Amici della Terra: il legno non è un rifiuto!
Abbiamo ricevuto e pubblichiamo volentieri.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
Appello al Ministro Clini perché riordini una legislazione complessa e contraddittoria.
Nella Conferenza stampa del 7 febbraio scorso a Firenze, Sergio Gatteschi, Presidente degli Amici della Terra della Toscana, Livio Giannotti, Amministratore Delegato di Quadrifoglio S.p.A (la società che raccoglie e smaltisce i rifiuti nell’area fiorentina), Walter Righini, Presidente della FIPER (Federazione Italiana di Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili) hanno sostenuto che il legno non è mai stato un rifiuto e che per la gente normale ancora non lo è.
Per la legge italiana, invece, sì. Infatti, il legno proveniente dagli alberi dei parchi, dei giardini e dei cimiteri, anche se uguale a quello proveniente dalle foreste e dai terreni coltivati, è considerato dalla normativa alla stessa stregua di un rifiuto. Rispondendo ad una richiesta di chiarimenti di un’amministrazione locale, è proprio il Ministero dell’Ambiente a dare questa interpretazione autentica della legge: “I rifiuti vegetali provenienti da aree verdi quali giardini, parchi e aree cimiteriali, invece, non rientrano tra le esclusioni previste….. restano, pertanto, soggetti alle disposizioni della Parte IV del Dlgs 152/2006 e sono classificati come rifiuti urbani ai sensi dell’articolo 184, comma 2, lettera e), del medesimo decreto”.
Applicando la norma alla vita quotidiana, ciò significa che i tronchi o i rami caduti in seguito alle recenti nevicate, ad esempio alle Cascine di Firenze, essendo per la legge rifiuti, non possono essere trasportati da chiunque e tantomeno usati per riscaldare, se non rischiando la condanna da tre mesi a un anno in base all’art 256 del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Attività di gestione di rifiuti non autorizzata). Lo stesso vale per un amministratore che voglia usare le potature e gli alberi caduti in un impianto a biomasse, anche costruito apposta, come ad esempio il cogeneratore di Calenzano (FI).
Ma il problema non riguarda solo Firenze: in ogni Comune italiano la potatura degli alberi delle strade e dei parchi urbani costituisce ogni anno un grande quantitativo di biomassa che quest’anno, si può presumere, sarà moltiplicato dall’emergenza neve. Ebbene, secondo la legge, questa tipologia di legname deve essere smaltita in discarica, costringendo la collettività a pagare un costo economico e ambientale e rinunciando, allo stesso tempo, ad una importante risorsa.
Queste disposizioni sono in contraddizione con la normativa sulle energie rinnovabili che, invece, premia con incentivi l’utilizzo delle biomasse a fini energetici. Il conflitto normativo ha già messo in crisi diverse imprese che nei mesi scorsi avevano siglato contratti con le amministrazioni pubbliche per l’acquisto del legname da utilizzare nei propri impianti e che, a seguito della interpretazione legislativa, hanno dovuto rivedere i propri progetti.
La Fiper ha più volte interpellato il Ministero dell’Ambiente sulla questione. Ad una prima lettera ufficiale inviata al ministro Prestigiacomo lo scorso nel luglio 2011 sono seguite una serie di interlocuzioni con il Ministero dell’Ambiente con l’obiettivo di far riconoscere questo tipo di materiale, quale sottoprodotto utilizzabile nella filiera legno energia.
L’argomentazione principale sostenuta dal Ministero è che questo provvedimento sarebbe una conseguenza del recepimento della Direttiva Rifiuti. Ma se questo fosse vero, perché in Francia e Austria questo tipo di materiale può essere impiegato a fini energetici?
Il Presidente della Fiper, Righini, aggiunge: “Il potenziale di approvvigionamento delle potature del verde urbano è immenso; secondo l’ultimo studio Fiper, in 801 comuni alpini e appenninici (zone climatiche E-F) ci sarebbero le condizioni per avviare centrali di teleriscaldamento a biomassa. In questi giorni di “freddo siberiano”, l’impiego di questa tecnologia e combustibile, permetterebbe in questi comuni di raggiungere la completa autonomia dal gas e riscaldare i propri cittadini avvalendosi delle risorse locali”.
Livio Giannotti, AD di Quadrifoglio, ha ribadito che “è necessario chiamare le cose con il loro nome, per cui il legno è il legno, e va trattato come tale sia nella legislazione che per il suo recupero a fini energetici”.
Infine, gli Amici della Terra chiedono che le leggi non mortifichino l’ambiente e nemmeno il buon senso.
In particolare, si rivolgono al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini affinché:
1. si chiarisca in modo definitivo che il legname e la biomassa in genere, anche raccolte in ambito urbano, non sono un rifiuto, ma possono essere utilizzate nella filiera energetica;
2. con i prossimi decreti attuativi il Governo definisca normative eque e durature nel tempo che favoriscano un efficiente utilizzo delle fonti rinnovabili, e premino le tecnologie più performanti in termini di costo-beneficio.
L’audio integrale della Conferenza su Radio Radicale
Per maggiori informazioni e contatti:
Amici della Terra – Toscana
Via Giano della Bella 22 – 50124 Firenze, tel.cell. 3384759461
www.amicidellaterratoscana.it, sergiogatteschi@yahoo.it
(foto AdT, E.R., S.D., archivio GrIG)
Io credo che codesto ministro abbia già dato prova di essere un “pirla”. Già, infatti, a pochi giorni dal referendum che aveva cancellato l’opzione “Centrali nucleari”, come se nulla fosse successo, ha dichiarato la sua preferenza per il nucleare. Anche martedì scorso a Ballarò non ha dato prova di essere molto perspicace.
Leggo che l’art.13 del D.L. 205/010 recita che :
Paglia,sfalci,materiale forestale e’ si considerato rifiuto , a meno che non sia utilizzato per la
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produzione di energia . Ovviamente la combustione sul campo configura il reato di illecito
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smaltimento rifiuti.
Quindi perche’ non permettere ( ai cittadini residenti ), di raccogliere rami o fattispecie , che caduti al suolo per causa naturale possono permettere ad es. l’uso di detto materiale per il riscaldamento domestico ? Inoltre questa attivita’, se permessa, aiuterebbe a pulire il terreno
boschivo diminuendo inoltre il pericolo di incendi .
Comunicato stampa COLDIRETTI – AMICI DELLA TERRA
Terza Conferenza Nazionale per le rinnovabili termiche (30 e 31 maggio 2012)
Custodi del bosco
Il ruolo delle biomasse legnose per usi termici al 2020 potrebbe raddoppiare (arrivando a 10 Mtep) con un costo 10 volte inferiore a quello previsto per il fotovoltaico. La posizione degli Amici della Terra e di Coldiretti.
Roma, 30 maggio 2012 -Promossa da Coldiretti e Amici della Terra, la prima giornata della Terza Conferenza Nazionale sulle fonti rinnovabili termiche è dedicata alla filiera bosco-legno-energia e si intitola significativamente “Custodi del bosco” in relazione al ruolo che il mondo rurale, in particolare le aziende forestali, possono avere in una pianificazione energetica regionale adeguata alle risorse del territorio e rispettosa delle sue caratteristiche. Promuovendo l’utilizzo efficiente della biomassa legnosa si possono conseguire risultati importanti ben oltre il raggiungimento degli obiettivi europei al 2020 come la valorizzazione della risorsa forestale, la tutela attiva del bosco contro gli incendi e a prevenzione di frane e alluvioni, il sostegno al mondo rurale, l’utilizzo di tecnologie e di capacità industriali italiane.
Nel comparto delle stufe a legna e pellet l’industria italiana ha una posizione di leader mondiale, copre il 90% della domanda sul mercato interno e una quota importante (35%) della produzione nazionale viene esportata. Molto forte è anche la posizione dell’industria italiana nella filiera delle tecnologie per la cogenerazione e il teleriscaldamento da biomasse.
Ciò apre spazi importanti per filiere nazionali della biomassa legnosa, settore che vede oggi l’Italia nella posizione di importatore dall’estero di combustibili come il pellet. La diffusione di contratti di filiera corta, che coinvolgano attivamente il mondo delle imprese agricole e forestali, può conseguire un doppio risultato di crescita in tempi di crisi economica.
Il Piano italiano di promozione delle fonti rinnovabili (PAN) prevede un obiettivo specifico di diffusione delle fonti rinnovabili termiche fissato al 17% dei consumi totali di calore per il 2020 (pari a circa 10,5 Mtep), e alle biomasse legnose è attribuito il 50% (5 Mtep) dell’obiettivo 2020 per le FER termiche. Ma i primi dati Eurostat, disponibili grazie al nuovo sistema di rilevamento statistico nato con il DM 14/1/2012, indicano che i consumi di biomasse legnose a fini termici erano stati fortemente sottostimati dal PAN visto che già per il 2010 essi ammontano ad oltre 4 Mtep, pari all’80% del contributo atteso al 2020 dal PAN.
Tutti questi elementi, secondo gli Amici della Terra e COLDIRETTI, fanno emergere la necessità una revisione delle politiche di promozione delle fonti rinnovabili, a partire dal PAN, aumentando l’obiettivo delle rinnovabili termiche (e non quello delle rinnovabili elettriche). Il ruolo delle biomasse legnose ad usi termici per il 2020 potrebbe essere ragionevolmente di circa 10 Mtep, (il doppio di quello attualmente previsto con un incremento effettivo di ulteriori 5 Mtep di consumi annui). I costi complessivi delle politiche di sostegno per questo obiettivo non superebbero i 500 milioni di € all’anno; valori da confrontare con circa 6 miliardi di € oggi destinati annualmente al fotovoltaico con risultato di circa 0,9 Mtep di FER.
Valter Baldassarri
Amici della Terra (FoE Italy)
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