbia efficacia. Il sindaco Ganau in più occasioni e anche rispondendo a segnalazioni in Consiglio ha affermato che si attendono le decisioni della Regione. Ma queste affermazioni non devono aver lasciato soddisfatti gli interlocutori anche perchè si rincorrono voci di lettere arrivate dall’assessorato regionale all’Urbanistica, di cui però il consiglio comunale non è a conoscenza. Perciò il presidente della commissione urbanistica Giampaolo Mameli ha chiesto l’accesso agli atti riguardanti la corrispondenza intercorsa tra Palazzo Ducale e l’assessorato regionale e altrettanto hanno fatto i consiglieri del centrosinistra Piero Frau, Isidoro Ajello, Giancarlo Rotella, Pierpaolo Panu e Dario Satta (Rc), e dell’opposizione Giampiero Uneddu (ex Pdl, ora passato con Monti). E domani le risposte verranno date in commissione direttamente dal dirigente del settore Urbanistica del Comune e dall’assessore Gavino Zirattu. I consiglieri si sono lamentati per non aver ottenuto un chiarimento diretto, ma il dirigente, rispondendo al presidente Mameli, ha ritenuto che una relazione in commissione sarebbe stata esaustiva per tutti. Un fatto però è certo: questo Puc non è nato sotto una buona stella. L’inchiesta giudiziaria, poi la bocciatura, quindi la sospensione perchè doveva essere aggiornato il Pai ma anche non era stata definita a monte, da parte del Comune, una procedura come la copianificazione dei beni storici e culturali. Ìn pratica l’individuazione di tutti i siti archeologici e architettonici. Una pratica poi inviata lo scorso agosto a Cagliari e sulla quale la Regione sta eseguendo l’istruttoria per verificarne la correttezza.

    • febbraio 15, 2013 alle 2:48 PM

      da La Nuova Sardegna, 15 febbraio 2013
      Il Puc è ancora al palo: «Non si può pubblicare». L’assessore Zirattu e il dirigente Budroni davanti alla commissione Urbanistica: senza il sì della Regione si rischierebbero ricorsi e richieste di risarcimento.

      SASSARI. Il via libera al Puc da parte della Regione? «Potrebbero occorrere alcune settimane come mesi». Pubblicarlo senza il parere di coerenza, come hanno fatto altri Comuni? «Ci esporrebbe a ricorsi o ad eventuali richieste di risarcimento da parte dei soggetti che poi fossero nell’impossibilità di proseguire nell’investimento fatto, tanto da rischiare, come Comune, il dissesto finanziario». Parole dell’assessore all’Urbanistica Gavino Zirattu e del dirigente comunale Giancarlo Budroni. Parole pronunciate in risposta alle pressanti domande dei consiglieri della commissione comunale che ieri ha affrontato la spinosa questione del piano urbanistico ancora “tra color che son sospesi” dopo i rilievi mossi dagli uffici regionali. Una seduta che doveva servire a fare chiarezza sulla correttezza delle procedure adottate dall’amministrazione comunale («Abbiamo presentato quanto ci è stato richiesto»), sui tempi ancora necessari per il parere di coerenza, e sullo stato dell’arte del complesso iter che riguarda lo strumento pianificatorio, in gestazione da sette anni e ancora al palo, secondo quanto si è appreso. Una riunione convocata perché sia la commissione presieduta da Giampaolo Mameli che alcuni consiglieri della maggioranza hanno fatto richiesta di accesso agli atti. Pierpaolo Panu, Piero Frau, Isidoro Ajello e Dario Satta (Giampiero Uneddu, dell’opposizione, non ha invece presentato la stessa richiesta) però sono stati parzialmente soddisfatti, nel senso che gli atti non li hanno ricevuti direttamente, ma ne sono potuti venire a conoscenza durante la seduta. Tanto che Satta è uscito polemicamente dall’aula rilevando come non fosse corretto non avere una risposta personale per documentarsi. Un momento di tensione che si è aggiunto a un altro battibecco tra Mameli e Pierpaolo Panu sulla conduzione dei lavori della commissione. Sarà la lunga attesa sul Puc che scalda gli animi, ma che l’argomento non interessasse soltanto la politica ieri era dimostrato dalla presenza in aula di alcuni imprenditori e tecnici anche loro desiderosi di sapere cosa stia accadendo. Quello che è certo è che a bloccare negli uffici regionali lo strumento urbanistico è stata la necessità sia di modificare il Piano di assetto idrogeologico che di esaurire la copianificazione, in pratica una sorta di censimento e perimetrazione dei siti di interesse storico e architettonico, in tutto 500 nel vasto Comune sassarese, che va fatta di concerto con le Soprintendenze e la Regione. I problemi relativi alla copianificazione sono stati una sorpresa per i consiglieri, che non ne erano a conoscenza. Ma sono documentati. L’11 gennaio scorso il direttore generale dell’assessorato regionale all’Urbanistica Marco Melis ha scritto a Palazzo Ducale, a rettifica della precedente determinazione assunta a novembre, che la sospensione del piano continua e che i termini di sessanta giorni entro il quale la Regione deve pronunciarsi «decorreranno nuovamente dalla data di ricevimento da parte dell’amministrazione regionale dell’atto di approvazione»del Pai (piano assetto idrogeologico) «da parte dell’Adis, l’agenzia di distrettto idrografico della Sardegna e dell’atto conclusivo del processo di copianificazione attivato presso il servizio politiche per le aree urbane di questa Direzione generale». In pratica, ci potrebbero volere ancora settimane o mesi, appunto.

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