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Lezioni di piano. La”storia” del piano paesaggistico regionale in Sardegna.


dune, ginepri, spiaggia, mare

dune, ginepri, spiaggia, mare

E’ uscito, èdito da Corte del Fontego, Lezioni di piano, sulla storia del piano paesaggistico regionale in Sardegna (320 pagine, illustrazioni, 25 euro).

Il prologo – dopo un illuminante testo di Salzano – è affidato a considerazioni di Sandro Roggio (che cura anche il post scriptum), Francesco Erbani, Bachisio Bandinu, Piero Filigheddu, Enzo Satta, Luigi Cogodi, Giovanni Lilliu, Costantino Cossu e Stefano Deliperi.

Seguono sette capitoli. Il primo, Volontà di piano, con interventi di Giacomo Mameli (un’intervista a Renato Soru contenuta nel libro Cuec Sardegna anni Duemila), Marcello Fois, Giulio Angioni, Renato Soru, Gabriele Asunis.

Il secondo,Cultura del piano, con alcuni box e interventi di Sante Maurizi e Camillo Tidore.    Il terzo, Officina del piano, con Gian Valerio Sanna, Paola Cannas, Elisabetta Manella, Giorgio Costa, Paolo Urbani, Carlo Mannoni, Roberto Gambino, Helmar Schenk, Cicito Morittu, Paolo Scarpellini.

Il quarto capitolo descrive il Piano. Il quinto (“Attuazione del Piano”) ha considerazioni di Gino Derosas, Piero Cuccu, Angelo Comiti, Alessio Satta, Antonello Sanna e Gabriella Belloni.

Il sesto (“Conflitti e conquiste”) testi di Giacomo Mameli, Ugo Cappellacci, Giorgio Todde, Gabriele Asunis, Alberto Roccella, Isabella Balena, Alessandra Chemollo, Fulvio Orsenigo. Settimo capitolo (“Come andare avanti”) con Elio Garzillo, Maria Pia Guermandi, Giorgio La Spisa, Antonietta Mazzette, Francesco Giorgioni, Giulio Angioni e Giorgio Todde.

Il post scriptum è di Sandro Roggio. Chiudono il libro una cronologia, l’elenco delle voci, i riferimenti bigliografici e una nota dell’editore Marina Zanazzo. In copertina un’immagine “Sardegna 1959” di Jànos Reismann.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Lezioni di piano, copertina

Lezioni di piano, copertina

Lezioni di piano, l’esperienza pioniera del piano paesaggistico della Sardegna raccontata per voci.

Il piano paesaggistico della Sardegna è stato un sogno, un castello di sabbia costruito su una spiaggia, destinato a essere sgretolato dal calore del sole o dissolto dall’onda marina?

La giunta Cappellacci non ha né l’ardore del sole né l’impeto dell’onda. Ma certamente le prime leggi emanate rivelano che l’intenzione di distruggerlo c’è ed è forte; anzi, è già in atto con dichiarazioni, azioni, inazioni e norme eversive.

Il libro.       «Il piano paesaggistico della Sardegna è frutto della visione e della determinazione dell’allora presidente della Regione, Renato Soru e di una cultura urbanistica e del paesaggio che parte da lontano. Come coordinatore del Comitato scientifico, racconto il Piano da un punto di vista privilegiato. Ma esso non si esaurisce nell’atto normativo né nei suoi dispositivi, ma vive nell’insieme delle voci della cultura, della società, della politica che costituiscono l’humus dal quale è nato. In questo senso va letto il titolo: il libro non raccoglie mie “lezioni” sul piano paesaggistico sardo illustrate da una rosa di voci – più di 40 – ma è il risultato di un coro nel quale armonie e dissonanze esprimono la ricchezza del percorso della pianificazione: è questa stessa ricchezza la Lezione di piano».

Edoardo Salzano (1930), urbanista, amministratore pubblico, docente universitario. Ha fondato la rivista «Urbanistica informazioni» e scritto centinaia di saggi e articoli su riviste specializzate e su quotidiani. Tra i suoi libri: Urbanistica e società opulenta (1969), L’Italia a sacco (con Piero Della Seta, 1993), Fondamenti di urbanistica. La storia e la norma (1998). Ha curato Venezia forma urbis (1983), La città sostenibile (1991), Cinquant’anni dalla legge urbanistica italiana. 1942-1992 (1993). Dal 2003 dirige il sito web eddyburg.it, rassegna quotidiana sulla città, la società e l’urbanistica.  Con Corte del Fontego ha pubblicato: Ma dove vivi? La città raccontata (2007), Memorie di un urbanista. L’Italia che ho vissuto (2010).

Sandro Roggio (1950), architetto, vive in Sardegna. Scrive di politiche urbanistiche su quotidiani e riviste. Ha pubblicato C’è di mezzo il mare (Cuec 2007), Paesaggi perduti (Cuec 2010), Gli architetti del re in Sardegna (con Annalisa Poli, Agave, 2013). Collabora con eddyburg.it.

Narbolia, pineta costiera di Is Arenas e gru

Narbolia, pineta costiera di Is Arenas e gru

(fotoG.C.F.,  S.D., archivio GrIG)

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  1. marzo 17, 2013 alle 11:28 PM

    da La Nuova Sardegna, 16 marzo 2013
    AMBIENTE » LE NORME ANTICEMENTO. “Lezioni di Piano” Una scelta contro i Mazzarò sardi. Un libro curato da Edoardo Salzano sul progetto di tutela del paesaggio approvato nel 2004. (Vezio De Lucia)

    «Il piano paesaggistico della Sardegna è stato un sogno, un castello di sabbia costruito su una spiaggia destinato a essere sgretolato dal calore del sole o dissolto dall’onda marina? La giunta Cappellacci non ha né l’ardore del sole né l’impeto dell’onda. Ma certamente le prime leggi emanate rivelano che l’intenzione di distruggerlo c’è ed è forte; anzi è già in atto con dichiarazioni, azioni, inazioni e norme eversive». Sono queste le prime righe della prefazione di un libro sui generis, appena pubblicato, “Lezioni di Piano. L’esperienza pioniera del Piano paesaggistico della Sardegna raccontato per voci” (Edizioni Corte del fontego, Venezia, 25,00 euro). La “voce guida” è di Edoardo Salzano, urbanista celeberrimo che, tra l’altro, negli ultimi anni si occupa quasi a tempo pieno del sito eddyburg.it, da lui fondato e diretto, che tratta di urbanistica, società, politica e di argomenti che rendono bella, interessante e piacevole la vita. Salzano ha fatto parte del comitato scientifico che dal 2004 al 2006 ha collaborato alla formazione del piano paesaggistico della Sardegna fortemente voluto da Renato Soru, che per poco più di quattro anni fu presidente della Regione. Come tutti sanno, alle elezioni regionali del 2009 Soru fu sconfitto e sostituito da Ugo Cappellacci esponente dell’ideologia dei “padroni in casa propria”, agli antipodi della cultura politica che aveva prodotto il piano paesaggistico. Maria Paola Morittu è la voce che racconta come, zitti zitti, piano piano, la maggioranza di Cappellacci sta subdolamente demolendo la tutela del paesaggio costiero. In primo luogo utilizzando con spregiudicatezza le deroghe consentite dal famigerato cosiddetto piano casa, perverso strumento di deroga indiscriminata inventato da Silvio Berlusconi e subito fatto proprio dalle regioni. Il piano casa della Sardegna è stato approvato nel 2009 e prorogato per quattro volte, l’ultima nel 2012, consentendo arbitrari incrementi di volume e altre agevolazioni, addirittura sospendendo l’efficacia delle misure di salvaguardia del piano paesaggistico. E al piano casa ha fatto seguito la legge che autorizza nuovi campi da golf con ingenti premi di cubatura per alberghi e residenze, come al solito in deroga anche al piano paesaggistico. L’indotto del “turismo golfistico” dovrebbero essere altri tre milioni di cemento e il consumo di tremila ettari di paesaggio. In “Lezioni di Piano” ci sono tante altre voci che, con toni e sentimenti diversi, raccontano frammenti di storia della Sardegna e delle sue coste prima e dopo il piano paesaggistico. Il disastro cominciò alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, quando l’Aga Khan e altri speculatori misero mano al primo nucleo della Costa Smeralda e all’illusione di uno sviluppo fondato sulla corsa all’oro rappresentato dalle aree costiere. Sandro Roggio ricostruisce le circostanze che accompagnarono la marcia dei predatori, le complicità, la solitudine dei pochi oppositori, la colpevole inerzia dei pubblici poteri. E ci ricorda che alla fine degli anni Settanta i piani regolatori dei comuni costieri prevedevano espansioni sterminate, per circa settanta milioni di metri cubi. Fra i pochi esponenti dell’intellettualità che si opposero allo scempio ci fu, come sempre, Antonio Cederna, di cui Francesco Erbani ricorda la determinazione e il coraggio (querelato dall’Aga Khan, insieme a Giorgio Bassani e Giorgio Bocca, fu anche condannato in primo grado). Per Antonietta Mazzette non può essere taciuto il difetto di partecipazione che ha accompagnato la formazione e la sorte del piano paesaggistico. Dove è stata prevalente una visione emergenziale del paesaggio. Scrive giustamente che «senza il popolo il piano è debole». Non interessa tanto la retorica che l’esclusione delle popolazioni dai processi decisionali si traduce in una riduzione degli spazi democratici, ma che l’assenza dei cittadini interessati ai progetti di tutela lascia la rappresentanza del territorio ai portatori di interessi economici contrastanti con il bene pubblico. La vicenda del piano paesaggistico ha fatto comunque emergere lo scontro fra quella che oggi si definisce col termine vago e indeterminato di “società civile” e l’altra parte della società, quella “animata da sentimenti innati come l’istinto individuale del possesso, della “roba”, del territorio, di un’idea di proprietà che consiste nell’intolleranza a ogni limitazione d’uso». Giorgio Todde inventa in proposito i Mazzarò di Sardegna, per tanti versi uguali a quelli della Sicilia di Verga. I Mazzarò sardi hanno però un carattere specifico: difendono la roba d’altri. Secondo Todde, al solo annuncio di regole per il territorio, si sentirono in pericolo. I Mazzarò alla fine hanno vinto. Ma nonostante il piano casa, la legge per i campi di golf, eccetera, il piano paesaggistico resiste. Resiste perché è stato fatto a regola d’arte. «Resiste nonostante le promesse elettorali di cemento e felicità, nonostante una maggioranza avversa e schiacciante irreversibilmente malata di letale sottosviluppo». E la Sardegna continua a essere l’unica regione italiana dotata di un piano paesaggistico approvato e vigente. La conclusione non può non essere affidata ad alcune delle parole pronunciate da Renato Soru in occasione dell’insediamento del comitato scientifico del piano paesaggistico: «Che cosa vorremmo ottenere con il piano paesaggistico regionale? Innanzitutto vorremmo difendere la natura, il territorio e le sue risorse, la Sardegna. La “valorizzazione” non ci interessa affatto. Vorremmo partire dalle coste, perché sono le più a rischio. Vorremmo che le coste della Sardegna esistessero ancora fra 100 anni. Vorremmo che ci fossero pezzi del territorio vergine che ci sopravvivano. Vorremmo che fosse mantenuta la diversità, perché è un valore. Vorremmo che tutto quello che è proprio della nostra isola, tutto quello che costituisce la sua identità sia conservato. Non siamo interessati a standard europei, come elemento del mercato mondiale. La Sardegna non vuole competere con quel turismo che è uguale in ogni parte del mondo (in Indonesia come nelle Maldive, nei Caraibi come nelle Isole del Pacifico) ma vede la sua particolare specifica natura come una risorsa unica al mondo perché diversa da tutte la altre». È un vero e proprio manifesto del buon governo del territorio che dovrebbe essere studiato nelle scuole di ogni ordine e grado.

    Gli autori. Un’analisi a più voci.

    Ecco le “voci” di “Lezioni di Piano”: Giulio Angioni, Gabriele Asunis, Isabella Balena, Bachisio Bandinu, Gabriella Belloni, Ignazio Camarda, Paola Cannas, Ugo Cappellacci, Alessandra Chemollo, Luigi Cogodi, Angelo Comiti, Costantino Cossu, Giorgio Costa, PieroCuccu, Stefano Deliperi, Gino Derosas,Francesco Erbani, Piero Filigheddu, Marcello Fois, Roberto Gambino, Elio Garzillo, Francesco Giorgioni, Maria Pia Guermandi, Giorgio La Spisa, Giovanni Lilliu, Giacomo Mameli, Elisabetta Manella, Carlo Mannoni, Sante Maurizi, Antonietta Mazzette, Cicito Morittu, Maria Paola Morittu, Fulvio Orsenigo, Alberto Roccella, Sandro Roggio, Edoardo Salzano, Antonello Sanna, Gian Valerio Sanna, Alessio Satta, Enzo Satta, Paolo Scarpellini, Helmar Schenk, Renato Soru, Camillo Tidore, Giorgio Todde, Paolo Urbani.

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