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Moratoria per gli impianti eolici inutili e devastanti!


 

Subito una moratoria dell’installazione di impianti eolici e riduzione degli incentivi!

Le richieste al Governo di Associazioni ambientaliste e Comitati.

Roma, 22 dicembre 2011 – “La decisione del Governo di aumentare a 23.000 MW, entro il 2016 (con 4 anni di anticipo sulle scadenze del 2020), la potenza installata fotovoltaica dovrebbe almeno scongiurare l’installazione di nuovi impianti eolici. Essi, infatti, rappresentano la massima preoccupazione per il paesaggio, perché hanno già causato danni irreparabili in molte zone del mezzogiorno e delle isole ed ora minacciano anche le zone naturalisticamente pregiate (e sempre meno ventose) del centro-nord”.

Questa, in sintesi, la posizione espressa da dieci Associazioni ambientaliste nazionali e da numerosi Comitati e Associazioni territoriali in una lettera inviata ai Ministri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente, dei Beni culturali, dell’Agricoltura, del Turismo e dell’Economia, in previsione degli attesi provvedimenti di attuazione del dlgs 28 – 2011 sulle rinnovabili, in particolare di quello che riguarderà gli incentivi per gli impianti eolici.

In particolare le Associazioni chiedono al Governo di:

–     effettuare un censimento degli impianti già installati e di quelli già autorizzati su tutto il territorio nazionale;

–     procedere a una moratoria dell’installazione di impianti eolici, perché come sostenuto dal Tavolo della domanda di Confindustria comportano “rischi di collasso” per il sistema elettrico e “una grave debacle per il sistema industriale italiano”;

Assemini, Macchiareddu, centrale eolica

–     ridurre di 4.000 MW la quota prevista dal PAN per l’eolico perché, rispetto agli impegni comunicati all’Unione europea, tale riduzione è compensata dal maggior apporto da impianti fotovoltaici (siamo già a 12.000 MW rispetto agli 8.000 MW comunicati all’UE);

–     ridurre gli incentivi all’eolico per gravare il meno possibile sulle bollette degli utenti, soprattutto in una fase di crisi economico-finanziaria;

–     affrontare il tema della decarbonizzazione del nostro sistema Paese, partendo da un approccio multidisciplinare, scevro da ideologie preconcette, concertato e soprattutto basato sul maggior valore aggiunto in termini di risultato nella lotta ai gas serra.

La lettera reca le firme di Italia Nostra, Amici della Terra, LIPU, Comitato nazionale del Paesaggio, Comitato per la Bellezza, LIPU, Mountain Wilderness, Movimento Azzurro, VAS (Verdi Ambiente e Società), Terra Celeste e ben 33 tra Comitati e Associazioni territoriali.

Qui il testo integrale della lettera : lettera Associazioni ambientaliste al Governo (dic. 2011)

Ufficio stampa – Amici della Terra

06.6868289 – 06.6875308, Valter Baldassarri

  1. Avatar di capitonegatto
    capitonegatto
    dicembre 26, 2011 alle 9:59 am

    Gia il dover chiedere un censimento degli impianti esistenti la dice lunga sulla cronica mancanza di controllo del territorio dato in pasto a lobby di potere e affari.
    Sembra sempre impossibile fare qualcosa di nuovo , e in teoria utile per la comunita’, senza che gente senza scrupoli si abbatta come cavallette sui progetti , con il solo fine di fare profitto. In ogni caso la colpa piu grave ricade sugli enti statali che non pianificano cio che si deve e dove.
    A quando la nuova moratoria sui pannelli solari , e cosi via.

  2. dicembre 27, 2011 alle 3:43 PM

    da L’Unità, 27 dicembre 2011
    Nel Paese del Sole per l’eolico servono regole. (Vittorio Emiliani)

    “L’incentivazione agli impianti eolici in Italia è stata fino ad oggi la più alta del mondo. Soltanto per questa ragione è stato conveniente impiantare oltre 5.000 torri per una potenza complessiva di 6.000 MW, non certo per la loro produttività. Infatti la ventosità in Italia si attesta in media sulle 1.500 ore/anno, ben al di sotto delle 2.000 ore/anno ritenute utili per una produzione competitiva”. E’ soltanto un passo della lunga e argomentata lettera indirizzata in questi giorni ai ministri competenti (Clini, Ornaghi, Passera, ecc.) da associazioni come Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness, VAS, Comitato per la Bellezza. Comitato Nazionale del Paesaggio, Amici della Terra, Altura, Movimento Azzurro, Terra Celeste e da decine e decine di Comitati nati soprattutto nelle zone appenniniche. Iniziativa che si deve soprattutto alla passione di Carlo Alberto Pinelli, regista di storici documentari per la Rai, alpinista e ambientalista.

    Il documento, giustamente critico nei confronti della politica di incentivi, insieme caotica e costosa, del governo Berlusconi, cerca di inquadrare il problema delle fonti energetiche rinnovabili, con un approccio “freddo”: per razionalizzare una materia complessa e arginare “il proliferare di giganteschi impianti eolici nei luoghi più belli e integri d’Italia”. In tal senso fanno ben sperare le parole pronunciate dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini sul “rispetto degli usi bilanciati del territorio” e sulla necessità di “paragonare il valore economico e ambientale della generazione dell’elettricità da eolico con quello della protezione del paesaggio, prezioso per la nostra economia”. Rappresenta un delitto anche in termini di turismo culturale scempiare il paesaggio della mirabile città romana di Saepinum (Campobasso) o quello di zone vicine a grandi e affascinanti parchi, quali le Foreste Casentinesi, o ai monti solenni sopra Urbania e Urbino.

    Poiché la situazione economico-finanziaria del Paese è drammatica – come più volte sottolineato dal presidente Napolitano – bisogna riflettere tanto più attentamente sull’uso migliore delle risorse. Anche i maxi-impianti fotovoltaici pongono seri problemi se installati in zone coltivate, di elevato pregio agricolo. “Impianti che noi vorremmo vedere collocati – propone il documento – esclusivamente nelle aree industriali e sopra i tetti degli edifici recenti”. Pensate quanto sarebbe oggi più favorevole la situazione nel “Paese del sole”, se si fossero dotati per tempo di impianti fotovoltaici tutti i quartieri costruiti negli ultimi decenni, a cominciare da Roma e dal Sud. E se si fosse utilizzata, in modo accorto, anche la geotermia.

    E’ assolutamente indispensabile riportare in onore un’idea di fondo che in questi anni di deregulation berlusconiana (e uso già un termine nobile) è stata invece affossata: l’idea cioè di pianificare attentamente e quindi selezionare tutte le (limitate) risorse sia finanziarie che territoriali e paesaggistiche in un Paese la cui bellezza è stata brutalmente intaccata da sviluppi abusivi o “drogati”, pur rappresentando essa, se tutelata, anche un valore economico in termini di turismo culturale e naturalistico. Il documento propone queste linee di azione: a) andare ad una moratoria degli incentivi; b) ridurre la soglia dei certificati verdi emessi annualmente; c) detrarre le installazioni di fotovoltaico già eccedenti il valore obiettivo proposto dalla UE (8.000 MW, “mentre siamo già a quasi 12.000 MW in esercizio”) dalla quota prevista per l’eolico; d) ridefinire in sede governativa e non regionale, o, peggio, locale le quote dell’eolico per il quale hanno spinto e spingono con forza anche gruppi inquinati dalla criminalità e che ci hanno regalato parchi eolici in zone assai poco ventose. Un grido di dolore serio e motivato, questo delle associazioni e dei comitati, che, in un momento di vera emergenza, economica e paesaggistica, è bene che il governo Monti ascolti con molta attenzione.

  3. Avatar di Nicola P.
    Nicola P.
    dicembre 30, 2011 alle 8:34 am

    La situazione dell’eolico installato in Sardegna è ben descritta in questo sito: http://www.ingdemurtas.it/eolico/lista_sardegna/index.php

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