Le acque sempre più torbide di Malfatano e Tuerredda (Teulada)
Sembra proprio che siano gli avvocati gli unici a guadagnare sicuramente dal progetto turistico-edilizio in corso nel paradiso terrestre di Malfatano e Tuerredda, sul litorale di Teulada (CA).
Fermate – per ora solo temporaneamente – le ruspe dopo la sentenza del T.A.R. Sardegna (sentenza sez. II, 6 febbraio 2012, n. 427), ora è il momento di intricatissime vicende contrattuali che hanno dato vita a nuovi procedimenti civili e penali, dopo l’indagine penale già aperta nei mesi scorsi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari.
Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra
da L’Unione Sarda, 30 marzo 2012
Teulada. La guardia di finanza sta ricostruendo i vari passaggi di proprietà. «Una truffa a Tuerredda». Il pm indaga sui terreni in cui è previsto un resort. Si cerca di risalire ai reali proprietari delle aree. La guardia di finanza sta ricostruendo i vari passaggi che hanno portato la loro titolarità in capo a diverse società estere: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_82_20120330082524.pdf
da La Nuova Sardegna, 30 marzo 2012
Tuerredda: ora la Procura indaga su ipotesi di truffa. Accertamenti richiesti da Sitas sulle società di un avvocato d’affari milanese mentre il giudice civile trasmette gli atti della causa al pubblico ministero. Mauro Lissia
CAGLIARI Si complica e diventa un caso giudiziario sul fronte penale la battaglia tra il pastore Ovidio Marras, la Sitas e la galassia di società riconducibili all’avvocato milanese Paolo Calmetta, che tutelava gli interessi dell’ottantenne proprietario di gran parte di Tuerredda e si è successivamente trasformato in controparte. Il pm Giangiacomo Pilia ha aperto un fascicolo contro ignoti su ipotesi di truffa, nato da un esposto presentato dai legali della Sitas, gli avvocati Carlo Federico Grosso e Guido Manca Bitti. Quasi in contemporanea il giudice civile Paolo Piana ha firmato un’ordinanza all’interno della causa tra la Ace of Spades Guandong Opportunity Investments Limited con sede a Dubai e l’ha trasmessa alla Procura «per consentire al pubblico ministero di partecipare al processo ove ravvisasse un interesse in tal senso». Ma i fronti aperti non sono soltanto questi due, perchè la società dell’avvocato Calmetta ha citato la famiglia Marras davanti a un collegio arbitrale in corso a Milano, dove il pastore di Teulada si difende con l’avvocato Andrea Pogliani. Difficile orientarsi in questo dedalo di canali giudiziari, ma la stretta sostanza della vicenda è questa: Ovidio Marras si era rivolto a Calmetta per «difendere» lo stradello d’accesso al suo furriadroxiu di Tuerredda, sul quale Sitas si apprestava a costruire il corpo centrale del resort, poi bloccato dal Tar. Insieme al mandato per ricorrere al giudice civile – che gli ha dato ragione, ordinando la demolizione dell’edificio – Marras aveva firmato un contratto con la società di Calmetta, la Zilberberg Fein llc con sede a Dover negli Usa, per la cessione dei propri diritti ereditari su parte dell’area interessata dall’intervento immobiliare, rimasti alla sua famiglia per complesse ragioni giuridiche. Un contratto firmato – ha sostenuto l’avvocato Pogliani nella memoria davanti agli arbitri – in buona fede ma senza conoscerne i reali contenuti e soprattutto le conseguenze. Calmetta, perduto il mandato di patrocinio, ha citato i Marras davanti al collegio arbitrale sostenendo che il patto era stato sottoscritto con piena consapevolezza e quindi era valido. Mentre gli arbitri si apprestavano a esaminare la controversia, la Ace of Spades di Dubai ha citato in giudizio civile Sitas, la banca Mpr e banca Intesa-San Paolo quand’era amministrata dall’attuale ministro Corrado Passera – legate all’iniziativa immobiliare – per rivendicare i diritti sull’area contestata e Sitas di rimando ha presentato un esposto alla Procura per chiedere accertamenti sulla configurazione della Ace of Spades e della filiera di scatole cinesi riconducibili a Calmetta. Il tutto perchè fosse chiara l’identità della controparte in giudizio, come stabilisce la legge. Da una parte il giudice Piana ha deciso di coinvolgere nella causa tutti i protagonisti della vicenda, compresi i fratelli Ovidio e Giovannica Marras. Dall’altra il pm Pilia indaga per truffa e ha disposto accertamenti per risalire alla radice delle società ora contrapposte sia alla famiglia Marras che al gruppo immobiliare impegnato nella realizzazione del resort. Curioso osservare che il vecchio Ovidio, considerato un nemico irriducibile della Sitas, si ritrova inconsapevolmente a combattere una battaglia giudiziaria dalla stessa parte del gruppo immobiliare. Non è una vicenda da poco, sono in ballo cifre ingenti. Perchè se Sitas sembra aver sospeso qualsiasi ambizione edificatoria sull’area di Tuerredda-Malfatano dopo la disfatta incassata nel giudizio amministrativo partito dal ricorso di Italia Nostra, il valore delle aree e gli interessi privati in gioco restano altissimi.
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aggiornamento (11 maggio 2013)
con decreto 8 maggio 2013 il G.I.P. del Tribunale di Sassari ha archiviato definitivamente il procedimento penale n. 3542/12 R.G.N.R. avviato su querela presentata dall’avv. Paolo Franco Calmetta che si riteneva diffamato dall’articolo “Tuerredda: ora la Procura indaga su ipotesi di truffa” pubblicato su La Nuova Sardegna il 30 marzo 2012 e da quest’articolo.
Lo stesso pubblico ministero chiedeva l’archiviazione per infondatezza, ma l’avv. Paolo Franco Calmetta ha presentato opposizione.
Il G.I.P. è entrato nel merito: “gli articoli di cui si discute non hanno riportato, come emerge dall’esame degli atti, alcuna falsità. Anzi, dall’esame degli atti, parrebbe che il contenuto … risponda a verità. Oltre al criterio della veridicità dei fatti riferiti, non risultano travalicati nel caso di specie nemmeno i criteri della pubblica rilevanza della notizia, dell’obiettività e della continenza dell’informazione“.
I più sentiti ringraziamenti all’avv. Guido Rimini, del Foro di Sassari, per la preziosa opera prestata.
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
(foto per conto GrIG)
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Scusatemi non ho avuto tempo di leggere tutta la vicenda…ma volevo sapere, dato che son o un sardo che abita in Toscana e non ho modo di vedere coi miei occhi…si sono fermati con questo scempio?
per ora i lavori sono fermi.
e ora ci mancavano pure gli sceicchi arabi.
da L’Unione Sarda, 6 aprile 2012
L’emiro Al Thani guarda al sud dell’Isola. Dopo la Costa Smeralda punta a Teulada: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/266100
Fai clic per accedere a 1_146_20120406080530.pdf
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sono presenti aggiornamenti (11 maggio 2013) all’articolo.
da La Nuova Sardegna, 31 maggio 2013
Il pm: «Nessuna truffa su Tuerredda».
CAGLIARI. Potrebbe finire in archivio l’inchiesta giudiziaria su una presunta truffa che riguarderebbe i diritti di proprietà sull’area di Tuerredda in possesso della Sitas, appartenuta in passato alla famiglia del pastore di Teulada Ovidio Marras: l’indagine aperta dopo l’esposto presentato dagli avvocati Carlo Federico Grosso e Guido Manca Bitti per conto della società Sitas non ha condotto, secondo la Guardia di Finanza, all’accertamento di elementi di reato. Per questo il pm Giangiacomo Pilia ha chiesto al gip l’archiviazione, cui si sono opposti i due legali. Ora sarà il giudice a valutare gli atti raccolti dalla Procura e a decidere se accogliere l’istanza del pm o disporre nuove indagini. La vicenda è estremamente complessa ed è nata quando la società Zylberberg, che fa capo all’avvocato milanese Vincenzo Calmetta, si è rivolta al giudice civile Paolo Piana per ottenere da Sitas il trasferimento dei diritti sull’area di Tuerredda in base a un accordo sottoscritto con gli eredi Marras. Quegli stessi diritti, stando ai documenti prodotti dai legali Sitas, erano stati trasferiti a Dubai all’interno di un’operazione molto articolata che nell’esposto veniva descritta come poco chiara e dai connotati truffaldini. Quell’esposto ha dato origine a una serie di accertamenti condotti anche a Milano dalle Fiamme Gialle. Ma l’esito delle indagini, secondo la valutazione espressa dal pm Pilia nella richiesta di archiviazione, è stato negativo: nessun reato. Sul caso Tuerredda restano aperte diverse cause: una riguarda il provvedimento di demolizione firmato dal tribunale civile di una parte del resort perché occupa illegalmente lo stradello che conduce alla proprietà di Ovidio Marras, alle spalle della spiaggia. Su questo fronte è in corso una trattativa tra la famiglia Marras e i rappresentanti della Sitas. L’altro riguarda la legittimità delle autorizzazioni rilasciate a suo tempo dall’ufficio regionale tutela del paesaggio alla Sitas: il Tar ha dato ragione a Italia Nostra e ha in sostanza dichiarato abusivo l’intervento. I legali della Sitas hanno ricorso in appello al Consiglio di Stato e la sentenza definitiva dovrebbe arrivare prima dell’estate. A quel punto si saprà se i lavori di realizzazione del resort e delle ville extralusso attorno a Tuerredda e a Capo Malfatano potranno andare avanti o no.
da L’Unione Sarda, 17 ottobre 2013
TEULADA. Al centro di tutto c’è la costruzione di un resort e trentadue ville sul mare. Tuerredda finisce dal giudiceFissata la data d’udienza sulla presunta truffa alla società Sitas.
TEULADA. Finisce davanti a un giudice per le udienze preliminari la vicenda della presunta truffa alla Sitas, azienda che voleva realizzare un insediamento turistico con un albergo di lusso e 32 ville a un passo dalla spiaggia di Tuerredda. L’appuntamento è previsto il 29 ottobre: sarà il gup Giuseppe Pintori a valutare se abbia più fondamento la richiesta del pubblico ministero Giangiacomo Pilia (il quale ha sollecitato l’archiviazione del procedimento penale ritenendo di non aver trovato elementi sufficienti a sostenere l’esistenza di un reato) o quella degli avvocati Carlo Federico Grosso e Guido Manca Bitti (che ritenendo la Sitas parte lesa hanno fatto opposizione alla domanda del pm). Il progetto prevedeva 140 mila metri cubi a Capo Malfatano e Capo Spartivento. Parte delle volumetrie, 50 mila metri cubi, era stata spostata a Tuerredda per adeguarsi al vincolo idrogeologico a Cala Antoni Areddu. Quindi era cominciata la causa tra la società e Ovidio Marras, proprietario di uno stradello che insiste proprio in quella zona (insieme con la Sitas) e sul quale era prevista parte della costruzione. L’uomo non voleva cedere il terreno e si era rivolto al Tribunale vincendo la causa civile: il giudice aveva ordinato la demolizione dell’edificio già realizzato. La volontà della Sitas di ottenere una decisione diversa si era scontrata con l’impossibilità di individuare il proprietario delle aree. La società aveva presentato un esposto ritenendo che qualcuno volesse impedirle di trovarli e di rivalersi su di essi. (an. m.)