Nelle zone agricole si fa attività agricola, non altro.
Interessante e importante pronuncia della Suprema Corte di cassazione in materia di utilizzo delle aree definite “agricole” dagli strumenti di pianificazione territoriale.
In area agricola (zone “E” degli strumenti di pianificazione urbanistico-territoriale) possono essere realizzate soltanto strutture legate all’attività agricola o ad attività ad essa strettamente connesse. Niente strutture residenziali o turistico-ricettive, tanto per capirci.
Il caso concreto riguarda il residence “La Corte degli Ulivi” nella località Puntone, in Comune di Tresnuraghes (OR).
Di seguito massima e link alla sentenza Corte di cassazione penale, sez. III, 9 marzo 2012, n. 9369.
Gruppo d’Intervento Giuridico
Cass. Sez. III n. 9369 del 9 marzo 2012 (Cc. 23 feb. 2012)
Pres. Petti, Est. Ramacci, Ric. Rizzolo
Urbanistica . Zone agricole ed interventi realizzabili.
Tutte le attività e gli interventi che si ritengono realizzabili in zona agricola restano comunque funzionali ad un’attività tipicamente agricola o alle altre attività alla stessa intimamente connesse con esclusione, quindi, di tutto ciò che è riferibile ad altre zone individuate in sede di pianificazione del territorio comunale, con la conseguenza che una struttura eminentemente residenziale o turistico-alberghiera non potrebbe in ogni caso realizzarsi in Zona “E” (fattispecie relativa a «punti di ristoro» nella regione Sardegna).
Qui la sentenza integrale: http://lexambiente.it/urbanistica/160/7977-urbanistica-zone-agricole-ed-interventi-realizzabili.html
(foto S.D., archivio GrIG)
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oggi sulla nuova c’e’ la notizia di un master plan degli stazzi. l’ultimo piano casa prevede solo un ettaro per costruire una residenza. il ppr di rassu anche. questa sentenza potrebbe avere un valore concreto?
questa sentenza è un’autorevole indicazione per il presente e il futuro 😉
da La Nuova Sardegna, 10 aprile 2013
In quattro a processo per il residence abusivo. Tresnuraghes, a giudizio i titolari della Corte degli ulivi e un tecnico comunale Il punto di ristoro sarebbe stato ampliato con concessioni ritenute irregolari. (Enrico Carta)
TRESNURAGHES. C’era chi costruiva e c’era chi dava le autorizzazioni ritenute irregolari. È così che un punto di ristoro sarebbe stato trasformato in albergo pur non essendo legittimo quel cambiamento. È per questo motivo che in quattro finiranno sotto processo. Sono Camillo Montisci, Valeria Rizzolo e Leonardo Galleri, i titolari della società Moriga che gestiva la Corte degli Ulivi, il residence che tale non sarebbe dovuto essere, e l’ex dipendente dell’ufficio tecnico comunale, Demetrio Cherchi, che da qualche giorno è stato nominato presidente dell’Unione dei Comuni della Planargia-Montiferru occidentale, in virtù del suo ruolo di sindaco di Suni. In aula, dopo la breve udienza di ieri, dovranno tornare il 17 luglio. È la data decisa dal giudice per le udienze preliminari, Francesco Alterio, che ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero Armando Mammone. Quest’ultimo aveva condotto l’inchiesta portata avanti sul campo dalla guardia forestale, che aveva apposto i sigilli alla struttura sul finire dell’estate del 2009. Fu un’inchiesta che avrebbe potuto trasformarsi in un terremoto politico, perché sul registro degli indagati erano finiti anche il sindaco di allora, Salvatorangelo Zedda (assistito dall’avvocato Maddalena Bonsignore), col consigliere regionale del Pd, Gian Valerio Sanna (assistito dall’avvocato Gianfranco Siuni), padre della legge “salvacoste” e la funzionaria della Regione, Paola Lucia Cannas (assistita dall’avvocato Pier Luigi Meloni). La procura aveva pensato che, dietro quelle concessioni azzardate, ci fossero dei collegamenti tra i vertici della politica locale e regionale e i proprietari. In realtà, questi ultimi indagati, alcuni dei quali si erano presentati di fronte al pubblico ministero, avevano chiarito che nulla avevano a che fare con quella storia. Interpellati lo erano stati, sì, ma solo per quello che avevano ritenuto un parere tecnico informale. Le loro posizioni erano state infatti archiviate, dopo che la procura aveva ormai chiaro che non avevano contribuito all’ingrandimento del punto di ristoro. Stralciate quelle posizioni, sono rimaste in piedi le altre. Doppia è l’accusa per il geometra Demetrio Cherchi (assistito dall’avvocato Enrico Pintus), che dovrà rispondere di abuso d’ufficio e di lottizzazione abusiva. L’ultima accusa la condivide con gli altri tre imputati, assistiti dagli avvocati Ubio Dolfi e Maria Filomena Marras. Ieri, i difensori hanno chiesto, anche se inutilmente, il proscioglimento. È il segnale chiaro che si cercherà di smontare quanto sostenuto dal pubblico ministero.
da La Nuova Sardegna, 25 gennaio 2014
TRESNURAGHES. Residence abusivo, prima udienza. Sentiti alcuni testimoni al processo sulla Corte degli Ulivi.
TRESNURAGHES. Qualche eccezione preliminare respinta e poi via coi primi testimoni. Parte con molte questioni ostiche e tecniche il processo contro i quattro imputati per la trasformazione del punto di ristoro in un albergo. È la storia del procedimento legato all’ingrandimento della Corte degli ulivi. Tutto illecito, secondo il pubblico ministero Armando Mammone, che contesta reati edilizi, paessaggistici e anche un abuso d’ufficio. Sotto accusa ci sono Camillo Montisci, Valeria Rizzolo e Leonardo Galleri, i titolari della società Moriga che gestiva quello che in origine doveva essere un punto di ristoro, ma sarebbe diventato un residence, e l’ex dipendente dell’ufficio tecnico comunale, il geometra Demetrio Cherchi. L’inchiesta ebbe uno sviluppo improvviso sul finire dell’estate del 2009, quando la sezione di polizia giudiziaria della polizia locale e la forestale apposero i sigilli alla struttura che tuttora rimane sotto sequestro. Ieri però i proprietari, ai quali è stata affidata anche la custodia, hanno ottenuto il permesso per il prelievo dei beni mobili presenti all’interno dello stabile. Il provvedimento preso dal collegio presieduto dal giudice Modestino Villani, a latere Anna Rita Murgia e Riccardo Ariu, ha preceduto le audizioni dei testimoni, che hanno risposto anche alle numerose e pressanti domande degli avvocati degli avvocati Ubio Dolfi, Vignola, Enrico Pintus e Mario Fois. Tra i testimoni c’erano anche due degli indagati che sin dalle fasi preliminari avevano dimostrato la loro estraneità ai fatti. Sono il sindaco di allora, Salvatorangelo Zedda e l’ex assessore regionale Gianvalerio Sanna al quale fu chiesto un parere informale sul procedimento edilizio. Quella risposta costò un avviso di garanzia, poi la situazione fu chiarita. Il processo prosegue il 4 aprile. (e.c.)
da L’Unione Sarda, 29 ottobre 2015
Tresnuraghes: in discussione la confisca del residence Corte degli Ulivi. (https://webapi.unionesarda.it/articoloamp/cronaca/2015/10/29/tresnuraghes_in_discussione_la_confisca_del_residence_corte_degli-68-442578.html)
Il reato più grave, quello della lottizzazione abusiva, è prescritto.
Ma per il residence la Corte degli ulivi di Tresnuraghes resta ancora in sospeso la decisione sulla confisca. Al Tribunale di Oristano prosegue il processo ai danni dei responsabili della società Moriga, titolare della struttura, Camillo Montisci, Valeria Rizzolo e Leonardo Galleri (difesi dagli avvocati Ubio Dolfi e Maria Filomena Marras).
È stato il pubblico ministero Armando Mammone a ricordare che ormai il reato di lottizzazione abusiva è prescritto.
Ma resta da chiarire l’aspetto della confisca, una questione delicata che si gioca sul filo del diritto.
La difesa ha chiesto il pronunciamento della Corte europea dei diritti dell’uomo perché la prescrizione equivale in qualche modo a un’assoluzione, quindi non si dovrebbe applicare la confisca di un bene se il reato è prescritto. Il processo è stato quindi aggiornato al 24 marzo.
Secondo l’accusa della Procura della Repubblica, quella struttura era nata come punto di ristoro, poi era stata trasformata in un residence.
Ma non avrebbe avuto le autorizzazioni visto che sorgeva in una zona agricola, nelle campagne di Tresnuraghes.
Il residence era finito sotto sequestro nel 2009.
La difesa ha sempre sostenuto che la struttura non andava contro la normativa regionale e tutte le autorizzazioni erano state regolarmente richieste.
_______________________
da La Nuova Sardegna, 30 ottobre 2015
Punto di ristoro abusivo, il caso si decide in Europa
Tresnuraghes, il reato è prescritto ma gli imputati vogliono evitare la confisca Per l’accusa la struttura turistica fu trasformata illecitamente in un residence. (Enrico Carta) (https://www.lanuovasardegna.it/oristano/cronaca/2015/10/30/news/punto-di-ristoro-abusivo-il-caso-si-decide-in-europa-1.12359574)
TRESNURAGHES. Il reato è prescritto, ma c’è prescrizione e prescrizione. Così tutto dipende da quel che si deciderà in altre sedi, perché agli imputati per la lottizzazione abusiva del punto di ristoro Corte degli Ulivi che, secondo il pubblico ministero Armando Mammone, sarebbe stato trasformato illecitamente in un residence, non basta uscire indenni dal processo penale. Il rischio che incombe e che vogliono scongiurare è quello di una confisca dell’intera struttura, cosa che però è al centro di discussioni assai vigorose addirittura alla Corte Europea di Giustizia.
L’Italia ha infatti una legislazione differente rispetto ad altri stati dell’Unione Europea e da tempo è in corso un confronto tra tribunali sulla liceità di una confisca che arrivi anche in caso di una sentenza assolutoria. Se c’è l’assoluzione per prescrizione, a seconda delle motivazioni date dai giudici, in Italia il bene può essere confiscato comunque. È per questo che si resta in attesa del pronunciamento dei giudici europei che avrà un grande peso anche sul processo che si svolge a Oristano e che per ora resta in sospeso.
Gli imputati ormai certi dell’assoluzione per prescrizione, non si accontenterebbero, perché da anni sono in possesso di una struttura turistica con le serrande abbassate, che non sta producendo utili e della quale potrebbero anche oerdere la proprietà.
Allo stesso tempo c’è il pubblico ministero Armando Mammone che è intenzionato a chiedere la confisca del bene anche dopo la prescrizione ormai inevitabile. Il presunto reato è vecchio di troppi anni per essere ancora in piedi, ma per la pubblica accusa questo non significa che non sia stato commesso. È per questo che nella prossima udienza del 24 marzo verrà chiesta la pena accessoria della confisca del bene. Questo non trova sin da ora d’accordo gli imputati Camillo Montisci, Valeria Rizzolo e Leonardo Galleri, titolari della società Moriga che gestiva quello il punto di ristoro, ma che sarebbe stato trasformato in un residence, e l’ex dipendente dell’ufficio tecnico comunale, il geometra Demetrio Cherchi, sotto accusa per aver rilasciato le concessioni. Gli avvocati difensori Enrico Pintus, Ubio Dolfi Maria Filomena Marras, Vignola e Mario Fois preparano dunque battaglia e chiederanno al collegio di non applicare la pena accessoria.
Aanche i giudici Francesco Mameli, Andrea Mereu ed Enrica Marson, attendono però un segnale dai giudici europei.
Salve, la “Corte degli Ulivi” è stata riaperta ed è piana di ospiti paganti. Nel cartello al bivio sulla stradina, c’è scritto “albergo rurale”…ma è possibile un albergo rurale? Ipotizzo che i giudici abbiano dato l’assenso al dissequestro …. ed ora la struttura è in piena attività come dagli esordi: ospitalità alberghiera ma in zona agricola… Qualcosa non torna 😦