Lombardia, giù le mani dalla fauna selvatica!


Giovedì 2 marzo 2023 si terrà un presidio della associazioni ambientaliste lombarde presso il Pirellone di Milano col fine di porre attenzione sulle minacce che incombono sul futuro della fauna selvatica e della biodiversità in Lombardia.

Le recenti elezioni amministrative hanno ancora una volta dimostrato come i cacciatori, una minoranza della popolazione (0,5 % dei lombardi), continuino a condizionare la politica. Una situazione che non ha paragone forse nel mondo intero, dove invece le politiche di tutela dell’ambiente e della fauna cercano di bilanciare i diversi interessi. In Lombardia al contrario si ricomincia a parlare di caccia in deroga ai piccoli uccelli protetti, riapertura degli impianti di uccellagione per arrivare addirittura all’assurda richiesta di fermarela fondamentale attività antibracconaggio dei Carabinieri Forestali in uno dei più importanti hotspot della caccia illegale del bacino del Mediterraneo, cioè le valli della provincia di Brescia e Bergamo.

I prossimi mesi saranno cruciali anche per quanto riguarda il Piano Faunistico (che non è mai redatto nonostante gli obblighi di Legge), per la tutela dei valichi di migrazione (mai attuata) e per la emanazione del Calendario venatorio, che già si annuncia essere un altro pacco regalo per le doppiette.

Passando su scala nazionale lo scempio si chiude con il divieto di uso di munizioni in piombo limitato alle sole zone umide tutelate dalla Convenzione di Ramsar, non ottemperando al divieto generale per tutte le zone umide previsto dal Regolamento europeo ed entrato in vigore in questi giorni.

Ancora una volta i cacciatori condizionano il destino della fauna selvatica anche infischiandosene della salute umana (ancora oggi tra le 1.400 e le 7.800 tonnellate di piombo vengono rilasciate nel’ambiente durante l’attività venatoria solo nelle Zone Umide europee).

Associazione Vittime Caccia – CABS– Circoli LEGAMBIENTE Brescia – ENPA – GAIA – GOL – Gruppo Intervento Giuridico – LAC -LAV – LEAL – LEIDAA– LIPU – PRO NATURA Lombardia– WWF Lombardia – EBN Italia

Pettirosso (Erithacus rubecula)

(foto S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di capitonegatto
    capitonegatto
    febbraio 27, 2023 alle 10:11 am

    Non ci stupiamo, visto che questo governo strizza l’occhio a cacciatori, ombrellonai/sdraiari, evasori , guerrafondai !!

  2. Avatar di Grazia Merrypurr
    Grazia Merrypurr
    febbraio 27, 2023 alle 11:52 am

    A che ora il presidio?

  3. marzo 2, 2023 alle 4:08 PM

    Sotto al Pirellone in difesa della biodiversità

    Link foto: https://we.tl/t-U5fy2MrowR
    Link video: https://we.tl/t-KcnJxpjviF

    Si è tenuto questa mattina il presidio delle Associazioni ambientaliste e animaliste lombarde in difesa della fauna selvatica. Mentre consiglieri regionali neoletti annunciano pubblicamente il proposito di presentare provvedimenti legislativi illegittimi (caccia in deroga, riapertura degli impianti con reti da uccellagione, sanatoria dei richiami vivi illegalmente detenuti), gli attivisti hanno voluto ribadire la necessità di salvaguardare gli animali selvatici che sono un bene comune, nonché patrimonio indisponibile dello Stato.
    Le recenti elezioni amministrative hanno ancora una volta dimostrato come i cacciatori, una minoranza della popolazione (0,5 % dei cittadini lombardi), continuino a condizionare assurdamente la politica regionale.
    Non solo atti illegittimi, ma si vorrebbero anche fermare le attività antibracconaggio poste in essere dai Carabinieri Forestali nel black-spot delle valli bresciane e bergamasche, dove ogni autunno avviene un proprio e vero massacro di uccelli migratori.
    Le associazioni ribadiscono la necessità di legiferare nei limiti concessi dalla Legge quadro nazionale e dalle Direttive europee. Sull’Italia pende una procedura d’infrazione per violazione della Direttiva uccelli, sospesa solo grazie alle azioni messe in campo dai precedenti Governi, in primis il Piano Nazionale antibracconaggio e la chiusura della caccia in deroga ai piccoli uccelli protetti e l’uso delle reti per catturare i migratori.
    Se nel futuro si abbassasse la guardia nel contrasto del bracconaggio o si riaprisse la caccia in deroga, scatterebbe automaticamente la riapertura della Procedura d’Infrazione europea.
    Nei prossimi mesi verrà presentato il nuovo Calendario venatoria regionale con non può dimenticare di occuparsi della tutela di specie in stato di declino e minacciate come allodola, pavoncella, tortora selvatica, moretta e moriglione. Le pressioni del mondo venatorio tuttavia potrebbero portare all’ennesimo pacco regalo per le doppiette.
    Una Regione, che si è sempre disinteressata della tutela della fauna, ha anche il dovere di approvare il Piano Faunistico (che dal 1993 non è mai redatto, nonostante gli obblighi di Legge), e tutelare i valichi di migrazione.

    Hanno partecipato al presidio i neoletti consiglieri regionali Luca Paladini – Patto Civico, Onorio Rosati – Alleanza Verdi e Sinistra, Paola Pollini e Paola Pizzighini – Movimento 5stelle; Francesco Fortinguerra di Europa Verde, Carlo Monguzzi consigliere del Comune di Milano per Europa Verde.

    Associazione Vittime Caccia – CABS – Circoli LEGAMBIENTE Brescia – ENPA – EBN Italia – GAIA – GOL – Gruppo Intervento Giuridico – LAC – LAV – LEAL – LEIDAA – LIPU – OIPA – PRO NATURA Lombardia – WWF Lombardia

    Milano, 2 marzo 2023

  4. novembre 9, 2023 alle 2:46 PM

    per capire che razza di legislatori siano.

    da Il Fatto Quotidiano, 7 novembre 2023
    Consigliere di FdI (cacciatore) denunciato dai carabinieri: usava anellini contraffatti. In Regione Lombardia ha promosso la legge per allentare i controlli. (Alberto Marzocchi) (https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/11/07/consigliere-di-fdi-cacciatore-denunciato-dai-carabinieri-usava-anellini-contraffatti-in-regione-lombardia-ha-promosso-la-legge-per-allentare-i-controlli/7346495/)

    Beccato dai forestali, multato (andrà a processo, la pena prevede anche il carcere) proprio sulla materia sulla quale, a Palazzo Lombardia, aveva appena promosso – e fatto votare – modifiche che allentassero i controlli. Come si dice: l’ironia della sorte. Il protagonista è il cacciatore e consigliere regionale (ex presidente dell’Associazione cacciatori lombardi) Carlo Bravo. Nel fine settimana era al suo capanno, nel Bresciano, a sparare agli uccellini. I carabinieri del Soarda (Sezione operativa antibracconaggio e reati in danno agli animali) lo hanno sorpreso, contestandogli due reati (articolo 468 e 471 del codice penale): alterazione e contraffazione di sigilli. I richiami vivi che stava utilizzando, in sostanza, avevano gli anellini contraffatti. È vietato dalla legge. Ma andiamo con ordine.

    Lega e Fratelli d’Italia, in Regione Lombardia, stanno lavorando da mesi – con insospettabile successo – per favorire cacciatori (e, indirettamente, bracconieri). La battaglia che si sono intestati due esponenti delle doppiette entrati in Consiglio regionale – il protagonista della storia, di Fratelli d’Italia, e il leghista Floriano Massardi – riguarda gli anellini che vengono posti ai cosiddetti richiami vivi, che altro non sono che uccellini, a servizio dei cacciatori, che col loro canto richiamano altri volatili, che vengono così uccisi. La legge stabilisce che gli unici richiami vivi ammessi sono quelli nati in cattività e allevati dai privati su autorizzazione dello Stato e che, per questa ragione, possiedono un anellino identificativo inamovibile. La nuova legge regionale, promossa dal consigliere leghista (presidente della commissione Agricoltura, competente in materia) e dal consigliere meloniano (vicepresidente della medesima) beccato dai carabinieri del Soarda, permette di sostituire gli anellini inamovibili (in metallo e numerati) con semplici fascette di plastica. Dunque facilmente alterabili. Da chi? Da bracconieri, cacciatori (che hanno “fame” di richiami vivi, nuovi e numerosi, per cacciare) e da chi traffica – illegalmente – i volatili, allevandoli non per conto dello Stato o addirittura sottraendoli alle nidiate.

    La modifica alla legge regionale ha addirittura trovato la contrarietà, in un primo momento, dell’assessorato all’Agricoltura e, in un secondo momento, del ministero dell’Ambiente. Ma si sa, in Lombardia, quando i politici si mettono in testa un obiettivo, il risultato arriva. Le associazioni ambientaliste – Lac, Wwf e Cabs in testa – hanno denunciato la vicenda, ma le modifiche sono passate in carrozza. Peccato che per il nostro consigliere Bravo – bravissimo per i colleghi cacciatori – esistano la legge nazionale e il codice penale. Il Soarda, infatti, ha appena concluso il proprio, prezioso lavoro di monitoraggio nel peggiore degli hotspot del bracconaggio d’Italia: le valli bresciane. E nella rete dei controlli dei carabinieri è finito il consigliere-cacciatore: “Centinaia di cacciatori, ogni anno, vengono tartassati – ha detto a ilFattoQuotidiano.it – non esiste un controllo così preciso, in Italia, come quello nei confronti di chi ha questa passione. E allora ci dicano se vogliono abolire la caccia. Io ho cercato di modificare la legge per sistemare questa situazione. Se sono dispiaciuto? Siamo tutti dispiaciuti, ma lo avevo già messo in conto, perché o vado a caccia o sto a casa. C’è un accanimento, è incredibile che se gli anellini non sono a posto per un decimo di millimetro io debba finire a processo”.

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