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Ma che stanno combinando sul Rio Geremeas?


Quartu S. Elena - Maracalagonis, Rio Geremeas, lavori sul fiume

Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico hanno inoltrato (7 febbraio 2012) una specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni interventi alle amministrazioni pubbliche e alla magistratura interessate riguardo i lavori attualmente in corso e concernenti “intervento di somma urgenza per il ripristino della funzionalità idraulica del Rio Geremeas nei Comuni di Maracalagonis e di Quartu S. Elena” (importo complessivo euro 100.233,67) da parte della Testland s.r.l. per conto della Provincia di Cagliari (Assessorato LL.PP. – Servizio geologico).

Interessati il Ministero per i beni e attività culturali, il Servizio regionale valutazione impatti, la Soprintendenza per i beni architettonici e ambientali di Cagliari, il Servizio regionale tutela paesaggistica di Cagliari, i Comuni di Quartu S. Elena e Maracalagonis, la Provincia di Cagliari, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale. Informata, per opportuna conoscenza, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari.

Secondo il cartello “inizio lavori”, essi sono stati autorizzati con verbale di somma urgenza del 13 ottobre 2011, consegnati in data 25 ottobre 2011 e da concludersi entro 40 giorni (5 dicembre 2011). Eppure sono ancora in corso.

Quartu S. Elena - Maracalagonis, Rio Geremeas, sversamento calcestruzzo

I lavori appaiono interessare alveo e sponde del Rio Geremeas a monte del ponte della strada provinciale n. 17 “Quartu S. Elena – Villasimius” e appaiono aver provocato eliminazione della vegetazione riparia, sversamento di materiale oleoso, assenza di protezione del suolo, ecc.

Il tratto a valle del ponte, invece, per una lunghezza di circa km. 1, è oggetto del progetto “sistemazione idraulica del Rio Geremeas per la messa in sicurezza dell’abitato” da parte del Comune di Quartu S. Elena (importo euro 1.700.000,00 – fondi P.O.R. 2000-2006, misura 1.3 “difesa del suolo”). Tale progetto ha concluso con esito positivo condizionato la procedura di “verifica preventiva” (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.; deliberazione Giunta regionale n. 24/23 del 23 aprile 2008, allegato B1, punto 7, lettera m) con deliberazione Giunta regionale n. 34/48 del 20 luglio 2009, con le seguenti condizioni:

1. al fine di garantire la massima tutela di suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee lo stoccaggio dei materiali, la manutenzione e il deposito dei mezzi d’opera dovranno avvenire nell’area di cantiere approntata esternamente alla fascia di pertinenza fluviale, in una zona priva di vegetazione spontanea di pregio; l’area di cantiere dovrà essere opportunamente attrezzata per evitare la contaminazione delle componenti ambientali citate dovuta a sversamenti accidentali di oli e carburante e dispersione di altri potenziali contaminanti;

2. tutte le opere dovranno essere realizzate in periodi di magra del corso d’acqua e concentrate nel più breve arco temporale possibile, prevedendo la sospensione dei lavori nelle fasi critiche di riproduzione e di sviluppo della fauna acquatica (erpetofauna e ittiofauna), nonché dell’avifauna vulnerabile potenzialmente presente nel sito d’intervento;

3. durante i lavori, dovrà essere garantito il regolare deflusso della portata del corso d’acqua, al fine di ridurre al minimo i disturbi sulla vegetazione ripariale e sulla fauna acquatica nel tratto di corso d’acqua oggetto di intervento. Tutti i lavori dovranno essere eseguiti con modalità e precauzioni che limitino il trasporto di materiali solidi verso valle e l’intorbidimento delle acque;

4. dovranno essere preservati tutti gli esemplari arborei e arborescenti presenti delle specie appartenenti ai generi Ulmus sp., Alnus sp., Salix sp., Populus sp., Tamarix;

Quartu S. Elena - Maracalagonis, Rio Geremeas, cantiere

5. gli esemplari di altre eventuali specie arbustive autoctone, di cui si rende necessario l’espianto per la realizzazione degli argini, dovranno essere riutilizzati come materiale di propagazione, per mezzo di talee, ovvero espiantati con adeguato pane di terra e trapiantati in aree idonee lungo le sponde;

6. gli interventi di rinverdimento dei gabbioni e delle scarpate arginali dovranno essere realizzati utilizzando materiale vegetale di propagazione proveniente da ecotipi locali; in particolare, sia sulle scarpate del rilevato in terra che alla base del muro in gabbioni, dovranno essere impiantate anche specie basso-arbustive o rampicanti/lianose autoctone, coerenti con il contesto vegetazionale;

7. per tutta la durata degli interventi, la Direzione Lavori dovrà avvalersi del supporto di un esperto in discipline naturalistiche, con competenze specialistiche in botanica ed ecologia, al fine di:

7.1. evitare/mitigare eventuali impatti sulle componenti biotiche non evidenziati in fase progettuale;

7.2. effettuare la scelta delle specie e verificare la corretta esecuzione delle operazioni di piantumazione e rinverdimento;

7.3. effettuare ricognizioni, prima e durante i lavori, e provvedere, in caso di rinvenimento di specie faunistiche oggetto di tutela (Convenzione di Berna; DIR. CEE 43/92; L.R. n. 23/1998), o di rilevante interesse naturalistico, alle azioni di allontanamento, custodia temporanea e reinserimento delle stesse, di concerto con gli enti competenti;

7.4. predisporre il piano di manutenzione delle aree rinaturalizzate, nel quale siano previsti gli eventuali risarcimenti e, nei primi tre anni, le necessarie cure colturali, escludendo l’impiego di prodotti chimici nelle aree di pertinenza fluviale;

Quartu S. Elena - Maracalagonis, Rio Geremeas, cantiere

8. le operazioni di pulizia, previste per l’intero tratto di asta fluviale oggetto di intervento, dovranno essere eseguite manualmente, limitandosi alla rimozione di rifiuti ed eventuali sfalci di canneto; gli esemplari di specie esotiche, eventualmente presenti lungo il tratto da sistemare, potranno essere rimossi e sostituiti con l’impianto di specie coerenti con il contesto vegetazionale locale. La rimozione di rifiuti dovrà essere estesa anche in un tratto di 50 metri a monte del ponte sulla S.P. 17; tutti i rifiuti prodotti/rinvenuti durante l’esecuzione delle opere, dovranno essere smaltiti in conformità alle leggi vigenti in materia;

9. alla conclusione dei lavori, le aree di cantiere e le piste temporanee dovranno essere immediatamente liberate da qualunque accumulo di materiale, ripristinandone l’originario assetto vegetazionale e la funzionalità pedo – agronomica;

10. tutti gli interventi sulla vegetazione dovranno essere effettuati sotto il controllo del Servizio Territoriale Ispettorato Ripartimentale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale competente per territorio;

11. dovrà essere predisposto un organico piano di gestione e manutenzione delle opere, al fine di garantire nel tempo l’efficienza degli interventi ed evitare il degrado dei livelli di sicurezza raggiunti.”

Tutta l’area del Rio Geremeas è tutelata con specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico auspicano un rapido intervento delle amministrazioni pubbliche richieste e un’approfondita verifica della legittimità dei lavori in corso.

Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico

Quartu S. Elena - Maracalagonis, Rio Geremeas, cartello "inizio lavori"

(foto J.I., archivio GrIG)

  1. febbraio 7, 2012 alle 8:18 PM

    da Casteddu on line, 7 febbraio 2012
    I lavori sul rio di Geremeas finiscono in Procura: http://www.castedduonline.it/cronaca/i-lavori-sul-rio-di-geremeas-finiscono-in-procura/6770

  2. Juri
    febbraio 21, 2012 alle 10:50 am

    Di male in peggio su rio Geremeas, è incredibile!
    L’alveo è sempre più usato come scarico di sversamenti di calcestruzzo, le contaminazioni di idrocarburi sul suolo si estendono (nell’area è presenta un forte odore di gasolio) e tutto l’areale spondale continua ad essere “usato” come neppure uno sfasciacarrozze. Tutto ciò nonostante il dettagliato e circostanziato esposto sia nelle mani di dovrebbe svolgere la “Vigilanza Ambientale” da almeno 15 giorni.
    Com’è possibile che davanti a tutto ciò non sia ancora intervenuto nessuno a impedire che si continui con questo scempio?

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