I radar sono già sbarcati sulle coste della Sardegna, in silenzio.
Non è solo il radar di Guardia Vecchia, sull’Isola della Maddalena, a esser già operativo (dal 2003) lungo le coste della Sardegna. Anche a S. Elia, presso il Faro e la Torre dei Segnali, a Cagliari, è attivo un altro degli 11 radar previsti per il Corpo delle Capitanerie di Porto facenti parte del sistema VTS (Vessel Traffic Service) promosso dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per il controllo del traffico marittimo di qualsiasi genere, integrabile con il sistema C4ISR (Command, Control, Communications, Computers, Intelligence, Surveillance and Recoinnaissance) a fini fondamentalmente di intelligence militare e di sicurezza. Si tratta – a quanto pare – di un unico sistema coordinato insieme a ulteriori 4 facenti capo al Corpo della Guardia di Finanza.
Nessuna preventiva informazione sugli eventuali rischi ambientali e sanitari, nessun preventivo coordinamento con gli enti locali interessati, se è vero che il Comune di Olbia ha appreso solo dall’esposto (12 agosto 2011) inoltrato dalle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra.
Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra
(foto S.D., archivio GrIG)
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- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
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- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
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- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
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- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- normativa nazionale sugli usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.)
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da La Nuova Sardegna, 21 agosto 2011
Comune contro ministero: «Non vogliamo il radar sul faro di Isola Bocca».
Il senatore Scanu “Rifiutiamo le scelte che sono calate dall’alto e condizionano il futuro”.
OLBIA. Hotel a 5 stelle, isola casinò, grande occhio del sistema di superdifesa dell’esercito. Il destino del faro dell’Isola Bocca cambia schizofrenico ogni 6 mesi. Uno stravagante fabbricatore di futuri alternativi ha progettato una nuova vita per l’edificio che sorge su un’isola grande come una manciata di pietre. Dal 1887 sorveglia l’ingresso del golfo. L’ultima idea dello Stato è mettere un radar sul faro. Isola Bocca, secondo il governo, dovrebbe rientrare nella rete dei 15 radar che punteggeranno le coste sarde. Un albero di natale che lo Stato vuole accendere in tempi brevissimi.
In Gallura sono previsti tre dei 15 radar che devono essere installati. Il terzo esiste già è nel parco militarizzato della Maddalena. E se a Santa Teresa tutto il paese è sceso in piazza per dire no al radar sul faro, in città l’annuncio passa sotto silenzio. O quasi, perché il senatore del Pd Gian Piero Scanu ha presentato una interrogazione per capire cosa accade. I radar di fabbricazione israeliana sono di nuova generazione. Tecnologia a microonde. Non servono per cuocere il pollo, ma per avvistare le imbarcazioni che arrivano davanti alla costa, sono capaci di avvistare anche un chiattino a 40 miglia di distanza. Un super occhio elettronico nato per fare parte in modo ufficiale del sistema Vts, Vessel traffic service, quello che controlla il traffico delle navi, ma integrabile con il sistema C4isr, Command, control, communications, computers intelligence, surveillance e reconinaissance. Una sigla infinita che indica la rete radar di sicurezza e di intelligence militare.
E sull’ambiguità del loro uso futuro e sul fatto che siano calate dall’alto interviene il senatore Scanu. «Sono contrario all’installazione di un radar nel faro di isola Bocca – spiega Scanu -. In questa scelta calata dall’alto è implicita una servitù. La nostra isola tra poligoni, sottomarini, missili trasportati con navi di linea non può ancora pagare dazio. La Regione come in altre occasioni rimane in totale silenzio. Non è tollerabile che venga deciso di installare 15 radar senza sentire le comunità locali. O la Regione non sa nulla, e questo è negativo, oppure sapeva e ha taciuto, ed è anche peggio. Siamo ancora nella logica berlusconiana della Protezione civile Spa, in cui i beni dello Stato vengono svenduti, privatizzati. Come la proposta del ministro Giulio Tremonti di dare il diritto di superficie per 90 anni ai privati. Al contrario io propongo il rilancio e il potenziamento della Conservatoria delle coste, che vigila sul patrimonio e mette i paletti contro gli speculatori».
L’Isola Bocca e il suo faro che ha oltre un secolo, è del 1887, da qualche anno sono al centro di un infinito tormentone. Lo Stato nel 2009 ha tentato di affittarlo ai privati. Il ministero della Difesa sempre più in bolletta voleva trasformarlo in hotel a 5 stelle, e affittarlo ai privati con un solo obbligo. Ricordarsi ogni sera di accendere la luce. Del faro, si intende. Il sindaco Gianni Giovannelli si oppose. Ora il primo cittadino interviene di nuovo e anche questa volta non sembra troppo entusiasta del progetto. «Non ho ricevuto nessuna comunicazione – dice -. Il faro è un simbolo della città. Ho sempre sostenuto che non può essere ceduto ai privati. Credo che anche per installare un radar sia necessario dialogare con le comunità. Una eventuale servitù militare mi preoccupa. Voglio capire quali intenzioni ha il ministero. Penso che per installare un radar nel nostro comune debbano almeno informare l’amministrazione. Noi non accetteremo scelte calate dall’alto».
Cauta anche l’assessore comunale all’Ambiente Giovanna Spano. «Ho ricevuto una comunicazione dal Gruppo di intervento giuridico – spiega l’assessore -. In queste ore ho cominciato a informarmi in modo completo. Ma per ora ho notizie ancora frammentari e non ufficiali. Non voglio demonizzare i sistemi radar, ma è necessario per prima cosa capire se ci siano rischi per la salute o per l’ambiente. C’è anche da valutare un altro aspetto. Il faro è un simbolo della città. Per installare un radar lo Stato deve confrontarsi con la comunità. Dialogare. Può esistere una soluzione condivisa. Basta cercarla».
…e sa dzente dromit,…
cumbinta chi custos ordindzos,…
no siant fatos po “” malu””,…
ma unicamente po su benistare issoro…
Pustis,…
narant issos/as
poite a si trampistare…
tantis ,morrer si depet…
Malaitos/as siant…
Emmo, Pepeluisi, soe de acordu cun tegus… Solu chi nois barramos e nos pistamos e malaighimos,sos chi si nde afutint, e intantu sos chi cumandan faghen, e si nde afutin issos puru, de oe e de su cras. Est sa matessi ignorantzia, ca sa diferentzia est solu chi custos cumandan e sos primos nono: ma si aiant cumandadu fint istados lintos e pintos. E tando: ite faghere, comente at nadu Vladimiro?
da Sardegna 24 on line, 19 agosto 2011
Un Grande Fratello per “spiare” il litorale: http://www.sardegna24.net/cagliari-e-provincia/un-grande-fratello-per-spiare-il-litorale-1.15979?localLinksEnabled=false
da Sardegna Quotidiano, 23 agosto 2011
Ecologisti “Un radar sul faro di Sant’Elia”.
Altro che proteste antiradar. Di impianto ce n’è già uno attivo e non lontano dalla città. Le associazioni Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno ricevuto alcune segnalazioni circa la presenza di un radar anche a Sant’Elia, sopra il faro: “Siamo andati a verificare due giorni fa”, spiega Stefano Deliperi, presidente del Grig, “la cittadinanza non sa niente e dato che è stato fatto con fondi umanitari sono obbligatorie le procedure di informazione sia prima dell’installazione che dopo”. E in effetti, nella Torre dei Segnali, scritto nero su giallo si può leggere “radiazioni non ionizzanti”. “Abbiamo presentato un esposto a metà agosto, chiedendo delucidazioni su tutti i radar, per ora sappiamo solo che quelli previsti sono 15, 11 della guardia costiera e 4 della guardia di finanza, che stanno seguendo procedure diverse ma un sistema coordinato”, dice Deliperi, “perciò ci dovrebbe essere un interscambio di informazioni che prevede una sorta di copertura generale su tutta la fascia costiera, ma non sappiamo nulla”.
sardegna = colonia italiana
da Radio Press Facebook, 23 agosto 2011
Sul faro di Sant’Elia spunta un radar, ma nessuno ha avvertito i cagliaritani. La denuncia degli ambientalisti: http://it-it.facebook.com/notes/radio-press/sul-faro-di-santelia-spunta-un-radar-ma-nessuno-ha-avvertito-i-cagliaritani-la-d/10150286613713670
è stato approvato il 31 agosto 2011 dal Consiglio regionale della Sardegna l’Ordine del giorno n. 65 BRUNO – PITTALIS – COSSA – MANINCHEDDA – SALIS – URAS – CUCCUREDDU – STERI sull’installazione di stazioni radar di penetrazione per finalità militari nel territorio regionale.
Impegna la Giunta regionale
1) ad assumere una iniziativa precisa presso il Governo nazionale che consenta di rivisitare complessivamente la presenza di servitù militari in Sardegna e contemperare le esigenze di sicurezza con quelle di tutela e di protezione previste negli strumenti di programmazione territoriale della Sardegna;
2) affinché vengano riesaminati i pareri, le autorizzazioni amministrative o le concessioni rilasciate a favore dell’installazione dei radar, dei relativi tralicci, delle strutture di pertinenza e delle cabine destinate a contenere gli apparati di trasmissione;
3) affinché richieda che vengano riconvocate le conferenze di servizio per il riesame più approfondito degli interventi e vengano coinvolte le rappresentanze delle associazioni rappresentative di interessi diffusi e dei cittadini interessati.
(vds. http://www.consregsardegna.it/XIVLegislatura/Ordini%20del%20giorn/odg065.asp)
da L’Unione Sarda, 6 settembre 2011
«Sant’Elia, no al radar».
COMUNE. Interrogazione al sindaco dell’esponente della Sinistra. Lobina: danni all’ambiente, Zedda prenda posizione.
Enrico Lobina, consigliere comunale della Federazione della Sinistra, presenta un’interrogazione al sindaco e gli chiede di prendere posizione contro la decisione del ministero della Difesa di installare 15 radar in tutta l’Isola a scopo di intelligence. A Massimo Zedda, Lobina pone quattro quesiti: «Se ritiene opportuno che si rivalutino tutte le autorizzazioni che hanno portato a questa installazione; se abbia intenzione di prendere posizione politica su questa costruzione dannosa per la comunità; se possa valutare l’esistenza di una valutazione ambientale in merito; se possa convocare una nuova conferenza di servizi coinvolgendo maggiormente la cittadinanza attiva».
Secondo Lobina «in Sardegna viviamo un periodo di crisi profonda, che limita la qualità della vita dei sardi» e questo sarebbe «l’ennesimo provvedimento che danneggia le nostre coste e la nostra qualità della vita perché», sostiene Lobina, «questi radar sono o saranno installati in punti costieri di grande pregio e sottoposti a vari vincoli paesaggistici. In generale tutti questi progetti sono stati pensati e discussi con un livello insufficiente di pubblicità.
Si tratta di strutture inquinanti, brutte e costose, così a Sant’Elia uno di questi radar è comparso, nel silenzio generale, in un punto classificato come Sito di interesse comunitario. Da qui i quattro quesiti.
da Sardegna Quotidiano, 6 settembre 2011
LOBINA CONTRO IL RADAR.
A Sant’Elia è spuntato un radar. Uno dei 14 finanziati dal ministero Difesa a scopo di intelligence. «I radar sono o saranno installati in punti costieri di grande pregio e sottoposti a vari vincoli paesaggistici », attacca Enrico Lobina, consigliere comunale delle federazione della Sinistra, «per questo ho pensato di porre al sindaco dei quesiti sul tema. Gli chiederò se ritiene opportuno che si rivalutino tutte le autorizzazioni che hanno portato a questa installazione. Se abbia intenzione di prendere posizione politica su questa costruzione dannosa per la comunità. E se possa valutare l’esistenza di una valutazione ambientale in merito.
da Radio Press Facebook, 5 ottobre 2011
Radar, arriva la sospensiva del Tar per gli impianti di Sant’Antioco e Fluminimaggiore. Tresnuraghes va a decisione immediata: http://it-it.facebook.com/notes/radio-press/radar-arriva-la-sospensiva-del-tar-per-gli-impianti-di-santantioco-e-fluminimagg/10150337593933670
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da La Nuova Sardegna on line, 6 ottobre 2011
Radar, stop dal Tar: sospesa la costruzione di tre impianti sulle coste: http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/10/06/news/radar-stop-dal-tar-sospesa-la-costruzione-di-tre-impianti-sulle-coste-5087362
da La Nuova Sardegna on line, 17 novembre 2011
Mercantile rischia di schiantarsi sulla scogliera di Monti Russu.
Scongiurata una collisione al largo delle coste galluresi. La guardia costiera della Maddalena è riuscita a evitare che un mercantile panamense di 1800 tonnellate di stazza andasse a schiantarsi su un tratto della costa: http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/11/17/news/mercantile-rischia-di-schiantarsi-sulla-scogliera-di-monti-russu-5294869
Immigrati, 1 morto e 28 persone tratte in salvo su barca al largo della Sardegna.
Da domenica sera erano scattate le ricerche della barca dalla quale era partito un Sos ricevuto dai carabinieri di Carbonia. Solo al quarto giorno di ricerche è stata avvistata da un aereo Art 42 della Guardia Costiera a circa 65 miglia ad ovest dall’isola di San Pietro: http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/11/17/news/immigrati-1-morto-e-28-persone-tratte-in-salvo-su-barca-al-largo-della-sardegna-5294763
da La Nuova Sardegna, 15 dicembre 2011
Radar a Capo Testa, sarà scontro duro all’incontro pubblico. (Serena Lullia)
SANTA TERESA. Il consiglio comunale trasloca per una sera alla stazione marittima. Convocata per il 23 dicembre un’assemblea pubblica a cui parteciperanno maggioranza e opposizioni e a cui sono invitati i cittadini. Unico punto in discussione l’installazione del radar a Capo Testa. Un tema delicato che divide. La giunta guidata dal sindaco Stefano Pisciottu prenderà una posizione ufficiale solo dopo aver discusso con la comunità. Il primo cittadino ha più volte dichiarato il suo no alla sentinella bionica sul faro di Capo Testa. Il capogruppo di maggioranza, Angelo Murineddu, chiede di capire, discutere, acquisire informazioni prima di prendere una decisione. «Prima di tutto vengono la salute e l’ambiente – spiega -. Ma bisogna anche stabilire come tutelarli. Pensiamo a cosa potrebbe succedere se una petroliera si schiantasse sulle scogliere di Capo Testa. Per il nostro territorio sarebbe la fine. Per ora è impossibile impedire alle navi di attraversare le Bocche di Bonifacio senza carichi pericolosi. Dobbiamo quindi chiederci se possiamo ancora affidarci al buon Dio per proteggerci dagli incidenti o dobbiamo pensare di sfruttare la tecnologia per prevenire i danni. Curare non è sempre possibile. A volte è meglio la prevenzione». Parole che non sono un sì di Murineddu al radar, ma un invito alla riflessione. «La nostra posizione è un no a qualsiasi proposta di monitoraggio che causi danni alla salute – aggiunge il capogruppo -. Ma insieme alle istituzioni e alla comunità dobbiamo cercare un modo per tutelare salute e ambiente. Dobbiamo affrontare questo tema con un approccio sereno, senza preconcetti, valutando rischi e vantaggi». Dalla consigliere di opposizione, Lina Crobu, arriva invece un no senza se e senza ma al radar. «La sorveglianza sulle Bocche non elimina il problema del transito di cargo con merci pericolose nelle Bocche – dichiara Crobu -. Per quanto mi riguarda mi opporrò all’apertura di qualsiasi trattativa sul radar. Capo Testa è un punto di straordinaria bellezza e va preservato. È il simbolo del paese e della nostra identità. E per quanto riguarda la salute non accetterò che venga installato uno strumento che può causare danni con le emissioni elettromagnetiche».
il Comune di Carloforte si è espresso formalmente con parere negativo con deliberazione Consiglio comunale n. 17 del 29 novembre 2011: http://www.comune.carloforte.ca.it/delibere/uploads/C.C.%2017%20del%2029.11.2011%20no%20radar%20caposandalo.pdf
da La Nuova Sardegna, 20 dicembre 2011
CARLOFORTE. La Capitaneria scrive al sindaco: «Il radar si farà». (Simone Repetto)
CARLOFORTE. Il radar per il controllo del traffico marittimo a Capo Sandalo si farà. La conferma è in una lettera inviata dal comandante generale delle Capitanerie di Porto, ammiraglio Marco Brusco, al sindaco Stefanelli, che a novembre aveva chiesto delle precisazioni. Ma sarà convocata una conferenza di servizi per esaminare la sosteniblità del progetto, le possibili ricadute sull’ambiente e sulla salute umana, il rispetto delle norme vigenti. Insomma il dibattito sul radar è destinato a riaccendersi. Il Comune ha più volte protestato contro l’installazione, sia recandosi a capo Sandalo che manifestando in piazza, ottenendo poi la convocazione di un Consiglio straordinario, che aveva deliberato all’unanimità il no. C’è poi il comitato costituito per contrastare il progetto e che non ha mai smesso di protestare. La lettera della Capitaneria apre una fase nuova, anche se è stata annunciata una conferenza di servizi per esaminare gli eventual problemi. Per il comando generale, un radar con sensore “tipo RRS”, come quello previsto a capo Sandalo (presente anche a La Maddalena e Cagliari), darebbe maggiori garanzie nell’evitare sinistri navali e ridurre disastri ecologici in aree di pregio. Elementi che dovranno convincere i carlofortini, visto il clima non sarà facile.