stagione venatoria 2015-2016 in Sardegna: iniziano i consueti feriti “umani”.
E’ iniziata la stagione venatoria 2015-2016 in tutta Italia e anche in Sardegna.
Purtroppo riprende la triste conta dei feriti umani.
Una donna di 60 anni di Norbello (OR), di cui non sono state rese note le generalità, è stata ferita domenica 18 ottobre 2015 da una scarica di pallini mentre era impegnata nella raccolta delle olive presso il Novenario di S. Ignazio, nelle campagne del paese. Trasportata all’Ospedale “S. Martino” di Oristano, fortunatamente è stata giudicata guaribile in poco tempo.
I Carabinieri avrebbero già chiarito dinamica e responsabilità e si attenderebbe un’eventuale querela per lesioni da parte della vittima.
Finora in tutta Italia nel corso dell’attuale stagione di caccia 2015-2016 (qui tutti i dati aggiornati: http://www.abolizionecaccia.it/notizie/dicacciasimuore.html) si è giunti già a 13 morti (tutti cacciatori) e a 28 feriti (21 cacciatori, 7 persone comuni).
La contabilità dei morti e feriti umani nel corso della stagione venatoria 2014-2015 si era fermata a 41 morti (38 cacciatori, 3 persone comuni) e a 66 feriti (51 cacciatori, 15 persone comuni).
Di questi 2 morti (tutti cacciatori) e 9 feriti (tutti cacciatori) in Sardegna.
Non esiste un dato preciso riguardo il numero di morti e feriti fra gli altri animali, le stime sono dell’ordine dei decine di milioni.
Al di là delle diverse posizioni sulla caccia, crediamo che sia il caso di fare una volta per tutte un’approfondita e seria riflessione quantomeno sulle condizioni di sicurezza della caccia, ormai da tempo divenuta oggettivamente un’attività pericolosa per chiunque frequenti boschi e campagne.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia
stagione di caccia 2015-2016 in Sardegna.
* feriti: donna (60 anni, di Norbello) di generalità non rese note, impegnata nella raccolta delle olive (18 ottobre 2015, presso il Novenario di S. Ignazio, Norbello).
da La Nuova Sardegna, 21 ottobre 2015
Norbello, colpita per sbaglio da una fucilata mentre raccoglie olive.
Una sessantenne finisce nel mirino di un cacciatore. Ricoverata al San Martino di Oristano ha fortunatamente ferite lievi. (Enrico Carta)
..cinquanta pallini? Davvero uno “spiacevole accaduto”.
(foto S.D., archivio GrIG)
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- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
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- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
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- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
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- normativa regionale sugli usi civici (l.r. Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)
- normativa sul vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sul randagismo (legge n. 281/1991 e s.m.i.)
- normativa regionale su animali e anagrafe canina (l.r. Sardegna n. 21/1994)
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Preda ambita, ma la galanteria è tutta un’altra rosa.
Auguro alla vittima una pronta e piena guarigione, e al fuciliere una convergenza e magari una riconversione.
Speriamo sia l’ultima volta.
Ahahahahahah e bravo Terrae! Battute a parte, auguro una pronta guarigione alla donna ferita e più attenzione al malcapitato cacciatore, che sicuramente, si sarà spaventato per lo spiacevole accaduto!
Certo, povero “malcapitato cacciatore”, secondo me deve chiedere i danni alla malvagia donna, che con un sotterfugio l’ha indotto a impallinarla e gli ha fatto prendere un brutto spavento, ohi t’arrori.
“Malcapitato cacciatore … spaventato”
“Spiacevole accaduto”.
C’è da restare disarmati.
M.A. ti commino una nota di demerito e due giornate (di caccia) di squalifica …
… e ho avuto per te un occhio di riguardo, giusto per corrispondere la tua cortesia nei miei confronti 😉
Scusami Terrae io credo che il cacciatore non avesse problemi di vista per confondere il fondo schiena di una signora appesa su un albero con un uccello..ahahah. È un banalissimo incidente. Qualche pallino per la signora, e un profondo spavento per entrambi! Imparerà a girare alla larga dagli ulivi in periodo di raccolta 🙂
L’arroganza dei cacciatori è senza limiti. Pensano di essere padroni del territorio.
Sono prima di tutto ladri, (ho colto nel fatto diverse persone rubandomi olive e mandorle con sfacciataggine), non hanno alcuna educazione civica e rispetto del bene comune (il territorio è pieno di cartucce da tutte le parti), oltre che pericolosi interlocutori, (mi è capitato spesso nei miei fondi di entrare in accese discussioni con cacciatori che con fare minatorio maneggiavano il loro giocattolo. Questo periodo anch’io raccolgo le olive e spesso sono investito da piogge di pallini. E’ un problema serio che la politica dovrebbe valutare.
Nonnoi mi spieghi un pò.. I cacciatori vanno armati di sacchi tipo ladroni nel suo podere? O si riempono di olive le tasche del gilet? Una manciata di olive per far cosa la provvista?..:) 🙂 Anche a me anni fa è capitato di mandare ad evacuare felicemente il proprietario del fondo di un terreno..e non perché mi abbia contestato un infrazione o azione che non possa commettere, ma per semplice e stupida ideologia anticaccia..aveva il cervello tanto grande quanto il membro del mio segugio. Il reato? Per lui ero cacciatore e non mi voleva vedere sul suo terreno, cosí senza motivo. Stavo passeggiando e il cane abbaiava il coniglio in un rovo. Non capiva che io nel suo terreno a norma di legge ci potevo stare. Ahahah gli ho fatto vedere i documenti ele tasse pagate e ne ho dette talmente tante che la prossima volta che vedrà un cacciatore che sta cacciando, a norma di legge, credo si morderà la lingua…da qualche anno a questa parte questo signore quando mi vede, incredibilmente mi saluta! 🙂 🙂 una sana chiacchierata può aiutare a chiarire le divergenze! Quest’anno invece un simpatico contadino..tra una chiacchiera e l’altra..mi ha invitato a mangiare dell’uva squisita! Tra i cacciatori, così come in ogni categoria esistono persone ignoranti..così come ho riscontrato personalmente nei proprietari dei fondi!
guarda che in un oliveto al momento della raccolta delle olive il cacciatore non ci deve proprio andare, in base al divieto generale di attività venatoria nei terreni in attualità di coltivazione ovvero quei terreni su cui incidono frutteti specializzati, vigneti e uliveti fino alla data del raccolto e in tutti i terreni individuati dalle regioni in attualità di coltivazione (art. 15, commi 7° e 8°, della legge n. 157/1992 e s.m.i.).
E io che speravo che si impallinassero solo fra di loro… 🙂
sì, proprio uno “spiacevole accaduto”…..
da L’Unione Sarda, 22 ottobre 2015
Invalida colpita da un cacciatore nel cortile di casa: il suo racconto. (Alessia Orbana) (http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2015/10/22/invalida_colpita_da_un_cacciatore_nel_cortile_di_casa_il_suo_racc-68-441264.html)
Dovrà convivere per il resto dell’esistenza con 50 pallini in corpo Ignazia Medde, la donna di Norbello ferita domenica da un cacciatore mentre nel suo terreno, in località Pala e Tiana, era intenta a raccogliere mandorle.
Soccorsa dal marito e trasportata al pronto soccorso di Ghilarza, dopo una prima medicazione, domenica la donna è stata trasferita al San Martino di Oristano.
Qui i medici l’hanno trattenuta sino a mercoledì sera sottoponendola a una massiccia dose di antibiotici.
Nel video racconta il dramma che ha vissuto, gli attimi concitati di domenica e il futuro che la attende.
Ignazia Medde, che soffre di una patologia invalidante alle gambe, non potrà più sottoporsi a una risonanza magnetica.
Il marito ha già presentato denuncia che ora verrà formalizzata dalla vittima.
Una disattenzione, una leggerezza che costa, e costerà cara a questa donna che non ha nessuna colpa, nessuna responsabilità di quanto accaduto.
Non è giusto derubricare il fatto a banale incidente di caccia, perché non c’è nulla di banale nella sofferenza della vittima, vuoi per le ferite e lo spavento provocati dallo sparo, vuoi per lo stress insito nel dovere affrontare un processo per difendere i propri diritti.
Fra coloro che praticano la caccia, non ne dubito, ci sono tante persone per bene rispettose delle regole.
Io spero che almeno queste persone vogliano riconoscere che il pericolo rappresentato dalla caccia per l’incolumità delle persone, prima ancora che nella disattenzione o nell’imprudenza di chi spara, è insito proprio nel fatto di utilizzare un’arma capace di uccidere e che, forse, c’è bisogno di norme più stringenti per il rilascio del porto d’armi, maggiore consapevolezza per esercitarla, e controlli più efficaci in campo…
… O, magari, che la propria sensibilità porti per prime queste persone a maturare che non è più sostenibile praticare la caccia accettando implicitamente che un certo numero di incidenti con vittime umane sia da mettere in conto, quasi fosse fisiologico.
Alla signora Ignazia i migliori auguri per un futuro sereno.
Grig, Terrae ma perché non vi strappate i capelli e/o camminate scalzi sui vetri immersi nel dolore in modo tale da rendere viva e personificare l’empatia per quel che riguarda l’accaduto!? Ogni scusa, ogni fatto è buono per giustificare un attacco all’attività venatoria. Che il cacciatore abbia commesso uno sbaglio, è vero! Come il Grig ben dice, il cacciatore non può entrare in un terreno con coltivazioni in atto. Poi la dinamica dell’incidente è tutta da chiarire..Faccio un ipotesi: magari il cacciatore era nel terreno affianco e svolgeva la sua attività legalmente, spara un tordo ad altezza di albero, e becca la signora in un terreno affianco distante senza accorgersi della presenza della signora. Come si chiama questo? Incidente! Che poi la signora abbia riportato danni fisici, dolore, spavento chi lo mette in dubbio? Mi dispiace e ci dispiace..siamo assicurati e c’è un assicurazone che paga. Se la signora fosse caduta dall’albero cosa sarebbe accaduto? Danni fisici, spavento, dolore ma senza essere assicurata! Vedi Grig te l’ho ripetuto migliaia di volte e continueró a ripeterlo finché frequenteró il blog..cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica sfruttando l’incidenti di caccia non attacca. In confronto ad altre attività la caccia è meno soggetta ad incidenti (automobilisti, escursionisti, sciatori, incidenti domestici o sul lavoro etc etc…) gli incidenti nascono per il fatto che l’uomo utilizza uno strumento che sia un fucile, una macchina, un paio di sci o una scala per raccogliere mandorle o olive, un coltello o un paio di scarponi…in maniera paradossale la caccia è una delle poche attività ASSICURATE…se capitano incidenti di caccia tra una lacrimuccia e l’altra, arrivano soldi! Se capitano incidenti in altre attività tra una lacrima e l’altra, ti tieni il dolore, lo spavento e stai al verde!
Nella caccia esistono incidenti evitabili e pertanto per legge ci sono distanze, divieti etc e poi esistono, purtroppo incidenti che sono frutto della casualità, trovarsi nel posto sbagliato o nel momento sbagliato, per volere divino o per quello che volete che si pagano con la vita, sia nella caccia, sia in altre attività che ho elencato..l’uomo non è in grado di razionalizzare tutto è imporsi sul fato. Le fatalità esistono, eccome se esistono, fanno parte della vita…a volte ne decratano aspetti positivi e a volte negativi, quali la fine! In virtù di ciò che si fa? Si evitano e proibisce ogni attività che implica un rischio contro se stessi e terzi perché si rischia la vita? O stipuliamo un’assicurazione per ciascuna attività domestiche, lavorative, hobbistiche, quotidiane?!
Auguriamo tutti alla signora di riprendersi il più velocemente possibile!
perché non ti metti un bel po’ di cenere in testa e non ammetti che è pieno di tuoi “colleghi” che causano “incidenti” simili?
Per te non é un “problema”, per milioni di italiani sí!
I miei colleghi che causano “incidenti simili” sono in netta minoranza rispetto ai nostri colleghi automobilisti che inavvertitamente causano incidenti e lesioni a terzi..come la mettiamo?
Alcuni incidenti dei nostri colleghi automobilisti accadano per inadempienze del codice della strada, scarsa prudenza o semplicemente per casualità..idem per la caccia? Vietiamo macchine e fucili? E andiamo a caccia con arco e frecce o a lavoro a cavallo? 🙂
Secondo me, avete un rapporto assai complicato con la “morte” eppure è l’unica certezza che abbiamo appena inizia la nostra vita. “Tutti dobbiamo morire”..e ahi noi, è una certezza più forte del nostro controllo e si muore per casualità in qualsiasi attività umana. Per dirla con parole spicciole..quando sento morti a qualunque età in incidenti stradali, incidenti di caccia, etc etc con vuol dire che per quella persona è arrivata la parola “fine!”. Non si sarebbe salvato se in quel preciso istante non fosse stato dentro una macchina o a caccia o chissà dove, ma se ne sarebbe andato ugualmente in altra maniera perché come si suol dire ” è giunta l’ora”. A me piace pensarla così.. In virtù di ciò allora dico, che senso ha vivere una vita con la paura di morire in certe attività, e vietare alcune attività che fanno parte della nostra vita? A mio avviso nessuno!..ritengo giusta la prudenza, giuste le leggi atte ad applicarla ma nessuna legge o nessun divieto salverà la vita..Io vivo bene così! Diversamente smetterei di prendere navi, aerei, macchine non andrei a caccia, funghi insomma non VIVREI..tanto vale…
certo, tutti dobbiamo morire.
Ma morire stupidamente colpiti da pallini o pallettoni si può evitare facilmente.
Quello che ti risulta ostico capire è che c’è un palese problema di sicurezza nell’attuale modo di andare a caccia. Un problema che tu e il mondo venatorio in generale proprio non volete prendere in considerazione.
E’ un grave errore da parte vostra e sempre più persone “normali” ne prendono coscienza.
Stefano Deliperi
Grig della morte bisogna avere rispetto..non esiste il morire “stupidamente “. Tutte le morti meritano rispetto. Perché a discrezione di tanti il “morire stupidamente” può riguardare qualsiasi attività che va dall’essere impallinati all’essere folgorati da un fulmine quando si è a pesca, dall’essere investito sulle strisce all’essere caduto malamente da un albero o al boccone di traverso. Si muore e basta..tutte le morti fortuite possono essere evitate..basta evitare ogni attività che implica..un riachio, ma per molti, come il sottoscritto, evitare di vivere per paura di morire non è vita; bisogna Vivere con la certezza inevitabile che un domani moriremo, in qualsiasi modo accada, e quando accadrà, vorrà dire che era destino che quel giorno la nostra vita come ha conosciuto un inizio conosca anche la parola fine.
amen 😉
Ma si, dai!
Impalliniamoci così, senza rancore ed in fraterna letizia.
Domenica ho delle bosane da cogliere; spero che il sig. Mirabella vaghi armato da queste parti e mi dia l’occasione di poter arraffare un generoso risarcimento assicurativo come vittima di incidente di caccia.
Ah, la vida loca!
Allora io domattina vado a funghi. Ho fatto testamento, lasciato tutto in ordine e farò indossare anche al mio cane un giubbotto catarifrangente. Se rimarrò vittima di pallettone selvaggio… sappiate che ho voluto bene a tutti, persino a M.A. 🙂
Brava Mara!
Anche io voglio bene a M.A.; tutti qui vogliamo bene a M.A. (tranne Nonnoi … si capisce!).
Qui c’è una moltitudine di gente che gli vuole bene … più calorosa dei pallini di piombo, più numerosa dei granelli di sale grosso.
😛
Ma perché continuate a dialogare con Mister M.A. E’ come un dromedario; non per sminuire un dromedario a cui “tanto di capello”. Ma come i dromedari hanno una sola gobba Mister M.A. ha un cervelletto a senso unico; tanto è vero che fra le sue esternazioni dimostra di non sapere nemmeno leggere a fondo le varie opinioni.
Ti racconto una fiaba caro Mister M.A. Sai di quelle fiabe che i bambini amano sentire e che contengono dei presupposti morali che alla loro mente non sfuggono.
“C’era una volta un cacciatore che si girovagava nei dintorni del Castello di Quirra. Nel suo vagabondare s’imbatte in un mandorleto dai cui alberi pendevano tanti bei frutti. Al nostro personaggio non sembrò vero vedere tanta mercanzia così a portata di mano e cominciò a riempirsi le sporte di numerosi frutti.
Passò li per caso un giovine che vedendo la scena avvisò il padrone del fondo che si precipito presso il suo podere. In un men che non si dica trovò il cacciatore che beatamente si appropriava di un bene non suo. “Alto la chi va la” urlo il contadino. Il cacciatore colto con le mani nel sacco affermò “dovrei dire che mi ha colto sul fatto! – che cosa ha intenzione di fare! – non vorrà certo denunciarmi per due mandorle!
“No signor cacciatore” disse il contadino “le vorrei solo chiedere che cosa avesse fatto lei nel trovare a casa sua un estraneo che le derubava i viveri”. Il cacciatore colto alla sprovvista non seppe che come controbattere: Si senti umiliato a tal punto da vuotare le sue sporte e rendere le mandorle al contadino. “Mi scusi tanto buon uomo ho sbagliato non ho rispettato ne amato il prossimo come me stesso; ma non basta questa situazione mi ha fatto capire anche di non rispettare la vita di tanti animali che ogni settimana cadono sotto i colpi del mio fucile. Che Dio mi perdoni, ho commesso tanti peccati nella mia vita non rispettando tanti sacri comandamenti. Mamma mia giuro che non lo farò più.
Caro M.A. la prossima favola alla prossima puntata nella speranza che le giovi nel poter ritrovare l’arca perduta dell’alleanza e diventare adulto.
Ahahahahahahahahahahahahahaha Sig. Nonnoi che bella favola! Me la farò raccontare dalla mia compagna quando andrò a coricarmi stanotte! Beh e con questo cosa vuole dimostrare mi scusi? Che i cacciatori sono dei ladri!? Io, come tanti altri cacciatori, non mi sono mai sognato di togliere un frutto da una pianta non mia..ma si sa il mondo è pieno di pecore nere e il cacciatore della sua favola è uno di questi. Se vuole le racconto io una storiella. “Nel lontano 2015 i boschi sardi pululavano di vita sotto forma di quintali di funghi e il sottoscritto, essendo un cacciatore-raccoglitore, giró per i boschi della Sardegna. Da Burcei alla foresta del Bellicai, dalla Costa Verde a Foresta Burgos, Sorgono Macomer.. In molte di queste località il cacciatore-raccoglitore cammina imperterrito nei boschi alla ricerca del mitico Porcino. Il sottobosco si presentava devastato. Orde di vandali composti da intere famiglie (chissà magari ecologisti e anticaccia) camminano rivoltando il delicato sottobosco, girando armati di buste e coltelli. Gli animali selvatici giravano intimiditi, senza pace, nenache fossimo a caccia grossa zig zagando tra centinaia di persone concentrate in unico punto; i sentieri devastati, cespugli tagliati e al passaggio cicche di sigarette, carta stagnola bottigliette d’acqua. Il cacciatore-raccoglitore rimase assai disgustato, perché per lui il devasto arrecato alla natura era inconcepibile. Lui conosce bene i boschi frequentati da bambino, conosce bene la vita del bosco, si limitava a raccogliere il fungo conosciuto e non girava gli altri funghi, in quanto sa bene l’importanza che rivestono in natura. Cofani e cofani di macchine abbandonavano i monti e lentamente la natura ormai devastata trovava pace. Il cacciatore-raccoglitore puliti e mangiati i funghi si mise a letto e si coricó schifato e amareggiato. ” La morale della favola sig. Nonnoi è che i cretini stanno dappertutto, gli equilibri della natura sono conosciuti solamente da chi la vive e la rispetta, e se secondo voi ammazzare un cinghiale o qualsiasi esemplare di fauna selvatica in modi e tempi consoni, vuol dire non rispettarla o oltraggiarla siete, ne più e ne meno, come quelle persone occasionali che si recano nei boschi senza capire come ci si debba comportare, e che meritano di essere confinati negli spazi a loro più consoni fatti di catrame e cemento.
Lo racconti al Grig sig. Nonnoi..buona notte e buon risveglio!
Forse la prima favola non ha avuto alcun riscontro. La rimando ha settembre e la prossima volta si metta a studiare e non cerchi di ripetermi una storiella inventata di sana pianta. Mi raccomando Mister M.A. si comporti bene se continua dire bugie andrà all’inferno. Lo sa che per l’eternità soffrirà fra le fiamme roventi. Che paura, si faccia aiutare dalla mamma a fare atti di buon cuore. Forse per lei che conosce bene la natura può darsi che possa incontrare qualche fata che le racconterà qualche storia più convincente. Mi faccia sapere se ha bisogno di aiuto io ho tanti santi in paradiso. Posso intercedere nei suoi confronti. Però si ricordi non dica bugia e sia obbediente. Mi è venuta un’idea; ascolti quando prima di parlare reciti tre Ave Maria e due Pater Nostrum. Se questo non le sarà di giovamento mi contatti e cosi le racconterò qualche altra storiella per conciliarle il sonno. Mi raccomando acqua in bocca è un segreto non ne parli con nessuno.
Nonnoi, a parte tutto, per lei “il verde” è una religione o lo fuma!? Dalla “sfarfallata” che mi ha fatto mi lascia piú di un dubbio.. 🙂 🙂
Ite missa est. Dues gratias! Che Dio te mandi buona! Amen