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Il Mediterraneo è un mare, non una bara.


 

Mare

Mare

Il 19 aprile 2015 è avvenuta la più grande tragedia lungo la strada dei migranti nel Mediterraneo.

Forse 900 morti, solo fra gli ultimi di una lunga serie.

E’ seguita la solita litanìa del cordoglio e dei proclami da parte di tutti.   Ma finora non un’iniziativa che sia che punti alla soluzione definitiva di questo dramma senza fine.

E’ ormai chiaro che vi siano vere e proprie organizzazioni criminali che portano il loro carico di carne da naufragio a caro prezzo verso l’Italia e, poi, il resto d’Europa.     Partono da una Libia ormai nelle mani delle fazioni islamiste più disparate, I.S.I.S. compresa, le carrette del mare.   Forse sono un milione i disgraziati in lista d’attesa, forse anche di più.

Non ho e non azzardo ricette da scodellare, ma una cosa è sicura: se l’Unione europea e il resto della comunità internazionale intendono far qualcosa di serio per evitare di trasformare il Mediterraneo in una bara per migranti, devono in qualche modo acquisire il controllo dei porti libici.

Come?   In qualsiasi modo.

Non sarà facile e sarà costoso, ma mi pare l’unica soluzione realistica per stroncare questo vergognoso e sanguinario commercio di uomini.

Stefano Deliperi

 

 

 

Oxalis pes-caprae

Oxalis pes-caprae

da Il Corriere della Sera, 21 aprile 2015

LA TRAGEDIA NEL CANALE DI SICILIA. Naufragio migranti, i pm: «850 a bordo, collisione con il mercantile». I 2 presunti scafisti fermati tra superstiti. «Uno di loro ha pilotato con poca attenzione».

 

LE INTERCETTAZIONI. Le risate degli scafisti al telefono. «Sui barconi il doppio del carico».

Nei dialoghi, la speculazione sulla pelle degli immigrati: «In casa ne ho 117, dormono in piedi» E ancora: «Ho iniziato un business qui… mi occupo di prendere le persone che arrivano con le barche…». (Giovanni Bianconi)

 

Oloturia (Holothuria poli)

Oloturia (Holothuria poli)

Frustate ai profughi nelle mani dei carcerieri, «così i parenti pagano».

Migranti picchiati come schiavi per avere altro denaro come compenso per la traversata. Scene di ordinaria segregazione dall’altra parte del Mediterraneo.  (Alessandra Coppola)

 

 

 

non ne posso più di stendere un velo pietoso sulle persone, ho finito le mollette

 

da La Repubblica, 21 aprile 2015

Catania, arrestati due scafisti tra i superstiti. I pm: “A bordo del barcone c’erano 850 migranti.

 

 

 

 

(foto  da mailing list sociale, S.D., archivi GrIG)

  1. max
    aprile 22, 2015 alle 7:27 am

    e’ del tutto evidente che “l’europa”ha TUTTO l’interesse che i viaggi della disperazione ( il termine migranti e’ di un buonismo zuccheroso e nauseabondo da mulino bianco) debbano venire “disincentivati” a QUALUNQUE costo incluso l’annegamento degli interessati. e’ troppo tempo che la cosa dura senza che nessuno faccia nulla. l’italia e’ lasciata in prima linea a fare salvataggio e accoglienza.lo show man gran markettaro della politica conta in europa come contavano i predecessori ( berlusconi pero’ era simpatico, cosa che non e’ renzi ed era un tomboeur de femmes cosa interessante e pruriginosa, argomento che nell’italietta da avanspettacolo era di pubblico dominio).come si dice non c’e’ una soluzione nel breve, o meglio… xche’ non proviamo a salvarli,rifocillarli,visitarli, identificarli e poi con quegli splendidi C 130 dell’A.M. che usiamo solo x consumare kerosene, non li portiamo in germania, francia e paesi scandinavi che non fanno nulla x aiutarci ne tantomeno decidono ( xche’ dovrebbero visto che ci siamo noi italiani?), tenedoci solo la ns quota di pertinenza.

    • aprile 9, 2016 alle 8:38 PM

      Non capisco se le tue sono provocazioni o proposte serie. Portare gli emigranti clandestini in altri paesi europei costituisce un modo di risolvere il problema in modo solo temporaneo, alleggerendo l’Italia dal problema contingente dell’accoglienza ma provocandone uno molto più grande nel futuro quando tutta questa gente otterrà la cittadinanza europea e potrà circolare liberamente in tutta Europa, Italia compresa.

  2. ines bacchi
    aprile 22, 2015 alle 12:30 PM

    ovunque si può trarre profitto…i predatori si alleano e diventano sempre più forti..non avendo nessuna remora morale,trattano l’essere umano come un rifiuto sociale,sarà molto difficile fermarli Ines

  3. aprile 22, 2015 alle 12:37 PM

    questa carneficina l’hanno provocata anche quei miserabili di Cameron e Sarkozy qaundo hanno attaccato al Libia con la loro smania di potere

  4. capitonegatto
    aprile 22, 2015 alle 1:03 PM

    Acquisire i porti ? Bombardando e inviando truppe ? ASSURDO e VELLEITARIO.
    E se gli aspiranti migranti non salgono a bordo , li lasciamo a terra , magari in lagher alla Gheddafi ? No , vanno trovate altre soluzioni. Intanto si faccia , con il concorso di tutti , un embargo alla vendita di armi e all’acquisto del petrolio e gas, e quando le bande o i presunte fazioni in lotta , non avranno piu’ mezzi finanziari , FORSE si potra’ trattare qualcosa di diverso.

  5. Alessandro Nonnoi
    aprile 22, 2015 alle 2:14 PM

    Io penso fondamentalmente che il traffico attraverso le carrette del mare è un busines ben organizzato per reperire lavoro a prezzi stracciati. Il nostro “ebetino”, al di la delle commoventi cerimonie è colluso con tutta l’imprenditoria comunitaria. E’ un’associazione a delinquere ben organizzata atta a reperire manodopera disposta a tutto. La crisi economica, e la disoccupazione sono strettamente collegate al traffico di esseri umani. La demagogia di Salvini sui clandestini cavalca un detto comune per gente ignorante che assorbe solo ciò che un’informazione prezzolata gli propina. Non è un caso che nel veneto, regno della Lega, ci sia il maggior numero di extracomunitari impiegati nelle industrie manufatturiere. Anche lui è colluso con questo indecente traffico.

  6. max
    aprile 22, 2015 alle 3:29 PM

    stavo riflettendo su quello che ho scritto e mi persuado che e’ una proposta incompleta; se l’obiettivo e’ salvare vite umane ( non sbolognarle ad altri) ritengo che il sistema + sicuro e’ offrire NOI il servizio taxi.
    dopo opportuna proposta ai governi o a quello che ne resta o ai parlamenti o a quello che ne resta dei paesi coinvolti e relativa accettazione andiamo con le ns navi militari ( magari ANCHE nave ospedale) con regole d’ingaggio ben chiare che prevedano la legittima difesa e l’offesa preventiva,affiancate anche da pattugliatori con fucilieri di marina, qualche lagunare e qualche incursore . facciamo selezione ( ovvero booking x capirci) e li portiamo prima in italia e da li i C130 dell’A.M.come dal mio intervento precedente.chi dice di no ( intendo politici, poiticanti, politicastri e faccendieri locali e d’oltremare mi significa che gatta ci cova).
    l’unico pericolo e’ che se portiamo via l’osso alle mafie/bande locali non vedendo + il business dei disperati ci sia qualche invasato che di sua sponte o indotto, al grido del solito slogan si faccia esplodere su una nave dal momento che i controlli potrebbero non essere puntuali.
    NON VEDO ALTRA SOLUZIONE E INVITO I LETTORI AD ESPRIMERSI ( DELIPERI INCLUSO) xche’ la situazione richiede la max attenzione per loro( disperati) e x noi nel prox futuro ( in un’isola deserta e’ difficile essere razzisti, ma quando si e’ in troppi il peggio di noi esce).

    • Riccardo Pusceddu
      aprile 24, 2015 alle 11:22 PM

      spero che la tua sia solo una provocazione. L’Africa avrà nel 2100 4 miliardi di persone (dal miliardo attuale e dando per scontato la crescita demografica attuale). Non riusciranno mai ad ottenere il nostro livello di vita quindi ci sarà sempre qualcuno che vorrà venire in Europa per stare meglio. Se non li fermiamo ora gli europei attuali finiranno nelle collezioni museali accanto ai dinosauri.

      • max
        aprile 25, 2015 alle 7:21 am

        NEL 2100 TU NON CI SARAI DI SICURO QUINDI IL PROBLEMA SARA’ DI QUALCUN’ALTRO; NON CREDO CHE X NON INQUINARE LA RAZZA ARIANA TU VOGLIA FERMARLI A QUALUNQUE COSTO.

      • aprile 9, 2016 alle 8:31 PM

        Per Max:
        io non penso a corto termine: i miei figli ci saranno e i figli dei miei figli pure, quindi il problema e’ mio eccome! Io non li voglio fermare “a qualunque costo” ma li voglio fermare come fanno i giapponesi e gli australiani con gli emigranti dalle loro parti. A volte un po’ di violenza e’ necessaria per evitarne dell’altra ben più grande in futuro. A meno che tu no pensi che ci saranno più conflitti etnici in futuro ma se hai un po di basi di genetica e sai come funziona l’evoluzione allora forse sarai d’accordo con me che ce ne saranno ancora e molto più grandi e orribili di quelli tristemente famosi accaduti in Germania e nella ex Yugoslavia e in India e ora anche in Ucraina.

  7. aprile 22, 2015 alle 9:42 PM

    A.N.S.A., 22 aprile 2015
    Arriva la bozza per i piani di distruzione dei barconi in Libia.
    Si chiede preparazione immediata, ma serve copertura Onu: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2015/04/22/arriva-la-bozza-per-i-piani-di-distruzione-dei-barconi-in-libia_b434d821-7494-46a6-947e-973a98ec4051.html

    • max
      aprile 23, 2015 alle 7:07 am

      c’e’ qualcuno che pensa che la cosa sia attuabile? se si allora vive nel mondo di alice. e’ l’ennesimo tentativo ( fallimentare) dell’eu di far vedere che fa qualcosa.

  8. aprile 23, 2015 alle 3:01 PM

    come si vede – e come ho detto – la “ricetta-soluzione” non è facile da trovare. In più, finora i barconi sono stati restituiti ai delinquenti trafficanti di carne umana….

    da Il Corriere della Sera, 23 aprile 2015
    I droni armati che mancano all’Italia. “Impossibile averli prima di un anno”.
    I nostri 12 velivoli utili solo per la ricognizione. Il rischio dei migranti usati come scudi umani. (Paolo Valentino) (http://www.corriere.it/cronache/15_aprile_23/i-droni-armati-che-mancano-all-italia-impossibile-averli-prima-un-anno-0bd58af2-e977-11e4-8a77-30fcce419003.shtml)

    L’ipotesi di usare i droni per colpire e affondare i barconi dei trafficanti di esseri umani, prima che partano dalle coste nordafricane, è solo una chiacchiera inutile e illusoria. Non solo e non tanto perché in questo momento all’Italia (come a quasi tutti i grandi Paesi dell’Ue, con l’eccezione del Regno Unito) manca la tecnologia necessaria per armare i 6 Predator B, anche detti Reaper, a disposizione delle nostre Forze Armate. Quanto perché, anche nell’ipotesi impossibile che gli Usa ci dessero domani il know-how per renderli letali, «occorrerebbero da 6 mesi a un anno per applicarlo e avere un embrione di capacità operativa».

    L’ipotesi di non restituire i barconi.
    Lo dicono al Corriere autorevoli fonti militari, basite di fronte a tanto sproloquio nella concitata conversazione politica e mediatica, seguita al terribile naufragio di domenica. Prima di spiegare in dettaglio le ragioni dell’impraticabilità dell’impiego dei droni, le fonti ricordano che l’unica opzione possibile contro i barconi sarebbe di tenersi e affondare quelli da dove sbarcano gli immigrati, natanti che invece vengono normalmente restituiti. Non è molto ma sarebbe già qualcosa, se si pensa che nel solo 2014, dati del ministero della Difesa, i mercanti di anime sono rientrati in possesso di ben 800 tra grosse scialuppe, gommoni e pescherecci.

    «Non si possono bombardare».
    Certo potrebbero esser presi in considerazione altri modi per eliminare gli scafi della morte. «Ma è difficile — spiegano i nostri interlocutori — immaginare bombardamenti aerei, sia per la difficoltà di identificare gli obiettivi, sia per il rischio che i migranti possano essere usati come scudi umani. Tantomeno è realistico pensare a operazioni a terra direttamente nei porti, dove avremmo comunque bisogno della collaborazione di autorità locali, che o non ci sono o sono in conflitto fra loro».

    L’opzione sottomarini.
    Un’altra ipotesi presa in considerazione è l’uso dei sottomarini, impiegati in passato dalla nostra Marina per tracciare le rotte degli immigrati e usati anche nella campagna contro Gheddafi. Teoricamente potrebbero consentire azioni mordi e fuggi di squadre speciali, con il sommergibile in attesa al largo: ma quante missioni sarebbero necessarie e con quali costi, per avere un impatto significativo? Ma torniamo ai droni, presunto miracoloso toccasana su cui in queste ore si esercitano il colto e l’inclita. L’Italia ne possiede dodici, sei Predator di prima generazione e altrettanti nella versione Reaper, acquistati tra il 2009 e il 2011 e tutti usati per sorveglianza e ricognizione. Tra Afghanistan, Kosovo e normale manutenzione, solo un paio sono operativi in Nord Africa.

    I missili?
    Nel 2011 il nostro Paese ha avviato le procedure per ottenere dagli Usa l’autorizzazione (cioè la tecnologia) ad armare i Reaper di missili. La decisione spetta a una Commissione del Senato americano, che non l’ha ancora presa. I nostri governi non hanno insistito più di tanto: non c’erano ragioni di urgenza e c’erano ovviamente problemi di costo. Ora l’emergenza migranti può spingerci a chiedere e forse ottenere un’accelerazione, che comunque non significherebbe segnale verde immediato: «Avremmo comunque davanti un lavoro lungo e complesso, dall’addestramento tecnico alle prove sperimentali. Non potremmo impiegarli in modo efficace prima di un anno».

    Gli alleati europei.
    Né grande aiuto può venire su questo fronte dagli alleati europei, nessuno dei quali possiede droni armati. Parigi per esempio non potrebbe neppure dare una mano per la ricognizione, visto che i suoi 6 Reaper sono tutti impiegati nel Mali a copertura della missione francese. Fa eccezione Londra, che però opera con alcuni Reaper armati solo insieme agli americani: improbabile, anzi impossibile che Usa e Gran Bretagna, troppo indaffarati sul fronte Isis e al Qaeda, ci aiutino con i droni ad affondare i barconi degli scafisti.

    _________________________________________________________________

    A.N.S.A., 23 aprile 2015
    Naufragio, migranti presi a bastonate: la violenza choc dei trafficanti.
    Ragazzo ucciso su un gommone perché si era alzato senza permesso: http://www.ansa.it/sicilia/notizie/2015/04/23/naufragio-migranti-presi-a-bastonate-la-violenza-choc-dei-trafficanti-_4a526cbd-7359-489f-bb13-c36eab7f57e7.html

  9. Mara
    aprile 23, 2015 alle 4:35 PM

    E’ tutto così orribilmente difficile perché l’Europa (ma al di fuori dell’Euro esiste?) è orribilmente in ritardo. Qualcuno ricorda come è cominciato? Uno stillicidio di morti in mare che ora è diventato una cascata e peggiorerà ancora. La gente comune – come me – è impotente. Non ho parole.

  10. max
    aprile 23, 2015 alle 7:06 PM

    disperati fuggono perche’nei loro paesi c’e’ l’inferno e c’e’ l’inferno perche’ non c’e’giustizia ne equita’e noi occidentali bianchi caucasici abbiamo depredato e deprediamo i loro territori alimentando nel ns interesse guerre perche’ vendiamo loro le armi e perche’ divisi non si accorgono di quanto li deprediamo.finche’ l’occidente non maturera’ queste considerazioni e fara’ pressione sui propi governi l’inferno continuera’e i disperati sono solo il sintomo. proviamo a pensare a quelli che non migrano; campi profughi, bimbi guerrieri con la forza,bande armate, caos generale. le proposte x arginare gli esodi sono tutte fallimentari e qualora una funzionasse sarebbe come esultare perche’ un cerotto ha aderito ad una ferita profonda e infetta che sta dissanguando il corpo del malcapitato.
    la vedo MOLTO COMPLESSA.

  11. Alessandro Nonnoi
    aprile 24, 2015 alle 1:14 am

    In effetti l’unica alternativa possibile consiste nell’autodeterminazione dei popoli. L’africa tanto demagogicamente disprezzata per la sua scarsità di risorse, è stata nella storia oggetto di abnormi rapine. L’africa è una incredibile fonte di beni primari oltre che umani. Beni che abbiamo nei secoli sfruttato e continuiamo, con la politica del neocolonialismo a depredare, lasciando alla fame un intero continente. Un popolo che pende dalle labbra di un usurpatore per un tozzo di pane, è un popolo privato della propria identità culturale e territoriale. Un popolo allo sbando facilmente abbindolabile con qualsiasi chimera supportata da governi corrotti e una informazione asservita. Lasciamo una volta per tutte l’africa agli africani. Un universo che saprà dire la sua in un mondo basato sulla legge del più forte.

    • max
      aprile 24, 2015 alle 10:02 am

      l’ipotesi dell’autodeterminazione e’ plausibile se accettiamo che si scannino tra loro come fecimo noi “evoluti”anni fa’. come “naturale”passaggio “evolutivo”.
      ma con i migranti come facciamo?il problema rimane. credo che da fratelli maggiori dobbiamo smetterla di rubare i giocattoli ai ns fratelli minori ma aiutarli nel loro processo evolutivo. poi ovviamente dobbiamo essere coscienti che una volta un “po’ evoluti”potrebbero farci concorrenza dal momento che il costo del lavoro sara’ comunque inferiore al nostro, almeno sui generi di prima necessita’. quindi a noi spetta continuare a fornire loro alta tecnologia in tutti i campi ma senza corrompere ed arricchire i loro politici per tenere alti i prezzi.
      non vedo altra strada per uguagliare e pacificare quindi interrompere gli esodi che si trasformeranno in normali migrazioni, termine oggi usato in modo impropio.

  12. aprile 24, 2015 alle 2:56 PM

    da Il Corriere della Sera, 24 aprile 2015
    Lo scafista aiutato dalla Libia: «Così i soldati ci danno i barconi».
    «Lo scafo si è guastato, i militari ci hanno soccorso e portato in acque internazionali. Ho dato ai poliziotti 40 mila dollari per liberare i clandestini arrestati: devono risarcirmi». (Giovanni Bianconi, Ilaria Sacchettoni): http://www.corriere.it/cronache/15_aprile_24/scafista-aiutato-libia-cosi-soldati-ci-danno-barconi-cf0d8bbc-ea41-11e4-850d-dfc1f9b6f2f5.shtml

  13. aprile 25, 2015 alle 12:39 PM

    da Il Corriere della Sera, 25 aprile 2015
    Il piano per affondare i gommoni Motovedette veloci (con esplosivo).
    Alfano rilancia: «Soluzione utile». Ma no ad ampliare il raggio d’azione di Triton. Vertice con gli enti locali: in caso di rifiuto, i centri di accoglienza verranno sequestrati. L’Europa mette sul piatto 120 milioni, dettagli saranno decisi in settimana a Varsavia. (Fiorenza Sarzanini): http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_aprile_25/piano-affondare-gommoni-motovedette-veloci-con-esplosivo-24d267f8-eb0e-11e4-aaae-29597682dafd.shtml

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