Le ultime Roverelle del Gennargentu.

Il Comune di Desulo (NU) ha davvero preso una decisione lungimirante con la proposta di trasferimento dei diritti di usocivico alle pendici del Gennargentu, comprese alcune importantissime aree boscate.
Oltreal raddoppio dell’estensione del demanio civico, così si realizzerebbe un’altra incisiva forma di salvaguardia per gli ultimi maestosi esemplari di Roverella (Quercus pubescens).
Inproposito ecco un articolo di Michele Puxeddu, Giorgio Citterio, RaffaelloGiannini pubblicato sulla rivista L’Italia Forestale e Montana (vol. 65, n. 6, 2010) dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali.
Gruppod’Intervento Giuridico onlus

GLI ULTIMI GIGANTI DI ROVERELLA DEL GENNARGENTU.
(Michele Puxeddu, Giorgio Citterio, Raffaello Giannini)
In Sardegna l’impatto dell’attività antropica ha determinato una forte alterazione delle foreste. Un particolare esempio in tal senso e’ dato dalle foreste relitte di roverella (Quercus pubescens Willd.) localizzate nella porzione più elevata dei monti del Gennargentu. Un inventario spazio/tempo condotto mediante software GIS con metodi cartografici multitemporali ha mostrato la variazione della distribuzione della specie negli ultimi 28 anni. La drammatica riduzione della copertura forestale e del numero delle singole piante relitte rappresenta un serio pericolo alla conservazione della variabilità genetica di questa specie.
Parole chiave: roverella, boschi relitti, conservazione, Sardegna.
Keywords: downy oak, relic wood, conservation, Sardinia.
1.Introduzione.
Tra le querce diffuse nelle regioni temperate del Sud Europa la roverella (Quercus pubescens Willd.) risulta spontanea dalla Penisola Iberica fino alla Penisola Balcanica (Pignatti,1982; Schwarz, 1993; Gellini & Grossoni, 1997). Frequentemente la Q. pubescensè stata classificata in sottospecie e varietà in quanto caratterizzata da una grande variabilità di forme la cui determinazione presenta difficoltà che non sempre rendono chiara la sua collocazione sistematica. Mostrando un elevato polimorfismo fenotipico anche l’esatta distribuzione non appare di facile determinazione (Bussotti & Grossoni,1997). L’area di vegetazione naturale della Q. pubescens in Sardegna comprende la parte centro-settentrionale dell’isola in particolare nell’orizzonte freddo umido del climax delle foreste di Quercus ilex (Gellini & Grossoni, 1997; Arrigoni, 1968; Arrigoni, 2006). Antiche espansioni e successivi ritiri sonostati possibili in particolari condizioni eco-microclimatiche (Puxeddu, 1997). L’impatto dell’attivitàantropica ha determinato una forte alterazione della vegetazione naturale inSardegna e attualmente alcune foreste possono essere considerate relitti di boschi vetusti: la porzione più elevata dei monti del Gennargentu rappresenta un tipico esempio di questa situazione (Puxeddu &Citterio, 2009). In quest’area la conservazione degli ultimi relitti della foresta primeva di Q. pubescens (Figg.1 e 2) è il principale obiettivo per una corretta gestione. Poichè la conoscenza della storia e della dinamica della variazione della copertura forestale e’ supporto essenziale per la definizione delle strategie di conservazione e delle metodologie di ripristino, con questo lavoro abbiamo sviluppato un nuovo inventario spazio/tempo per descrivere l’attuale situazione avendo come riferimento di partenza i dati raccolti in quello precedente di Citterio et al. (2007). Con questo nuovo set di dati, le osservazioni coprono un periodo di 28 anni (1977-2005).

2. Materiali e metodi
Come area di studio abbiamo preso in considerazione la porzione più elevata dei monti del Gennargentu, quella localizzata oltre i 1200 m s.l.m., pari a circa 10.000 ettari di superficie (Citterio et al., 2007). In quest’area sono state state selezionate due sottoaree disposte ortogonalmente tra loro (Fig.3), di 900 ha la prima (conorientamento Nord Est-Sud Ovest) e di 750 ha la seconda (con orientamento NordOvest-Sud Est), rappresentative della situazione. In ciascuna di esse è stata applicata un’analisi spazio/tempo condotta mediante metodi cartografici multitemporali, utilizzando foto aeree ERSAT 1977, ortofoto digitali AIMA del 1997 e copertura satellitare IKONOS del 2005 che hanno consentito di conoscere la variazione di due tipologie di copertura forestale individuate: la prima relativa allapresenza del bosco secondo l’attuale definizione (De Natale et al., 2003), la seconda rappresentata dagli alberi isolati. Solo per il 2005 abbiamo anche stimato il gruppo di alberi così definito in funzione della densità e della larghezza della chioma di più di due alberi insieme in grado di determinare una visibile e reale copertura forestale del terreno. Ognialbero è stato monitorato e assegnato alla rispettiva tipologia. Abbiamo inoltre calcolato la superficie occupata da ciascun gruppo considerando il confine del gruppo mediante la proiezione sul terreno della chioma degli alberi localizzati al limite del gruppo. Tutti i gruppi sono stati ripartiti in tre classi di superficie coperta: < 1,0, da 1,0 a 2,0, > 2,0 ha rispettivamente.

3. Risultati
L’analisi spazio/tempo ha evidenziato che negli ultimi 28 anni (Tab.1) si è verificata un’elevata riduzione dei relitti dei boschi vetusti di Q. pubescens: da 246 ettari nel 1977a 158 ettari nel 2005 (- 35.78 %), nonchè una forte riduzione degli alberi isolati: da 4883 a 907 nel 1977 e nel 2005 (- 85 %) rispettivamente, corrispondente ad una variazione di densità media da 3,40 a0,6 alberi ad ettaro. Per il 2005 abbiamo individuato 40 e 60 gruppi di alberi nella sottoarea 1 e 2 rispettivamente (Tab.2). L’84% di tutti i gruppi risulta incluso nella classe di superficie coperta < 1,0 ha (valore medio pari a0,43 ha).
Tabella 1– Superfici dei boschi vetusti relitti e numero degli isolati relitti di roverella.
Sub-area 1 (Desulo) | Sub-area 2 (Villagrande-Fonni) | |||||
Anni | Superfici dei boschi vetusti relitti (ha) | Isolati relitti di roverella (tot. n.) | Isolati relitti di roverella (t.ha-1) | Superfici dei boschi vetusti relitti (ha) | Isolati relitti di roverella (tot. n.) | Isolati relitti di roverella (t.ha-1) |
1977* | 168 | 1723 | 2.35 | 78 | 3160 | 4.46 |
1997* | 119 | 669 | 0.86 | 56 | 553 | 0.8 |
2005 | 107 | 477 | 0.6 | 51 | 430 | 0.6 |
*da Citterio et al. (2007)
Tabella 2– Numero di gruppi nel 2005.
Sub-area 1 (Desulo) | Sub-area 2 (Villagrande-Fonni) | ||
Superficie (ha) | Gruppi (n.) | Superficie (ha) | Gruppi (n.) |
< 1 | 37 | < 1 | 47 |
1-2 | 2 | 1-2 | 7 |
>2 | 1 | >2 | 6 |
4. Discussione e conclusioni
Come già verificato da Citterio et al. (2007) la presenza della roverella nella porzione più elevata dei monti del Gennargentu continua a decrescere. I nuovi dati a disposizione hanno confermato il carattere relitto della foresta caratterizzata da una struttura a mosaico dove la presenza di gruppi, più o meno ampi, di alberi, è associata a singoli alberi sparsi. Poichè questi ecosistemi ricadono all’interno di un Parco Nazionale, è urgente adottare strategie di gestione che favoriscano la conservazione di queste coperture forestali, in particolare attraverso la pianificazione di interventi finalizzati ad una protezione assoluta dei relitti di questi boschi vetusti.

summary
The last Gennargentu downy oak giants
The impact ofhuman activity has determined a strong alteration of the forests in Sardinia. Aparticular example is founded by the downy oak (Quercus pubescens Willd.) relic forest located in the upper side of Gennargentu mountains. A space/time inventory by GIS software and multitemporal cartographic methods showed the variation of the distribution of the species during the last 28 years. The dramatic reduction of forest cover and of thenumber of residual trees represents a serious danger to the conservation of the genetic variability of this species.

bibliografia
Arrigoni P.V., 1968 – Fitoclimatologia della Sardegna. Webbia, 23: 1-100.
Arrigoni P.V., 2006 – Flora dell’isola di Sardegna. I. Delfino editore, Sassari.
Bussotti F., Grossoni P., 1997 – Querce europee e mediterranee: problemi tassonomici. L’Italia Forestale e Montana, 4: 240-260.
Citterio G., Puxeddu M., Giannini R.,2007 – La foresta relitta di roverella dei Monti del Gennargentu, Sardegna.Forest@, 4 (1):11-18 [online] URL:http:/www.sisef.it/.doi: 10.3832/efor0443-0040011
De Natale F.,Gasparini P., Puzzolo V., Tosi V.,2003 – Stima del grado di copertura forestale da ortofoto e applicazione della definizione di bosco negli inventari forestali. L’Italia Forestale e Montana, 4: 289-300.
Gellini R., Grossoni P., 1997 – Botanica Forestale. Vol. II: 5-200. CLUSF, Firenze.
Pignatti S., 1982 – Flora d’Italia. Vol. I. Edagricole, Bologna.
Puxeddu M., 1997 – La roverella in Sardegna. Una latifoglia da valorizzare. Notiziario Forestale, 7: 14-17.
Puxeddu M.,Citterio G., 2009 – Conservazione dei consorzi di ontano nero dei Monti del Gennargentu (Sardegna). In: Atti del III Congresso Nazionale di Selvicoltura. Vol. I., Taormina, 16-19 ottobre2008, p.249-253. doi:10.4129/CNS2008.033
Schwarz E., 1993 – Quercus L. In: Flora Europaea.Vol.1. (Tutin T.G., Burges N.A., ChaterA.O., Edmonson J.R., Heywood V.H., Moore D.M., Valentine D.H., Walters S.M.,Webb D.A., eds). Univ. Press. Cambridge, p.72-76.

(foto M.P., J.I., archivio GrIG)
https://www.unionesarda.it/articolo/carta_regione/2018/12/13/un_altro_anno_senza_lo_sci_a_bru-76-3314866.html
E se invece la Sardegna resterà per sempre senza le ultime grandi querce del Gennargentu?