Aliga a peso d’oro nel campo nomadi di Cagliari.
C’è solo da infuriarsi nel leggere della mozione presentata il 19 settembre 2011 dai due consiglieri comunali Paolo Casu (P.S.d’Az.) e Gianni Chessa (U.d.C.) riguardo le condizioni del campo nomadi di Cagliari e le incredibili cifre che sarebbero state erogate dal Comune di Cagliari in favore dell’associazione “I Sardi” per garantirvi “servizi di custodia, pulizia, piccole manutenzioni, attività di ascolto e mediazione” con varie determinazioni, a vario titolo, negli ultimi due anni (fra esse le seguenti: n. 781 del 26 gennaio 2010, Copia in formato PDF; n. 3878 del 13 aprile 2010, Copia in formato PDF; n. 3083/2011 del 23 marzo 2011, Copia in formato PDF). Come ricordava lo stesso allora dirigente del Servizi socio assistenziali del Comune di Cagliari Ada Lai, a partire “dal Giugno 2007” l’associazione “I Sardi” ha svolto “il Servizio di portineria presso il campo nomadi, comprendente il servizio di pulizia giornaliera, di custodia e di piccola manutenzuione dell’area, ed attività di mediazione culturale mediante la collaborazione di personale specializzato” (determinazione n. 781/2010 del 26 gennaio 2010).
Complessivamente ben 186.000 euro. Una follìa e un’offesa all’intelligenza, viste le condizioni del campo nomadi e viste le condizioni in cui – loro malgrado – sono costretti a vivere e lavorare residenti e operatori economici dei vicini quartieri cagliaritani.
Condizioni oggetto di svariate segnalazioni e richieste di interventi risolutivi da parte delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, a supporto del nutrito comitato di residenti e lavoratori interessati. Richieste illustrate anche in occasione di incontri con il Procuratore della Repubblica Mauro Mura e con il Sindaco Massimo Zedda e che hanno portato, dopo troppi anni di sostanziale disinteresse, a una forte attivismo che auspichiamo diventi davvero risolutivo.
Ci attendiamo una bella bonifica ambientale, definitiva, per il campo nomadi e per l’amministrazione comunale cagliaritana.
Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra
P.S. ma i due consiglieri comunali Casu e Chessa, oggi di minoranza, non facevano parte della maggioranza di centro-destra che sosteneva la GiuntaFlorise ha prodotto queste perle amministrative?
da Sardegna 24, 28 settembre 2011
Incuria al campo Rom ma il Comune pagava.
LA DENUNCIA PARTITA DA DUE CONSIGLIERI DI MINORANZA. Dall’amministrazione 72 mila euro all’anno all’associazione culturale “I Sardi” per la cura e la manutenzione dell’accampamento. Eppure sporcizia e abbandono regnano sovrani. Le male pratiche di 20 anni di centrodestra: dalle gare senza appalto alle assunzioni clientelari. Maria Giovanna Fossati
Che fine fanno i soldi pubblici, che dal 2007, finanziano le manutenzioni e la pulizia ordinaria del campo rom all’altezza della statale 554? «Il sito, nonostante il Comune di Cagliari elargisca puntualmente soldi pubblici all’associazione “I Sardi”, affidataria della gestione del campo, versa in uno stato di totale di abbandono e degrado, oltre che di gravissima e pericolosissima carenza igienico-sanitaria». La denuncia arriva da due consiglieri di minoranza, Paolo Casu e Gianni Chessa, che il 19 settembre hanno presentato una mozione in Consiglio comunale. La domanda dei due esponenti dell’opposizione non è casule. «Gli atti dicono che il Comune, da quattro anni a questa parte, ha concesso l’incarico in affidamento diretto per le manutenzioni e la pulizia ordinaria e per l’attività di intermediazione culturale all’associazione “I Sardi”, per un importo di 72mila euro l’anno» spiegano Casu e Chessa nel corso di una conferenza stampa. «Il campo nomadi di Cagliari invece è diventato un ghetto, che ha prodotto una situazione deleteria per la città. È un sito compromesso, che non sarebbe arrivato a questo punto con i controlli dovuti, per cui l’associazione “Sa Strigiula” prima del 2007 e quella di “I Sardi” poi, sono state pagate profumatamente ». E via ad elencare l’incongruenza tra la cifra annuale sborsata dal Comune e lo stato di degrado del campo: «Il sito è nato nel 1995 per favorire l’integrazione della popolazione rom in città -ha affermato Gianni Chessa (Udc) -ma i cattivi comportamenti dei due clan familiari presenti e i mancati controlli hanno favorito la situazione attuale. C’è un’emergenza sul fronte ambientale: cumuli di pattume bruciato che emanano odori nauseabondi, depositi di rame che poi vendono a peso, residui organici, parti meccaniche e apparecchiature elettroniche sparse in tutto il campo. Ogni sera la pulizia dei fili elettrici per il recupero del rame provoca incendi che sprigionano tossine nel quartiere di Mulinu Becciu ». Ma non ci sono solo i problemi di degrado e di convivenza: le mancate attività di manutenzione ordinaria causano anche ingenti spese per il Comune. Rincara Paolo Casu (Psd’Az): «Per il pagamento delle bollette di acqua e luce, ogni anno l’amministrazione spende cifre salate: si parla di 97mila euro di consumi idrici nei primi nove mesi dell’anno e di una cifra altrettanto alta per i consumi elettrici. Ci sono perdite d’acqua dappertutto, consumi elettrici senza criterio. Al danno la beffa: l’associazione “I Sardi” per cui il Comune sborsa altri 72mila euro l’anno per le manutenzioni e i controlli non fa il lavoro che deve fare». Ma non è la sola cifra che l’associazione riceve: negli ultimi due anni, il Comune oltre ai 144mila euro, ha pagato altri 42mila euro in tre differenti determinazioni. La prima, del 26 gennaio 2010, per servizi di assistenza e mediazione culturale: 12mila euro. La seconda del 13 aprile 2010 per interventi urgenti di bonifica, servizi di assistenza e mediazione culturale: 16mila. L’ultima il 23 marzo 2011 con oggetto “Urgente procedimento per l’affidamento dei servizi di custodia pulizia, piccole manutenzioni e attività di ascolto e mediazione che assegna all’associazione ‘I Sardi’”: 14mila euro. «Il lavoro dell’associazione nel campo rom è inesistente – ribattono i due consiglieri di minoranza -. Doveva garantire controlli a tutti i livelli, invece il sito deve essere smantellato». Non ultimo il problema della conflittualità esistente tra i due clan familiari presenti: «I cittadini nomadisono circa 150, di cui ben 80 sono bambini – hanno concluso Casu e Chessa – vivono in condizioni incivili e i conflitti sono sempre dietro l’angolo. Con le famiglie più forti che comandano e con quelle più rispettose delle regole che soccombono. C’è un vecchio finanziamento regionale per il campo rom di 500milaeuro. L’amministrazione dovrà dirci cosa intende fare.
(foto Comune di Cagliari, per conto GrIG, archivio GrIG)




da Sardegna Quotidiano, 29 settembre 2011
«Spettava al Comune portare via i rifiuti». LA BONIFICA. L’associazione “I Sardi” risponde alle accuse: per anni nessuno è andato a recuperare tutta la spazzatura.
«La pulizia del campo nomadi non può dipendere da noi». Alesssandro Cocco, presidente dell’asso – ciazione “I Sardi” replica alle accuse mosse dai consiglieri comunali Paolo Casu e Gianni Chessa. I due esponenti di Psd’az e Udc hanno sostenuto che, a fronte di 70mila euro spesi in un anno dal Comune per pagare l’associazione, i volontari non si sarebbero occupati della pulizia di un campo che è in condizioni drammatiche. «Loro sanno benissimo che non è di nostra competenza, spetta al Comune e agli altri enti coinvolti – spiega Cocco – noi abbiamo offerto un servizio di guardiania, di mediazione culturale e di piccole manutenzioni: non abbiamo di certo i mezzi per occuparci di un intervento imponente come la bonifica del campo». Che, secondo il presidente de I Sardi, andrebbe chiuso. «Sono anni che i rifiuti organici vengono ritirati in modo sporadico – aggiunge – fino a pochi giorni fa c’era un cumulo di spazzatura alto 4 metri e lungo 30, perché non è mai stata portata via dal Comune nonostante l’avessimo chiesto più volte, ci sono indampienze da parte di tutti. E mi riferisco alla maggioranza di cui uno dei due consiglieri faceva parte, solo che prima nessuno diceva niente…». Cocco afferma che i costi per la gestione del campo sono titanici, ma che in pratica non servono. «Noi abbiamo preso una media di 45mila euro all’anno per 5 anni – conclude – ma da quando è stato realizzato il campo sono stati spesi quasi 3 milioni: con una cifra del genere si costruiscono case nuove da affittare. Al Comune di Bologna hanno chiuso il campo, affittando case alle famiglie. Così si abbattono i costi e si risolve il problema perché quel posto è invivibile, nonostante i tanti sforzi ». M.Z.
Noto una totale divergenza di vedute tra il presidente dell’associazione “I Sardi” e il consigliere comunale Claudio Cugusi, fondatore ed ex presidente della stessa.
Stando alle dichiarazioni sopra riportate, il primo dice che il campo “andrebbe chiuso”, reputando evidentemente che la situazione sia insanabile, il secondo invece ha sempre sostenuto il contrario, e auspicato una ristrutturazione del sito.
Ad ogni modo, in attesa di sviluppi futuri incerti, l’Associazione ha incassato dei bei soldi per dei servizi che, in nessun caso (tanto meno se non erogati), potevano migliorare le condizioni di vita degli ospiti del campo…. tuttavia sull’opzione “incasso” ex presidente e attuale presidente si sono, evidentemente, trovati perfettamente d’accordo.
Perchè, (ovviamente prima di oggi) il Sig. Cocco non ha detto: “no, questi soldi non li vogliamo perchè non possiamo vuotare il mare con un cucchiaino?”
Perchè, il sig. Cugusi, che si è sempre distinto nella difesa del campo e nelle richieste volte al miglioramento delle condizioni di vivibilità nello stesso, non ha verificato l’effettiva utilità in tal senso, dei servizi erogati dall’associazione?
Ma soprattutto, perchè nessuno ha mai detto che, se non si proibisce ai Rom di svolgere l’attività abusiva di traffico e smaltimento di rifiuti, quella sarà sempre una discarica e non un campo???
Forse, credo io, perchè più Aliga c’è meglio è!
Forse, credo io, perchè sono in molti a guadagnarci:
– le aziende che conferiscono ai rom materiale da smaltire, per il quale altrimenti
pagherebbero un sacco di soldi;
– i rom che incassano soldi per il puro smaltimento e dal rame che ricavano;
– le aziende che comprano il rame in nero, pagandolo ovviamente meno del prezzo di
mercato;
– le associazioni che incassano dal Comune i soldi per i servizi di cui sopra;
– e perchè no… suo malgrado anche Abbanoa.
Forse è così, credo io, e come me, sono molti i cittadini e i residenti della zona che assistono quotidianamente allo scempio e all’inarrestabile degrado ambientale dell’area, a credere che tale disastro sia possibile solo perchè alla fine a molti, le cose stanno bene così.
Finalmente indaga la Procura.
Per noi è un grande risultato, ma il traguardo sarà raggiunto solo quando in casa nostra o a lavoro, potremmo nuovamente respirare ossigeno e non diossina.
In tema di spreco di denaro pubblico, non bisogna tralasciare le ingenti somme spese per gli innumerevoli quanto ormai incalcolabili interventi dei vigili del fuoco, chiamati quotidianamente a spegnere i roghi.
Se si calcolasse l’ammontare speso per il loro intervento (che, tra l’altro, effettuano solo se scortati dai C.C…quindi doppia spesa) nel corso degli anni, verrebbero fuori cifre esorbitanti.
E sulla vicenda dello spreco dell’acqua, “radio-vicinato” sostiene che i Rom allaghino parti del campo per impedire l’ingresso ai mezzi pesanti dei pompieri…. ma ripeto, questa è la tesi di “radio-vicinato”.
da La Nuova Sardegna, 29 settembre 2011
La denuncia di due consiglieri. Soldi a “I Sardi” per curare i Rom. (Mauro Lissia)
CAGLIARI. L’associazione ‘I Sardi’, il cui sito d’informazione è diretto dal consgliere comunale del Pd Claudio Cugusi, ha incassato negli ultimi due anni 186 mila euro dal Comune per occuparsi del campo nomadi della città, lo stesso che la prefettura – d’intesa col sindaco Massimo Zedda – ha deciso di trasferire. Stando a una mozione presentata il 19 settembre dai consiglieri Paolo Casu (Psd’az) e Gianni Chessa (Udc) l’associazione avrebbe dovuto garantire «servizi di custodia, pulizia, piccole manutenzioni, attività di ascolto e di mediazione» utili a offrire alla comunità Rom una situazione di benessere. In cambio di una cifra che secondo Stefano Deliperi del Gruppo di intervento giuridico appare «una follia e un’offesa all’intelligenza, viste le condizioni del campo nomadi e viste le condizioni in cui loro malgrado sono costretti a vivere e lavorare residenti e operatori economici dei vicini quartieri cagliaritani». Nell’area infatti – come Deliperi ha più volte denunciato – sono stati appiccati roghi notturni che hanno ammorbato l’aria di chi abita nelle vicinanze. Mentre le condizioni igieniche del campo sono ancor’oggi sotto gli occhi di tutti, senza che ‘I Sardi’ abbiano mai manifestato alcun allarme. Ma al di là dei risultati ottenuti nell’attività a favore dei nomadi, stupisce la somma che l’amministrazione Floris ha devoluto all’associazione di cui Cugusi è sempre stato promotore. La stessa che dalla giunta di centrodestra ha ottenuto in comodato d’uso gratuito la chiesetta sconsacrata di Sant’Antioco, in via Leo. Un privilegio denunciato a suo tempo dal consigliere Ettore Businco e che andrebbe spiegato.
Il problema vero e più importante continua ad essere ignorato.
Il fatto principale è che nel cosiddetto campo nomadi si svolge un vero e proprio TRAFFICO DI RIFIUTI PERICOLOSI.
A causa di questo traffico di rifiuti si formano gli enormi cumuli di materiali di risulta.
TALI MATERIALI DI RISULTA, ovvero rifiuti più o meno pericolosi, vengono INDISCRIMINATAMENTE BRUCIATI nottetempo mediante enormi roghi.
L’associazione “I SARDI” dovrebbe vergognarsi ed essere denunciata: sono dei ******* di denaro pubblico. Ci spieghi il consigliere Claudio Cugusi, direttore responsabile del sito dell’associazione omonima e strenuo difensore di quegli zingari **********, come potrebbe la sua associazione RIPULIRE UNA DISCARICA? Un evidente ossimoro.
Perchè I SARDI non parlano dei camion con gru che trafficano con l’aliga dell’hinterland cagliaritano 24 ore su 24 (di giorno raccolta e di notte smaltimento)?
Cugusi e Cocco abitano in centro, ma gli auguriamo di cuore *********, come quella che rischiano i residenti di Mulinu Becciu e Z:I: Casic
Anche la disinformazione dei vari giornali locali, Unione Sarda in primis, dovrebbero vergognarsi della loro disinformazja: riescono a NON nominare mai le parole TRAFFICO E SMALTIMENTO DI RIFIUTI PERICOLOSI, nonchè l’altra parola proibita: DIOSSINA, ovvero ciò che i cittadini di periferia nord di cagliari respirano ignari grazie all’attività criminale degli zingari.
Zingari che dovrebbero finire sotto processo, insieme all’associazione che ha lucrato con la *********** e insieme alle amministrtazioni precedenti che hanno creato e tollerato il ghetto e il servizio di nettezza urbana gratuita.
Nonostante il silenzio assordante c’è anche un’inchiesta sull’attività ********* degli zingari di Cagliari:
http://www.youreporter.it/video_Discarica_zingari_di_Cagliari_l_inceneritore_all_opera_1
da L’Unione Sarda, 29 settembre 2011
Campo Rom, indaga la Procura. INCHIESTA. Due consiglieri comunali hanno presentato un esposto al procuratore Mauro Mura. (Maria Francesca Chiappe)
Smaltimento di rifiuti senza autorizzazione: un fascicolo contro ignoti
Sui rifiuti e gli incendi quotidiani nel campo Rom sulla 554 indaga la Procura della Repubblica. Nei giorni scorsi due consiglieri comunali si sono presentati al Palazzo di giustizia e hanno consegnato al procuratore capo della Repubblica Mauro Mura un dettagliato esposto. Le carte sono state girate al pm Marco Cocco che ha aperto un fascicolo. Il reato ipotizzato è quello di smaltimento di rifiuti senza autorizzazione. Per il momento non ci sono nomi sul registro degli indagati e, per quanto si sa, non è neppure detto che l’inchiesta si limiti alla questione-rifiuti.
Gli accertamenti potrebbero presto allargarsi (come hanno sollecitato al procuratore Mura alcune associazioni ambientaliste) pure ai finanziamenti che il Comune, negli ultimi due anni, con diverse determinazioni, ha concesso all’associazione I Sardi per i servizi di custodia, pulizia, piccole manutenzioni, attività di ascolto e mediazione. Complessivamente 186.000 euro.
Il problema è stato documentato nel servizio pubblicato lunedì scorso su questo giornale: il campo nomadi è in condizioni a dir poco precarie, oggetto peraltro di svariate segnalazioni da parte delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, a supporto di un nutrito comitato di residenti e lavoratori. Gli ambientalisti hanno sollevato il problema in diversi incontri pure col procuratore Mura e il sindaco Massimo Zedda.
Le condizioni di vita nel camapo rom sulla 554 sono disumane: ogni giorno si respira l’odore della plastica bruciata, il grande spiazzo all’ingresso il terreno è annerito dai roghi e i rifiuti sono un quantitativo impressionante di oggetti che vanno dai salvagenti da barca ai vecchi divani, dai copertoni agli scheletri di batterie d’auto fino ai cumuli di plastica sciolta Da quelle parti gli incendi sono all’ordine del giorno perché al tramonto una delle due famiglie rom che abitano nel campo bruciano i fili elettrici per ricavare il rame da rivendere. Squagliano la plastica perché il metallo ha un prezzo superiore se è già ripulito.
Fino a qualche settimana fa le condizioni dell’accampamento erano pure peggiori: davanti all’edificio del Comune che ospita l’asilo per i bimbi e gli uffici dei Servizi sociali c’era una montagna di rifiuti alta 4 metri e lunga 50.
pazzesco.
da Sardegna 24, 29 settembre 2011 (http://www.sardegna24.net/regione/i-sardi-inefficaci-e-costosi-1.26724)
“I Sardi”, inefficaci e costosi. Le relazioni dei servizi sociali di Cagliari sull’attività dell’associazione nel campo Rom. Una raffica di segnalazioni sempre negative dal 2007 all’inizio del 2010 non ha impedito che la concessione andasse avanti. Fino alla nuova giunta.
Una presenza inutile e costosa. È questo il giudizio di sintesi che i servizi sociali del comune hanno formulato, per più di tre anni consecutivi, sull’attività dell’associazione“ I Sardi”, incaricata dalComune di Cagliari di svolgere attività di pulizia, piccola manutenzione e mediazione culturale nel campo rom. Questo, secondo la denuncia fatta l’altro ieri da due consiglieri della minoranza al comune di Cagliari (Paolo Casu e Gianni Chessa), per un totale di oltre 280mila euro dal 2007 alla primametà del 2011 quando la concessione non è stata rinnovata. Ecco una breve cronistoria, così come emerge dalle relazioni dell’assistente sociale del comune. La prima porta la data del del 15 ottobre 2007. Descrive una situazione di assoluto degrado (la cui responsabilità non è certo della sola associazione “i Sardi”): tubi rotti, perdite d’acqua, “una enorme pozza maleodorante”. E la ditta incaricata dall’amministrazione di eseguire le riparazioni che ancora non è intervenuta. Poi la relazione si occupa dell’attività svolta fino a quel momento svolta dall’associazione diventata celebre per la vicenda della chiesetta aragonese di Cagliari: «In data 5 ottobre 2007, si era dato incarico all’associazione “I Sardi”, così come da determina n. 159 del 14 giugno 2007, di effettuare la pulizia dell’ambulatorio. A tutt’oggi tale attività non ha avuto inizio». E ancora: «Si è richiesto telefonicamente in più occasione di garantire la presenza della mediatrice culturale presso il campo sosta, per istruire le pratiche di richieste di cittadinanza. A tutt’oggi tale richiesta non ha avuto alcun seguito». E infine: «Il ragazzo incaricato dall’associazione “I Sardi”, che presta servizio presso il campo tutte le mattine, non può assumersi la responsabilità di organizzare turni di attività, non avendo l’associazione ancora provveduto all’assunzione di personale rom». Sei mesi dopo – precisamente il 21 gennaio del 2008 – i problemi generali sono identici (perdite d’acqua, pozze maleodoranti) e anche il giudizio su “I Sardi”: «Al campo non era presente l’operatore addetto alla custodia e alla pulizia (…). Dalle informazioni assunte, l’addetto alla custodia mancherebbe da martedì 15 gennaio. L’associazione non ha comunicato alcunché al servizio scrivente. Inoltre, da quanto riferito, pareche l’operatoresi trattenga nel camposolo dalle ore 10 alle ore 12, anche se l’associazione non ha concordato né comunicato alcuna variazione di orario. Altrettanto dicasi sia del “Direttore generale” che della mediatrice culturale, che compiono soltanto ‘fugaci apparizioni’ che non consentono loro di instaurare un rapporto di fiducia con la popolazione Rom, né di poter svolgere alcuna attività di mediazione. Ad un’analisi approfondita della situazione, risulta assolutamente inadatto ed inefficace il servizio svolto dall’associazione I Sardi nella gestione del campo». Passano quattro mesi, siamo al 12 maggio 2008. «Le numerose attività descritte nella relazione mensile presentata dall’associazione “i Sardi” – scrive l’assistente sociale – si sono svolte solo una o due volte nell’arco di quattro mesi, con tale discontinuità che rende inutile ogni attività eventualmente iniziata ».E siamo all’11 luglio 2008. La situazione del campo non è mutata: pozzetti intasati, perdite d’acqua, il vano che ospita l’autoclave allagato, con pericolo per la sicurezza visto che nelle vicinanze ci sono delle prese elettriche. «Per quanto riguarda l’operato dell’associazione “i Sardi” niente si può aggiungere rispetto a quanto riferito nelle precedenti note, ma va evidenziato che negli ultimi due mesi l’addetto per le attività del campo si è presentato in rare occasioni, interrompendo completamente ogni presenza circa un mese fa, senza che di ciò sia stata data comunicazione ufficiale a questi uffici. L’esperienza con l’associazione può,a questo punto essere considerata totalmente fallimentare». Il 20 settembre del 2008, la periodica relazione dei servizi sociali segnala un intervento dei carabinieri che hanno effettuato controlli sulle presenze nel campo rom. Dopo alcune note sulla situazione logistica generale (sempre disastrosa, con le solite perdite d’acqua) una segnalazione: «Si evidenzia che, anche oggi, i colloqui di servizio sociale (quelli riservati) si sono dovuti svolgere nel bagno dell’asilo nido, mentre quelli del segretariato sociale hanno avuto luogo all’aperto, in quanto l’operatore dell’associazione “I Sardi” non era presente». Nel 2009, il 26 giugno, c’è finalmente una buona notizia. Su ordine del Tribunale, il Servizio igiene ambientale e del suolo del Comune, ha ripulito il campo. Il miglioramento è visibile, anche se «rimangono immutate le precarie condizioni strutturali» e «la cabina Enel ad alto voltaggio è completamente aperta e accessibile ai bambini». Ma quando, il 10 agosto del 2009, viene effettuata una nuova verifica, si rilevano «notevoli carenze rispetto alla pulizia ordinaria». Osserva l’assistente sociale: «L’associazione “I Sardi”, incaricata con convenzione in via di rinnovo, non è mai riuscita a realizzare tutti gli impegni assunti con la convenzione stessa. A fronte dell’impegno economico stanziato per tutti gli interventi previsti, pressoché nulli appaiono i risultati raggiunti, sia dal punto di vista delle pulizie e della manutenzione ordinarie, sia da quello della costruzione delle relazioni e della mediazione». Siamo al 2010. Sono passati tre anni dall’ingresso de “I Sardi” nel campo rom. Ma, stando agli assistenti sociali, non è stato fatto alcun passo avanti. L’associazione, infatti, «non riesce a trovare modalità sia organizzative, sia relazionali, che incidano sulle abitudini igieniche delle famiglie ospiti del campo». E ancora: «A fronte dell’impegno economico di questa amministrazione, il lavoro il lavoro svolto dall’associazione “I Sardi” appare assolutamente inefficace». Un concetto identico viene ripetuto in una nuova relazione datata 9 febbraio 2010. E in un’altra ancora relativa al maggio/settembre del 2010: «Permane lo stato di degrado igienico sul quale l’associazione ‘I Sardi’, incaricata di effettuare pulizia ordinaria e piccola manutenzione, sembra continuare a non incidere minimamente».
Questi dettagli sono veramente incredibili.
Non vorrei precorrere i tempi… ma mi sa che ne scopriremo ancora delle belle…
E’ così… la cosa più difficile è scoperchiare il pentolone… (o il vaso di Pandora o…a questo punto concedetemi la licenza poetica, il vaso da notte)…
da Sardegna 24, 29 settembre 2011
“Aliga a peso d’oro nel campo rom”. E gli Amici della Terra vanno in Procura.
“C’è solo da infuriarsi nel leggere la mozione presentata il 19 settembre 2011 dai due consiglieri comunali Paolo Casu e Gianni Chessa riguardo le condizioni del campo nomadi di cagliari e le incredibili cifre che sarebbero state erogate dal Comune di Cagliari in favore dell’associazione “I Sardi” per garantirvi “servizi di custodia, pulizia, piccole manutenzioni, attività di ascolto e mediazione” con varie determinazioni, negli ultimi due anni”. Il commento arriva dal Gruppo di intervento giuridico e Amici della terra di Stefano Deliperi, che sull’argomento proseguono: “Complessivamente l’associazione percepiva ben 186.000 euro. Una follia, viste le condizioni del campo nomadi, oggetto di svariate segnalazioni e richieste di interventi risolutivi da parte delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici dela Terra, a supporto del nutrito comitato di residenti e lavoratori interessati. Ricchieste illustrate anche in occasione di incontri con il Procuratore della Repubblica Mauro Mura e con il Sindaco Massimo Zedda”.
da Radio Press Facebook, 29 settembre 2011
Cagliari, finisce in Procura lo smaltimento dei rifiuti nel campo Rom sulla 554. Aperta inchiesta contro ignoti: http://it-it.facebook.com/notes/radio-press/cagliari-finisce-in-procura-lo-smaltimento-dei-rifiuti-nel-campo-rom-sulla-554-a/10150329219053670
Io lavoro vicino al campo nomadi da prima che fosse realizzato.<Subisco quotidianamente
i fumi velenosi sprigionati dai roghi, e badate bene questi roghi non sono alimentati solo dalle guaine dei cavi in rame, ma si tratta di imballaggi di cellofan, plastiche , polistirolo e quant'altro che i nomadi ritirano da negozi e altre attività di italiani. Probabilmente avranno qualcosa in cambio, ma sta di fatto che smaltiscono rifiuti in modo illegale provocando danni all'ambiente e alle persone. C'è un continuo va e vieni di camioncini che arrivano scaricano e ritornano carichi di plastiche, frigoriferi, macchinari ecc…La sera con il primo buio iniziano i fuochi e le nuvole nere di diossina tra la disperazione degli abitanti del circondario ormai rassegnati a causa dell'incapacità dei politici. Qualcuno ha venduto la casa, altri si sono rassegnati a vivere in un ambiente da terzo mondo, sperando che il cancro o altre malattie non tocchino la propria famiglia. A queste persone non resta che toccare ferro o pregare.
E una situazione allucinante, questi nomadi continuano a delinquere ma nessuno interviene nonostante le numerose denunce alla procura o le tante segnalazioni al Comune.
Ora si scopre che veniva pagata una società per non fare niente,che le bollette dell'acqua e della corrente sono astronomiche, che queste persone vivono in condizioni igieniche sanitarie proibitive, che da un punto di vista della sicurezza queste baracche tutte addossate
sono uno spaventoso carico d'incendio, insomma ci sono tutti gli ingredienti per prendere dei provvedimenti urgenti. Qualsiasi persona sana di mente escogiterebbe una soluzione, purtroppo i politici non sono persone normali. Continuiamo a toccare ferro o pregare.
Ciao Giancarlo, ho visto la foto, ma nonostante conosca le dinamiche del campo non ho capito esattamente qual’è l’accadimento in corso d’opera che hai fotografato.
E soprattutto non capisco una cosa… ma quella gru..di chi è? Di un’azienda specializzata…suppongo….
Saresti così gentile da spiegarmi meglio?
Grazie…
da Sardegna 24, 30 settembre 2011
I Sardi” e il dirigente sordo. Totalmente ignorati i rilievi sull’inefficacia dell’intervento dell’associazione nel campo rom.
Sono tutte indirizzate ad Ada Lai, allora dirigente dell’assessorato alle Politiche sociali (e oggi capo di gabinetto del presidente della Regione Ugo Cappellacci) le relazioni che segnalano negativamente l’attività dell’associazione “I Sardi” . Una – datata 15 ottobre 2007 – fu inviata ‘per conoscenza’ anche all’allora assessore alle politiche sociali Anselmo Piras. I report – un’attività ordinaria, periodica e di routine – portano tutti la firma dell’assistente sociale incaricata per conto dell’amministrazione di seguire il campo rom. E, in definitiva, i documenti provano che i vertici dell’assessorato hanno avuto concontinuità – per tre anni consecutivi – segnalazioni negative. Tutte redatte dallo stesso soggetto, l’assistente sociale, al quale non è stato mai contestato alcunché.
Eppure l’amministrazione ha continuato a confermare la convenzione (per oltre 70mila euro l’anno) che, infatti, si è interrotta solo con l’ingresso al Comune della nuova maggioranza di centrosinistra. I report (un dossier completo è apparso ieri sul nostro giornale) sono espliciti nel descrivere l’attività svolta dall’associazione “I Sardi” – che ha tra i suoi fondatori un consigliere comunale del Partito democratico, Claudio Cugusi – come totalmente inefficace. Sia per la parte tecnica (la convenzione prevedeva che “i Sardi” curassero la pulizia delcampoe la piccola manutenzione) sia per la mediazione culturale. In particolare l’assistente sociale ha segnalato la scarsa costanza della presenza fisica degli operatori. A volta, proprio per quest’assenza, che rendeva inaccessibile l’ufficio, le riunioni e i colloqui dovevano svolgersi all’aperto.
Un’altra segnalazione, ripetuta in numerosi report, riguarda la sproporizione tra l’entità della somma prevista dalla convenzione e l’attività svolta. «A fronte dell’impegno economico – si legge nella relazione del 26 giugno 2009 – pressoché nulli appaiono i risultati raggiunti». Questa osservazione potrebbeassumere una grande rilevanza. Dimostra, infatti, che l’amministrazione – mentre continuava a rinnovare la convenzione – aveva un suo ‘parere’ interno che sosteneva la necessità di agire in modo opposto. Tecnicamente, la segnalazione -non raccolta, nè verificata -di un significativo danno erariale. Naturalmente l’attività de “I Sardi” non è che uno dei temi delle relazioni. Che descrivono uno stato di degrado permanente. Con gli stessi problemi (perdite d’acqua, sporcizia, situazioni di pericolo per i bambini) che si trascinano senza che le autorità intervengano. In definitiva, “I Sardi” non erano i soli a svolgere in modo approssimativo il loro compito nel campo Rom. Per esempio vengono segnalati i ritardi delle ditte incaricate di lavori di manutenzione degli impianti fognari. E il protrarsi di situazioni ad alto rischio igienico- sanitario. Al centro del campo, pozze maleodoranti, attorno alle quali giocavano i bambini
il Presidente dell’associazione “I Sardi” si chiede da dove salti fuori la cifra di 186.000 euro di cui abbiamo parlato?
Bene, accontentiamolo.
Secondo quanto riportato nella mozione Casu – Chessa (depositata il 19 settembre 2011) e ripresa dal quotidiano Sardegna 24 (“«Gli atti dicono che il Comune, da quattro anni a questa parte, ha concesso l’incarico in affidamento diretto per le manutenzioni e la pulizia ordinaria e per l’attività di intermediazione culturale all’associazione “I Sardi”, per un importo di 72mila euro l’anno» spiegano Casu e Chessa nel corso di una conferenza stampa”. Sardegna 24, 28 settembre 2011) e non smentita, l’associazione “I Sardi” avrebbe ricevuto 72.000 euro per almeno 2 anni.
euro 72.000 x 2 = 144.000 euro.
Poi con tre determinazioni dirigenziali visibili sul sito web istituzionale del Comune di Cagliari (n. 781 del 26 gennaio 2010, n. 3878 del 13 aprile 2010, n. 3083/2011 del 23 marzo 2011) sono stati stanziati per l’associazione “I Sardi” rispettivamente euro 16.000 + 12.000 + 14.250 = euro 42.250.
euro 144.000 + 42.250 = 186.250.
Nell’articolo abbiamo riportato la cifra tonda di 186.000, con uno “sconto” di 250 euro.
Inoltre, delle “operazioni di pulizia giornaliera”, di “custodia”, di “piccola manutenzione”, ecc. parlano le determinazioni dirigenziali.
Infine, per amor di verità, le richieste di informazioni a carattere ambientale e di urgenti interventi inoltrate dalle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra alle amministrazioni pubbliche e alla magistratura competenti hanno riguardato la situazione ambientale e igienico-sanitaria del campo nomadi e dei contigui quartieri cagliaritani “ammorbati” dai fumi prodotti dai roghi dei rifiuti, nonchè i pericoli per la viabilità e il probabile “traffico” di rifiuti. Analogamente abbiamo esposto, insieme al comitato di residenti e operatori economici, durante gli incontri con il Procuratore della Repubblica Mauro Mura e con il Sindaco di Cagliari Massimo Zedda.
Dello svolgimento di varie attività non gratuite presso il campo nomadi abbiamo appreso – come crediamo la gran parte dei cagliaritani – soltanto in questi giorni dai mass media.
Auspichiamo che da parte delle amministrazioni pubbliche e della magistratura competenti vengano adottati i necessari provvedimenti sul piano ambientale e igienico-sanitario e venga fatta piena chiarezza sull’intera vicenda.
da L’Unione Sarda, 30 settembre 2011
Rom, inchiesta sui rifiuti. Replica l’associazione I Sardi: la bonifica non spetta a noi.
L’inchiesta sul quotidiano smaltimento illecito dei rifiuti all’interno del campo rom sulla 554 è passata di mano: il pm Marco Cocco ha trasmesso le carte ai suoi colleghi Guido Pani e Daniele Caria che avevano già aperto altri fascicoli sullo stesso problema. Si tratta di una vicenda non nuova, sulla quale i carabinieri del nucleo operativo ecologico indagano da tempo, ma di difficile soluzione.
I fascicoli sono stati riuniti in un’unica inchiesta e il reato per il momento ipotizzato (contro ignoti) è quello di smaltimento di rifiuti senza autorizzazione. Ma la segnalazione delle associazioni ambientaliste Gruppo d’intervento giuridico e Amici della terra potrebbe portare ad accertamenti anche su altri fronti. A cominciare dall’attività dell’associazione I Sardi che ha firmato diverse convenzioni col Comune.
Non si tratterebbe dei 186.000 euro di cui parlano gli ambientalisti ma di varie determine per complessivi 42.250 euro. «Francamente non capisco da dove vengano fuori 186.000 euro», dice il presidente dell’associazione Alessandro Coco. Che poi aggiunge: «I Sardi hanno ben documentate tutte le segnalazioni, a partire dal 2007, fatte all’assessorato circa le problematiche del campo. Abbiamo sempre relazionato mensilmente le attività svolte, sollecitando l’amministrazione a provvedere al ritiro dei rifiuti e alla bonifica del campo. Abbiamo fino alla nausea segnalato lo stato di assoluto degrado del sito, sottolineando i pericoli. Fin dal settembre 2007 abbiamo comunicato all’assessorato all’Ambiente della Provincia e alla Asl 8 la necessità urgentissima di interventi di derattizzazione. Queste nostre comunicazioni non hanno mai ottenuto risposta».
L’associazione I sardi sottolinea che, nelle convenzioni col Comune, non si è mai impegnata per la bonifica del campo alla quale dovrebbero provvedere le ditte specializzate nello smaltimento dei rifiuti pericolosi, nocivi e tossici.
Lo stato di degrado e di inquinamento della zona, era noto e stranoto a tutte le autorità competenti, percui, che l’intervento dell’associazione “I Sardi” fosse inutile mi pare sia persino superfluo sottolinearlo; e già questo a mio avviso rende ingiustificabile sia l’elargizione delle somme che l’accettazione dell’incarico. Se poi, come da esposto dei due consiglieri Casu e Chessa, l’Associazione “I Sardi” non ha neanche fatto quel poco che poteva fare….
Se come afferma il Presidente Coco, le istanze sono state correttamente e regolarmente fatte, dovrebbe esserne rimasta la traccia.
Per esempio, l’ Associazione GRIG (unica che ha accolto le istanze dei residenti e dei lavoratori “gasati”) in attesa di un provvedimento risolutivo del problema, ha chiesto al Comune che venissero almeno ritirate le montagne di rifiuti vari, la bonifica (seppure inutile perchè dopo pochissimo tempo le montagne sono state ricreate) è stata effettuata, ed è provabile, così come sono provabili tutte le altre segnalazioni che Gruppo d’Intervento ha fatto, anche se non con gli effetti desiderati.
Ps: Gruppo Giuridico le segnalazioni al Comune, le ha fatte “A GRATIS”
A proposito di impianti “autorizzati” ….
http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/10/14/news/melfi_stop_all_inceneritore_che_inquina_la_fenice_dovr_fermarsi_per_150_giorni-23235037/
l’allora super-dirigente dell’Area servizi sociali del Comune di Cagliari e attuale Capo di Gabinetto della Presidenza della Regione Ada Lai è stata condannata per danno erariale dalla Corte dei conti.
da L’Unione Sarda on line, 5 aprile 2013
Cagliari, danno erariale da 255mila euro. Corte Conti condanna l’ex dirigente Lai. (http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/310411)
L’ex dirigente comunale è stata condannata dalla Corte dei Conti della Sardegna: avrebbe causato un danno erariale nella gestione del progetto “Abitare assistito”.
L’ex dirigente dei Servizi socio assistenziale del Comune di Cagliari, attualmente capo del gabinetto della presidenza della Regione, è stata condannata al pagamento di 255.671 euro per il presunto danno erariale nella gestione di “Abitare assistito”, un progetto per l’iserimento dei sofferenti di disturbi psichiatrici a Cagliari. Ada Lai, secondo la sentenza, avrebbe gestito in via esclusiva e personalmente il progetto, firmando un contratto di affitto per cinque abitazioni in via Is Cornalias rimaste vuote per due anni. Un canone di locazione, è la tesi della Corte dei Conti, fuori mercato per poi non utilizzare le case. Per i giudici (presidente Mario Scano, consiglieri Maria Elisabetta Locci e Maurizio Massa) Ada Lai avrebbe firmato il contratto d’affitto impegnando il Comune nonostante il progetto non fosse avviato o istruito.
da La Nuova Sardegna, 6 aprile 2013
Ada Lai condannata a pagare 255 mila euro. Dura sentenza della Corte dei Conti sulle case per sofferenti mentali, ma indaga anche la Procura.
CAGLIARI. Mentre la Procura indaga, la Corte dei Conti della Sardegna ha condannato Ada Lai – ex dirigente dei Servizi socio assistenziali e asili nido comunali e oggi capo del gabinetto della presidenza della Regione – al pagamento di 255.671,67 euro per il danno erariale causato dalla gestione di «Abitare assistito», un progetto per l’inserimento dei sofferenti di disturbi psichiatrici nel contesto cittadino. Secondo la sentenza della Corte dei conti – composta dal presidente Mario Scano e dai consiglieri Maria Elisabetta Locci e Maurizio Massa – Lai gestendo «in via esclusiva e personalmente» tutte le fasi della vicenda – avrebbe approvato la firma di un contratto di locazione per cinque appartamenti in via Is Cornalias destinati al programma, ma rimasti vuoti per due anni. Il Comune avrebbe pagato un affitto gonfiato rispetto ai canoni di mercato (la cui congruità era stata valutata dalla dirigente solo sulla base di una perizia commissionata dall’impresa titolare degli immobili, la Baldinu costruzioni srl) per case non conformi ai requisiti del bando e per di più rimaste inutilizzate. Scrivono i giudici: «Circa l’inutilità della spesa sostenuta è comprovato che la dottoressa Lai non ha mai disposto la nomina di responsabili del procedimento e ha sottoscritto il contratto di locazione, impegnando per quattro anni il Comune sul piano giuridico e su quello economico, malgrado il progetto ’Abitare assistito non fosse ancora avviato nè istruito».