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Ancora un ferito. Caccia in Sardegna, stagione 2012-2013, morti e feriti (4).


manifesto anticaccia (La Lupus in Fabula)

Non si ferma la contabilità dei morti e feriti umani nel corso della stagione venatoria 2012-2013 in Sardegna.

Dopo l’arrivo del primo morto, un bambino, per giunta, ancora un ferito: Giovanni Raimondo Mele (62 anni) è stato ferito da pallini a un occhio, alla tempia e alla mandibola nelle campagne di So e’ Trancheri, fra Burgos ed Esporlatu (SS). Soccorso da un equipe del 118, è stato trasportato all’ Ospedale civile “S. Francesco” di Nuoro.  Indagano i Carabinieri.

Purtroppo ancora non si comprende come la caccia sia l’unico divertimento che procura morte.

Attualmente, in tutta Italia, siamo a ben 32 morti (28 cacciatori, 4 persone comuni)e 50 feriti (40 cacciatori, 10 persone comuni) umani durante la stagione di caccia 2012-2013.

Nella stagione venatoria 2011-2012 in Sardegna vi sono stati quattro morti e quattordici feriti, tutti cacciatori (ad eccezione di un pescatore di origine romena), dei quali uno (Domenico Molino, nelle campagne di Ovilò, Loiri Porto S. Paolo) ucciso in circostanze inquietanti per cause legate al mondo venatorio e un altro deceduto per infarto durante una battuta di caccia.    In tutta Italia 25 morti (24 cacciatori, 1 persona comune) e 70 feriti (59 cacciatori, 11 persone comuni).

Nella stagione venatoria 2010-2011 in Sardegna ci sono stati 4 morti, tutti cacciatori, e 11 feriti, dei quali 10 cacciatori e 1 persona comune, una ragazza che cercava funghi.  In tutta Italia ben 35 morti, dei quali 34 cacciatori e 1 persona comune, ben 74 feriti, dei quali 61 cacciatori e 13 persone comuni.

cartello “battuta di caccia al cinghiale in corso”

Il trend rispetto agli anni precedenti è in deciso aumento.

morti e i feriti fra gli altri animali in una stagione venatoria si stimano in centinaia di milioni.

Una vera strage, di umani e altri animali, così, per un divertimento.

Lega per l’Abolizione della CacciaGruppo d’Intervento GiuridicoAmici della Terra

Morti: Andrea Cadinu (12 anni, originario di Onifai, ma residente a Nuoro, colpito durante una battuta di caccia al cinghiale in svolgimento nei boschi di San Michele, Irgoli, NU).

Feriti: Giancarlo Salis (51 anni, di Jerzu, nei canaloni boscosi dei Tacchi di Ulassai, OG); Stefano Cencetti (42 anni, comandante della Compagnia barracellare di Villa San Pietro, nelle campagne di Bacchixeddu di Pula, CA).

 

 

incidente di caccia

 

da L’Unione Sarda on line, 15 novembre 2012

Burgos, cacciatore rischia di perdere l’occhio. L’incidente a 2 giorni dalla morte del dodicenne.

Un pensionato è rimasto ferito durante una battuta di caccia nelle campagne tra Burgos ed Esporlatu. Rischia di perdere un occhio. Dopo la morte del ragazzino di Nuoro, di cui domani si celebreranno i funerali, il nuovo incidente rende roventi le polemiche.

L’attività venatoria va abolita. Sono in tanti a gridarlo e la cronaca non è certamente utile a soffocare le polemiche che si sono scatenate dopo la morte, durante una battuta di caccia grossa, di Andrea Cadinu, 12 anni. Oggi a restare coinvolto in un incidente nelle campagne di Esporlatu è un pensionato di 62 anni, Giovanni Raimondo Mele. L’uomo è stato raggiunto al volto da alcuni pallini. Immediati i soccorsi: in località So ‘e Trancheri è giunto un equipaggio del 118. Il pensionato è stato trasportato all’ospedale San Francesco di Nuoro. E’ stato ferito a un occhio – che rischia di perdere – e a una mandibola, ma non corre pericolo di vita.

 

 

da Sardinia Post, 15 novembre 2012

CACCIA, UN ALTRO INCIDENTE: 62ENNE COLPITO AL VOLTO RISCHIA DI PERDERE LA VISTA

(foto da mailing list ecologista, La Lupus in Fabula, L.A.C.)

  1. novembre 15, 2012 alle 5:00 PM

    da Radio Press, 15 novembre 2012
    ANCORA UN INCIDENTE DI CACCIA: A BURGOS FERITO AL VOLTO PENSIONATO DI 62 ANNI: http://www.radiopress.it/2012/11/ancora-un-incidente-di-caccia-a-burgos-ferito-al-volto-pensionato-di-62-anni/

  2. Avatar di capitonegatto
    capitonegatto
    novembre 15, 2012 alle 5:51 PM

    E il ragazzino di 12 anni ? Che vergogna non avere una legge piu restrittiva verso questa banda di armati che potrebbe comprare quello che vuole al supermercato e lasciare in pace gli animali ed evitare feriti e lutti.

  3. Avatar di arpia
    arpia
    novembre 15, 2012 alle 11:12 PM

    Dalle news che ho sentito pare che anche il tipo di pallottole usate fosse diverso da quello previsto per quel tipo di caccia. Stranamente oltre al fatto che l’attivita’ e’ di per se’ pericolosa e fatta da personaggi particolari le si aggiunge sempre un elemento di pericolo e di sregolatezza in piu’ mai in meno! Infatti mai si applica maggiore cautela e rispetto delle norme. Ovviamente non ci sono controlli e tutti fanno fanno cio’ che vogliono. Vale la pena rischiare la vita di una persona per seguire l’eccitamento spasmodico di uccidere un povero animale?!!!!!!

  4. novembre 16, 2012 alle 2:55 PM

    da La Nuova Sardegna, 16 novembre 2012
    L’ex sindaco di Burgos impallinato perde un occhio. Sfiorata un’altra tragedia. Raimondo Mele, 62 anni, colpito al volto, è stato soccorso e trasportato in ospedale da un elicottero dei vigili del fuoco. (Francesco Bellu)

    BURGOS. Ha perso l’occhio dopo essere stato investito da una rosata di pallini. Imprudenza, un movimento avventato? Di certo un’altra giornata di caccia ha registrato ieri un incidente, grave ma per fortuna non mortale, nei boschi tra Burgos ed Esporlatu. Stavolta la vittima è un pensionato di 62 anni, Giovanni Raimondo Mele, ex sindaco del paesino arroccato sotto il castello di Adelasia, raggiunto da una scarica di pallini durante una battuta nelle prime ore del mattino. Il piombo gli ha procurato lesioni alla faccia e al mento, causandogli, purtroppo, la perdita dell’occhio sinistro. Sul posto è intervenuto un elicottero dei vigili del fuoco con il personale del 118 che ha trasportato l’uomo all’ospedale San Francesco di Nuoro, dove ora si trova ricoverato in prognosi riservata. I pallini si sono conficcati in testa e per il momento i chirurghi non sono potuti intervenire. Mele comunque non è in pericolo di vita ed è rimasto cosciente e vigile tutto il tempo. Rimangono, invece, ancora da chiarire le dinamiche dell’incidente, sul quale stanno adesso indagando i carabinieri del comando di Bono e della stazione di Burgos. Resta inoltre da capire quale possa essere stato il fucile che ha sparato, ferendo il pensionato. Si tratta comunque di un colpo partito in maniera accidentale, da qualcuno dei suoi compagni di caccia, forse per una imprudenza, una distrazione o per un movimento avventato che non ha avuto, per fortuna, esiti ben più gravi. L’episodio è avvenuto nelle campagne tra i due paesi del Goceano nella località “So ‘e Trancheri”. Sono stati gli stessi compagni di battuta ad chiamare i soccorsi. Vista la difficoltà di raggiungere il luogo con un ambulanza, per via del terreno impervio, è stato necessario l’utilizzo di un elicottero dei vigili del fuoco con i medici del 118 di Sassari. Una volta raggiunta la zona, sono stati fatti i primi accertamenti di emergenza. I medici hanno capito immediatamente che l’occhio sinistro era irrimediabilmente perso. Quindi hanno deciso di trasportare il ferito a Nuoro, l’ospedale più vicino, per valutare in maniera più precisa e veloce l’entità delle lesioni. I carabinieri che stanno conducendo l’inchiesta hanno sequestrato le armi di quanti partecipavano alla giornata di caccia.

    «Le regole ormai non contano più». L’amarezza di Paolo Muzzetto, capo caccia della prima riserva della Sardegna. (Chiaramaria Pinna)

    SASSARI. «Una disgrazia può succedere, ma a volte la causa di una tragedia è l’improvvisazione, o il mancato rispetto delle regole,o la confusione, se non addirittura tutti e tre gli elementi che proprio non possono esistere durante una battuta al cinghiale». A parlare è il professor Paolo Muzzetto. Appeso il camice di docente di veterinaria si dedica con passione alla cura di Pedra’e nae, mille e duecento ettari di paradiso terrestre, prima riserva turistico venatoria della Sardegna dove l’abbattimento è rigorosamente controllato. Paolo Muzzetto è il capo caccia. Capo per acclamazione della compagnia, una ventina di aficionados, sempre gli stessi, perchè nessuno come lui conosce gli equilibri di quei terreni. «Ho imparato tutto da Luigino e Micheddu Sanna, i padri di questa riserva che hanno lottato per tutelarla. Una missione che gli eredi e gli amici portano avanti. «Quando decido le poste, mentre controllo gli spostamenti dei cinghiali per organizzare la battuta, spesso penso a loro, a come si sarebbero mossi, a cosa avrebbero deciso».«La caccia – spiega ancora – e più che mai quella al cinghiale, è un’attività che richiede una particolare attenzione e rispetto dell’uso delle armi come delle distanze di sicurezza. Niente è lasciato al caso, si studia anche il vento. Quindi ognuno deve restare nella sua posta, non può sparare a destra o a sinistra se il capo caccia dà ordine che debba puntare solo in una direzione. Questo significa che sulla sua linea di tiro non troverà mai un altro uomo. E poi sia chiaro: il fucile è a palla, la palla spezzata è vietata eppure c’è chi la usa salvo poi cercare stupide giustificazioni».Questo, senza tralasciare la regola ferrea di non sparare mai sulle frasche che si muovono perchè è certo che a lasciarci la pelle sarà un uomo e non una preda. «Perchè – spiega Muzzetto – l’ animale è svelto ed è già passato. Invece in troppi sparano pur di premere il grilletto, e se una compagnia litiga se ne formano altre due, tre, si spara a pochi metri dalle case, nessuno viene riconosciuto come capo. Le regole sono state dimenticate». Ma i bambini, i figli dei cacciatori ortodossi come quelli degli anarchici che ci fanno appollaiati sulle rocce, al freddo, ad aspettare il cinghiale? «Io mio figlio l’ho portato, veniva volentieri – dice Muzzetto – stava vicino a me, attaccato. Volevo trasmettergli la passione per la caccia, per la natura». Ci è riuscito? «Devo dire la verità? – dice sorridendo – mi pare che abbia più passione per la pesca a canna…».

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