Il grande problema della Sardegna: la caccia a febbraio.
Ci sono certe manifestazioni di pensiero che non si sa proprio come catalogare. Per carità, lecite e tutelate dalla nostra carta fondamentale (art. 21 cost.) finchè non sconfinino nella violenza, ma decisamente penose riguardo alle energie profuse per raggiungere un obiettivo tanto arrogante, protervo e illegittimo quanto penoso. La caccia a febbraio è fra questi. Un vero insulto a chi vive sulla sua pelle problemi veri.
Altro che crisi economica devastante, questo è il grande problema della Sardegna, sempre più ridotta a Sardistàn, oscura terra del Mediterraneo centrale.
Priva di motivazioni scientifiche, sanzionata pesantemente dalla Corte di Giustizia europea e dalla Corte costituzionale, costituisce la quasi totalità dell’attività di politici come Ignazio Artizzu (F.L.I.) e la passione becera delle parti più retrive del mondo venatorio, furibondi per l’amputazione giudiziaria del calendario venatorio. Altro che uno straccio di critica al bracconaggio, altro che minima presa di coscienza dei troppi “incidenti” di caccia.
Ora provano a forzare la mano alla Regione autonoma della Sardegna e – in particolare – all’Assessore regionale della difesa dell’ambiente (competente in materia), Giorgio Oppi, politico di lunghissimo corso.
Vorrà inciampare nell’ennesimo contenzioso con l’Unione Europea? Vorrà pagarne le conseguenze? Boh. Noi comunque siamo pronti.
Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia, Gruppo d’Intervento Giuridico
da La Nuova Sardegna, 4 gennaio 2012
Cacciatori sardi in rivolta dopo la sforbiciata al calendario venatorio. Il consigliere regionale Artizzu ha presentato un’interrogazione per sollecitare una deroga. Pier Luigi Piredda
CAGLIARI. I cacciatori scendono in piazza. Senza doppiette, ma armati comunque: di rabbia. Quella rabbia che il consigliere regionale del Fli, Ignazio Artizzu, cacciatore e paladino degli appassionati delle doppiette, ha espresso nell’illustrare le iniziative contro la riduzione del calendario venatorio da parte del Comitato faunistico regionale. Rabbia che si scontra con la serenità di Stefano Deliperi, ambientalista e rappresentante del Gruppo d’intervento giuridico: «Se qualcuno pensa di poter allungare la stagione venatoria, sappia che il ricorso è già pronto». All’origine della contesa: la riduzione del calendario venatorio. I cacciatori potranno sparare gli ultimi colpi ad alcune specie migratorie (tordo, merlo, beccaccia e beccaccino) domenica 8, poi dovranno mettere i fucili nelle rastrelliere e aspettare la riapertura. A meno che, non abbiano la passione per la caccia al cinghiale. A far esplodere la rabbia dei cacciatori, che oggi alle 10 manifesteranno davanti all’assessorato all’Ambiente, in viale Trieste, durante la riunione del Comitato faunistico regionale che dovrà decidere su un’eventuale proroga, è stata la decisione che il Comitato ha preso il 23 dicembre recependo la sentenza del Consiglio di Stato che ha negato l’estensione del periodo di caccia in deroga. «La sentenza – ha spiegato Ignazio Artizzu in u’interrogazione inviata all’assessore all’Ambiente Giorgio Oppi – sarebbe dovuta essere un’ opportunità perla Regione, perchè ha preso come parametri quelli europei. Ma invece di rivedere il calendario venatorio a favore dei cacciatori, i tecnici regionali hanno pensato di restringere ulteriormente il periodo di caccia. Cosìla Sardegna è scesa sotto il livello più basso fissato dall’Europa – ha continuato il primo firmatario dell’interrogazione insieme a Paolo Terzo Sanna, Sisinnio Piras, Mariano Contu ed Edoardo Tocco -. Così si offendono le persone per bene. Sono stati tolti di fatto 22 giorni di caccia. Qualcuno dovrebbe cominciare a valutare anche il lato economico di queste scelte e rendersi conto che, soltanto per le tasse, i 48 mila cacciatori sardi versano ogni anno circa 10 milioni di euro – ha insistito Artizzu – a cui bisogna aggiungere le spese per fucili, cartucce e attrezzature. Un settore che porta tanti soldi all’asfittica economia della Sardegna: anche per questo stiamo cominciando a prendere in esame la possibilità di una class action». Nell’interrogazione, oltre alla proroga delle giornata di caccia, i firmatari hanno hanno anche chiesto che «venga portata in aula la legge di riforma della caccia». «Riforma? Deroghe al calendario? Ma possibile che i cacciatori sardi non si rendano conto che questa giunta regionale li sta prendendo in giro? – ha detto Luigi Lotto, consigliere del Pd -. Era chiaro che il Consiglio di Stato avrebbe tagliato le giornate, perchè non c’erano le necessarie autorizzazioni». Immediata la replica di Nello Cappai, vicecapogruppo dell’Udc e componente della Commissione agricoltura e ambiente: «Nessuno speculi sulla caccia. Quando ci sono tensioni – ha sostenuto il consigliere – spuntano immediatamente i falchi. E’ vero che le associazioni venatorie non hanno votato a favore del calendario, ma mi risulta che si siano astenute. Quando durante l’esame della Finanziaria era stato presentato un emendamento sulla caccia – ha continuato Cappai -, il presidente Cappellacci e l’assessore Oppi avevano assicurato che avrebbero cercato di risolvere la situazione. E a loro mi rivolgo affinchè trovino una soluzione che tuteli i cacciatori sardi. Magari sollecitando la discussione in aula della Legge sulla caccia, già licenziata in Commissione agricoltura. E a Cappellacci – ha concluso il vicecapogruppo dell’Udc – chiedo di intercedere, come presidente della Commissione Isole della Conferenza delle regioni periferiche e marittime d’Europa, affinchè in Sardegna come in Corsica possa essere applicata la norma che consenta di estendere la caccia a tutto febbraio».
Troppe le specie in via di estinzione. L’ambientalista Deliperi annuncia ricorsi. Lotto: «Un grande pasticcio».
CAGLIARI. «Ma se invece i cacciatori cominciassero a lamentarsi perchè sono stati dimenticati? E perchè non è stato fatto nulla per fare in modo che la loro passione sia compatibile con la natura?» Stefano Deliperi, combattivo ambientalista e presidente del Gruppo d’intervento giuridico, non ha intenzione di fare sconti e anzi invia un monito ai cacciatori in vista della manifestazione odierna e dell’imminente decisione del Comitato faunistico regionale che potrebbe accogliere le loro proteste: «Nell’eventualità, il ricorso è già pronto. Devono finirla con le lamentele e anzi comincino a pensare al rischio che stanno facendo correre all’Italia che dovrà pagare una multa enorme alla Comunità europea per non aver rispettato quanto previsto dalle normative comunitarie – ha sostenuto Deliperi -. In Sardegna non è mai stato fatto un censimento serio sulle specie da cacciare e molte sono in via di estinzione. Persino il cinghiale in alcune zone è assente. Che cosa significa? Che le giornate di caccia sono troppe, altro che concedere deroghe». «L’aver ignorato il coinvolgimento dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione ambientale, ndr) nella predisposizione delle deroghe al Calendario venatorio ha determinato un clamoroso passo falso della Giunta e un danno per i cacciatori, ultimi destinatari della legge n. 5 approvata in fretta e furia agli inizi del 2011 – ha detto il consigliere regionale del Pd, Luigi Lotto -. Il risultato è un grande pasticcio. Per oggi le associazioni venatorie hanno organizzato una protesta contro la giunta regionale per contestare le modifiche al Calendario, continuando così la commedia degli equivoci. Il centrodestra, approvando leggi destinate a essere annullate, alimenta nei cacciatori aspettative poco realistiche – ha concluso Luigi Lotto -. Qualora si volesse insistere nel modificarela L. R. 23/98, per evitare di incorrere in altri giudizi di illegittimità, sarebbe opportuno prevedere la delimitazione degli Atc (ambiti territoriali di caccia) e l’istituzione da parte delle Province dei distretti faunistico-venatori».
«Questo è l’ennesimo scippo». Dalla Gallura la protesta di Federcaccia e Sardacaccia.
ARZACHENA. Le modifiche apportate al calendario venatorio sconcertano i cacciatori galluresi. In un documento unitario, firmato dalla sezione della Federcaccia e Sardacaccia Arzachena e dal Comitato faunistico comunale di Luogosanto, si esprime la contrarietà per le decisioni prese. «C’è la chiara percezione dell’ennesimo scippo – attacca il documento -. Un calendario che a stagione iniziata subisce due importanti variazioni dà l’idea di quanto fosse “accurata” la sua preparazione, riguardanti il prelievo di beccacce e la chiusura l’otto gennaio per le specie migratorie più importanti per la caccia in Gallura, come tordo e beccaccia». «Tanti sono i dubbi sulla legittimità di una modifica così sostanziale a stagione quasi conclusa – continuano i cacciatori galluresi -, e che interviene e limita l’attività venatoria proprio su quelle specie che tradizionalmente caratterizzano la caccia in Gallura a gennaio. Fa riflettere l’assenza di nuove disposizioni o normative che abbiano determinato questa ennesima modifica che scaturisce dalla sola applicazione della legge quadro sulla caccia». Secondo i cacciatori galluresi è evidente una carenza normativa della Regione che non si è dotata di una legge adeguata per garantire un calendario venatorio corretto e inattaccabile. «E’ necessario evitare ipocrisie e strumentalizzazioni: allo stato attuale con una densità di volpi e soprattutto cinghiali che supera ormai da un decennio il numero sostenibile dalla Gallura, pensare di interrompere la caccia anche per poche stagioni significherebbe decretare l’estinzione della pernice sarda e la materiale impossibilità di conseguire reddito dalle produzioni agricole. Avevamo già il calendario più restrittivo d’Europa e ora ci troviamo a subire la chiusura della caccia alla migratoria all’8 di gennaio. Davvero una beffa».
(foto S.D., archivio GrIG)
Ma per questi cacciatori , che evidentemente hanno molti soldi da sparare , esiste la crisi ?
Sembra di no.
A.N.S.A., 4 gennaio 2012
Caccia:doppiette in piazza a Cagliari,subito deroghe gennaio. Troppi vincoli in calendario venatorio, pronti ricorsi: http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/sardegna/2012/01/04/visualizza_new.html_40422067.html
A.G.I., 4 gennaio 2012
CACCIA: MANIFESTAZIONE A CAGLIARI, CLASS ACTION CONTRO CALENDARIO: http://www.agi.it/cagliari/notizie/201201041105-cro-rca1016-caccia_manifestazione_a_cagliari_class_action_contro_calendario
da La Nuova Sardegna on line, 4 gennaio 2012
Caccia, le doppiette pronte ad andare in tribunale: http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2012/01/04/news/caccia-le-doppiette-pronte-ad-andare-in-tribunale-5495337
Calendario venatorio, mille cacciatori in piazza a Cagliari:
http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2012/01/04/news/calendario-venatorio-mille-cacciatori-in-piazza-a-cagliari-5494980
da L’Unione Sarda on line, 4 gennaio 2012
Cagliari, la protesta dei cacciatori. “Pronti a rivolgerci al Tribunale”: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/248490
cari cacciatori perdigiorno, andate a lavorare!!!! se vi avanzano tanti soldi da comprarvi fucili e cartucce, dateli in beneficenza!!!!
perche non ci va lei a lavorare che sta perdendo tempo a guardare i fatti che non gli riguardano impari a farsi i fatti propi ììììììì
è questo il vostro primo “errore”, Massimiliano: la fauna è di tutti i cittadini italiani, non è proprietà privata dei cacciatori, finchè non vi entra in testa questo concetto basilare non avrete capito nulla 😉
è ora di finirla con questi cacciatori prepotenti e un poveraccio non può nemmeno fare una passeggiata nei boschi senza correre il rischio di essere impallinato!
ma perche non pensa ai fatti suoi che farebbe meglio
sono “fatti suoi”, perchè fauna e boschi sono di tutti, non sono proprietà privata dei cacciatori, finchè non vi entra in testa questo concetto basilare non avrete capito nulla 😉
A.G.I., 4 gennaio 2012
CACCIA: ASSESSORE ALL’AMBIENTE FIRMA DECRETO PROROGA A 19 GENNAIO.
(AGI) – Cagliari 4 gen. – Il Comitato Regionale Faunistico, presieduto dall’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Giorgio Oppi, ha deliberato la prosecuzione dell’attivita’ venatoria nel mese di gennaio 2012, prevedendo la proroga per le specie cesena, tordo bottaccio e tordo sassello sino al giorno 19 gennaio 2012. Pertanto, la caccia a queste specie e’ consentita anche nei giorni 12,15, e 19 gennaio 2012. Il decreto entrera’ in vigore il giorno della pubblicazione sul BURAS del 7 gennaio 2012. Stamane circa 300 cacciatori avevano manifestato davanti alla sede dell’assessorato, a Cagliari, per protestare contro le limitazioni al calendario venatorio che prevedevano la chiusura per diverse specie all’8 gennaio.
A.N.S.A., 4 gennaio 2012
Caccia: solo tordi sino a 19/1, doppiette insoddifatte. Parziale modifica, resta stop 8 gennaio per altre specie.
CAGLIARI, 4 GEN – Solo un piccolo ritocco al calendario venatorio: la deroga sino al 19 gennaio riguardera’ i tordi. Per il resto rimangono le modifiche che hanno fatto scendere in piazza a Cagliari un migliaio di cacciatori: si potra’ puntare il fucile su merli, beccacce e beccaccine sino all’8 gennaio, poi non ci sara’ alcuna deroga se non per i tordi. E’ questo il responso della riunione del Comitato faunistico regionale. Molta delusione tra i cacciatori e gli armieri. ”Non siamo soddisfatti – dicono a nome delle 48mila doppiette sarde – andremo avanti con le azioni legali”.
e secondo te io non posso fare una passeggiata e non posso andare a cercare perchè tu devi sparare????
la fauna è di tutti cittadini! allora pagate anche voi per il ripopolamento ? voi dei gruppi ambientalisti!! quante volte vi siete messi il problema di spendere due lire euro ora per ripopolare la sardegna di ciò che sta scomparendo e di come scompaiono le specie , non di certo per via dei cacciatori!!
oppure perché non guardate le attività di ripopolamento forestali?
certo che liberare 40 coppie di pernici in giugno è logico in una terra come la sardegna che da maggio vede già le carenze idriche, ma questo passa inosservato alla gente che pensa solo a condannare i cacciatori!! che per voi sarà pure uno sport barbaro anche se quello che noi prendiamo lo mangiamo!! ma prima di giudicare noi, giudicate voi stessi , cosa fate per salvaguardare la fauna? per controllare come viene rispettata la natura? sapete come vivono questi animali e come fare per permettere di riprodursi? non sapete un’emerita m….a della natura!! e quanto meno come conservarla!!
oltretutto dei nostri soldi spesi una parte viene usata per i vostri finanziamenti, iniziate a rifiutare questi soldi “sporchi” come credo che dovreste definirli, io non comprerei mai delle cartucce coi vostri soldi!!
Antonio, mi sembra che abbia perso completamento il senso della realtà. Causate l’estinzione di un patrimonio che appartiene a tutti e vi lagnate se il patrimonio si estingue? Smettete di cacciare e non si estinguerà più.
Rilasciate in natura, tanto per dire, specie di cinghiali estranee all’ecosistema e se proliferano eccessivamente date la colpa agli ambientalisti? Smettetela con queste immissioni dannose e non prolifereranno più.
Causate multe miliardarie da parte dell’UE, costringendo tutti i cittadini a sostenere oneri causati dalle vostre lobby e piagnucolate sui costi eccessivi dell’attività. Cessate l’attività e cesseranno anche i costi da sostenere, per voi e per i cittadini, Non lo ordina nessun medico di andare a sparare per le campagne e per i boschi.
Sequestrate interi territori per scopi privati e piagnucolate se vengono fatte rispettare le leggi europee che limitano un po’ questo abuso di fatto (legalizzato, ma sempre abuso è perché limita fortemente la libertà altrui e pone a rischio l’incolumità di chi vorrebbe, udite udite, poter passeggiare per un bosco anche nei periodi di caccia). Fatevene una ragione e smettetela di pretendere il diritto all’illegalità.
Insomma, la vostra sfacciataggine è pari soltanto all’indifferenza e al silenzio che avete mostrato davanti a fatti come quello dei giorni scorsi, quando (che sorpresa! non se lo immaginava nessuno) un’intera “compagnia di caccia” è stata colta a praticare allegramente un vergognoso bracconaggio di massa usando armi illegali. Neanche uno stormir di fronde da parte dellle associazioni venatorie.
oh, ma quanta carne mangiano questi cacciatori?! E il colesterolo??
da Sardegna Quotidiano, 5 gennaio 2012
Mille cacciatori in piazza. “Siamo stanchi di subire”. (Paolo Rapeanu): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20120105090306.pdf
da L’Unione Sarda, 5 gennaio 2012
Caccia, si alla proroga tra le proteste. (Francesco Pinna): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_151_20120105090155.pdf
da La Nuova Sardegna, 5 gennaio 2012 (http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2012/01/05/news/caccia-le-doppiette-vincono-tre-giornate-al-tordo-5500073)
Caccia, le doppiette «vincono» tre giornate al tordo. Un migliaio davanti all’assessorato per chiedere il rispetto del Calendario venatorio. Gli ambientalisti annunciano una raffica di ricorsi. (Pier Luigi Piredda)
CAGLIARI. Sono arrivati in viale Trieste a centinaia, molti di più di quelli attesi dagli organizzatori. Armati di fischietti, trombette e petardi, che visto il periodo non potevano mancare, qualcuno persino con il fucile scarico a tracolla dentro la custodia, i cacciatori hanno deciso di far sentire la loro voce dopo quello che hanno considerato «un ennesimo scippo per una categoria che spende ogni anno fior di quattrini soltanto per passione»: la sforbiciata al Calendario venatorio che il Comitato faunistico regionale ha assestato il 23 dicembre dopo la sentenza del Consiglio di Stato che aveva negato l’estensione del periodo di caccia.
Hanno voluto far sentire la loro voce i tanti cacciatori che, alle 9,30, si sono appostati davanti all’assessorato all’Ambiente, ma soprattutto il loro peso nell’accogliere in maniera rumorosa i componenti del Comitato faunistico regionale che di li a poco si sarebbero dovuto riunire per decidere se concedere una proroga. Dopo le veementi proteste di fine anno, culminate con un’interrogazione firmata dai consiglieri regionali Ignazio Artizzu, Paolo Terzo Sanna, Sisinnio Piras, Mariano Contu, Edoardo Tocco e Nello Cappai.
La grande mobilitazione ha partorito almeno un…topolino. Il Comitato regionale faunistico ha infatti deliberato «la prosecuzione dell’attività venatoria per gennaio, prevedendo la proroga per le specie: cesena, tordo bottaccio e tordo sassello sino al 19 gennaio 2012. Pertanto, la caccia a queste specie è consentita anche nei giorni 12, 15, e 19 gennaio 2012. Il decreto entrerà in vigore il giorno della pubblicazione sul Buras del 7 gennaio 2012».
Tre giornate in più che non hanno certamente soddisfatto i cacciatori: «Ma dove vanno a finire i nostri soldi? Da quanto tempo la Regione non fa un censimento delle specie e un ripopolamento?»
E che hanno anche provocato la reazione delle associazioni ambientaliste. «Avevo annunciato che il ricorso era pronto – ha sostenuto Stefano Deliperi, del Gruppo d’intervento giuridico -, per inviarlo aspetteremo di avere il verbale della riunione del Comitato con i nomi di chi ha votato a favore. Poi, lo inoltreremo alla Corte di giustizia europea, alla Corte dei conti e anche alla procura della Repubblica. Questo è un regalo ai cacciatori che sono scesi in piazza a protestare – ha concluso Stefano Deliperi -. Ma sono certo che il Consiglio di Stato ribadirà quanto già sostenuto qualche giorno fa nella sentenza che ha provocato il taglio delle giornate. Perchè alla base della nullità della proroga appena concessa c’è la mancanza del fondamentale parere dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione ambientale, ndr). Stiamo assistendo – ha concluso l’ambientalista del Grig – all’ennesima carnevalata».
Mentre gli ambientalisti hanno già annunciato il ricorso. Proteste da tutta la Sardegna con trombette, fischietti e petardi. (Pier Luigi Carta)
CAGLIARI. «Siamo pronti a portare avanti ogni tipo d’azione legale per difendere il Calendario venatorio originale senza i limiti imposti dalle nuove modifiche – ha affermato Marco Efisio Pisanu, presidente regionale dell’associazione Cpa, Caccia Pesca Ambiente, promotrice della protesta – abbiamo pagato le tasse per un calendario e poi ce ne impongono un altro, ancora più limitativo. Se i nostri politici non sono capaci di tutelare la categoria dei cacciatori – aggiunge Pisanu – ne pagheranno le conseguenze alle elezioni».
Un’affluenza imponente che ha colto di sorpresa le forze dell’ordine: oltre 1000 cacciatori provenienti da tutta la Sardegna si sono ritrovati davanti all’assessorato regionale all’Ambiente. Per far sentire la loro voce a difesa del Calendario venatorio. Per sostenere l’originale e non quello modificato dalla sentenza del Consiglio di Stato. Stagione troppo breve quella di quest’anno e la caccia a tordo, merlo e beccaccia è ormai quasi sfumata.
Il Comitato regionale faunistico, incalzato dalle associazioni venatorie ha esteso il periodo di caccia al tordo fino al 19 gennaio. Tre giornate in più. Restano invariate le altre date: la caccia a coniglio selvatico e colombaccio chiuderà il 19, quella al cinghiale il 30 gennaio.
Il palazzo dell’assessorato è stato presidiato dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, mentre lo sdegno dei manifestanti, approdati dalle campagne alla piazza, è stato sfogato rumorosamente con cori, fischietti, trombette e petardi. Due giornate in più come consolazione non bastano e la protesta è destinata da andare avanti. L’umore dei cacciatori è teso, a prescindere dal nuovo calendario. I flussi migratori in Sardegna hanno ritmi diversi rispetto al resto d’Italia e si richiede pertanto un adeguamento del calendario.
«L’ultima modifica – spiega Mario Mandaresu, cacciatore di Calangianus – non tiene conto del fatto che il tordo e il merlo si muovono più tardi rispetto ad altre regioni. Senza contare che in Italia i giorni di caccia sono tre a scelta su cinque mentre in Sardegna si caccia solo il giovedì e la domenica».
Secondo i manifestanti, il Calendario sardo è quello più restrittivo d’Italia. E la polemica è rivolta anche contro gli ambientalisti. «I cacciatori regolari dimostrano grande rispetto per l’ambiente e gli associati delle “autogestite” svolgono un’importante funzione di controllo e di salvaguardia del territorio contro il bracconaggio e il pericolo d’incendi», sottolinea Alessio Pasella, dirigente del Movimento sardo pro territorio.
«La caccia è un passatempo che mi permette di stare all’aria aperta – ha spiegato un cacciatore sassarese -. È l’hobby che mi aiuta a rilassarmi dopo una settimana di lavoro. Perchè vogliono togliercelo? Non siamo gli Unni di Attilia, ma persone con una passione per la natura anche più grande di quanti si reputano ambientalisti, e poi lo sono solo a parole».
In piazza, oltre al Cpa e all’Ucs erano tante le associazioni coinvolte, mancavano però all’appello la Federazione italiana della caccia e Sarda Caccia.
da Sardegna 24, 5 gennaio 2012 (http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20120105090401.pdf)
Caccia, la guerra del calendario. In mille davanti all’assessorato all’Ambiente, poi arriva il compromesso contestato: tre giornate in più solo per i tordi. (Monia Melis)
CAGLIARI. Una concessione, niente di più. E vale solo per la caccia al tordo, prorogata fino al 19 gennaio. Nulla da fare invece per merli, beccacce e beccaccini. L’ultima domenica utile per sparare sarà la prossima, l’8 gennaio. E così le associazioni dei cacciatori sono di nuovo pronte a scendere in campo, anche attraverso le vie legali. Contestano, insieme ai rappresentanti degli armieri, la modifica al calendario venatorio che taglia di circa tre settimane il periodo utile. Che in concreto significa tre giorni, visto che si spara giovedì, domenica oltra ai festivi infrasettimanali. Nello specifico 12, 15 e 19 gennaio.
La protesta. In circa mille ieri mattina erano in via Roma a Cagliari davanti all’assessorato all’Ambiente per ribadire la loro rabbia contro la decisione del Comitato faunistico a dicembre in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato che aveva sospeso del tutto il calendario. Per i cacciatori, in tutto 48mila le doppiette sarde, si tratta di “cattiva interpretazione delle direttive comunitarie” e sono disposti anche alla class action. Ieri sono arrivati da tutta l’Isola, da Alghero e dal Sulcis, in molti con la mimetica e con i cani, spaventati dal traffico. Documenti alla mano, mappe e il confronto con la vicina Corsica. Il sit-in rumoroso è durato
tutta la mattina: niente conferenza stampa all’interno, però, perché non è stata concessa la sala. E così verso le 11 i rappresentanti hanno letto con stizza i comunicati e aspettato che nel palazzo finisse la riunione del Comitato faunistico, che comprende anche rappresentanti delle associazioni ambientaliste ed è presieduto dallo stesso assessore all’Ambiente, Giorgio Oppi
Il compromesso dello scontento. E così nel primo pomeriggio quando è stato divulgato il risultato della riunione, operativa dalla pubblicazione sul Buras, si diffonde la delusione tra i cacciatori. «Non siamo soddisfatti – ha spiegato il presidente dell’associazione Caccia, Pesca e Ambiente Marco Pisanu – andremo avanti con le azioni legali. L’assessore Oppi ci ha manifestato la disponibilità
a incontrarci ancora: sicuramente un buon segnale. Parallelamente, però, noi continueremo la battaglia per far sì che vengano riconosciuti i diritti delle 48 mila persone che le associazioni
rappresentano». Stessa posizione di Emanuele Farnetti, del Coordinamento associazione venatorie: «Si tratta di soli tre giorni in più. È una presa in giro. Abbiamo pagato per tutta la stagione e ora non non staremo a guardare». Il peccato originale è la sentenza del Consiglio di stato che a dicembre ha sospeso il calendario venatorio sardo, da lì la riunione del Comitato faunistico che ha ristretto le date. Grazie anche al parere dell’Ispra, Istituto superiore protezione ambientale, contestato dai cacciatori perché ritenuto non vincolante. E di fatto diventa una questione politica.
Gli ambientalisti pronti al ricorso . Del compromesso, non sono contenti nemmeno i rappresentanti delle associazioni ambientaliste che fanno parte del Comitato. Anche loro sono pronti al ricorso mentre aspettano per i primi di febbraio la sentenza del Tar sul merito alle loro contestazioni. «Ci rivolgeremo alla Procura della Repubblica per la mancata esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato – dice Paolo Fiori del Gruppo d’intervento giuridico. Stefano Deliperi aggiunge: «In Sardegna
non ci sono censimenti, si dovrebbe cacciare in base alla fauna. Ma così non è». E tra ricorsi e proteste le ultime giornate di caccia diventano una guerra.
1) non so se conosci il fatto dell’arrivo di altri cinghiali di ragga diversaa in sardegna ma quello prova a chiederlo a chi si occupa di territori come la maddalena e come caprerae non parlo dei cacciatori ma di chi porta i cinghiali con i barconi magari anche scortati da forestale e guardia costiera!) e vedrai da dove arrivano i cinghiali diversi diciamo.
2) pernici : le pernici diminuiscono molto velocemente perchè ormai non c’è niente da mangiare con la morte dell’agricoltura muore anche il nutrimentro per queste specie che ogni anno( almeno cosi nella mia zona) noi cacciatori nei tempi giusti cioè ora e non a giugno cerchiamo di ripopolare rilanciando coppie allevate da altri cacciatori o da noi stessi e PERNICE SARDA DOC non altre specie
3) fate chiudere la caccia al tordo per salvaguardarlo poi da qui vola in spagna dove vengono sterminati con pesticidi retie tutto ciòc he le vien bene e il prodotto viene venduto qui in vaschette già pronte a 25 euroi a vaschetta( non sarebbe meglio che ce li uccidessimo noi a questo punto?)
4 ) armi illegali ? e cosa cacciavano con m20? e cmq per la colpa di un paio di cretini non devono pagare tutti oltre che se magari conosci bene il calendario tu parli di cinghiale il cinghiale non è stato proprio toccato nel calendario venatorio :D! solo le specie migranti che sono state toccate!!
e cmq sequestrate terreni interi? non so con chi hai a che fare tu o se mai hai avuto a che fare con qualcuno in campagna cmq mi sembra logico che durante una battuta di caccia non è molto consigliato entare in mezzo a cercare funghi o a fare una passeggiata, ma per l’incolumita di ogni persona! come quando fanno il rally mica passeggi nella strada?
probabilmente dovreste conoscere meglio il nostro mondo e non limitarvi magari per sfortuna a qualche individuo assurdo che esiste anche tra di noi!!
arrivederci e grazie!
Guarda, facciamo che il numero delle giornate di caccia sia uguale a quello in cui si svolgono i rally e ci troviamo subito d’accordo.
Oppure, invertendo le cose, se ad ogni giornata di caccia corrispondesse una giornata di rally che succederebbe?
solo per segnalarti che il Cinghiale europeo (Sus scrofa scrofa), più grande e prolifico del Cinghiale sardo (Sus scrofa meridionalis), è stato introdotto in Sardegna proprio da cacciatori, per scopi venatori.
Ciò è avvenuto anche nelle Isole minori (La Maddalena, Caprera, San Pietro). A La Maddalena e Caprera, poi, i barconi scortati dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale e dalla Guardia Costiera hanno portato via numerosi esemplari di ibrido Cinghial-Maiale catturati nell’ambito di uno specifico programma del Parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena (vds. http://www.parcoinforma.it/04-2011/articolo/ibridi-di-cinghiale-sono-iniziate-le-operazioni-di-cattura).
I (pochi) Cinghiali erano stati introdotti anni fa proprio da cacciatori locali.
Sui “ripopolamenti” ci sarebbe moltissimo da dire, forse faremo un articolo specifico in proposito.
da la Nuova Sardegna, 8 ottobre 2009
Carloforte, l invasione «aliena» delle cornacchie e dei cinghiali. (Simone Repetto)
CARLOFORTE. E’ allarme specie “aliene” nell’isola di San Pietro. Con risvolti e conseguenze che preoccupano non poco gli abitanti. Stavolta, le segnalazioni non vengono dal mare, come accaduto per specie tropicali quali il granchietto “flat crab” o l’alga Caulerpa racemosa, ma per animali terrestri ben noti al pubblico: cornacchie e cinghiali. Due specie profondamente diverse, ma allo stesso modo “invasive”, quando immesse in un territorio dove non esistevano, con risvolti non prevedibili su un ecosistema fragile e tipicamente “chiuso”, come quello dell’isola di San Pietro. La prima specie “alloctona” a comparire sulla scena carolina è stata la cornacchia. Introdotta qualche anno fa da mani poco lungimiranti ed a tutt’oggi anomime, il volatile ha finito per trovare terreno fertile nei campi aperti, vallate, pinete e colline isolane, al punto da riprodursi con successo e aumentare di numero a vista d’occhio. Il classico e poco regale “gracchiare” del corvo, è divenuto sempre più familiare tra gli abitanti delle campagne, ma anche della periferia urbana. Questo uccello, è infatti noto per la sua intelligenza e l’alta capacità di adattamento, in grado di vivere in ambienti diversi ed abituato alla presenza umana, pur mantenendo lo stato selvatico senza mai avvicinarsi troppo. Inoltre, è in grado di trovare il cibo in ogni luogo, potendo nutrirsi di altri animali, frutta e ortaggi, predare pulcini e mangiare uova. Per questo, rappresenta un problema per le nascite di altre specie di uccelli, come segnalato in più di una occasione a Carloforte, costituendo una vera e propria insidia ornitologica per passeriformi, trampolieri ed anche rapaci quali poiane, falchi pellegrini ed il raro falco della Regina. Non meglio va agli agricoltori, che vedono aumentare i danni ai loro orti, devastati dal potente becco delle cornacchie, segnalate in assembramenti zonali di oltre 120 esemplari. Discorso simile per il cinghiale, fino a ieri sconosciuto nell’isola. Pare che qualche ignoto ed incauto faccendiere, abbia volutamente immesso nei boschi isolani alcuni esemplari, per dilettarsi nella caccia e per addestrare a dovere cani “da cinghiale”, allo scopo di rivenderli sul mercato cinofilo a prezzi elevati. Ed anche in questo caso, già si contano i danni lamentati da alcuni privati nelle loro campagne, “visitate” dall’inatteso, nuovo inquilino. Lo sviluppo delle due specie è ormai sfuggito di mano, e diversi cittadini chiedono a gran voce un intervento serio, alle istituzioni ed alla Forestale, per riportare la situazione sotto controllo. Oltre alla moltitudine di danni arrecati, a rischio c’è il naturale equilibrio florofaunistico dell’isola, sito di interesse comunitario con zona di protezione speciale e Oasi Lipu, costituite per la protezione dei volatili, tra cui non figurano le cornacchie, né tantomeno i cinghiali.
Dunque, visto che la caccia è uno sport che però serve anche a sfamare i cacciatori e le loro famiglie, continuo a chiedere: quanta carne serve mediamente ad un cacciatore per essere sazio? Perchè, invece di considerarla una nobile tradizione, non viene considerata per quello che è, ossia l’ennesima faccia del consumismo e dello spreco, così come gli allevamenti intensivi?
A.N.S.A., 5 gennaio 2012
Caccia: modifica Calendario,ambientalisti annunciano denunce. Per presunta illegittimita’ atti Comitato faunistico e Regione.
(ANSA) – CAGLIARI, 5 GEN – Le associazioni Enpa, Lav, Legambiente, Lipu BirdLife Italia e Wwf Italia hanno incaricato i propri legali di presentare denuncia alla Procura di Cagliari e Corte dei Conti per le modifiche apportate al calendario venatorio dal Comitato tecnico regionale e approvate dall’assessore della Difesa dell’Ambiente Giorgio Oppi. Secondo gli ambientalisti, la vicenda sarda apre una nuova fase nel contrasto agli abusi in materia venatoria, che sara’ estesa ovunque per perseguire chi continua a favorire illegittimamente interessi privati a danno degli animali e della natura.
io da cacciatore dico che la caccia dovrebbe chiudere già da adesso e x il prossimo anno! la selvaggina è a forte rischio e la colpa è sopratutto di quelli che non rispettano il calendario venatorio!
grazie per il suo contributo, sono tanti – veramente tanti – i cacciatori che ci contattano per dirci proprio queste cose: soprattutto Lepri e Pernici sarde sono in grave rischio di estinzione e i primi a dirlo sono tanti cacciatori responsabili. E’ il momento di voltare pagina e di non dar più alcun credito alle frange più retrive del mondo venatorio. Coraggio!
Fa piacere sentire una voce che dimostra che la ragionevolezza può essere prerogativa anche di una parte del mondo venatorio.
ma su questo sono d’accordassimo con te e con tutti quelli che la pensano cosi, solo che il cambiamento del calendario venatorio non tocca in minimo modo le specie autoctone perchè va a toccare le migratorie che lasciate partire da qui vanno a distruggersi in spagna, non ah toccato minimamente il cinghiale o la pernice o ancora meno al lepre che sono chiuse da ottobre grazie a Dio, ha toccato i tordi di vario tipo, anatre di poco e le beccacce, altro nulla il resto è completamente uguale chiude invece del 31 il 30 cioè il lunedi sia per conigli sia per cinghiali sia per colombacci!! quindi che salvaguardia del patrimonio della sardegna è? se chiudessero la caccia alla pernice anche per due anni ne sarei felicissimo, sono più di due anni che non ci vado a cacciare le pernici perchè qui gli incendi hanno fatto disastri!! quindi se parliamo di aver modificato il calendario per la selvaggina che si sta estinguendo mi dispiace ma con questa manovra del calendario non hanno risolto nulla!!!
è più un dispetto!!
e comunque anche se non vado a caccia di cinghiali( io faccio all’80% migratoria), spezzo una piccola lancia in favore dei cacciatori di cinghiale collegandomi al fatto che si appropriano di interi boschi e non permettono di poter fare una passeggiata a chi vuole farla! non so dove abiti tu ma dove fanno le cacce al cinghiale in sardegna non credo siano posti adatti per fare passeggiate a meno che non siano passeggiate extreme!!
e una dicendo che gli agricoltori non odiano i cacciiatori specialmente di cinghiale e volpi!!
saluto tutti e e dico che fondamentale è rispettare la natura in tutti i modi!! sia per chi caccia sia per chi fa fuoristrada trekking rally echi va a raccogliere fiori!!!
ciao
Sono splendidi luoghi per escursioni e passeggiate più o meno impegnative.
Ad esempio le bellissime zone montuose sopra le lottizzazioni di Capoterra. Domenica scorsa tratto iniziale dell’escursione in un clima ben poco rilassato attorniato da due sovraeccitate compagnie di caccia con urla, trombette, fischi, assembramenti di decine di fuoristrade e, as usual, spari molto ravvicinati alla sede stradale.
Questa è la norma ogni qualvolta ci si imbatte in gruppi di cacciatori.
che noia…come al solito, le incapacità gestionali delle zone umide sarde sono “colpa” dei cormorani.
da La Nuova Sardegna, 17 gennaio 2012
Cabras. Le doppiette sarebbero l’unica soluzione contro i danni.
I pescatori alla Regione: fateci sparare ai cormorani.
CABRAS. Pescatori contro cormorani. Ancora una volta. I predatori alati stanno turbando le acque dello stango di Mar’e Pontis e i pensieri dei pescatori che, davanti a un nemico inafferrabile e puntuale come le cambiali, non possono fare altro che chiedere udienza in Regione: «Siamo in attesa di ottenere una risposta da Cagliari», afferma il presidente del Consorzio Pontis, Francesco Meli, «venerdì abbiamo allertato gli assessori Oscar Cherchi, Giorgio Oppi e il presidente Ugo Cappellacci ma per il momento non abbiamo ancora ottenuto risposta».
D’altra parte, la strategia non può che essere questa. Lo stagno è di proprietà della Regione e le richieste dei pescatori devono passare per forza di cose da viale Trento. Anche quando le domande sono sempre le stesse, come capita a Cabras da ormai troppo tempo. La preghiera che si alza dalle sponde dello stagno sembra provenire da un disco rotto: «Fateci sparare, solo così possiamo risolvere il problema. Pochi hanno idea di quello che succede ogni mattina sullo stagno – spiega ancora Meli – quando sulle nostre teste volteggiano diecimila cormorani affamati che fanno scempio del pesce che avremmo dovuto pescare quest’estate e la prossima». Lo scenario, dunque, è esattamente lo stesso che si compone ogni volta che il calendario arriva agennaio e al massimo afflusso della popolazione migrante dei cormorani. Insomma, la strada è quella delle doppiette e dei pallettoni. Per capire se effettivamente i pescatori potranno trasformarsi in cacciatori sarà necessario attendere la risposta della Regione e, soprattutto, quella dell’Unione Europea a cui spetta l’ultima parola prima di un eventuale abbattimento controllato dei cormorani. Nel frattempo, a Mar’e Pontis le stanno provando tutte. Con scarsi risultati. Il primo tentativo è stato portato avanti con la collaborazione dell’Area marina che ha messo a disposizione del Consorzio Pontis un piccolo avanzo di bilancio: «Abbiamo provato a sistemare alcuni dissuasori sulle acque dello stagno senza però ottenere nessun risultato». I fili legati ai pali che sorreggono le reti anti-volatile non hanno dunque placato la voracità e l’efficacia dei cormorani in planata. Lo stagno, infatti, è decisamente troppo grande perchè un sistema di questo genere possa offrire garanzie. Rimane da mettere alla prova un progetto finaziato dalla Cee. Si tratta di un sistema di gabbie in grado di sostituire i canneti che un tempo crevano sulle rive delo stagno, offrendo così un efficace riparo ai muggini. Dalla Danimarca, intanto, arriva una notizia che potrebbe soddisfare le sete di vendetta dei pescatori: le doppiette sono considerate un importante strumento di gestione della voracità dei cormorani.
da La Nuova Sardegna, 18 gennaio 2012
Cormorani in picchiata sulla peschiera Pontis: saccheggiate le vasche.
I pescatori: «Da giorni ci attaccano continuamente siamo allo stremo, attendiamo il permesso di sparare». (Claudio Zoccheddu)
CABRAS. Ormai è guerra. I cormorani stanno mettendo a dura prova la resistenza psicologica e le coronarie dei pescatori di Cabras. Gli attacchi, infatti, sono all’ordine del giorno. Anche ieri mattina, quando il sole aveva appena fatto capolino sullo stagno di Mar’e Pontis, uno stormo di cormorani si è esibito in una “picchiata” degna dei migliori piloti da combattimento. Obiettivo, questa volta decisamente sensibile, le vasche della peschiera Pontis. Ovvero, il centro nevralgico delle attività di pesca nello stagno.
E come ogni battaglia che si rispetti, sul campo sono rimasti diversi caduti. Pesci, soprattutto, ma anche un cormorano troppo sicuro dei suoi mezzi: «Stamane abbiamo assistito alla solita razzia – spiega Francesco Meli, neopresidente del Consorzio delle cooperative Pontis – questa volta gli uccelli hanno preso di mira i lavorieri della peschiera, dove il pesce staziona prima di essere pescato. Dunque, abbiamo potuto assistere allo spettacolo da una postazione privilegiata». I cormorani hanno affondato i becchi e le piume proprio sotto il naso dei pescatori. Mentre i pennuti facevano piazza pulita di muggini, orate e spigole, gli uomini del consorzio guardavano con le braccia conserte senza la possibilità di alzare neanche un dito, e tantomeno una doppietta. Per poter dissuadere i cormorani, infatti, è necessario attendere il permesso della Regione che, fino a ora, non è arrivato nonostante le pressanti richieste inoltratate dai vertici consortili. L’umore dei pescatori è sotto i tacchi: «Questo è solo uno dei tanti episodi a cui siamo costretti ad assistere – dice ancora Mali – sicuramente è tra i più eclatanti perchè gli ucelli ci sono piombati addosso proprio nella nostra casa, nel posto dove lavoriamo tutti i giorni e dove credevamo di avere un minimo di tranquillità». Invece, niente. La guerra è guerra e alla tante incursioni dal cielo dovrà essere aggiunta anche un’azione spregiudicata che è costata le penne, è proprio il caso di dirlo, anche a un uccello: «Abbiamo ripescato un cormorano morto ma solo noi abbiamo un’idea di quello che ci costa l’invadenza di questi predatori. Lo ripeto ancora una volta, se non dovessero darci il premesso di sparare rischiamo di rimanere senza lavoro per due stagioni», conclude Meli.
Salve,la selvagina non e di tutti i cittani come dice il signore,e dei cacciatori perche paghia mo un bel po di soldi per ogni stagione e per quello che cacciamo, il piu delle volte torniamo a mani vuote perche non ce piu niente,perche la nostra regione che prende 10 milioni di €,da noi 48.000 cacciatori solo in sardegna ,e non pensa di fare RIPOPOLAMENTO ma pensa solo a metterseli in tasca e spenderli in alro modo oppure andranno in qualche portafoglio di qualche nostro amato politico(se possiamo chiamarli politici perche per me sono solo maffiosi)…..cmq ho pagato la quota per la stagione venatoria 2011/12 perche mi andava bene quel calendario poi neanche a meta stagione incominciano a modificare e fare tutto quello che vogliono e ora di finirla se pago per quello deve essere quello ci dobbiamo svegliare ma sopprattutto le associazioni se non fanno il loro dovere loro cosa paghiamo a fare…..noi la finiremmo a sparare da un tiro a volo all altro…..spero di no….anche quest anno ho pagato per amdare a caccia fino al ternta gennaio invece mi trovo a oggi 19gennaio a casa perche non vado ne a caccia grossa e ne ai colombacci,e a me chi me li rimborsa quei soldi??????? Chi mi sa rispondere???
Mirko, la fauna è proprio patrimonio indisponibile dello Stato, quindi di tutti noi cittadini, voi cacciatori avete una “concessione” onerosa nei tempi e modi stabiliti da calendari venatori.
da La nuova Sardegna, 21 gennaio 2012
Oliena. Undici compagnie. Calendario venatorio, trecento cacciatori fanno marcia indietro.
OLIENA. Mancano ancora tre giornate poi la stagione venatoria per la caccia grossa va in vacanza. Ed è già tempo di stilare i primi bilanci in vista del rush finale per le 11 compagnie di caccia. Un piccolo esercito di circa 300 persone amanti della caccia ma che si lamentano per il calendario troppo lungo. Sono in tanti infatti a dire che sarebbe il caso di ritornare al vecchio calendario. Già affilate le armi per domani quando di buon mattino i vari gruppi si spanderanno per il territorio per un’altra giornata di caccia grossa. Tutti di fantasia o legati al capocaccia i nomi delle compagnie che in totale finora hanno già abbattuto 401 cinghiali contro i 381 dello scorso anno a fine campagna. Numero che è destinato a crescere ulteriormente. Ecco i nomi: Alpini con capo caccia Cicciu Cucca che conta 25 fucili e 10 battitoio, Bionicos, Baboredu Manca, 25 poste e 18 battitori; Malunes, capocaccia Gioseppe Malune,30 poste e 19 battitori. Lai, di Giovannino Lai, anche loro 30 poste e 20 battitori, Runiglios, capo caccia Gioseppe Runigliu, 30 fucili e 10 battitori. Limpidu, il cui capocaccia è Pippinu Limpidu che conta 30 fucili 30 battitori, Ricchi e Poveri, capocaccia, Ciulleddu Fadda, 23 fucili 10 battitori, Alitalia capocaccia, Nicola Flore, 25 fucili 24 battitori, Varderios, Capocaccia Graziano Varderiu 15 fucili e 14 Battitori, Sos de Monte, 10 fucili e 12 battitori, Aldo Cucca, 15 fucili 15 Battitori. Poi ci sono altri gruppi spontanei e che contano una decina di fucili e 15 battitori. Questa la classifica dei cinghiali abbattuti: Bionicos, 68, Malunes 62, Lai 30, Runiglios 55,Limpidu e Alpinos 40, Ciulledu 25, Alitalia 33, Sos de Monte 20, Aldo Cucca 19 e Varderiu 12. (n.mugg.)
peccato che non esista alcun Istituto regionale di tutela della fauna degno di questo nome.
A.G.I., 26 gennaio 2012
CACCIA: CONSULTA, INFONDATA QUESTIONE LEGITTIMITA’ LEGGE SARDEGNA.
(AGI) – Cagliari, 26 gen. – Il Presidente della giunta regionale della Sardegna Ugo Cappellacci e l’Assessore della Difesa dell’Ambiente Giorgio Oppi “con soddisfazione comunicano che la Corte Costituzionale con sentenza del 23 gennaio 2012 ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 2 della legge della Regione autonoma Sardegna 21 gennaio 2011, n. 5 (Disposizioni integrative della legge regionale 29 luglio 1998, n. 23 “Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia in Sardegna), sollevata, dal Presidente del Consiglio dei ministri”. La norma regionale regolamenta, a parziale modifica della legge regionale 23/1998, il prelievo venatorio in deroga, stabilendo le modalità e i criteri e in particolare definendo il soggetto scientifico regionale che deve supportare la decisione in merito alla deroga, aspetto quest’ultimo oggetto della impugnazione governativa.
E’ da evidenziare che il prelievo in deroga è un istituto differente dall’attività venatoria disciplinata dal calendario venatorio. A questo riguardo in relazione a quanto disposto dal recente decreto della Regione Lazio relativamente al posticipo al 9 febbraio 2012 dell’attività venatoria, l’Assessore Oppi, aderendo alle pressanti richieste del mondo venatorio sardo nonché alle esigenze manifestate da alcuni consiglieri regionali, ha richiesto all’ISPRA, ai termini dell’art. 18, comma 2, della Legge 157/92 e s.m.i, il parere riguardo la possibilità di consentire l’attività venatoria anche nella regione Sardegna nella prima decade di febbraio per alcune specie di avifauna quali il colombaccio (Columba palumbus), la cornacchia grigia (Corvus corone cornix), la gazza (Pica Pica) e la ghiandaia (Garrulus glandarius). I rappresentanti dell’esecutivo regionale si stanno prodigando per accelerare il più possibile l’emissione del parere dell’Ispra al fine di consentire il proseguo dell’attività venatoria
L’Unione Sarda on line, 26 gennaio 2012
La Consulta: legge sulla caccia legittima. Regione soddisfatta, pronte le deroghe: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/251460
W la Caccia…….
abbasso la caccia!
abbasso gli ambientalisti……. invece di ostacolare noi cacciatori che rispettiamo un calendario emanato dalla regione sardegna già restrittivo, pensate a ostacolare i bracconieri che invece loro cacciano tutto l anno distruggendo ogni specie…. noi cacciatori siamo contro i bracconieri ma voi non lo capite……
abbasso i cacciatori! Noi andiamo a togliere le trappole messe dai bracconieri e ci sono troppi bracconieri-cacciatori, muniti di regolare porto d’armi a uso caccia. I cacciatori e le loro associazioni non risulta che facciano nulla di concreto contro questi “colleghi che sbagliano”. 😉
Non lo capiamo?
Bene, fate qualcosa di concreto perchè possiamo capirlo 😉
ma siete contrari a parole, nel senso che dite tra di voi o in famiglia “che cattivi questi bracconieri”? o siete contrari anche con qualche fatto? Che so, li denunciate? Li rimproverate? Li controllate? Perchè non fate capire la differenza tra voi e i bracconieri anche alla gente che non va a caccia?
Ma per colpa di qualche cacciatore che non rispetta la legge mica ci devono passare tutti i cacciatori, e normale succede anche nei carabinieri, nella polizia che qualcuno viene scoperto spacciatore o ladro, per colpa di qualcuno non bisogna mica fare di tutta l erba un fascio…. State tranquilli che noi cacciatori siamo contro i bracconieri in tutti i sensi, quando stiamo svolgendo l attivita venatoria, se troviamo qualche trappola siamo i primi a torglierla e distrurgela, primo che ci potrebbero rimanere acchiappati i nostri cani e secondo distruggono la selvaggina che noi potremo cacciare onestamente….. e oltre tutto se veniamo a scoprire chi è l autore delle trappole oltre a rischiare una bella sussa, siamo i primi a segnalarli alla forestale…. Poi aiutiamo gli interventi d incendio perchè oltre a distruggere la selvaggina non possiamo andare a cacciare per 10 anni nella zona attraversata dall incendio, quindi è tutto a discapito nostro….. e poi non rimango a elencarvi le altre cose che facciamo…. Spero che ora ci potete guardare con un altra ottica e non ostacolarci come siete abituati a fare…..