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Italia, nazione verde? Magari!


Sardegna, foresta mediterranea

Questo stranissimo Bel Paese potrebbe anche essere una potenza verde, se solo ci credesse.    E parecchie calamità innaturali non si ripeterebbero, come ancora in questi giorni in Liguria e Toscana, come nell’autunno 2008 a Capoterra.

Gruppo d’Intervento Giuridico

i boschi in Italia

 

da Il Corriere della Sera on line, 26 ottobre 2011

Foreste sostenibili e boschi certificati per evitare disastri ambientali. In Italia gli alberi potrebbero essere un patrimonio immenso, ma in troppe Regioni non c’è pianificazione. Anna Tagliacarne

MILANO – Un patrimonio immenso. Ma, salvo eccezioni, trascurato. I boschi italiani, le foreste che ricoprono il nostro Paese, si estendono per una superficie di10.467.533 ettari, un gigantesco polmone verde che ricopre il 34,74% d’Italia. Abbiamo più boschi della Germania, coperta al 31% di alberi e della Francia, con un 28,6% di piante. Ma come per il patrimonio artistico, anche quello naturale in buona misura è abbandonato a se stesso.

FRAMMENTAZIONE – «In Italia c’è frammentazione: la superficie non è unitaria, ma costituita da tanti piccoli appezzamenti privati, alcuni curati e altri lasciati andare. E poi, strade, stradine e casette insediate nel bosco o ai suoi margini lo danneggiano irreparabilmente: andrebbero creati consorzi per gestire in maniera unitaria i boschi, organismi viventi che si proteggono permettendo loro di espandersi, muoversi, rinnovarsi, andare avanti e indietro. Invece, qui li blocchiamo costruendo. Il problema è politico», spiega il professor Bartolomeo Schirone, ordinario di selvicoltura e assestamento forestale all’Università della Tuscia. «Il nostro Paese potrebbe essere una potenza forestale di prima categoria, per posizione geomorfologica e ricchezza di specie potremmo produrre legnami che nessuno in Europa ha: le specie arboree native sono 85, ma non bastano, perché non abbiamo cultura», continua Schirone. «In molte regioni, e penso al Lazio, alla Basilicata, alla Calabria, i boschi e le foreste sono abbandonati al loro destino, in mano ai bracconieri, con animali allo stato brado, tagli abusivi, nessuna manutenzione. Gli incendi bruciano in media 40 mila ettari ogni anno. Ci sono anche esempi di regioni virtuose, come il Trentino, il Friuli,la Valle d’Aosta, una parte del Piemonte, dove è in atto un modello corretto di filiera bosco–legno: in queste zone le foreste sono gestite da comunità e consorzi montani che rispettano e conoscono il territorio e i suoi tempi. Perché un altro problema in selvicoltura è la pressione sulla foresta: come nelle monocolture si sono resi sterili i terreni con i concimi e i pesticidi, uccidendo ogni componente organica, lo stesso succede nelle foreste, dove la pressione sul suolo e sugli alberi per ottenere un guadagno immediato uccide l’ecosistema».

corso d'acqua nel bosco

FORESTE SOSTENIBILI – In Italia sono sedici i corsi universitari in scienze forestali, alcuni di altissimo livello. Con un patrimonio boschivo in crescita del 19% in 25 anni e un abuso ambientale commesso da Nord a Sud d’Italia ogni 43 minuti (dato Wwf), un pensiero al futuro delle piante nell’Anno internazionale delle foreste che sta per concludersi va alle foreste sostenibili. Cosa sono? Sono quelle dove il legname tagliato non è mai superiore a quello che cresce e dove, dopo il taglio, gli alberi sono ripiantati o aiutati a rinnovarsi naturalmente, anche grazie alle piante morte nel bosco, che garantiscono la catena nutritiva. Sono foreste dove gli habitat degli animali selvatici sono rispettati e il sottobosco, gli arbusti e le piante minori svolgono una funzione protettiva del clima, del suolo e dell’acqua. Ma, la foresta certificata (Pefc, Programma internazionale di valutazione degli schemi di certificazione forestale), è molto di più. «Il Pefc Italia è l’organo nazionale del sistema internazionale di certificazione. Aderiscono proprietari forestali, consumatori, industriali e artigiani del legno. L’obiettivo è organizzare la filiera foresta–legno fornendo derivati da foreste e piantagioni gestite in modo sostenibile da un punto di vista economico, ambientale e sociale», spiega Antonio Brunori, segretario generale Pefc. «Attualmente risultano certificati secondo il sistema Pefc oltre 226 milioni di ettari tra Canada, Finlandia, Norvegia, Svezia, Germania, Francia e Austria. In Italia sono certificati744.538 ettari, l’8% dei boschi: il Consorzio forestale dell’Amiata con 3 mila ettari di faggeta, 38 proprietari forestali in Friuli Venezia Giulia con una superficie di67.348 ettari, altri 27 proprietari nel Veneto hanno certificato35.195 ettari. L’Unione agricoltori–Bauer Bund, cioè 22.926 piccoli proprietari forestali della Provincia di Bolzano, ha certificato 250.643 ettari: si tratta della più grande superficie in Europa con queste caratteristiche. Il Consorzio dei Comuni trentini rappresenta altri246.842 ettari di foresta produttiva distribuiti tra oltre 310 proprietari pubblici e privati».

foglie nel bosco

BOSCO CERTIFICATO – Il legname proveniente da un bosco certificato, viene poi trasformato: le aziende possono richiedere la «Catena di custodia», una certificazione di tracciabilità del legno Pefc. In Italia sono 370 le aziende certificate, e vanno dal mobilio agli imballaggi, dai parquet alla carta, dall’edilizia alla carpenteria, dall’editoria ai giochi. Il marchio Pefc garantisce ai consumatori che l’origine del legno e della cellulosa, è legale e sostenibile. Così, comprando fazzoletti di carta, risme per la stampante, infissi per le finestre, mobili o pavimenti, si può scegliere che tipo di consumatore essere.

FOREST SKILL – E visto che dal rapporto uomo-bosco dipende la salvezza dell’ambiente e dunque la nostra -perché sono gli alberi che proteggono il territorio da disastri idrogeologici e filtrano l’aria migliorandone la qualità – alle foreste e alla loro conservazione è dedicato il concorso Forest Skill, che ha per scopo l’individuazione di idee innovative che valorizzino il patrimonio e vadano nella direzione di creare occupazione nell’ambito ambientale, che in quindici anni ha registrato un incremento nel comparto agro-forestale del 35,8 %, in quello turistico del 14% e nel segmento controllo e disinquinamento dell’8,4%. Organizzato dalla Fondazione italiana Accenture, dal Collegio delle Università milanesi e da IdeaTRE60, Forest Skill è aperto ai progetti più vari: dalla produzione di beni al recupero idrogeologico; dal miglioramento della qualità dell’aria alla valorizzazione della funzione rifugio per la fauna selvatica; dalla salvaguardia e conservazione di specie a rischio al recupero di frammenti di bosco. «Il concorso Forest Skill», conclude Bruno Ambrosini, segretario generale della Fondazione italiana Accenture, offre grandi opportunità ai giovani. Secondo l’Isfol (Istituto per lo sviluppo e la formazione professionale dei lavoratori) tra il 1993 e il 2008 gli occupati del settore ambientale sono passati da263.900 a 372.100, e per i prossimi anni le stime parlano di un raddoppio. «L’ambiente è un ambito sul quale investire competenze, innovazione, risorse e talenti per creare nuove professioni e rivalutare quelle esistenti».

Italia, differente tipologia boschiva

bosco mediterraneo in rosso

bosco dell’ambiente planiziario e siepi campestri in verde

bosco degli ambienti fluviali in celeste

bosco degli ambienti collinari in giallo

bosco degli ambienti montani in nocciola

bosco degli ambienti alpini in azzurro

(foto da www.giardinodidiana.com, da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di Elena
    Elena
    ottobre 27, 2011 alle 10:53 am

    parole sante!

    Alluvione: lettera a Napolitano (http://www.democraziakmzero.org/2011/10/27/alluvione-lettera-a-napolitano/) 27/10/2011

    di MAURO GALLIANO *

    Egregio Sig. presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
    sono un amministratore comunale di un piccolo paese all’ imbocco della Valle di Susa in Piemonte e le scrivo in merito alle sue dichiarazioni che ho avuto modo di leggere in merito alla disastrosa alluvione che ha colpito il levante ligure e la lunigiana. Lei attribuisce i morti ai cambiamenti climatici. Purtroppo non sono d’ accordo con Lei.
    Il responsabile di quella tragedia sono io: amministratore, cittadino italiano nonché elettore.
    Sono io amministratore quando sono costretto ad ampliare le aree edificabili e quindi a cementificare il territorio che non è più in grado di assorbire l’ acqua piovana che così “scivola” altrove, per poter incassare oneri di urbanizzazione e quindi mantenere sano il bilancio del Comune. Quando non so urlare abbastanza la mia rabbia per i soldi che mancano per le piccole cose – mantenere puliti i canali, i torrenti di montagna, mettere in sicurezza gli argini, monitorare le frane – ma che miracolosamente piovono dal cielo per le grandi, grandissime opere. Quando imploro l’ aiuto dei volontari della protezione civile che sostituiscono le gravi lacune delle Istituzioni pubbliche anziché pretendere con ancora maggior forza (se mai fosse possibile) i fondi necessari. Quando i fondi me li procuro, ma con gli oneri di urbanizzazione creando così un circolo vizioso senza fine.
    Sono io cittadino italiano, il responsabile, quando per pigrizia, disinformazione, troppa fiducia nei miei rappresentanti evito la partecipazione diretta, la cittadinanza attiva e lascio che presunte “scelte strategiche”, quali Tav, ponte sullo Stretto, rigassificatori, inceneritori, sottraggano denaro alla manutenzione del territorio, delle sponde dei fiumi, alla messa in sicurezza delle scuole, alle energie alternative, tutte cose che creerebbero moltissimi posti di lavoro immediati e diffusi su tutto il territorio nazionale, ma soprattutto controllabili dagli enti locali e non fagocitati dalle scatole cinesi del General contractor o peggio dalla criminalità organizzata. Sono responsabile quando non faccio sentire la mia voce, quando resto a casa perché macinare chilometri in un corteo è faticoso, rischioso o peggio sconsigliato a parteciparvi dagli stessi politici (se non sono stati loro a organizzarlo e promuoverlo!) o peggio ancora perché minacciato di essere “radiato” dal mio partito di riferimento se vi partecipo.
    Sono io elettore, il responsabile, quando non vigilo sull’ operato degli eletti, non li stimolo, controllo, quando dopo aver espresso il mio voto delego ad altri in toto e mi allontano per 5 anni (o quanto dura la legislatura) dalla cosa pubblica, dalla vita associativa, dal volontariato.
    Quando mi lascio: abbindolare dai media e fatico a farmi una mia opinione, terrorizzare dal voto utile (per non lasciare il paese in mano alle destre, dicono gli uni, o alle sinistre, dicono gli altri), ingannare dagli apparentamenti di coloro che parenti stretti non potranno mai esserlo.
    Quando non mi accorgo che miliardi di euro vengono impegnati e promessi nei programmi elettorali per l’ acquisto di aerei da combattimento (ma l’ Italia non ripudia la guerra?) o per un inutile buco in Valle di Susa mentre una dopo l’ altra le regioni italiane si sgretolano sotto frane, alluvioni, terremoti (non sempre così intensi rispetto ai danni arrecati anche agli edifici pubblici che dovrebbero essere i più sicuri).
    In una democrazia “imperfetta” quale la nostra la responsabilità è sempre mia, cioè di tutti i cittadini che liberamente e senza condizionamenti dovrebbero scegliere il meglio. Secondo me i cambiamenti climatici, purtroppo, non c’entrano o c’entrano poco.
    Non so se questa lettera giungerà a destinazione, sicuramente arriverà nelle mani di chi la giudicherà inopportuna, infarcita di demagogia e populismo, e sostiene che il Presidente della Repubblica ha sempre ragione. Io posso solo immaginare i motivi profondi della dichiarazione in cui cita i cambiamenti climatici come responsabili della disastrosa ultima alluvione. In questo caso è da ringraziare, per la sua prudenza e grande senso di responsabilità.
    La saluto cordialmente.

    Sant’Ambrogio di Torino, 26 ottobre 2011

    * Assessore Comune di Sant’Ambrogio di Torino (Valle di Susa), Comune di 8,59 km. con 4.843 abitanti
    Rete dei comuni solidali

  2. ottobre 27, 2011 alle 3:48 PM

    da Il Fatto Quotidiano on line, 26 ottobre 2011
    Tozzi e Mercalli contro il governo: “Al posto del Tav metta in sicurezza il territorio” I due conduttori televisivi: “L’esecutivo fa finta che il cambiamento climatico non esista”. Al posto delle mega-opere chiedono mille piccoli cantieri per fermare il dissesto idrogeologico. Ma non sono fiduciosi: “Tornerà il sole e ancora una volta ci si dimenticherà di tutto fino alla prossima tragedia”. (Lorenzo Galeazzi): http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/26/tozzi-e-mercalli-contro-il-governo-%e2%80%9cal-posto-del-tav-metta-in-sicurezza-il-territorio%e2%80%9d/166551/

    La Camera ha deciso: niente più soldi per il ponte sullo stretto di Messina.
    Il governo aveva previsto un finanziamento da 1 miliardo e 770 milioni di euro, di cui 470 milioni per il 2012. Ma l’Aula, con una mozione targata Idv sulla quale la maggioranza si è astenuta, ha bloccato i fondi: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/27/la-camera-ha-deciso-niente-piu-soldi-per-il-ponte-sullo-stretto-di-messina/166752/

  3. Avatar di Bio IX
    Bio IX
    ottobre 27, 2011 alle 5:57 PM

    Itali(ett)a, nazione AL verde

  4. novembre 4, 2011 alle 5:06 PM

    ed ecco purtroppo il secondo “disastro innaturale” in 15 giorni.

    A.N.S.A., 4 novembre 2011
    Emergenza maltempo a Genova, 6 morti. Cresce bilancio vittime, alcuni dispersi: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/10/19/visualizza_new.html_670483658.html

  5. luglio 17, 2012 alle 3:00 PM

    geniale!

    da Sardegna Quotidiano, 17 luglio 2012
    L’ALLARME. E il governo Monti cancella i boschi. Sardegna a rischio. (Maddalena Brunetti): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20120717091800.pdf

  6. Maggio 14, 2014 alle 2:55 PM

    da Il Corriere della Sera, 14 maggio 2014
    LA NATURA SI RIPRENDE GLI SPAZI ABBANDONATI DALL’UOMO.
    Un terzo del territorio è verde. Le foreste conquistano l’Italia. «Mai così tanti alberi». In 50 anni più che raddoppiati. Nel Molise in dieci anni +17%. (Leonard Berberi): http://www.corriere.it/ambiente/14_maggio_13/terzo-territorio-verde-foreste-conquistano-l-italia-0abeec5e-da77-11e3-87dc-12e8f7025c68.shtml

  1. novembre 5, 2011 alle 3:15 PM

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