Gruppo d'Intervento Giuridico (GrIG)

Una recentissima ricerca scientifica fa un po’ di luce su provenienze e tempi di arrivo del Gatto in Italia.

La ricerca The dispersal of domestic cats from North Africa to Europe around 2000 years ago (M. De Martino e altri, Science, 27 novembre 2025) fornisce importanti elementi sull’arrivo del piccolo Felino nel Bel Paese.

E’ il risultato dell’analisi dei “genomi di 70 gatti antichi provenienti da siti archeologici in Europa e Anatolia e di 17 gatti selvatici moderni provenienti da Italia (inclusa la Sardegna), Bulgaria e Nord Africa (Marocco e Tunisia)”.

“La ricostruzione delle origini dei gatti domestici (Felis catus) è stata limitata dalla mancanza di DNA antico per questi animali, nonché dalla loro somiglianza morfologica con il gatto selvatico africano (Felis lybica lybica) e il gatto selvatico europeo (Felis sylvestris). De Martino et al . hanno generato genomi a bassa-media copertura per 87 gatti antichi, da museo e moderni (vedi la Perspective di Losos). Hanno scoperto che i gatti domestici sono geneticamente più simili ai gatti selvatici africani, sebbene vi sia stato un ampio flusso genico tra popolazioni selvatiche e domestiche. Campioni europei che si raggruppano con i gatti domestici compaiono solo nel I secolo d.C., suggerendo una dispersione dei gatti domestici più tardiva di quanto si pensasse in precedenza. Sebbene sia necessario un campionamento più ampio, questo studio mostra la complessità delle dinamiche di popolazione che spesso si rivela quando si guarda oltre il DNA mitocondriale.”.

Da quanto emerso, risulta difficilmente accettabile l’idea consueta dell’arrivo in epoca neolitica del Gatto in Europa e, quindi, in Italia.

In particolare, il Gatto più antico rinvenuto in Europa appartenente al cluster genetico di Felis lybica lybica e Felis catus è stato rinvenuto a Genoni (Marmilla, Sardegna centrale) e risale a 2200 anni fa. E’ geneticamente simile all’attuale Gatto selvatico sardo e appare strettamente imparentato con ilFelis lybica lybica del Marocco.

La dispersione felina in Europa sembra doversi a due grandi ondate, la prima molto probabilmente concernente Gatti selvatici (Felis lybica) provenienti dall’Africa nord occidentale (Maghreb) introdotti in Sardegna, che han dato vita all’attuale popolazione selvatica (Felis lybica sarda),  la seconda sempre di origine nordafricana (Felis lybica lybica), successiva, che diede origine all’attuale Gatto domestico (Felis catus).  Quest’ultima avvenne non più tardi di duemila anni fa.  

“Il gatto domestico (Felis catus) ha avuto origine dal gatto selvatico africano (Felis lybica lybica), attualmente diffuso in Nord Africa e nel Vicino Oriente. Da allora si è rapidamente espanso fino a raggiungere una distribuzione globale. Prove archeozoologiche e iconografiche indicano due possibili centri di domesticazione: il Levante neolitico, circa 9500 anni fa, e l’Egitto faraonico, circa 3500 anni fa. I dati del DNA mitocondriale antico (mtDNA) supportano un modello a doppia origine per la dispersione del gatto, indicando una diffusione iniziale dall’Anatolia all’Europa da parte di agricoltori neolitici, circa 6400 anni fa, seguita da una seconda ondata dall’Egitto, circa 2000 anni fa.”.

Il Gatto, quindi, pare proprio che non sia arrivato in Europa (e in Italia) al seguito dei primi agricoltori nel neolitico, ma solo circa 2 mila anni fa, in epoca imperiale romana, molto probabilmente dal Nord Africa, mentre una precedente introduzione autonoma di Gatti selvatici dovrebbe esser avvenuta dal Maghreb verso la Sardegna.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

(foto S.D., archivio GrIG)