I rifiuti urbani nell’Unione europea.
Un’analisi molto interessante sulla produzione e la gestione dei rifiuti nell’Unione Europea a cura di Vito Iaboni. Dalla newsletter “l’Astrolabio“.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI NELL’UE 27. Vito Iaboni
Poco più di mezza tonnellata a testa è la quantità media dei rifiuti urbani prodotta ogni anno dai cittadini europei secondo Eurostat., o almeno questa è la quantità registrata nel 2010 facendo una media tra i302 chilogrammi della Lettonia e i761 chilogrammi di Cipro.
Sempre rimanendo ai dati medi, raccolti ed elaborati da Eurostat, il destino di questi rifiuti è stato lo smaltimento in discarica per il 37%, l’incenerimento per il 21,4%, il riciclaggio e il compostaggio insieme per il 38,4%.
Tuttavia l’analisi della situazione di ogni stato membro rivela che ci sono grandi differenze:
- riciclaggio: Austria, Germania, Belgio, Olanda, Svezia e Danimarca sono caratterizzate da alte percentuali, al contrario in Bulgaria, Romania, Lituania, Slovacchia e Lettonia vengono registrate basse percentuali (l’Italia si colloca al 32%);
- incenerimento: Danimarca, Svezia, Germania, Lussemburgo, Belgio, Francia e Olanda sono caratterizzate da alte percentuali (l’Italia si colloca al 14%);
- discarica: Austria, Germania, Belgio, Olanda, Svezia e Danimarca sono caratterizzate da bassissime percentuali; al contrario in Bulgaria, Lettonia, Lituania, Malta, Grecia, Cipro, Romania e Slovacchia vengono registrate alte percentuali (l’Italia si colloca al 48%).
La politica dell’Unione Europea nel settore dei rifiuti tende a ottenere alti livelli di riciclaggio e di recupero energetico per minimizzare l’utilizzo di risorse naturali e il ricorso alla discarica. Questa ultima è l’opzione meno desiderabile a causa degli impatti negativi che può avere sull’ambiente.
Vengono nel seguito riportati i dati ufficiali disponibili relativi alla produzione e gestione dei rifiuti urbani (RU) nei Paesi Membri dell’Unione Europea indicata nel seguito come UE 27.
La serie storica dei dati riportati è a partire dall’anno 2001, ragion per cui si è scelto di far riferimento oltre all’UE 15, anche agli stati entrati nella comunità europea prima dell’allargamento a 25 Paesi avvenuto nel 2004, ed ai “Nuovi Stati Membri” (NMS) che comprendono i 12 Paesi di più recente ingresso: Slovenia, Ungheria, Malta, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e Cipro (dal 1 maggio 2004), Bulgaria e Romania (dal 1 gennaio 2007).
La principale fonte analizzata per i dati relativi alla produzione e alla gestione dei rifiuti è Eurostat (l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea), le cui banche dati e pubblicazioni sono reperibili al sito web http://epp.eurostat.ec.europa.eu [1].
In tema di rifiuti, uno degli obiettivi più importanti della politica dell’UE 27 è quello di svincolare la produzione di RU dalla crescita economica. Tale principio è contenuto nel “The Sixth Environment Action Programme (2002–2012)“ [2] che tra l’altro definisce anche gli obiettivi ambientali fondamentali dell’UE. In tale programma viene delineata una riduzione delle quantità di rifiuti prodotte e conseguentemente una riduzione dei flussi di rifiuti destinati allo smaltimento.
Peraltro la disciplina europea ha posto particolare attenzione a una ben precisa gerarchia dei principi di gestione dei rifiuti, dando un ruolo primario alla prevenzione, seguita dal riciclo, dal recupero di materia e di energia e dallo smaltimento corretto.
A livello di UE 27, afronte di una popolazione di circa 501 milioni di abitanti [1] sono stati prodotti nell’anno 2010 circa 252 milioni di tonnellate di RU [1], corrispondenti ad una produzione media pro capite di503 kg (tabella 1).
La serie storica dei dati Eurostat di produzione dei RU mostra fino al2007, inUE 27, una leggera ma costante crescita (figura 1 e tabella 1), dal 2008 si registra invece un’inversione di tendenza. I dati mostrano come la produzione dei RU sia diminuita dai521 kgpro capite del 2001, nonostante la continua crescita economica fino all’anno 2008, ai503 kgpro capite del 2010.
È possibile ipotizzare una correlazione tra tale andamento e l’aumento dei redditi disponibili. L’effetto della recente crisi economica potrebbe essere una ragione delle riduzioni per il triennio 2008, 2009 e 2010. Osservando i dati in dettaglio si nota complessivamente negli Stati membri una diminuzione della produzione dei RU, che nel triennio in questione corrisponde ad una contrazione totale di circa 7 milioni di tonnellate di rifiuti.
Figura 1 – Serie storica della produzione dei rifiuti urbani in EU 27

Elaborazione su fonte EUROSTAT [1]
In particolare nell’anno 2010, la produzione pro capite (tabella 1) va da un minimo di302 kgdella Lettonia fino a un massimo di761 kgper Cipro. Entrando nel dettaglio si può osservare che:
- Irlanda, Danimarca, Lussemburgo e Cipro presentano valori compresi tra 637 e761 kgpro capite;
- Portogallo, Regno Unito, Italia, Francia, Spagna, Germania, Malta, Austria e Olanda seguono con valori compresi tra 514 e597 kgpro capite;
- Bulgaria, Ungheria, Slovenia, Grecia, Svezia, Belgio e Finlandia, presentano valori compresi tra 409 e471 kgpro capite;
- Lettonia, Estonia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania e Lituania sono caratterizzate da valori al di sotto dei400 kg(compresi tra 302 e376 kgpro capite).
I dati relativi alla gestione dei RU (tabella 2) all’anno 2010 mostrano che a livello di UE 27 il riciclaggio e il compostaggio incidono assieme per il 38,4%, l’incenerimento si attesta al 21,4%, mentre la discarica incide da sola ancora per il 37% (si consideri che nel 2007 rappresentava il 42%).
Dall’esame dei dati riportati nella figura 2 e tabella 2 si osserva inoltre che nell’anno 2010:
- Circa 97 milioni di tonnellate di RU (38,4%) sono stati avviati al riciclaggio. I dati evidenziano situazioni geografiche variegate: le percentuali più elevate di riciclaggio si registrano in Austria (69,8%), Germania (61,8%), Belgio (57,6%), Olanda (50,9%), Svezia (49,2%), Slovenia (45,9%), Lussemburgo [46,8] e Danimarca (42,3%); tralasciandola Bulgariain cui non viene praticata alcuna forma di riciclo, le percentuali più basse vengono registrate in Romania (1,1%), Lituania (4,9%), Slovacchia (8,6%) e Lettonia (9,4%).
- Circa 54 milioni di tonnellate di RU (21,4%) sono stati avviati all’incenerimento (42 milioni di tonnellate con recupero energetico e 12 milioni di tonnellate senza recupero energetico). I dati evidenziano una situazione molto eterogenea tra gli Stati membri: almeno il 16% del totale europeo (oltre 40 milioni di tonnellate) è incenerito in Belgio, Danimarca,Germania, Francia, Lussemburgo, Olanda, Austria, e Svezia; mentre sono 8 gli Stati membri – Bulgaria, Estonia, Grecia, Cipro, Lettonia, Malta e Romania – che non ricorrono a tale opzione di trattamento. L’incidenza dell’incenerimento è più elevata rispettivamente in Danimarca (54,3%), Svezia (48,7%), Germania (37,8%), Lussemburgo (35,5%), Belgio (34,4%), Francia (34%) e Olanda (32,7%).
- Circa 93 milioni di tonnellate di RU (37%) sono stati smaltiti in discarica. Sei Stati membri – Belgio, Danimarca, Germania, Olanda, Austria, Svezia – per un totale di circa 132 milioni di abitanti, circa un quarto della popolazione UE 27, smaltiscono complessivamente 488.000 tonnellate dei propri RU in discarica (0,2% dei rifiuti prodotti in UE 27). All’opposto, gli otto Stati membri seguenti – Bulgaria, Lettonia, Lituania, Malta, Grecia, Cipro, Romania e Slovacchia – per un totale di circa 52,5 milioni di abitanti (10,5% popolazione UE 27), smaltiscono complessivamente circa 17,2 milioni di tonnellate dei propri RU in discarica (18,5% dei rifiuti prodotti in UE 27).
Figura 2 – Gestione dei rifiuti urbani nella UE 27 (2010)
Elaborazione su fonte EUROSTAT [1]
Dal confronto delle diverse realtà, emerge che negli Stati membri nei quali si è già raggiunta la piena attuazione di sistemi di gestione integrata dei RU (Germania, Austria, Olanda, Danimarca, Belgio e Svezia) risulta privilegiato il recupero di materia ed energia con contestuale riduzione dello smaltimento in discarica con valori compresi tra lo 0,3% (Olanda) e il 3,5% (Danimarca).
Sempre in tema di gestione, pur essendo aumentata negli ultimi anni la tendenza al riciclaggio e al recupero, resta predominante, tuttavia, lo smaltimento in discarica. In alcuni Stati membri (specie quelli di più recente accesso) lo smaltimento in discarica rappresenta ancora la principale forma di gestione utilizzata. Nel 2010, il valore pro capite relativo allo smaltimento in discarica nei Paesi UE 27 è stato pari a186 kg. Rispetto all’anno 2001, il cui valore era stato stimato da Eurostat in278 kgpro capite, si registra una riduzione del 32%.
I paesi che minimizzano l’impiego della discarica presentano, in generale, elevati livelli di riciclaggio e di utilizzo dei trattamenti termici, associati a buoni livelli di recupero energetico.
Tabella 1 – Serie storica della produzione dei rifiuti urbani in EU 27
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Tabella 1.2 – Gestione dei rifiuti urbani nella UE 27 – tonnellate x 1000 (2010)
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Bibliografia
[1] http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/eurostat/home/
[2] http://ec.europa.eu/environment/newprg/final.htm
[3] Direttiva 1999/31/CE del Consiglio, del 26 aprile 1999, relativa alle discariche di rifiuti http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:1999:182:0001:0019:IT:PDF


Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
da Sardegna Quotidiano, 15 luglio 2012
Differenziata. Il Comune deve pagare 7,5 milioni. MAXI- DEBITO Il Municipio ha deciso di saldare il conto con la Regione, ma l’appalto per la raccolta slitta al 2013: http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=26477
A.N.S.A., 2 ottobre 2012
Rifiuti: appalti truccati, 10 indagati. Gdf scopre in Sardegna giro per 5 milioni di euro: http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/sardegna/2012/10/02/Rifiuti-appalti-truccati-10-indagati_7566616.html
da La Nuova Sardegna on line, 2 ottobre 2012
Appalti truccati per la raccolta dei rifiuti, dieci indagati. Concluse le indagini della Guardia di finanza di Cagliari per presunte irregolarità nelle gare d’appalto in sei comuni dell’isola: Carloforte, Porto Torres, Cargeghe, Muros, Tissi e Usini: http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/10/02/news/appalti-truccati-per-la-raccolta-dei-rifiuti-dieci-indagati-1.5792286
da Sardinia Post, 2 ottobre 2012
RIFIUTI: APPALTI TRUCCATI, 10 INDAGATI: http://www.sardiniapost.it/cronaca/673-rifiuti-appalti-truccati-10-indagati
da CagliariPad, 2 ottobre 2012
Un comitato d’affari pilotava gli appalti sui rifiuti nell’Isola, la Procura indaga. (Michela Seu): http://www.cagliaripad.it/it/news/ottobre/02/indaaginerifiuti/
da Sassari Notizie, 2 ottobre 2012
OPERAZIONE “CLEAN ISLAND”. Appalti pubblici dei rifiuti truccati. Dieci indagati in tutta la Sardegna. (Daniele Giola): http://www.sassarinotizie.com/articolo-13257-appalti_pubblici_dei_rifiuti_truccati_dieci_indagati_in_tutta_la_sardegna.aspx
da L’Unione Sarda on line, 2 ottobre 2012
Appalti truccati per la raccolta dei rifiuti. Scoperto giro da 5 milioni, dieci indagati: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/289789
da La Nuova Sardegna on line, 3 gennaio 2012
Spazzatura, nell’isola le tariffe crescono del 25 per cento. In Sardegna non aumenteranno le addizionali regionali. Ricadute negative dagli altri rincari decisi su scala nazionale. (Pier Giorgio Pinna): http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2013/01/03/news/spazzatura-nell-isola-le-tariffe-crescono-del-25-per-cento-1.6287728
da La Nuova Sardegna, 21 febbraio 2013
L’AITEC REPLICA AGLI AMBIENTALISTI. «Non fa male alla salute bruciare rifiuti nei cementifici».
SASSARI. «Il co-incenerimento del CSS (il combustibile solido secondario) non può che portare ad un abbattimento complessivo delle emissioni e non presenta alcun rischio per la salute dei cittadini».È la replica dei cementieri alla denuncia del comitato “Non bruciamoci il futuro” che è sceso in campo contro la dichiarazione del ministro Corrado Clini. Il responsabile del dicastero dell’Ambiente, la scorsa settimana, ha dichiarato che, il decreto che permette di utilizzare i rifiuti come combustibili nei forni dei cementifici andrà avanti nonostante il no della commissione della Camera. L’Aitec (l’Associazione italiana tecnico economica del cemento) in un comunicato firmato dal consigliere delegato Giuseppe Schlitzer, quindi spiega: «La nostra associazione è rappresentativa di un’industria seconda in Europa, dopo la Germania, per quantità e qualità del prodotto, in un settore portante della nostra economia. Quando parliamo di Css è bene chiarire che non parliamo delle famose ecoballe, tantomeno di rifiuti presi tali e quali dalle strade, ma di combustibili ottenuti da un trattamento industriale complesso, regolamentato da specifiche norme di legge. Si dà il caso che l’impiego del CSS nelle cementerie è pratica largamente diffusa in tutto il mondo avanzato, in testa l’Europa che l’ha persino dichiarata una delle migliori tecniche disponibili. Così in Olanda, Germania, Francia ed Austria, tanto per fare degli esempi, il CSS costituisce rispettivamente il 98%, il 61%, il 45% e il 30% del carburante utilizzato nei forni dei cementifici. Perché questi numeri non vengono mai citati? Perché non viene mai detto che in Italia siamo fermi all’8%, nonostante gli immensi problemi di gestione dei rifiuti? Evidentemente molti nel nostro Paese hanno interesse a continuare nel ricorso alle discariche, sprezzanti delle infrazioni che la UE ha rilevato in materia, o nella costruzione di nuovi inceneritori, incuranti delle inevitabili proteste della popolazione. Il che vuol anche dire che gran parte della gestione dei rifiuti viene lasciata al circuito illegale, sotto il controllo dei clan malavitosi». Riguardo allo studio dell’Isde, Schlitzer sottolinea di essere disposto a un confronto e assicura: «Tutti i moderni sistemi di abbattimento delle polveri installate nelle cementerie puntano a massimizzare il loro recupero per reimmetterle nel processo produttivo, e le Autorità locali prescrivono limiti di emissioni (ca. 20 mg per metro cubo) al di sotto del valore contenuto nella normativa nazionale (30 mg)».
Muros, Sel dice no all’inceneritore nel cementificio. (Piero Simula)
MUROS. Fra i tanti progetti scaturiti dagli incontri fra Comune, Provincia, Regione, sindacati e facoltà di Architettura per la riconversione del cementificio di Scala di Giocca si insinua ora la prospettiva che, in una ipotesi di riutilizzo dei forni dello stabilimento finalizzato all’avvio di una nuova attività, essi possano essere alimentati con combustibili solidi secondari (sigla Css), cioè una gamma di combustibili ricavabili dal trattamento di rifiuti urbani e non. Il ministero dell’Ambiente starebbe infatti per varare un decreto che permetterà di bruciare più rifiuti negli inceneritori, usando anche cementifici e industrie dotate di altoforno. A lanciare l’allarme è il circolo territoriale (Ossi, Muros, Tissi, Usini e Cargeghe) di Sinistra Ecologia e Libertà. Tra l’altro, spiega il documento inviato ai sindaci del territorio e al presidente della Provincia, il Css è considerato una fonte rinnovabile e quindi, se usato negli inceneritori per produrre energia elettrica, dà il diritto a ricevere gli incentivi statali; cosa che porterebbe a limitare gli incentivi per fotovoltaico ed eolico favorendo inceneritori e cementifici che avessero un impianto di cogenerazione calore-elettricità. «Nella trattativa per il riutilizzo del cementificio di Scala di Giocca – si afferma nel documento – non ci risulta un progetto simile. Chiediamo ai sindaci di Ossi, Muros, Cargeghe, Florinas, Tissi, Sassari e al presidente della Provincia se esiste a tale proposito la possibilità che questo avvenga nel nostro territorio». Il circolo intercomunale di Sel ritiene che tale eventuale scelta possa essere deleteria per l’ambiente, sia per l’ubicazione dello stabilimento stesso, sia per la nocività delle emissioni e per gli alti tassi di diossina che verrebbero rilasciati. «Tutto ciò sarebbe un danno non solo per la salute dei cittadini – si afferma – ma sarebbe anche un colpo mortale per lo sviluppo turistico del territorio del nord-ovest della Sardegna». Si ricorda inoltre che questo territorio è “già abbastanza mortificato dal degrado prodotto dalle cave della Italcementi prima e dopo dalle cave/miniere di sabbia che hanno proliferato in questi anni. Il Circolo intercomunale di Sel si dichiara quindi contrario affinchè lo stabilimento di Scala di Giocca ( ma anche gli altri cementifici della Sardegna) siano impiegati per l’incenerimento dei rifiuti solidi urbani.
la disinvolta gestione dei rifiuti nel Lazio.
A.N.S.A., 9 gennaio 2013
Rifiuti: 7 arresti a Roma, anche patron Malagrotta.
Manlio Cerroni in carcere insieme, tra gli altri, all’ex presidente della Regione Lazio, Landi: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2014/01/09/Sette-arresti-Roma-anche-patron-Malagrotta_9869336.html
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da Il Corriere della Sera, 9 gennaio 2014
ACCUSA DI TRUFFA. Arrestato Manlio Cerroni, patron della Colari, la società di gestione della discarica di Malagrotta. L’imprenditore 86 anni è agli arresti domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti. (Fiorenza Sarzanini): http://roma.corriere.it/cronaca/14_gennaio_09/arrestato-manlio-cerroni-patron-colari-societa-gestione-discarica-malagrotta-7be2cb8a-7906-11e3-a2d4-bf73e88c1718.shtml
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da La Repubblica, 9 gennaio 2014
Cerroni, patron delle discariche, arrestato per truffa sui rifiuti.
In manette oltre al patron di Malagrotta altre sei persone. C’è anche l’ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi. Sequestrati beni per 18 milioni di euro. Il più grande centro d’Europa di raccolta della spazzatura è stata chiusa lo scorso anno fra polemiche e veleni: http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/01/09/news/cerroni_patron_delle_discariche_ai_domiciliari_per_truffa-75463653/?ref=HREC1-3
da Sardinia Post, 9 febbraio 2016
La Regione boccia la nuova discarica di Macchiareddu: “Così non va”: http://www.sardiniapost.it/cronaca/la-regione-boccia-la-nuova-discarica-macchiareddu-cosi-non-va/