Siamo dalla parte dei Tori.
Pur con tutta l’umana pietà verso chi ci lascia le penne, siamo dalla parte dei Tori.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
A.N.S.A., 21 maggio 2014
In Spagna vince toro, corrida sospesa. E’ la terza volta nella storia. Feriti 3 toreri.
Corrida sospesa a Madrid per la vittoria dei tori: è accaduto nella Plaza de Toros de Las Ventas a Madrid, nel 12mo combattimento delle Festività di San Isidro. I 3 toreri nel programma dei combattimenti sono stati incornati e feriti, per cui nessuno di loro è potuto tornare nell’arena per continuare la ‘lidia’. E’ la terza volta nella storia della ‘Fiesta’ di San Isidro che si cancella una corrida per la supremazia dei tori, l’ultima volta era accaduto 35 anni fa.
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- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
- direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora
- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
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La corrida..ogni qual volta ho sentito parlare di questa manifestazione che coinvolge decine di migliaia di spagnoli indipendentemente dall’ età o sesso è stata descritta da noi con un termine: “crudele”. La crudeltà non si manifesta nell’uccidere il toro che diventerà carne, ma nel compiacimento del pubblico nell’assistere uno spettacolo in cui il toro prima di essere destinato a divenir carne viene utilizzato come divertimento. La crudeltà sta proprio nel godere della sofferenza, non nella fine tragica del toro (è carne e noi siamo onnivori). È una manifestazione che si basa sulla “tradizione”. Anche la Sardegna è una terra che trasborda di “tradizioni” incentrate sullo sfruttamento animale. In Sardegna è famosa “la caccia grossa”, cheper tanti sardi è l’hobby della comunità, e si vive rigorosamente nel rispetto delle tradizioni. Negli ovili, per le feste paesane si macellano tantissimi animali tutto ciò basandosi sulle “tradizioni”. Sia nella caccia che negli ovili, quando si uccidono gli animali non si provano sentimenti negativi, tutt’altro. Ho visto in questi ambienti la stessa felicità della corrida, la stessa gioia, la stessa euforia proprio perché quella morte produce cibo o meglio carne. In Sardegna la morte dell’animale si festeggia, ci si organizzano banchetti, feste, porta allegria. L’uomo, in senso lato, biologicamente parlando è un animale e come tutti gli altri animali la carne e il cibo portano allegria. So benissimo che in questo forum ci sono tantissimi utenti che ripudiano la parola “tradizione”, ma esistono tantissimi sardi come me, che con queste tradizioni ci sono nati, le vivono e le tramandano. Detto questo però..per una volta sto anch’io dalla parte del toro…perché anche se è vero che quella gioa e felicità per la morte animale sia in Spagna che in Sardegna esistono, perché sono insite nell’uomo in quanto animale (Onnivoro), è vero che io ci ho trovato una grandissima differenza: ossia il RISPETTO. In Sardegna quando uccidiamo i cinghiali nei monti o i maialetti o gli agnelli, non li umiliamo, deridiamo o godiamo delle sofferenze, ma facciamo si che per quanto sia atroce la morte in se, sia veloce e proviamo un profondo RISPETTO per quelle vite trasformate in carne proprio perché noi siamo stati un popolo che attraverso questo sfruttamento animale ha superato momenti difficili, siamo arrivati nel 2014 e ci porterà ancora tanto lontano!
non ci si “diverte” con la morte.
Anch’io sono dalla parte del toro, come lo erano la maggior parte degli spettatori della allucinante corrida che vidi a Madrid, molti anni fa. Non c’è niente di esaltante nel seguire la prolungata l’agonia di un animale che comunque è destinato al sacrificio. E nemmeno nel vedere un cavallo che corre impazzito per l’arena, con le budella di fuori. Molto più civili in Catalogna, dove hanno abolito questo crudelissimo relitto di “tradizione”.
Se fossero perlomento “giusti” gli organizzatori della corrida di Las Ventas metterebbero in pensione il toro vittorioso, con a disposizione tutte le femmine e l’erba che vuole. Temo però che finisca in bistecche, esattamente come gli altri…
ma se vai alle corride finisci col finanziarle, quindi e’ inutile poi inorridirsi di fronte a tale crudeltà. Io di proposito non guarderò il filmato del toro vincitore su youtube
Hai ragione Riccardo, ma mi ci hanno portata a 11 anni con il collegio. Metodi educativi di un tempo per fortuna passato. Non finanzierei MAI un simile terrificante spettacolo, indimenticabile persino dopo oltre 55 anni!
allora eri anche tu come il toro, una vittima della violenza insita nell’uomo. Scusa, avrei dovuto mettere più in rilievo che ti stavo concedendo il beneficio del dubbio e dal mio commento questo non si evince molto; la mia sembra più una condanna ma non lo era visto che speravo tu replicassi per spiegare l’apparente contraddizione. Per parte mia devo ammettere che non so molto sulle corride e sulle sue origini quindi forse non dovrei condannarle così sommariamente. Certo e’ che se ancora molti vanno a vederle non si può liquidarle così semplicemente dicendo che codesta gente sia violenta o sia affascinata dallo sgomento e dall’orrore (un po come quelli a cui piacciono i film di terrore). Forse bisognerebbe inquadrare il fenomeno delle corride e altre simili terrifiche pratiche come il cosiddetto “salto della capra” in un contesto storico. In passato forse quando la natura era ancora indomata esse potevano ancora avere un significato ma oggi sono del tutto anacronistiche. Forse dovrebbero uccidere il toro solo simbolicamente magari renderlo esausto se il significato e’ quello del dominio dell’uomo sulla natura o comunque della reazione dell’uomo nei confronti di una natura imprevedibile e ostile. Oggi purtroppo (o per fortuna) l’uomo e’ la specie dominante e non esiste altra specie che possa metterne in discussione il predominio (se non forse qualche virus; ma non sarebbe divertente vedere qualcuno lottare con un virus). Oggi la Natura si ribella metaforicamente parlando (a ragione) sotto forma di catastrofi ambientali: alluvioni, tornadi, frane, siccità o piovosità eccessive e via discorrendo. Forse bisognerebbe far combattere i toreri contro un uragano anziché contro i poveri tori.
Grazie Riccardo, sono abbastanza d’accordo con te, salvo per il fatto del dominio dell’uomo sulla natura. Quando saremo veramente civilizzati capiremo che è del tutto idiota distruggere la propria casa – UNICA CASA – per sete di predominio. Hai visto sul Corriere le foto degli alberi che “mangiano” gli oggetti? Molto istruttive…
vedi Mara, il problema e’ proprio che la terra ha bisogno dell’uomo per salvarsi visto che fra 5 miliardi di anni il sole la distruggerà completamente. L’unico che può evitare tale orribile fato e’ l’uomo che con la sua intelligenza riuscirà speriamo a trovare un modo per salvare esso e tutte le altre specie che dividono con esso questo meraviglioso pianeta.
Certo abbiamo ancora tanto da imparare dalla natura quindi e’ stupido distruggerla così per vile profitto o ignoranza. Non siamo così intelligenti forse.
Gli alberi divoratori purtroppo mi sembrano un segno della debolezza della natura visto che ci vogliono decenni per divorare un oggetto e un minuto per tagliare l’albero irrispettoso. La natura che si ribella oggi non sono le altre specie viventi del pianeta ma il pianeta stesso col suo clima. E li non si scherza. Attento piccolo uomo direbbe qualcuno
Onnivori, non carnivori. Purtroppo la società di oggi è prevalentemente carnivora, con tutti gli effetti DELETERI che ne conseguono per la salute, e per lo stesso pianeta. Io sono una di quelle che RIPUDIA le “tradizioni” di cui parli: a parte che ci sarebbero da rivedere alcuni falsi miti su quella che molti sardi, ignorantemente considerano tradizione, quale il consumo della carne di agnello ogni qualvolta la si “desidera”, perchè questa è una “moda” assolutamente moderna. L’uccisione dell’animale e relativa festa si faceva ai tempi in cui si allevava il maiale in casa, dove a quella “festa” venivano poi invitati i vicini che magari collaboravano alla lavorazione della carne; mentre nonostante la forte tradizione agropastorale che ha distinto la nostra società, i pastori di un tempo, allevavano le pecore più per la lana e il latte da cui poi producevano i formaggi, e non per la carne. La carne era roba da ricchi. L’agnello a pasqua, natale e tutte le volte che oggi uno desidera, in tempi meno recenti era impensabile. I longevi sardi (scientificamente dimostrato), hanno “seguito” una dieta prevalentemente vegetariana: minestre di legumi, verdure, pane, la carne era cosa rarissima. Oggi invece siamo tutti convinti che l’agnello sia sempre esistito nel piatto dei sardi, ma è un falso storico. Per quanto riguarda l’umiliazione dell’animale, sono TOTALMENTE d’accordo con te: per lo meno non se ne fa spettacolo come nella corrida, ma anche in questo caso, i grandi mattatoi, raramente rispettano le convenzioni si Strasburgo in merito alle procedure di macellazione e al trasporto degli animali da macello, e sono leggi specifiche e severe. Per concludere, sono sempre stata e sempre sarò dalla parte dei tori, e ogni tanto, Madre Natura si risveglia e da una bella lezione a chi ancora si diverte spettacolarizzando la sofferenza e la morte di un animale.
Hai ragione anche tu Cristiana. La carne era roba da ricchi. Ciò non toglie però che lo sfruttamento animale esisteva ed oggi tramite le “tradizioni”, il RISPETTO per la vita dell’animale sacrificata ci è stata tramandata. Non ho mai visto cacciatori godersi le sofferenze di un cinghiale ferito, non ho mai visto pastori deridere un agnello o un maialetto appeso a un gancio agonizzante. Certo i cretini esistono dappertutto! Ancor di più non ho mai visto queste figure buttar via la carne, così come accade oggi nel 90% dei supermercati o peggio nelle nostre case. La morte di un animale provoca a quest’ultimo sofferenza, c’è poco da discutere, però fa parte della natura e quella morte è anche vita per chi lo mangia. Noi in Sardegna abbiamo da sempre vissuto la morte animale in maniera conscia ma rispettosa. La carne in Sardegna oltre alle festività religiose, viene consumata abbondantemente in ogni festa paesana…le tradizioni gastronomiche sarde nascono proprio in virtù di tutto ciò e sono basate per la stragrande maggioranza sulla carne. Non ho mai visto nessuna festa paesana dove si mangia Vegan o cruelty free…e sono sicuro che non funzionerebbe perché la gente vuole mangiare in quelle circostanze maialetto o agnello arrosto. Io vivo in Sardegna perché adoro la sua cultura e le sue tradizioni. Accetto di vivere in Sardegna avendo la consapevolezza di rinunciare ad una vita fuori che mi può offrire senz’altro di più, ma non sarebbe in grado di darmi questo, e fidati che da sardo le mie tradizioni sono importanti! Se io avessi un terzo dell’empatia o della sensibilità che hai tu, o se meglio fossi un vegano, la prima cosa che farei sarebbero le valigie. Mettendomi nei panni di tanti come me mi sentirei veramente oppresso e fuori luogo! Purtroppo io non sono come te o come molti di voi, e per me è un freno o una catena che mi lega a questa splendida Terra.
Hey M.A, non farti ingannare dal mio cognome non sardo (padre campano), io sono sarda come te e lo sono in ogni cellula del mio corpo :). Ciò non toglie che sono riuscita a cambiare la mia dieta alimentare nonostante viva in una terra prettamente carnivora. Qui nel mio paese c’è la sagra delle fave (e in molti vengono a degustarle); ci sono sagre di frutta come le arance, le ciliegie, le fragole, anche la fregola, in un paese vicino al mio, ha una sua sagra:) Io penso che restare attaccati alle tradizioni, sia solamente una scelta-non scelta “hanno sempre fatto così e faccio così anch’io”. Da piccola ho assistito alla macellazione degli agnelli, allora si faceva in casa (non nella mia fortunatamente), ma avevo una nonna che macellava le galline o le oche (con le quali stabilivo legami di vera e propria amicizia), e probabilmente tutto questo ha reso la mia scelta ancora più semplice. Etica a parte, ti invito a leggere o vedere le nuove dichiarazioni da parte di moltissimi oncologi che mettono in relazione l’insorgenza dei tumori con una dieta prevalentemente carnivora.E gli stessi oncologi spiegano le ragioni per le quali non si è mai voluto investire sulla ricerca in termini di educazione alimentare…più malati di cancro ci sono, più si alza il PIL…La carne e le proteine animali sono nocive per il nostro organismo, che ne si voglia dire. Spero che presto, certi studi vengano davvero resi pubblici e sveglino un po’ di coscienze.
Tornando alla corrida, continuo a pensare che la Spagna non avrà mail piacere (o dispiacere) di avermi tra i suoi turisti e la Corrida è una delle tante ragioni per le quali non andrei mai a visitare quel Paese. Forza e potere ai tori! 🙂
Eh si mi sono fatto ingannare dal cognome 🙂 . Indubbiamente, è vero ciò che scrivi sulla carne. Esiste, dal mio punto di vista pur non essendo un oncologo un…però. il però della tossicità della carne è dovuto alla qualità e alla quantità del consumo della carne. Esistono studi scientifici americani, di una certa rilevanza, che dimostrano che una dieta carnivora riduce il rischio di diabete. Basti pensare ai paesi dell’Est. I ragazzi in Bulgaria crescono a carne di cavallo eppure non soffrono di obesità o diabete come quanto da noi. Non dappertutto esiste la dieta mediterranea, eppure si vive lo stesso. Io continuo a sostenere che noi siamo il frutto dell’evoluzione e in quest’evoluzione la carne ha avuto e avrà il suo ruolo. Non capisco il perché si faccia distinzioni tra proteine animali e vegetali. Esistono proteine complete e proteine incomplete che variano in base alla composizione in aminoacidi. Ma entrambe sono costituite dagli stessi aminoacidi che variano in quantità e che si collocano in disposizioni differenti formando proteine con diversi pesi molecolari. Ed entrambe vengono digerite da eso ed endopeptidasi. Altri studi si stanno indirizzando sull’analisi del microbioma umano, ossia i microrganismi che colonizzano il nostro intestino, è stato dimostrato che differisce da uomo a uomo in base alle regioni geografiche in cui vivono ed è strettamente correlato all’alimentazione. I prodotti carnei chiamati “tossici” della carne vengono digeriti dai micro, un pò come avviene con lo zucchero del latte, quando non viene scisso dall’enzima lattasi. Il problema della carne è la produzione, la trasformazione, la conservazione…. allora si che diventa tossica con nitrati, nitriti etc etc.
Non è la carne in se il problema, ma come, quanto e quale tipo di carne viene consumata. In Sardegna se davvero mangissimo carne sarda allevata nei nostri pascoli e comprata dal pastore, piuttosto che ingozzarci di carne che troviamo già bella pronta nello scafale dei supermercati, con solfiti e nitrati che la rendono bella rossa, non avremmo di questi problemi. In Sardegna sia gli agnelli da carne che il latte creano un bell’indotto difficilmente sostituibili. I sardi sono nati pastori non agricoltori. Per il resto il problema della carne è etico, e noi in Sardegna questo tipo di problema l’abbiamo affrontato e superato tanti anni fa grazie alla nostra CULTURA che ci ha insegnato il RISPETTO. Almeno in questo aspetto siamo avanti, ci possiamo definire un popolo “cosciente”.
Da leggere!!! Molto interessante. Sponsorizziamo le nostre tradizioni gastronomiche e il made in Sardinia.
http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2014/05/24/news/alimentazione-contro-i-tumori-pecorino-e-agnello-1.9287927
un altro.