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Ladri di giustizia.


foglie nel bosco

Siamo abituati (male) a vedere nell’efficienza e rigore nell’applicazione della legge tedeschi un modello da seguire.

Balle.

Il giudice Johannes Hidding del Tribunale di Essen ridacchia quando afferma la possibilità che il processo per la strage avvenuta negli impianti Thyssenkrupp di Torino nella notte fra il 5 e il 6 dicembre 2007 (sette operai italiani bruciati vivi), conclusosi con la condanna di quattro dirigenti italiani e due manager tedeschi per omicidio colposo, “era imperfetto e non è stato eseguito correttamente”, così da lasciare liberi dell’amministratore delegato Harald Espenhahn (condannato a 9 anni e 8 mesi di reclusione) e Gerald Priegnitz, consigliere del gruppo (condannato a 6 anni e 10 mesi).

Qui di “imperfetto” e di osceno c’è solo il comportamento della Germania (Governo e Amministrazione della giustizia), che ancora non si degnano di dare esecuzione a una sentenza passata in giudicato fin dal 2016 verso due delinquenti che, per lucrare di più, non si sono preoccupati di installare e far funzionare sistemi e misure di sicurezza.

Cari amici e alleati tedeschi, giuridicamente parlando, alzate il culo dalla sedia e sbattete in galera questi delinquenti.

Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

da Le Iene, 19 febbraio 2019

Rogo alla Thyssen: archiviazione in Germania per le condanne italiane?

da Il Fatto Quotidiano, 19 febbraio 2019

ThyssenKrupp, condannati ma liberi in Germania: ora i manager chiedono di archiviare. “Processo Italia non corretto”.

La notizia è stata data dal giudice di Essen all’inviato delle Iene Alessandro Politi: il servizio andrà in onda stasera. L’ad Espenhahn e il consigliere Priegnitz hanno avuto pene definitive rispettivamente a 9 anni e 8 mesi e a 6 anni e 10 mesi, ma non hanno mai scontato un giorno di carcere per il disastro del 2007 nell’acciaieria. E la Germania non applica la sentenza.

Il tribunale di Essen potrebbe archiviare la richiesta di procedere all’arresto di due alti dirigenti della ThyssenKrupp condannati in via definitiva per il disastro nello stabilimento torinese in cui nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 morirono 7 operai. La richiesta di archiviazione è stata presentata dagli avvocati dell’amministratore delegato Harald Espenhahn – condannato in Cassazione a 9 anni e 8 mesi – e Gerald Priegnitz (consigliere del gruppo), condannato dalla Suprema Corte a 6 anni e 10 mesi. La notizia della richiesta di archiviazione è stata data all’inviato delle Iene Alessandro Politi dal giudice che si occupa di applicare la condanna italiana in Germania, Johannes Hidding. Secondo la mozione dei legali dei due dirigenti – non ancora discussa – “la sentenza italiana non è legalmente eseguibile in Germania: il procedimento in Italia era imperfetto e non è stato eseguito correttamente”. Il servizio di Politi andrà in onda nella puntata delle Iene del 19 febbraio.

Nel 2016 la Corte di Cassazione aveva confermato tutte le condanne per i dirigenti ritenuti colpevoli dell’incidente nell’acciaieria: oltre a Espenhahn e Priegnitz Cosimo Cafueri (responsabile della sicurezza), condannato a 6 anni e 8 mesi, Marco Pucci(consigliere del cda) a 6 anni e 10 mesi, Raffaele Salerno(Direttore dello stabilimento di Torino), 7 anni e 2 mesi, Daniele Moroni (dirigente area tecnica e servizi), 7 anni e 6 mesi. Se i quattro dirigenti si sono subito consegnati alle autorità per scontare la propria pena. I due tedeschi, invece, sono sempre sfuggiti alle proprie responsabilità, rifiutando l’esito del processo. L’Italia ha chiesto alla Germania di arrestarli per far loro scontare la pena qui. Ma i due condannati hanno sempre rivendicato il diritto di scontare i loro anni di carcere in patria. Nel frattempo, però, il loro processo è come ripartito, col tribunale di Essen che ha proceduto a ritmo lentissimo

Nel nuovo capitolo dell’inchiesta di Politi, viene intervistato anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede dopo l’incontro con l’omologa tedesca, Katarina Barley, ma anche il giudice titolare del processo che procede a singhiozzo.

L’intervista al ministro Alfonso Bonafede
Bonafede: La ministra Barley concorda sul fatto che ogni volta che vengono violati i diritti devono essere risarciti, che chi ha sbagliato deve pagare e su questo non ci sono dubbi. Lei mi dice: “Si, ma in Germania vale la separazione dei poteri quindi io come ministro della Giustizia non posso andare a dire ai magistrati cosa devono fare e in quanto tempo, perché il giorno dopo teoricamente mi dovrei dimettere”. Lei mi ha posto la separazione dei poteri come elemento ostativo rispetto a qualsiasi invasione di campo. Da quello che sappiamo noi stanno verificando che tutto proceda regolarmente.
Iena: Chi è effettivamente il vero responsabile, chi in questo momento può decidere?
Bonafede: Loro, a differenza dell’Italia, hanno il ministro federale che, diciamo, è il mio omologo. E dopo hanno il ministro territoriale.

L’intervista ad Armin Laschet
Iena: Mi chiamo Alessandro Politi del programma italiano “Le Iene”. Siamo venuti dall’Italia apposta per incontrarla. Abbiamo solo qualche domanda da farle, la prima è questa: lei dice sempre che l’Europa è il futuro, giusto?
Laschet: Si, si. È vero.
Iena: Quindi, qual è il rapporto tra Germania e Italia?
Laschet: Si, l’Italia è uno degli stati più importanti dell’Unione Europea e l’Italia è veramente importante per il processo di unificazione dell’Europa. So che in Italia adesso c’è una situazione difficile ma noi speriamo che l’Italia, seguendo i suoi valori e i principi dell’Europa, possa riprendersi.
Iena: Quello che dice è fantastico. Ma cosa ne pensa del caso Thyssenkruup? E che i due manager tedeschi, a distanza di quasi tre anni dalla condanna definitiva, siano ancora liberi?
Laschet: Stiamo discutendo per trovare una soluzione, però questa è una domanda giuridica di cui si stanno già occupando le istituzioni.
Iena: Si, ma lei è l’istituzione…
Laschet: Il Primo Ministro non può interferire con i procedimenti giudiziari.
Iena: Però lei può almeno supervisionare?
Laschet: …
Iena: Lei sa dirci quando la Germania arresterà i due manager?
Laschet: Ti ho già risposto che le istituzioni se ne stanno occupando per trovare una soluzione.
Iena: Ma una data, non c’è una data?
Laschet: La risposta è che non so cosa stiano negoziando ma troveremo una soluzione a questo caso. Però, non tramite i politici ma grazie alle istituzioni.

Il colloquio con il giudice Hidding
Hidding
: Quando questo caso è arrivato nei nostri uffici abbiamo scoperto che mancavano dei documenti. Non ricordo esattamente cosa mancasse ma erano documenti relativi alle sentenze italiane (i documenti relativi alla sentenza di condanna del 2016 che le autorità tedesche dicevano di aver perso. Una volta ricevuti, ne hanno richiesti di nuovi, ndr). L’anno scorso, nel dicembre 2018 poco prima di Natale, una mozione, presentata dalla difesa dei due condannati, ha richiesto l’archiviazione del caso.
Iena: Cosa significa?
Hidding: Sostanzialmente questa mozione dice che la sentenza italiana non è legalmente eseguibile in Germania. Il procedimento in Italia era imperfetto e non è stato eseguito correttamente. La mozione è composta da almeno 20/30 pagine.
Iena: Ma perché sta ridendo? Non è divertente…
Hidding: Ehm… Io… Forse… Non lo so.
Iena: C’è una data?
Hidding: La decisione finale potrebbe avere due diversi scenari: da una parte è possibile che ritenga la sentenza italiana eseguibile condannando i due imputati, se la sentenza è legittima non ci saranno più discussioni. Tra un paio di settimane, massimo un mese, si dovrebbe arrivare a una decisione. Il giudice prenderà una decisione definitiva.

(foto S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di G.maiuscolo
    G.maiuscolo
    febbraio 21, 2019 alle 9:37 am

    Gentili di Gdig: ben detto…sono tutte balle quelle della Germania. Ma quali efficienza e quale rigore nell’applicazione della legge…
    La Germania è intenta e protesa solo ad affermare la propria egemonia economica, ben lontana dalle necessità e dalle esigenze di tutta l’Unione, specie di quella parte della stessa che ha seri problemi occupazionali, economici e di superamento di limitata crescita.
    E, aggiungerei, non è che il suo passato colpevole… dica il contrario di ciò che, oggi, è evidente, quanto ad egoismi e a fregarsene dell’altrui sopravvivenza.
    Lo so, lo so sono cose difficili da dirsi, e spesso sono in pochi a dirle, le cose spiacevoli, intendo, ma a me il coraggio civile di non dimenticare, non manca. E mai mancherà.
    Cordialità

  2. Avatar di capitonegatto
    capitonegatto
    febbraio 21, 2019 alle 12:05 PM

    Condivido l’articolo del GIG, ma mi chiedo parallelamente cosa sappiamo di tanti managers di nostre industrie, dove si verificano incidenti mortali ? Si sanno le tragedie ma non le pene per i tanti responsabili.

  3. febbraio 21, 2019 alle 3:00 PM

    a Il Fatto Quotidiano, 21 febbraio 2019
    Thyssen, ministero Giustizia chiede chiarimenti a Essen dopo servizio Iene: “Confermate esecuzione della sentenza”.
    Il dicastero guidato da Alfonso Bonafede ha inviato una lettera alla procura tedesca competente nell’applicazione della sentenza sul rogo del 2007 avvenuto alla sede di Torino della ThyssenKrupp che ha condannato i due manager tedeschi Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz. Ieri la trasmissione di Italia 1 ha rivelato che i due hanno chiesto l’archiviazione del procedimento: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/02/20/thyssen-ministero-giustizia-chiede-chiarimenti-a-essen-dopo-servizio-iene-confermate-esecuzione-della-sentenza/4986616/

  4. Avatar di Porico
    Porico
    febbraio 21, 2019 alle 4:48 PM

    E poi Tedeschi ,per salvare la loro faccia di fronte alle loro leggi, vennero a Domusnovas a produrre bombe per venderle ai Sauditi i quali le usarono, e le usano, per massacrare i civili Yemeniti . Il fatto è che noi ,senza alcun pudore, ci prestiamo ad ogni nefandezza .

  5. febbraio 22, 2019 alle 3:00 PM

    da Il Fatto Quotidiano, 22 febbraio 2019
    Rogo Thyssen, ordine di carcerazione per i manager tedeschi condannati. Ma provvedimento è stato impugnato.
    Questa la decisione del Tribunale regionale di Essen, che si è pronunciato in proposito il 17 gennaio sul caso di Harald Espenhahn, e il 4 febbraio su Gerald Priegnitz. Secondo quanto ha spiegato il portavoce dello stesso Tribunale all’Ansa, i due dirigenti hanno impugnato la decisione, presso la Corte di appello di Hamm. E non potranno essere arrestati prima della pronuncia: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/02/22/rogo-thyssen-ordine-di-carcerazione-per-i-manager-tedeschi-condannati-ma-provvedimento-e-stato-impugnato/4990109/

    • Avatar di Srdn
      Srdn
      giugno 13, 2020 alle 5:57 PM

      Carissimo porico, se mi posso permettere le schifezze che hanno combinato i manager in sardegna sono ben note non so all’opinione pubblica, ma anche alla magistratura. Non ci sono stati morti bruciati, ma quanti hanno perso la vita nelle fabbriche del sulcis, quanti morti di cancro e quanti moriremo ancora senza che i responsabili paghino. È una vergogna questo silenzio,non sembra di essere in un paese europeo(termine con il quale ci pavoneggiamo) e quando guardo le immagini del terzo mondo non mi vedo molto lontano da loro. Mattarella e il papa parlano di futuro, sostenibilità……perché non vengono a dare un’occhiata dove viviamo….. dove la gente nonostante lo sappia convive con i veleni e si tuffa in mezzo ai residuati BELLICI.Non c’é differenza tra la tra la thyssen e le fabbriche sarde dove muori lentamente come la rana nell’acqua sul fuoco. Spegni il gas sardegna

  6. febbraio 4, 2020 alle 10:01 PM

    vadano in galera, senza altre storie.

    A.N.S.A., 4 febbraio 2020
    Rogo Thyssen, i manager della multinazionale finiscono in cella.
    Respinto il ricorso di Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, i manager della multinazionale dell’acciaio: https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2020/02/04/rogo-thyssen-i-manager-della-multinazionale-finiscono-in-cella_4d3e3569-9691-433e-a743-a1df993caf21.html

    ____________________

    da Il Fatto Quotidiano, 4 febbraio 2020
    Rogo Thyssenkrupp, rigettato il ricorso dei due manager tedeschi condannati in Italia. Dovranno scontare 5 anni.
    Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz erano stati condannati in via definitiva dalla Cassazione. Ma mentre i manager italiani si erano consegnati loro in Germania hanno presentato ricorsi su ricorsi: https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/04/thyssenkrupp-rigettato-il-ricorso-dei-due-manager-condannati-in-italia-dovranno-scontare-5-anni/5695376/

  7. giugno 12, 2020 alle 10:15 PM

    A.N.S.A., 12 giugno 2020
    Thyssen, pg: è imminente l’esecuzione della pena.
    Comunicazione Eurojust, condannati tedeschi andranno in carcere. Madre di una delle sette vittime del rogo:’Voglio vederli in prigione’: https://www.ansa.it/piemonte/notizie/2020/06/12/thyssen-pg-imminente-esecuzione-pena_6ab03ee0-b795-49e3-838a-0d739076175d.html

  8. Avatar di G.Maiuscolo
    G.Maiuscolo
    giugno 13, 2020 alle 10:21 am

    TALASTIMA…

    Anch’io sarei arrabbiata al suo posto; povera donna, povera madre…❤
    Si piange… si piange…

  9. giugno 17, 2020 alle 10:41 PM

    ladri di giustizia, sempre.

    Il Fatto Quotidiano, 17 giugno 2020
    Rogo Thyssenkrupp, concessa la semilibertà ai due manager tedeschi condannati per la morte dei 7 operai. I familiari: “Non è possibile”.
    La procura tedesca di Essen ha autorizzato il regime di semilibertà per Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, ritenuti corresponsabili dell’incendio a Torino del 6 dicembre 2007. Sono stati condannati a 5 anni di carcere per omicidio e incendio colposo. Rosina Platì, madre di una delle vittime: “Ci incateneremo a Roma. Andremo a Essen. Qualcosa faremo”. Il collega sopravvissuto: “Notizia vergognosa”: https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/06/17/rogo-thyssenkrupp-concessa-la-semiliberta-ai-due-manager-tedeschi-condannati-per-la-morte-dei-7-operai/5838802/

  10. Avatar di G.Maiuscolo
    G.Maiuscolo
    giugno 18, 2020 alle 8:34 am

    Per alcuni la Giustizia è più UGUALE che per altri.

    Mentre le povere persone morte nel rogo, mentre facevano il proprio dovere… col caspita che possono godere della semilibertà… Coperte di terra per sempre…
    E altro non dico.😢

  11. agosto 17, 2023 alle 6:53 PM

    era ora.

    A.N.S.A., 17 agosto 2023
    Thyssen: Boccuzzi, ‘Espenhahn è in carcere, non è vendetta’.
    Il manager tedesco condannato per il rogo del 2007. (https://www.ansa.it/piemonte/notizie/2023/08/17/thyssen-boccuzzi-espenhahn-e-in-carcere-non-e-vendetta_54c39124-ca25-49b2-b00b-84c1252f0984.html)

    Chi ha tenuto il conto dei giorni dice che ne sono passati 5.726.

    Ma adesso anche il condannato numero uno per la tragedia della Thyssenkrupp ha varcato la soglia di un carcere. Harald Espenhahn, tedesco, era l’amministratore delegato della multinazionale dell’acciaio quando, nel dicembre del 2007, un incendio nello stabilimento di Torino uccise sette giovani operai. La Corte costituzionale della Repubblica federale di Germania, a Karlsruhe, ha respinto il suo ultimo ricorso e il 10 agosto è cominciata l’esecuzione della pena. Espenhahn resta comunque semilibero: in cella ci resterà solo di notte.

    A tenere il conto dei giorni, snocciolandone l’elenco come se fossero i grani di un rosario, è stato l’unico operaio sopravvissuto al rogo, Antonio Boccuzzi, poi parlamentare del Pd e oggi, nella sua nuova vita, commerciante a Torino. “Per me – scrive su Facebook – non è un risarcimento né una vendetta. E’ l’unico epilogo. Un epilogo che si sarebbe già dovuto compiere da tempo”. “Si è finalmente concluso – è il commento del ministro della giustizia Carlo Nordio – l’iter di riconoscimento da parte della Germania, come richiesto dal Ministero della Giustizia italiano, della sentenza di condanna. In questi anni il Ministero ha seguito da vicino il procedimento”. Il Guardasigilli manifesta anche “vicinanza e solidarietà” a Boccuzzi e ai familiari delle sette vittime.

    “Non siamo contenti perché in confronto a ciò che gli imputati meritavano non è nulla” dichiara Rosina Platì, mamma di uno degli operai deceduti. Alla Corte europea di Strasburgo è ancora pendente contro Italia e Germania presentato dalle famiglie per i ritardi nel procedimento di esecuzione. Nel maggio del 2016 la Cassazione italiana inflisse a Espenhahn 9 anni e 8 mesi riconoscendolo colpevole di omissioni in materia di sicurezza. La pubblica accusa avrebbe voluto la condanna per omicidio volontario, gli ‘Ermellini’ dissero che era un omicidio in forma colposa.

    A processo erano finiti in sei. I dirigenti italiani condannati andarono in carcere. Espenhahn, essendo cittadino tedesco, aveva diritto a scontare la pena nel suo Paese. Ma gli anni di reclusione furono ridotti a cinque, il massimo previsto dalla legislazione germanica per questo reato. Fra un rinvio e l’altro nel 2020 un tribunale locale ratificò la sentenza italiana.

    Lo scorso maggio la Corte di Karlsruhe ha scritto la parola fine respingendo un reclamo in cui gli avvocati dell’ex ad sollevavano una serie di questioni legate allo svolgimento del processo italiano. Nel caso fu coinvolto un altro tedesco, il manager Gerald Priegnitz, condannato a 6 anni e 3 mesi. Anche per lui scattò la riduzione a 5 anni e il periodo di semilibertà (lavoro di giorno e prigione di notte). Nel novembre del 2022, dopo qualche sconto, è tornato libero. Per il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, “certamente l’incarcerazione non potrà mai restituire all’affetto dei propri cari le vite spezzate quella tragica notte, ma lo scontare la pena detentiva è sicuramente un atto dovuto alle famiglie e alla giustizia italiana e tedesca”.

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