E Baratz diventa anche un circuito per motocross!
Lo straordinario gioiello naturale di Baratz rischia di diventare un circuito per motocross? A giudicare dalle documentate segnalazioni provenienti da escursionisti sembrerebbe questa la sua sorte.
Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno, quindi, inoltrato (13 gennaio 2012) una specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti finalizzata alla verifica della legittimità della realizzazione di un’ampia pista per motocross – con tanto di frequenti gare – a poche centinaia di metri dal bosco e dal Lago di Baratz, l’unico lago d’origine naturale della Sardegna, presso le dune boscate di Porto Ferro.
Interessati i Ministeri dei beni e attività culturali e dell’ambiente, l’Assessorato regionale dell’urbanistica, il Servizio regionale valutazione impatti, il Comune di Sassari, la Soprintendenza per i beni ambientali di Sassari, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, il Servizio tutela paesaggistica di Sassari, la Polizia municipale di Sassari.
Informata, per le opportune valutazioni, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari.
L’area in argomento, a ridotta distanza dal Lago di Baratz, unico specchio lacustre di origine naturale della Sardegna, e da rigogliosa macchia mediterranea evoluta, è tutelata con specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), mentre le fasce dei mt. 300 dalla battigia marina e dalla battigia lacuale sono tutelate con specifico vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993).
L’area del Lago Baratz è, inoltre, destinata a riserva naturale regionale “Baratz” (legge regionale n. 31/1989 – allegato “A”) ed è interamente classificata quale sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Lago di Baratz – Porto Ferro” (codice ITB011155), ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali.
Negli anni scorsi – dopo le reiterate denunce ecologiste del 2008 – una serie di interventi di semplice pulizia dei corsi d’acqua affluenti ha ripristinato le condizioni di vivibilità per il lago. Ora non c’è proprio bisogno di altri fattori di rischio e degrado che pongano in pericolo fauna e vegetazione di primaria importanza.
Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra
(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)
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- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
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- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
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da Alguer.it, 13 gennaio 2012
Le associazioni ambientaliste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno chiesto formalmente agli organi competenti una verifica sul presunto utilizzo dell´area naturale di Baratz come pista di motocross.
Baratz diventa pista da motocross: http://notizie.alguer.it/n?id=46161
http://it-it.facebook.com/Alguer.it/posts/10150521862805138
da SARdies, 14 gennaio 2012
E Baratz diventa un circuito per motocross: http://sardies.org/index.php?option=com_content&view=article&id=10511:e-baratz-diventa-un-circuito-per-motocross-&catid=13:sassari&Itemid=16
da Sardegna 24, 15 gennaio 2012
Sassari. Il lago di Baratz, unico lago naturale della Sardegna, lungo la strada che da Sassari porta all’Argentiera rischia di diventare una pista per gare di Motocross. La denuncia è del Gruppo d’intervento giuridico, che ha già avvisato le autorità competenti e ricorda come “l’area in questione è tutelata con specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), mentre le fasce dei mt. 300 dalla battigia marina e dalla battigia lacuale sono tutelate con vincolo di conservazione integrale”.
A suo tempo avevate segnalato motocross anche sul Gennargentu!
da La Nuova Sardegna, 17 gennaio 2012
Una pista da cross a Baratz. Nel sito protetto sfrecciano e saltano le moto. Le dune di Porto Ferro invece sono il paradiso dei fuoristrada.
SASSARI. Le segnalazioni degli ecologisti hanno fatto rizzare i capelli all’assessore all’Ambiente Monica Spanedda. Una pista di motocross nell’area sic del Lago di Baratz è decisamente troppo. Anche le foto scattate in quella zona protetta sono incredibili: centauri bardati di tutto punto, come partecipassero a una gara, e motociclette che saltano nelle rampe realizzate sui sentieri sterrati. Pensare che quelle evoluzioni avvengano in una zona a rigida tutela paesaggistica, in una riserva naturalistica di altissimo pregio, è disarmante. «Ho già contattato il mio staff – dice l’assessore – e al più presto faremo un sopralluogo. Voglio rendermi conto di persona di cosa stia accadendo e verificare quale sia la zona precisa alla quale si riferiscono le immagini». Nelle settimane scorse l’assessore era andato a Porto Ferro per osservare i risultati del progetto di rinaturalizzazione delle dune. Anche in quell’occasione Monica Spanedda aveva sottolineato quanto la devastazione dei pneumatici dei fuoristrada arrecasse danno all’ecosistema: «Abbiamo blindato tutti gli accessi all’arenile sistemando delle palizzate di legno. Le gomme dei mezzi meccanici stanno estirpando la vegetazione della dune, creano dei solchi e favoriscono l’erosione da parte del vento». Per questo il Comune di Sassari aveva deciso per una politica di contrasto molto dura: Porto Ferro da anni è sempre stata considerata un enorme e libero circuito per gli appassionati di fuoristrada, che scorrazzano senza una minima coscienza ambientalista. Addirittura alcuni tour operator svendevano Porto Ferro, nei loro pacchetti divertimento, alla stregua di una pista da cross.
Ma che lo stesso accadesse anche nel sito di interesse comunitario del Lago di Baratz, l’assessore non se lo immaginava. Certo, qualche motociclista occasionale era inevitabile: i controlli nella zona sono molto limitati. Ma è inquietante che qualcuno possa aver avuto il tempo di tracciare addirittura una pista, con tanto di dune e rampe per i salti. E che decine di corridori possano permettersi di lanciare a tutto gas le proprie moto, tranquilli e indisturbati.
Il Gruppo di Intervento Giuridico, da parte sua, si è rivolto a tutti gli enti preposti alla salvaguardia ambientale: i Ministeri dei beni e attività culturali, l’assessorato regionale dell’Urbanistica, il servizio regionale valutazione impatti, la Soprintendenza, il Corpo forestale, il servizio tutela paesaggistica di Sassari, la polizia municipale e infine la Procura della Repubblica.
La pista di Motocross è illegale innanzitutto perchè un terreno pianeggiante è stato modificato in colline e avvallamenti senza la autorizzazione degli uffici tecnici del comune di Sassari. Inoltre in quei territori agricoli dati in concessione dell’Ersat non è stata cambiata la destinazione d’uso da “Zone Agricole” a “Zona per impianti sportivi”.
infatti, non abbiamo certo detto che la pista è dentro il S.I.C. Abbiamo chiesto accertamenti e verifiche, ora aspettiamo le risposte con le autorizzazioni. Il fatto che sia in un “terreno privato”, poi, non vuol dire nulla.
da La Nuova Sardegna, 19 gennaio 2012
Baratz, la pista di motocross è in regola. Il Comune ha verificato che si trova in un’area privata e fuori dalla zona sic.
SASSARI. Dopo la denuncia fatta dal Gruppo di Intervento Giuridico, i tecnici dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Sassari hanno svolto un sopralluogo vicino al Lago di Baratz. La pista di motocross risulta essere perfettamente in regola, perché inserita all’interno di un terreno privato e soprattutto perché si trova all’esterno dei confini dell’area sic. La gestisce da quattro anni il Motoclub Portoferro, che organizza delle gare per i suoi 43 soci. «Ci ha molto stupito la denuncia – dice il vice presidente Claudio Chessa – primo perché la nostra pista è distante un chilometro dal lago e dalla zona protetta, e poi perché la nostra attività è sempre stata in regola e alla luce del sole, con tutte le autorizzazioni. Abbiamo tracciato la pista a nostre spese, siamo un’associazione senza scopo di lucro, ed è anche grazie a noi e alla nostra struttura che i motociclisti preferiscono non andare tra le dune di Porto Ferro. Noi, nel nostro piccolo, contribuiamo a difendere l’ambiente».
Ma che male c’è?
Qualche ragazzo vestito di tutto punto!…..Forse forse qualcuno cha indossa le attrezzature sportive adeguate per fare lo sport che più gli piace, non sono degli scemi che vanno in giro vestiti come i power ranger!!!
Sarà pure una area .S.I.C….però…..il terreno è privato?!?!?!
Che cavolo hanno fatto..tagliato alberi? Devastato il territorio con mega scavi o dune da 8 metri? Sversato nel terreno sostanze pericolose? Hanno devasto un sito archeologico?
Ma su fatte i seri!
Controllate quello che dovete controllare….invece di………..in gruppo
Saluti e abbracci
p.s. Uno ne chiudete, 10 ne nascerannno!
Purtroppo quà in Sardegna il motocross non è ben visto come in italia o altri paesi….. Dovrebberò valorizzarlo come il calcio, ma oltre tutto esiste certa gente che ostacolano qualcuno che ha l iniziativa di valorizzare questo sport…… Gia quà in Sardegna non ci son piste di motocross in più ora cercano anche di farle chiudere…….. Ma vergognati Ambientalisti, pensate hai bracconieri invece dei motociclisti, fatte solo ridere…..
da La Nuova Sardegna, 18 febbraio 2012
Baratz, esposto in procura contro la pista di motocross. Gli ambientalisti del Gruppo di intervento giuridico hanno inviato un dossier alla magistratura.
ALGHERO. L’unico lago naturale della Sardegna, quello di Baratz, rischia di far parte, come contorno ambientale, di una pista di motocross. L’area è infatti interessata da tempo a un utilizzo pressochè costante di dune, avvallamento, sentieri tra i pini, per evoluzioni delle due ruote.
La situazione è stata segnalata dalle associazioni Gruppo di Intervento Giuridico di Cagliari e Amici della Terra che hanno trasmesso un dossier anche alla Procura della Repubblica del tribunale di Sassari, informando anche il Comune di Sassari che ha competenza territoriale. La segnalazione riguarda anche la realizzazione di un’ampia pista di motocross a poche centinaia di metri dal bosco e dal lago sul quale insiste un preciso vincolo paesaggistico. Stesso discorso per le fasce di rispetto dalla battigia lacustre, 300 metri.
Le associazioni sottolineano che «dopo anni di denunce ecologiste sono stati ripristinati i corsi d’acqua e le condizioni complessive di vivibilità del lago. Ora non c’è proprio bisogno di altri fattori di rischio e degrado che pongano in pericolo fauna e vegetazione di primaria importanza». (g.o.)
Caro Gruppodin, riportate l’articolo della Nuova Sardegna, ma vi rendete conto che siete dei buffoni!
Riuscite a scrivere qualcosa di critico e costruttivo?
Personalmente un vincolo vecchio di anni che non tutela proprio niente sarebbe ora di modificarlo….vi posso garantire insieme ad altre 30 persone che nel terreno della pista non è stato tagliato neanche un ramoscello!
Gli ecologisti, prima di parlare/scrivere dovrebbero farsi l’esame di coscenza!
Vergogna!
e chi sarebbe il depositario della verità? L’anonimo cialtrone Giulio? Noi abbiamo chiesto alle amministrazioni pubbliche competenti di accertare se gli interventi siano autorizzati o meno: se lo sono, di che ti preoccupi?
Pensa prima di parlare.
Gruppodint…ottuso. Quello che fa pensare che siete solo dei rompiballe..lo si nota proprio dalla vostra risposta.
Dovete vergognarvi di quello che fate….probabilmente la pista non sarà apposto perchè proprio in quel sito (mi pare ovvio).
Mi preoccupo che ci sia gente come voi che vada a rovinare delle bellissime iniziative.
Senza pensare magari (visto che la verità è quella che dico io, proprio perchè nessuno in quel terreno ha fatto alcun tipo di danno) che un semplice vincolo, seppur giusto, non riuscirà mai a fermare il nostro sport.
Caro Gruppodin la verità, non di un anonimo è questa…voi riportate le notizie delle vostre azioni solo per farvi belli difronte alla gente a mezzo stampa. Questo è il vostro scopo.
……….VERGOGNATEVI!!!!!!
ecco qui di nuovo – e per l’ultima volta, perchè nessuno sente il bisogno di simili fesserie anonime – il “nostro” DEPOSITARIO DELLA VERITA’.
Ci sono vincoli ambientali? E chi se ne frega. Lui e solo lui sa cos’è giusto e cos’è ben fatto. Al di sopra della legge e di qualsiasi giudizio.
Pubblichiamo questo commento solo perchè chi legge si renda conto di quale livello vi sia in chi agisce fregandosene del patrimonio ambientale collettivo solo per fare i cavoli propri.
Abbiamo chiesto alle amministrazioni pubbliche e alla magistratura competenti di verificare la legittimità della pista da motocross vicino al Lago di Baratz: quando avremo le risposte le pubblicheremo.
da La Nuova Sardegna, 3 maggio 2012
Risorgono le dune di Porto Ferro.
L’intervento di rinaturalizzazione dà i suoi frutti: il livello della sabbia è ristabilito e ricresce la vegetazione. E niente tracce di pneumatici sull’arenile. (Luigi Soriga)
SASSARI. È bastato un piccolo aiuto e la natura ha cominciato a rimarginare le proprie ferite. In appena sette mesi il sistema dunale di Porto Ferro si sta rigenerando. I componenti della commissione Ambiente del comune di Sassari ieri mattina hanno svolto un sopralluogo per monitorare i risultati dell’intervento di rinaturalizzazione dell’arenile. L’ultima volta che avevano osservato la spiaggia risale a fine dicembre: la differenza salta subito agli occhi. Ed è evidente se si guarda da vicino il livello delle barriere frangivento, quasi ricoperte completamente dalle montagne di sabbia. Dal mezzo metro di dicembre, il livello ormai è salito a quasi un metro. In alcuni punti addirittura i granelli sorpassano l’incannuciato, che infatti dovrebbe essere sollevato ulteriormente. Ma anche le palizzate frangiflutti stanno svolgendo bene la loro funzione dissipatrice della risacca. Ieri mattina le onde di riporto hanno scavato in maniera molto marcata la battigia, trascinando via una striscia di arenile e lasciando un gradino. Ma dietro le protezioni di legno la sabbia è praticamente intatta, e questo garantisce la sopravvivenza dell’ecosistema della spiaggia. Infatti più sabbia c’è sulla riva e meno le onde diventano aggressive, nel senso che la forza della risacca viene domata. Così la sabbia che viene trascinata in mare non fa troppa strada, e nelle giornate di bel tempo verrà pian piano riposizionata nuovamente sulla battigia e poi spalmata in lungo e in largo dal vento. Questo è il sistema di ripascimento più naturale possibile: nessun movimento di terra, niente barriere permanenti, ma solo un piccolo aiuto alla natura per autorigenerarsi. Un profilo sano e vigoroso delle dune, in questa dinamica di autoricostruzione, è fondamentale. Infatti le dune rappresentano l’elemento di equilibrio tra la terraferma e il mare. Però per resistere all’aggressione del vento e delle mareggiate, hanno bisogno di una solida armatura: e questa è costituita dalle radici delle piante. Se la vegetazione si secca, allora la duna cede. Si aprono dei varchi e il vento, infilandosi, aumenta la sua velocità e raddoppia la capacità di erosione. Da quel solco i granelli scappano, e se scavalcano la duna e si depositano nella pineta retrostante, non tornano più indietro. Ora le essenze vegetali preesistenti sembrano aver riacquistato vigore, mentre per quelle appena piantate occorre aspettare ancora qualche anno. Ma Porto Ferro, ormai, ha tutta l’aria di essere una fettina di paradiso ormai salva.
In questi decenni il litorale di Porto Ferro è stato parecchio maltrattato e la sua capacità di sopravvivenza messa a dura prova. Basti pensare che su internet alcuni tour operator proponevano la spiaggia come pacchetto divertimento per gli appassionati di moto cross, fuoristrada e quad. Il sistema di dune che la natura ha modellato in migliaia di anni, svenduto alla stregua di una pista dove sbizzarrirsi con salti e derapate. Le impronte dei pneumatici hanno scavato solchi profondi nelle dune, ne hanno indebolito la struttura distruggendo la vegetazione spontanea. Il Comune da quasi un anno ha posto un argine a questo scempio. Ha stanziato mezzo milione di euro, ha innalzato delle palizzate di legno chiudendo i sentieri di accesso alla spiaggia. In questo modo i fuoristrada se ne stanno alla larga dalle dune, e in questi mesi la natura ha avuto il tempo per leccarsi le ferite. Niente più segni di pneumatici e la sabbia e la vegetazione che riprendono vita.
da La Nuova Sardegna, 15 febbraio 2013
Abusi edilizi, sequestrato il crossodromo. Ieri la forestale ha messo i sigilli nell’area della Landrigga, ipotizzato anche l’inquinamento acustico. (Nadia Cossu)
SASSARI. I reati ipotizzati dalla Procura della Repubblica di Sassari sono l’illecito urbanistico edilizio («per aver realizzato una trasformazione edilizia in assenza di permesso di costruire comunale») e l’inquinamento acustico. Per questo motivo – in seguito alla convalida del sequestro preventivo da parte del gip Antonello Spanu – il Corpo forestale e di vigilanza ambientale (stazione di Sassari) ha sottoposto a sequestro preventivo un terreno adibito a pista per motocross, alla Landrigga, nella periferia, ad appena quattro chilometri dalla città. Si tratta della pista intitolata a Fabrizio Cubeddu (giovane sassarese scomparso qualche tempo fa) nella quale, secondo la Procura del tribunale di Sassari, sarebbero stati compiuti abusi edilizi lungo il percorso di oltre seicento metri, in un’area complessiva di circa tre ettari. I sigilli sono stati apposti anche per presunto disturbo della quiete pubblica dopo le segnalazioni fatte da alcune persone che abitano vicino al crossodromo e che più volte, anche in passato, si sarebbero lamentate del rumore eccessivo. In realtà i proprietari della pista sostengono di aver fatto effettuare le prove fonometriche secondo le quali tutto rientrerebbe nei parametri consentiti dalla normativa vigente. Tutto sarebbe in regola a loro dire, con le necessarie autorizzazioni, nessun abuso edilizio in quell’area, un ex campo di calcio e baseball, che secondo i proprietari avrebbe ricevuto l’ok degli uffici comunali già nel 2008. Ma la Procura, evidentemente, è di diverso avviso e vuole vederci chiaro. Per questo è stato disposto il provvedimento di sequestro preventivo che ieri mattina è stato eseguito dagli uomini della stazione forestale di Sassari.