Il Lupo non mangia la nonnina, l’ignoranza divora i neuroni.
I Lupi “se anno fame davvero diventi il suo pranzo non ti risparmia”, così ha commentato una nonnina toscana dall’aspetto gentile su un social network a un nostro articolo sulla possibilissima convivenza fra il carnivoro e l’allevamento, con le dovute precauzioni e la vigilanza.
Ma, mentre la nonnina gentile s’è mangiata la lingua italiana, il Lupo (Canis lupus) non mangia la nonnina e nemmeno alcun altro essere umano.
Piaccia o non piaccia a tutti gli ignoranti – cioè coloro che ignorano la realtà – “negli ultimi due secoli, gli attacchi mortali in tutto il mondo sono stati rarissimi; negli ultimi 20 anni si contano solo due attacchi, entrambi in Alaska, nessuno in Europa”, come spiega pazientemente il prof. Luigi Boitani, docente di Zoologia presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, “presidente della Large Carnivore Initiative for Europe e padre della conservazione in Italia, dove ha condotto i primi studi sulla distribuzione del lupo”.
In Italia nel periodo 2004-2016 sono morte 392 persone in conseguenza di punture di Imenotteri (Api, Vespe, Calabroni), ogni anno si verificano 10-20 casi di punture letali, eppure, giustamente, nessuno si sogna di sterminarli.
Non solo non ci sono casi di Lupi che hanno ucciso esseri umani, ma nemmeno di aggressioni da parte di esemplari selvatici.
Il caso del Lupo confidente catturato a Otranto nel 2020 riguardava, purtroppo, un esemplare giovane detenuto in cattività e poi liberatosi, abituato alla presenza umana, il recente caso verificatosi a Vasto (CH) riguarderebbe (sono in corso gli accertamenti del caso) un Lupo femmina, anch’essa con un atteggiamento confidente che suggerisce una frequentazione con l’uomo (era detenuta illegalmente?). Sarà catturata senz’altro.
Il prof. Boitani chiarisce bene qual è la realtà, poi – ovviamente – ci sarà sempre chi vorrà rimanere nell’ottusa ignoranza, innegabilmente favoriti dal vergognoso clima di odio verso Orsi e Lupi fomentato da politici di bassa lega e molto spesso di incapacità manifesta in cerca di consenso presso un elettorato denso di ignoranza e suggestionabile.
E l’assassinio dell’Orsa Amarena è proprio determinato dal clima di ottuso odio e di greve ignoranza.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
da La Repubblica, 29 agosto 2023
Perché un lupo è per l’uomo meno pericoloso di una vespa.
L’aumento della loro popolazione ha reso più frequenti gli incidenti, ma le probabilità di un attacco del predatore sono talmente basse da non poterle neanche quantificare. (Luigi Boitani)
Il lupo è pericoloso o no per l’uomo? Questa è di gran lunga la prima e più frequente domanda che mi viene posta ad ogni intervista o conferenza ad un pubblico di non specialisti. È la prima reazione che tutti hanno alla notizia che il lupo in Italia ha raggiunto una popolazione di qualche migliaio di esemplari e che le probabilità di trovarsi insieme a lui nello stesso bosco non sono poi così impossibili. La risposta alla domanda è semplice ma merita la giusta attenzione perché il lupo è un animale possente che, in branco, è capace di abbattere un animale grande come un alce o un cervo, figuriamoci un uomo.
In passato, il lupo si è mangiato molti umani, anche in Italia, soprattutto anziani o giovanissimi pastorelli, come testimoniato dai registri di nascite e morti tenuti dalle parrocchie dei secoli passati. Erano prede facili, solitarie e difese solo da un bastone. Quella casistica di aggressioni mortali terminò bruscamente all’inizio del 1800 in contemporanea con la veloce diffusione dei fucili: il lupo imparò presto, da eccellente animale culturale quale è, che l’uomo è pericoloso anche da lontano e che è più salutare evitare del tutto di trovarsi a distanza ravvicinata con l’uomo.
Sono ormai due secoli che il rischio di un attacco da parte del lupo ad un uomo è relegato a situazioni eccezionali come ad esempio un lupo malato di rabbia (malattia ancora oggi molto diffusa dal Medio Oriente all’India, ma debellata in Europa), o un lupo attaccato dall’uomo e costretto a difendersi. Negli ultimi due secoli, gli attacchi mortali in tutto il mondo sono stati rarissimi; negli ultimi 20 anni si contano solo due attacchi, entrambi in Alaska, nessuno in Europa.
In sintesi la risposta corretta alla domanda che preoccupa tutti è che il rischio di un attacco non è zero ma è talmente basso che è perfino impossibile definirlo con un facile numero, certamente inferiore al rischio di morire per la puntura di una vespa, o uccisi dal proprio cane. È quindi ora di mettere una pietra tombale sopra tutte le false notizie che vengono continuamente ripetute attraverso i social e i media sulla paura del lupo, sulla impossibilità di fare passeggiate, andare a funghi, fare un picnic in qualsivoglia angolo d’Italia: fatelo in tutta tranquillità e state piuttosto attenti a tanti altri pericoli che hanno una probabilità di rischio ben più alta, come vespe, calabroni, serpenti, zanzare, eccetera. Non esiste alcun problema di sicurezza per l’uomo che richieda azioni preventive e non mirate. Il rischio di aggressioni al bestiame domestico è tutt’altro argomento e non ha nulla a che vedere con il rischio per l’uomo.
È bene comunque sapere che il lupo, come e forse più di tanti altri animali, non è una specie composta da individui tutti eguali tra loro: come tra gli umani esistono differenze di carattere, anche tra i lupi esistono caratteri diversi, audacia e timore sono distribuiti in diverse dosi, intraprendenza e giocosità in varia misura. Anche tra i lupi esiste una gran varietà di condizioni fisiche, di consuetudine con l’uomo e le sue attività, di abitudini apprese con la complicità involontaria dell’uomo come ad esempio la grande disponibilità di cibo nelle discariche a cielo aperto, o nei rifiuti abbandonati da picnic, o ai margini dei paesi.
Tutta questa variabilità di comportamenti e di condizioni include la possibilità, anche se remota, che nascano e si consolidino comportamenti non desiderati dall’uomo e non desiderabili in uno scenario di sana convivenza tra uomini e lupi. Sono i cosiddetti lupi confidenti, animali che, per qualche ragione contingente, hanno imparato a diminuire la distanza dall’uomo e a non temerlo. Questo comportamento è più frequente in animali giovani, più portati al gioco e all’esplorazione, o animali vecchi, o malati, o isolati dal branco, quindi con maggiore difficoltà nel reperire il cibo quotidiano. Anche tra i lupi possono esserci dei pazzerelli, individui con un temperamento stravagante, non solo tra gli umani. Sono casi rari ma sono avvenuti anche negli anni recenti e, nonostante non abbiano mai portato attacchi mortali, sono stati giustamente oggetto di immediata rimozione dalla natura (e poi mantenimento in cattività).
La coesistenza tra uomo e lupo, se deve avere un senso anche alla luce delle normative comunitarie (Direttiva Habitat) e del dettato costituzionale (Articolo 9 «Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali ») implica qualche compromesso gestito con razionalità e scienza, senza isterismi, e l’eventuale lupo confidente va prontamente rimosso per evitare che il suo comportamento anomalo possa diffondersi tra altri lupi del suo branco.
Il rischio posto da eventuali lupi confidenti è, ancora una volta, non zero ma estremamente basso, certamente non degno di preoccupazione. Cappuccetto Rosso è la responsabile di una delle più diffuse falsità che abbiano mai inquinato il rapporto dell’uomo con gli animali domestici e continua a far danni sulle menti di quanti, senza logica e senza spirito critico, non vogliono guardare la realtà ma solo la sua rappresentazione in una favola, peraltro anche un po’ melensa.
(foto da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)





L’arretramento culturale che stiamo vivendo sembra debba essere un contrappeso al progresso tecnologico, quasi che quest’ultimo possa autorizzare qualsiasi violenza nei confronti di tutto ciò che è insito nella natura, habitat e animali inclusi. Possibile che sia più facile seminare odio e prevaricazione anzichè bellezza, incanto e rispetto??? …
Sono d’accordo con l’ottimo articolo, giusto sfatare l’ignoranza (che pervade un poco anche me, talvolta), ma non prendiamocela con la fiaba di Cappucetto Rosso. E’ una bellissima fiaba e va raccontata e trasmessa così com’è. Chi non vuol capirla, non la capisca. E non è una fiaba melensa, per niente. Saluti!
A.N.S.A., 3 settembre 2023
Amarena, il lupo cattivo e noi. (Luigi Contu, direttore): https://www.ansa.it/sito/podcast/la_scelta_del_direttore/2023/09/01/amarena-il-lupo-cattivo-e-noi_fb7580d6-0357-4d76-a32f-5750833e3aac.html
urge perizia psichiatrica.
da Il Dolomiti, 8 settembre 2023
Fugatti condanna a morte un’altra orsa con cucciolo: F36 era radiocollarata da fine agosto. Ma il documento evidenzia molte criticità.
Il Dolomiti ieri scopriva che l’orsa autrice di un falso attacco il 30 luglio a due giovani che l’avevano sorpresa mentre dormiva con il piccolo al seguito era stata radiocollarata nel silenzio generale. Ora, sempre nel silenzio generale, ecco il decreto di abbattimento che sembra fare acqua anche solo a una rapida lettura: tra le motivazioni il fatto che al Casteller non c’è più posto e che anche se l’orsa non è mai stata problematica per essere sicuri non lo sia una seconda volta meglio ucciderla. (https://www.ildolomiti.it/cronaca/2023/fugatti-condanna-a-morte-unaltra-orsa-con-cucciolo-f36-era-radiocollarata-da-fine-agosto-ma-il-documento-evidenzia-molte-criticita)
TRENTO. Ieri la scoperta de il Dolomiti che F36, con ogni probabilità era stata radiocollarata già da qualche tempo nel silenzio generale (oggi possiamo affermare con certezza che ciò è avvenuto ”nella notte tra il 29 e 30 agosto 2023 l’esemplare F36 è stato catturato, dotato del radiocollare e rilasciato immediatamente”), alla faccia della trasparenza e dell’informazione tanto invocata per avere una corretta gestione del fenomeno grandi carnivori. Ora emerge che il presidente Fugatti l’ha già condannata a morte. E’ di ieri il decreto ”Autorizzazione al prelievo, quale misura di sottrazione all’ambiente naturale, tramite uccisione dell’esemplare di orso F36”. L’ennesimo atto che sarà sicuramente impugnato e bloccato dai tribunali perché mal congeniato anche solo a una lettura superficiale: di fatti, infatti, lo stesso decreto spiega che si procede per abbattimento perché la Provincia è inadempiente poiché non ha un posto dove metterla in caso di cattura.
Si legge, infatti, chiaramente che ”il Centro del Casteller, di proprietà della Provincia autonoma di Trento e gestito dalle strutture dipendenti dal Dipartimento protezione civile, foreste e fauna, è dotato, all’interno di un più ampio recinto, di tre spazi, indipendenti ma eventualmente tra loro comunicanti, per la collocazione e la captivazione di orsi, dei quali uno è occupato stabilmente dall’orso M49, uno è occupato temporaneamente dall’orsa JJ4 e il terzo deve essere obbligatoriamente lasciato disponibile per poter consentire la collocazione temporanea dell’orso pericoloso MJ5 per il quale è già stata disposta la rimozione ovvero per la gestione di esemplari di grandi carnivori a seguito di situazioni di emergenza o di esigenze cura e riabilitazione in funzione del successivo rilascio a vita libera”. Pare, quindi, impossibile che con queste motivazioni si possa procedere all’abbattimento di un esemplare che comunque, prima del falso attacco del 30 luglio, non aveva mai dato segnali di pericolosità.
Ancora più assurda l’ulteriore motivazione che Fugatti adduce nel suo decreto preso atto che F36 non ha mai presentato segnali di ”problematicità” prima dell’incidente avvenuto il 30 luglio: ”Considerato che il grado di pericolosità dell’orso F36 per le persone potrebbe essere ulteriormente confermato, di fatto, solo constatando o meno altri comportamenti pericolosi (ulteriori attacchi con contatto fisico), ma tale approccio non è assolutamente adeguato per garantire, anche in via precauzionale, l’interesse della sicurezza pubblica”. Una considerazione che, a questo punto, vale per qualsiasi essere vivente. Per aggiungere anche questa considerazione piuttosto paradossale: ”Considerato che rispetto a possibili misure alternative alla rimozione va ricordato che eventuali azioni dirette di dissuasione a carico di F36 risulterebbero tecnicamente inadeguate (oltre che difficilmente praticabili) e non sarebbero soluzioni ugualmente valide a scongiurare il pericolo di aggressione da parte di un orso non confidente”. Quindi di fatto si ribadisce che F36 non ha mai causato problemi prima di questo incidente.
Quale? Lo lasciamo ricostruire dallo stesso decreto. Due giovani “mentre salivano dal sentiero denominato “Del Mandrel”, percorsi circa 200 metri dal parcheggio posto poco dopo l’imbocco della strada forestale di tipo “B” che porta alla Malga Avalina, si imbattevano in due orsi in fase di riposo, un adulto ed un piccolo, sicuramente una femmina con un piccolo. Gli animali si trovavano in un pianoro, probabilmente un ex carbonaia, tra alcuni abeti radi e stavano dormendo. L’orso adulto accortosi dei due uomini si alzava sulle zampe posteriori per poi scagliarsi contro di loro. Il [uno dei due uomini] che si trovava in posizione più arretrata ripercorreva il sentiero correndo verso valle, mentre il [l’altro dei due uomini] si arrampicava prontamente su una pertica di abete che si trovava all’inizio del pianoro arrivando ad un’altezza di circa 5-6 metri, tenendo tra le mani un bastone da montagna ed usandolo per difendersi dal plantigrado che lo inseguiva sull’albero. In un primo momento l’animale strappava dalle mani il bastone al ragazzo e successivamente lo agganciava per una ghetta e lo scaraventava giù dall’abete. Nella caduta [l’altro dei due uomini] sbatteva rovinosamente con il torace su un masso posto ai piedi dell’albero. Immediatamente si alzava da terra e scappava a valle in direzione della macchina lasciando sul posto alcuni effetti tra cui il bastone ed il cappello”.
Insomma come ricostruito qualche giorno dopo l’incidente mamma orsa con piccolo erano stati svegliati di soprassalto dai due giovani in un luogo comunque in alta quota tra i boschi e il ferito si era ferito nella caduta e non per un’azione diretta dell’orso.
Fugatti colpisce ancora 😛
A.N.S.A., 11 settembre 2023
Il Tar di Trento sospende l’abbattimento dell’orsa F36, accolto il ricorso di Leal Odv.
‘Consentire la cattura dell’animale senza procedere al suo abbattimento’: https://www.ansa.it/trentino/notizie/2023/09/11/il-tar-di-trento-sospende-labbattimento-dellorsa-f36_eeea5999-a13f-421b-bf8a-b7d4d58bfc65.html
https://www.ilpattotradito.it/lupi-predatori-e-branchi-usati-per-descrivere-violenze-parole-in-liberta-con-poco-senso-e-troppi-pregiudizi/
https://rivistanatura.com/e-stato-un-lupo-o-un-cane-lupo-cecoslovacco/
storia di lupi e di uomini che li soccorrono:
https://rivistanatura.com/il-contatto-storia-di-lupi/
Aggiornamenti sulla lupa di Vasto/San Salvo ospitata nell’area faunistica di Pretoro:
https://www.parcomajella.it/aggiornamenti-sulla-lupa-di-vasto-san-salvo-ospitata-nell-area-faunistica-di-pretoro.htm