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D’accordo ma non troppo: le difficoltà all’interno dell’Unione Europea in vista dei nuovi negoziati in ambito climatico.


albero in autunno

albero in autunno

Federico Esu è un giovane laureato in giurisprudenza con un master in diritto internazionale presso l’University College London, una precedente collaborazione con la cattedra di Diritto internazionale dell’Università degli Studi di Cagliari e un attuale dottorato di ricerca presso la Erasmus School of Law, Erasmus University Rotterdam.

Ci ha inviato un interessante intervento relativo ai nuovi negoziati in sede comunitaria sulla lotta ai cambiamenti climatici.

Lo pubblichiamo molto volentieri.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

 

acqua e gemme

acqua e gemme

 

Tra poche settimane il Consiglio Europeo sarà chiamato a decidere sui nuovi obiettivi dell’Unione per il 2030 in ambito climatico.[1] Tali obiettivi, proposti dalla Commissione Europea lo scorso gennaio, consistono in una diminuzione delle emissioni di gas serra del 40%, una quota di mercato occupato dalle rinnovabili del 27% e un miglioramento dell’efficienza energetica del 30%.

Sui nuovi target, tuttavia, spuntano ennesimi disaccordi tra gli stati membri. In particolare, ad opporsi stavolta sono 6 Paesi dell’Europa orientale.[2] Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria, Polonia, Bulgaria e Romania sono tutti Paesi fortemente dipendenti dai combustibili fossili (in particolare il carbone, il cui elevato tasso di emissione di CO2 è ben conosciuto). In quanto tali, essi non condividono le scelte e rifiutano di vincolarsi ai nuovi impegni. Quello che chiedono, in breve, è che siano presi in considerazione bisogni e condizioni di ciascuno stato membro, evitando che i nuovi obiettivi stabiliti in sede europea si trasformino in impegni vincolanti per i governi nazionali.

In merito a tali preoccupazioni il Green Growth Group (Gruppo per la Crescita ‘Verde’), un gruppo di 13 stati dell’Europa occidentale e del nord, si era già espresso.[3] Il Gruppo, favorevole invece ai nuovi impegni sulla riduzioni di emissioni fino al 40% per il 2030, sta cercando di venire incontro alle esigenze dei Paesi oppositori, approvando la scelta di garantire maggiore flessibilità ai governi nazionali nell’adozione delle giuste strategie in materia di energie rinnovabili.

Monte Cucco

Monte Cucco

Ad ogni stato restio a cambiamenti decisivi, se ne oppone un altro considerato troppo ‘ambizioso’. Il neo-approvato ‘Energy Agreement for Sustainable Growth’ (Accordo sull’energia per un crescita sostenibile) olandese[4] è stato infatti criticato da un rapporto dell’Agenzia olandese sulle valutazioni in materia ambientale[5] e da altre organizzazioni. L’Accordo, che prevede una forte cooperazione tra il governo, le imprese, le associazioni ambientaliste e le organizzazioni operanti nel settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, punta all’aumento dell’uso delle rinnovabili pari al 14% entro il 2020 e al 16% entro il 2023. Tuttavia, proprio questi dati sono stati giudicati irrealistici, come si legge nel rapporto dell’Agenzia. Quest’ultimo prevede come massimo traguardo quello del 10.6% entro il 2020, salvo aumentare di qualche punto percentuale nel caso in cui fossero attuati i piani strategici previsti – ma comunque lontani da quanto prospettato nell’Accordo sotto studio.

Insomma, in vista dei nuovi negoziati che si terranno a Bruxelles il 23 e 24 ottobre di quest’anno, la priorità è di cercare di far incontrare il volere dei vari schieramenti dei governi nazionali in ambito climatico ed energetico. Se si vuole davvero riuscire nell’impresa (ardua ma non impossibile) di mitigare i cambiamenti climatici e stimolare il ricorso a fonti di energia rinnovabile nonché’ maggiore efficienza energetica, è di fondamentale importanza far si che gli obiettivi fissati in ambito europeo si trasformino anche in obiettivi nazionali di ciascuno stato membro.

Federico Esu

 

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[1] http://inlinepolicy.com/2014/european-energy-and-climate-brussels-goes-back-to-work/

[2] http://euobserver.com/news/125852

[3] http://www.government.nl/documents-and-publications/discussion-documents/2014/03/03/joint-statement-green-growth-group-ministers-on-a-climate-and-energy-framework-for-2030.html

[4] https://www.ser.nl/en/publications/publications/2013/energy-agreement-sustainable-growth.aspx

[5] http://www.rtlnieuws.nl/nieuws/politiek/rapport-kraakt-nederlandse-doelstelling-duurzame-energie

Arcidosso, vetta del Monte Labbro e Torre Giurisdavidica

Arcidosso, vetta del Monte Labbro e Torre Giurisdavidica

(foto E.R., S.D., A.L.C., archivio GrIG)

  1. Avatar di Capitonegatto
    Capitonegatto
    ottobre 10, 2014 alle 9:50 am

    E Genova ? L’ARPA ? Il sindaco ? La protezione civile ? Il blocco degli appalti ( presunte irregolarita’ ) per la pulizia e messa in sicurezza dei torrenti ?
    Il cambiamento climatico non ammette inefficienze e inpreparazione.

  2. ottobre 23, 2014 alle 2:52 PM

    A.N.S.A., 22 ottobre 2014
    Ue cerca intesa clima-energia 2030, Renzi punta in alto.
    Premier, ambiziosi ma resistenza da Paesi ‘carbone’. ‘Spettro’ conti: http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2014/10/22/ue-cerca-intesa-clima-energia-2030-renzi-punta-in-alto_6511977f-29db-4924-9efa-dac01b642bd7.html

  3. ottobre 24, 2014 alle 2:57 PM

    A.N.S.A., 24 ottobre 2014
    Accordo su pacchetto clima a vertice Ue.
    Entro 2030 riduzione 40% CO2 ed energia pulita al 27% del totale. (http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2014/10/24/accordo-su-pacchetto-clima-a-vertice-ue_fa2893c6-ddb9-4b4e-b96f-f4420e295d6c.html)

    BRUXELLES, 24 – E’ stato raggiunto l’accordo sul pacchetto clima 2030 al vertice di Bruxelles dell’Ue. L’accordo prevede una riduzione obbligatoria delle emissioni di CO2 del 40% entro il 2030 nell’insieme dell’Ue rispetto ai livelli del 1999 e di portare al 27% la quota di energia pulita – ovvero provenienti da fonti rinnovabili – sulla produzione totale. Al 27% è stato fissato anche il target per l’incremento, entro il 2030, dell’efficienza energetica a livello europeo.

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    da Il Corriere della Sera, 24 ottobre 2014
    BRUXELLES. Ue, accordo per ridurre i gas “effetto serra” del 40 per cento entro il 2030.
    La soddisfazione del Presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy, su Twitter:
    «Buone notizie per il clima, per la salute dei cittadini, per i lavori sostenibili»: http://www.corriere.it/esteri/14_ottobre_24/ue-accordo-ridurre-gas-effetto-serra-40-cento-entro-2030-e4bfe772-5b0b-11e4-a20c-1c0cce31a000.shtml

  4. novembre 2, 2014 alle 9:26 PM

    A.N.S.A., 2 novembre 2014
    Allarme Onu sul clima: “Gas serra ai massimi da 800mila anni, resta poco tempo”.
    Ipcc, poco tempo per stare sotto soglia 2 gradi riscaldamento: http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/clima/2014/11/02/onu-gas-serra-ai-massimi-da-800-mila-anni_6f15e6f1-2047-4312-9bbf-fc59ecd195f9.html

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    da Il Corriere della Sera, 2 novembre 2014
    Gas serra, l’allarme dell’Onu. «Ai massimi da 800 mila anni».
    La sintesi del rapporto del Gruppo di esperti sul clima: «Resta poco tempo» per riuscire a mantenere l’aumento della temperatura entro i 2 gradi»: http://www.corriere.it/scienze/14_novembre_02/gas-serra-l-allarme-dell-onu-ai-massimi-800mila-anni-169b16da-6283-11e4-9f8e-083eb8ae3651.shtml

  5. novembre 12, 2014 alle 2:50 PM

    una buona notizia, forse.

    A.N.S.A., 12 novembre 2014
    Clima, accordo Usa-Cina per la riduzione dell’emissione dei gas serra.
    Botta e risposta tra Obama e Xi Jinping su Hong Kong e diritti umani: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/11/12/clima-accordo-usa-cina-contro-gas-serra_921775fa-b2db-4ba8-8b2c-eddb56de352b.html

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