Traffico e roghi di rifiuti speciali fra sardi e rom presso il campo nomadi di Cagliari.
La Direzione distrettuale antimafia di Cagliari sta indagando sul traffico e i roghi di rifiuti speciali (elettrodomestici, computer, monitor, apparecchiature informatiche, ecc.) effettuati presso il campo nomadi di Cagliari, dopo le indagini svolte dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale (Nucleo investigativo) e dalla Polizia locale. Ne siamo particolarmente soddisfatti, visti i reiterati e documentati esposti inoltrati alla magistratura e alle amministrazioni pubbliche competenti, illustrati direttamente anche al Procuratore della Repubblica di Cagliari dott. Mauro Mura nel corso di un incontro con una delegazione di residenti e operatori economici di quei quartieri cagliaritani (San Michele, Mulinu Becciu, ecc.) quasi quotidianamente ammorbati dai roghi appiccati presso il campo nomadi.
Un traffico che ha visto – secondo le indagini – vari imprenditori approfittare della disponibilità dei rom per smaltire a poco prezzo i rifiuti speciali in danno della salute dei cittadini, in primo luogo dei nomadi stessi.
E’ giunto da tempo il momento di risolvere una situazione di illegalità e di degrado ambientale e socio-sanitario intollerabile in un Paese che si definirebbe civile. La risposta non può esser solo sul piano penale (pur necessario), ma devono trovare applicazione concreta le assicurazioni fornite dalla nuova Amministrazione comunale cagliaritana, soprattutto dopo la scoperta e la pubblicizzazione di incredibili sprechi di cospicui fondi pubblici degli anni scorsi.
Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra
da La Nuova Sardegna, 7 marzo 2012
Cagliari. Indagati alcuni imprenditori per lo smaltimento low cost di apparecchiature elettroniche. Rifiuti speciali inceneriti dai nomadi, inchiesta Dda. Il traffico sarebbe andato avanti fino allo scorso autunno. (http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2012/03/07/news/rifiuti-speciali-inceneriti-dai-nomadi-inchiesta-dda-5681122) Mauro Lissia
CAGLIARI. Un traffico low cost di rifiuti speciali, dal produttore direttamente alla discarica illegale: a smaltirli ci pensavano i nomadi del campo comunale allestito sulla statale 554, grandi fuochi notturni e l’aria che diventava irrespirabile nel raggio di chilometri. Un supplizio ambientale finito soltanto nell’autunno scorso, quando in base a un accordo tra i sindaci di Cagliari e di Quartu la comunità Rom è stata trasferita in un’altra area. Ora c’è un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia, nomi di imprenditori sul registro degli indagati e il sospetto che l’attività vada avanti altrove. A elaborare il primo rapporto-denuncia sono stati gli uomini del Nucleo investigativo del Corpo Forestale insieme alla Polizia urbana di Quartu. Rapporto dettagliato, finito circa dieci mesi fa sulla scrivania del sostituto procuratore Giancarlo Moi, uno dei magistrati della Dda, competente perchè l’ipotesi d’accusa contenuta nella relazione-denuncia è di traffico illegale di rifiuti speciali. Reato gravissimo, che prevede conseguenze penali pesanti.
La ricostruzione dei fatti è chiara, praticamente blindata sul piano probatorio perché Forestali e Vigili urbani hanno verificato in diretta quanto è accaduto in un tardo pomeriggio dell’estate scorsa: alcuni autocarri si sono avvicinati al campo Rom, hanno preso accordi sbrigativi con gli abitanti, poi hanno scaricato rifiuti speciali a due passi dalla tendopoli dei nomadi, dove si trovavano anche bambini di pochi mesi. In meno di un quarto d’ora sono scivolati giù dai cassoni materiali come computer, monitor, componenti di apparecchiature informatiche, frigoriferi e altri elettrodomestici classificati dal un decreto-legge del settembre 2007 come Raee – rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche – materiali che devono essere smaltiti seguendo procedure di sicurezza rigorose. Prima di portarli al termovalorizzatore o alla discarica vanno difatti resi innocui eliminando dalle componenti elettriche i materiali nocivi o riciclabili come rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro, argento, oro, piombo e mercurio oltre che gas e plastiche indicate nelle disposizioni ministeriali. C’è un’azienda a Macchiareddu che si occupa esclusivamente di «spogliare» i Raee per garantirne lo smaltimento in condizioni di sicurezza e la separazione dei materiali riutilizzabili, ma gli imprenditori ora sotto inchiesta preferivano chiaramente tagliare corto, risparmiando tempo e soprattutto denaro: i rifiuti elettronici, scaricati alla chetichella in un campo a poche centinaia di metri dalla strada e vicino a centinaia di abitazioni, secondo la Forestale e la Polizia Urbana venivano accatastati e bruciati immediatamente. Un fumo nero e denso ha ammorbato per mesi l’atmosfera, spesso anche due-tre volte la settimana. Ma prima che arrivassero i controlli di polizia giudiziaria è stato necessario che gli abitanti della zona si rivolgessero al Gruppo di Intervento giuridico e agli Amici della terra. Solita raffica di esposti alla Procura e finalmente i sospetti che in quell’area avvenisse qualcosa di illegale hanno trovato conferma. Non è stato difficile per gli investigatori risalire all’origine dei rifiuti elettronici, si tratta di aziende locali. Ora la vicenda è nelle mani del pm Moi, che potrebbe decidere di chiudere l’inchiesta o di disporre altre indagini.
(foto per conto GrIG)
e fiad’ora!!!!!
era già tutto documentato.
http://www.youreporter.it/video_Discarica_rom_Cagliari_smaltimento_rifiuti_in_diretta_1
anche il NOE era al corrente.
Finalmente, anche se tardi, comincia a muoversi qualcosa.
Quel campo va ABBATTUTO.
I rom devono vivere come tutti gli altri, nelle abitazioni.
I campi sono criminogeni e lo saranno sempre.
Campo in tedesco si dice LAGER….
il XX secolo NON ci ha insegnato nulla…sic.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
ah, giusto per un minimo di verità nelle pseudo ricostruzioni dei mainstream: LE FORZE DELL’ORDINE SONO SEMPRE STATE ALLERTATE ED HANNO SEMPRE E SOTTOLINEO QUEL S-E-M-P-R-E SAPUTO DEI ROGHI DEGLI ZINGARI. MOLTO PRIMA DI RIVOLGERSI AL GRIG!
Vigili del fuoco, polizia, vigili urbani, carabinieri avranno ricevuto in questi 15 anni di roghi migliaia, milioni di chiamate.
Ma siccome la povera “minoranza nomade” (nomade?) era protetta dalle amministrazioni e dalla curia, le forze dell’ordine non hanno mai potuto ristabilire la legalità, ma hanno dovuto obbedire a “ordini superiori”.
sic…
I politici cagliaritani dovrebbero essere portati in giudizio per lo spreco di denaro pubblico e per l’omissione di ufficio reiterata e continua relativa a questo scandalo ambientale.
E VERGOGNA a quegli pseudo giornali come l’unione del terrapieno che non hanno mai fatto un’inchiesta sulla discarica abusiva dei rom della ss 554
un grande grazie a voi tutti
rinaldo
Cari amici del Grig, ho appena visto l’articolo e stento a credere che la notizia che attendevamo di leggere da anni sia qui, davanti ai miei occhi!
Le ipotesi del Magistrato pare che, purtroppo, confermino in pieno i nostri timori, ovvero che, la nostra salute è ed è stata seriamente attentata da colonne di diossina e polveri residue varie, respirate da anni e per anni.
Contrariamente a quanto riportato dalla Nuova Sardegna, lo smaltimento illegale non è assolutamente cessato questo autunno (questa favoletta si può leggere anche nel sito del Comune di Cagliari, come da dichiarazione dell’Ass.re Susanna Orrù) e i roghi continuano incessantemente, soprattutto il fine settimana e la notte, sprigionando colonne di fumo di dimensioni impressionanti.
Vero invece, che il Campo, non è l’unico epicentro degli smaltimenti illegali; vari roghi si rilevano a cadenze regolari in altri punti vicini, in particolare dietro la Motorizzazione Civile, e presso aziende della limitrofe area industriale (Cagliari-Elmas-Sestu).
Speriamo che l’indagine porti alla luce tutte le responsabilità dello scempio, e che vengano condannati tutti i delinquenti che hanno contribuito a vario titolo al crimine.
Cari Stefano e Claudia, grazie veramente di cuore, per essere stati gli unici a sostenere INCONDIZIONATAMENTE, la nostra causa, nell’interesse non solo di noi, residenti e lavoratori della zona, ma di tutta “l’inconsapevole” città di Cagliari.
Grazie e ancora grazie.
Valentina 🙂
Mi unisco ai commenti di di baradel e valentina, nel loro commento c’è la verità di questa vicenda, aggiungo e sostengo con forza che nel banco degli imputati vorrei che ci fosse l’ex sindaco floris. Per anni ha ignorato, minimizzato il problema, a spese di noi cittadini. Cosi pure per gli enti preposti che sollecitati da migliaia di telefonate, lettere, fax non hanno dato risposta. Ci sono altri responsabili in questa vicenda che sicuramente la faranno franca, ma sono loro i veri responsabili. Ancora una volta la politica è lontana dalla gente, anzi la danneggia.C’è gente che si è ammalata, gente che ha venduto la casa, abbiamo respirato per anni fumi nocivi, e i fumi non sono ancora finiti,
rinaldo
Nell’Unione Sarda di oggi non ho visto nessun articolo sulla vicenda; forse mi è sfuggito, o magari la notizia è stata data nell’edizione di ieri, che io non ho visto.
Sapete darmi informazioni sulla copertura mediatica del “grande formato-grande giornale”? Grazie 🙂
Valentina
se non hai letto nulla… 😉
Del resto non devo dimenticarmi che l’Unione Sarda, è pur sempre il giornale che ha pubblicò l’articolo TOTALMENTE INVENTATO del “pacco di pasta” rubato come stereotipo strappalacrime comanda, da un vecchietto indigente in un market di un quartiere popolare.
Dobbiamo anche al “grande formato-grande giornale” la “grande ignoranza” dei cagliaritani sull’attività illecita in atto in città, e le gravi conseguenze per la salute di tutti gli abitanti (quartieri alti inclusi), derivanti dallo smaltimento.
Tutti i grandi giornalisti della città, nonostante l’evidenza dei fatti, e le segnalazioni giunte negli anni, si sono ben guardati da fare quello che un giornalista degno di questo nome avrebbe dovuto fare, cioè un’inchiesta.
Argomento scomodo, per via del coinvolgimento dei Rom, hanno preferito evitare la questione, anche a discapito delle conseguenze ambientali e sanitarie;….la forza del coraggio 😉
da Sardegna Quotidiano, 8 marzo 2012
Procura Inchiesta sui roghi al campo rom.
STATALE 554. Indagati alcuni imprenditori che si sarebbero sbarazzati di rifiuti speciali per non smaltirli legalmente (Marcello Zasso)
Che i roghi nel campo nomadi della 554 non vengono appiccati per riscaldarsi lo sanno tutti. E non si tratta neanche di piromani che amano giocare col fuoco. Dietro i ripetuti roghi che infestano l’aria di Mulinu Becciu c’è un traffico illecito di rifiuti speciali da smaltire. Perché i computer, i monitor e i frigoriferi che vengono bruciati nell’area della 554 non sono i rifiuti prodotti all’interno del campo dai Rom, ma materiali ceduti da imprenditori che non vogliono rispettare la corretta trafila per lo smaltimento. Si scarica tutto al campo dove i rom possono recuperare il rame e i materiali che servono e bruciare tutto il resto. In realtà, per smaltire i rifiuti speciali ci sarebbe da seguire una procedura precisa, con costi e obblighi stabiliti dalla legge. E la Direzione distrettuale antimafia sta indagando sui traffici degli imprenditori che scelgono di risparmiare affidandosi ai Rom. Che prendono e bruciano tutto senza mettersi scrupoli, né per i bambini del campo né per il quartiere vicino. «Finalmente, dopo tanti esposti e denunce, c’è un’inchiesta che farà luce sul fenomeno dei roghi al campo – esulta Stefano Deliperi del Gruppo d’intervento giuridico – abbiamo anche incontrato il procuratore della Repubblica e il sindaco e devo dire che Magistratura e amministrazione comunale negli ultimi mesi si sono date da fare e vediamo i primi frutti». L’inchiesta è stata aperta dopo le indagini congiunte della polizia municipale di Cagliari e del Corpo forestale. Che hanno tenuto sotto controllo il traffico di rifiuti e l’anno scorso anno concentrato la loro attenzione su determinati episodi che hanno seguito passo dopo passo, per poi girare le carte all’auto – rità giudiziaria e il sostituto procuratore Giancarlo ha aperto l’inchiesta. nel registro degli indagati sono finiti alcuni imprenditori a cui è stato possibile risalire anche dai materiali lasciati al campo per essere “smaltiti”. «Più volte ho ribadito che, al di là delle polemiche sui Rom e sull’integrazione, ci sono connivenze con la parte meno onesta della città – commenta l’assessore comunale alle Politiche sociali Susanna Orrù – se bruciano certi materiali è perché ci sono persone che con pochi euro si affidano a loro per farli sparire, e non sono di certo Rom. Come non lo sono quelli che comprano i prodotti lavorati. Stiamo lavorando per l’inclusione sociale e trovare forme alternative e meno ghettizzanti rispetto al campo, ma da punto di vista del mercato sono ben integrati con certi ambienti della città». All’interno del campo che si affaccia sulla 554 vicino alla Motorizzazione, dieci giorni fa la polizia ha sequestrato numeroso materiale elettrico, tra cavi e attrezzature, per un valore di ottomila euro.
da Casteddu on line, 8 marzo 2012
Incendio nella notte al campo nomadi, e scatta un’inchiesta sul traffico rifiuti: http://www.castedduonline.it/secondo-piano/incendio-nel-campo-nomadi-sulla-s-s-554-non-si-ferma-il-fuoco-sale-la-protesta-degli-abitanti/11625
é veramente indecente che da anni vada avanti un’attività criminale contro la salute della gente e contro l’ambiente sotto il naso di chi deve intervenire e lo fa solo dopo le vostre denunce; complimenti sinceri
Hai ragione, è indecente, e anche di più. Personalmente questa esperienza mi è servita moltissimo, perchè ho imparato sulla pelle quello che già secoli di storia avrebbero dovuto insegnarmi: i diritti acquisiti non esistono;
Bisogna lottare ogni giorno per difenderli, e bisogna farlo in prima persona, perchè nulla arriva dall’alto; meglio però se si combatte uniti… 😉
da L’Unione Sarda, 15 marzo 2012
Maxi blitz nel campo rom sulla 554. Trenta uomini tra polizia, carabinieri e vigili urbani hanno identificato oltre cento nomadi.
Maxi blitz delle forze dell’ordine ieri mattina nel campo nomadi sulla 554, da sempre crocevia di mille traffici illeciti e dove negli ultimi tempi si sono registrati numerosi episodi di violenza tra clan rivali. Una trentina di uomini tra polizia, carabinieri e vigili urbani sono arrivati nell’accampamento poco dopo le 8 perquisendo baracche e roulotte. In tutto sono stati identificati 105 rom.
L’operazione interforze, coordinata dalla Questura e disposta nell’ambito delle attività di controllo del territorio e di prevenzione dei reati, si è svolta senza incidenti e in un clima relativamente pacifico. Concludendosi senza alcuna denuncia. Tra gli scopi principali del massiccio controllo c’era anche quello di verificare l’eventuale presenza nel campo di immigrati clandestini e di soggetti colpiti da provvedimenti giudiziari. Il bilancio? Negativo anche su questo fronte, anche se due persone sono state invitate a presentarsi presso l’Ufficio immigrazione per accertamenti.
Il blitz è scattato attorno alle 8. Mobilitati i poliziotti del reparto prevenzione di Abbasanta, quelli della scientifica, della divisione anticrimine e della squadra Mobile della Questura di Cagliari, i militari del nono Battaglione dei carabinieri Sardegna e due pattuglie della polizia municipale. Un mini contingente composto da circa trenta uomini, che ha subito presidiato le via d’uscita procedendo all’identificazione di tutte le persone presenti all’interno del campo. Il controllo è durato circa due ore, senza che fortunatamente si registrassero incidenti. L’atteggiamento dei rom pare sia stato sufficientemente collaborativo, anche se negli sguardi di molti si avvertiva un certo fastidio per una presenza così massiccia di forze dell’ordine.
La maxi operazione è stata disposta dopo che nelle ultime settimane il campo sulla 554 è stato teatro di alcuni episodi preoccupanti. A parte i continui incendi (in cui vengono distrutti quintali di pneumatici, materiali plastici e altri rifiuti) che quasi ogni notte vengono accesi nelle immediate vicinanze delle baracche costringendo i vigili del fuoco a fare avanti e indietro per ore, per ben due volte si è infatti rischiata la tragedia a causa delle ruggini tra alcune famiglie nemiche. La notte del 18 febbraio un rom di 41 anni aveva usato la sua auto come ariete per abbattere la baracca del fratello in cui dormivano anche cinque bambini, nessuno dei quali era fortunatamente rimasto ferito. Poi era sparito dal campo insieme alla famiglia, ma la vendetta era comunque arrivata: nel giro di pochi giorni gli era stata bruciata la roulotte e la macchina. A gennaio l’uomo era stato protagonista di un altro grave episodio: dopo essersi ubriacato, si era scagliato armato di sciabola contro i rivali, per fortuna senza riuscire a ferirli. Poi se l’era presa con i poliziotti e aveva colpito con la spada il cofano di una delle auto di servizio, finendo per essere arrestato.
C’è poi il versante illegalità e furti: solo nell’ultimo mese la polizia ha individuato nel campo sulla 554 due auto cariche di rame appena rubato, mentre un sequestro analogo è stato compiuto dai vigili urbani a inizio febbraio.
dal blog di Vito Biolchini, 15 marzo 2012
Campo nomadi a Cagliari: c’è una politica del Comune oltre ai blitz? L’integrazione è possibile: il caso Nuoro e la vittoria di “Zingarò”: http://vitobiolchini.wordpress.com/2012/03/15/campo-nomadi-a-cagliari-ce-una-politica-del-comune-oltre-ai-blitz-lintegrazione-e-possibile-il-caso-nuoro-e-la-vittoria-di-zingaro/