L’efficienza energetica è meglio dei contributi “a pioggia” per le rinnovabili.
Rilevanti considerazioni di Rosa Filippini, presidente degli Amici della Terra – Italia, su alcuni temi della politica energetica nazionale per l’Astrolabio, la newsletter ambientale degli Amici della Terra.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
La “svolta di Renzi” nell’energia ancora non si vede (anche su http://www.agienergia.it/Home.aspx), 8 aprile 2014
Che il caro bolletta sia determinato, in Italia, dagli incentivi fuori misura elargiti nell’ultimo quinquennio alle fonti rinnovabili elettriche, in particolare fotovoltaico ed eolico, è ormai un fatto assodato. Non che sia mai stato un segreto: l’Autorità per l’energia elettrica e il gas aveva avvertito fin dal 2009 delle dimensioni preoccupanti che il fenomeno avrebbe assunto, in particolare per le piccole e medie imprese; gli Amici della Terra chiedono da tempo di riequilibrare le incentivazioni in favore dell’efficienza energetica e delle rinnovabili termiche; la stessa Strategia energetica nazionale (SEN) e i diversi Governi dal 2010 in poi hanno riconosciuto a più riprese che occorre correggere misure che assomigliano più a rendite ingiustificate che a incentivi.
Tanti allarmi e preoccupazioni non sono però riusciti a impedire che il conto da pagare in bolletta, annualmente e per i prossimi venti anni, sia arrivato a superare i 13 miliardi costituendo mediamente il 20% del costo dell’elettricità per gli Italiani. Una lobby molto ben organizzata, presente in tutti i partiti e attiva nelle istituzioni, è riuscita finora a salvaguardare le rendite acquisite dalle tecnologie più costose e inefficienti facendole passare per “green economy” nonostante l’impatto paesaggistico e ambientale di tralicci, pale e pannelli su vaste estensioni di territorio agricolo o pregiato dal punto di vista naturalistico.
Non siamo ancora certi che il Governo Renzi voglia porre fine a questa stagione irresponsabile, perché alle dichiarazioni di voler tagliare i costi dell’energia e di considerare l’efficienza energetica come “prima priorità” (cose già dette dai governi precedenti) non corrispondono atti e comportamenti conseguenti. Proprio in questi giorni, il GSE si appresta a indire nuove aste per l’attribuzione di ulteriori incentivi alla produzione di elettricità da fonti intermittenti come l’eolico o da impianti inefficienti come le biomasse senza cogenerazione.
Si decide cioè di attribuire nuove rendite proprio mentre si dichiara di voler cambiare e quando ormai non c’è più alcuna giustificazione per mantenere le vecchie regole. Infatti, nel settore elettrico, nel 2013 è già stato raggiunto il 33% di rinnovabili, ben oltre l’obiettivo del 27% che costituiva l’impegno dell’Italia rispetto alle politiche climatiche europee del 20-20-20. Addirittura, è in corso di superamento l’obiettivo di rinnovabili elettriche ridefinito dalla SEN appena un anno fa, ben oltre i tetti di spesa fissati dalla stessa SEN: circa 8 miliardi annui per il fotovoltaico e 5 miliardi per l’eolico e le altre rinnovabili elettriche. Altro che spending review e lotta agli sprechi!
Rimanendo alle ragioni ambientali, anche i più convinti fautori della lotta ai cambiamenti climatici dovrebbero opporsi a questo spreco. Infatti, se gli obiettivi di rinnovabili elettriche sono ampiamente superati, l’obiettivo generale delle rinnovabili sul consumo totale di energia è ancora fermo al 13,5% . Ciò perché i consumi elettrici sono solo il 20% dei consumi totali di energia costituiti prevalentemente da consumi termici (45%) e per trasporti (33%). E’ quindi sui consumi di fonti rinnovabili negli usi termici e nei trasporti, insieme alle politiche per l’efficienza energetica che l’Italia dovrebbe puntare senza indugio per conseguire gli obiettivi europei e per raggiungere livelli significativi di diminuzione di gas serra.
Molto meno costose e ben più efficaci per il clima, queste misure consentirebbero, al contempo, di rafforzare la spinta per la ripresa economica: l’efficienza energetica come volano per accrescere la competitività dell’industria nazionale; le rinnovabili termiche come driver per le eccellenze della tecnologia italiana (pompe di calore, apparecchi a biomassa, teleriscaldamento, ciclo Rankine Organico) e per un rilancio qualificato dell’edilizia.
Quel che si aspetta, dunque, è una “svolta” vera e non nuove stangate in favore dei soliti noti. La zavorra degli errori passati resterà in bolletta per i prossimi vent’anni, come costoso promemoria di malgoverno.
Rosa Filippini, presidente degli Amici della Terra – Italia
(foto C.B., S.D., archivio GrIG)



Mentre con grande speranza e nessuna fiducia aspettiamo la svolta dei nostri polli tici,aiutiamoci con la decrescita e il non consumo con un utilizzo consapevole dell’energia ricordandoci che bruciamo carbone(nella maggior parte dei casi)quando utilizziamo la corrente
si potrebbe azzerare quel 33% di consumo totale di energia causato dai trasporti con i veicoli elettrici che tra l’altro hanno anche un efficienza energetica di molto superiore ai veicoli con motore a combustione interna (veicoli a benzina, gasolio e gas). Allora la quota di energia elettrica fornita dalle rinnovabili (stando all’articolo, il33%) non sarebbe più eccessiva ma anzi si renderebbe necessario aumentarla
da La Repubblica, 23 giugno 2014
Tagli alle rinnovabili, scatta l’allarme degli investitori esteri. (Antonio Cianciullo): http://www.repubblica.it/ambiente/2014/06/23/news/tagli_alle_rinnovabili_scatta_lallarme_degli_investitori_esteri-89765466/?ref=HREC1-15
da Il Fatto Quotidiano, 23 giugno 2016
Energie rinnovabili, Renzi promette 9 miliardi: è un decreto in ritardo di 18 mesi. Dopo i favori alle lobby delle fossili.
Il premier ha annunciato investimenti, ma si tratta, sotto altre vesti, del tanto atteso decreto per i sussidi alle fonti rinnovabili non fotovoltaiche. Ma arriva dopo una serie di provvedimenti a favore di produttori di petrolio e gas, dall’emendamento Tempa Rossa alla norma sblocca trivelle. (Elena Veronelli): http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06/23/energie-rinnovabili-renzi-promette-9-miliardi-e-un-decreto-in-ritardo-di-18-mesi-dopo-i-favori-alle-lobby-delle-fossili/2855036/