Le transenne comunali sul sentiero della Sella del Diavolo (Cagliari) sono illegittime.
La Capitaneria di Porto di Cagliari, in risposta alla richiesta (12 agosto 2012) delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, ha confermato (nota n. 12.02.02/736/45174 del 23 agosto 2012) di non aver mai richiesto al Comune di Cagliari la chiusura del sentiero naturalistico e archeologico della Sella del Diavolo per eventuali pericoli di frane: “preme evidenziare che con l’Ordinanza n. 47 del 30.07.1987 … è stato interdetto il transito e la sosta lungo la fascia litoranea del demanio marittimo, incluso lo specchio acqueo compreso entro i 50 metri dalla linea … compresa tra la Grotta dei Colombi e la Torre del Poetto … con Ordinanza n. 48 del 4.08.1987, la Capitaneria di Porto aveva ampliato l’interdizione … fino alla Torre del Prezzemolo e nel contempo aveva vietato l’accesso nelle aree demaniali marittime suddette anche attraverso i sentieri non ricadenti in ambito demaniale marittimo”.
Al Comune di Cagliari la Capitaneria di Porto ha ricordato che “il richiamo delle Ordinanze dell’Autorità Marittima è sostenibile e praticabile solo per i compendi del promontorio aventi natura demaniale marittima” e “non ha mancato di fornire la più ampia disponibilità a partecipare ad un incontro che, previa puntuale disamina delle problematiche di sicurezza, consenta una razionalizzazione dei provvedimenti interdittivi”.
In parole povere, non sussiste alcun pericolo di frane che abbia legittimamente determinato l’apposizione di cartelli e transenne per la chiusura del frequentatissimo sentiero da parte del Servizio protezione civiledel Comune di Cagliari.
Ricordiamo quanto avvenuto.

Cagliari, litorale interdetto (come si può vedere, il sentiero naturalistico e archeologico della Sella del Diavolo è fuori!)
Dall’inizio di agosto 2012 alcune transenne poste dal Servizio protezione civiledel Comune di Cagliari sbarrano l’accesso al sentiero naturalistico e archeologico della Sella del Diavolo. Campeggiano minacciosi cartelli indicanti “pericolo frane”.
I cartelli fanno riferimento all’ ordinanza della Capitaneria di Porto di Cagliari n. 47 del 30 luglio 1987, integrata dalla successiva n. 48 del 4 agosto 1987, che inibiscono l’accesso al litorale posto alla base della Sella del Diavolo a causa di frane che – allora – provocarono la morte di un pescatore dilettante e successivi lavori di consolidamento.
Celermente, con soli 25 anni di distanza, il Servizio protezione civile del Comune di Cagliari pare ne abbia preso atto e abbia risolutamente provveduto di conseguenza. Un probabile colpo di sole comunale, anche a giudicare dalla risposta della Capitaneria di Porto.
Il sentiero naturalistico e archeologico della Sella del Diavolo non conduce minimamente al litorale interdetto, è operativo da oltre dieci anni, promosso delle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico.
E’ uno dei pochi “gioielli” naturalistici e culturali di Cagliari ad esser fruibile tutto l’anno. Sono ormai oltre 8 mila gli escursionisti accompagnati dalle guide ecologiste ad aver conosciuto questo splendido gioiello ambientale e culturale del Mediterraneo.
Il sentiero è stato predisposto a proprie spese dalle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico grazie alla collaborazione del Comando Militare autonomo della Sardegna e del Comando Militare Marittimo autonomo in Sardegna, titolari dell’area.
Non solo. Spesso e volentieri è stato inserito in manifestazioni pubbliche nazionali e internazionali, quali la Settimana della Cultura e le Giornate europee del Patrimonio, con la partecipazione di rappresentanti dell’Amministrazione comunale cagliaritana, nonché decine e decine di escursioni guidate per scuole e studenti di ogni ordine e grado, sempre con grande successo di pubblico e mai con il benché minimo incidente.
Conseguentemente, le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico eAmici della Terra avevano, quindi, inoltrato (12 agosto 2012) una puntuale richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni interventi al Comune di Cagliari (Sindaco, Direttore generale, Dirigente del Servizio protezione civile) e allaCapitaneria di Porto per revocare atti e comportamenti che appaiono quantomeno eccessivi e poco meditati.
Dalla Capitaneria di Porto è giunta la risposta, inequivocabile. Il Comune di Cagliari che cosa aspetta? Una nuova istanza (5 settembre 2012) viene inoltrata dalle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra per larimozione immediata di cartelli e transenne illegittimi.
Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra
(foto S.D., archivio GrIG)
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da CagliariPad, 5 settembre 2012
“Illegittime le transenne comunali sul sentiero della Sella del Diavolo”: http://www.cagliaripad.it/it/news/settembre/05/sella-del-diavolo/
da Casteddu online, 5 settembre 2012
Transenne alla Sella del Diavolo, la Capitaneria di Porto: “Nessun pericolo di frane, non servono”: http://www.castedduonline.it/index.php/cronaca/transenne-alla-sella-del-diavolo-la-capitaneria-di-porto-nessun-pericolo-di-frane-non-servono/39718
Diciamo che gli è partita la mano, con le transenne..’saggerati!
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da La Nuova Sardegna, 6 settembre 2012
«Sulla Sella non c’è pericolo di frane».
CAGLIARI. La Capitaneria di porto non ha mai chiesto al Comune la chiusura del sentiero naturalistico e archeologico della Sella del Diavolo perché non c’è alcun pericolo di frane: sono il Gruppo di Intervento giuridico e gli Amici della Terra a confermarlo dopo che l’autorità marittima ha risposto con una nota scritta al quesito trasmesso dalle due associazioni. Con l’ordinanza di cui si è parlato nei giorni scorsi la Capitaneria aveva interdetto il transito e la sosta lungo la fascia litoranea del demanio marittimo, compreso lo specchio d’acqua entro i cinquanta metri dalla riva. Nessun riferimento invece è contenuto nell’ordinanza per il sentiero, che attraversa la Sella nella sua parte alta e che non è pericoloso. Per queste ragioni le due associazioni ecologiste chiedono al Comune di rimuovere le transenne che impediscono l’accesso al sentiero: «Forse il servizio protezione civile del Comune è rimasto vittima di un colpo di sole – scrive Stefano Deliperi – visto che l’ordinanza cui si fa riferimento nel cartello di divieto risale a venticinque anni fa». Comunque sia bisogna rimediare («la risposta della Capitaneria è arrivata, che cosa aspetta il Comune?») e togliere immediatamente i cartelli per restituire ai cittadini un percorso naturalistico e archeologico realizzato a proprie spese dal Gruppo di intervento giuridico e dagli Amici della Terra con la collaborazione dei comandi militari autonomo e marittimo e che ogni anno viene visitato da ottomila escursionisti accompagnati dalle guide.