Alta Velocità a Firenze e in Toscana: stop ai lavori per la Stazione Foster e alla rischiosa sistemazione della miniera di S. Barbara!
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato uno specifico ricorso (25 maggio 2011) alla Commissione europea al fine di verificare il rispetto delle normative comunitarie in materia di valutazione di impatto ambientale – V.I.A. riguardo il progetto ferroviario “alta velocità” nella parte relativa al sottoattraversamento dell’area urbana di Firenze (“nodo di Firenze”) e il progetto per il recupero ambientale della miniera di S. Barbara, nei Comuni di Caviglia (AR) e di Figline Valdarno (FI) – costruzione dei bacini di Castelnuovo dei Sabbioni e Allori all’interno della miniera e riassetto idrografico e morfologico dell’area di miniera.
Quest’ultimo progetto prevede la formazione di una “duna” di schermo fra il lago di Castelnuovo e l’area mineraria di S. Barbara per il recupero ambientale mediante mc. 1.350.000 di materiale proveniente – allo stato delle conoscenze (punto 21 del citato decreto Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del mare n. DSA-DEC-2009 938 del 29 luglio 2009) – dallo scavo (complessivamente mc. 2.850.000) delle realizzazioni del passante e della Stazione Belfiore Macelli (c.d. Stazione Foster) e delle opere connesse. Il relativo procedimento di V.I.A. è stato concluso con il decreto Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del mare n. DSA-DEC-2009 938 del 29 luglio 2009.
Il progetto della c.d. Stazione Foster risulta approvato da Ferrovie dello Stato, T.A.V. s.p.a., Italferr s.p.a., Comune di Firenze, Regione Toscana, Ministero per i beni e attività culturali in sede di conferenza di servizi in data 28 dicembre 2003, mentre il progetto (c.d. progetto Zevi) della relativa stazione (Stazione Belfiore Macelli) risulta approvato in analoga conferenza di servizi in data 3 marzo 1999. Il relativo procedimento di valutazione di impatto ambientale – V.I.A. si è concluso con un provvedimento positivo con numerose condizioni (decreto Ministero Ambiente n. 649 del 23 giugno 2005), ma l’attuale nuovo progetto della Stazione Belfiore Macelli (c.d. Stazione Foster) e delle opere connesse risulta radicalmente modificato rispetto al precedente e non è mai stato assoggettato ad alcuna preventiva e vincolante procedura V.I.A., nonostante i relativi lavori propedeutici siano già stati avviati.
Gli additivi utilizzati “condizionano” il terreno in modo tale da modificarne le caratteristiche geotecniche, chimiche, fisiche, tali da renderlo ben diverso dal “naturale” terreno di scavo.
Nell’analoga situazione determinata dall’escavo per la realizzazione della “Linea 3” della Metropolitana di Roma la Regione Lazio e l’A.R.P.A. Lazio hanno ritenuto il materiale scavato come rifiuto speciale da conferire in discarica controllata (determinazioni Direttore del Dipartimento Territorio della Regione Lazio B3697 del 13 agosto 2009 e n. B4993 del 23 dicembre 2008).
Pare, quindi, che il materiale da scavo possa esser trasportato presso la miniera di S. Barbara ai fini del riutilizzo per il risanamento ambientale senza alcuna comprovazione della sua legittima concreta utilizzabilità a causa della composizione. Si rammenta che le terre e rocce da scavo sono considerate rifiuti speciali (art. 184 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) con codice CER 170504. In relazione ai valori delle analisi chimiche valutati in riferimento al sito di destinazione, i rifiuti speciali si distinguono in rifiuti speciali non pericolosi e rifiuti speciali pericolosi e tossico-nocivi (i primi possono essere recuperati a seguito di specifici processi di gestione, i secondi devono essere conferiti a discarica autorizzata allo scopo). Le terre e rocce da scavo (TRS) possono essere stralciate dal regime di trattamento dei rifiuti in pratica solo se le loro caratteristiche permangono naturali (artt. 185-186 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.).
Il ricorso è stato inoltrato anche al Ministro dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare, al Presidente della Regione Toscana, all’Osservatorio ambientale del Nodo ferroviario di Firenze, ai Presidenti delle Province di Firenze e di Arezzo, ai Sindaci di Firenze, di Figline Valdarno e di Caviglia di perché, nell’ambito delle rispettive competenze, fermino i lavori, anche a tutela degli ingenti fondi pubblici investiti. Infatti, l’eventuale apertura di una procedura di infrazione (art. 226 del Trattato CE o art. 258 della versione consolidata, approvata con decisione 2010/C 83/01) da parte della Commissione europea creerebbe una difficile situazione delle amministrazioni pubbliche coinvolte nel complesso di opere in merito a eventuali responsabilità in sede comunitaria.
In proposito è stato interessato a fini preventivi il Procuratore regionale della Corte dei conti per la Toscana.
L’azione legale si inserisce nel complesso di iniziative che associazioni, comitati, personalità della cultura, amministratori locali stanno portando avanti da anni per evitare che la linea ferroviaria “alta velocità” crei danni alla città di Firenze, unica al mondo, e al suo straordinario patrimonio culturale, nonché danni ad abitazioni e residenze di comuni cittadini. Un diverso tracciato, in superficie, è possibile e il procedimento di valutazione di impatto ambientale consente proprio di considerare tutte le alternative valide, la mitigazione degli impatti, la migliore funzionalità delle infrastrutture.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da La Repubblica, ed. Firenze, 19 giugno 2011
Cavriglia dice no ai rifiuti: “Siamo rinati, ora basta”. Discarica a Cavriglia nel paradiso ritrovato. Sindaci in rivolta: no rifiuti, ci incateniamo.
di seguito la risposta del Presidente della Regione Toscana (nota prot. n. AOO-GRT/203057/A.130 dell’8 agosto 2011)
(immagini R.F.I., No-TAV, foto E.R., archivio GrIG)
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- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
- direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora
- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- normativa nazionale sugli usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.)
- regolamento attuativo in materia di usi civici (regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.)
- normativa regionale sugli usi civici (l.r. Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)
- normativa sul vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sul randagismo (legge n. 281/1991 e s.m.i.)
- normativa regionale su animali e anagrafe canina (l.r. Sardegna n. 21/1994)
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- Convenzione europea sul paesaggio (20 ottobre 2000)
- Comuni abilitati alle funzioni amministrative in materia di paesaggio (Sardegna)
- direttiva n. 2014/52/UE sulla V.I.A. (codificazione e testo coordinato)
- legge sul procedimento amministrativo (legge n. 241/1990 e s.m.i.)
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Quest’ultimo progetto prevede la formazione di una “duna” di schermo fra il lago di Castelnuovo e l’area mineraria di S. Barbara per il recupero ambientale mediante mc. 1.350.000 di materiale proveniente – allo stato delle conoscenze (punto 21 del citato decreto Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del mare n. DSA-DEC-2009 938 del 29 luglio 2009) – dallo scavo (complessivamente mc. 2.850.000) delle realizzazioni del passante e della Stazione Belfiore Macelli (c.d. Stazione Foster) e delle opere connesse. Il relativo procedimento di V.I.A. è stato concluso con il decreto Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del mare n. DSA-DEC-2009 938 del 29 luglio 2009.
Il progetto della c.d. Stazione Foster risulta approvato da Ferrovie dello Stato, T.A.V. s.p.a., Italferr s.p.a., Comune di Firenze, Regione Toscana, Ministero per i beni e attività culturali in sede di conferenza di servizi in data 3 marzo 1999, mentre il progetto (c.d. progetto Zevi) della relativa stazione (Stazione Belfiore Macelli) risulta approvato in analoga conferenza di servizi in data 28 dicembre 2003. Il relativo procedimento di valutazione di impatto ambientale – V.I.A. si è concluso con un provvedimento positivo con numerose condizioni (decreto Ministero Ambiente n. 649 del 23 giugno 2005), ma l’attuale nuovo progetto della Stazione Belfiore Macelli (c.d. Stazione Foster) e delle opere connesse risulta radicalmente modificato rispetto al precedente e non è mai stato assoggettato ad alcuna preventiva e vincolante procedura V.I.A., nonostante i relativi lavori propedeutici siano già stati avviati.
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Nell’analoga situazione determinata dall’escavo per la realizzazione della “Linea 3” della Metropolitana di Roma la Regione Lazio e l’A.R.P.A. Lazio hanno ritenuto il materiale scavato come rifiuto speciale da conferire in discarica controllata (determinazioni Direttore del Dipartimento Territorio della Regione Lazio B3697 del 13 agosto 2009 e n. B4993 del 23 dicembre 2008).
“Pare, quindi – spiegano Elena Romoli e Stefano Deliperi – che il materiale da scavo possa esser trasportato presso la miniera di S. Barbara ai fini del riutilizzo per il risanamento ambientale senza alcuna comprovazione della sua legittima concreta utilizzabilità a causa della composizione. Si rammenta che le terre e rocce da scavo sono considerate rifiuti speciali (art. 184 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) con codice CER 170504. In relazione ai valori delle analisi chimiche valutati in riferimento al sito di destinazione, i rifiuti speciali si distinguono in rifiuti speciali non pericolosi e rifiuti speciali pericolosi e tossico-nocivi (i primi possono essere recuperati a seguito di specifici processi di gestione, i secondi devono essere conferiti a discarica autorizzata allo scopo). Le terre e rocce da scavo (TRS) possono essere stralciate dal regime di trattamento dei rifiuti in pratica solo se le loro caratteristiche permangono naturali (artt. 185-186 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.)”.
Il ricorso è stato inoltrato anche al Ministro dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare, al Presidente della Regione Toscana, all’Osservatorio ambientale del Nodo ferroviario di Firenze, ai Presidenti delle Province di Firenze e di Arezzo, ai Sindaci di Firenze, di Figline Valdarno e di Caviglia di perché, nell’ambito delle rispettive competenze, fermino i lavori, anche a tutela degli ingenti fondi pubblici investiti. Infatti, l’eventuale apertura di una procedura di infrazione (art. 226 del Trattato CE o art. 258 della versione consolidata, approvata con decisione 2010/C 83/01) da parte della Commissione europea creerebbe una difficile situazione delle amministrazioni pubbliche coinvolte nel complesso di opere in merito a eventuali responsabilità in sede comunitaria.
E’ stato anche interessato a fini preventivi il Procuratore regionale della Corte dei conti per la Toscana.
L’azione legale si inserisce nel complesso di iniziative che associazioni, comitati, personalità della cultura, amministratori locali stanno portando avanti da anni per evitare che la linea ferroviaria “alta velocità” crei danni alla città di Firenze, unica al mondo, e al suo straordinario patrimonio culturale, nonché danni ad abitazioni e residenze di comuni cittadini. Un diverso tracciato, in superficie, è possibile e il procedimento di valutazione di impatto ambientale consente proprio di considerare tutte le alternative valide, la mitigazione degli impatti, la migliore funzionalità delle infrastrutture.
E’ pura follia attuare il progetto Foster. Con i gravi danni che ci saranno i responsabili dovranno pagare anche penalmente, questo è certo! Migliorare le stazioni già esistenti e aumentare i binari in superficie sarebbe l’unica cosa da fare. Perchè si insiste con questa Foster? Scopriamo gli altarini una volta per tutte!!!!
Se non fosse vero non ci crederemmo MAI..
sul blog del Comitato contro il sottoattraversamento AV di Firenze: http://notavfirenze.blogspot.com/
nel forum nazionale dei Geologi: http://www.geoforum.it/ubbthreads.php?ubb=showflat&Number=102558
da La Nazione di Firenze http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2011/05/28/514297-italia_nostra.shtml
Tav, Italia Nostra
e Comitato chiedono risposte ai ministeri
Tra le principali questioni sia quelle ”sui soliti problemi non risolti”, sia sullo scavo del tunnel ”rinviato al 2012″
TAV DELLE POLEMICHE. DI’ LA TUA
Italia Nostra e il Comitato contro il sottoattraversamento Av di Firenze hanno spedito una lettera indirizzata ai ministeri dell’Ambiente e infrastrutture, oltre che a Regione, Provincia e Comune, Rfi e Osservatorio ambientale, per chiedere nuove spiegazioni sui lavori del nodo fiorentino dell’Alta velocità (tunnel e la stazione sotterranea).
Tra le principali questioni sia quelle ”sui soliti problemi non sono risolti”, come ad esempio lo smaltimento delle terre scavate o la mancanza della Via, sia sullo scavo del tunnel ”rinviato al 2012, visto che la fresa non sara’ a Firenze prima della fine dell’anno”.
”Noi chiediamo che i lavori siano interrotti – ha detto Tiziano Cardosi del Comitato -. La settimana scorsa, inoltre, il Gruppo d’intervento giuridico di Cagliari, con una nostra documentazione, ha preparato un esposto, mandato alla procura di Firenze, in cui si evidenzia che ci sono grossi problemi nello smaltimento delle terre che saranno scavate”.
Mariarita Signorini, membro della giunta nazionale di Italia Nostra, ha spiegato che ”ci sono le possibilita’ di trovare soluzioni alternative meno invasive e meno costose, e che non metterebbero a rischio edifici e monumenti” e che ”tramite Elisabetta Zamparuti abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare in cui si chiede, ad esempio, il perche’ non sia stato valutato il rischio sismico di questa opera”.
Da Toscana Tv, video e articolo conferenza stampa Comitato No Tunnel e Italia Nostra: http://www.toscanatv.com/leggi_news_video?idnews=NL123348
Ieri nella conferenza stampa abbiamo parlato di terre di scavo
nell’ipotesi che lo smarino debba essere conferito in discarica i costi raddoppierebbero, l’ingegner Perini ci ha inviato un sommario conteggio, molto indicativo, della follia del progetto.
I costi sono esattamente da raddoppiare perchè il costo del conferimento a discarica è “per ogni tonnellata” mentre la quantità del materiale terroso è quantificata in metri cubi (mc) <<1 metro cubo di materiale terroso pesa circa 2 tonnellate.
Quindi
Se dovesse essere conferito a discarica speciale SOLTANTO lo smarino (il terreno prodotto dalla fresa durante la realizzazione delle gallerie) il cui volume e pari a 731'700 mc. l'incremento del costo sarebbe pari a 731'700x2x40,00 = 58'536'000 (quasi sessanta milioni di euro).
Se invece dovesse essere portato ad una discarica speciale TUTTO il materiale terroso derivante dalla realizzazione di tutte le opere che costituiscono il "passante con stazione AV" (escluso lo scavalco di Rifredi) il cui volume è pari 2'850'000 mc, l'incremento del costo sarebbe pari a 2'850'000x2x40,00 = 228'000'000 (quasi duecentotrenta milioni di euro).
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Articolo da Nove da Firenze:
http://www.nove.firenze.it/vediarticolo.asp?id=b1.05.29.00.32
Tav, slitta lo scavo del tunnel” talpa=”” in=”” azione=”” solo=”” nel= 2012″
29 maggio 2011 — FIRENZE
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/05/29/tav-slitta-lo-scavo-del-tunnel.html
SLITTA al 2012 la partenza degli scavi per il tunnel Tav. E questa volta non è solo un allarme dei comitati del no al sottoattraversamento. La conferma arriva dall’Osservatorio ambientale. La maxi fresa che da Campo di Marte dovrà farsi strada nel sottosuolo di Firenze fino a viale Belfiore, fa sapere l’organo di controllo sui lavori per il nuovo snodo ferroviario fiorentino, «non arriverà prima di settembre, e con tutta probabilità comincerà a scavare i 7 chilometri di gallerie ad anno nuovo». Una brutta battuta d’arresto per uno dei cantieri cruciali in città. Negli ultimi piani di Ferrovie, la talpa sarebbe dovuta entrare in azione in questi giorni.
«Da tre mesi – dice Tiziano Cardosi, membro del comitato No Tav – nell’area di Campo di Marte è tutto fermo. E in via Circondaria si procede a passo di lumaca. Ce lo confermano gli abitanti delle due zone che vivono affacciati sui cantieri. A questo punto si è oltrepassato il limite. “Presto e bene”, “cantieri di cristallo”, erano gli slogan lanciati dal ministro Matteoli. Qui invece non filtra niente e si accumulano ritardi su ritardi. Alla fine la Tav costerà molto di più del miliardo e mezzo preventivato. Si fermi tutto e si rivaluti il passaggio in superficie». Una richiesta che Comitato e Italia Nostra hanno indirizzato con una lettera anche ai ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture (sull’argomento un’interrogazione è stata presentata dai Radicali alla Camera e un esposto depositato in procura).
Nei documenti si riassumono tutte le criticità dell’opera: dall’assenza di studi sismici sull’impatto del tunnel alla mancanza della Via sulla stazione Foster, fino allo smaltimento delle terre scavate dalla talpa. «Pensiamo che lo stop sia dovuto a questo dice Massimo Perini, ingegnere geotecnico ingaggiato dai No Tav – Giorni fa, in un convegno organizzato dall’Ordine dei geologi,i maggiori esperti nel campo hanno confermato che il materiale estratto dovrà essere classificato come rifiuto speciale e quindi essere conferito in discarica, e non, come vorrebbe Nodavia, utilizzato per il risanamento della collina di Santa Barbara a Cavriglia». La fresa, infatti, utilizza additivi chimici e plastica, dicono i comitati, e quello che ne esce è una melma liquida e non terra. Il timoreè che Nodavia prenda tempo nell’attesa di sapere come dovrà agire.
I ritardi – fa sapere l’Osservatorio – «ci sono, i lavori vanno a rilento, ma solo perché nei cantieri è in corso l’installazione dei diaframmi per deviare il corso della falda e permettere poi alla fresa di scavare il tunnel». E «prima di dire che la terra andrà trattata come rifiuto bisognerà analizzarla». Di certo è un capitolo che rischia di assestare un brutta botta alla società vincitrice dell’appalto commissionato da Rfi.
Secondo i progetti la talpa da sola produrrà 1.463.400 tonnellate di terra. E fra tunnel e stazione se ne asporteranno 5.700.000. «I costi di smaltimento medi – spiega Perini – sono di 40 euro a tonnellata. Se venissero considerate come rifiuto speciale solo quelle lavorate dalla fresa, ci vorranno 60 milioni. Altrimenti ne serviranno 228. Quanto ci costerà alla fine il tunnel?».
– MARIO NERI
da La Nazione Firenze:
http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2011/05/28/514297-italia_nostra.shtml
Tav, Italia Nostra e Comitato chiedono risposte ai ministeri.
Tra le principali questioni sia quelle ”sui soliti problemi non risolti”, sia sullo scavo del tunnel ”rinviato al 2012″
Firenze, 18 maggio 2011 – Italia Nostra e il Comitato contro il sottoattraversamento Av di Firenze hanno spedito una lettera indirizzata ai ministeri dell’Ambiente e infrastrutture, oltre che a Regione, Provincia e Comune, Rfi e Osservatorio ambientale, per chiedere nuove spiegazioni sui lavori del nodo fiorentino dell’Alta velocità (tunnel e la stazione sotterranea).
Tra le principali questioni sia quelle ”sui soliti problemi non sono risolti”, come ad esempio lo smaltimento delle terre scavate o la mancanza della Via, sia sullo scavo del tunnel ”rinviato al 2012, visto che la fresa non sara’ a Firenze prima della fine dell’anno”.
”Noi chiediamo che i lavori siano interrotti – ha detto Tiziano Cardosi del Comitato -. La settimana scorsa, inoltre, il Gruppo d’intervento giuridico di Cagliari, con una nostra documentazione, ha preparato un esposto, mandato alla procura di Firenze, in cui si evidenzia che ci sono grossi problemi nello smaltimento delle terre che saranno scavate”.
Mariarita Signorini, membro della giunta nazionale di Italia Nostra, ha spiegato che ”ci sono le possibilita’ di trovare soluzioni alternative meno invasive e meno costose, e che non metterebbero a rischio edifici e monumenti” e che ”tramite Elisabetta Zamparuti abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare in cui si chiede, ad esempio, il perche’ non sia stato valutato il rischio sismico di questa opera”.
Comunicato stampa
perUnaltracittà – lista di cittadinanza
Lunedì 30 maggio 2011
Lavori TAV, De Zordo: “Perché il Sindaco non interviene? E l’Osservatorio cosa osserva?”
Sono anni che, insieme a vari altri soggetti, da Idra al Comitato contro il sottoattraversamento, dall’Università di Firenze a Italia Nostra, denunciamo non solo l’insensatezza del progetto di tunnel sotto la città, ma anche le gravi carenze riscontrate dalle analisi indipendenti: mancanza di VIA per la stazione Foster, sottovalutazione dei rischi, forzature procedurali.
A tutto questo si aggiungono ora nuove problematiche, segnalate dal Comitato e da Italia Nostra: la verifica antisismica dell’opera sarebbe stata fatta da RFI in modo semplicistico e approssimato, e come se non bastasse, tutto il materiale scavato dalla “talpa” – quasi 3 milioni di metri cubi, ha caratteristiche che lo classificano come “rifiuto speciale” e quindi non solo non può essere utilizzato come era previsto nella ex miniera di Santa Barbara a Cavriglia, ma deve essere conferito in apposita discarica, con un enorme lievitazione dei costi.
Visti tutti questi aspetti, si capisce anche il motivo del rinvio del lavoro di scavo vero e proprio, ma è inevitabile porsi delle domande: perché non fermarsi e fare per tempo tutte le verifiche e le valutazioni necessarie? Non era quello che aveva assicurato che avrebbe fatto il Sindaco stesso, che ne ha facoltà, nel caso ci fossero state mancanze o profili di irregolarità? Ma soprattutto, perché non scegliere definitivamente la soluzione in superficie, abbandonando l’ipotesi del tunnel, le cui caratteristiche di incertezza e di pericolosità si aggravano in continuazione?
Su questi temi ho presentato oggi una domanda di attualità in Consiglio comunale, alla quale mi e’ stato risposto che ad oggi nulla di tutto cio’ risulta all’ Osservatorio, l’ organo tecnico preposto al controllo dei lavori il quale, a seguito di questa segnalazione, accertera’ la validita’ o meno delle affermazioni suriportate. Incredibile inversione di ruoli: ora sono comitati e associazioni a far presenti le criticita’ a chi dovrebbe controllare la regolarita’ dei lavori!
Riceviamo e inoltriamo volentieri da Mariarita Signorini di Italia Nostra Toscana.
ITALIA NOSTRA FIRENZE E CITTADINI AREA FIORENTINA
UN’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE PER I LAVORI DELLA TAV A FIRENZE
Martedì scorso 24 maggio, l’on. Elisabetta Zamparutti, della delegazione radicale del PD e membro della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla questione dei lavori per l’AV a Firenze.
Basandosi sui dati forniti dall’ing.Massimo Perini, per conto del Comitato contro il Sottoattraversamento AV di Firenze, e da noi rilanciati a metà maggio, la parlamentare chiede chiarimenti sulla questione del rischio sismico e dell’eliminazione delle terre di scavo del tunnel sotto Firenze. Ecco il testo:
Al Ministro dell’Ambiente
Al Ministro delle Infrastrutture
Premesso che:
da un documento delle organizzazioni “Italia Nostra” e “Cittadini area fiorentina” si apprende che, mentre i lavori per la realizzazione della stazione AV Foster nell’ex area dei Macelli procedono con l’invasività connessa alla rilevanza dell’opera, è ancora incerta la data di inizio dei lavori per la perforazione dei due tunnel (6 Km da Campo di Marte a Castello), essendo stata rimandata a fine anno;
a Campo di Marte – dove inizierà la trivellazione – dopo aver costruito i diaframmi che arrivano a 30 m di profondità, si scava per la formazione della discenderia e del pozzo lancio frese (in cui verrà assemblata la macchina scavatrice) senza realizzare la batteria di pozzi prescritta dall’Osservatorio Ambientale per travasare l’acqua di falda da monte a valle dell’imbocco;
quanto al materiale terroso prodotto dallo scavo è previsto venga utilizzato per realizzare una duna nell’ambito del progetto di recupero ambientale della ex cava di lignite di Santa Barbara nel comune di Cavriglia. Per questo, dopo che è stato emesso il decreto di approvazione della Valutazione di Impatto Ambientale con una serie di disposizioni, è stata completata la verifica di ottemperanza delle prescrizioni dettate dalla Regione Toscana (dipartimento VIA) ed è in corso lo stesso tipo di verifica delle prescrizioni dettate dal Ministero dell’Ambiente;
tuttavia secondo l’ingegner Massimo Perini, tecnico di parte nella causa preventiva intrapresa da alcuni cittadini verso RFI: «La tecnologia di scavo con la fresa TBM (Tunnel Boring Machine) di tipo EPB (Earth Pressure Balance) prevede l’utilizzazione di additivi chimici che trasformano il terreno del fronte dello scavo in una melma per bilanciare la pressione dello scudo e fluidifica il terreno favorendone il rapido smaltimento in superficie. Questa alterazione (con termine tecnico “condizionamento”) fa perdere lo stato naturale al terreno e lo contamina trasformandolo in un rifiuto speciale che va inviato a discarica e non può essere utilizzato tal quale come materiale da costruzione né tanto meno per interventi di recupero ambientale – art. 184 e 185 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e smi »;
il Ministero dell’Ambiente con decreto VIA del 29/7/2009 aveva infatti raccomandato di verificare che quel materiale di scavo risultasse effettivamente costituito da terre e rocce di scavo e che lo si potesse escludere con certezza dal regime normativo a cui sono sottoposti i rifiuti;
sulla questione, il Ministero dell’Ambiente, ha chiesto il parere dell’Unione europea e nel frattempo la verifica di ottemperanza è stata sospesa e sembra che non verrà ripresa prima di un anno;
secondo le organizzazioni sopra citate vi sarebbe stata anche una grave sottovalutazione del rischio sismico, calcolato in modo semplicistico nel caso della stazione AV e addirittura non calcolato nel caso delle due gallerie;
si chiede di sapere:
se è vero che vi è stato una sottovalutazione del rischio sismico e come sia stato calcolato rispetto alla stazione AV e alle due gallerie
quando inizieranno realmente i lavori per la realizzazione delle gallerie ?
se e quali valutazioni siano state fatte rispetto all’eventualità che il terreno di risulta non possa essere più collocato a Santa Barbara?
Dai Consiglieri Provinciali Andrea Calò e Lorenzo Verdi(Rifondazione Comunista)
TAV SLITTA AL 2012 LA PARTENZA DEGLI SCAVI CON CAMBIO DI TEMPI MODI E COSTI DELL’OPERA. RIVALUTARE IL PASSAGGIO IN SUPERFICIE!!pubblicata da Andrea Calò il giorno lunedì 30 maggio 2011 alle ore 10.50
Oggetto: TAV, slitta al 2012 la partenza degli scavi per la realizzazione del sottoattraversamento di Firenze dell’Alta Velocità. L’Osservatorio Ambientale evidenzia gravi ritardi nei lavori preparatori. Il Comitato NO TAV e Italia Nostra oltre a segnalare che manca una adeguata trasparenza sulle operazioni in corso evidenziano problemi inerenti la collocazione delle terre di scavo e dei rifiuti speciali derivanti dai lavori i quali non potranno essere utilizzati per il recupero ambientale nella ex cava di lignite di Santa barbara nel Comune di Cavriglia. I Comitati evidenziano una grave sottovalutazione del rischio sismico nel caso della stazione AV e addirittura non calcolato nel caso delle due gallerie. Per Rifondazione Comunista occorre fermare subito i lavori per rivedere il progetto a favore del passaggio in superficie della tratta, chiarendo punto per punto i quesiti posti dai Comitati e Associazioni.
Domanda di attualità art. 39 del Regolamento del Consiglio Provinciale.
Secondo le recenti notizie confermate dall’Osservatorio Ambientale, i lavori di scavo per la realizzazione del sottoattraversamento di Firenze dell’Alta Velocità, il cui inizio era previsto per questi giorni, slittano all’inizio del 2012.
Ciò rappresenta una battuta d’arresto, dalle pesanti ripercussioni, che modificherà in modo notevole i tempi, i modi e i costi per la realizzazione dell’opera.
Come giustamente evidenziato dal Comitato No Tav “da tre mesi a Campo di Marte è tutto fermo e nel cantiere di Via Circondaria si procede a passo di lumaca” e al di là degli impegni assunti sulla trasparenza delle operazioni e dei lavori nessuna spiegazione è stata data al Comitato stesso e ai cittadini.
Tutto sembra ruotare attorno alla questione della collocazione delle terre di scavo e dei rifiuti derivanti dai lavori.
In più occasioni nei mesi scorsi il nostro gruppo consiliare, riprendendo le denunce e le segnalazioni fatte dai Comitati e da Italia Nostra, ha sollevato la questione sottolineando che a fronte di una quantità complessiva di terre e rifiuti previsti stimata intorno ai 3-4 milioni di metri cubi, l’unica autorizzazione al conferimento esistente era quella relativa a Santa Barbara per 1,5 milioni di metri cubi soltanto.
Allo stesso tempo abbiamo denunciato la questione della classificazione delle terre di scavo: come giustamente tornano oggi a sottolineare i comitati “il materiale estratto dovrà essere classificato come rifiuto speciale e quindi conferito in discarica e non, come vorrebbe Nodavia, utilizzato per il risanamento della collina di Santa Barbara”.
Gli interessi in ballo sono notevoli: la classificazione come rifiuti costerebbe per lo smaltimento milioni di euro, la classificazione come terre utilizzabili per risanamenti (vista la presenza di additivi chimici e plastica) avrebbe un costo e una ricaduta devastante dal punto di vista ambientale e conseguenze imprevedibili da un punto di vista degli eventuali interventi della giustizia ordinaria (basti pensare al processo per disastro ambientale in Mugello avviato dalle indagini della Magistratura anche sul versante dell’inquinamento da fanghi).
Nonostante che il decreto di VIA sui lavori del sottoattraversamento dica in modo esplicito che “i fanghi di perforazione, oltretutto contaminati da polimeri (seppur biodegradabili), da bentonite e/o altri additivi, sono da considerare rifiuti e come tali vanno gestiti” è apparso da subito inaccettabile che i lavori cosiddetti propedeutici prendessero avvio senza un quadro definito e chiaro sulla destinazione dei materiali di risulta degli scavi e oggi ancor di più se si considera che i ritardi nell’avvio della perforazione appaiono strettamente legati a questo aspetto.
In ordine ai problemi sopra esposti le organizzazioni Italia Nostra e Cittadini Area Fiorentina hanno inoltre evidenziato che
mentre i lavori per la realizzazione della stazione AV Foster nell’ex area dei Macelli procedono con l’invasività connessa alla rilevanza dell’opera
e a Campo di Marte – dove inizierà la trivellazione – dopo aver costruito i diaframmi che arrivano a 30 m di profondità, si continua a scavare per la formazione della discenderia e del pozzo lancio frese (in cui verrà assemblata la macchina scavatrice) senza realizzare la batteria di pozzi prescritta dall’Osservatorio Ambientale per travasare l’acqua di falda da monte a valle dell’imbocco
vi sarebbe stata anche una grave sottovalutazione del rischio sismico, calcolato in modo semplicistico nel caso della stazione AV e addirittura non calcolato nel caso delle due gallerie.
Ciò premesso gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista, nel ribadire la contrarietà al progetto di sottoattraversamento dell’Alta Velocità e nel sottolineare che gli ultimi accadimenti altro non sono che l’ennesima conferma della necessità di fermare subito i lavori per rivedere il progetto a favore del passaggio in superficie della tratta, chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire.
– Sulle motivazioni riferite all’Osservatorio Ambientale sul rinvio delle operazioni di scavo del tunnel
– Le conseguenze da un punto di vista economico del suddetto ritardo
– Se sia stato presentato all’Osservatorio Ambientale un piano di smaltimento complessivo delle terre di scavo
– Se, in considerazione di quanto dichiarato nella VIA, i fanghi di perforazione siano o meno considerati come rifiuti speciali e quali siano le modalità di gestione e i siti di deposito previsti
– Se non si ritenga opportuno chiedere una sospensione dei lavori al fine di rivalutare tempi, costi e conseguenze ambientali e riprendere in considerazione l’ipotesi di passaggio in superficie della tratta di Firenze.
– se è vero che vi è stato una sottovalutazione del rischio sismico e come sia stato calcolato rispetto alla stazione AV e alle due gallerie
– quando inizieranno realmente i lavori per la realizzazione delle gallerie ?
– se e quali valutazioni siano state fatte rispetto all’eventualità che il terreno di risulta non possa essere più collocato a Santa Barbara?
Andrea Calò Lorenzo Verdi
(Rifondazione Comunista)
Da Idra Firenze:
Associazione di volontariato Idra
Tel. e fax 055.233.76.65; e-mail idrafir@tin.it; web http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html
COMUNICATO STAMPA Firenze, 1.6.’11
TAV A FIRENZE, VALUTAZIONE DI IMPATTO?
IL MINISTERO DELL’AMBIENTE RISPONDE ALLA REGIONE TOSCANA… DI NON SAPER RISPONDERE!
ENRICO ROSSI TACE. IDRA DENUNCIA.
Che fine ha fatto la lettera che il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi aveva scritto il 22 febbraio al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, in cui chiedeva “garanzie di correttezza amministrativa” sul sottoattraversamento TAV di Firenze?
Idra aveva messo a disposizione della Regione Toscana (e del sindaco di Firenze Matteo Renzi, che apparentemente però non ne ha fatto alcun uso) la documentazione da cui risulta che a Firenze si scava la nuova stazione TAV targata Foster senza una valutazione di impatto, e senza che nessuno si sia premurato di dimostrare che una valutazione non serve…
Rossi aveva raccolto l’allarme dell’associazione ecologista fiorentina e aveva chiesto al ministro dell’Ambiente, “in considerazione dell’importanza dell’intervento in oggetto”, che si effettuasse “una ricognizione dell’iter amministrativo nonché una sintesi delle determinazioni assunte negli atti adottati dal 1999 ad oggi relativamente all’intervento di nuova stazione AV (Foster), al fine di una verifica sulle garanzie di correttezza amministrativa”.
Per alcune settimane la lettera di Rossi è rimasta priva di risposte.
Poi, il 31 marzo, la Direzione generale per le Valutazioni Ambientali del Ministero ha inviato una replica piuttosto singolare: il responsabile dr. Mariano Grillo conferma alla Regione Toscana che la Commissione VIA non è in possesso di atti relativi a procedimenti istruiti dalla precedente Commissione e che pertanto, “alla luce delle risultanze di cui sopra si ritiene di dovere avviare una più approfondita opera di ricerca presso gli archivi di questo Ministero, per la quale, in ragione della vetustà del procedimento, si rappresenta la necessità per l’Amministrazione di dover differire l’evasione della richiesta formulata di un ragionevole lasso di tempo presumibilmente determinato in 30 giorni dall’invio della presente”!
In altre parole, si conferma che le carte necessarie a dare una qualche credibilità istituzionale agli scavi non si trovano, e che – mentre le ruspe e le betoniere lavorano – occorrerà pazientare altri 30 giorni. Che si aggiungono ai sette anni e tre mesi decorsi da quando il progetto Foster è stato approvato, il 23 dicembre 2003!!!
Ci saremmo aspettati che, allo scadere di questo ennesimo rinvio nella presentazione dei requisiti di legalità della ‘grande opera’, il presidente Rossi, mostratosi attento ai rilievi formulati da Idra, prendesse carta e penna per esigere dal Ministro la risposta agognata. E abbiamo atteso un altro mese. Oggi, a 60 giorni dalla scadenza promessa e non rispettata dal Ministero, Idra denuncia: la circostanza, sommata alle altre di cui è costellata la vicenda TAV, dalla cantierizzazione del Mugello alla messa a soqquadro della città del fiore, non lascia niente di buono da presagire.
Al di là dell’Appennino, intanto, Bologna paga giorno dopo giorno le conseguenze nefaste di un mega-ritardo nei lavori TAV che continua a accumularsi… La stazione sotterranea TAV – ci riferiscono da Bologna – era annunciata per il 2008: adesso, persino sulla nuova scadenza fissata al 2012 pesano – leggiamo nelle cronache – “diverse incognite”.
Citiamo testualmente il lancio del 23 maggio scorso dell’Agenzia stampa Dire di Bologna (il documento è stato inviato da Idra a Rossi e a Renzi):
“Anche Rfi, che esclude al momento la necessità di chiedere ulteriori proroghe, non nasconde però che “il traguardo è molto difficile e impegnativo”. Per questo “siamo assolutamente concentrati”, assicura Francesco Bocchimuzzo, referente di Rfi per il progetto Alta velocità a Bologna e Firenze, presente questa mattina alla Conferenza metropolitana dei sindaci convocata per fare il punto sul Servizio ferroviario metropolitano. Il primo appuntamento con l’Alta velocità a Bologna è a giugno 2012, ricorda Bocchimuzzo, quando inizierà “il transito dei primi treni passanti”.
La stazione sotterranea invece “dovrebbe entrare in funzione a dicembre”, anche se per vederla completata “servirà altro tempo”. Dunque, avverte il dirigente di Rfi, “i cantieri non sono finiti, andrà solo diminuendo la loro presenza”. I lavori continueranno infatti nel 2013 appunto per completare la stazione sotterranea e per ripristinare i binari in superficie che sono stati interrotti in questi anni dal cantiere. Rfi, inoltre, darà il via anche alla realizzazione dell’asse stradale nord sud, un progetto in cui è compreso anche il parcheggio di servizio alla stazione a rotazione veloce denominato “kiss and ride””.
Da Tiziano Cardosi portavoce Comitato No Tunnel Tav:
Sotto incollo il testo di una interrogazione che ci sarà in Consiglio regionale.
Mi pare che il muro di silenzio abbia qualche piccola crepa. Il timore è che si richiuda tutto velocemente e torni a dominare il silenzio.
L’espressione “l’ennesima vergogna italiana” mi pare molto opportuna per questo progetto sbagliato.
Parlo a titolo personale, ma voglio mettere i piedi nel piatto e parlo alle persone di sinistra dopo la vittoria nei ballottaggi: se un progetto come questo non viene fermato la speranza nata in questi giorni nelle persone andrà delusa molto presto; la constatazione che il partito degli affari è più importante di ogni ideale e dei cittadini travolgerà tutto e tutti a Firenze.
Tiziano Cardosi
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Sottoattraversamento AV Firenze: Interrogazione in Consiglio Regionale su ritardi, rischio sismico e terre di scavo.La Giunta riferisca in Aula. Si profila l’ennesima vergogna all’italiana.
Depositata oggi in Consiglio regionale un’interrogazione dei Consiglieri Mauro Romanelli e Monica Sgherri riguardo il rischio sismico e le problematiche dello smaltimento della terra di scavo per i lavori del sottoattraversamento Alta Velocità di Firenze.
“Da tempo, stimolati dall’enorme lavoro di denuncia, approfondimento e controllo del Comitato contro il sottoattraversamento, delle associazioni, di vari esperti del mondo scientifico e accademico, stiamo provando a chiedere chiarezza – dichiara il Consigliere Mauro Romanelli del gruppo FdS/Verdi – sui lavori Alta Velocità a Firenze”.
“Oggi abbiamo depositato un’interrogazione riguardo due aspetti, tra i tanti, molto preoccupanti di quest’opera: l’incerto destino delle terre di scavo e la sottovalutazione del rischio sismico”.
“La terra scavata dalla fresa per realizzare le gallerie, come già si sapeva da tempo, non potrà essere utilizzata per il risanamento ambientale nell’ex cava di Santa Barbara, in Valdarno, essendo terra contaminata e quindi rifiuto speciale. Santa Barbara comunque non potrebbe accogliere l’intera mole di smarino prodotta”.
“Facciamo nostra la preoccupazione espressa da più parti che i clamorosi ritardi nell’avvio dei lavori veri e propri – si parla già di uno slittamento al 2012 – siano dovuti proprio a questi fatti, e che qualcuno stia sperando in una nuova legge sulla gestione delle terre di scavo, naturalmente molto più permissiva e ammorbidita”.
“Grave poi anche la notizia che gli studi sismici relativi alla stazione Foster sarebbero stati calcolati con semplificazioni e siano addirittura assenti nel caso delle due gallerie”.
“Sempre riguardo la nuova stazione AV voglio ricordare che non esiste una valutazione d’impatto ambientale e nessuno ha mai dimostrato che una valutazione non serve. E’ imbarazzante a tal proposito la risposta del Ministero alla Regione secondo cui l’attuale Commissione VIA non è in possesso di atti relativi a procedimenti istruiti dalla precedente Commissione che l’ha preceduta. “Dobbiamo ricercarli negli archivi”, è l’incredibile risposta”.
“A questo punto, davanti ai continui misteri su questi lavori, chiediamo che la Giunta Regionale e tutte le Istituzioni coinvolte inizino, come più volte annunciato, un serio lavoro di controllo e trasparenza, sempre promesso, ma di cui non si è vista traccia”.
“Si profila, come denunciamo da tempo, l’ennesima vergogna all’italiana, con sperpero di denaro pubblico e seri danni per l’ambiente e le abitazioni dei cittadini”.
“Sarebbe proprio il caso di approfittare di questa situazione di stallo per rivedere il progetto a favore del passaggio in superficie della tratta e dare prova che anche nel centrosinistra toscano soffia un nuovo vento, con più attenzione agli interessi collettivi, e meno agli affari”.
Consiglio regionale della Toscana
Interrogazione a risposta Orale n. 375
Prot. n. 9334/2.17.2 del 01.06.2011
Oggetto: Interrogazione orale urgente:
Sottoattraversamento AV di Firenze. Rischio sismico e destinazione terre di scavo.
I sottoscritti Consiglieri Regionali
Ricordati i dati forniti dal Comitato contro il Sottoattraversamento AV di Firenze, da varie associazioni ambientaliste, da tecnici ed esponenti del mondo scientifico – accademico, secondo cui:
• gli studi sismici relativi alla stazione Foster, posta nella zona Macelli, per la determinazione dell’azione sismica cui sono soggette le strutture che la compongono, sono stati eseguiti con un “approccio semplificato” in base al solo tipo di sottosuolo, cioè senza valutare la particolare tipologia della costruzione e la situazione stratigrafica;
• la suddetta procedura è prevista dalla legge vigente per “opere di carattere semplice e ricorrente”, mentre la stazione Foster non ha certo caratteri “semplici e ricorrenti”;
• i carotaggi sismici relativi alla stazione Foster sono stati fatti nei cantieri dello “scavalco”, a Rifredi, a due chilometri dalla sede del manufatto, dove il terreno potrebbe avere caratteristiche ben diverse, vista la forte eterogeneità del sottosuolo fiorentino, e solo fino alla profondità di 40 metri, inferiore a quella prescritta;
• non è stata considerata la deflessione delle onde sismiche in corrispondenza dei tunnel, fenomeno per cui i manufatti sotterranei, come i tunnel, deviano le onde sismiche, provocando sulla verticale dell’opera una zona di attenuazione delle onde, mentre nelle immediate vicinanze si avrebbe un’amplificazione delle stesse;
• la struttura delle gallerie è stata progettata con una normativa non più attuale, che non offre un’adeguata protezione sismica, e, ad esempio, le strutture dell’imbocco del Campo di Marte non hanno la protezione sismica richiesta dalla normativa vigente dopo il terremoto dell’Aquila;
• il progetto strutturale delle opere che costituiscono il sottoattraversamento non è stato né esaminato dall’Osservatorio Ambientale (giacché non di sua competenza), né sottoposto a deposito/autorizzazione da parte dell’Ufficio del Genio Civile (giacché i progetti di Ferrovie dello Stato ne sono esentati);
• le terre di scavo prodotte dalla fresa TBM di tipo EPB, essendo previsto l’utilizzo di additivi chimici, che trasformano il terreno del fronte dello scavo in una melma per bilanciare la pressione dello scudo e fluidificare il terreno, sono da considerare rifiuto speciale destinato a discarica e quindi non possono essere utilizzate per il risanamento ambientale progettato nell’ex cava di lignite di Santa Barbara nel comune di Cavriglia (Ar);
• il sito di Santa Barbara potrebbe comunque accogliere meno della metà dello smarino prodotto dai lavori;
• i possibili cedimenti in superficie prodotti dallo scavo delle gallerie sono pericolosamente sottostimati, essendo le valutazioni del “volume perso” state eseguite con modelli puramente teorici, senza tener conto della disomogeneità del terreno fiorentino;
• la scelta di lavorare con una sola fresa, invece che due, come previsto nel progetto definitivo, non allunga solo i tempi di scavo delle gallerie, ma ha anche il grave inconveniente di amplificare i cedimenti che si avranno in superficie;
• i pozzi di drenaggio della falda, che l’Osservatorio Ambientale aveva imposto fossero realizzati prima di impattare le acque sotterranee, non sono stati ancora realizzati e comunque non sono affidabili nel tempo;
Ricordato che la data d’inizio dei lavori per la perforazione dei due tunnel (6 Km da Campo di Marte a Castello) è stata rimandata alla fine dell’anno – inizio 2012;
Interrogano la Giunta Regionale per conoscere:
• se ritiene esservi stata una sottovalutazione del rischio sismico rispetto alla progettata stazione AV e alle due gallerie;
• se ritiene possibile collocare il terreno di risulta nell’ex cava di Santa Barbare e, in caso negativo, quali alternative sono state considerate;
• la reale data d’inizio lavori per la realizzazione delle gallerie.
Mauro Romanelli
Monica Sgherri
Comunicato stampa
perUnaltracittà – lista di cittadinanza
Smaltimento terre di scavo AV a Firenze, De Zordo:
“Vogliamo ripetere lo scandalo del Mugello?”
Risposta evasiva alla domanda posta in Consiglio una settimana fa
“Ormai lo hanno confermato tecnici e studiosi indipendenti: tutto il materiale scavato dalla “talpa” per il sottoattraversamento AV di Firenze – quasi 3 milioni di metri cubi – ha caratteristiche che lo classificano come “rifiuto speciale” e quindi non solo non può essere utilizzato come previsto come “risanamento ambientale” nella ex miniera di Santa Barbara a Cavriglia, ma deve essere conferito in apposita discarica, con un enorme lievitazione dei costi. A meno di non voler ripetere quanto avvenuto nel Mugello dove le terre di scavo per la variante di valico autostradale sono state abusivamente usate per un presunto “risanamento ambientale” contaminando, pare, terre e acque. E infatti sul caso sta indagando la Magistratura.
Per lo scavo delle gallerie AV sotto la città di Firenze e annessa stazione Foster, il progetto approvato prevede l’utilizzo di una fresa TBM (Tunnel Boring Machine) di tipo EPB (Earh
Pressure Balance). Tale fresa implica l’utilizzazione di additivi chimici che trasformano il terreno producendo smarino contaminato da tensioattivi e polimeri che deve essere considerato “rifiuto speciale” e di conseguenza conferito in discarica (secondo artt 184 e 185 decreto legislativo 3 aprile 2006, n 152), come è stato confermato da vari tecnici e ribadito anche nel corso del convegno organizzato a Firenze il 13 maggio u.s. dall’Ordine dei geologi.
Una ulteriore conferma? Analoga situazione si è determinata nello scavo per la realizzazione della linea 3 della metropolitana di Roma, il cui materiale scavato è stato infatti conferito in discarica controllata come rifiuto speciale.
Nessuno potrà dire che il problema di dove conferire le terre di scavo dei lavori AV di Firenze non sia stato posto. L’ultima volta lunedì 30 maggio u.s. con una precisa domanda d’attualità da me presentata alla quale l’A.C. ha risposto che ad oggi niente risultava e che comunque sarà l’Osservatorio Ambientale a dover verificare. Vediamo se ora, dopo lo scandalo del Mugello qualcuno si deciderà a prendere sul serio la questione. Ma dobbiamo sempre aspettare che sia la Magistratura a intervenire per porre mano ai problemi sollevati da comitati e associazioni sulle cui competenze ormai non ci dovrebbero essere più dubbi? E il Sindaco non aveva ribadito che avrebbe vigilato sui cantieri AV bloccandoli al primo dubbio di irregolarità? E’ tanto che non gli sentiamo dire niente sui lavori AV, che di profili di irregolarità puntualmente segnalati sembra ne abbiano più d’uno.”
riceviamo e pubblichiamo volentieri. E’ una conferma di quanto sostenuto nel nostro esposto.
Firenze 29-giugno 2011
Comunicato stampa
Italia Nostra e Comitato contro il sottoattraversamento AV di Firenze ricevuti al Ministero delle Infrastrutture
“TERRE DI SCAVO TUNNEL TAV SONO ‘RIFIUTI SPECIALI’, UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE, SECONDO IL MINISTERO INFRASTRUTTURE”
Una delegazione composta da Italia Nostra e dal Comitato contro il sottoattraversamento AV di Firenze, col supporto tecnico dell’ing. Massimo Perini è stata ricevuta al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’ing. Ercole Incalza, capo della struttura tecnica di Missione, ha ripercorso l’iter delle 8 soluzioni valutate nel corso degli anni, dal ’94 in poi, per risolvere il passaggio dell’Alta Velocità a Firenze. Per ciò che riguarda la situazione attuale il rappresentante del Ministro Matteoli, ha riconosciuto la fondatezza delle criticità da noi sollevate nelle lettere inviate alla Regione Toscana e al Ministero:
La questione dell’intercettazione della falda, la carenza di progettazione antisismica, le interferenze con l’edificato, in particolare è apparsa subito in tutta la sua gravità la questione dell’enorme massa degli smarini (3 miloni di metri cubi) dello scavo delle gallerie, che dovrebbero essere impiegati per “riqualificare” l’ex cava di Santa Barbara nel comune di Cavriglia. Per quest’ultimo aspetto l’ing.Incalza ha convenuto che il problema è al momento irrisolvibile, dato che si tratta di ‘rifiuti speciali’ e non di pietrisco o materiale altrimenti utilizzabile, come previsto dal decreto VIA.
Italia Nostra e il Comitato fiorentino hanno perciò ribadito la richiesta di fermare immediatamente i lavori, per evitare ulteriore spreco di fondi pubblici e proposto di abbandonare il progetto di sottoattraversamento a vantaggio di soluzioni di superficie molto meno invasive dal punto di vista ambientale e dai costi assai ridotti.
E’ stato ricordato che la stazione Foster, prevista nell’attuale progetto, non è stata sottoposta a VIA ed è stato sostenuto che la ricontrattazione delle penali, per la mancata esecuzione delle gallerie, potrebbe essere la via d’uscita per evitare l’impasse attuale. Nuove riunioni col Ministero sono previste per un tavolo di confronto che si è finalmente aperto, già a partire dalla prossima settimana.
Mariarita Signorini 055-2049499 cell. 335-5410190 – ITALIA NOSTRA
Tiziano Cardosi 338-3092948 – Comitato contro il sottoattraversamento
riceviamo e pubblichiamo volentieri.
da La Repubblica on line, ed. Firenze, 27 giugno 2011
Tav, colpo di spugna, assoluzioni a Firenze.
Ventisette dei quaranta imputati, quasi tutti del consorzio Cavet, erano stati condannati in primo grado a pene fino a 5 anni per traffico di rifiuti, smaltimento illegale di rifiuti speciali ed omessa bonifica. In appello sono restate solo alcune condanne per reati meno gravi. Revocato anche il maxirisarcimento:
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/06/27/news/tav_appello_fffff-18282714/
da La Nazione on line, 28 giugno 2011
Lavori Bologna-Firenze Cancellate tutte le condanne
Il caso Tav che coinvolge il Mugello: “Non c’è stato traffico di rifiuti nè smaltimento illegale”:
http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2011/06/28/533324-lavori_bologna_firenze.shtml
Comunicato stampa
perUnaltracittà- lista di cittadinanza
Depositata interrogazione urgente
Danni Tav, De Zordo: “Dopo sentenza secondo grado ancora più necessari i controlli preventivi sul materiale di scavo tunnel sotto Firenze”.
Riunita al Ministero commissione VIA su terre di scavo a Firenze.
La sentenza del processo di appello per i danni all’ambiente causati dai lavori della Tav in Mugello desta sorpresa e preoccupazione: assolve gli imputati o per non aver commesso il fatto, o perché il fatto non costituisce reato o perché il fatto non sussiste ribaltando la decisione del giudice di primo grado. Eppure se una certezza c’è, è che il Mugello ha subito danni ambientali gravissimi. Una delle accuse era di aver disseminato in Mugello materiali di scavo delle gallerie e fanghi contaminati da idrocarburi e cemento, oltre a aver organizzato traffico illecito di rifiuti. Cosa che si è perlatro ripetuta per i lavori della Variante di Valico. Molti dei reati, del resto, sono andati in prescrizione, e alla lettura della sentenza sapremo quali.
Non vorremmo ripercorrere questo iter lungo e tormentato, che si presume continuerà con un ricorso in Cassazione, anche per lo scavo del doppio tunnel di 7 km sotto la città di Firenze. Visto che per il materiale di scavo c’è la previsione di utilizzo come terra per un “rimodellamento ambientale” nell’ex miniera di S. Barbara a Cavriglia. Ma ormai lo hanno confermato tecnici e studiosi indipendenti: tutto il materiale scavato dalla “talpa” per il sottoattraversamento AV di Firenze – quasi 3 milioni di metri cubi – per l’utilizzazione di additivi chimici necessari per il funzionamento della talpa, viene trasformato in smarino contaminato da tensioattivi e polimeri, con caratteristiche che lo classificano come “rifiuto speciale” e quindi non solo non può essere utilizzato come previsto, ma deve essere conferito in apposita discarica, con un enorme lievitazione dei costi. Lo diciamo da tempo, ed è stato confermato nel corso del recente convegno organizzato a Firenze il 13 maggio u.s. dall’Ordine dei geologi. Sappiamo che è anche il parere di ARPAT e del Settore regionale Rifiuti e Bonifiche. La Regione Toscana, nella procedura di VIA per il ripristino dell’ex miniera, ha lasciato l’ultima parola alla Commissione VIA ministeriale, inoltrando comunque i pareri sopra citati, confermati anche da ISPRA.
E’ urgente dunque conoscere la decisione assunta dalla Commissione ministeriale VIA – che si è riunita pochi giorni fa proprio con questo argomento all’ordine del giorno – e il cui parere, a nostro avviso, ben difficilmente potrà comunque discostarsi da tutti gli altri pareri: tre milioni di metri cubi di rifiuti speciali, una discarica da individuare, costi che si moltiplicano in misura esponenziale, è uno scenario che rende ancora più indifendibile, se ce ne fosse bisogno, un progetto le cui lacune, rischi e problematiche erano evidenti da tempo.
Abbiamo depositato un’interrogazione urgente alla quale attendiamo che ci vengano date risposte circostanziate.
Tipologia: interrogazione urgente
Oggetto: terre di scavo del sottoattraversamento TAV di Firenze
Visto che il materiale da scavare per la realizzazione del sottoattraversamento TAV di Firenze ammonta approssimativamente a 3 milioni di mc;
Considerato che è previsto nei progetti approvati che tale materiale sia utilizzato nella ex miniera si S.Barbara nel comune di Cavriglia per un rimodellamento ambientale nelle operazioni di recupero della stessa ex miniera;
Considerato che la procedura di VIA per il progetto di rimodellamento ambientale è conclusa solo per un primo lotto, che riguarda approssimativamente la metà dello smarino complessivamente escavato;
Visto che è in corso di svolgimento la procedura di VIA per una variante al progetto di rimodellamento ambientale, che utilizzi il restante 50% di smarino;
Visto che ARPAT e Settore Rifiuti e Bonifiche della Regione Toscana hanno reso un parere che definisce il materiale scavato non come terra di scavo ma come rifiuto speciale, stante gli additivi utilizzati nel processo di escavazione con la fresa, e che sulla base di questi pareri la Regione Toscana ha chiesto al Ministero per l’Ambiente – Commissione VIA di stabilire in via definitiva la natura del materiale escavato;
Considerato che nel caso in cui tale materiale sia classificato come rifiuto speciale non può essere utilizzato come previsto nel recupero ambientale della ex miniera di S. Barbara, ma dovrà essere conferito in apposita discarica autorizzata e controllata, fra l’altro con un enorme aumento dei costi;
SI INTERROGA IL SINDACO con urgenza per sapere
1) se l’osservatorio ambientale è a conoscenza di una eventuale risposta della Commissione VIA su quanto sopra esposto;
2) se è stata individuata una discarica autorizzata e controllata in cui eventualmente conferire il materiale;
3) se è stato determinato, anche approssimativamente, il costo aggiuntivo nel caso in cui ci siano da smaltire 3 milioni di mc di rifiuti speciali
Ornella De Zordo
da La Repubblica, ed. Firenze, 5 luglio 2011
Pronta la talpa per scavare la città inizierà a ottobre da Campo di Marte. La macchina è già stata montata, a settembre sarà trasferita a Firenze. Anche la stretta finale sull´accordo tra Palazzo Vecchio e l´ad Moretti sarebbe vicino. In cambio del via libera ai lavori era stata chiesta una nuova viabilità attorno alla Foster. (Massimo Vanni)
Alta velocità, la «talpa» è pronta. E per l´operazione «passante sotterraneo fiorentino», scatta il conto alla rovescia: la macchina lunga decine di metri che scaverà il tunnel di 7 chilometri e di 12 metri di diametro sotto Firenze attende il suo turno in uno stabilimento di Roma. Verrà trasportata nel cantiere di Campo di Marte subito dopo la pausa vacanziera: «La fresa verrà trasferita a settembre», annuncia la Coopsette, la cooperativa di Reggio Emilia capofila, attraverso la controllata Nodavia, delle imprese che si sono aggiudicate l´attuale appalto fiorentino della Tav da 710 milioni di euro.
Lo scavo vero e proprio del primo dei due tunnel (saranno disposti come le canne di una doppietta), che partirà dall´area ferroviaria di Campo di Marte per inabissarsi già al Ponte al Pino, comincerà invece un mese dopo: «Nei nostri programmi l´inizio dello scavo è previsto per il prossimo ottobre», annuncia Coopsette mentre ancora rimbalza l´eco della guerriglia anti-Tav della Val di Susa. Potranno sempre esserci altri ritardi: la tabella di marcia è stata aggiornata più volte, per un´opera che avrebbe dovuto scattare prima all´inizio di quest´anno, poi nello scorso aprile, quindi a ridosso dell´estate. Ma l´avvenuto montaggio della fresa, fornita dall´impresa romana «Seli tecnologie», è il segnale che siamo al traguardo di partenza.
Del resto, anche i rapporti tra Comune e Ferrovie appaiono oggi diversi rispetto al muro contro muro di qualche mese fa. Non più tardi di ieri il sindaco Matteo Renzi, commentando gli scontri in Val di Susa, ribadisce: «Firenze sarà attraversata da un tunnel di Alta velocità su cui posso non essere del tutto d´accordo. Ma quando le amministrazioni decidono, ci sono le garanzie ambientali e tutti i passaggi democratici, a un certo punto bisogna fare le cose». Quasi un via libera ai lavori, per il sindaco che aveva provato a cambiare i progetti già firmati, sostituendo la stazione firmata da Norman Foster con una semplice fermata alla Fortezza, e minacciando perfino di bloccare i cantieri con una propria ordinanza.
Gli indizi sono però confermati dal tam-tam di palazzo, che parla ormai di una stretta di mano assai vicina con l´ad di Ferrovie Mauro Moretti, fin qui irriducibile antagonista. E nel torpore estivo fiorentino, lontano per fortuna mille miglia dalle battaglie della Val di Susa, si parla anche di un prossimo incontro risolutivo entro la fine del mese. Quando? Renzi parte oggi per le vacanze in Sicilia e il vertice con Regione e Ferrovie si terrà probabilmente nella terza settimana, quella che comincia il 18. I termini del possibile accordo?
In cambio del via libera ai cantieri, una volta preso atto che i progetti non si cambiano, il sindaco aveva chiesto a Ferrovie come contropartita la realizzazione della nuova viabilità di collegamento con la stazione Foster, che altrimenti rischia di produrre ingorghi perenni nelle attuali strade: un tunnel che dalla Fortezza raggiunga la nuova stazione agli ex Macelli e prosegua poi in direzione di Castello. Le Ferrovie avevano risposte picche. Ma il conflitto sembra adesso sbloccato: Palazzo Vecchio non punta più i piedi sulla nuova
viabilità e la trattativa sembra muoversi su un doppio binario. Quello delle opere compensative per la città e quello del valore economico.
Che alla fine, secondo gli ottimisti, potrebbe aggirarsi su una cifra compresa tra i 50 e i 100 milioni di euro. Soldi che, in un modo o nell´altro, dovrebbero sborsare le Ferrovie.
Il tempo del resto stringe, se la fresa arriverà a settembre. Non che durante l´agosto i cantieri si fermeranno: «Avevamo programmato altri lavori e questi andranno comunque avanti durante il mese di agosto», si fa sapere dalla Coopsette. Ma per il tunnel, che dopo il Ponte al Pino curverà verso il centro passando sotto l´Esselunga di via Masaccio, sotto l´arco dei Lorena in piazza della Libertà per poi correre sotto il viale Lavagnini prima di curvare attorno alla Fortezza e riallinearsi con il tracciato ferroviario di superficie, si
avvicina comunque l´ora X. E si avvicina senza che si sia vista, nonostante i tenaci e ripetuti sforzi dei No Tav fiorentini, una vera e propria mobilitazione popolare. Senza che Comune e Regione si siano disturbati ad aprire un semplice sportello informativo per un´opera che, a sentire l´ad Moretti, dovrebbe essere completata – stazione compresa – in quattro anni. Entro il 2015, secondo il calendario ufficiale. Ma si accettano scommesse.
riceviamo e pubblichiamo volentieri.
Comunicato Stampa
TAV, De Zordo: “Se la ‘talpa’ è pronta, non potrà comunque scavare”.
“Apprendiamo con stupore che la ‘talpa’ per scavare i tunnel dell’Alta Velocità sotto la città di Firenze sarebbe prossima all’arrivo e che si aspetta a breve l’inizio dello scavo. Forse la Coopsette non sa – e in tal caso ci permettiamo di informarla – che il materiale scavato è classificato come rifiuto speciale: ormai tutti sono concordi su questo aspetto, ARPAT, Regione Toscana, ISPRA, Ministero dell’Ambiente. La questione è di fondamentale importanza: in quanto rifiuto speciale, lo smarino prodotto dalla fresa non potrà essere portato a Santa Barbara come previsto, ma dovrà essere opportunamente trattato a norma di legge.
I problemi sono di vari ordini: dove trovare una discarica controllata e autorizzata per oltre 3 milioni di metri cubi di rifiuti speciali? Quale sarà alla fine il costo dell’operazione, destinato a lievitare in modo esponenziale, dato che lo smaltimento di rifiuti speciali è costoso? Sarà necessario di conseguenza un nuovo piano finanziario dell’opera: chi e in che modo coprirà i nuovi costi? Aspettiamo risposte serie e chiare a questi interrogativi, che rendono l’opera sempre più assurda. Non vorremmo che, con un gioco di prestigio all’italiana, il Ministro Prestigiacomo cambiasse per decreto la natura del “rifiuto”, come si sente dire. Anche nel paese delle mille leggi ad personam sarebbe troppo. A questo punto l’unica certezza è che non si potrà scavare neanche un centimetro del tunnel senza prima aver chiarito tutto riguardo la destinazione dello smarino, pena una immediata denuncia per traffico di rifiuti. Si informi bene Coopsette prima di portare una fresa che non potrà essere utilizzata: in questa vicenda le norme sono già state calpestate troppe volte, non sarebbe tollerabile una ulteriore forzatura.
Quanto alle parole del Sindaco Renzi, prendiamo atto che ha fatto pace con Moretti, amministratore di Ferrovie, a suon delle migliaia di metri cubi da realizzare nelle aree ferroviarie inserite nel Piano Strutturale (alla faccia dei volumi zero). Non abbiamo in verità mai pensato che si mettesse contro interessi di tale portata, dopo qualche esternazione di facciata si è prontamente adeguato. A futura memoria gli ricordiamo comunque che qui quello che manca sono proprio le adeguate garanzie ambientali, mentre quello che certamente c’è sono gli interessi non dei cittadini ma di potenti lobby. Ognuno poi sceglie da che parte stare”.
Ornella De Zordo
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Comunicato stampa
Pronta la “talpa”? La consueta arroganza dei poteri forti.
Leggiamo sulla stampa che si avvicina l’inizio dei lavori di scavo del sottoattraversamento TAV diFirenze, con il prossimo arrivo della “talpa”, e che la stessa amministrazione comunale stia dando un sostanziale via libera.
Riteniamo intollerabile l’arroganza, ormai consueta, con cui agiscono amministratori, politici, potentati economici, a braccetto per difendere i grossi interessi in gioco (ma non certo nell’interesse di tutti, non della città).
Ci sono normative specifiche su come devono essere trattati i rifiuti speciali, come sono classificati i materiali che la “talpa” dovrebbe scavare. Ad oggi il progetto prevede una destinazione ed un uso incompatibili con tali normative: qualcuno ha in mente di fare l’ennesima forzatura?
Prima ancora di pensare a muovere la “talpa”, come cittadini fiorentini e toscani, pretendiamo di essere informati:
– dove verranno portati i 3 milioni di metri cubi di rifiuti speciali;
– qual è il piano di smaltimento e quali autorizzazioni ha ricevuto;
– come verranno trasportati (visto che su gomma sarebbero almeno 100.000 camion);
– chi pagherà i costi aggiuntivi e a quanto ammonteranno.
Basterebbe un attimo di lucidità per rendersi conto che i rischi, le problematiche, i costi di questo progetto sono insostenibili.
Ci sarà qualcuno, nelle “stanze dei bottoni”, capace con un sussulto di dignità di dire BASTA?
Il Comitato contro il sottoattraversamento TAV di Firenze
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da Il Reporter, 5 luglio 2011
No Tav sul piede di guerra anche a Firenze, la ‘talpa’ è pronta. (Francesca Puliti)
Dovrebbe arrivare a giorni la “talpa” che dovrà “bucare” il suolo sotto Firenze per farci passare i treni ad Alta velocità. L’inizio degli scavi è previsto per ottobre. Con la Val di Susa ancora in subbuglio, le polemiche si infiammano anche in Toscana.
COMITATO. Il Comitato contro il sottoattraversamento Tav di Firenze, una delegazione del quale ha appena fatto rientro dalla Val di Susa, è pronto a dare battaglia ai cantieri fiorentini. “Riteniamo intollerabile l’arroganza, ormai consueta, con cui agiscono amministratori, politici, potentati economici – si legge in una nota del Comitato – a braccetto per difendere i grossi interessi in gioco (ma non certo nell’interesse di tutti, non della città)”.
RIFIUTI. A far indignare i comitati adesso è soprattutto la questione dei rifiuti. Le terre di scavo che deriveranno dalla realizzazione del tunnel (parliamo di 3 milioni di metri cubi di materiale) sono infatti classificate come “rifiuti speciali” e pertanto non conferibili in discarica. Sulla loro destinazione, però, al momento c’è ancora un punto interrogativo.
LEGGE ‘AD TRENUM’. Si teme adesso una legge “ad trenum” (anziché ad personam): sullo smarino incombe l’ombra di un decreto legge ad hoc che “trasformi” le terre di scavo in semplici rifiuti da discarica. A rendere tossico il materiale di scavo sono proprio i solventi che vengono utilizzati dalla talpa per ammorbidire il terreno. E’ ancora da valutare, però, in che misura queste terre siano inquinate e dunque come possano essere classificate.
PIANO DI SMALTIMENTO. Altre questioni in sospeso, secondo il Comitato, riguardano appunto le autorizzazioni allo smaltimento e il piano di trasporto: se fosse scelto quello su gomma, per trasferire i rifiuti ci vorrebbero almeno 100mila camion. Un notevole costo non solo in termini economici ma anche ambientali e di qualità della vita per i residenti.
COSTI. A chiedersi chi coprirà i costi è anche Ornella De Zordo, consigliera comunale di Perunaltracittà da sempre contraria al sottoattraversamento. “Aspettiamo risposte serie e chiare a questi interrogativi, che rendono l’opera sempre più assurda. Non vorremmo che – dichiara la De Zordo – con un gioco di prestigio all’italiana, il Ministro Prestigiacomo cambiasse per decreto la natura del ‘rifiuto’, come si sente dire. Anche nel paese delle mille leggi ad personam sarebbe troppo”.
è proprio quello che abbiamo denunciato 😉
da La Repubblica, ed. Firenze, 5 luglio 2011
Speciali o no? Sui rifiuti da smaltire l´ombra del “decreto Prestigiacomo”. Dalla natura della terra dipende l´invio o meno nell´ex centrale Enel di Cavriglia. In ballo tre milioni di metri cubi di materiale semiliquido trattato con additivi. (Ilaria Ciuti)
SE per decreto ministeriale gli si cambierà nome non si sa. Tutto si può fare. Ma per ora lo smarino del nodo di Firenze, ovvero le terre che verranno scavate per fare il tunnel e la stazione dell´alta velocità, sono rifiuti speciali e non semplici terre e rocce da scavo facilmente smaltibili. I rifiuti speciali devono andare in discariche speciali o in appositi impianti di trattamento. Non è impossibile smaltirli ma costa assai di più. E poi bisogna chiarire quali discariche o impianti di trattamento. Né in questo caso si tratta di piccole quantità ma di tre milioni di metri cubi, non di solida terra di scavo, ma di materiale semi liquido trattato con additivi, come hanno finito per riconoscere le ferrovie direttamente interrogate dall´Arpat durante l´istruttoria chiesta dalla Regione al momento di far pervenire le proprie valutazioni al ministero all´ambiente.
Gli additivi sono la betonite e quelli chimici che la talpa, ovvero la macchina che scaverà il tunnel, deve spruzzare per ammorbidire le parti da rimuovere. Materiali che contaminano le terre le quali, anche le migliori, a questo punto diventano rifiuti speciali secondo l´articolo 186 del decreto legislativo 152 attualmente in vigore. Rifiuti che, una volta scoperti, non potranno più andarsene dritti spediti a formare le due colline di copertura della ex centrale di Santa Barbara a Cavriglia, come proposto dalla proprietaria Enel e come avrebbe concordato l´amministrazione pur di coprire le attuali buche: ma non con rifiuti speciali.
Si vocifera che la ministra all´ambiente Prestigiacomo stia preparando un decreto cambia-nome per cui lo smarino del nodo fiorentino tornerebbe a essere normale terra di scavo e non più rifiuto. Ma non è così semplice. Il decreto va presentato alla conferenza Stato – Regioni e a Bruxelles dove si dovrà aprire un´istruttoria sulla sua coerenza con le norme comunitarie. Siamo a luglio, c´è chi sospetta che l´iter non terminerà prima di fine anno. Di certo sembra improbabile che in questa situazione i lavori del nodo possano cominciare, come previsto da Copsette la capofila delle imprese di costruzione, a ottobre. La scoperta che non era così semplice la si è fatta in fase di istruttoria sulla Via (la Valutazione di impatto ambientale) condotta dal ministero a proposito del secondo lotto dello smarino.
Il primo milione e mezzo di metri cubi di terra di scavo, destinato alla prima collina-schermo di Santa Barbara, aveva già avuto, non l´autorizzazione, ma almeno il parere favorevole della Via ministeriale. Un sì un po´ bizzarro che concludeva con la constatazione che ancora non si sapeva di che materiale esattamente si trattasse. Lo si è capito al momento della seconda via ministeriale, per l´ulteriore milione e mezzo di metri cubi che avrebbero dovuto costituire la seconda collina di Santa Barbara, preceduta, come è di regola, dal parere della Regione. L´Arpat e il settore rifiuti regionale scoprono che, secondo la norma vigente, si tratta di rifiuti speciali, l´Ispra, l´agenzia nazionale, conferma. Se e quanto questi rifiuti siano poi veramente inquinanti andrebbe misurato via via e per lotti di terra. Comunque , stando così le cose, lo smarino dell´altra velocità non può andare a Cavriglia. Resta solo la trovata del decreto che cancella l´altro. Per ora il ministero tace.
riceviamo e pubblichiamo molto volentieri.
Comunicato stampa
Cantieri TAV, De Zordo: “Dobbiamo ancora una volta ricorrere alla Magistratura?”
Risposta all’interrogazione urgente da noi presentata sul conferimento dei rifiuti speciali scavati dalla Talpa nel tunnel AV sotto Firenze
“In Italia ci sono normative specifiche su come devono essere trattati i rifiuti speciali, e tali sono ritenuti i materiali che dovrà scavare la “talpa” utilizzata per i tunnel AV sotto Firenze. Ad oggi il progetto prevede una destinazione ed un uso incompatibili con tali normative. Come va giudicato il silenzio di Osservatorio e Comune di Firenze che dichiarano di non avere informazioni su quanto si è deciso in merito a Roma nella Commissione VIA? E’ credibile che non sappiano niente di una questione emersa già sulla stampa? E se così fosse sarebbe una grave negligenza non essersi informati su un procedimento che riveste tale importanza per l’attività stessa dell’Osservatorio. Perché la questione è dirimente: in quanto rifiuto speciale, lo smarino prodotto dalla fresa non potrà essere portato per il risanemento dell’ex miniiera di Santa Barbara, come previsto, ma dovrà essere opportunamente trattato a norma di legge, cioè in discarica. Dove e a quali costi aggiuntivi?
A questo punto l’unica certezza è che non si potrà scavare neanche un centimetro del tunnel senza prima aver chiarito tutto riguardo la destinazione dello smarino, pena una immediata denuncia per traffico di rifiuti.
Vista anche la precedente esperienza delle terre di scavo della Variante di valico in Mugello, noi siamo pronti a presentare un esposto circostanziato nel quale si fa riferimento al nulla osta rilasciato dall’Osservatorio Ambientale il 15.02.2010 riguardante solo la parte dei lavori della Fase 1 (meno del 50%) e che subordina l’esecuzione dei restanti lavori della Fase 2 all’approvazione della VIA della duna schermo dei restanti 1.500.000 mc di materiale scavato; la legislazione vigente in materia di rifiuti speciali; l’esame del progetto esecutivo- aspetti ambientali del Lotto 2, dei pareri emessi dall’ARPAT (9 marzo 2011) e trasmessi dal settore VIA della Regione Toscana al Ministero dell’Ambiente (7 giugno 2011) secondo i quali i materiali terrosi del passante AV sarebbero da classificare come rifiuti speciali.
E’ evidente che si ricorre alla Magistratura dopo aver provato – come ci compete – a sollevare e risolvere problemi così rilevanti per garanzie ambientali in sede politica e amministrativa e aver avuto risposte come quella che la Giunta ha fornito oggi alla nostra interrogazione.”
l’articolo è stato aggiornato con la risposta del Presidente della Regione Toscana (nota prot. n. AOO-GRT/203057/A.130 dell’8 agosto 2011).
Ho scritto al Primo Ministro Sen. Prof. Mario Monti, pregandolo di stoppare questa assurda iniziativa. Spero che prevalga il buon senso.
Filippelli