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Abusivismo edilizio venatorio nel Vicentino.


Malo, altane di caccia

Dev’essere un modo per sentirsi più comodi. O per giocare a far la contraerea.  E’ proprio difficile capire che cosa passa nella testa di persone normalissime, almeno in apparenza, che quasi si trasformano con un fucile calibro 12 in mano.   Cosa pensare quando si osservano le altane in legno e metallo, alte parecchi metri, le baracche divenute veri e propri bunker con tanto di feritoie e recinzioni realizzate nei boschi del vicentino?  Quasi linee fortificate permanenti, da dove cacciatori con buona scorta di munizioni sparano a chi ha la malcapitata idea di svolazzare a tiro.  Simile la situazione di Lumezzane (BS), dove il bunker di caccia talvolta sembra un accessorio da giardino delle ville immerse nei boschi.

Iniziano, però, a giungere i primi riscontri alle richieste di informazioni a carattere ambientale e adozione di opportuni interventi inoltrate dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, grazie alle preziose segnalazioni degli attivisti locali della Lega per l’Abolizione della Caccia  alle amministrazioni pubbliche e alla magistratura competenti con la finalità di verificare se tali installazioni permanenti siano state autorizzate sotto il profilo paesaggistico e per gli aspetti urbanistici.

Il Responsabile del Servizio edilizia e urbanistica del Comune di Malo (VI) ha risposto (Comune di Malo, nota n. 17317 del 10 agosto 2011) all’esposto del 4 luglio 2011 relativamente alle altane di caccia e ai bunker del Monte Pian che per tali strutture non risultano mai presentate istanze di autorizzazione, “né risulta siano mai state rilasciate autorizzazioni edilizie o ambientali siano esse temporanee o permanenti”, rimanendo in attesa degli esiti finali degli accertamenti della Polizia localeper le valutazioni definitive.

Malo, capanno di caccia

Il Responsabile del Settore tecnico (4°) del Comune di Castelgomberto (VI) ha risposto (nota n. 8875 del 5 agosto 2011) all’esposto del 13 luglio 2011 riguardo alle altane di caccia in Contrada Carletti e in località Canton che le “opere … segnalate non risultano essere oggetto di alcun provvedimento autorizzativo in materia edilizia … pertanto necessita l’adozione dei provvedimenti” relativi agli abusi edilizi “anche in considerazione della presenza di vincolo di cui al D. Lgs. n. 42/2004” (vincolo paesaggistico).

Oltre ai Comuni competenti, sono stati coinvolti il Ministero per i beni e le attività culturali, la Soprintendenza per i beni architettonici e ambientali di Verona, il Comune di Castelgomberto, i Carabinieri del G.T.A. di Treviso, il Corpo forestale dello Stato e – per gli eventuali aspetti di competenza – la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza.

Emerge, quindi, una situazione di abusivismo edilizio a fini venatori, meritevole dei necessari provvedimenti di legge concernenti demolizione e ripristino ambientale nei confronti di queste linee Maginot ben poco virtuose.

Castelgomberto, altana di caccia

Gruppo d’Intervento Giuridico

(foto per conto GrIG)

Malo, Monte Pian, la linea delle "fortificazioni" venatorie

  1. Avatar di Mara
    Mara
    agosto 13, 2011 alle 7:26 PM

    Suggerisco che prima della demolizione il proprietario venga relegato lassù per una settimana. A pane e acqua.

  2. agosto 14, 2011 alle 12:25 PM

    un interessante commento.

    Avv. Dario Meneguzzo, I capanni da caccia sono abusi edilizi e ambientali? : http://venetoius.myblog.it/tag/abuso%20edilizio

  3. Avatar di daniela
    daniela
    agosto 14, 2011 alle 8:10 PM

    sei forte Mara, non avrei saputo fare un commento migliore! aggiungo oltre alla permanenza

    sull’altana anche qualche” strizza “sfiorati dai pallini dei fucili dei loro amici cacciatori

  4. agosto 22, 2011 alle 6:10 PM

    da Vicenza Today, 16 agosto 2011
    Altane abusive, arrivano le risposte dei Comuni.
    Stefano Deliperi, del Gruppo di intervento giuridico, ci aggiorna sulle risposte date dai Comuni sulle altane che proliferano nelle campagne vicentine: nessuno le ha autorizzate: http://wwwww.vicenzatoday.it/cronaca/caccia-altane-abusive.html

    da Bassano Ecologista, 16 agosto 2011
    Abusivismo edilizio venatorio nel Vicentino: http://wwwbassanoecologista.blogspot.com/2011/08/abusivismo-edilizio-venatorio-nel.html

  5. agosto 25, 2011 alle 3:36 PM

    da Il Giornale di Vicenza, 25 agosto 2011 (http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Provincia/282068__giorni_contati_per_le_altane_verifiche_al_via/)
    Giorni contati per le altane. Verifiche al via. (A.C.)

    A Castelgomberto, giorni contati per le “altane”, ovvero torrette confortevoli realizzate in legno e lamiere, da utilizzare come punti di appostamento per la caccia. Spesso hanno una superficie di parecchi metri quadrati e sono appollaiate sugli alberi e sorrette da puntelli metallici e agganciati al suolo con comode scale. Sono quattro i proprietari di queste postazioni fisse, sulla cui regolarità dal punto di vista delle norme urbanistiche si sta indagando, che saranno raggiunti dalla richiesta del Comune di presentare, entro 10 giorni, le eventuali autorizzazioni. In caso contrario, le strutture saranno abbattute.
    La macchina dei controlli si è messa in moto dopo l’esposto di Lega
    abolizione caccia e Gruppo di intervento giuridico per verificare se «tali installazioni permanenti siano state autorizzate sotto il profilo paesaggistico e sotto il profilo urbanistico». In altre parole, si vuole sapere se si tratti di abusi edilizi venatori. Le zone interessate sono quelle di Carletti e Canton, sul Colle dei Peraroi.

    Torrette di caccia. Una “giungla” senza controlli (http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Provincia/282071_torrettedi_cacciauna_giunglasenza_controlli/).
    L’INCHIESTA. Viaggio nel mondo degli impianti per l’attività venatoria. Renzo Rizzi del Cpv: «Le strutture non rispettano la legge e le norme paesaggistiche. Sono “bunker” sugli alberi a 30 metri d’altezza».

    I cacciatori tremano: la giungla di torrette e casotti per la caccia traballa sotto una raffica di colpi ma, questa volta, a sparare sono gli ambientalisti. Un migliaio le strutture, tra altane e capanni che sembrano veri e propri bunker con recinzioni e feritoie da cui abbattere gli uccelli: all’arrivo dei primi freddi, si spostano dai Paesi dell’Est europeo verso il continente africano lungo la parte alta della vallata, «corridoio migratorio più importante del nord Italia che, tra l’altro, dovrebbe essere protetto per legge, come richiesto dall’Ispra quasi 30 anni fa», come ricorda Renzo Rizzi presidente del Cpv, Coordinamento protezionistico veneto.
    Castelgomberto e Monte di Malo sono già intervenuti in alcune zone del
    territorio per eliminare strutture dedicate alla caccia, dopo verifica sugli estremi di abuso edilizio, ma, in generale, mancano i controlli secondo gli ambientalisti.
    «Le strutture per la caccia – spiega Rizzi – devono rispettare norme
    edilizie, vincoli paesaggistici e criteri di sicurezza con i dovuti
    collaudi. Invece, ci troviamo di fronte a strutture di 25 o 30 metri
    appoggiate alle piante. Sindaci e dirigenti degli uffici tecnici, una volta giunta la segnalazione delle strutture, devono intervenire immediatamente con verifiche e controlli: se si riscontrano abusi edilizi, allora devono partire sanzioni e l’obbligo di smobilizzare le strutture». Dopo la denuncia, Rizzi si concentra sul meccanismo in atto quando, a livello politico, si deve prendere una decisione relativa alla caccia: «È chiaro l’indirizzo – continua – si vuole accontentare la lobby venatoria senza pensare minimamente alla tutela della fauna selvatica, un patrimonio inestimabile». Infine, ecco anche una frecciatina ai cacciatori di “montagna”: «Loro sparano a tutto quello che passa nell’alta Valle dell’Agno – conclude – E cosa rimane ai cacciatori di pianura?».

    patetico.

    «Ambientalisti perdenti Gli attacchi sono inutili» (K.Z.) (http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Provincia/282067__ambientalisti_perdenti_gli_attacchi_sono_inutili/)

    «Gli ambientalisti, dopo aver perso tutto il perdibile riguardo la caccia, non sanno più a cosa attaccarsi». Non esita a replicare alle accuse, il valdagnese Pietro Fioraso che è consigliere dell’Acv, Associazione cacciatori veneti che tra le altre iniziative promuove il ripristino della caccia tradizionale, diffonde gli aspetti culturali delle tradizioni venatorie e promuove l’incremento del patrimonio faunistico tramite la salvaguardia ambientale: conta oltre 400 iscritti ed è il gruppo coordinato più numeroso del Veneto. «Per quanto riguarda le altane – spiega Fioraso – sono un tasto dolente perché in alcuni casi sono brutture che dovrebbero essere quantomeno regolamentate». Ma più in generale per quanto riguarda i
    casotti da caccia, Fioraso non ha mezzi termini e attacca.
    «I casotti di caccia sono tutta un’altra cosa – precisa – Si tratta di
    strutture approvate dall’ufficio caccia dell’Amministrazione provinciale, dopo sopralluoghi accurati e supportati da autocertificazioni da parte dei cacciatori, smobilizzabili e, comunque, posizionate su fondi privati. Il tutto, naturalmente, previa autorizzazione scritta del proprietario del terreno su cui viene realizzata la struttura. Gli interventi delle Amministrazioni comunali di Monte di Malo e di Castelgomberto sono stati
    determinati da esagerazioni di chi ha edificato capanni, che poi si sono ingranditi al punto di sembrare “ville”».

  1. agosto 23, 2011 alle 2:34 PM
  2. settembre 19, 2011 alle 2:37 PM

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