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Referendum su lavoro e cittadinanza, 8-9 giugno 2025.


Domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025 siamo chiamati a esprimerci sui referendum abrogativi relativi a cinque quesiti in tema di lavoro e cittadinanza.

Se ne parla poco, se ne sa anche meno. Neppure i promotori si affannano troppo a far divulgazione.

Proviamo a fare un po’ di informazione.

Buona lettura e, soprattutto, buon voto!

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Capriolo (Capreolus capreolus)

E’ possibile votare domenica dalle ore 7 alle ore 23 e lunedì dalle ore 7 alle ore 15.

Il quorum. Per la validità della consultazione referendaria popolare è necessario che si rechino alle urne metà degli aventi diritto al voto più uno (50% più 1), così come prevede l’articolo 75, comma 4°, Cost. (“La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi”)

Farfalla (fam. Farfalla)

Il primo quesito: Jobs Act (scheda verde)

1) «Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione».

Il quesito chiede

«Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?».

Votando SI, si permette il reintegro del lavoratore licenziato illegittimamente, che a causa della cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori oggi non ne ha diritto.

Votando NO, questa parte del Jobs Act (decreto legislativo n. 23/2015 e s.m.i.) rimane invariata e il reintegro del dipendente in azienda può avvenire solo quando c’è stato un licenziamento discriminatorio, per ragioni legate a idee politiche o religiose, durante la maternità o il congedo matrimoniale o viene intimato solo verbalmente, oppure per licenziamento disciplinare ingiustificato. Nel altri casi resta valido l’indennizzo economico.

campo di mais

Il secondo quesito: tutele nelle piccole imprese (scheda arancione)

2) «Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale».

Il quesito chiede

«Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali”, come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: “compreso tra un”, alle parole “ed un massimo di 6” e alle parole “La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro.”?».

Votando SI, viene rimosso il limite dell’indennità di licenziamento illegittimo dei dipendenti nelle piccole imprese, che attualmente non può superare le sei mensilità. L’indennizzo potrà essere teoricamente più consistente.

Votando NO, resta l’indennità di massimo sei mesi (legge 15 luglio 1966, n. 604 e s.m.i.).

albero e neve

Il terzo quesito: contratti a termine (scheda grigia)

3) «Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi».

Il quesito chiede

«Volete voi l’abrogazione dell’articolo 19 del d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81 recante “Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183”, comma 1, limitatamente alle parole “non superiore a dodici mesi. Il contratto può avere una durata superiore, ma comunque”, alle parole “in presenza di almeno una delle seguenti condizioni”, alle parole “in assenza delle previsioni di cui alla lettera a), nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 31 dicembre 2025, per esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti;” e alle parole “b bis)”; comma 1 -bis , limitatamente alle parole “di durata superiore a dodici mesi” e alle parole “dalla data di superamento del termine di dodici mesi”; comma 4, limitatamente alle parole “,in caso di rinnovo,” e alle parole “solo quando il termine complessivo eccede i dodici mesi”; articolo 21, comma 01, limitatamente alle parole “liberamente nei primi dodici mesi e, successivamente,”?».

Il quesito referendario riguarda i contratti a tempo determinato, disciplinati dal Jobs Act del 2015 (decreto legislativo n. 23/2015 e s.m.i.), modificati dal governo Conte e successivamente dall’attuale governo Meloni con il decreto del Lavoro.  Votando SI, si reintroduce la causale per i contratti di lavoro sotto i 12 mesi.

Votando NO la normativa rimane quella vigente, che esclude per i rinnovi e per le proroghe l’esigenza delle causali per i contratti fino a 12 mesi e ha introdotto nuove causali per i contratti tra i 12 e i 24 mesi, tra cui quella per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti in assenza della previsione contrattuale, che è possibile stipulare fino a fine anno.

Fenicottero rosa (Phoenicopter roseus)

Il quarto quesito: la sicurezza sul lavoro (scheda rosa)

4) «Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione».

Il quesito chiede

«Volete voi l’abrogazione dell’art. 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” come modificato dall’art. 16 del decreto legislativo 3 agosto 2009 n. 106, dall’art. 32 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modifiche dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nonché dall’art. 13 del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modifiche dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, limitatamente alle parole “Le disposizioni del presente comma non si applicano ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.”?».

Il quesito referendario riguarda il c.d. Testo unico sulla sicurezza sul lavoro (decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i.) e intende ampliare la responsabilità dell’azienda che commissiona un appalto, che attualmente riguarda solo i rischi generici, per includere gli infortuni legati specificamente al tipo di lavoro svolto. alle morti nei cantieri edili. Il referendum punta all’abrogazione della norma che esclude la responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni e incidenti di questo tipo.

Votando SI, si vuole la responsabilità di tutti per infortuni e incidenti del lavoratore. Votando NO, le responsabilità del committente restano limitate.

Prato e Orchidee (archivio Benthos)

Il quinto quesito: la cittadinanza italiana (scheda gialla)

5) «Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana».

Il quesito chiede

«Volete voi abrogare l’articolo 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”?».

Il quesito referendario riguarda la concessione della cittadinanza italiana agli stranieri: in sostanza, propone di dimezzare il periodo di residenza legale in Italia, fissato dall’art. 9 della legge n. 91/1992 e s.m.i., dopo il quale un cittadino extracomunitario ha diritto di presentare richiesta di cittadinanza italiana.    Rimangono, naturalmente, gli altri requisiti previsti dalla legge, come la conoscenza della lingua italiana e la buona condotta.

Votando SI, il periodo di residenza richiesto passa da 10 a 5 anni. Votando NO, resta il requisito minimo attuale.

Asino (Equus asinus)

(foto Benthos, S.L., S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di Salvatore
    Salvatore
    giugno 5, 2025 alle 9:00 am

    meno male che eravate apolitici, brutto rispetto verde. E perché devo andare a votare, come da te consigliato??

    • Avatar di cittadino
      cittadino
      giugno 5, 2025 alle 12:32 PM

      votare è un tuo diritto ma anche un dovere come dovresti sapere, e poi cosa c’entra la politica? se tiri in ballo la politica sei tu stesso il problema e non gli altri, il referendum è uno strumento di legislazione popolare, ma forse hai paura, paura anche della verità

    • giugno 5, 2025 alle 7:36 PM

      vedi, Salvatore, il GrIG si occupa anche di diritti civili, fa quindi informazione su un appuntamento referendario che interessa tutti gli Italiani, compreso lei.
      Soprattutto, il GrIG rispetta e vuol fare la sua piccola parte per attuare la Costituzione: l’art. 48 Cost. afferma chiaramente che “il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.”.
      Dovere civico, capito?
      Buona serata e buon voto a tutti.

      Stefano Deliperi

  2. Avatar di carta.lucrezia
    carta.lucrezia
    giugno 5, 2025 alle 11:22 am

    Votare e ‘ un diritto e un dovere.  Grazie per le spiegazioni, finalmente chiare Inviato dal mio Galaxy

  3. Avatar di capitonegatto
    capitonegatto
    giugno 5, 2025 alle 5:04 PM

    Andare a votare un referendum serve per esprimere il propio parere. E’ un atto importante, e chi cerca di sabotarlo non capisce il valore della democrazia. Non si va al seggio e non si ritirano le schede : quelle sul precariato, i salari, ecc. E se lo fa chi guida un governo, non da certo il buon esempio !!

  4. Avatar di Donatella Mercatelli
    Donatella Mercatelli
    giugno 5, 2025 alle 11:02 PM

    Donatella Mercatelli

    Grazie GrIG, informare in maniera chiara e comprensibile è uno dei tuoi pregevoli requisiti, è nostro dovere di Cittadini informarsi dei nostri diritti e dei nostri doveri di Italiani, la nostra Carta Costituzionale fa sì che ogni avente diritto, entri libero nella cabina elettorale , esprima liberamente il suo parere col voto e ne esca ancora libero, w la Repubblica d’Italia! W la Libertà!🇮🇹

  5. Avatar di capitonegatto
    capitonegatto
    giugno 6, 2025 alle 7:00 PM

    Per chi e’ fuori regione, magari per motivi di salute, e vorrebbe votare, poi si accorge che il termine per richiedere al comune di residenza , quanto serve per votare, si ferma a c.ca 20 g. prima del voto. Quindi cosi’, chiudendo la burocrazia con tanto anticipo, si cerca di non farci votare !!

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