Approvate dal Consiglio regionale sardo le Linee guida di modifica del P.P.R. Battaglia senza quartiere al cemento!
Le linee guida di modifica del piano paesaggistico regionale presentate dal Presidente della Regione autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci al Consiglio regionale, dopo una lunga gestazione misteriosa e costose quanto bugiarde campagne propagandistiche, sono state approvate nella serata del 25 luglio 2012 dalla maggioranza dei presenti: a favore solo la maggioranza di centro-destra (38 voti), non ha partecipato al voto il P.S.d’Az. (privo di coraggio, ancora, l’on. Paolo Maninchedda), astenuto (5 voti) il gruppo di dissidenti del P.d.L. Sardegna è già domani (il cui on. Massimo Mulas ha presentato un’interrogazione consiliare molto critica, la n. 921/A del 20 luglio 2012), contraria (25 voti) l’opposizione di centro-sinistra.
Le linee guida – da tradurre entro 90 giorni in norme di attuazione del P.P.R. modificato, previa necessaria concertazione con il Ministero per i beni e attività culturali – appaiono ben poco consone a una corretta gestione delle parti più pregiate del territorio sardo.
Ancora una volta sembra dominare la penosa e vecchia equazione “cemento = turismo = sviluppo”, che solo danni ha portato ai sardi.
La speculazione immobiliare sulle coste ha portato solo depredazione del patrimonio ambientale sardo senza creare alcuno “sviluppo” economico-sociale duraturo.
Svolgeremo tutte le azioni necessarie e opportune per contrastare questa follìa e per difendere strenuamente i valori ambientali, naturalistici, paesaggistici, culturali della Sardegna, unica vera ricchezza dell’Isola, insieme alle altre associazioni ambientaliste e culturali.
Amici della Terra, Gruppo d’Intervento Giuridico,
Lega per l’Abolizione della Caccia
qui le LINEE GUIDA PER IL LAVORO DI PREDISPOSIZIONE E APPROVAZIONE DEGLI ATTI DI AGGIORNAMENTO E REVISIONE DEL PPR DEGLI AMBITI COSTIERI E DEL PPR DEGLI AMBITI INTERNI
qui la relazione La pianificazione paesaggistica in Sardegna. Evoluzione, realtà, prospettive.
qui il servizio televisivo del 25 luglio 2012 sull’emittente televisiva regionale Videolina PPR: LA BOCCIATURA DEGLI AMBIENTALISTI, LO SCONTRO IN CONSIGLIO
da La Nuova Sardegna on line, 25 luglio 2012
Regione, la maggioranza dà l’ok alle linee guida del nuovo Ppr. Battaglia sul nuovo Piano paesaggistico, con il centrosinistra che ha difeso il precedente Ppr di Soru.
da L’Unione Sarda on line, 25 luglio 2012
Ppr, approvate le linee guida di revisione. “Resta intoccabile fascia dei 300 metri”. E’ stato approvato, con i soli voti della maggioranza in Consiglio regionale e l’astensione dei ‘Sardisti’ e di ‘Sardegna è già Domani’, il documento che contiene le linee guida base per il processo di revisione del Piano paesaggistico regionale.
da CagliariPad, 25 luglio 2012
Via libera alle Linee guida del nuovo Ppr. Ora la parola torna alla Giunta. (Francesca Zoccheddu)
(foto S.D., archivio GrIG)





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Commento inserito anche nel sito dell’on. Maninchedda
On. Manichedda, non la seguo proprio. Usa parole definitive per bollare (giustamente) queste linee guida del PPR come un tentativo di manomettere la tutela della fascia costiera, ma poi al momento del voto, non vota. Anzi non votate, lei e gli altri consiglieri del P.S.d’Az.
E allora le sue parole suonano, non me ne voglia, piuttosto ipocrite.
Stiamo parlando della tutela di un bene incommensurabile e i bizantinismi incomprensibili della politica (minuscola) dei giorni nostri, dovrebbero essere prontamente messi da parte. E riservarli, se proprio si vuole praticarli, a questioni non decisive come questa.
La sua giustificazione, poi, secondo cui lei si sarebbe astenuto perchè è presidente della Prima Commissione, mi pare aggravi la sua posizione (e non spiega certo l’astensione dei suoi colleghi di partito). Esiste l’istituto delle dimissioni, che lei avrebbe dovuto certamente praticare, se, come afferma, la permanenza nella carica le preclude la possibilità di opporsi duramente a una disastrosa scelta politica che mette a repentaglio il patrimonio più importante di cui la Sardegna ancora dispone.
e questo è il mio. A questo punto, i bizantinismi – come dice Juri – annoiano.
“Anacleto Mitraglia ci spiega che esistono “le sfumature, le obiezioni, le terze e quarte vie”.
Ha perfettamente ragione. Forse è un frutto dei nostri tempi, ma è necessario avere un briciolo di chiarezza.
On. Maninchedda, lei è – a mio parere – uno degli attuali Consiglieri regionali più preparati e intelligenti.
E non è piaggerìa. A maggior ragione, da Lei (magari anche dal resto del P.S.d’Az.) si chiede chiarezza ed efficacia delle azioni politiche. Se ritiene – giustamente – queste “linee guida” di modifica del piano paesaggistico regionale una vera “fetecchia”, per quale motivo non ha votato contro? Non partecipare al voto aiuta oggettivamente il voto “vincitore”, cioè quello favorevole a queste “linee guida”.
Non è il tempo di calcoli di alcun genere, è il tempo della chiarezza.
Il resto non si comprende, l’opinione pubblica non lo comprende.
Poi faccia quello che vuole.”
Stefano Deliperi
Tempo fa una sentenza affermava che una modifica al ppr poteva esserci solo se portava un miglioramento e una estensione della tutela paesaggistica. Ricordo male ? Un’altra vieta di costruire in campagna immobili residenziali. Per non parlare dell’articolo 9 della Costituzione .Che la certezza del diritto sia un optional non e’ una novità …
è più facile credere alla Fatina dei denti che all’Assessore Rassu.
da La Nuova Sardegna, 26 luglio 2012
Sì al Ppr, l’ok solo dal centrodestra. Approvate le nuove linee guida. Opposizione contraria L’assessore Rassu: «Resta il vincolo dei 300 metri dal mare». Luciano Uras: “Siamo stati costretti a fare un dibattito inutile perché sulla questione del paesaggio l’ultima parola ce l’avrà il governo”. (Alfredo Franchini)
CAGLIARI. La battaglia sul mattone si è conclusa ieri sera con l’approvazione di un Ordine del giorno a sostegno delle linee guida sul Ppr: 38 sì, 25 contrari e 5 astenuti cui si aggiungono molte defezioni. Il Psd’Az non ha partecipato al voto, il gruppo di “Sardegna domani” si è astenuto perché – ha spiegato Mario Diana – «se avessimo votato contro avrebbe voluto dire che apprezziamo il Ppr di Soru e così non è, ma se avessimo dato parere favorevole sarebbe stato come votare il niente». Così le linee guida volute dalla giunta Cappellacci sono state approvate con i voti della sola maggioranza che ha dato carta bianca all’esecutivo: ora dovrà essere la giunta regionale che entro tre mesi dovrà mettere mano alle norme di attuazione del Piano paesaggistico concordando le modifiche con il ministero. Un fatto, questo, che ha indispettito particolarmente il gruppo sardista «perché l’ultima parola sulla tutela delle coste ce l’avrà il governo romano». Nel palazzo di via Roma anche ieri si è perpetuato lo scontro tra le due culture: l’opposizione che ritiene pericolosissime la nuova filosofia secondo cui le coste non sono più un unico bene paesaggistico e la maggioranza che si è affannata a ripetere che non c’è alcun pericolo di cementificazione. Nella replica l’assessore Nicolò Rassu ha garantito che «i trecento metri dal mare restano intoccabili». «Caso mai vogliamo dare gambe al Piano paesaggistico e non demolire niente», ha precisato l’assessore all’Urbanistica, «non si tratta di un feticcio intoccabile, quindi, ma di uno strumento che è risultato essere incompleto nella sua attuazione e nelle procedure». Al posto dello strumento delle intese per la pianificazione, previsto dall’attuale piano, l’esecutivo pensa ad un «atto concessorio che passa al vaglio di Comune, Regione e ministero». L’assessore Rassu è intervenuto, nella replica alla chiusura del dibattito al posto del presidente della giunta, Cappellacci, assente perché impegnato ieri negli incontri con una delegazione della Bielorussia. Il presidente ha fatto in tempo, invece, a partecipare al voto finale. Alla maggioranza che oggi è intervenuta in modo massiccio, a differenza del primo giorno, per sostenere che l’attuale Ppr è un punto di partenza, l’opposizione ha lanciato un monito: «Ritirate le linee guida e ripartiamo dalla legge Urbanistica», ha detto il capogruppo del Pd, Giampaolo Diana, «sospendiamo il processo di revisione del Piano paesaggistico». Luciano Uras, (Sel), spara una bordata sulla giunta: «Ci avete costretto a fare una discussione sostanzialmente inutile, perché dopo l’esercizio dispendioso di Sardegna nuove idee, occorre concordare ogni passo con il ministero previa consultazione della Commissione competente, alla vigilia forse di un appuntamento elettorale e nel mezzo di una crisi che colpisce l’Italia» Il problema di fondo è quello dei Comuni che non hanno i mezzi per dotarsi di un proprio Puc. Per l’opposizione, invece di affrontare questi problemi, si procede «a una grande sanatoria per l’abusivismo edilizio nell’agro». Il gruppo di Sardegna domani si è astenuto ma gli interventi sono stati molto critici: «Difficile sostenere che non debba essere rivisto il Ppr», ha detto Nanni Campus, «ed è al tempo stesso necessario eliminare la patologia che impedisce un corretto rapporto con gli enti locali». Per Roberto Capelli c’è stato un patto elettorale: «Il Ppr contiene troppi vincoli e dunque va modificato. Non prevedeva una sostituzione al potere, il patto elettorale che fu sottoscritto, una sostituzione di persone: prima le intese le faceva Soru e oggi le fa Cappellacci». Dopo l’approvazione delle linee guida che andranno a modificare l’urbanistica sarda è stato presentato da Pittalis (Pdl) un Ordine del giorno, quattro pagine, sui principi generali delle questioni urbanistiche. Argomenti universali, troppo grandi per essere votati in due minuti: il documento è stato ritirato.
da La Nuova Sardegna, 26 luglio 2012
Il governo: «Dovevate consultarci prima». Il ministro dei Beni culturali scrive a Cappellacci per la mancata concertazione sull’urbanistica.
Mario Diana: “I sardi devono sapere che questa giunta non darà alcuna risposta sugli impegni che erano stati presi nell’ultima campagna elettorale”.
LE COSTE. La fascia costiera non è più un unico bene paesaggistico. Questo permette di sbloccare lottizzazioni costiere progettate negli anni Ottanta e vietate fino a oggi. Saranno rese attuabili anche le norme previste per gli interventi sulle coste nel piano casa e nella legge sul golf. (Alfredo Franchini)
CAGLIARI. Qualcuno l’ha definito un colpo di teatro. Nel pomeriggio di ieri, quando il dibattito era ormai avviato alla conclusione, il capogruppo di Sardegna domani, Mario Diana, ha letto un documento riservato che il ministero ha inviato al presidente Cappellacci. Si tratta di unalettera inviata martedì scorso dal ministero dei Beni culturali per chiedere spiegazioni al presidente della Regione sulle linee guida del Ppr. Il ministro Ornaghi scrive che solo informalmente ha appreso della predisposizione della revisione e che da un primo esame delle Linee si evince la «non aderenza» al percorso intrapreso e si rende necessario un percorso tecnico attuativo congiunto», ha denunciato l’ex capogruppo del Pdl. Un piccolo giallo che l’assessore Nicolò Rassu ha ridimensionato: «Fa parte dei normali rapporti tra ministero e Regione», ha detto l’assessore all’Urbanistica, «la giunta si era rivolta al ministero il primo giugno e si è aperto il confronto». Mario Diana non ha dubbi: «I sardi devono sapere che non avranno risposte sugli impegni che erano stati presi in campagna elettorale». Il capogruppo dell’Udc, Giulio Steri, getta acqua sul fuoco: «Non bisogna essere manichei, c’è del bene e del male sia nell’attuale Ppr sia nelle linee guida». Convitato di pietra nel dibattito, l’ex presidente Soru, ieri assente. Roberto Capelli ha ricordato l’occupazione dell’aula che fu fatta quando nel 2004 fu presentata la legge urbanistica, la madre di tutti i problemi: «L’allora opposizione che oggi è maggioranza», afferma Capelli, «ebbe a contestare e a criticare la non emendabilità delle linee guida. E allora»?La realtà degli ultimi dieci anni in campo economico è molto cambiata: «Nessuno può pensare oggi di rilanciare l’economia con l’edilizia», afferma Steri. «La terra ha un valore enorme», afferma Gian Valerio Sanna, «ma la gente per riportarla nelle campagne deve avere pure altre motivazioni che non siano quelle di costruire. Si sente parlare di energia alternativa, ci sono padri del vento e padri del sole: troppi padri emolti figli non riconosciuti». Franco Cuccureddu: «L’applicazione dell’attuale Ppr ha mostrato divaricazioni profonde: non si possono dettare rgeole uguali per situazioni diverse. Questo ha provocato sorture forti, forse irreversibili. E la speculazioni in questi anni non si è certo fermata perché non era affatto difficile costruire nella zona B, come è accaduto a Castelsardo. Oggi i Comuni non credono nella legislazione urbanistica». I Riformatori che erano in posizione critica dopo la battaglia sui dieci referendum, hanno votato a favore delle nuove linee guida. Per il capogruppo Attilio Dedoni, occorre essere seri, pragmatici, laici sulla questione del Ppr: «Come Riformatori saremo vigili e attenti su quello che è il governo del territorio, la tutela identitaria e delle coste», assicura Dedoni.Il capogruppo dell’Idv Adriano Salis contesta l’idea del nuovo Ppr: «Neanche i bambini delle scuole materne credono che 17 mila posti di lavoro in edilizia sono stati persi per il Ppr. La crisi dell’edilizia arriva da ben altre cause». Il presidente del Psd’Az Giacomo Sanna ha contestato duramente la giunta Cappellacci e ha criticato le linee guida ma non ha risparmiato nemmeno Renato Soru, accusandolo di predicare bene ma di aver razzolato male. Sanna ha per qusto citato le diverse Intese della scorsa legislatura che hanno consentito il consumo della fascia costiera. «L’errore fatto nella scorsa legislatura è stato quello di aver rinunciato alla centralità del Consiglio», ha affermato il capogruppo sardista. «È il Ppr che dovrebbe essere discusso in aula», ha ocncluso Sanna rivolgendosi alla giunta, «invece avete voluto discrezionalità, su temi come questo non si può affidare tutto ad una sola persona, ora come allora». Da rimarcare che ieri il segretario del Pd, Silvio Lai, ha inviato una lettera a tutti i segretari della coalizione di centro sinistra per ribadire che, in tema di alleanze, «il voto sul Ppr di Cappellacci avrebbe rappresentato un elemento discriminante per tutti». Come dire chi ha votato sì non potrà far parte della coalizione di Centrosinistra.
da Sardegna Quotidiano, 26 luglio 2012
Gli ambientalisti fanno muro. Le sigle “verdi”: pronti a ricorrere alle vie legali e le linee guida sono il grimaldello per scardinare le tutele e favorire le speculazioni. «I Puc approvati? Non è vero siano 10». (Francesca Ortalli): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_56_20120726083122.pdf
ATTACCO. «LA GIUNTA RISPETTI LE NORME»: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_56_20120726083315.pdf
Ppr, il Consiglio approva ma i sardisti non votano. Via libera al documento che dà il la alle modifiche del Piano paesaggistico. Centrodestra a quota 38: il Psd’Az non ha partecipato alla conta e nel centrosinistra si astiene ’lUpc (Vincenzo Garofalo): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_56_20120726083037.pdf
da La Nuova Sardegna, 26 luglio 2012
Zedda: «Basta filosofare, serve la legge urbanistica».
«Servono regole certe sia per gli enti locali che per i privati. E uffici informatizzati. Sul Ppr non si può e non si deve tornare indietro: ha retto bene alle aggressioni». (Alessandra Sallemi): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20120726082040.pdf
da La Nuova Sardegna, 26 luglio 2012
«No al rischio speculazioni Andremo dal magistrato». Gli ambientalisti contestano i provvedimenti approvati ieri dal Consiglio Pronto un esposto sulle nomine nella commissione paesaggio e al Parco Asinara. (Mauro Lissia)
CAGLIARI. Una delibera che sparisce dal sito istituzionale della Regione e ricompare riveduta e corretta, un’associazione ambientalista mai sentita prima che appare sulla scena facendo incetta di rappresentanti negli organi regionali: uno nella commissione paesaggio e l’altro all’ente parco dell’Asinara. Poi una “delibera interpretativa” firmata da Cappellacci che cancella una sentenza del Consiglio di Stato e libera dai vincoli paesaggistici centodieci interventi edilizi sulle sponde delle più importanti zone umide dell’isola, finora protette dal Ppr. Per Italia Nostra, Gruppo d’intervento giuridico, Legambiente e Lipu ce n’è abbastanza per elaborare un esposto e chiedere l’intervento della Procura della Repubblica. Partendo da un dato allarmante: “Le linee guida del nuovo piano paesaggistico – hanno detto in una conferenza stampa Antonello Secci (Wwf), Graziano Bullegas e Maria Paola Morittu (Italia Nostra), Vincenzo Tiana (Legambiente) e Stefano Deliperi (Grig) – sono l’ulteriore grimaldello usato da questa giunta per scardinare il Ppr di Soru, c’è un tentativo di sostituire il concetto di conservazione con quello abnorme dell’evoluzione dinamica, che altro non è che la volontà di modificare il paesaggio in chiave speculativa”. Il Codice del paesaggio, una legge dello Stato, obbliga la Regione a nominare un rappresentante delle associazioni ecologiste riconosciute a livello nazionale nella commissione regionale per il paesaggio, importantissima per le scelte sul nuovo Ppr. L’amministrazione Cappellacci le ha invitate tutte dimenticando il Fai. Ma quando negli uffici di viale Trento sono arrivati i nomi designati da ciascuna associazione, l’assessorato all’Urbanistica – sostengono le associazioni, sventolando i documenti – ha cambiato improvvisamente le carte in tavola: “Ci sono due diverse delibere – ha spiegato Graziano Bullegas – in una si citano le associazioni chiamate a partecipare, nella seconda si parla genericamente di un invito a partecipare, visto che si sono accorti che Ambiente e Vita non era nell’elenco”. Gli atti confermano: Ambiente e Vita, un’associazione ispirata all’ex An di cui nessuno sospettava l’esistenza, compare soltanto il 13 giugno scorso, ultimo giorno utile. Ma il direttore generale degli enti locali Marco Melis – appena finito sotto inchiesta giudiziaria per i 900 mila euro destinati ai dipendenti regionali impegnati nell’aggiornamento del Ppr, denaro sequestrato dalla Procura – ha scelto proprio quella. Il nome del rappresentante? Alberto Piras, ingegnere dipendente dell’assessorato regionale ai lavori pubblici, per gli ecologisti funzionario “in odore di incompatibilità” con l’incarico appena conferitogli. La stessa fantomatica associazione compare nel nord Sardegna soltanto per esprimere un rappresentante nel parco dell’Asinara, non c’è traccia di altra attività pubblica. Il che avrebbe dovuto indurre la Regione a escludere Ambiente e Vita perché le norme del Codice Urbani prevedono la possibilità di nominare nella commissione paesaggio soltanto rappresentanti di associazioni in grado di documentare una “comprovata attività nella difesa del territorio”. Ma al di là dei nomi e delle sigle, la sequenza degli atti e le spiegazioni frammentarie e piuttosto rudimentali fornite dai vertici regionali lascerebbero spazio a dubbi di legittimità: “I nostri legali stanno valutando – ha spiegato Secci – potrebbero esserci gli estremi del reato di falso”.Se c’è un reato si vedrà, intanto è chiaro che in viale Trento gli ecologisti sono come il fumo negli occhi: “Scriviamo e non ci rispondono mai – sorride Maria Paola Morittu – ci escludono da qualsiasi decisione e vogliono escluderci anche dal nuovo Ppr, malgrado le legge li obblighi a consultarci”. Non solo: riferendosi al blitz sule zone umide Deliperi ha sostenuto che “la giunta regionale va oltre i propri poteri, bypassando anche le sentenze del Consiglio di Stato».
Basta sentire i commenti dei turisti in Sardegna :
– Territorio devastato da troppo cemento
– Territorio mal tenuto , brutte costruzioni ( private e pubbliche ), strade dissestate , servizi
mal finiti e non manutenzionati.
– Spiagge sporche e fruibili con difficolta’ di percorso ( sterpaglie , fili spinati, ).
E’ possibile che la bolla speculativa delle costruzioni in Spagna non insegni propio niente ?
In realtà non credo di andare molto lontano dalla realtà quando penso che interessi di amministratori locali e scarso interesse della cittadinanza rendono il piano paesaggistico una mera farsa. Ma lo avete fatto un giro per l’isola? Ci sono zone di un tale degrado ambientale e di una tale speculazione (penso all’eolico) da far sorridere quando si parla si piano paesaggistico! La Sardegna l’avete distrutta con le fabbriche, con l’inquinamento, con i veleni, con la moria di pesci, con la nascita di animali deformi, con i morti per cancro! E avete il coraggio di parlare di cementificazione! Magari arrivasse gente in grado di fare quello che è stato fatto in Costa Smeralda! Se le costruzioni fossero fatte in modo intelligente e fossero smantellate industrie e zone inquinanti si rilancerebbe il turismo per cui l’isola è vocata. Ma non vi accorgete che in Sardegna non ci viene più nessuno? Dunque penso che dietro a tutto questo ci siano immense speculazioni, gente, politici, assessori, sindaci che rubano e speculano con il tacito consenso dei cittadini che li votano.
quello che è stato fatto in costa smeralda non può essere citato come esempio di virtuosismo. nemmeno gli introiti dei supermarket vanno all economia sarda, si tratta solo di approdi per pirati. non è possibile snaturare la personalità di un isola austera e burbera (e per questo non inquinata) trasformandola un un bordello di 1quart ordine e lettiera per rampolli miliardari e cariatidi rifatte. allo stesso modo non è possibile accettare raffinerie e discariche sotterranee abusive di materiali tossici provenienti da mezza europa. una buona soluzione sarebbe stata trasformarla in un paradiso fiscale. e forse l unica.
La C.G.I.L. dice qualcosa di molto sensato, finalmente.
da Tiscali Notizie, 26 luglio 2012
Cagliari: Cgil pronta a mobilitazione contro modifiche Ppr : http://notizie.tiscali.it/regioni/sardegna/articoli/12/07/26/ppr.html
da Casteddu online, 27 luglio 2012
Cappellacci a Carloforte esalta le linee-guida del Ppr: http://www.castedduonline.it/index.php/sardegna/cappellacci-a-carloforte-esalta-le-linee-guida-del-ppr/36706
da La Nuova Sardegna, 27 luglio 2012
Sanna: «Nessuno più crede allo sviluppo legato al cemento». Il consigliere Pd artefice del piano in vigore attacca la giunta. «Rilanciati i consulenti conlauteparcelle».Un’idea per i Puc. (Alfredo Franchini): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20120727081245.pdf
l’on. Caterina Pes (P.D.) ha presentato la seguente interrogazione parlamentare (http://www.caterinapes.it/2012/07/27/interrogazione-ppr/)
27 luglio 2012 – Interrogazione con risposta in commissione
Al Ministro peri Beni e le Attività culturali
Premesso che:
– Il Piano paesaggistico regionale è uno strumento di governo del territorio che si pone l’obiettivo di preservare, tutelare e valorizzare l’identità ambientale della regione. Al tempo stesso intende proteggere e salvaguardare il paesaggio culturale e naturale con la relativa biodiversità;
– In data 25 luglio scorso il Consiglio Regionale della Sardegna ha approvato, con i voti della sola maggioranza, le nuove Linee guida al piano paesaggistico regionale;
– Entro tre mesi la giunta regionale dovrà elaborare le norme di attuazione del Piano Paesaggistico, concordando le modifiche con il ministero;
Le novità introdotte nelle Linee Guida riguardano:
• La fascia costiera non è più considerata un unico bene paesaggistico, permettendo in questo modo di sbloccare lottizzazioni costiere progettate negli anni Ottanta e vietate fino ad oggi;
• Il paesaggio rurale, pur essendo riconosciuto dalla Regione meritevole di tutela e pur avendo la stessa dichiarato di voler contrastare il frazionamento delle aree agricole finalizzato all’edificazione (in particolare nella fascia costiera e nelle aree periurbane), di fatto non viene salvaguardato: non viene fissata infatti una superficie minuma per poter costruire (allo stato attuale occorrono 3 ettari per le coltivazioni intensive e 5 ettari per quelle estensive);
• Si rendono possibili interventi a più di cento metri dai monumenti nei comuni che non hanno elaborato il PUC;
• Nei centri storici sono possibili ristrutturazioni degli edifici con meno di 50 anni che hanno infissi o elementi non consoni alle costruzioni d’epoca con la possibilità di aumentare la volumetria del 30 %;
– Qualche giorno prima dell’approvazione del PPR il Ministro interrogato ha inviato una nota al Presidente della Regione per chiedere spiegazioni circa le nuove Linee guida;
– Nella stessa nota il Ministro ha rilevato che da un primo esame delle Linee, si evince la “non aderenza” al percorso intrapreso, e si rende necessario un percorso tecnico attuativo congiunto;
– Nei giorni scorsi il Ministro delle Politiche agricole e forestali durante una conferenza (“Costruire il futuro: difendere l’agricoltura dalla cementificazione”) ha riconosciuto che il consumo di suolo è un problema grave e quindi prioritario, ponendo l’accento su tre elementi (cibo, bellezza, cultura), ritenendol le nostre migliori ricchezze;
– In tale ottica, il Ministro Catania ha presentato un disegno di legge “in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo”;
Considerato che:
– L’articolo 9 dell’articolo della Costituzione “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”;
– Il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modifiche ed integrazioni, denominato «Codice dei beni culturali e del paesaggio» ha applicato su tutto il territorio nazionale una disciplina uniforme ed innovativa in materia di tutela del paesaggio così come previsto dall’articolo 9 della Costituzione;
– in data 7 settembre 2006 con decreto presidente giunta regionale n. 82, la regione Sardegna, in attuazione delle disposizioni contenute nelle norme di cui sopra, ha approvato il piano paesaggistico regionale attraverso le procedure previste dalla legge regionale 25 novembre 2004, n. 8;
– come espressamente previsto dal codice «Urbani», la regione Sardegna ha sottoscritto specifica intesa con il Ministero per i beni e le attività culturali attestante la piena conformità del piano approvato con la disciplina di cui all’articolo 143 del citato codice dei beni culturali e paesaggistici;
– la pianificazione paesaggistica è materia delegata dal codice dei beni culturali e del paesaggio dallo Stato alle regioni e lo Stato si riserva di vigilare sull’attività delle regioni ai sensi dell’articolo 155 del codice;
– le previsioni dei piani paesaggistici, in virtù della tutela costituzionale che realizzano, «sono cogenti» ed «immediatamente prevalenti» su qualunque disposizione difforme anche di carattere settoriale, le ragioni del paesaggio e della sua difesa prevalgono quindi su qualsiasi interesse di natura economica di sviluppo;
– le politiche di tutela del paesaggio e della valorizzazionde dell’ambiente sono state – con la precedente giunta regionale – tra le più avanzate del Mediterraneo;
– l’approvazione del PPR ha scatenato le proteste di associazioni ambientaliste (WWF, Italia Nostra, Legambiente, Gruppo di Intervento Giuridico);
Per sapere dal Ministro interrogato come intenda intervenire per vigilare sull’attività della Regione Sardegna in virtù dell’art.155 del legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modifiche ed integrazioni, e garantire quindi che le ragioni del paesaggio e della sua difesa prevalgano su altri interessi.
On.Caterina Pes
da La Nuova Sardegna, 28 luglio 2012
Ppr, nessuno stop dal governo. La giunta: «Le nuove norme saranno concertate». Rossomori: «Ci sono interessi trasversali». (Alfredo Franchini)
CAGLIARI. Il nuovo Ppr nascerà dal contributo di tutti i Comuni. Lo assicura il presidente della giunta, Cappellacci, nel tentativo di stoppare le polemiche sulle linee guida calate dall’alto e approvate dalla sola maggioranza. «La tutela del paesaggio resta un punto fermo», sostiene il presidente della Regione, «abbiamo eliminato il meccanismo dell’Intesa, (fu voluto dalla giunta Soru, Ndr), perché consentiva a pochi eletti di realizzare ciò che era vietato a tutti i comuni mortali, stabilendo vistose eccezioni alle norme». L’assessore all’Urbanistica, Nicolò Rassu, ha individuato una serie di punti deboli del Ppr varato nel 2006: si va dalla difficoltà dei Comuni ad approvare i Puc sino al contenzioso per l’applicazione delle norme, dalla mancata valorizzazione del territorio agricolo sino all’intesa “imperfetta” con il ministero. E’ uno dei punti che, secondo l’opposizione, renderanno impraticabili le nuove norme e che il ministro Ornaghi ha fatto presente con la lettera inviata alla Regione martedì scorso. «Il Ppr del 2006», afferma Rassu, «era stato accompagnato da una mistificazione: la sbandierata intesa con il ministero che doveva essere il caposaldo della concertazione istituzione tra Regione e Stato. Ebbene dai resoconti risulta che la Regione chiedeva al ministero di procedere esclusivamente alla verifica del Ppr per i soli ambiti costieri mentre il ministero ribadiva che l’Intesa poteva essere raggiunta solo se il Ppr fosse stato completo e in vigore su tutto il territorio regionale». Ma allora qual è il senso dei rilievi mossi dal ministro Ornaghi nella lettera inviata al presidente Cappellacci? L’assessore Rassu spiega: «Ci siamo mossi per attuare le indicazioni che il ministero aveva fornito. La definizione dell’intesa con il governo è pe rnoi basilare; con la revisione e l’aggiornamento daremo continuità a quanto concordato. A dirla tutta le osservazioni che il ministro fece formalmente al piano del 2006 hanno costituito per noi una guida». Ma le rassicurazioni della giunta non hanno certo messo fine alle polemiche; l’iter è ancora lungo: la giunta ha novanta giorni di tempo per predisporre le norme di attuazione. Per Gesuino Muledda, presidente dei Rossomori, “è stato sconfitto il futuro della Sardegna”. Muledda afferma: «Lo hanno sconfitto gli uomini della maggioranza di centrodestra con il neghittoso atteggiamento del Psd’Az che non riesce a percepire la gravità degli atti compiuti». Il Psd’Az non ha partecipato al voto ma Muledda specifica: «Se il Psd’Az e il gruppo fuoriuscito con Claudia Lombardo avessero votato contro, quelle linee guida non sarebbero state approvate. Questo significa che ci sono interessi più forti dietro l’urgenza». Radhouan Ben Amara, consigliere del gruppo Misto, commenta: «Il nuovo Ppr non è un progetto alternativo e apre la strada alla speculazione. Nel nostro Paese il grande malato è il paesaggio, i nostri messaggi non sono arrivati all’opinione pubblica e per questo abbiamo perso le elezioni ma noi avevamno un progetto di sviluppo chiaro».
da La Nuova Sardegna, 12 agosto 2012
Allarme Cgil sul Ppr: «No al saccheggio».
Costa si schiera contro la giunta: «Vuole favorire alcuni interessi privati, è un inganno il richiamo alla crisi dell’edilizia». (Filippo Peretti)
CAGLIARI. «È un pericoloso passo indietro nel tempo che ha come unico scopo la volontà di favorire gruppi ristrettissimi di portatori di interessi del tutto contrari al bene delle collettività». Non usa giri di parole Enzo Costa per sferrare un duro attacco a Ugo Cappellacci e alle “idee guida” della giunta regionale per la revisione del Piano paesaggistico. Il segretario della Cgil sarda non ha dubbi: ««Stravolgere il Ppr non porterà nulla di positivo ai sardi e alla Sardegna, renderà l’isola più povera». Nell’editoriale del numero di agosto de L’Altra Sardegna, periodico della Cgil, Costa ha sviluppato un ragionamento per annunciare che il sindacato «si mobiliterà» in difesa del paesaggio e per sollecitare interventi moderni di rilancio dell’agricoltura e delle zone interne. Il tutto per costruire un «modello di sviluppo» che sia fondato innanzitutto sul patrimonio ambientale e non sulla speculazione immobiliare. Dopo che a fine luglio il Consiglio regionale, con i soli voti della maggioranza di centrodestra, ha approvato il documento della giunta Cappellacci che porterà al nuovo Ppr, Enzo Costa ha messo a raffronto questa «vecchia visione» con una «legge molto interessante», quella proposta dal ministro dell’Agricoltura, Catania, per la valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo. L’obiettivo è rilanciare l’attività agricola, tutelare paesaggio, ambiente e aree rurali, promuovere la ristrutturazione dell’esistente.Ecco, ha detto Costa, se si decidesse di andare in questa direzione ripartendo dalle nostre risorse naturali «forse riusciremo a uscire dalla crisi più in fretta e con una prospettiva di sviluppo a lungo termine». Invece in Sardegna si assiste a «una involuzione». Eppure, ha rilevato il segretario della Cgil, la giunta si trova di fronte a due fallimenti. Il primo è sul Piano casa. la legge regionale 4 del 2009 era stata presentata come l’occasione per risolvere la crisi dell’edilizia nell’isola ma i risultati sono questi: dal 2008 al 2011il comparto ha perso 17 mila addetti (meno 40,8%) e le imprese sono diminuite del 23,3%). Il secondo fallimento è la legge sul golf: presentata e approvata con enfasi, è ancora bloccata dal ricorso alla Corte costituzionale per il mancato rispetto delle norme generali sul paesaggio. Piano casa e legge sul golf, ha scritto Costa, erano state pensate per minare le norme di salvaguardia e quell’idea è presente anche nel progetto di revisione del Ppr: meno regole e vincoli in modo che il Piano paesaggistico possa essere gestito in modo variabile. L’ennesimo inganno, ha concluso Costa, per arrivare, con l’alibi della crisi, alle modifiche del Ppr promesse in campagna, modifiche però che «non porteranno lavoro, danneggeranno il turismo, condizioneranno ogni ragionamento sul futuro modello di sviluppo».
da La Nuova Sardegna, 11 settembre 2012
Sbancano Costa Turchese:si indaga. Olbia, aperto un fascicolo dopo il sopralluogo dei vigili urbani sui 380 ettari della Edilizia Alta Italia di Marina Berlusconi. (Giampiero Cocco): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20120911082000.pdf
da La Nuova Sardegna, 12 settembre 2012
Il cantiere Costa Turchese al setaccio della procura. Gli accertamenti disposti dal magistrato inquirente proseguiranno per giorni: acquisiti dall’ufficio tecnico comunale i dossier sulle opere autorizzate.
OLBIA. Sono cominciate ieri e proseguiranno anche nei prossimi giorni le verifiche sui lavori di sbancamento effettuati nel compendio di Costa Turchese. A disporre gli accertamenti è stato il procuratore della Repubblica Riccardo Rossi, che ha acquisito al fascicolo processuale, già aperto da diversi mesi, le richieste avanzate dalla “Edilizia ltalia srl” e licenziate dall’ufficio tecnico del Comune di Olbia nel novembre del 2011. Richieste e autorizzazioni relative alla recinzione della immensa tenuta di 380 ettari tra Murta Maria e Capo Ceraso, acquistata nel 1980 da alcune società immobiliari controllate dalla Fininvest, la holding che fa capo a Silvio Berlusconi e alla figlia Marina. I controlli da parte degli ufficiali della polizia giudiziaria della Procura gallurese ( agenti del corpo forestale) dovrebbero protrarsi per alcuni giorni, mentre al Noe, il nucleo dei carabinieri specializzati nella tutela ambientale, dovranno occuparsi dell’impatto paesaggistico che i lavori di sbancamento, al momento qualificati come «fasce tagliafuoco», hanno avuto sull’ecosistema dei terreni di Costa Turchese. Nel frattempo verranno acquisite le mappe aeree della zona, depositate negli uffici dell’assessorato all’ambiente della Regione Sarda, per effettuare una comparazione tra le vecchie strade di penetrazione agraria esistenti prima dell’avvio dei lavori, la loro larghezza e le eventuali modifiche apportate dopo gli interventi ordinati ad una impresa di movimento terra dagli amministratori della “Edilizia Alta Italia srl”. L’inchiesta, avviata dopo i rapporti informativi della polizia urbana di Olbia, è al momento iscritta nel registro degli atti relativi della procura della Repubblica di Tempio. (g.p.c.)
ed ecco ancora il mattone sulle coste di Bosa.
da La Nuova Sardegna, 13 settembre 2012
Pochi applausi per alberghi e golf. Bosa, perplessità sul progetto turistico illustrato in un’assemblea da Condotte immobiliare. (Alessandro Farina)
BOSA. Se non proprio un no secco dalla platea che ieri sera ha partecipato all’incontro organizzato nell’aula consiliare di Piazza Carmine (dove è stata illustrata la bozza di progetto per gli insediamenti turistico ricettivi ed il golf a Tentizzos, Campu ‘e Mare e Sa Sea), quantomeno è arrivata una bordata di pesanti condizioni su un eventuale assenso. All’incontro erano presenti gli amministratori comunali, con in testa il sindaco Pierfranco Casula, ed i responsabili di Condotte Immobiliare, il colosso delle costruzioni che sulla costa e l’entroterra di Bosa intende puntare carte importanti. Il sindaco di Bosa, che ha aperto i lavori, nella sua lunga esposizione ha tracciato il percorso degli strumenti, a partire dall’amministrazione Cuccuru per finire a quella di Paolo Casula, che hanno caratterizzato le scelte urbanistiche negli ultimi due decenni. Soffermandosi in particolare sull’iter del progetto presentato da “Bosa Sviluppo” che prevedeva interventi di edilizia residenziale e turistica . «A luglio del 2004 venne presentata una istanza di lottizzazione per Campu ‘e Mare che venne poi approvata a ottobre dello stesso anno, mentre a seguito dell’introduzione di nuove norme regionali l’approvazione definitiva arrivò poi nel febbraio 2008, con alla guida del Comune il sindaco Paolo Casula» ha ricordato l’attuale primo cittadino. Che ha poi sottolineato: «La nostra amministrazione ha intrapreso con Condotte una attenta discussione. Perché, a nostro avviso, occorre puntare a più qualità e meno quantità» la tesi di Pierfranco Casula. Dopo un primo incontro a febbraio, ed un altro rivolto ai consiglieri comunali a luglio, si arriva quindi all’assemblea di ieri sera. Dove l’ingegner Vadalà ha presentato ad una platea certamente ampia quella che ha definito «una prima bozza» di un ampio progetto su «ipotesi di delocalizzazione delle volumetrie previste a Campu ‘e Mare». L’alternativa, in sintesi, è la realizzazione di un complesso alberghiero a cinque stelle a Sa Sea «che però da solo – questo il responso del mercato degli investitori turistici – non è ipotizzabile se non accompagnato da un altro intervento che destagionalizzi le presenze». Cioè la realizzazione di un campo da golf e relative strutture a Tentizzos. Ipotesi, appunto, ma che suscitano in molti nella platea una interminabile serie di domande: «Quanta acqua occorre per il golf e da dove verrà attinta?». Ed ancora: «Il litorale sarà liberamente accessibile a tutti?», solo per fare alcuni esempi. Insomma il progetto forse interessa, ma non mancano certo, anche guardando al recente passato e non solo in Planargia, forti dubbi sul rapporto costi benefici. Il dibattito continuerà nelle prossime settimane, anche perché l’assemblea di ieri sera non ha fugato tutti i dubbi su un tema delicato e su aspetti molto sentiti dall’intera comunità.