Crisi economica e sociale, prospettive drammatiche.
Il Governo del Presidente del Consiglio Mario Monti sta attuando le nuove, ennesime, drastiche misure economiche per cercare di salvare l’Italia dalla bancarotta e dal conseguente disastro economico-sociale. Questo era nelle prospettive e, soprattutto, nelle richieste delle Istituzioni europee e dei mercati finanziari internazionali. Lacrime e sangue. Anche parecchio sangue e non solo in Italia.
Misure eque, come in tanti, troppi, s’affannano a dire, a iniziare dal Presidente della Repubblica Napolitano? Che significa eque?
Le uniche misure veramente eque sarebbero quelle poste a carico di chi ha condotto l’Italia e gli italiani in questa situazione grazie a una politica di spaventosi sprechi di soldi pubblici e di spudorati privilegi in questi anni, a iniziare da Silvio Berlusconi e dalla sua corte di approfittatori.
Gli italiani hanno la tendenza ad avere la memoria corta, noi preferiamo rinfrescargliela.
Riportiamo anche l’approfondimento in materia della nostra socia Rossella Ognibene, avvocato del Foro di Reggio Emilia.
Gruppo d’Intervento Giuridico
A.N.S.A., 2 gennaio 2011
Fabbisogno 2011 chiude a 61,5 mld migliora di 5,5 mld. Tesoro: ‘Miglioramento significativo’. Bene incassi fisco e spesa. A dicembre avanzo 8 mld:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/01/02/visualizza_new.html_20220823.html
Crisi preoccupa, 8 su 10 tagliano spese. Per il 48% la situazione economica e’ pessima:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/01/02/visualizza_new.html_20188095.html
Taglio pensione,anziano si uccide a Bari. Inps gli aveva richiesto restituzione parte compensi:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2012/01/02/visualizza_new.html_20217946.html
Imprenditore suicida a Catania, depressione acuita da crisi. R. M., 47 anni, titolare assieme al fratello di una concessionaria di moto, si è suicidato la vigilia di Capodanno ingerendo barbiturici e poi impiccandosi:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/01/02/visualizza_new.html_20215034.html
da Quotiano.net, 29 dicembre 2011
Crisi, ancora un artigiano suicida nel padovano:
http://qn.quotidiano.net/cronaca/2011/12/29/644795-crisi_ancora_artigiano_suicida_padovano.shtml
da Redacon, 30 dicembre 2011
Gli Stati combattono la recessione non spendendo.
DIARIO DELLA CRISI / La mancanza di erogazione di finanziamenti alle imprese è un altro fattore che inciderà con effetto prociclico sulla recessione in atto. In un mese sono crollati i mutui. E se si ritornasse alla lira… come e quanto pagheremmo le importazioni primarie? Rossella Ognibene
Stavolta la recessione è un fatto certo e non più un fantasma da evitare.
Altrettanto certo è il fatto che per la prima volta nella storia delle economie occidentali alla recessione i governi non ripondono con manovre espansive del debito pubblico, ma assumendo misure di austerità e di riduzione dell’esposizione debitoria.
Questa congiuntura quindi è ben peggiore di ogni altra che da 40 anni a questa parte si è periodicamente presentata.
Le armi dei governi sono spuntate: il loro debito non è più in mani nazionali o comunque amiche; i detentori di quote importanti del debito degli Stati sono oggi entità che spesso non hanno un volto preciso, non rispondo a direttive politiche, ma solo a logiche di mercato, e comunque non hanno intenzioni di perdere i capitali investiti.
La manovra espansiva di qualche giorno fa, che ha determinato immissione sul mercato di oltre 480 miliardi di euro da parte della BCE, non è solo un fatto positivo, perché con sé porta riflessi che a lungo andare potranno rivelarsi estremamente insidiosi. Si è ampliato il bilancio della Bce (oltre 2.700 miliardi di euro a fronte dei 2.300 miliardi della Fed) e si è ampliata la base monetaria nella zona euro; immediato riflesso (ne sono testimonianze i recenti sviluppi) è stato l’indebolimento dell’euro sul dollaro.
Questo determinerà nell’immediato una nuova corsa agli asset sicuri, che sempre di più sono individuati nella valuta statunitense. Il rafforzamento del dollaro di certo sarà osteggiato dalla politica americana, e se nell’anno 2011 abbiamo assistito ad una certa inerzia da parte della Fed, non escludo che a breve vi saranno nuove manovre espansive da parte della banca centrale statunitense.
E l’euro resterà in altalena, e non solo per fattori economici. Pesa sulla valuta della zona euro l’incognita delle scelte politiche.
E qui riemerge con forza il problema del rischio – Italia. Come si è notato lo spread sul decennale tedesco non accenna a diminuire e questo non è certo un segnale positivo.
Sviluppi potranno aversi dopo che si sarà verificato in concreto dove andrà ad allocarsi la massa di liquidità erogata dalla BCE. Per ora ben 453 miliardi di euro sono stati nuovamente parcheggiati dalle banche nei forzieri di Francoforte. L’attesa è per le scelte che saranno fatte per inizio 2012; gli scenari di investimento di questa massa di liquidità possono essere variegati, dai rafforzamenti patrimoniali delle banche (imposti dai rigidi criteri dell’EBA, l’autorità bancaria europea), dall’utilizzo per il rifinanziamento delle obbligazioni bancarie in scadenza nel 2012 (ed in Italia il volume di queste è davveronotevole), dall’acquisto dei titoli di stato (ma come si è già visto le banche acquisteranno solo titoli a breve scadenza, come avvenuto per gli acquisti Bot trimestrali e semestrali di qualche giorno fa; non vi è certo la corsa ad acquistare titoli a medio-lungo termine come dimostra la mancata copertura della forchetta alta dei BTP offerti in asta il 29 dicembre) ed infine dall’investimento in favore di famiglie ed imprese.
Non è per caso che ho lasciato per ultimo questo aspetto (utilizzo della liquidità per ridare fiato agli investimenti) perché purtroppo temo che sarà la forma di utilizzo meno percorsa dal sistema bancario; il 2012 si apre nel segno di un nuovo credit crunch (restrizione creditizia) ben peggiore della fase che ha immediatamente seguito il krack Lehman Brothers nell’ottobre 2008.
E la mancaza di erogazione di finanziamenti alle imprese è altro fattore che inciderà con effetto prociclico sulla recessione in atto.
Per non parlare della contrazione dei mutui alle famiglie, nell’ultimo mese crollata del 46%
Vie di uscita? Se ne sta parlando da più parti.
Una di queste si indirizza nel ritorno alle valute nazionali.
Non sono in grado di comprendere al momento gli effetti di un ritorno alla lira e quindi di valutare se il risultato finale potrà essere o meno di vantaggio per Italia. Mi soffermo su dati di immediata percezione, per indicare come un ritorno ad una moneta che sarebbe infinitamente più debole dell’euro, avrà effetti disastrosi per gli acquisti di agroalimentari che Italia sempre di più effettua dai Paesi esteri.
Il nostro Paese ha una forte dipendenza ormai dalle importazioni di cereali e latte, come indicano i seguenti dati
Cereali. Le importazioni in Italia sono risultate in aumento di 349.000 tonnellate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, anche le esportazioni sono aumentate di 128.000 tonnellate.
I movimenti valutari relativi all’import/export del settore hanno comportato nei primi tre mesi del 2011 un esborso di valuta pari a 1.264,8 milioni di euro (906,6 nel 2010) ed introiti per 710,7 milioni di Euro (626,6 nel 2010). Pertanto il saldo valutario netto è pari a -554,1 milioni di Euro, contro -280,0 milioni di euro nel 2010.
Latte. Nei primi quattro mesi del 2009 (ultimi aggiornamenti Istat) le importazioni italiane di lattiero-caseari hanno registrato, complessivamente, una crescita su base annua del 3,3% in volume, totalizzando 913 mila tonnellate circa. Di contro le esportazioni, scese sotto le 140 mila tonnellate, hanno subito una contrazione del 21,4%.
In tutto questo, una lira debole come potrà difendere i nostri acquisti di beni che sono di prima necessità ? (per non parlare poi del petrolio, dal quale dipendiamo in percentuale elevatissima per far fronte al nostro fabbisogno energetico).
Non ho ricette, ma vorrei solo sollevare il problema che mi pare ad oggi un po’ sottovalutato da coloro che chiedono il ritorno alla lira. Se fossimo un Paese in grado di far fronte con risorse interne ai propri fabbisogni alimentari ed energetici, il ritorno alla valuta nazionale non avrebbe effetti devastanti; per noi – al contrario – lo scenario è dei peggiori.
(foto da mailing list sociale, S.D., archivio GrIG)
Lacrime? certo! Sangue? Naaahhhhhh!….Almeno scorresse sangue e non sarebbe mai abbastanza….
il sangue scorre eccome! c’è gente che si uccide per questa crisi! non è il sangue che dovrebbe scorrere!
Il Governo pensa di rilanciare l’economia con le opere pubbliche…………..questi professori ancora non vogliono capire che sono proprio le opere pubbliche a non far quadrare i conti! Progetti di carta, prescrizioni su tutto, capacità tecnologica ZERO. (non funziona mai nulla,si scassa tutto, …e si rincomincia)
lo capiscono benissimo, quelli che non capiscono bene il meccanismo sono i cittadini, il gioco è proprio quello di trovare più problemi possibili nell’effettuare l’opera: più c’è da rimetter mano più loro ci guadagnano, e più il debito sale..
Condivido parola per paola la vostra analisi. L’arroganza di Monti è figlia del sistema al quale appartiene e dei suoi privilegi. Nel suo dizionario non esiste il termine equità e, quindi, si comporta da feroce dittatore economico sulla pelle dei più poveri per garantire i suoi stessi privilegi e quelli della casta alla quale appartiene. E’ un mostro dai denti di acciaio!
Sembrerebbe proprio che le ricette economiche si basino sulla scarsità di idee. La ricetta keynesiana a base di infrastrutture e intervento pubblico non può funzionare in un momento di recessione economica. Sono preoccupata, caro amico.
Le prospettive non sono rosee, lo sappiamo bene, lo sa chi ha un lavoro dipendente, lo sanno le famose partite iva che si arrabattano, lo sanno molto bene i piccoli e medi imprenditori, lo sanno tutte quelle persone che non hanno nemmeno il privilegio della cassaintegrazione e degli ammortizzatori sociali, ma è veramente troppo facile sparare a zero sul governo Monti e mettere in luce solo ed esclusivamente gli aspetti critici del lavoro che cerca di fare. Siamo tutti d’accordo sul fatto che una crisi certamente non creata da noi viene fatta ricadere sulle nostre teste ma si dimentica che Monti si è ritrovato una situazione disastrosa da gestire e lavora come può, tenendo sempre conto di chi sta in Parlamento, gente (talvolta gentaglia) che ha pur sempre un peso nelle scelte del governo. E allora, a chi giova continuare ad alimentare il catastrofismo? Siamo già un popolo mediamente depresso e consapevole delle proprie limitate risorse, sforziamoci di tirare fuori le risorse che abbiamo, per reagire e migliorare.
La cosa piu’ angosciante é che la sovranità delle nazioni lascia il passo ai giochi di “bassa” finanza e che l’andamento in borsa (dipendente piu’ dagli umori di quelli che ci “giocano” piuttosto che da fattori rigorosamente scientifici) ha il potere di dettare il comportamento politico di uno stato. Che sia sempre stato cosi’ e che solo ora ce ne rendiamo conto?
Fuori i politici da Montecitorio!!!
Basta con i filosofismi di Potere!!!
Ci sono cittadini onesti, professionalmente capaci, e forse anche senza laurea da professore, che possono ambire alla gestione di un paese in modo sicuramente più efficace ed efficiente, di ricchi statisti da fiera commerciale!!!.
Ascoltiamo i nuovi poveri italiani della classe media o mediobassa e chiediamo loro se non riuscire ad arrivare economicamente a fine mese vedendosi derubare il propri stipendii o le proprie pensioni è catastrofismo o realtà!!!!
il Rapporto della Commissione Giovannini: http://www.funzionepubblica.it/il-dipartimento/funzione-pubblica/attivita/commissione-per-il-livellamento-retributivo-italia-europa-comliv/presentazione.aspx
da Tiscali Notizie, 3 gennaio 2012
I parlamentari italiani hanno gli stipendi più alti d’Europa ma la Commissione non quantifica i tagli: http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/12/01/03/parlamentari-stipendi.html
da La Repubblica on line, 3 gennaio 2012
IL DOSSIER. Gli stipendi record del Parlamento. Stangata in arrivo per gli onorevoli. Ecco i risultati della Commissione Giovannini. In Italia indennità superiore, ma Francia e Germania pagano di più per i portaborse. Che però da noi non vanno giustificati. L’organismo guidato dal presidente dell’Istat ha consegnato il rapporto elaborato su incarico del governo. (Carmelo Lopapa): http://www.repubblica.it/politica/2012/01/03/news/stipendi_parlamentari-27522922/?ref=HREA-1
da Il Corriere della Sera on line, 3 gennaio 2012
L’INDAGINE. Più di sedicimila euro al mese: il record dei parlamentari italiani. Le tabelle pubblicate dalla Commissione Giovannini. Al secondo posto i francesi con 13.500. (Mario Sensini): http://www.corriere.it/politica/12_gennaio_03/stipendi-parlamentari_faa8c5e8-35d1-11e1-8614-09525975e917.shtml
fanno piuttosto “inalberare” certe precisazioni, segno di quanto non si rendano conto di quel che è la realtà per la stragrande maggioranza di quegli italiani di cui sono i rappresentanti.
A.N.S.A., 3 gennaio 2012
Parlamentari italiani al top, oltre 16 mila euro al mese. Fonti Montecitorio: in Germania, Francia e Austria le indennita’ sono piu’ alte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2012/01/03/visualizza_new.html_20274701.html
A.G.I., 3 gennaio 2012
BUFERA SUI COSTI DELLA POLITICA FINI-SCHIFANI: INTERVERREMO: http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201201031958-ipp-rt10157-bufera_su_costi_politica_fini_schifani_interverremo
e questo ci pare proprio un dato drammatico, non ha bisogno di commenti.
A.G.I., 3 gennaio 2011
LA DISOCCUPAZIONE UCCIDE. IN ITALIA UN SUICIDIO AL GIORNO: http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201201031604-ipp-rt10120-crisi_eures_in_italia_un_suicidio_al_giorno_tra_i_disoccupati
bene, anzi benissimo!
A.N.S.A., 4 gennaio 2012
Cortina,guidano supercar. Dichiarano 30.000 euro. Di 133 persone fisiche proprietarie di auto di lusso, 42 fanno fatica a ‘sbarcare il lunario’: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/01/04/visualizza_new.html_40481622.html
ecco qui un bell’esempio di disinformazione. Solo L’Unione Sarda riesce a vedere una crescita dell’occupazione in Sardegna.
da L’Unione Sarda on line, 6 gennaio 2012
In Sardegna cresce l’occupazione. I sindacati replicano: “Baratro vicino”: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/248684
da La Nuova Sardegna, 6 febbraio 2012
Così l’economia sarda affonda. Tutti i settori in calo, non si costruiscono alternative. (Filippo Peretti)
CAGLIARI. Ogni famiglia sa bene cosa vogliono dire disoccupazione e precarietà, ma i numeri generali, quasi tutti con il segno meno, dicono che la crisi economica dell’isola sta davvero rischiando di diventare irreversibile: nel 2011 più di mille aziende hanno dichiarato lo stato di crisi, il 2,1 per cento delle imprese industriali ha chiuso i battenti, aumentano gli espulsi dal mondo della produzione (20 mila in tre anni solo nell’industria e nell’edilizia), c’è il record dei lavoratori in mobilità, in cassa integrazione (+70%) e in cassa integrazione in deroga (+100%), sono ben 56 mila i giovani che cercano un’occupazione e non la trovano, le importazioni crescono molto di più dell’export, sono diminuiti gli appalti di opere pubbliche.
Insomma «la paura, che i sardi avvertono sulla loro pelle, è che la Sardegna stia diventando povera». Il grido d’allarme, già chiarissimo con lo sciopero generale dell’11 novembre e il corteo dei 60 mila a Cagliari, è stato lanciato ieri dai segretari generali di Cgil Cisl e Uil in una conferenza stampa. «E’ lo stesso grido d’allarme di un anno fa – ha precisato Enzo Costa – ma la novità è che la situazione si è ulteriormente aggravata». Con una preoccupazione in più. «E’ palese – hanno detto i leader sindacali – che la situazione sociale è gravissima, che c’è il rischio di forti tensioni. In questo clima, è necessario che le istituzioni pubbliche diano segnali di speranza e di buona volontà, di dialogo e di apertura alle parti sociali. Invece alla Regione ci si muove in solitudine. E poi ci sono riti vechi, inutili, persino dannosi, come quelli che sono in corso sulla Finanziaria regionale 2012, del tutto inadeguata ad affrontare la crisi». Una Finanziaria che «non dà alcun segnale di svolta, che continua a sprecare risorse in stanziamenti clientelari, che non prevede una politica né per l’impresa né per il lavoro».
Molto duro l’attacco alla politica e in particolare alla Giunta Cappellacci. Anche per le occasioni sprecate in questi anni, ad esempio le vicende dei Fondi Fas e delle nuove entrate fiscali, vicende legate al rapporto «subalterno» con il governo Berlusconi.
Al di là del conflitto per la mancata concertazione, l’altro grande rimprovero che il sindacato fa alla politica è legato all’utilizzo dei fondi europei. «C’è troppa lentezza – hanno denunciato – e si spende anche male». L’Europa offre molte possibilità, ma chiede una programmazione seria e intuizioni. Un caso citato a mo’ d’esempio: la forestazione. «Ci sono programmi europei molto moderni – ha affermati Francesca Ticca – che non vengono utilizzati anche se offrono opportunità straordinarie per dare lavoro nelle zone interne». E dei fondi per l’agricoltura «sono stati spesi solo quelli di un singolo asse, mentre il settore è in grande difficoltà». Inoltre con la stessa Finanziaria, ha aggiunto Costa, è possibile prevedere un piano straordinario per l’occupazione, anche attraverso i Comuni. Così come bisogna intervenire seriamente a favore delle imprese. E invece tagli lineari in tutti i settori, senza fare scelte precise».
Insomma, una Sardegna che vede crescere il numero delle persone che vivono al di sotto della soglia di povertà, i settori produttivi indebolirsi, l’agricoltura senza grandi prospettive in assenza di una svolta. La Sardegna, in poche parole, rischia il declino. Il sindacato non vuole arrendersi e lancia un ultimo appello: «Ma c’è bisogno di una grande politica che sia capace di indicare i progetti per una svolta».
LA SCHEDA.
L’isola non attrae investimenti.
L’istituto di ricerca Tagliacarne attribuisce alla Sardegna un indici di attrattività del 48% rispetto alla media nazionale. La causa della debolezza nell’attirare nuovi investimenti e nel consolidare quelli esistenti è attribuita alla carenza di infrastrutture: l’isola è al quart’ultimo posto per dotazione di reti e servizi reali al cittadino e all’impresa.
Infrastrutture, il punto debole.
Per quanto riguarda le infrastrutture la situazione è persino peggiorata nel 2011: il valore delle opere pubbliche appaltate si è ridotto del 7,4% nei primi sei mesi, con un calo di 31 milioni rispetto allo stesso periodo del 2010.
Cresce l’export, ma di più l’import.
La Sardegna avrà un nuovo sviluppo se aumenterà le esportazioni in modo significativo. Nel 2011 sono cresciute del 7% (agro-alimentare, chimica, metalli) ma il Mezzogiorno e il Paese hanno fatto registrare il 14%. Inoltre nell’isola sono aumentate, e del 30%, le importazioni. Il sistema economico regionale, cioé, si è impoverito.
In difficoltà anche i servizi.
La stagnazione dei consumi ha finito per indebolire anche il settore dei servizi: una ricerca della Banca d’Italia ha rilevato che oltre un quarto degli operatori ha riportato una flessione del fatturato, poco più di un terzo ha segnalato un aumento, ma le aspettative a breve termine sono di crisi.
bene, aspettiamo fatti concreti.
A.N.S.A., 7 gennaio 2012
Monti, scossa contro corruzione. Ci sara’ un’ accelerazione potente che frena investimenti: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2012/01/07/visualizza_new.html_41401177.html
Monti, mani in tasca? Sono gli evasori. Ecco cosa distingue contribuenti da chi non paga le tasse: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2012/01/07/visualizza_new.html_41401139.html
qualche fatto concreto, bene.
da Il Corriere della Sera on line, 10 gennaio 2012
«Nessuna pietà con gli evasori».
Il governo: no al condono svizzero. L’accordo con Berna si fa se conviene. Allo studio la stretta sull’elusione: http://www.corriere.it/economia/12_gennaio_10/nessuna-pieta-con-gli-evasori-il-governo-no-al-condono-svizzero-mario-sensini_36dba620-3b59-11e1-bd31-7de06b9c283b.shtml
A.N.S.A., 10 gennaio 2012
Malinconico si e’ dimesso: ‘Lascio per il governo’.
Dopo le polemiche per le vacanze pagate dal costruttore Piscicelli indagato per inchiesta G8: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2012/01/09/visualizza_new.html_42321878.html
una “bella” pagina di democrazia, “complimenti” ai radicali, ai leghisti e a chi altro lascia il pesantissimo sospetto della camorra in Parlamento.
A.N.S.A., 12 gennaio 2011
Cosentino, no all’arresto. 309 a 298, Lega si spacca.
Determinanti i voti dei sei Radicali. Bossi non vota: ‘Il Carroccio non e’ mai stato forcaiolo’: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2012/01/09/visualizza_new.html_41580910.html
A.N.S.A., 26 gennaio 2012
Bankitalia: povero un italiano su 6.
La quota nel 2010 e’ stata a pari al 14,4%, in aumento di un punto percentuale rispetto al 2008: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/01/25/visualizza_new.html_69135630.html
Eurispes: 60% giovani pronti a fuga da Italia per lavoro.
Rapporto Italia 2012 di Eurispes: per 53% utili sacrifici per far uscire Italia da crisi: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/01/26/visualizza_new.html_69942033.html
un timido segnale positivo in una situazione sempre peggiore.
A.N.S.A., 31 gennaio 2012
Costi politica: Camera, ok tagli stipendi deputati.
Via libera dall’Ufficio di presidenza della Camera. Riduzioni maggiori del 10% per le figure apicali: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2012/01/30/visualizza_new.html_71911123.html
Istat: 2,24 mln disoccupati, tornati livelli 2001.
Lo rileva l’Istat. E a dicembre e’ record di disoccupazione maschile, a 8,4%: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/01/31/visualizza_new.html_71963114.html
A.N.S.A., 14 febbraio 2012
No del Governo a Roma, niente Giochi del 2020.
Monti: non ce la sentiamo, e’ un impegno finanziario che potrebbe gravare sull’Italia: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2012/02/13/visualizza_new.html_97825262.html
A.N.S.A., 23 febbraio 2012
Crolla crescita dell’Italia, previsto -1,3% nel 2012.
Economia stabile se spread resta sui 370 punti. Eurozona in recessione,-0,3% nel prossimo anno: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/02/22/visualizza_new.html_102385301.html
da La Repubblica on line, 28 febbraio 2012
DOSSIER, GLI SPRECHI. Consulenze, così Regioni ed enti spendono quasi due miliardi l’anno.
Oltre 250mila i professionisti utilizzati. La Corte dei conti: “Costi sproporzionati e inutili”. I magistrati contabili rilevano che tanti incarichi sono assegnati “in assenza di requisiti professionali adeguati”. Secondo il ministero dell’Innovazione in 4 anni la spesa è salita di oltre 400 milioni (Emanuele Lauria): http://www.repubblica.it/politica/2012/02/28/news/consulenze_pubbliche_2_miliardi_l_anno-30622667/?ref=rephpnews
minacce mafiosamente padane.
A.N.S.A., 6 marzo 2012
Bossi, Monti rischia vita, Nord lo fara’ fuori. Inno di Mameli obbligatorio a scuola: ‘Spero che non lo cantino i miei figli’, commenta il Senatur: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2012/03/05/visualizza_new.html_128124762.html
A.G.I., 6 marzo 2012
Bossi choc, Monti rischia la vita. Il Nord lo fara’ fuori”, poi corregge: http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201203060854-ipp-rt10023-bossi_choc_monti_rischia_la_vita_il_nord_lo_fara_fuori
parole sante.
da Il Corriere della Sera on line, 13 marzo 2012
Il presidente della Corte dei Conti: «Il peso delle imposte punta al 45%, un livello che ha pochi confronti nel mondo». «E’ necessario lavorare con tenacia e determinazione alla riduzione della spesa». «I contribuenti fedeli pagano troppe tasse»: http://www.corriere.it/economia/12_marzo_13/corte-conti-fisco-peso-tasse_ea6420e2-6d08-11e1-b7b3-688dd29f4946.shtml
“se il Paese non è pronto” a che cosa, please?
A.N.S.A., 27 marzo 2012
Monti: ‘Se Paese non e’ pronto potremmo non restare’.
Riforma lavoro ma ‘Italia più pronta del previsto’. Bersani chiede dialogo governo-parlamento: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/speciali/2012/03/17/visualizza_new.html_133663897.html
Ocse: Bene misure Italia ma sfide spaventose.
Il Wall Street Journal sul premier italiano: ‘E’ come la Thatcher, rara occasione per l’Italia’: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/03/27/visualizza_new.html_157021004.html
A.N.S.A., 29 marzo 2012
Vita dignitosa in Italia? Con 2.500 euro al mese.
Sei mln di doppiolavoristi tra dipendenti. Quasi metà contribuenti sotto 15mila euro di reddito: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/03/29/visualizza_new.html_158687509.html
A.N.S.A., 30 marzo 2012
Dipendenti dichiarano piu’ degli imprenditori.
Denunciano 19.810 euro contro i 18.170 euro Meta’ italiani sotto 15.000 euro, 1/3 sotto 10.000: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/03/30/visualizza_new.html_158839431.html
A.G.I., 30 marzo 2012
Ecco i redditi degli italiani. Meta’ non arriva a 15mila euro: http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201203301541-ipp-rt10203-fisco_un_lavoratore_su_due_ha_reddito_inferiore_a_15mila_euro
e si fallisce ch’è una bellezza…
A.N.S.A., 31 marzo 2012
Imprese in ginocchio, record fallimenti nel 2011. Oltre 11.660 aziende hanno chiuso, mai così tante negli ultimi quattro anni di crisi: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/03/31/visualizza_new.html_159611833.html
ragione da vendere..e tassare 😉
da Il Manifesto Sardo, n. 119, 1 aprile 2012
I conti non tornano. (Valentino Parlato): http://www.manifestosardo.org/?p=13054#more-13054
gente che lavora sodo e risparmia.
da La Nuova Sardegna, 1 aprile 2012
Consiglio di Stato, salvi i doppi stipendi.
I consiglieri che entrano nel governo schivano la scure di Monti e si tengono le super retribuzioni. Senza lavorare.
ROMA. Attaccati con le unghie e con i denti a doppi incarichi e doppi stipendi, i consiglieri di Stato schivano perfino la scure di Monti e mantengono un bel gruzzolo di euro senza fare nulla. I ministri Filippo Patroni Griffi e Antonio Catricalà, il sottosegretario Antonio Malaschini e decine di capi di gabinetto e di uffici legislativi: sono ben 35 i componenti del supremo organo di giustizia amministrativa che lavorano nel governo e sono riusciti a ottenere la sostanza del doppio trattamento. L’articolo 23-ter del decreto “salva Italia” (quello della mazzata fiscale e del taglio drastico delle pensioni) stabilisce che non si può avere più del 25% dello stipendio originario se si va a lavorare presso altre amministrazioni pubbliche. Salvo «deroghe motivate per le posizioni apicali delle rispettive amministrazioni». Al Consiglio di Stato l’hanno messa così: chi è andato al governo come ministro o sottosegretario prende il relativo stipendio più una cifra equivalente all’indennità parlamentare. In soldoni: circa 8mila euro netti al mese dal ministero, più cinquemila netti al mese. Per i capi di gabinetto e degli uffici legislativi dei ministeri si è deciso di mantenere lo stipendio da consigliere di Stato (5-6mila euro netti al mese, e via crescendo secondo titoli e anzianità), più un’indennità (a discrezione) presso il ministero in cui si lavora. Esempio: Gerardo Matrandrea, capo ufficio legislativo al ministero delle Infrastrutture, percepisce 89mila euro lorde annue (circa 3.750 euro netti al mese) più lo stipendio dal Consiglio di Stato. Ma Caro Lucrezio Monticelli, capo di gabinetto del ministro dell’Ambiente, guadagna molto di più dal solo dicastero(146.811,60 euro lordi l’anno). Facciamo un po’ di conti. Filippo Patroni Griffi è stato nominato ministro per la Pubblica Amministrazione nel governo Monti, ma anche lui è presidente di sezione del Consiglio di Stato. Ultimo reddito dichiarato: 504.367 euro. Antonio Malaschini, consigliere di stato dal febbraio 2011, è nell’esecutivo Monti come sottosegretario per i rapporti col Parlamento. E’ stato segretario generale del Senato fino a un anno fa. Pensione: 519.015,45 euro. Più il trattamento da sottosegretario (188.868, 91 euro). Dichiara di aver rinunciato volontariamente alla retribuzione dal Consiglio di Stato. In soldoni guadagna 383mila euro netti, circa 35mila al mese. Antonio Catricalà è presidente di sezione a Palazzo Spada, la sontuosa sede del Consiglio di Stato, e attualmente sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ma anche prima, come presidente dell’Antitrust, era presidente di sezione fuori ruolo. E ancora prima come capo di gabinetto, consigliere giuridico e segretario generale dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Come Patroni Griffi, a suo tempo componente del Civit. Girandola di incarichi e doppi stipendi, in cui è difficile districarsi. Chiara e limpida però è la cifra dell’ultima dichiarazione di Catricalà: 740.000 euro lordi annui (30mila euro netti al mese). (p.cr.)
da La Nuova Sardegna, 1 aprile 2012
PRIVILEGI
Il potentissimo “clan” di Palazzo Spada.
Gettoni di presenza, indennità varie, ferie “lunghe” e migliaia di cause arretrate: 22mila nel solo 2010. (Pietro Criscuoli)
ROMA. Quello che davvero stupisce è la potenza di questo clan di Palazzo Spada. Come mai tutti questi consiglieri finiscono nei posti di potere e mantengono posto e retribuzione fino a 75 anni? Alfredo Storto, Vincenzo Fortunato, Italo Volpe, Giuseppe Chinè, Roberto Garofoli, Germana Panzironi, Giulia Ferrari, Raffaello Sestini, Gerardo Mastrandrea, Roberto Proietti, Michelangelo Francavilla, Carlo Polidori, Salvatore Mezzacapo, Giuseppe Severini, Paolo La Rosa, Francesca Quadri affollano le stanze dei bottoni nei ministeri.Poi ci sono: Claudio Zucchelli, capo del dipartimento per gli affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi; Mario Luigi Torsello, capo di gabinetto del ministro Corrado Passera; Carlo Deodato, capo del dipartimento per le riforme istituzionali presso la presidenza del consiglio (da cui percepisce 80mila euro lordi l’anno); Paolo La Rosa, consigliere militare del ministero della Difesa (77mila euro lordi annui). Molti di questi sono nella carriera ministeriale dai tempi di Prodi, sono cresciuti sotto Berlusconi e sono rimasti con Monti. Grazie ad Antonio Catricalà, che ha fatto la grande selezione per il professore. Franco Frattini, ex ministro degli esteri del governo Berlusconi, è presidente di sezione fuori ruolo, non ci va più da quando è parlamentare (1996). Ritira lo stipendio, ha avuto quello di ministro ma dal 2001, informa l’ufficio stampa di Palazzo Spada, ha rinunciato all’indennità parlamentare. Non al corredo retributivo dei parlamentari, che alla Camera consiste in 3.503 euro al mese per la Diaria, 3.690 per rimborso spese, più 3.098 euro annui per le spese telefoniche, tessere ferroviarie, autostradali, aeree e marittime gratis. C’è poi Donato Marra, segretario generale della Presidenza della repubblica. Anche lui lauta pensione da segretario generale della Camera. E consigliere di Stato. Nel 2009, per l’esattezza, ha percepito 542.439 dal Quirinale, di cui 189.926 quale consigliere di Stato e il resto come indennità di funzione. Più la pensione dalla Camera. Marra ha dichiarato che il compenso è adeguato «alla complessità e delicatezza delle funzioni». Qualcuno si è divertito a calcolare che il premier spagnolo guadagna 80mila euro netti l’anno e il segretario di stato Usa 67mila. Paolo Maria Napolitano (nessuna parentela con il capo dello Stato), dal 2006 è giudice costituzionale (440.410mila euro annui), ha la pensione di alto dirigente del Senato dal 2003 e il posto assicurato al Consiglio di Stato quando lascerà la Consulta. Salvatore Mario Sechi, consigliere del presidente della Repubblica e direttore dell’ufficio per gli affari giuridici e le relazioni costituzionali. E’ presidente di sezione del Consiglio di Stato. Sempre al Consiglio di Stato e sempre fuori ruolo ci sono Sergio Santoro, componente dell’autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Luigi Carbone, componente dell’autorità per l’energia e il gas. Paolo Troiano, componente della Consob. Michele Corradino, capo dell’ufficio nazionale del Servizio civile. Filippo Patroni Griffi, prima di entrare nel governo, punzecchiato da un giornalista di “Report” sul doppio stipendio, appare imbarazzato: «Detta così la cosa suona proprio male. Perciò io le dicevo prima, forse la cosa si può anche trasformare». E infatti Monti ha cercato, senza riuscirci granchè, di cambiare le cose. Palazzo Spada è un vero “mammellone di Stato”, nascosto tra le pieghe della spesa pubblica, dove molti si attaccano dopo onoratissime e strapagatissime carriere. Malaschini e Marra, ad esempio, sono stati nominati (dal governo) dopo la pensione da segretari generali di un ramo del Parlamento. Il precedente più clamoroso è quello di Gaetano Gifuni. Dal 1975 al 1992 segretario generale del Senato. Nel 1992 (nel frattempo è diventato consigliere di Stato) è segretario generale del Quirinale con Oscar Luigi Scalfaro, confermato da Carlo Azeglio Ciampi e lascia nel 2006. In tutto 14 anni con una retribuzione dal Senato (pensione), Quirinale e Consiglio di Stato. E stanno bene, benissimo anche i membri del Consiglio di Stato che lavorano a Palazzo Spada. Elio Lanutti, senatore Idv, l’11 novembre 2011 (nel pieno della tempesta finanziaria che scuote l’Italia) presenta un’interrogazione per chiedere come mai i componenti del consiglio di presidenza (15 persone) hanno deciso di attribuirsi 50mila euro l’anno ciascuno (oltre allo stipendio) invece dei precedenti gettoni di presenza. E come mai – chiedeva sepre Lannutti – non è stata cancellata l’indennnità di missione, un bonus di 300 euro per ogni viaggio a Roma per chi risiede fuori. Il consiglio di presidenza ha peraltro molti impegni relativi agli incarichi extra di componenti del Consiglio di Stato e dei Tar. Solo nel secondo semestre del 2011 si è occupato di autorizzare ben 95 incarichi: consulenze, insegnamenti, assistenze, presidenze varie. Tutti retribuiti. In compenso questa costosissima macchina non funziona granché. Nel 2010 le cause pendenti rimangono oltre 22mila. Le udienze sono sospese dal 1 agosto al 15 settembre. Ma in genere l’ultima è a metà luglio e la prima a metà ottobre. E durante l’anno fanno due udienze al mese ciascuno. A Palazzo Spada la storiella delle manovre lacrime e sangue è arrivata per sentito dire.
A.N.S.A., 2 aprile 2012
Disoccupazione al 9,3%, top da 2004 Tra giovani 31,9%. Il tasso registrato a febbraio il piu’ alto dal 2004, tra i 15-24enni il 31,9% e’ senza lavoro: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/04/02/visualizza_new.html_160444309.html
Caro Qotidiano.net
molto si parla della crisi economica che opprime i paesi ad alto costo del lavoro ma mai si indica una via d’uscita convincente e chiara. Ecco perchè vorrei fornire uno spunto per trovare una soluzione.
Per spiegarmi userò una metafora: immaginate che io, con i miei 76 anni, entri in una “competizione globale”, da disputare sui 100 metri piani, affrontando tutti gli atleti del mondo (incluso Usain Bolt), e mettendo in gioco tutte le mie fonti di sostentamento inclusa la pensione di cui vivo.
Come mi definireste? Un imprudente ? No, meglio dire un ‘imbecille.
Ebbene gran parte dei Paesi del pianeta, il 15 aprile 1994, firmarono a Marrakech il trattato WTO, trattato di “libero scambio” con il quale accettavano la “competizione globale” in campo commerciale, rinunciando alle barriere doganali con le quali da sempre avevano “protetto” la propria industria, in caso di necesità.
In seguito a ciò le imprese ed i lavoratori di paesi come la Grecia, l’Irlanda, la Spagna, l’Italia entrarono in competizione con potenze industriali del calibro della Cina e di qualsiasi impresa multinazionale delocalizzata in paesi con bassissimo costo del lavoro.
Dall’entrata in vigore del trattato, nel 1995, i paesi perdenti nella competizione globale hanno iniziato a rallentare il proprio sviluppo economico, poi sono passati alla fase di stagnazione per piombare infine nella recessione senza via d’uscita.
C’è speranza di vincere la competizione ? Assolutamente no, come per il signore della parabola e come lui dobbiamo essere definiti.
Naturalmente la via d’uscita esiste: uscire dal trattato di libero scambio e cominciare a produrre e consumare una maggiore quantità di prodotti nazionali, riavviando la nostra industria e la nostra occupazione. Ovviamente non si suggerisce di bloccare tutte le importazioni ma di applicare, solamente a quelle più pericolose, imposte adeguate per limitarle, come facemmo per realizzare il miracolo economico del dopoguerra.
Cordiali saluti, Fabio Fabbri, Monza
PS: spesso si casca nell’equivoco di confondere la “competizione globale commerciale”, di cui sopra, con la “globalizzazione dei mercati”, iniziata 5 anni prima, come conseguenza della caduta del muro di Berlino.
Questo secondo fatto, assolutamente positivo, consentì di commerciare liberamente con tutti, salvaguardando il diritto dei paesi a prendere le misure necessarie per proteggere la propria economia e non è assolutamente la causa della crisi economica.
la scoperta dell’acqua calda, noi del GrIG lo diciamo da lungo tempo.
da Il Corriere della Sera, 22 luglio 2013
A MODENA, A UN CONVEGNO SULLE INFRASTRUTTURE. Delrio: «Casaleggio ha ragione, siamo in una sitazione che è al limite della rabbia». Il ministro per gli Affari Regionali conviene con il guru M5S «Da mesi diciamo che sarà un autunno difficile»: http://www.corriere.it/politica/13_luglio_22/delrio-casaleggio-ha-ragione_22aa54de-f2f6-11e2-8506-64ec07f27631.shtml