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Cuore di Lupo.


il Lupo e Cappuccetto Rosso

“I lupi in italia sono fuori controllo, ormai voi cittadini viziati non vi rendete più nemmeno conto dei danni che stanno facendo a noi pastori, greggi di animali tirati su con anni di lavoro sotto l’acqua e il freddo ed il caldo torrido, stanno andando in fumo.   Oltre tutto si stanno verificando strane sparizioni di persone.   Se siete persone intelligenti e non fanatici ambientalisti, cercate di avere un occhio di riguardo anche per noi, grazie”.

Così ci scrive il 10 settembre 2012 un certo (una certa) “Daniele”.      Forse non è per nulla un pastore, come vuol far credere, perché altrimenti avrebbe almeno sentito parlare di indennizzi e di mezzi di dissuasione (es. i recinti elettrificati) finanziati con soldi pubblici.   Ma non è tanto questo il punto.

Ancora nel 2012 c’è chi crede che il Lupo sia collegabile a “strane sparizioni di persone”.

Eccolo.     Il cattivo per eccellenza: sbranava e sbrana intere greggi in pochi minuti, assediava paesi, succhiava crudelmente il sangue dei malcapitati, soprattutto trucidava bambini.          Forse non era proprio così, ma andava bene a tutti.      Ancora oggi va bene a tanti.   

Nell’immaginario collettivo, nelle favole e nei racconti del Vecchio Continente, dilaniato dalle guerre di religione e dalle carestie, nessun altro animale era più malvagio e veniva così perseguitato dall’uomo come il Lupo (Canis lupus).

Eppure, non ci sono casi accertati di aggressioni da parte del Lupo ad appartenenti alla specie umana da oltre 150 anni e va molto ridimensionata la credibilità di secoli di cronache che ricordano le più trite superstizioni popolari, a differenza di quanto sia avvenuto, anche di recente, da parte di cani rinselvatichiti descritti come “lupi” più per paure ancestrali che altro[1].

Senza scomodare la ben nota leggenda di Romolo e Remo, poco si parla, comunque, di quello che i Lupi cattivi hanno storicamente fatto per la specie umana in particolari situazioni.        Hanno allevato e cresciuto bambini, ad esempio.

branco di Lupo europeo (Canis lupus lupus)

E’ accaduto recentemente in Ucraina (Oxana Malaya era stata dimenticata fuori di casa dai genitori a soli 3 anni ed è stata ritrovata dopo anni, nel 1991, dopo esser vissuta con un branco di Lupi) com’era accaduto in Francia a fine ‘700 (Victor, il ragazzo-lupo dell’Aveyron).

Sono almeno una dozzina i casi accaduti nel secolo scorso di bambini allevati dai Lupi.  Il più famoso è quello di un bambino ritrovato (perfettamente inserito) in un branco di Lupi in India, nel 1941.

E’ certo un tema affascinante, l’ambito del libro di Misha Defonseca Sopravvivere coi lupi da cui è stato inspirato l’omonimo film di Vera Belmont.

Ma è veramente reale e drammatica la vicenda di Marcos Rodríguez Pantoja, cresciuto dai Lupi nella Spagna degli anni ’50 del secolo scorso: “il primo contatto con i lupi avvenne di sera. Stavo in una grotta piena di lupetti, a cui rubai un pezzo di carne per la fame.      Tornó la mamma lupa, mi vide, si accorse dai resti vicino a me, capì che avevo tolto il cibo ai cuccioli e mi spinse con una zampata contro la roccia.      Poi mi guardó negli occhi e mi avvicinó della carne che aveva appena cacciato.    Diventai parte della famiglia». 

Quei Lupi hanno mostrato molta più umanità di quegli uomini che l’avevano abbandonato.    Storie queste che dovrebbero farci riflettere almeno un po’ sui nostri rapporti con gli altri animali.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

 

Lupo iberico (Canis lupus signatus)

da La Stampa, 1 giugno 2010

Venduto dal padre, cresciuto dai lupi. Dai 7 ai 19 anni Marcos ha vissuto con gli animali. In un film la sua avventura.   Gian Antonio Orighi

Madrid.    A Natale arriva sugli schermi spagnoli «Entre Lobos» (Tra i lupi), un film che il quasi sconosciuto regista Gerardo Olivares ha appena finito di girare. Una pellicola che promette di essere un grande successo. Primo, perché racconta una storia straordinaria. Secondo, perché la storia in questione è vera.     Marcos Rodríguez Pantoja – che nella parte finale del film interpreta se stesso – è el niño-lobo, il bambino lupo, che è stato adottato per 12 anni, tra i 7 e i 19, da un branco. Oggi Marcos di anni ne ha 64 anni, vive a Rante, un paesino della Galizia, ma la sua storia è ben piú drammatica di quella raccontata da Kipling nel «Libro della giungla».   Siamo negli anni ‘50, in piena dittatura franchista, in quel paradiso di 400 km quadrati, pieno di boschi, montagne e fiumi della Sierra Morena, tra Siviglia e Cordova. Marcos è il terzogenito di un boscaiolo. La miseria incombe, la madre muore, il padre, che si risposa, va tutto il giorno nei boschi per estrarre carbone vegetale dagli alberi bruciati. La matrigna sfoga frustrazione, rabbia, fame, povertà contro Marcos e fino a convincere il marito a vendere il figlio a un pastore, che poco dopo muore. E così Marcos rimane solo.

Lupo italiano o appenninico (Canis lupus italicus)

Il film parte proprio da qui. Le scene sono state girate nella Sierra Morena, in Andalusia, con lupi nati in cattività, ma di razza selvatica. Quando hanno incontrato Marcos, hanno cominciato a ululare, a leccarlo e a fargli le feste. Gli hanno riconosciuto una specie di «appartenenza» così come hanno fatto gli animali della stessa specie già durante il loro primo incontro: «Morto l’uomo che mi aveva comprato mi sono rifugiato nei boschi – racconta oggi Marcos Rodríguez Pantoja – non mi avvicinai mai a un essere umano perché temevo che mi riportassero a casa, dalla mia matrigna. Il primo contatto con i lupi avvenne di sera. Stavo in una grotta piena di lupetti, a cui rubai un pezzo di carne per la fame». E poi aggiunge: «Tornó la mamma lupa, mi vide, si accorse dai resti vicino a me, capì che avevo tolto il cibo ai cuccioli e mi spinse con una zampata contro la roccia. Poi mi guardó negli occhi e mi avvicinó della carne che aveva appena cacciato. Diventai parte della famiglia».

Lupo iberico (Canis lupus signatus)

Marcos, che adesso fa il contadino e si è riabituato a vivere come un umano (l’abitudine che gli è costata di più è stato il letto), ha vissuto come Mowgli. Vestiva con la pelle dei cervi che uccideva, correva con i lupi e ne imparò il linguaggio. «L’ululato mi fa ancora bollire il sangue nelle vene», assicura e spiega il suo ritorno alla civiltà: «Un giorno mi circondó la Guardia Civil a cavallo. Avevo i capelli lunghi fino alla cintura, scurissimo di pelle per il sole e la sporcizia, vestito di pelli e con i piedi ricoperti di pelle ruvida e calli, non avevo mai portato scarpe. Cercai di scappare ma mi catturarono, mi portarono da un prete che mi spedí a Madrid da suore che mi bloccarono la schiena tra due assi per riabituarmi a camminare dritto».    Un rientro alla civiltà non semplice, ma necessario. «Dopo un primo momento di celebrità, ho trovato lavoro alle Baleari. Quando si ricordavano di farlo, mi pagavano pochissimo e in nero. Ad aiutarmi è stato un poliziotto in pensione che mi ha portato in Galizia». E Marcos, alla vigilia di un successo cinematografico che pare assicurato, è felice? «Lo sono stato. I veri lupi sono gli uomini».

(foto da http://www.nationalpark-bayerischer-wald.de, S.D., archivio GrIG)


[1]  Molto probabilmente, invece, sono da considerare verosimili casi di aggressione da parte di individui affetti da virus della rabbia.

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  1. icittadiniprimaditutto
    settembre 18, 2012 alle 9:45 am

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  2. Occhio nudo
    settembre 18, 2012 alle 10:22 am

    “Strane sparizioni di persone”..la fantascienza ha prodotto anche questa gente, ahinoi.

  3. settembre 18, 2012 alle 1:47 PM

    Io sono convinto che l’animale più crudele ed anche il più stupido del creato sia l’umano che sporca l’ambiente in cui vive ed uccide i suoi simili per vendetta. Il lupo, accusato ingiustamente, non lo farebbe mai perchè la natura gli ha dato il dono della socialità e della gioia di giocare con i suoi simili.

  4. settembre 18, 2012 alle 1:49 PM

    Reblogged this on barbatustirolese.

  5. Rebecca o semplicemente Pif
    settembre 18, 2012 alle 2:13 PM

    Molto toccante, ma il lupo per me un animale sacro, lui dovrebbe essere prodetto dal essere umano, perche la vera bestia ferocce e l’uomo Pif

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