Il Sindaco di Cagliari Massimo Zedda si occupa del “giro” di rifiuti e fumi presso il campo nomadi.
Una nutrita delegazione di residenti e di operatori economici dei quartieri cagliaritani di Mulinu Becciu e di S. Michele, insieme alle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, ha incontrato ieri pomeriggio, 13 luglio 2011, il Sindaco di Cagliari Massimo Zedda e il direttore generale del Comune di Cagliari, M. Cristina Mancini.
L’incontro, improntato al più vivo desiderio di conoscere tutti gli aspetti della complessa vicenda relativa a incendi, traffico di rifiuti, degrado ambientale e rischi sanitari presso il campo nomadi di Cagliari, ha visto un proficuo scambio di informazioni e idee fra i partecipanti.
Il Sindaco Zedda ha assicurato il suo concreto intervento, anche presso altre amministrazioni pubbliche competenti, per avviare finalmente a soluzione definitiva un problema finora ampiamente trascurato, cresciuto fino a comportare problemi di coesistenza civile fra residenti, operatori economici e comunità rom.
I cittadini partecipanti hanno espresso soddisfazione per il primo riscontro positivo avuto in 15 anni da parte dell’Amministrazione comunale cagliaritana.
Forse è stata iniziata la strada giusta.
Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra
(foto per conto GrIG)
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Carissimi amici, ebbene si, credo che sia stata finalmente intrapresa la strada giusta!
Anzi, per esattezza credo che l’incontro col Sindaco, sia una delle tappe giuste di una strada giusta, che abbiamo iniziato a percorrere insieme qualche tempo fa.
Ebbene, noi, residenti e operatori commerciali, da anni lamentavamo il disagio e ci rivolgevamo ai centralini di vigili urbani, vigili del fuoco, carabinieri, comune di Cagliari e chi più ne ha più ne metta; ma le nostre rimostranze cadevano nel vuoto.
Il Gruppo Giuridico le ha raccolte, e ha portato avanti per noi le prime istanze, e intanto nello spazio offerto da questo blog, abbiamo iniziato a contarci e abbiamo capito che dovevamo unirci e batterci noi per primi, non aspettare soluzioni dall’alto, che non arriveranno mai.
Le associazioni Gruppo Giuridico e Amici della Terra, ci hanno accolto presso la loro sede, ci hanno ascoltato, ci hanno aiutato a tracciare quella strada, e ci stanno aiutando a percorrerla.
Sicuramente sia l’incontro con il Procuratore della Repubblica Mauro Mura, che quello con il Neo-Sindaco Massimo Zedda, sono stati molto positivi e noi siamo fiduciosi, perchè abbiamo percepito la loro viva preoccupazione per la grave situazione di rischio per la salute pubblica, in primis per quella di uomini, donne e bambini residenti nel campo, che probabilmente non si rendono neanche conto del pericolo al quale stanno sottoponendo la loro e la nostra salute.
Ma oltre alla positività di questi incontri, vorrei sottolineare bene, quanto, il valore di unirsi e battersi per difendere i ns. diritti, oggi più che mai, sia di fondamentale importanza e la necessità di difendere l’ambiente di priorità assoluta.
Esistono ancora Associazioni degne di questo nome, Grig e Amici della Terra sono l’esempio, ma non possono fare molto per noi se non le sosteniamo; è possibile farlo in tanti modi, nel sito è ben spiegato.
Esprimo il più vivo ringraziamento personale, ma credo di poterlo fare anche a nome degli altri aderenti al comitato, al Grig e Amici della Terra, e in particolar modo al Presidente di Grig Stefano Deliperi e all’ Avv.to del Grig Claudia Basciu.
Valentina
Si, GRIG e Amici della Terra sono GRANDI. Bella notizia, GRAZIE!
da L’Unione Sarda, 26 agosto 2011
Cagliari. La strada statale 554 invasa dal fumo. (Matteo Vercelli)
Cagliari. Il fumo ha invaso la strada e per gli automobilisti che passavano sulla strada statale 554 sono stati momenti difficili: visibilità ridotta al minimo e l’elevato rischio di un incidente. Questa volta il fuoco nel campo nomadi, utilizzato per la lavorazione del rame, non ha dato vita a un incendio tra le baracche dei rom ma ha messo in serio pericolo chi ieri sera transitava in auto da quelle parti. Diverse le segnalazioni arrivate ai centralini delle forze dell’ordine per lanciare l’allarme prima che ci scappasse l’incidente. Il fumo ha avvolto la carreggiata rendendo la visibilità molto scarsa. Un pericolo soprattutto perchè la velocità sulla 554 e sul raccordo è abbastanza sostenuta. La situazione è andata avanti per più di mezz’ora. Poi il rogo è diminuito così come il fumo. L’episodio rilancia il problema degli incendi nel campo nomadi. Il fumo, quando non diventa un’insidia per gli automobilisti, è spesso un pericolo per chi vive nella parte bassa del quartiere di Mulinu Becciu. Le abitazioni sono invase dall’odore acre di briciato. I residenti, preoccupati per la loro salute, hanno denunciato più volte la situazione insostenibile. Diverse le petizioni depositate in Comune. E non mancano gli esposti alla Procura della Repubblica. Per ora ogni iniziativa è caduta nel vuoto.
da L’Unione Sarda, 30 agosto 2011
Riunione, ieri mattina al Comune, sul futuro del campo rom sulla 554.
Dopo la visita del 26 luglio scorso, l’assessore alle Politiche sociali Susanna Orrù accelera i tempi per trovare una soluzione che restituisca vivibilità al campo e nello stesso tempo tuteli chi abita nella zona. «C’è bisogno di un intervento, che però non deve prescindere dalla responsabilizzazione dei nomadi che ci abitano», aveva detto Orrù subito dopo la visita. Il progetto di ristrutturazione, già finanziato dalla Regione e bloccato dalla Giunta Floris, potrebbe essere ripreso dall’esecutivo Zedda, anche se con qualche modifica.
Come tutti i progetti della Giunta sarà condiviso con gli interessati. Per questo è stata fissata un’altra riunione, questa volta al campo nomadi, per il 7 settembre alle 15.
dopo l’ennesimo incendio della sera del 5 settembre, qualche buona notizia.
da L’Unione Sarda, 7 settembre 2011
I nomadi pagheranno la ristrutturazione del campo sulla 554. La proposta dell’assessore Orrù.
Non solo dovranno pagare le bollette di luce e acqua, che per adesso hanno gravato per circa duecentomila euro all’anno sulle casse comunali. I nomadi che abitano nel campo sulla 554 dovranno contribuire economicamente alla ristrutturazione che il Comune vuole portare a termine in tempi brevi. «Sono cittadini con diritti e doveri, abili, dunque è giusto che come tutti diano un contributo. Sia in termini economici che in termini di attività di cantiere», spiega l’assessore alle Politiche sociali Susanna Orrù.
Il Comune dovrà scegliere entro il 31 ottobre il progetto di riqualificazione dell’area a ridosso della Statale 554. Oggi l’assessore farà un sopralluogo per proporre ai rom le soluzioni previste dal tavolo tecnico istituito di recente e anche per discutere gli aspetti relativi al loro coinvolgimento nel cantiere di ristrutturazione delle piazzole.
IL SOPRALLUOGO. Ma l’esponente della Giunta comunale verificherà pure le condizioni del campo dopo l’incendio di lunedì notte, l’ennesimo nel terreno dove abitano le due famiglie rom che si spartiscono l’area comunale. Quella dei roghi, sempre dolosi, è ormai una consuetudine quasi giornaliera. Ad appiccarli sono gli stessi rom che abitano nelle roulotte, che si disfano così della grande quantità di rottami che accumulano ogni giorno per ricavare il rame. Montagne di spazzatura fatte di vecchi elettrodomestici e altri rifiuti. Un’abitudine al centro di decine di esposti alla Procura della Repubblica, petizioni e interrogazioni in Consiglio comunale.
L’INTERVENTO. Il Comune ha circa 500 mila euro in cassa da spendere per la ristrutturazione del campo. E dovrà scegliere in tempi brevissimi uno dei due progetti esaminati nei giorni scorsi dalla commissione consiliare Politiche sociali. Il primo è stato elaborato dagli uffici comunali di Edilizia pubblica, il secondo dall’associazione cagliaritana Ingegneri senza frontiere. È probabile che alla fine il Comune opti per una soluzione intermedia, cioè per una collaborazione tra la società privata e i tecnici del Municipio. Ma la decisione dovrà arrivare entro la fine di settembre, per poter bandire la gara d’appalto per i lavori entro il 31 ottobre. Altrimenti i fondi regionali verranno persi definitivamente. ( m.r. )
da L’Unione Sarda, 6 settembre 2011
Cagliari. Nuovo rogo nel campo nomadi sulla 554.
Nuovo allarme incendio ieri poco dopo le 21.30 nel campo nomadi sulla statale 554, alle porte di Cagliari. Per domare le fiamme appiccate di proposito dai rom ad alcuni grossi cumuli di rifiuti sono dovute intervenire due squadre di vigili del fuoco e una pala meccanica del Comune. Il fumo, denso e acre, ha avvolto tutta la zona a ridosso dell’accampamento, costringendo i residenti a tenere le finestre chiuse. Purtroppo non è la prima volta che succede. Anzi, quella dei roghi dolosi all’interno del campo nomadi alla periferia del capoluogo, è ormai una consuetudine quasi giornaliera. Ad appiccarli sono gli stessi rom che abitano nelle vicine roulotte, che si disfano così della grande quantità di rottami che accumulano ogni giorno per ricavare del rame. Montagne di spazzatura fatte per lo più di vecchi elettrodomestici composti da materiali plastici e ferrosi. Ieri il film si è ripetuto. Poco dopo le 21.30 una colonna di fumo nero si è alzata dal campo rom rendendo l’aria irrespirabile. Al 115 è arrivata la richiesta di intervento da parte di alcuni cittadini e sul posto sono state inviate due squadre. Il rogo era più grosso del solito tanto che i pompieri hanno dovuto lavorare un paio d’ore prima di riuscire a spegnerlo. Poi è entrata in azione la benna del Comune, che ha disperso i rifiuti per facilitare la bonifica.
era ora.
da La Nuova Sardegna, 11 settembre 2011
VIGILI DEL FUOCO. Incendio al campo nomadi, sequestrato il rame.
CAGLIARI. Il solito allarme, partito da un cellulare di una autovettura che percorreva lo svincolo per l’aeroporto, e l’immediata partenza di una squadra dei vigili del Fuoco verso il campo nomadi sulla 554, per quello che poteva essere un grave incendio.
Ma appena arrivati sul posto i vigili si sono ritrovati alle prese con il tradizionale processo di fusione del rame ad opera dei nomadi residenti nel campo.
Una pratica quasi quotidiana, ma che può innescare fenomeni incontrollabili per le alte fiamme che si sviluppano e per il materiale, di solito copertoni, che viene usato per alimentare il fuoco. E così i vigili, l’altra notte hanno pensato bene di eliminare alla radice il problema, sequestrando il rame in fase di “lavorazione”: diverse decine di chili del prezioso metallo, che al mercato ufficiale, e nero, ha raggiunto quotazioni elevatissime.
Francamente la decisione della nuova amministrazione di investire 500 mila euro per dare una rinfrescata al campo , denota una mancanza di idee in merito all’integrazione dei Rom. La strada è la stessa delle precedenti amministrazioni, ghettizzare “gli zingari”, metterli in un recinto, lontano dalla vista dei cittadini che contano. Questo provvedimento non serve a niente perché in poco tempo il campo sarà ridotto peggio di com’è ora, i roghi continueranno a sprigionare tossine, i colpevoli resteranno impuniti e noi continueremo a subire le angherie, i furti, l’intossicazione da fumo. Noi , i vicini, continueremmo ad inghiottire il rospo, derisi da coloro che ci avvelenano, perché consapevoli che la polizia non li toccherà, i vigili non fermeranno i loro furgoni ed i vigili del fuoco arriveranno per lavare il rame dalla cenere alla fine dei roghi.
Chiedo al nuovo assessore di approfondire il problema, di verificare in quale modo la Spagna abbia risolto il problema dei Rom e probabilmente resterà stupita nello scoprire che la Spagna ospita 750 mila “zingari” mentre l’Italia 150 mila, eppure in Spagna non ci sono ghetti campi nomadi ….Mi sa che è fiato sprecato , speravo nel cambiamento, ma ho l’impressione che la vecchia burocrazia stia prendendo il sopravento sulle buone intenzioni, tutto resterà come prima e anche i nuovi politici diventeranno rapidamente incapaci di reagire alla stregua dei loro predecessori.
da L’Unione Sarda, 16 settembre 2011
Campo rom, visita di tre commissioni.
Ancora un altro sopralluogo. Questa volta, nel campo nomadi ai margini della 554, sono arrivati i consiglieri comunali delle commissioni Politiche sociali, Lavori pubblici e Servizi tecnologici. Le condizioni della struttura sono preoccupanti. «Ci sono topi di ogni dimensione, liquami fognari e un terreno fortemente inquinato dai continui incendi», sintetizza Fabrizio Rodin (Pd), che da presidente delle Politiche sociali ha invitato alla visita anche i colleghi delle altre commissioni. Entro la fine di ottobre il Comune dovrà impegnare i 229 mila euro per la ristrutturazione del campo. Anche se il consigliere del Pdl Maurizio Porcelli crede che la priorità sia un’altra: «È inutile pensare a realizzare un nuovo campo rom o rifare quello attuale se all’interno non viene fatto rispettare il regolamento. Questa è una pecca che accomuna sia la giunta Zedda che la precedente di centrodestra». Nel mirino ci sono le bollette di acqua e Enel mai pagate dai nomadi. Lo scorso anno, il conto di Abbanoa saldato dal Comune, ha sfiorato i 200 mila euro. ( m.r. )
da Sardegna 24, 18 settembre 2011
Bomba ecologica al campo nomadi. Cumuli di rifiuti tossici davanti al quartiere degli zingari. Nel vuoto l’allarme Asl: veleni pericolosi prodotti dai roghi dei pneumatici e delle batterie delle auto. (Ennio Neri)
C’è una bomba ecologica alla periferia della città. Montagne nere di polveri tossiche, residuo del rogo di batterie d’auto e pneumatici, svettano alle porte del campo nomadi sulla 554. Unaminaccia per la salute degli abitanti del campo (e non solo) che fa passare in secondo piano tutti gli altri problemi che affliggono il quartiere dei rom come le strade disastrate, le fogne a cielo aperto e le legioni di grossi ratti che di notte prendono coraggio e si spingono fin dentro le baracche e i camper in cerca di cibo.Insomma, aunanno dalla denuncia della Asl al campo romnon è cambiato nulla. Anzi. Quella dei rifiuti tossici, è l’ultima sorpresa per la commissione Politiche sociali, che appena qualche giorno fa ha effettuato un sopralluogo per verificare le condizioni del campo. Le auto dei consiglieri da viale Monastir, svoltano in via Ticca e scavalcano il ponte sul rio Fangario, attraversano uno sterrato, pieno di macerie e amianto e arriva prima al parcheggio (in una discarica privata) dei furgoni dei nomadi. Infine poi al campo vero e proprio, qualche migliaio di metri quadrati inuna zona depressa tra viale Monastir e la Grande circonvallazione della 554, di proprietà comunale e in parte dell’Anas. Ai commissari vengono subito i capelli dritti. Dai tubi scorre un fiume d’acqua che passa davanti alle case, scava fossi nella strada per la gioia dei topi grossi come conigli che si abbeverano al fiumiciattolo. Ovunque spazzatura, fango, erbacce, macerie e topi morti. In mezzo giocano i bambini, coi vestiti o senza e circolano galline e gatti.Eci sono le contraddizioni. I bimbi che giocano con la playstation, l’oro al collo delle donne e nei sorrisi degli anziani e la Mini Cooper parcheggiata davanti a una baracca. Nel campo abitano 147 persone (tra i quali una cinquantina di minori). Due i clan: i Suleimanovic e gli Ahmetovic. Si detestano reciprocamente e le esplosioni di violenza non sono rare. I primi sono in maggioranza, i secondi sono molti di meno vivono nella parte del campo a rischio idrogeologico. Nessuno degli adulti ha un’occupazione stabile. «Viviamodel commercio del metallo », spiega unnomadealla commissione, «e guadagnamo circa 30/40 euro a giornata. Troppo spesso i Vigili ci sequestrano i furgoni: scrivetelo per favore». I nomadi chiedono al Comune di approvare il progetto di recupero del campo, per non perdere il finanziamento regionale di oltre 200 mila euro che dovrebbe servire a costruire abitazioni decorose e a sistemare strade e fogne.
in realtà l’incontro è già avvenuto e sono stati presi impegni da parte del Sindaco Massimo Zedda 😉
da Sardegna 24, 18 settembre 2011
Allarme ambientalista: bisogna intervenire subito. Appello del Gruppo di Intervento giuridico al primo cittadino. A Mulinu Becciu la preoccupazione per i fumi maleodoranti. (Paolo Rapeanu)
Un incontro con il sindaco Zedda per fare il punto della situazione e decidere eventuali provvedimenti d’adottare. E’ quanto chiede il Gruppo d’Intervento Giuridico, attraverso il suo presidente Stefano Deliperi. Oggetto della richiesta d’incontro, il grave degrado sanitario, ambientale e sociale presente nel campo nomadi sulla S.S. 554. L’area è da anni il crocevia d’attività più o meno lecite legate al recupero del rame e di altri metalli. «Un paio di mesi fa la nostra associazione accompagnò nell’area il Procuratore della Repubblica Mauro Mura», afferma Deliperi «gli consegnammo della documentazione cartacea e video, e ci assicurò il suo interessamento. Di giorno e di notte sono centinaia i residenti ed i lavoratori costretti a vivere e lavorare tra piccoli incendi e fumi maleodoranti, rischiando la loro incolumità. Oltre all’aspetto sanitario e ambientale, grave, in cui versano gli stessi residenti del campo rom, tra i quali molti bambini», spiega. Il presidente del Gruppo d’Intervento Giuridico ricorda anche che «già dal2009arrivò qualche risposta da parte del Comune, che fece compiere una pulizia di tutta l’area e diede disposizioni ben precise alla Polizia Municipale: intensificazione di vigilanza sull’area per evitare ulteriori fenomeni di degrado.Un risultato allora importante ma tutt’altro che risolutivo, vista la carenza del personale e dei relativi controlli, oltre a politiche d’integrazione e d’assistenza sociale non sufficienti». Queste, in sintesi, le lamentele degli ambientalisti da portare all’attenzione delle istituzioni. «La richiesta al sindaco è ben precisa», sostiene Deliperi «intervenire, senza ritardi ulteriori, prima che la situazione del campo rom degeneri».
I consiglieri: «Rischio colera». COMUNE. SECONDO I TECNICI DELL’AMMINISTRAZIONE È NECESSARIO IL TRASFERIMENTO. (Ennio Neri)
«Dobbiamo spendere subito i soldi: qui si rischia un’epidemia di colera». Commenta così la consigliera Sel, Marisa Depau l’emergenza ambientale al campo nomadi. Dal 2007 la Regione ha messo a disposizione del Comune 229 mila euro per intervenire nel campo e sistemare le abitazioni e soprattutto gli impianti fognari. Ma l’amministrazione, forse condizionata dalle conseguenze impopolari dell’intervento, non ha mai dato gambe al progetto. Che ora è in mano alla Giunta Zedda. «È il prodotto della gestione disastrosa in 16 anni di governo di centrodestra », accusa Fabrizio Rodin, Pd, presidente della commissione Politiche sociali, «oggi il campo è invivibile, tra topi vivi e morti, bimbi nudi e scuola vandalizzata. Poi i rifiuti tossici.È una bomba ecologica, ma anche sociale e culturale. Da parte nostra», conclude, c’è la ferma volontà di impegnare i fondi entro il 30 ottobre ». L’amministrazione ha attivato contatti con la Regione: è probabile che la spesa venga dilazionata. Si parla di un muro divisorio tra i due clan e i tecnici del Comunehanno anche suggerito all’amministrazione di abbandonare l’area sulla 554, troppo isolata. C’è poi un problema: la posizione consente un controllo degli accessi con largo anticipo e favorisce le attività illecite.
da L’Unione Sarda, 20 settembre 2011
Campo nomadi, la maggioranza si divide. Riunione in via Roma.
Ristrutturazione delle piazzole, magari coinvolgendo gli stessi rom in un progetto di «autocostruzione» di nuove case oppure una soluzione tampone in vista dello spostamento dei rom dai terreni della 554 a un’altra area? Sul campo nomadi non sono divise solo maggioranza e opposizione, da sempre schierate su due fronti opposti. Ora la diversità di vedute riguarda anche il centrosinistra: da una parte il Pd, che punta alla riqualificazione della struttura ai margini di Mulinu Becciu, dall’altra il consigliere socialista Mondo Perra, che chiede «il trasferimento del campo» perché «incompatibile con il quartiere vicino». Ieri le diverse posizioni dei consiglieri sono venute fuori durante la riunione congiunta delle commissioni Politiche sociali, Servizi tecnologici e Lavori pubblici. Fabrizio Rodin (Pd) presidente delle Politiche sociali, ricorda: «Entro il 30 ottobre dobbiamo impegnare i fondi regionali, che sono vincolati alla ristrutturazione di quel campo». In cassa ci sono circa 240 mila euro, che serviranno per iniziare i lavori più urgenti, ma – questa la previsione degli uffici – non basterebbero per una ristrutturazione vera e propria. Rodin propone di «coinvolgere la popolazione rom nella costruzione del nuovo campo: solo in questo modo si possono responsabilizzare». Ma la soluzione definitiva potrebbe essere un’altra: «Spero che in futuro i nomadi possano vivere in città e non in un ghetto in periferia».
Perra invece non è d’accordo con la ristrutturazione del campo sulla 554: «Gli abitanti di Mulinu Becciu sono costretti a respirare da anni il fumo dei roghi che gli stessi rom accendono per ricavare il rame dai cavi elettrici». Il consigliere dell’Idv Giovanni Dore invece chiede un’ulteriore riflessione: «Da un esame dei primi atti relativi alla gestione del campo, emerge un quadro di approssimazione amministrativa che presenta aspetti di dubbia legalità. Il Comune spende ingenti somme per pagare a soggetti privati lo svolgimento di attività di guardiania, pulizia, custodia, manutenzione, trasporto bambini e mediazione culturale, che evidentemente non hanno sortito alcun beneficio per la corretta gestione del campo nomadi e per la sicurezza dei nomadi stessi e della cittadinanza». ( m.r. )
bene 🙂
da La Nuova Sardegna, 23 settembre 2011
Vertice in prefettura. Intervento deciso dopo le denunce delle associazioni ambientaliste. I Rom sulla 554: stop ai roghi e trasferimento.
CAGLIARI. Fine dei roghi al campo nomadi della 554, per chi vive attorno allo spazio destinato ai Rom dovrebbe essere una notizia molto attesa: la decisione di intervenire – dopo le numerose segnalazioni del Gruppo di Intervento giuridico – è arrivata ieri dal vertice che si è svolto a palazzo Viceregio cui hanno partecipato il prefetto Giovanni Balsamo, il sindaco Massimo Zedda, il vicepresidente della Provincia Angela Quaquero e l’assessore comunale alle politiche sociali Susanna Orrù oltre al questore e ai comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza. Il campo nomadi verrà monitorato e seguito con grande attenzione sotto il profilo igienico, interventi di derattizzazione e di disionfestazione saranno realizzati costantemente e verrà disposto – questo è l’impegno – il ritiro periodico dei rifiuti per evitare che si ripeta il fenomeno dei roghi, un vero flagello ambientale per chi vive in quell’area. Il progetto, discusso ieri mattina, è però un altro: trasferire il campo nomadi altrove. L’idea, da valutare insieme ai vertici del Cacip, è di trovare uno spazio a Macchiareddu, dove i Rom potrebbero dedicarsi tranquillamente all’attività di lavorazione e di fusione dei metalli, che poi vengono trasformati in suppellettili.
Nel corso della riunione sono stati esaminati alcuni problemi che riguardano la sicurezza pubblica e il disagio sociale, problemi che le amministrazioni statali, gli enti e le forze dell’ordine potrebbero affrontare in modo coordinato. Uno è l’abusivismo nel settore del commercio, che continua a sollevare le proteste degli operatori regolari. Un altro l’occupazione degli alloggi di edilizia pubblica. Il piano è di lavorare insieme per arrivare a soluzioni che prevengano situazioni di allarme e episodi di intolleranza.
da L’Unione Sarda, 23 settembre 2011
Vertice sul campo rom. Il Cacip metterà a disposizione un’area per la lavorazione del rame. Incontro col prefetto: ipotizzato lo sgombero. (Michele Ruffi)
La situazione è preoccupante ed è per questo che il prefetto Giovanni Balsamo, ieri mattina, ha convocato in fretta e furia il comitato per l’ordine pubblico a palazzo Regio. Terreni invasi da topi e liquami fognari, bambini piccolissimi che vivono seminudi (o completamente nudi) tra le roulotte, alto inquinamento legato alla lavorazione del rame. Il campo nomadi è un problema, si sa benissimo da tempo ed è questo il motivo della riunione di ieri. Dove per alcuni momenti si è anche ipotizzato uno «sgombero» del campo. Ipotesi fatta da alcuni componenti del comitato e poi rientrata.
IL TAVOLO. All’incontro hanno partecipato il sindaco Massimo Zedda ed il vice presidente della Provincia Angela Quaquero, l’assessore comunale alle Politiche sociali Susanna Orrù, il questore Luigi Savina, il comandante provinciale dei carabinieri Davide Angrisani quello della Guardia di Finanza Francesco Bucarelli.
Il comitato ha deciso che nel campo della 554 ci sarà una pulizia straordinaria, più degli interventi di disinfestazione e derattizzazione, oltre al ritiro periodico dei rifiuti.
CACIP. A offrire un aiuto importante per risolvere il problema è stato il presidente del Cacip Emanuele Sanna: il consorzio industriale potrebbe mettere a disposizione un terreno e un capannone industriale dove i nomadi potrebbero lavorare il rame.
L’obiettivo è quello di evitare che il fumo dei roghi appiccati ogni notte per ricavare dai cavi elettrici il metallo, inquinino i terreni della 554 e soprattutto l’aria del quartiere di Mulinu Becciu. Ecco perché la priorità del prefetto è quella di «individuare immediate soluzioni intese ad arginare le problematiche esistenti per gli ospiti del campo – che allo scopo saranno appositamente coinvolti dai Servizi sociali e dei quali si chiederà la collaborazione – e per i residenti dei quartieri vicini», come è scritto in un comunicato diffuso dalla prefettura.
OCCUPAZIONI ABUSIVE. Ma durante l’incontro si è parlato anche delle «situazioni di degrado che generano allarme». Due su tutte: l’occupazione abusiva delle case popolari e l’abusivismo degli ambulanti in alcune zone della città. Ecco perché il prefetto ha chiesto «il contenimento delle posizioni abusive nel commercio» e «dell’occupazione di alloggi di edilizia pubblica», che ultimamente, dopo un breve periodo di stop, sono riprese con una discreta frequenza.
Il comunicato stampa della Prefettura di Cagliari: http://www.prefettura.it/cagliari/news/690965.htm#News_20391
da L’Unione Sarda on line, 24 settembre 2011
Cagliari, blitz dei vigili al campo nomadi. Sequestrato un camion carico di rame: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/236416
da L’Unione Sarda, 27 settembre 2011
Vita impossibile nel campo rom. Viaggio nell’accampamento ai margini della Statale 554, dove risiedono 151 persone. Borse da 400 euro ai nomadi per pulire i terreni dai rifiuti. (Michele Ruffi)
L’odore della plastica bruciata si sente già prima del ponticello che segna il confine – neanche tanto immaginario – tra la città e il campo nomadi: poco più di una passerella su un canale in secca che da via Umberto Ticca porta alla cittadella dei rom. Nel grande spiazzo all’ingresso il terreno è annerito dai roghi (quotidiani) e i rifiuti sono così tanti che è difficile metterli a fuoco: ci sono salvagenti da barca (nuovi, provenienza ignota), vecchi divani, copertoni, scheletri di batterie d’auto, cumuli di plastica sciolta e altre amenità. Gli incendi sono all’ordine del giorno perché al tramonto qui i Suleimanovic – una delle due famiglie che abitano nel campo – bruciano i fili elettrici per ricavare il rame da rivendere. «Squagliano la plastica perché il metallo ha un prezzo superiore se è già ripulito», spiega Fulvio, che per l’associazione I Sardi ha lavorato nel campo, come operaio, fino a luglio.
LE PULIZIE Racconta che fino a qualche settimana fa le condizioni dell’accampamento erano decisamente peggiori: davanti all’edificio del Comune che ospita l’asilo per i bimbi e gli uffici dei Servizi sociali c’era una montagna alta quattro metri e lunga «almeno 50». Rifiuti misti. Ora è sparita perché i giovani delle famiglie Suleimanovic e Ahmetovic (sei da una parte e sei dall’altra) hanno firmato una «borsa-lavoro» per ripulire il campo in vista della ristrutturazione, che il Comune spera di portare a termine in tempi brevi. «Prendiamo quattrocento euro al mese», dice «uno dei Suleimanovic», tradizionalmente restii a parlare con i cronisti. Diversa è l’accoglienza degli Ahmetovic, che abitano più in fondo, al confine con la Statale 554. «Scrivete che qui, prima di tutto, c’è bisogno di rifare la strada. E che a noi non arriva l’acqua», chiede Renato Ahmetovic, 29 anni. Eppure le condotte di Abbanoa ci sono, eccome. Lungo la stradina sterrata che attraversa il campo, dove sono parcheggiate anche Mini e Mercedes, scorre un rigagnolo grigio. Raccontano che ci sia sempre stato. Chi conosce bene le dinamiche rom spiega che i rubinetti dell’acqua, all’ingresso, vengono lasciati aperti dai Suleimanovic 24 ore su 24 per due motivi. Il primo: in questa maniera la pressione idrica che arriva agli Ahmetovic è quasi inesistente. E i rapporti tra le due famiglie sono da sempre molto tesi e caratterizzati da «dispetti» di questo tipo. Il secondo è che tanto paga il Comune: circa 130 mila euro solo nel 2010. Anno dell’ultimo censimento: nelle baracche vivono 151 persone.
I BAMBINI In questo pantano, inquinato dallo scolo dei rifiuti e dai roghi di decenni, i bambini giocano come se niente fosse. Sono tutti quasi completamente nudi. «Ma avete scritto che mangiano i topi, non è vero», ripetono ossessivamente le mamme, facendo brillare i denti d’oro. Un’altra donna, sponda Ahmetovic, ti prende da una parte e dice sottovoce: «Hanno detto che vogliono fare due campi e noi siamo d’accordo: non stiamo bene con i Suleimanovic. Vedrete: se ristruttureranno le nostre case le rispetteremo e le tratteremo bene, a noi non piace vivere come stiamo adesso». Condizioni disumane, segnalate anche nell’ultima relazione degli assistenti sociali. Dove non a caso si chiede lo sgombero immediato del campo.
Mozione di Chessa (Udc). «Spenderemo 200 mila euro per l’acqua».
Quasi tutti, sia tra i consiglieri comunali che tra gli stessi rom, indicano il campo di Monserrato come un esempio da seguire. Casupole costruite dai nomadi, nessun attrito tra le diverse famiglie, condizioni igieniche distanti anni luce da quelle dei terreni stretti tra viale Monastir e la Statale 554.
UN MODELLO. Per evitare che dopo la ristrutturazione (il Comune dovrà impegnare i fondi regionali entro la fine di ottobre) la situazione torni in poco tempo quella di adesso. La stessa che viene ben descritta nella mozione presentata da Gianni Chessa (Udc), e che dovrebbe essere discussa oggi in consiglio, dopo le dichiarazioni programmatiche del sindaco Massimo Zedda.
LE ASSOCIAZIONI. Chessa nel documento critica anche le scelte del Comune, che avrebbe assegnato la gestione di alcuni servizi a due associazioni. Apparentemente, dice il consigliere, senza grandi risultati. «Il Comune nel 2007 ha concesso in affidamento diretto le manutenzioni e la pulizia ordinaria alla cooperativa “Sa Strigiula”, e dal 2007 sino ad oggi, all’associazione I Sardi, lo stesso incarico per un importo di 72.000 euro annui», è scritto nella mozione. «Nonostante il Comune elargisca puntualmente soldi pubblici alle associazioni assegnatarie, un rapido sguardo dell’intera area e delle sue piazzole abitative ci dà la conferma che il campo nomadi versa in uno stato di totale abbandono e degrado, oltre che di gravissima e pericolosissima carenza igienico-sanitaria, con cumuli di pattume bruciato e non, emanante odori nauseabondi percettibili a distanza, e con presenza di grossi ratti che circolano liberamente all’interno del campo».
SPRECO D’ACQUA. Ma secondo Chessa lo spreco più importante è quello dell’acqua. «I servizi igienici, o quello che ne resta, sono parzialmente demoliti e in totale disuso e gli impianti idrici ed elettrici sono privi di qualunque sistema di sicurezza». Secondo il consigliere «nei primi mesi del 2009 sono stati pagati 87.631,78 euro di consumo idrico. Nel 2011 a seguito del sopralluogo dei Servizi Tecnologici si segnala l’aggravarsi dell’anomalia nei consumi idrici, rilevando un consumo di acqua ingiustificabile rispetto al numero delle utenze presenti, che dovrebbero teoricamente consumare meno di 450 metri cubi al mese, mentre vergognosamente si rileva un consumo mensile di 9.000 metri cubi, equivalente a 3,3 litri al secondo». In pratica: i consumi idrici dei nomadi superano di venti volte le previsioni. E se continua così, la bolletta che quest’anno il Municipio dovrà pagare sarà da record. «Se dovessero essere confermate queste cifre di consumo, il Comune dovrebbe pagare per l’anno corrente circa 200.000 euro».
da Sardegna Quotidiano, 27 settembre 2011
Campo nomadi. LA DENUNCIA. STATALE 554.
Voglio parlare della situazione del campo nomadi, ma soprattutto della gestione affidata dal Comune a delle associazioni che non avrebbero fatto niente per migliorarla. I consiglieri comunali Paolo Casu ( Psd ’Az) e Gianni Chessa (Udc) attaccano già nell’annuncio della conferenza stampa che terranno oggi: «Il campo predisposto per le popolazioni nomadi», dicono, «venne inaugurato a settembre del 1995 all’altezza della strada statale 554 e ospita attualmente 28 famiglie censite, anche se ufficiosamente ne risultano presenti ben 33». E ancora: «Nonostante che il Comune elargisca soldi pubblici alle associazioni assegnatarie le condizioni di vita degli ospiti sono disastrose».