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Lettera aperta del sindaco di Cagliari Massimo Zedda sui “baretti” del Poetto.


Cagliari, spiaggia del Poetto con il "ripascimento"

Cagliari, spiaggia del Poetto con il “ripascimento”

 

 

Il sindaco di Cagliari Massimo Zedda scrive ai cagliaritani una lettera aperta sulla vicenda dei baretti del Poetto.

Non è certo il problema più importante per Cagliari, il motivo del contendere è piuttosto chiaro, al di là di mille pressioni e pasticci: fin quando non sarà definitivamente approvato il piano di utilizzo dei litorali (P.U.L.), sulla spiaggia del Poetto non possono che sussistere strutture stagionali effettivamente amovibili e da rimuovere a ogni termine di stagione balneare. 

Per vent’anni e più c’è stata una situazione di palese illegalità, con strutture prive di autorizzazione paesaggistica e titoli urbanistico-edilizi, nonché con concessioni demaniali scadute, tant’è che c’è un procedimento penale in corso.  Ora si sta ponendo rimedio e il tempo è necessario.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Cagliari, Poetto, baretti, tavola progettuale

Cagliari, Poetto, baretti, tavola progettuale

 

 

Carissime e carissimi,

mi sembra importante chiedervi alcuni minuti per leggere queste righe.

Scrivo del Poetto, la nostra spiaggia, che ancora una volta attraversa una fase difficile, e scrivo sulla questione dei baretti: di nuovo chiusi per ragioni non semplici da spiegare, dall’esterno neppure facili da comprendere.

L’unica cosa che si vede, in questo momento, è che le strutture sono in fase di smontaggio. Stiamo lavorando perché sia l’ultima volta, e perché la prossima apertura sia per sempre, ininterrotta durante tutto l’anno.

Perché questo possa avvenire serve l’approvazione definitiva del Piano di Utilizzo dei Litorali (Pul), lo strumento normativo che regola l’attività sulle spiagge. A Cagliari, nonostante i nostri chilometri di litorale, non esisteva: nessuno, prima d’ora, si era preoccupato di lavorarci.

In questo anno e mezzo di governo – mentre evitavamo la demolizione dei baretti ordinata dalla Procura della Repubblica in piena estate 2011, appena arrivati; mentre siamo riusciti a garantire la riapertura degli stessi baretti in tempo per l’estate 2012, anche grazie al lavoro e alla collaborazione dei gestori; mentre ripulivamo la spiaggia dall’amianto senza interdirla del tutto, come ci era stato chiesto nella prima fase dell’emergenza; e mentre recuperavamo i soldi per il lungomare, i cui lavori sono stati assegnati e inizieranno a breve – ce ne siamo occupati noi: in modo silenzioso, senza grandi proclami. Siamo una delle sole due Amministrazioni ad aver adottato il Piano di Utilizzo dei Litorali nei tempi indicati dalla Regione.

Cagliari, Poetto, baretti, tavola progettuale

Cagliari, Poetto, baretti, tavola progettuale

L’adozione del Pul – che prevede il 70 per cento di spiaggia libera – è arrivata nel mese di ottobre in Consiglio comunale: il documento, ora, è nella fase di pubblicazione. È la fase in cui i cosiddetti portatori d’interesse (sono le varie istituzioni e gli enti che in qualche modo operano sulla spiaggia) possono portare le proprie osservazioni prima dell’approvazione definitiva in Consiglio comunale. Poi il documento arriverà in Regione per la verifica di coerenza. Non è questione semplice, ma sono sicuro che ognuno farà la propria parte nei tempi e nei modi più rapidi possibili.

Nell’attesa il vuoto normativo ci ha obbligato a prendere la decisione più dolorosa, la chiusura dei baretti. Non è una decisione che viene dal nulla, anzi. La impongono le leggi attuali, per cui le strutture devono essere “temporanee”. È materia urbanistica e il vincolo della temporaneità, in attesa del Pul, è un vincolo insuperabile: le uniche concessioni oggi ammissibili sulla spiaggia devono avere carattere temporaneo.

Lo sa bene anche chi in questi giorni – come il Presidente della Regione – si è prodigato in suggerimenti e ha offerto la propria disponibilità per una soluzione mettendo in campo, parole sue, tutte le “ipotesi possibili”. Una era la concessione di nuove autorizzazioni, possibilità che sarebbe in capo al Comune. Non è così, purtroppo. Come Amministrazione comunale non possiamo intervenire sul vincolo della temporaneità: ed è sul rispetto di questo vincolo che è viva l’attenzione della Magistratura.

Cagliari, spiaggia del Poetto, Torre spagnola, sullo sfondo la Sella del Diavolo

Cagliari, spiaggia del Poetto, Torre spagnola, sullo sfondo la Sella del Diavolo

Non servono “ipotesi possibili”, servono soluzioni legali e legittime. In caso contrario i primi a rimetterci sarebbero proprio i gestori dei baretti: perderebbero le concessioni demaniali attuali e, in prospettiva, la possibilità di poter ottenere le nuove autorizzazioni per la prossima stagione. Di questo sono consapevoli e infatti, nonostante il legittimo disappunto, stanno ancora una volta mostrando grande maturità.

Sino a qui le questioni più tecniche. Dal punto di vista politico capisco e colgo in città tutto il disappunto di chi a quei chioschi è affezionato. Lo sono io per primo, e anche questo i gestori lo sanno. Ma da sindaco non posso mettere la ricerca spasmodica del consenso – o il timore di perderlo – davanti al rispetto delle leggi.

L’ho già scritto al Presidente della Regione: il rispetto delle regole deve essere la via maestra per chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica. E’ quello che mi è stato insegnato ed è l’azione pedagogica, quotidiana della politica: è successo per lo stadio, che restituiremo alla città, ed è successo per l’Anfiteatro che stiamo liberando dalla legnaia e sarà al tempo stesso monumento visitabile e luogo di spettacolo. Vale per i baretti e varrà in ogni nostra scelta per Cagliari.

Grazie per l’attenzione riservata a queste righe, a tutti voi i miei migliori saluti.

Massimo Zedda

Cagliari, Poetto, "baretto"

Cagliari, Poetto, “baretto”

(tavole progettuali, foto La Nuova Sardegna, S.D., archivio GrIG)

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  1. icittadiniprimaditutto
    gennaio 6, 2013 alle 9:33 am

    Reblogged this on Pier Carlo Lava.

  2. capitonegatto
    gennaio 6, 2013 alle 10:53 am

    Le strutture movibili non garantiranno mai criteri di sicurezza e qualita’ di servizio per gli utenti propio per la precarieta’ di realizzazione. Sarebbe meglio adottare POCHE strutture fisse costruite da privati secondo norme stringenti di qualita’ e sicurezza ,e assegnate ,anche qui , con norme severe, che se contravvenute nel tempo porterebbero a severe multe , e / o confisca. La cosa importante e’ quello di ingenerare nei cittadini la cultura del rispetto dell’ambiente che non va considerato cosa da sfruttare a propio piacimento . Fare quindi come in versilia ? , forse si ,ma con un freno sul numero di strutture abilitate.

  3. gennaio 6, 2013 alle 3:29 PM

    da La Nuova Sardegna, 6 gennaio 2013
    POETTO»LETTERA DEL SINDACO. Baretti da smontare subito «È una scelta obbligata». Zedda scrive alla città e ricorda come le decisioni del Comune dipendano soprattutto dai vincoli imposti dalla Procura: «Nessun’altra ipotesi è praticabile».

    CAGLIARI. Chioschetti del Poetto in fase di smontaggio ma il Comune sta lavorando perchè questa sia davvero l’ultima volta. Lo scrive il sindaco Massimo Zedda, in un lettera aperta, pubblicata sul suo profilo Facebook. Il primo cittadino riepiloga le ultime vicende della spiaggia dei centomila e informa i cagliaritani sull’iter del Piano utilizzo dei litorali (Pul), il documento che dovrebbero regolare il lungomare. Nel frattempo, però, bisogna rimuovere i manufatti installati appena sei mesi fa. «Nell’attesa – ha spiegato Zedda – il vuoto normativo ci ha obbligato a prendere la decisione più dolorosa, la chiusura dei baretti. Non è una decisione che viene dal nulla, anzi. La impongono le leggi attuali, per cui le strutture devono essere ’temporaneè. È materia urbanistica e il vincolo della temporaneità, in attesa del Pul, è un vincolo insuperabile: le uniche concessioni oggi ammissibili sulla spiaggia devono avere carattere temporaneo». Inutili anche gli incontri con la Regione: il vincolo, secondo Zedda, è «insuperabile». «Lo sa bene – ha aggiunto il sindaco – anche chi in questi giorni si è prodigato in suggerimenti e ha offerto la propria disponibilità per una soluzione mettendo in campo tutte le ipotesi possibili. Una era la concessione di nuove autorizzazioni, possibilità che sarebbe in capo al Comune. Non è così, purtroppo. Come amministrazione comunale non possiamo intervenire sul vincolo della temporaneità: ed è sul rispetto di questo vincolo che è viva l’attenzione della Magistratura» Dal punto di vista politico – ha concluso il sindaco – capisco e colgo in città tutto il disappunto di chi a quei chioschi è affezionato. Lo sono io per primo e anche questo i gestori lo sanno. Ma da sindaco non posso mettere la ricerca spasmodica del consenso, o il timore di perderlo, davanti al rispetto delle leggi. L’ho già scritto al Presidente della Regione, il rispetto delle regole deve essere la via maestra per chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica. È successo per lo stadio, che restituiremo alla città, per l’Anfiteatro che libereremo dalla legnaia. Vale per i baretti e varrà in ogni nostra scelta». Immediata la replica di Cappellacci: «Per evitare la demolizione dei chioschi del Poetto ho proposto una soluzione perfettamente rispettosa della legge: il rilascio delle nuove autorizzazioni paesaggistiche. Spiace che non si voglia prendere in considerazione tale ipotesi».

    da L’Unione Sarda on line, 6 gennaio 2013
    Zedda: “Decisione sui baretti dolorosa. Stiamo lavorando perché non capiti più”: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/300427

  4. gennaio 7, 2013 alle 3:00 PM

    sul blog di Vito Biolchini

    da leggere in particolare gli interventi dell’assessore comunale all’urbanistica Paolo Frau e di Massimiliano Tavolacci, capo di gabinetto dell’Assessore regionale dell’urbanistica e già presidente della commissione consiliare “urbanistica” del Consiglio comunale di Cagliari.

    Caso Poetto, ci scrive l’assessore Frau: “Tutti sapevano che i chioschetti erano ancora temporanei! Abbiamo cercato ogni soluzione, e ci avrebbe fatto piacere trovarla…” (6 gennaio 2013): http://vitobiolchini.wordpress.com/2013/01/06/caso-poetto-ci-scrive-lassessore-frau-tutti-sapevano-che-i-chioschetti-erano-ancora-temporanei-abbiamo-cercato-ogni-soluzione-e-ci-avrebbe-fatto-piacere-trovarla/

  5. gennaio 8, 2013 alle 3:00 PM

    da CagliariPad, 7 gennaio 2013
    Baretti: “La demolizione? Non è un atto dovuto: il Comune può rilasciare le autorizzazioni”.
    Benedetto Ballero docente di Diritto costituzionale entra nel dibattito sui chioschetti: “L’amministrazione sbaglia. Il concetto di temporaneità è stato superato dal decreto Monti”. (http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=819)

    Il Comune può rilasciare le autorizzazioni per tenere in piedi i chioschetti, Fino all’approvazione definitiva del pul. Lo spiega Benedetto Ballero, avvocato, docente di Diritto Costituzionale nell’Ateneo cittadino ed ex assessore regionale alla Cultura. Non solo. E’ anche il padre di Stefano Ballero, legale di uno dei gestori dei chioschi in spiaggia e di Francesco Ballero, consigliere comunale Pd che aveva, a suo tempo, presentato un ordine del giorno per salvare i baretti dalla demolizione.

    Il costituzionalista entra nel dibattito, dopo lo scambio di lettere tra Cappellacci e Zedda. Spiega, in primis, che anche dopo l’approvazione del pul i baretti dovranno subire una nuova demolizione per tornare in spiaggia coerente con le nuove indicazioni del pul e quindi in forma e posizionamento diversi dagli attuali. E poi afferma che la demolizione non appare oggi un atto dovuto e che può essere evitata e che autorizzare i baretti del Poetto, senza demolirli prima, non viola é l’articolo 30 del Puc, né l’articolo 12 del Ppr.

    Chiarisce poi quale strada deve prendere il Comune per superare il concetto di “temporaneità”, quello che ha frenato il rilascio delle autorizzazioni da parte del Comune e spianando la strada alle demolizioni. Quello sul quale l’attenzione della Procura sarebbe al massimo.

    Il docente spiega, in primis, che né il Puc di Cagliari né le norme tecniche di attuazione del Ppr prescrivono espressamente la temporaneità. Ammette sì l’esistenza di una sentenza del Tar (maggio 2010) che impone all’opera precaria (il chioschetto) una scadenza entro cui realizzare un “interesse”, prima dello smantellamento. Ma spiega anche che questa scadenza non può coincidere col vecchio termine della stagione balneare e cioè il 31 ottobre 2012.

    E questo perché questo vecchio termine è stato superato dal decreto Monti del gennaio 2012 e dall’ordinanza regionale delibera della Regione del maggio scorso. In base ai quali il termine per la realizzazione dell’ “interesse”, può essere l’approvazione definitiva del pul (prevista per l’ottobre 2013) o, addirittura, la scadenza delle concessioni demaniali (2015). Non solo. Ballero aggiunge che il nuovo termine deve essere discrezionalmente determinato dal Comune, in relazione allo “interesse” da perseguire. E che oggi sarebbe ed oggi sarebbe irragionevole mantenere la vecchia scadenza (31 ottobre), venuta meno la stagionalità balneare.

    Ma ecco l’intervento integrale di Benedetto Ballero:

    Intervengo, a seguito dello scambio epistolare tra il Sindaco di Cagliari e Presidente della Regione Sardegna, in ordine alla sorte dei baretti del Poetto, ed all’altalena della loro costruzione e demolizione, dato che lo scambio epistolare, prevalentemente ideologico o di principio, non sembra portare alla soluzione del problema.

    Va detto che se oggi si rendesse effettiva la demolizione dei baretti, questa non sarebbe certamente l’ultima (anche nel 2012 si era detto che era l’ultima volta !) perché, stante la formalistica interpretazione del Comune, non è verosimile che al 31 ottobre 2013 sia già operante il PUL, che sarà definitivamente approvabile solo dopo l’entrata in vigore della variante al PUC : ed anche dopo tale approvazione gli attuali baretti sarebbero incompatibili per posizione e forma, con le nuove direttive del PUL adottato.

    La demolizione, tuttavia, non appare oggi un atto dovuto, ben potendo essere evitata.
    In primo luogo va detto che non è legittima l’azione del Comune che ancora non ha preso atto che le concessioni demaniali sono prorogate per legge (L. 25/2010) almeno sino al 2015, come riconosciuto pure dalla Regione Sardegna in tutti gli atti più recenti, compresa la direttiva per la formazione di PP.UU.LL., e come ribadito, recentemente, con sentenza n. 6682/12 depositata il 27 dicembre 2012, dalla sesta sezione del Consiglio di Stato.

    In ordine all’attuale possibilità di autorizzare i baretti del Poetto, senza la loro previa demolizione, va detto che non vi sarebbe alcuna violazione né dell’art. 30 del PUC, né dell’art. 12 del PPR, e che non appare corretto che si continui ad oscillare nell’individuare divieti, ora paesaggistici ora urbanistici, senza comprenderne le differenze.

    Con riferimento all’art. 30 PUC occorre partire da quanto affermato dal TAR Sardegna, nella sentenza n. 914/11, per il quale “alla luce dell’articolo 30 della NTA del PUC di Cagliari” sono “ammissibili solo strutture funzionali alla fruizione turistica della zona tra cui in particolare opere di supporto alla balneazione”. E, continua il TAR, “come riconosce lo stesso Comune, i piccoli chioschi, utilizzati per la somministrazione di alimenti e bevande rientrano sicuramente tra le opere funzionali all’uso turistico balneare del Poetto. In tali aree sono pertanto autorizzabili i manufatti funzionali a detti usi che, in quanto tali ed in considerazione della zona di integrale conservazione del Poetto devono essere di ridotte dimensioni e di natura precaria”.

    “Per le opere oggettivamente precarie e temporanee è sufficiente ai sensi dell’articolo 13 comma 1 lett. m), la semplice autorizzazione edilizia per l’aspetto edilizio e l’autorizzazione paesaggistica, ove l’opera ricada in ambito sottoposto a vincolo”, e tali sono (sempre secondo la sentenza TAR n. 914/11) i baretti, opere “interamente in legno, poggiante sulla sabbia, senza fondazioni di alcun tipo, del tutto smontabile, e non presenta alcuna opera fissa o inamovibile”.

    Essendo quindi prevista, dal punto di vista edilizio (per il quale rileva l’art. 30 PUC) una autorizzazione e non una concessione edilizia che sarà necessaria solo per le nuove costruzioni definitive, è evidente che non si pone in alcun modo (come invece sembra porre il Comune) il problema dell’ipotetico supero della volumetria ammissibile (che si porrà solo per le nuove costruzioni). In applicazione di tale art. 30 PUC, comunque, in passato il Comune ha approvato la realizzazione di alcuni dei baretti.

    In ordine alle dimensioni di ciascuna struttura, poi, nulla questio, perché se, come afferma il TAR, tali dimensioni devono essere discrezionalmente determinate dal Comune, oggi il Comune le ha determinate, e tutti i baretti del Poetto le hanno rispettate : di qui la sicura ammissibilità che vengano legittimanti da una autorizzazione edilizia.
    Per quanto riguarda la temporaneità, pur se la si considerasse necessaria per una opera precaria, va detto, comunque, che né il PUC di Cagliari né le NTA del PPR la prescrivono espressamente.

    Nonostante ciò, è vero, il TAR ha sostenuto – ma prima dell’avvenuto superamento del termine della stagione balneare di cui al Decreto Monti, ed all’ordinanza regionale balneare 19.5.2012) – che “la modifica dell’assetto del territorio non richiede la concessione edilizia solo quando sia di minima entità ovvero di carattere precario, così intendendosi le opere, agevolmente rimuovibili, funzionali a soddisfare una esigenza oggettivamente temporanea (es. baracca o pista di cantiere, manufatto per una manifestazione…) destinata a cessare dopo il tempo, normalmente non lungo, entro cui si realizza l’interesse finale” (cfr TAR Sardegna, sez. II, 12.2.2010 n. 158)”.

    Tale termine finale, però, anche se esso venisse considerato un requisito necessario dell’autorizzazione, non deve, o comunque può non essere, ovviamente, il vecchio termine della stagione balneare (31/10/2012), cui in quel contesto fa riferimento il TAR, ben potendo essere, invece, il termine di approvazione del PUL, o quello di scadenza delle concessioni demaniali (cui fa pure ripetutamente rinvio lo stesso TAR).

    E’ indiscutibile, infatti, che anche il termine (così come le dimensioni) possa e debba essere discrezionalmente determinato dal Comune, in relazione allo “interesse finale” da perseguire; ed oggi sarebbe incongruo mantenere il termine originariamente previsto, dopo che è venuta meno la stagionalità balneare, e che, anche in una rassegna stampa dello stesso Comune di Cagliari, del 5 gennaio 2012, si è affermato : “Monti salva il Poetto. Per baretti, stabilimenti, ombrelloni e sdraio non esistono più stagioni. L’assessorato regionale agli Enti locali ha recepito il decreto Monti e tolto i vincoli temporali alla stagione balneare”.

    Anche per quanto riguarda, il problema poi del nulla osta paesistico, la situazione pare essere nella piena disponibilità del Comune, in quanto è ben possibile che permanga il nulla osta già rilasciato, previo annullamento d’ufficio (sussistendo un interesse pubblico attuale al riguardo) di quelle sue parti aggiuntive che già non avrebbero dovuto essere poste (compresa la fissazione del termine al 31.10.2012), rispetto al parere vincolante della Soprintendenza BAPSAE – che evidentemente non violava l’art. 12 del PPR – che non aveva imposto alcun termine temporale, e che, comunque, per legge, esprime un parere vincolante per il Comune: illegittimo è disattenderlo o modificarlo.
    Né può il Comune motivare una decisione urbanistica facendo riferimento alla sussistenza di un vincolo paesistico (art. 12 PPR) che la Soprintendenza, non fissando termini temporali, ha escluso.

    L’annullamento d’ufficio, pertanto, non solo è ammissibile ma è doveroso. Tanto più che anche la Regione, conformemente al Ministero, sin dal Decreto Assessore Urbanistica (Gianvalerio Sanna) del 23.1.2008 (BURAS 4.2.2008) ha affermato che “fino all’approvazione dei Piani di Utilizzo dei Litorali……..nelle autorizzazioni paesaggistiche deve essere specificata la facoltà assegnata ai concessionari di evitare la rimozione delle strutture nel periodo invernale”.

    Il termine di approvazione del PUL, perciò, può essere il termine finale, sia del N.O paesistico che dell’autorizzazione edilizia. Per quanto riguarda il N.O paesistico, peraltro, sarebbe pure possibile un nuovo rilascio (eventualmente anche in sede di accertamento di conformità), dato che non sembra operare, nel caso in esame, il divieto del rilascio del N.O. “in sanatoria successivamente alla realizzazione anche parziale degli interventi”.
    Tale divieto infatti opera certamente (sempre che sia costituzionalmente legittimo) per chi non si sia astenuto “dall’avviare i lavori fino a quando non ne abbia ottenuto l’autorizzazione”, mentre non dovrebbe operare per un caso, come quello in esame, in cui prima dell’avvio dei lavori e sino al loro completamento, l’autorizzazione paesistica era stata rilasciata e sussisteva, essendosi posto solo il problema della sua (legittima ?) scadenza, rispetto ad opere ab origine legittime e non abusive.

    prof. Benedetto Ballero

    • gennaio 8, 2013 alle 4:40 PM

      con tutto il rispetto per l’autorevole opinione del prof. Ballero, mi pare poco chiaro l’aspetto relativo al vincolo paesaggistico.

      La spiaggia del Poetto, ove insistono i “baretti” è tutelata con vincolo di conservazione integrale (art. 2, comma 1°, lettere a, g, della legge regionale n. 23/1993) e con vincolo paesaggistico (art. 142, comma 1°, lettera a, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).
      Allo stato attuale, sotto il profilo paesaggistico possono esser autorizzate solo opere “precarie” ed effettivamente amovibili.
      Se l’efficacia delle autorizzazioni è scaduta (e mi pare che lo sia, visto anche il procedimento penale avviato in materia), mi pare molto difficile che possa esser rilasciata legittimamente una qualsiasi “proroga” sotto qualsiasi forma giuridica o, peggio, un “accertamento di conformità” (art. 36 del D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i., art. 16 della legge regionale n. 23/1985, autorizzazione di tipo urbanistico e non paesaggistico).

      Un’ultima considerazione: finora il prof. Ballero non mi pare fosse intervenuto nella vicenda, il figlio Stefano è difensore di diversi titolari dei “baretti”, secondo notizie stampa (vds. http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=29369), mentre Francesco Ballero è consigliere comunale (P.D.) e promotore di una mozione contro la rimozione dei “baretti” (vds. http://www.castedduonline.it/ballero-pd-contro-frau-sfratto-baretti-%C3%A8-ingiusto).
      Non sarebbe meglio evitare qualsiasi parvenza di “conflitto di interessi”? (vds. anche http://www.facebook.com/francesco.ballero/posts/10200165253475176)

      Stefano Deliperi

  6. Juri
    gennaio 8, 2013 alle 6:11 PM

    Ma se il presupposto per il rilascio di una semplice autorizzazione edilizia (e non di una concessione edilizia) è appunto la temporaneità della struttura, come può essere legittima la “non-temporaneità” auspicata dal prof. Ballero fatta di proroghe seriali? Si ritiene forse sufficiente mettere un’etichetta di temporaneità puramente nominale per poi far passare una struttura che di fatto diviene definitiva?

    “Per le opere oggettivamente precarie e temporanee è sufficiente ai sensi dell’articolo 13 comma 1 lett. m), la semplice autorizzazione edilizia per l’aspetto edilizio e l’autorizzazione paesaggistica, ove l’opera ricada in ambito sottoposto a vincolo”, e tali sono (sempre secondo la sentenza TAR n. 914/11) i baretti, opere “interamente in legno, poggiante sulla sabbia, senza fondazioni di alcun tipo, del tutto smontabile, e non presenta alcuna opera fissa o inamovibile”.
    Essendo quindi prevista, dal punto di vista edilizio (per il quale rileva l’art. 30 PUC) una autorizzazione e non una concessione edilizia che sarà necessaria solo per le nuove costruzioni definitive, è evidente che non si pone in alcun modo (come invece sembra porre il Comune) il problema dell’ipotetico supero della volumetria ammissibile (che si porrà solo per le nuove costruzioni)

  7. gennaio 8, 2013 alle 8:52 PM

    da L’Unione Sarda on line, 8 gennaio 2013
    Cagliari, sui baretti del Poetto la maggioranza si spacca. Esplode in Consiglio comunale la polemica sui baretti del Poetto. E la maggioranza di spacca: il Pd preme per una soluzione che prolunghi le concessioni, la Giunta di dice pronta ad accettare qualsiasi “proposta concreta”, ma insiste: “Per ora vanno smontati, la legge parla chiaro”: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/300750

    da Casteddu online, 8 gennaio 2013
    Baretti, smontaggio confermato. L’assessore: un tavolo con la Prefettura. (Jacopo Norfo): http://www.castedduonline.it/baretti-smontaggio-confermato-lassessore-tavolo-prefettura

    Giù anche l’Emerson, il Comune: “La concessione è illegittima”. (Marta Milia): http://www.castedduonline.it/poetto/gi%C3%B9-anche-lemerson-comune-concessione-%C3%A8-illegittima

    Poetto, Zedda contro la Regione: “Vogliono colpire me per fini elettorali” (Maurizio Bistrusso): http://www.castedduonline.it/poetto-zedda-contro-regione-vogliono-colpire-me-fini-elettorali

    da CagliariPad, 8 gennaio 2013
    Baretti. L’assessore Frau: “Subito un tavolo tecnico”.
    Dibattito in corso in Consiglio comunale: per l’assessore all’Urbanistica l’unica strada possibile è quella della concertazione anche se “sarà difficile trovare una soluzione”: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=831

  8. gennaio 9, 2013 alle 3:00 PM

    da La Nuova Sardegna, 9 gennaio 2013
    Ruspe anche sull’Emerson «Baretti abusivi dal 1987».
    Davanti al tribunale la ricostruzione tecnica della vicenda legata alle demolizioni «Il Poetto è zona H a conservazione integrale, nessuna possibilità di sanatoria». (Mauro Lissia) (http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20130109083958.pdf)

    CAGLIARI. Andrà giù anche l’Emerson, il colossale «chioschetto» abusivo che grazie a errori formali, rilevati dal Tar, è rimasto in piedi malgrado sia fuorilegge. L’ordinanza di demolizione del servizio edilizia privata è stata notificata ieri, l’ha comunicato il funzionario tecnico Salvatore Farci, chiamato dal pm Gaetano Porcu a riferire in tribunale sui passaggi che hanno condotto alla deregulation del litorale. Al netto dalle stupidaggini diffuse in questi giorni, l’Emerson è stato costruito nel 2006 grazie a una concessione illegittima perché violava il piano paesaggistico regionale e perché a beneficiare di una concessione edilizia può essere solo una struttura fissa. Ma sulla spiaggia del Poetto, indicata nel piano urbanistico come zona H a conservazione integrale, potrebbero essere realizzate solo costruzioni stagionali e amovibili. Potrebbero, perché in realtà i 63 mila metri cubi degli stabilimenti superano già l’indice massimo consentito dal Puc, pari ad appena 415 metri cubi sull’intero arenile. Chi oggi si straccia le vesti per difendere i diciassette titolari dei chioschi sotto processo per violazioni urbanistiche e paesaggistiche, oltre che per abuso edilizio e occupazione illegale di suolo pubblico in area demaniale, dovrebbe sapere che – come Farci ha spiegato al presidente Massimo Poddighe nel corso dell’udienza di ieri – i venti chioschi tanto rimpianti dai cagliaritani erano stati costruiti in base a un’autorizzazione provvisoria rilasciata nel 1987 che scadeva a ottobre di quello stesso anno. Nei ventiquattro anni successivi, fino alla demolizione dell’estate scorsa, le strutture già fuorilegge sono state allargate fino a cinque volte, attrezzate abusivamente con basamenti di cemento, lastre di cristallo e altri manufatti illegali. Non è mai esistita e non esiste oggi alcuna possibilità di regolarizzarli e tutti i titolari sapevano benissimo che ad ottobre avrebbero dovuto smontare i baretti provvisori allestiti al posto dei vecchi. L’esame di Farci è cominciato poco dopo le 14 ed è andato avanti per un’ora: il funzionario ha risposto con precisione a tutte le domande del pm Porcu. Il primo accertamento sui chioschetti – ha spiegato Farci – è stato eseguito nel 2009, quando la Procura ha messo gli occhi sul litorale del Poetto. Ed è emersa la realtà: «Nessuno tra i titolari delle strutture – ha spiegato il funzionario – era in possesso del titolo abilitativo, tutte le strutture violavano il Ppr». Come se non bastasse i chioschi si trovavano in zona H «dove non era consentita alcuna nuova volumetria». L’ordinanza di demolizione firmata dal servizio edilizia privata è stata dunque un atto cui il dirigente comunale non poteva sottrarsi. La battaglia legale e quella sui canali politici sono partite in quella primavera del 2009, con l’amministrazione Floris impegnata a cercare uno stratagemma per salvare gli abusivi e garantire loro la “copertura” dalla stagione estiva. Più che uno stratagemma il Comune realizzò un autogol quando il sindaco Floris firmò un’ordinanza che bloccava l’ordinanza di demolizione: i rottami dei chioschi abbattuti durante l’estate avrebbero minacciato la salute dei bagnanti. Per il contenuto di quell’atto il pm Porcu ha chiesto il rinvio a giudizio di Floris e del segretario generale Cadau, accusandoli di falso e abuso d’ufficio. Ecco perché l’attuale assessore all’urbanistica Paolo Frau e lo stesso sindaco Massimo Zedda hanno opportunamente evitato qualsiasi iniziativa analoga di salvataggio, compresa quella suggerita con singolare sprezzo del pericolo (altrui) dal governatore Ugo Cappellacci. Ma torniamo al passato, a quell’aprile 2011 quando si arriva alle demolizioni degli abusi. Alcuni chioschi restano in piedi – come l’Emerson e l’Iguana – ma solo per ragioni formali: «Il Tar, nel bloccare le ordinanze – ha spiegato Farci – non è mai entrato nel merito della questione». Come dire: nessuno ha mai messo in discussione il fatto che i chioschi fossero tutti abusivi e da demolire. Il futuro del litorale è ora scritto nel Pul («è in fase di pubblicazione» ha spiegato Farci) in base al quale verranno messe a gara le concessioni stagionali.Il processo va avanti il 6 febbraio con la requisitoria del pm.

    «Chi ha soluzioni le proponga a tutti davanti al Prefetto». (Stefano Ambu) (http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20130109084046.pdf)

    CAGLIARI. Dai tavolini dei baretti al tavolo in Prefettura. La convocazione di un incontro in piazza Palazzo è stata proposta ieri pomeriggio dall’assessore comunale all’urbanistica Paolo Frau nelle corso delle attese comunicazioni durante i lavori dell’assemblea civica. Più che altro si è trattato di un invito, quello dell’esponente della giunta Zedda, a trovare norme alla mano un’alternativa allo smontaggio dei chioschetti ordinato dall’amministrazione dopo la scadenza, lo scorso 31 ottobre, dell’autorizzazione edilizia: «Abbiamo fatto il possibile- ha detto Frau- per trovare una soluzione. Ma non l’abbiamo trovata. Perché la legge, e non la burocrazia, non ci consente altre scelte. Ma in questi giorni sono arrivate altre soluzioni, proposte, idee, anche autorevoli. E si è venuta a creare una situazione di allarme sociale che vogliamo eliminare al più presto. Chi ha una proposta con un percorso diverso dal nostro – ha rilanciato Frau – partecipi al tavolo e per iscritto, citando le norme, le indichi a tutti». Frau ha spiegato innanzitutto qual è l’iter che si sta percorrendo: «Siamo nella fase di pubblicazione della variante urbanistica e del piano di utilizzo dei litorali- ha spiegato- ed entro il 13 febbraio si dovrà esaurire la fase di partecipazione di autorità portuale, balnearisti e tutti i soggetti che abbiano interesse. Poi, a quel punto, prevediamo il ritorno, entro la fine di marzo, di Pul e variante in commissione e in consiglio. E infine è previsto il passaggio in Regione per le verifiche di coerenza». Frau ha anche spiegato che la questione Poetto va inquadrata in uno scenario interessato da un’inchiesta della magistratura: «Non ci fa piacere- ha detto- chiedere la rimozione, ma questo dicono le norme. E sotto il profilo urbanistico è chiaro che in una zona H, entro i trecento metri dal mare, sono consentiti manufatti precari, amovibili e temporanei. E la temporaneità era un fattore noto a tutti».

  9. gennaio 11, 2013 alle 2:46 PM

    da L’Unione Sarda, 11 gennaio 2013
    Poetto. Ordinanza-lampo dei giudici contro la revoca della concessione demaniale. Emerson, stop al Comune. Il Tar blocca la chiusura del chiosco: atipica e ingiusta. (Antonio Martis): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_82_20130111091033.pdf

    BARETTI. Incarico a un legale. «Non cerchiamo lo scontro, vogliamo certezze».

    «Non cerchiamo lo scontro col Comune, anzi ringraziamo per l’attenzione, ma dovete capirci: se smontiamo nessuno ci ha dato certezze su come e quando riprendere a lavorare». Voci dai baretti, parlano i titolari riuniti quasi tutti i giorni per vedere cosa si può fare nella spiaggia orfana di servizi dopo la chiusura dei chioschetti. In tredici su 20 si sono rivolti all’avvocato Stefano Ballero chiedendogli di rappresentarli non solo sul fronte della carta bollata.
    C’è stata maretta con Sergio Mascia, presidente del consorzio Poetto Service che godeva fino a poco tempo dell’adesione di nove titolari (ora ridotti a sette). Pur restando nel consorzio altri quattro concessionari si sono rivolti allo stesso legale incaricato dagli altri. Una scelta che Mascia non ha gradito e in segno di protesta ha annunciato le dimissioni da presidente del Consorzio che in tutti questi anni ha di fatto ricoperto l’incarico di portavoce degli assegnatari.
    I gestori dei chioschi non sono mai stati un fronte unito. Solo ora si sono ritrovati, accomunati dalla decisione del Municipio di far chiudere le strutture che avevano montato nuove di zecca. «La nostra collaborazione con le istituzioni è la più ampia possibile – fanno sapere – per arrivare a una risoluzione nell’interesse di tutti».
    Pronti al dialogo, ma la strada dello smontaggio delle strutture messe in piedi prima dell’estate secondo il volere del Comune è considerata una jattura. «Ribadiamo la illogicità di questa procedura, dover smontare e rimontare comporta costi eccessivi in bilanci aziendali già appesantiti dagli incassi di una stagione rovinata da una serie di eventi». Non ultima la chiusura di ampi tratti dell’arenile per la bonifica dell’amianto ritrovato sotto la sabbia. «Speriamo che la prossima estate sia meno problematica. Per questo motivo rivolgiamo un appello accorato alla sensibilità di tutte gli enti interessati. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, anche per quanto riguarda il Pul. Facciamo un plauso nei confronti dell’amministrazione che l’ha finalmente adottato e ci ripromettiamo di fare sentire le nostre osservazioni». Intanto una novità sull’arenile: è stato dissequestrato l’Oasicaffè, l’unico dei vecchi chioschi che non era stato smontato.

    da CagliariPad, 11 gennaio 2013
    Caos Poetto, il Prefetto convoca la conferenza dei servizi per motivi di ordine pubblico. Giuffrida, per bloccare sul nascere la guerra tra istituzioni, invita a a sedersi attorno a un tavolo: Regione, comune di Cagliari e rappresentanti dei gestori dei baretti: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=865

    • gennaio 12, 2013 alle 10:45 am

      da La Nuova Sardegna, 12 gennaio 2013
      Emerson e Iguana: presto i bulldozer.

      Va avanti la procedura di annullamento della concessione edilizia per l’Emerson, che si concluderà con l’ordine di demolizione. Nei giorni scorsi il Tar è intervenuto con una sentenza che conferma la validità della concessione demaniale per la stessa struttura, una decisione che non influisce minimamente nella procedura avviata dal servizio edilizia privata del Comune e con il processo nel quale il titolare del gigantesco chiosco-bar è imputato di abuso edilizio e violazioni paesaggistiche. Gli uffici comunali sono impegnati a esaminare anche la questione dell’Iguana, il solo baretto ancora in piedi con l’Emerson nella forma originaria.

  10. gennaio 12, 2013 alle 10:05 PM

    Reblogged this on Il blog di Fabio Argiolas.

  11. gennaio 15, 2013 alle 2:52 PM

    da L’Unione Sarda, 15 gennaio 2013
    POETTO. «Una legge per i baretti». Attesa la convocazione del vertice in prefettura per evitare la demolizione. Uras (Sel): la Regione potrebbe disporre una proroga. (http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=29511)

    Sel prova a disegnare un escamotage formale per risolvere il caso baretti al Poetto: «La Regione può predisporre un indirizzo interpretativo e applicativo» sulle norme delle concessioni demaniali «a fini turistico-ricreativi». E quindi può anche «approvare un provvedimento legislativo di proroga temporanea» di tali concessioni: «Per esempio con un’ipotesi da 18 mesi». L’idea è del consigliere regionale Luciano Uras, che ha inviato una lettera al governatore Ugo Cappellacci, all’assessore all’Urbanistica Nicola Rassu e al sindaco Massimo Zedda.
    PASSAGGIO INTERMEDIO. Una soluzione-tampone in attesa del varo definitivo del Pul, il Piano di utilizzo dei litorali, già approvato in prima battuta dal Comune e presto di nuovo in Aula dopo l’iter formale delle «osservazioni» esterne. Uras parla di proposta «coerente con l’esigenza, rappresentata anche dal Comune, di agire rigorosamente dentro l’ambito della corretta applicazione delle leggi». L’obiettivo è «non interrompere servizi rivolti alla cittadinanza» che assicurano «la fruizione di uno dei più rilevanti beni paesaggistici e naturalistici della nostra Isola».
    TAVOLO ISTITUZIONALE. Si aspetta nel frattempo la convocazione, da parte della prefettura, della riunione istituzionale che metta attorno a un tavolo Comune, Regione, rappresentanti dei baretti e rappresentanti del Demanio marittimo. Si cerca una soluzione praticabile che permetta di scongiurare la demolizione dei chioschi. L’iniziativa è stata suggerita dall’assessore all’Urbanistica Paolo Frau per «l’allarme sociale sul Poetto» e fatta propria dal Consiglio comunale (in un ordine del giorno). Si confida poi in una conferenza di servizi operativa.

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