Ricorso in sede comunitaria contro il “nuovo” inceneritore di Macomer.
Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico, l’Associazione “Medici per l’Ambiente – I.S.D.E., il Comitato “Non Bruciamoci il Futuro” di Macomer, il Comitato per l’Ambiente – Olbia e il Comitato Civico “Essere Cittadini” – Tempio Pausania hanno inoltrato (27 luglio 2012) uno specifico ricorso avverso la previsione della progettazione esecutiva e la realizzazione di “una nuova linea di termovalorizzazione da 30 MWT presso il sistema di trattamento rifiuti” esistente nella zona industriale di Tossilo, in Comune di Macomer (NU), attraverso il relativo bando di gara recentemente pubblicato.
Tuttavia non è stato svolto il necessario procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), comprensivo della valutazione di incidenza ambientale per la prossimità della Zona di Protezione Speciale (ZPS) denominata “Altopiano di Abbasanta” (direttive n. 92/43/CEE e n. 2009/147/CE).
Sono stati interessati la Commissione europea, la Commissione per le petizioni del Parlamento europeo, il Ministero dell’ambiente, il Servizio regionale valutazione degli impatti e, per gli eventuali aspetti di competenza, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Oristano.
L’impianto progettato dal Consorzio per la zona industriale di Macomer prevede una nuova “linea di trattamento rifiuti” in aggiunta alle due esistenti per il trattamento di 60.000 tonnellate di rifiuti all’anno, grazie a un finanziamento complessivo di 45,5 milioni di euro, di cui 20.155.497,55 di fondi comunitari e regionali, secondo quanto riportato nella “scheda intervento infrastrutturale” del progetto di sviluppo locale “Area crisi Tossilo”, finanziato sulla Linea di Attività 4.1.4.a del P.O. FESR 2007-2013.
Si deve, inoltre, rammentare che il Consorzio per la zona industriale di Macomer è stato soppresso ai sensi dell’art. 7, comma 38°, della legge regionale n. 3/2008 e la medesima attività di programmazione, richiesta fondi, gestione di una revisione degli impianti industriali in dotazione al soggetto in liquidazione appare ben poco rispondente alle direttive emanate ai Commissari liquidatori con deliberazione Giunta regionale n. 23/17 del 2008, ai sensi dell’art. 7, commi 38° e 39°, della legge regionale n. 3/2008.
Le associazioni e i comitati ecologisti attendono ora un pronunciamento delle Istituzioni comunitarie, nazionali e regionali richieste.
Amici della Terra, Gruppo d’Intervento Giuridico, Associazione “Medici per l’Ambiente – I.S.D.E., Comitato “Non Bruciamoci il Futuro” di Macomer, Comitato per l’Ambiente – Olbia, Comitato Civico “Essere Cittadini” – Tempio Pausania
(foto da mailing list ambientalista)
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Ma e’ parere diffuso che facendo una differenziata al 70-80% ( possibile con il dovuto impegno ) , si possono evitare gli inceneritori.
Questi impianti non saranno mai sicuri : sia per la progettazione e costruzione che per eseere ben fatta richiederebbe alte tecnologie ed alti costi, e poi la gestione . Appunto la gestione e’ il tallone d’Achille : a chi sara’ dato ? avranno le competenze ? la lealta’ di rendere noti i veri idati sulle emissioni . E poi il responsabile e isuoi addetti avranno la giusta motivazione professionale ? Ne dubito.
La Nuova Sardegna 29 luglio 2012
Ricorso degli ecologisti contro il nuovo inceneritore di Macomer. Secondo le associazioni ambientaliste, la progettazione e la realizzazione della nuova linea di termovalorizzazione sarebbero state portate avanti senza la valutazione di impatto ambientale. (http://lanuovasardegna.gelocal.it/nuoro/cronaca/2012/07/29/news/ricorso-degli-ecologisti-contro-il-nuovo-inceneritore-d-i-macomer-1.5472162)
CAGLIARI. Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico, l’Associazione Medici per l’Ambiente-I.S.D.E., il Comitato Non Bruciamoci il Futuro di Macomer, il Comitato per l’Ambiente-Olbia e il Comitato Civico Essere Cittadini-Tempio Pausania hanno inoltrato un ricorso contro la progettazione esecutiva e la realizzazione di «una nuova linea di termovalorizzazione da 30 MWT presso il sistema di trattamento rifiuti» esistente nella zona industriale di Tossilo, a Macomer, attraverso il relativo bando di gara recentemente pubblicato.
«Tuttavia – spiega in una nota il portavoce delle associazioni Stefano Deliperi – non è stato svolto il necessario procedimento di valutazione di impatto ambientale (Via), comprensivo della valutazione di incidenza ambientale per la prossimità della Zona di Protezione Speciale (Zps) denominata “Altopiano di Abbasanta” (direttive n. 92/43/CEE e n. 2009/147/CE)».
Sono stati interessati la Commissione europea, la Commissione per le petizioni del Parlamento europeo, il Ministero dell’ambiente, il Servizio regionale valutazione degli impatti e, per gli eventuali aspetti di competenza, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Oristano.
La Nuova Sardegna 31 luglio 2012 (http://lanuovasardegna.gelocal.it/nuoro/cronaca/2012/07/31/news/sindacati-contro-il-ricorso-che-boccia-l-inceneritore-1.5484478)
Sindacati contro il ricorso che boccia l’inceneritore
Macomer, polemica dopo la presa di posizione delle associazioni ambientaliste Lavoratori preoccupati per il futuro dell’impianto di trattamento dei rifiuti urbani.
MACOMER. L’iniziativa delle associazioni ambientalistiche contro il progetto di revamping dell’inceneritore di Tossilo preoccupa i lavoratori dell’impianto di trattamento e i sindacati che li rappresentato. Le associazioni Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico, l’ Associazione Medici per l’Ambiente Isde, il comitato “Non bruciamoci il futuro” di Macomer, il Comitato per l’ambiente Olbia e il Comitato civico “Essere cittadini” di Tempio hanno inoltrato uno specifico ricorso «avverso alla progettazione esecutiva e alla realizzazione di una nuova linea di termovalorizzazione da 30 MWT nel sistema di trattamento dei rifiuti della zona industriale di Tossilo» da affidarsi con un bando di gara pubblicato recentemente. Sono stati coinvolti la Commissione europea, la Commissione per le petizioni del Parlamento europeo, il ministero dell’Ambiente, il Servizio regionale valutazione degli impatti e la Procura della Repubblica di Oristano. I lavoratori temono per il futuro dell’impianto. «Alcune affermazioni – dice Franco Cappai, dipendente della Tossilo e segretario provinciale della Uil trasporti e ambiente, – sono false e fuorvianti. È falso che la nuova linea va ad aggiungersi alle due esistenti, delle quali è previsto l’immediato smantellamento con l’entrata in funzione di quella nuova. Sono fuorvianti e inducono in inganno le foto pubblicate dai giornali, che non mostrano l’inceneritore di Macomer, ma i camini di un impianto che emette grandi volute di fumo nero, emissioni paurose che probabilmente non sono quelle di un impiantio che tratta rifiuti. I lavori realizzati ultimamente a Macomer hanno consentito di rimettere in funzione entrambe le linee con risultati eccezionali. Il nuovo forno consentirà di ridurre del 50 per cento le soglie minime indicate dalle norme Ue. Si parla poi di valutazione di impatto ambientale senza che ci sia ancora un progetto».
Le associazioni denunciano che non è stato svolto il procedimento di valutazione di impatto ambientale (Via), che comprende anche la valutazione di incidenza ambientale in quanto l’area di Tossilo è prossima alla Zps (Zona di protezione speciale) dell’altopiano di Abbasanta. Il ricorso contro l’inceneritore avviato in sede comunitaria ricorda infine che il Consorzio per la zona industriale di Macomer, ente che ha bandito la gara per il revamping dell’inceneritore, è stato soppresso con la legge regionale n. 3 del 2008 «e la medesima attività di programmazione, richiesta fondi, gestione di una revisione degli impianti industriali in dotazione al soggetto in liquidazione appare ben poco rispondente alle direttive emanate ai commissari liquidatori con deliberazione della Giunta regionale n. 23/17 del 2008».
che pena questi sindacalisti che barattano ambiente e salute per un’iniziativa imprenditoriale sostenuta completamente con soldi pubblici “a ogni costo”.
A titolo d’informazione: le foto sui giornali sono inserite dallo staff dei giornali stessi e non fanno certo parte di ricorsi. Inoltre, non c’è scritto da alcuna parte che la “nuova” linea di trattamento dei rifiuti sostituirà integralmente le due “vecchie”.
il rispetto della legge, che buffa chimera, vero? 😉
da La Nuova Sardegna, 2 agosto 2012
Rifiuti, la Rsa della Tossilo in difesa del revamping. Macomer, lettera aperta ai cittadini dopo l’ultimo ricorso per l’inceneritore. «La ristrutturazione risponde alle direttive Ue ed è legata alla differenziata». (Tito Giuseppe Tola)
MACOMER. Dopo la denuncia delle associazioni ambientalistiche, cheper la pubblicazione del bando per il revamping dell’inceneritore avevano presentato un ricorso in sede comunitaria europea e alla procura della Repubblica di Oristano, la Rsa della Tossilo Spa interviene con una lettera aperta ai cittadini e agli amministratori comunali per difendere l’impianto e per sostenere la necessità di rimettere a nuovo le parti deteriorate che non possono garantire il funzionamento senza fermate tecniche sempre più frequenti e senza guasti. La Rsa spiega che uno degli obiettivi del revamping è quello di «trattare la parte residua dei rifiuti (non altrimenti recuperabile) attraverso l’incenerimento e la produzione di energia elettrica, come scelta alternativa al semplice e negativo accumulo in discarica». Ma non è questa l’unica considerazione della lettera aperta della Rsa della Tossilo. «La ristrutturazione dell’impianto di Tossilo – si legge – risponde alle direttive dell’Unione Europea che impongono a ogni comunità di essere responsabile dei rifiuti prodotti, di farsi carico del loro smaltimento e di impegnarsi affinché nessun rifiuto possa essere messo in discarica se non quando ogni risorsa sia stata recuperata». Poi indica gli obiettivi, che oltre alla riduzione della quantità dei rifiuti prodotti e conferiti e alla promozione del riciclo e del riutilizzo dei materiali, comprendono la realizzazione del «ciclo completo e integrato nell’impiantistica dedicata alla gestione dei rifiuti urbani e assimilati nel territorio della provincia di Nuoro», cioè le piattaforme che consentono di recuperare tutto ciò che può essere avviato al riciclo. Ma c’è una parte che non può essere recuperata. «Questa tipologia di impianto – spiega la lettera – serve per trattare l’ultima frazione dei rifiuti che non può essere avviata agli impianti di riciclo, non si contrappone e non è alternativa ma è necessariamente complementare alla raccolta differenziata. L’impianto di Tossilo tratterà quindi i rifiuti che rimangono fuori dalla raccolta differenziata perché non si prestano a essere valorizzati col recupero dei materiali». La lettera aperta ai cittadini e agli amministratori conclude con una puntualizzazione: «Mettendo da parte le ideologie e le ipocrisie dei rifiuti zero, questo è il messaggio che vorremmo si diffondesse. Altrimenti questi rifiuti finiranno per ammassarsi nelle discariche e nelle strade della Sardegna in eredità alle future generazioni».
con nota n. 19099 dell’8 agosto 2012 il Servizio valutazione impatti (S.A.V.I.) e il Servizio tutela dell’atmosfera e del territorio dell’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente hanno comunicato che – sulla base del bando di gara – la procedura di V.I.A. sarà eseguita a cura dell’aggiudicatario sulla base del progetto definitivo e del relativo studio di impatto ambientale redatti.
Alcuna comunicazione sugli altri aspetti.
Io sono d’accordissimo nel merito dell’opposizione a questa scelta, ma mi lascia un po’ perplesso lo strumento utilizzato. La petizione al PE penso possa servire a tenere alta l’attenzione o in prospettiva a indurre ripensamenti nell’amministrazione ma non mi sembra gravida di soluzioni dal punto di vista giuridico. L’esposto alla Procura poi implica quantomeno l’ipotesi di qualche responsabilità penale che però allo stato dei fatti, e perlomeno stando a quanto è noto della procedura seguita, mi sembra difficile da enucleare..
Non sarebbe stato meglio impugnare (anche se non solo) davanti al giudice amministrativo?
Preciso però che le mie perplessità derivano dal sunto pubblicato dalla stampa locale, non conoscendo il testo del ricorso (anzi, colgo l’occasione per chiedere se sia possibile caricarlo sul sito).
come riportato nell’articolo, il ricorso è stato indirizzato ad autorità comunitarie, nazionali e locali, in quanto sono diverse le competenze interessate.
In ogni caso i ricorsi in sede comunitaria possono portareall’apertura di procedura di infrazione (art. 226 Trattato) in caso di violazione delle normative comunitarie in tema.
Per impugnare davanti al Giudice amministrativo serve lo specifico interessa leso e, soprattutto, un atto rilevante ai fini dell’avvìo dei lavori, non il mero bando di gara, se non altro perchè associazioni e comitati ecologisti non nuotano nell’oro.
In via generale, non pubblichiamo i nostri atti sul web per ragioni di elementare riservatezza.
da La Nuova Sardegna, 17 ottobre 2012
Rifiuti, il segretario Uil boccia il modello Vedelago.
Macomer, la ditta che gestisce l’impianto ha quasi dimezzato i lavoratori La replica di “Non bruciamoci il futuro”: «Dal sindacato paure ingiustificate». (Tito Giuseppe Tola)
MACOMER. Se i sindacati avevano qualche dubbio sulla possibilità di realizzare a Macomer un impianto di smaltimento dei rifiuti impiegando le tecnologie sperimentate in uso a Vedelago, la notizia che proprio a Vedelago la ditta che gestisce l’impianto ha dimezzato il personale li ha definitivamente fugati. Su 31 addetti, l’azienda Centro Riciclo Vedelago ne ha mandato a casa quindici. Per i sindacati è la conferma che la promessa di moltiplicare i posti di lavoro dell’inceneritore una volta spente le linee di incenerimento per sostituirle con le piattaforme di trattamento manuale, non era credibile. Il segretario provinciale della Uil Trasporti e Ambiente, Franco Cappai, che è anche dipendente della Tossilo e lavora nell’inceneritore, spiega di aver appreso la notizia da un collega sindacalista che seguiva la vertenza a Vedelago, il quale gli ha poi spedito il ritaglio di un articolo pubblicato su un quotidiano veneto. «È la conferma delle nostre preoccupazioni – dice –, le stesse che avevamo manifestato in occasione dell’incontro col sindaco durante il quale la signora Carla Poli illustrò il progetto Vedelago. Una prima conferma arrivò dal fallimento dell’iniziativa di Tergu che impiegava le stesse tecnologie. Conosciamo bene la situazione dei rifiuti in Sardegna e non possiamo trapiantare da noi sistemi di smaltimento che funzionano in altre realtà. Nella zona di Treviso c’è una raccolta differenziata molto spinta che arriva al 75%, non paragonabile con la nostra. Vedelago tratta la plastica. La parte residua finisce nelle discariche controllate o negli inceneritori di altre regioni. Noi chiediamo solo che si migliorino le condizioni del nostro impianto per garantire la salute della popolazione e dei lavoratori, e soprattutto l’ambiente. Il nostro impianto ha garantito un servizio pubblico che negli anni ha funzionato e funziona ancora. A Vedelego la tutela sindacale dei lavoratori, quasi tutti del Burkina Faso, è inesistente». Per il comitato “Non bruciamoci il futuro” che si batte contro il revamping dell’inceneritore, i sindacati hanno preso un abbaglio. «Noi non parliamo di questioni sindacali, ma del progetto e del risultato – dice Sergio Pilia, uno dei coordinatori, – quelle manifestate dal sindacato sono paure ingiustificate. Insistiamo nel dire che la raccolta spinta aumenta l’occupazione e che nel sistema di trattamento alternativo serve più manodopera che non in un inceneritore. Col sistema attuale Tossilo entrerà in crisi. I rifiuti stanno diminuendo e, di conseguenza, si aumentano le tariffe. Se la differenziata riduce i rifiuti, non ci sarà nulla da bruciare. Non dimentichiamo poi che una direttiva Ue impone di cessare l’incenerimento entro il 2020».
La scheda. Scontro tra due visioni del problema.
Nella battaglia contro e in difesa dell’inceneritore si scontrano due visioni diverse del problema rifiuti. Per i sindacati non è possibile calare in Sardegna sistemi che funzionano altrove. Il comitato “Non bruciamoci il futuro” ritiene invece che non sia possibile andare avanti con l’incenerimento e con sistemi «assistiti» dall’aiuto pubblico, in quanto togliendo gli incentivi non reggerebbero. I sindacati sostengono che col sistema biomeccanico si ridurrebbe l’occupazione, mentre il comitato insiste nell’affermare che la manualità del trattamento aumenta gli addetti.
da La Nuova Sardegna, 30 ottobre 2012
Termovalorizzatore di Tossilo: sei offerte per il nuovo forno. Macomer, in lizza cinque aziende italiane e una spagnola. Il trattamento dei rifiuti sarà più efficiente e sicuro. (Tito Giuseppe Tola)
MACOMER. Sarà una delle sei ditte che hanno partecipato al bando pubblicato a giugno dal Consorzio industriale di Macomer a progettare e realizzare la nuova linea di incenerimento e termovalorizzazione nell’impianto per il trattamento dei rifiuti di Tossilo. Il revamping dell’inceneritore punta a migliorare la sicurezza e la produttività dell’impianto. Ieri a mezzogiorno è scaduto il termine fissato dal bando per presentare le offerte (più precisamente i progetti) con le quali le ditte concorrenti partecipano all’appalto integrato (il vecchio appalto concorso) per l’affidamento dei lavori di realizzazione della nuova linea che sostituirà le due linee in funzione. I due forni a letto fluido – ormai obsoleti e non più in grado di garantire efficienza e competitività nel processo di smaltimento della frazione residua della raccolta differenziata – saranno sostituiti con una nuova linea. All’appalto hanno partecipato sei ditte, di cui cinque sono italiane e una spagnola. Tra le ditte italiane non figurano cordate di imprese sarde. In Sardegna evidentemente non si è mai riusciti a trasformare le tecnologie sviluppate a Tossilo in valore d’impresa. Quando è stato realizzato e avviato il sistema Tossilo, l’isola era all’avanguardia in Italia e in Europa nella gestione dei rifiuti e a Macomer venivano a visitare l’impianto tecnici e progettisti di altri paesi europei. L’esito della gara si conoscerà la prossima settimana. Il 5 novembre alle ore 9.30 si terrà la prima seduta pubblica della commissione incaricata di valutare le offerte e i progetti. Probabilmente una giornata non sarà sufficiente per concludere la valutazione. L’importo a base d’asta del bando per la progettazione e la realizzazione «di una nuova linea di termovalorizzazione da 30 Mwt presso il sistema di trattamento rifiuti di Macomer-Tossilo» è di 40 milioni di euro così suddivisi: 26.848.000 euro per gli impianti di smaltimento dei rifiuti, 7.727.000 euro per gli impianti di produzione di energia elettrica e 4.325.000 euro per le opere civili. Il resto coprirà le spese per gli oneri si sicurezza. Nella fase di revamping l’impianto dovrà continuare a funzionare. Le due vecchie linee saranno poi smantellate
da La Nuova Sardegna, 6 novembre 2012
Termovalorizzatore, un mega appalto.
Macomer, aperte le buste per verificare la regolarità delle offerte. Ma non si spengono le polemiche del comitato. (Tito Giuseppe Tola)
MACOMER. È uno dei più grossi appalti degli ultimi dieci anni L’importo a base d’asta è di 40 milioni) e ieri sono state aperte le buste per verificare la regolarità tecnico amministrativa delle offerte. Pur incontrando una forte resistenza da parte del comitato “Non bruciamoci il futuro” e di altre associazioni contrarie alla realizzazione di un nuovo inceneritore a Macomer, la procedura per la progettazione esecutiva e la realizzazione di una nuova linea di termovalorizzazione da 30 Mw a tonnellata presso il sistema di trattamento rifiuti di Tossilo va avanti. Ieri, mentre erano in corso i controlli tecnico-amministrativi per verificare la regolarità delle sei offerte presentate (si è controllato in particolare che le ditte concorrenti fossero in possesso dei requisiti indicati nel bando), una delegazione del comitato “Non bruciamoci il futuro” ha chiesto si assistere ai lavori. La richiesta non è stata accolta, e i rappresentanti del comitato hanno segnalato i fatti al locale commissariato di polizia con una lettera nella quale si parla di «abuso» compiuto nei loro confronti in quanto «nel bando di gara al punto 6.4 si dice che la seduta è pubblica» e che «l’articolo 5 del disciplinare di gara prevede che l’apertura delle offerte tecniche si svolga in seduta pubblica». Mentre i toni del dibattito sull’inceneritore si accendono, in attesa di poter accendere anche il nuovo impianto, il Consorzio industriale va avanti con la procedura per scegliere il progetto da realizzare. Il controllo formale della documentazione iniziato ieri mattina e a fine giornata non era ancora concluso. Si ritiene che sarà portato a termine in mattinata. Poi inizierà la fase più complessa della valutazione delle offerte. Un’apposita commissione valuterà gli aspetti tecnici attribuendo un punteggio. Sarà poi valutata l’offerta economica. Verrà infine stilata una graduatoria in base ai punteggi attribuiti, che decorsi i termini di pubblicazione (trenta giorni), diventerà definitiva. Il lavoro di valutazione richiederà alcuni mesi. Oggi, invece, si saprà se tutte le imprese sono state ammesse a partecipare alla gara. Avevano presentato offerte sei soggetti, di cui cinque sono ditte italiane, mentre una è spagnola. Considerata l’entità dell’importo a base d’asta, si suppone che tutti i soggetti che hanno risposto al bando abbiano presentato una documentazione ineccepibile. L’impresa che si aggiudicherà la gara dovrà predisporre entro 60 giorni la progettazione esecutiva per poi realizzare l’impianto. Dopo la fase di avviamento dovrà anche gestirlo per sei mesi. I lavori consistono nella realizzazione delle opere civili (fondazioni e, opere interrate, edificio con pannellatura del forno e della depurazione fumi, edificio ciclo termico con sala manovra, sala quadri e locali ausiliari per il personale, fossa scorie e viabilità impianto) e delle opere elettromeccaniche (le principali sono il forno di incenerimento con pareti membranate completo di circuiti aria-fumi, la griglia di combustione, i preriscaldatori aria, i sistemi di allontanamento e immagazzinamento scorie compresi i carro-ponti di movimentazione, i bruciatori di sostegno alla combustione e la caldaia col sistema annesso di produzione di energia elettrica).
da La Nuova Sardegna, 16 febbraio 2013
Macomer. Inceneritore, tempi lunghi per il piano di revamping.
Macomer, la commissione avrebbe dovuto finire l’esame degli elaborati entro il mese di febbraio, ma per concludere il lavoro servirà ancora tempo.
Ma sulla gara c’è l’incognita di un ricorso. (Tito Giuseppe Tola)
Sulla gara d’appalto pesa il ricorso all’Ue presentato dal comitato “Non bruciamoci il futuro” e da altre associazioni tra le quali il “Gruppo d’intervento giuridico” e “Medici per l’ambiente”. La Direzione generale ambiente ha risposto alla denuncia contro il progetto presentata nel mese di settembre, assicurando che sarà esaminata. Il ricorso riguarda la violazione delle norme comunitarie sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali, l’accesso alla giustizia in materia ambientale e la valutazione di impatto ambientale.
MACOMER. Passerà ancora del tempo prima che la commissione incaricata della valutazione concluda l’esame degli elaborati progettuali presentati alla gara bandita dal Consorzio industriale di Macomer per il revamping dell’inceneritore di Tossilo. I risultati erano attesi entro febbraio, ma servirà ancora qualche mese per concludere un lavoro complesso che comporta l’esame di una mole enorme di documenti e disegni. «Per ogni progetto – spiegano al Consorzio – bisogna leggere e analizzare mezzo metro cubo di carta». Alla gara avevano partecipato sei imprese, di cui cinque sono italiane e una è spagnola. Considerato che i progetti sono sei e che l’esame di elaborati nei quali, oltre a disegni tecnici sono inseriti dati e calcoli complessi che vanno interpretati e verificati, i tempi iniziali previsti sono saltati. Forse un paio di mesi non basteranno per concludere i lavori, ma non si esclude che a fine aprile la commissione incaricata della valutazione possa indicare il nome dell’impresa alla quale aggiudicare provvisoriamente la gara. La commissione, esterna al Consorzio industriale, è composta da tre esperti del settore ai quali è stato affidato l’esame dei progetti presentati dalle ditte concorrenti. Le imprese che avevano risposto al bando per la progettazione e la realizzazione della nuova linea di incenerimento di Tossilo e i progetti presentati erano stati tutti ammessi alla gara. Tutti, infatti, avevano superato il controllo amministrativo e la documentazione era risultata regolare. La fase in corso è quella della valutazione delle offerte che riguarda sia gli aspetti tecnici che quelli economici. Quando la commissione ultimerà i lavori, si procederà all’aggiudicazione provvisoria della gara, dopo la quale bisognerà attendere 30 giorni, il tempo di pubblicazione entro il quale potranno essere presentati dei ricorsi. L’impresa alla quale saranno aggiudicati i lavori avrà poi 60 giorni di tempo per predisporre il progetto esecutivo e 30 mesi per realizzarlo. Quando il progetto sarà pronto, però, i lavori non inizieranno subito. Prima bisognerà attendere la valutazione di impatto ambientale, che comporta una procedura complessa che richiederà altri tempi. Probabilmente, se tutto andrà bene, la procedura di valutazione dell’impatto ambientale si concluderà a fine 2013. Ciò significa che i lavori non inizieranno prima di un anno e che, salvo imprevisti, termineranno nel 2016. Quello per il revamping dell’inceneritore di Tossilo è uno dei più grossi appalti banditi in zona negli ultimi dieci anni. L’importo a base d’asta è di 40 milioni.
da La Nuova Sardegna, 9 marzo 2013
Sul nuovo inceneritore una mazzata dell’Ue. Macomer, si rischia la procedura di infrazione per non aver fatto il referendum Alla richiesta del dipartimento bisognerà dare una risposta entro il 6 maggio. (Tito Giuseppe Tola)
MACOMER. La gara per la progettazione e la realizzazione della nuova linea di incenerimento di Tossilo incontra un nuovo ostacolo. Quando sembrava che le cose stessero procedendo nella direzione giusta, arriva una nuova mazzata dall’Unione europea. Il dipartimento politiche europee (Struttura di missione per le procedure di infrazione) della presidenza del consiglio dei ministri ha scritto alla Regione e al comune di Macomer chiedendo chiarimenti sugli atti che hanno preceduto il bando di gara per la progettazione e l’affidamento dei lavori del termovalorizzatore e, in particolare, sul coinvolgimento dei cittadini residenti nell’area dove sorgerà l’impianto, che in base alle direttive comunitarie avrebbero dovuto essere consultati con le forme e gli strumenti previsti, tra i quali il referendum consultivo. Poiché non c’è stata alcuna consultazione popolare, è da prevedere che la commissione europea farà poi i suoi passi. La struttura di missione per le procedure di infrazione ha il compito di prevenire il contenzioso comunitario. La richiesta è del 4 marzo e dovrà ottenere risposta entro il 6 maggio. Nella lettera è spiegato che «l’obbligo di leale cooperazione è imposto agli stati membri dall’articolo 4 paragrafo 3 del trattato Ue e il mancato rispetto dell’obbligo dà diritto alla commissione di avviare le procedure di infrazione ai sensi dell’articolo 258 del trattato sul funzionamento dell’Ue». Probabilmente erano in pochi a sapere della richiesta del dipartimento delle politiche europee della presidenza del consiglio, ma qualcosa è sfuggito alla rete del silenzio e ieri, nel corso di una conferenza stampa, ne hanno dato notizia i consiglieri comunali dell’Idv Andrea Rubattu e Marco Aresu. «La commissione – ha detto Rubattu – ha il forte sospetto che siano state saltate le procedure di consultazione del pubblico previste da precise disposizioni comunitarie, come gli articoli 6 della direttiva 2011/92, 12 del 2010/76 e 15 del 2008/1. Poiché non c’è stata nessuna consultazione, è da prevedere che scatterà la procedura di infrazione». Marco Aresu ricorda che in più occasioni è stato proposto in consiglio comunale un referendum consuntivo sull’inceneritore. «È una magra soddisfazione ricordare che noi l’avevamo detto – ha affermato –, avevamo sostenuto che era obbligatorio, oltre che indispensabile sotto il profilo politico ed etico, indire il referendum, tra l’altro previsto dallo statuto del comune. Avrebbe evitato tutto questo».