La Regione Umbria si lava le mani del territorio umbro.
E’ evidente che la decisione scaturita il 2 novembre dalla Seconda Commissione Consiliare della Regione Umbria, sul tracciato del Gasdotto Brindisi – Minerbio, ha lasciato tutti sconcertati, delusi ed amareggiati.
Dalle parole dell’Assessore Rometti infatti, traspare l’intenzione di non chiedere la revisione del progetto, ma solo qualche aggiustamento sul tracciato.
Dopo le mozioni votate all’unanimità in Regione Abruzzo e alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, sembrava naturale che anche in Umbria, Cuore Verde d’Italia, si procedesse sulla stessa strada, ovvero chiedere di istituire immediatamente un tavolo per rivedere il tracciato del Gasdotto Brindisi Minerbio e progettarne uno alternativo, meno impattante per i territori a più alta valenza ambientale e paesaggistica del nostro paese e soprattutto a maggiore rischio sismico.
Invece il nostro assessore Rometti e la Commissione, hanno deciso di non decidere e rimandare il tutto alla conferenza Stato-Regioni, dove esprimerà la posizione della Regione Umbria. In pratica la Regioneha stabilito che a noi cittadini ed abitanti di questa regione, interessati da questa infrastruttura che peserebbe profondamente nel nostro futuro, non sia per ora dato di sapere: il potere parla solo a se stesso.
Poi si offendono quando si parla di “Casta”. E di cosa altro si dovrebbe parlare ?
Sarebbe stata la Regione, e non i Comitati, a dover chiedere sin dall’inizio alla Snam di proporre un progetto alternativo, visto che tutte le leggi a tutele dell’ambiente, del paesaggio, del territorio impongono questo.
Come può Rometti parlare del piano paesaggistico regionale e affermare che “…la tutela e la valorizzazione del paesaggio sono fattori determinanti per le politiche di governo del territorio, costituendo anche una leva per lo sviluppo economico…” quando contemporaneamente si appresta a consentire la costruzione di un “ecomostro” sui crinali appenninici in grado di generare un danno paesaggistico talmente grande chi i suoi stessi funzionari regionali dicono “…Inoltre l’alterazione paesaggistica prodotta dall’opera, nonostante le misure di graduale ripristino ambientale previste dal progetto, rimarrà visibile per un tempo considerevole e costituirà un segno pregiudizievole per la salvaguardia dei caratteri paesaggistici del territorio Umbro.”
Ma i nostri amministratori leggono quello che dicono o parlano per abitudine? Si rendono conto di quanta poca fiducia ispirino ai cittadini con queste affermazioni contraddittorie, quasi a vanvera? E dopo le ultime notizie uscite su Montedoglio, come dovremmo sentirci noi che viviamo nei territori a più alto rischio sismico nazionale, quando oltre al danno gli si aggiunge la beffa di vedersi passare una infrastruttura potenzialmente pericolosa? Tutelati ?
Eppure, grande era stato l’eco nazionale del voto alla Commissione Ambiente della Camera, dove la perseveranza di alcuni Onorevoli (Verini, Lolli, Mariani, Vannucci) facenti parte dello stesso partito che governala Regione Umbria, aveva permesso di ottenere un voto unanime, convincendo anche il Centrodestra della bontà delle ragioni della nostra lotta, ad una mozione che chiede al Governo di istituire un tavolo per la revisione del progetto. Con il voto alla Camera e con quello al Consiglio regionale abruzzese ogni ostacolo politico e tecnico era stato rimosso, non c’erano più alibi e anche i nostri pavidi amministratori avevano (ed hanno) la strada spianata.
Vorremmo a questo punto comprendere (ed è nostro preciso diritto) le ragioni che hanno spintola Seconda Commissioneambiente della Regione Umbria a decidere di non decidere, a non difendere il proprio territorio, i propri cittadini e i loro interessi. Se non ci sono ostacoli politici, perché amministratori come Bottini (ex assessore all’ambiente) ha un atteggiamento così apertamente “militante” a favore del “progetto” e di chi lo propone?
Cosa c’è davvero in gioco?
Comitato interregionale “No Tubo” Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da ACS – agenzia di informazione del Consiglio regionale dell’Umbria, 2 novembre 2011
Nella seduta odierna della Seconda Commissione consiliare, presieduta da Gianfranco Chiacchieroni si è nuovamente parlato del metanodotto Brindisi-Minerbio il cui tracciato interesserà una parte significativa del territorio umbro. All’ordine del giorno gli approfondimenti relativi ad una mozione a firma dei consiglieri Dottorini e Brutti (Idv), Goracci e Stufara (Prc-Fds) che sollecita l’Esecutivo di Palazzo Donini a intervenire presso il Ministero ela Snam Retegas per ottenere la revisione del progetto, chiedendo anche conto del perché non sono state prese in esame possibili soluzioni alternative. E se per l’assessore regionale Rometti, presente alla riunione, la sede decisiva sarà quella della Conferenza Stato-Regioni dove ha assicurato che verrà valutata attentamente “la possibilità di intervenire ulteriormente per migliorare il tracciato proposto”, per Goracci è auspicabile, come ha già chiesto il Consiglio regionale abruzzese ela Commissione Ambientedella Camera, di attivare un tavolo utile ad individuare un tracciato alternativo a quello previsto. Per Nevi (PdL) si tratta di “un nuovo scontro all’interno di una maggioranza che non sta più in piedi e che mette a rischio, come in questo caso, lo sviluppo dell’Umbria e dell’Italia”.
(Acs) Perugia, 2 novembre 2011 – “Seguire l’esempio del Consiglio regionale dell’Abruzzo affinché venga istituito un apposito tavolo tra tutti i soggetti interessati per l’individuazione di un tracciato del metanodotto alternativo a quello della dorsale appenninica”. È questo in sostanza quanto ha ribadito oggi in Seconda Commissione, Orfeo Goracci (Prc-Fds), firmatario insieme al suo collega di partito Damiano Stufara e ai consiglieri dell’Idv, Oliviero Dottorini e Paolo Brutti(primi firmatari), di una mozione con la quale, principalmente, si chiede di impegnare l’Esecutivo di Palazzo Donini a intervenire presso il Ministero competente ela Snam Retegas per ottenere la revisione del progetto chiedendo anche conto del perché non sono state prese in esame possibili soluzioni alternative, anche in considerazione di corridoi infrastrutturali già esistenti. L’auspicio contenuto nell’atto riguarda anche la convocazione di una seduta straordinaria della Conferenza Stato-Regioni dove poter dar luogo ad approfondimenti sul progetto in questione.
La mozione, approdata nelle settimane scorse in Aula e rimandata nuovamente in Commissione per ulteriori approfondimenti sul progetto, ha visto stamani la presenza a Palazzo Cesaroni dell’assessore regionale Silvano Rometti il quale ha ribadito come “la Giuntaha già espresso la propria posizione attraverso una precisa delibera nella quale è stato tenuto conto dell’iter che ha seguito il progetto e che ha attraversato tutta la scorsa legislatura dove è stato dato luogo ad un confronto diretto con il territorio e quindi con i vari Comuni interessati. Di questo – ha rimarcato Rometti – dobbiamo tenerne conto riservandoci tuttavia piena libertà di azione in merito al nostro parere sull’opera che siamo tenuti a dare in sede di Conferenza Stato-Regioni, la sede cioè chiamata ad autorizzare in maniera definitiva il progetto. E sarà proprio lì – ha assicurato l’assessore – che esprimeremo il nostro parere dopo aver sentito quello delle altre Regioni interessate dal tracciato con le quali continuo a mantenere contatti costanti. Certamente valuteremo la possibilità di intervenire ulteriormente per migliorare il tracciato proposto”.
Per dichiarandosi disponibile a ragionare “di eventuali modifiche al tracciato che possano eliminare particolari problemi”, il capogruppo del Pdl, Raffaele Nevi ha sottolineato come la sua parte politica “non sia ideologicamente contraria all’opera. Per l’ennesima volta – ha osservato -, su un tema importante e delicato come questo notiamo un nuovo scontro all’interno della maggioranza fra Rifondazione comunista e il Pd ela Giuntaregionale, a dimostrazione che anche su questo tema, come in altri, questa maggioranza non sta più in piedi, mettendo a rischio lo sviluppo dell’Umbria e, in questo caso, dell’Italia”.
“Riunione non entusiasmante” l’ha definita Orfeo Goracci perché “dopo quanto approvato dall’Abruzzo e in Commissione Ambiente della Camera dei deputati, che hanno invitato tutti i soggetti interessati all’opera ad attivare un tavolo utile ad individuare un altro tracciato, credevo che l’Umbria, nelle sue componenti, a partire da quelle di Governo, avesse una strada più facilitata. Continuo a non capire l’utilità di questa opera devastante per il territorio e il motivo per il quale ci si chiuda senza volere, in maniera serena e tranquilla, aprire a soluzioni alternative e possibili riguardo al tracciato. Vedremo se, attraverso contatti più diretti e ravvicinati all’interno della maggioranza sia possibile trovare un punto di caduta. Al momento il giudizio sulla gestione della vicenda non è positivo”.
Sul passaggio di questa infrastruttura in una parte del territorio regionale ha espresso contrarietà, attraverso la presentazione di una specifica mozione, anche il capogruppo della Lega Nord, Gianluca Cirignoni che anche oggi ha ribadito la necessità di prendere in considerazione altri tracciati “dove l’opera avrebbe minore impatto, come già previsto per altri gasdotti, opere per le quali sono stati raddoppiati tracciati sulla stessa linea e fatti passare sotto il mare”. Il capogruppo leghista ha quindi fatto sapere di voler presentare una interrogazione a risposta scritta con la quale chiederà alla Giunta regionale se verranno previste misure compensative ed indennizzi, che non siano soltanto quelli riguardanti la risistemazione della ferita procurata al territorio, per i comuni interessati dal passaggio dell’infrastruttura. L’opera – ha rilevato ancora l’esponente del Carroccio – non è strategica per l’Umbria, ma per portare il gas da altre parti. Per questo è importante sapere, anche per valutare l’operato della Giunta, se sul piatto ci saranno misure compensative per il territorio”.
Nel corso della discussione, Lamberto Bottini (PD) ha sottolineato l’importanza di approfondire il passaggio del tracciato nel territorio umbro senza mettere, tuttavia, in discussione l’opera. “É importante – ha detto – individuare il migliore tracciato possibile all’interno della discussione che avrà luogo nella Conferenza Stato-Regioni”. AS/as
(foto A.C., S.L., S.D., archivio GrIG)





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