Ricerche minerarie a Coa ‘e Cuaddus, S. Antioco: un procedimento di V.I.A. farraginoso.
Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno inoltrato (26 ottobre 2011) uno specifico atto di intervento nel procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto di ricerca mineraria per acque minerali termali (art. 2, comma 2°, del regio decreto n. 1443/1927 e s.m.i.) da parte della Reno s.r.l. (società di Portoscuso) in loc. Coqquadus (o Coa ‘e Cuaddus), in Comune di S. Antioco (CI), comprendente tre pozzi pilota spinti a mt. 150 di profondità. Interessati il Servizio valutazione impatti dell’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente e, per opportuna conoscenza, la Commissione europea e i Ministeri dell’ambiente e dei beni e attività culturali.
Il medesimo “avviso al pubblico” testualmente riporta: “lo studio di impatto ambientale ha evidenziato che gli impatti potenzialmente significativi interessano le componenti suolo, sottosuolo e acque sotterranee. Le misure di mitigazione e compensazione durante i lavori, unite al ripristino finale, faranno sì che l’area dopo l’intervento ritorni verosimilmente alle condizioni ante-opera”, evidenziando una mancata certezza sul ripristino ambientale pieno e completo.
Di rilievo la mancata valutazione degli impatti cumulativi – come richiesto dalla legge e dalla giurisprudenza costante – comprendenti il noto progetto connesso per la realizzazione di un complesso ricettivo (250 posti letto) con centro termale e centro convegni (progetto centro ricettivo e termale) per una volumetria complessiva di mc. 58.570 nella medesima località a opera del medesimo Soggetto proponente (tramitela G.E.A.D. s.r.l.).
Inoltre, si evidenzia anche la mancata pubblicazione dell’avviso di deposito del progetto e dello studio di impatto ambientale (S.I.A.) e dei suddetti documenti sul sito internet istituzionale della Regione autonoma della Sardegnaancora alla data del 26 ottobre2011, in contrasto con quanto richiesto dalla legge (art. 24, comma 1°, del decreto legislativo n. 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni e dell’art. 6, comma 7°, dell’allegato A della deliberazione Giunta regionale n. 24/24 del 23 aprile 2008).
L’area interessata rientra nel sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Serra Is Tres Portus” e nella zona di protezione speciale (Z.P.S.) “Isola di S. Antioco, Capo Sperone” (direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali). Nel piano paesaggistico regionale – P.P.R. l’area appare ricompresa nell’ambito di paesaggio costiero n. 6 “Carbonia e Isole Sulcitane” ed è classificata “campi dunari e sistemi di spiaggia”, “sistemi a baie e promontori, falesie e piccole isole” (beni paesaggistici ambientali) e “praterie”, “colture erbacee specializzate, aree agroforestali, aree incolte” (componenti di paesaggio con valenza ambientale), anche nella fascia costiera di conservazione integrale dei mt. 150 dalla battigia marina (art. 2, comma 2°, lett. g, della legge regionale n. 23/1993) con divieto di modifica territoriale con finalità turistico-edilizie. Il piano urbanistico comunale – P.U.C. vigente classifica le aree in argomento quali “H – salvaguardia” ed “E – agricola”.
Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno chiesto al Servizio regionale valutazione impatti di dichiarare l’improcedibilità dell’istanza per le carenze riscontrate.
Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra
(elaborazione immagine avviso GrIG, foto)
Gentili Gruppo intervento Giuridico e Amici della Terra, voglio ringraziarvi di cuore anche a nome del migliaio di firmatari la petizione, per il vostro interessamento per la scandalosa vicenda del progetto di Coecuaddus. Volevo anche sottolineare l’importanza di bloccare queste speculazioni quando ancora sono in embrione, in fase progettuale, senza aspettare la posa della prima pietra quando il danno è già fatto. Prevenire è meglio che curare.
e gli atti sono stati pubblicati sul sito web della Regione autonoma della Sardegna soltanto il 31 ottobre 2011, dopo l’atto di “osservazioni”:
* http://www.sardegnaambiente.it/
* http://www.sardegnaambiente.it/index.php?xsl=612&s=178991&v=2&c=4807&idsito=18
da Sardegna 24, 27 ottobre 2011
Le associazioni ambientaliste Grig e Amici della terra intervengono sul Via (Valutazione impatto ambientale) relativo alle ricerche di acque termali del contestato progetto immobiliare a Coa e’ Quaddus, nel Comune di Sant’Antioco. L’iniziativa della Reno s.r.l. (di Portoscuso) comprende 3 pozzi pilota a 150 metri di profondità. “Non ci sarà certo un ripristino completo dei luoghi dopo le ricerche”, sostengono. (Laura Sanna)
da L’Unione Sarda, 11 novembre 2011
Sant’Antioco. Co’e Quaddus: le terme all’esame dei cittadini.
La società di Portoscuso che intende costruire a Co’e Quaddus un centro termale a cinque stelle presenterà mercoledì prossimo alle 10,30 in aula consiliare alla cittadinanza lo studio di impatto ambientale e il relativo progetto. La presentazione servirà ad ottenere il permesso dalla Regione per la ricerca mineraria di acque minerali.
Un funzionario del servizio Savi regionale acquisirà agli atti le osservazioni che cittadini formuleranno mercoledì: potranno fornire elementi conoscitivi utili alla valutazione per la concessione del permesso.
Il progetto prevede la realizzazione di tre fori di sonda che potrebbero raggiungere la profondità massima di 150 metri. Servirà per verificare la stratigrafia dei terreni attraversati e localizzare le risorse idriche termo-minerali esistenti.