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Giù le mani dal demanio civico di Capena!


bosco

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico ha inoltrato (5 maggio 2011) un esposto al Commissario per gli usi civici della Toscana, del Lazio e dell’Umbria, al Presidente della Regione Lazio, al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli e al Procuratore regionale della Corte dei conti per il Lazio avverso il “piano delle alienazioni di beni immobili di proprietà comunale da classificare nel patrimonio disponibile” del Comune di Capena (RM) che, inopinatamente, include fra i terreni da alienare per far cassa ampie aree in loc. Macchie appartenenti al demanio civico di Capena, fra i boschi, proprio nel sito dove ha avuto origine l’antichissimo borgo laziale.

Il piano delle alienazioni del Comune di Capena è stato approvato con deliberazione Giunta comunale n. 21 del 25 marzo 2011, ai sensi dell’art. 58 del decreto-legge n. 112/2008, come convertito nella legge n. 133/2008 (vds. Corte cost., 16 dicembre 2009, n. 340, che ne dichiara la parziale incostituzionalità) sul presupposto, evidente quanto erroneo, che i terreni appartenenti al demanio civico siano di proprietà comunale – patrimonio disponibile.

Capena, loc. Macchie-Castellaccio

Invece, è necessario ricordare che con sentenza del Commissario per gli usi civici per la Toscana, il Lazio e l’Umbria n. 35 del 31 ottobre 2003 veniva riconosciuta l’appartenenza al demanio civico di Capena delle aree in argomento.  Tale provvedimento giurisdizionale veniva confermato con sentenza della Corte d’Appello di Roma, Sezione speciale usi civici, n. 11 del 26 agosto 2005 e con sentenza della Corte di Cassazione, Sezioni unite civili, 12 marzo 2008, n. 6524 (ord.), proprio sulla Collettività di Capena.   E’ chiaro, quindi, che quei terreni in buona parte ricoperti di macchie e boschi fanno parte del demanio civico.

I diritti di uso civico sono inalienabili (art. 12 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.), inusucapibili ed imprescrittibili (artt. 2 e 9 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.).   Ogni atto di disposizione che comporti ablazione o che comunque incida su diritti di uso civico può essere adottato dalla pubblica amministrazione competente soltanto verso corrispettivo di un indennizzo da corrispondere alla collettività titolare del diritto medesimo e destinato ad opere permanenti di interesse pubblico generale.

Inoltre, i demani civici sono tutelati ex lege con il vincolo paesaggistico(decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Poiana

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico ha chiesto il diniego da parte della Regione Lazio di qualsiasi autorizzazione alla sdemanializzazione delle aree in argomento, al Commissario per gli usi civici l’emanazione dei necessari provvedimenti per il rispetto delle sentenze già passate in giudicato. Agli Organi inquirenti ordinario ed erariale è stato richiesto lo svolgimento delle opportune indagini finalizzate a evitare la commissione di eventuali reati e il depauperamento dei demani pubblici.

Gruppo d’Intervento Giuridico

 

ecco la risposta della Regione Lazio

(foto da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)

  1. Maggio 8, 2011 alle 6:35 PM

    da Eddyburg, 5 maggio 2011
    Un’azione esemplare del Gruppo d’intervento giuridico onlus per la difesa degli usi civici, minacciati dalle “valorizzazione” dei comuni: http://www.eddyburg.it/article/articleview/16960/0/354/

  2. Maggio 11, 2011 alle 3:06 PM

    da Capena Anno Zero, 8 maggio 2011
    Giù le mani dal demanio civico di Capena: http://www.capenaannozero.com/attualita.htm

    da Patrimonio S.O.S., 10 maggio 2011
    Giù le mani dal demanio civico di Capena! : http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getcomunicato&id=5061

  3. settembre 2, 2011 alle 9:33 PM

    l’articolo è stato integrato con la risposta pervenuta dalla Regione Lazio (Direzione Agricoltura- Area diritti collettivi prot. n. 31865/10/19 del 15 luglio 2011).

  4. Avatar di MARCELLO MARIAN
    MARCELLO MARIAN
    novembre 8, 2011 alle 11:14 am

    On. Renata Polverini
    Presidente della Giunta Regionale Lazio
    Via Cristoforo Colombo 212
    00145 ROMA
    On. Giuseppe Cangemi
    Ass.re Enti Locali e Sicurezza
    Regione Lazio
    Via R. R. Garibaldi 7
    00145 Roma
    OGGETTO: Proposta di legge regionale concernente “Riordino degli Enti Agrari e delle
    Amministrazioni Separate del Lazio”.
    Illustre Signora Presidente, Illustre Sig. Assessore, nei giorni scorsi ho avuto modo di leggere la proposta di legge all’oggetto citata ed è stata una tremenda delusione.
    Tale proposta non rispecchia minimamente le aspettative di noi amministratori delle Università Agrarie ed Amministrazioni separate espresse nelle fasi di consultazione, anzi, francamente, leggendo il testo proposto, ci sentiamo traditi perché abbiamo lavorato su un testo di legge e oggi ci troviamo di fronte un’altra cosa, del tutto diversa da quella su cui abbiamo lavorato.
    Il testo così come approvato è un tornare indietro dalla linea dell’autonomia amministrativa fin qui goduta, in forza di legge, dai nostri enti e dalle nostre popolazioni che ora, oltre al nome, si vedono espropriati i territori e la propria autonoma iniziativa in tema di diritti personali di uso civico e di proprietà collettiva. Il testo approvato dalla Giunta regionale è un tradimento, una pugnalata alla schiena rispetto delle promesse ed alle aspettative, un venir meno alla parola data che francamente non ci aspettavamo, una bramosia incomprensibile dominata da un decisionismo abolitorio che si può comprendere soltanto se associato ad una logica speculativa di liquidare, sciogliere, eliminare Università Agrarie e Amministrazioni sperate, che da oltre 800 anni amministrano i propri territori senza mai averli violentati, trasformandoli in qualcosa di diverso rispetto alla loro vocazione agro-silvo-pastorale, proteggendo la biodiversità che in essi trova la massima esaltazione.
    Chi ha influito così pesantemente sul testo del “nostro” progetto di legge, è un nostro nemico; un nemico delle Università Agrarie e dei diritti delle Università Agrarie di cui sicuramente in sede elettorale ci ricorderemo.
    Mi è stato riferito che a tale risultato si è giunti non tanto per una questione di volontà politica,(?) bensì a seguito dei pareri espressi dall’Ufficio legislativo della Giunta regionale.
    Libera Associazione delle Università Agrarie,Amministrazioni Separate e Associazioni Agrarie (Enti Pubblici non Economici)
    della regione Lazio costituita per i fini di cui all’art. 8 e 9 del D.Legs.18 agosto 2000 n° 267
    Sede Legale Via Lariana 19 00199 Roma – Sede Operativa Via Umberto I° 12 00030 Colonna (Roma)
    Aderente alla Consulta Nazionale della Proprietà Collettiva
    Il Presidente
    tel.fax 06 9438228-e mail – marcello.marian.@virgilio.it oppure arual.anedec@virgilio.it sito web- http://www.arual.it cell.347/6755280
    Ebbene Signori, se è così, questa è l’ennesima volta che tale Ufficio dimostra la propria totale incompetenza in materia di diritti di uso civico e di proprietà collettive e degli enti che li amministrano .
    Lo ha fatto in relazione alle modifiche apportate alla L.R. n.1/1986 mediante la L.R.n.6/2005, lo ha fatto in sede di approvazione dello Statuto reginale e lo sta facendo adesso.
    Nelle premesse al disegno di legge in argomento, si torna a parlare principi di economicità, efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa, al fine di razionalizzare la spesa pubblica !
    Ebbene Signori, ci vuole una buone dose di faccia tosta per parlare in tal senso a proposito di Università Agrarie. Non sta a me ricordare che le uniche somme che codesta Regione stanzia per i nostri Enti, sono quelle di cui all’art.2 co.2 della L.R.43/1988, cioè 50.000,00 € all’anno per tutte le 89 Università Agrarie del Lazio che, data la miseria della cifra, vi abbiamo esplicitamente chiesto di annullare.
    Forse sfugge alle SS.LL. che i nostri amministratori svolgono la loro funzione gratuitamente, volontariamente e senza percepire alcun compenso ?
    I Presidenti dei nostri Enti infatti, per la quasi totalità (ad eccezione di una o due anomalie che noi stessi abbiamo chiesto di disciplinare) svolgono la propria attività senza percepire alcuna indennità e, qualora lo facessero, non vengono certo a scalfire minimamente il bilancio Pubblico, (regionale o statale) dal momento che i nostri enti si amministrano esclusivamente mediante entrate proprie. I nostri Amministratori, per poter svolgere la loro attività, ci rimettono giorni di ferie propri e per non pesare sui costi personali delle loro famiglie e dei propri enti, tengono le riunioni degli Organi amministrativi (Consiglio o Deputazione agraria) la Domenica o negli altri giorni festivi .
    Non voglio fare il populista, (infatti voi politici, quando vi si fa notare qualcosa che vi riguarda, soprattutto in tema di privilegi ecc.ecc., ci apostrofate subito come populisti ) ma se davvero codesta Regione volesse ridurre la spesa pubblica, ne avrebbe di spese da ridurre senza bisogno di andarsi a cercare alibi tra le Università Agrarie, gettando fumo negli occhi della gente onesta e ignara.
    Mi verrebbe fin troppo facile parlare delle Vostre indennità, di buonuscita di fine legislatura, della diaria, che contribuisce a formare il calcolo del vitalizio spesso superiore di ben dieci volte a quello che percepisce un pensionato medio dopo aver lavorato 40 anni della propria vita, oppure della reversibilità che spetterà a vedove/i e figli e che nel 2010 ha gravato il bilancio di codesta regione di ben 16 milioni di Euro. Altro che razionalizzazione della spesa pubblica. !!!!!
    Lasciamo perdere Signori. Se davvero volete ridurre la spesa pubblica, cominciate a guardarvi in “casa”. Non sono state certo le Università Agrarie a mandare fallito il sistema.
    Libera Associazione delle Università Agrarie,Amministrazioni Separate e Associazioni Agrarie (Enti Pubblici non Economici)
    della regione Lazio costituita per i fini di cui all’art. 8 e 9 del D.Legs.18 agosto 2000 n° 267
    Sede Legale Via Lariana 19 00199 Roma – Sede Operativa Via Umberto I° 12 00030 Colonna (Roma)
    Aderente alla Consulta Nazionale della Proprietà Collettiva
    Il Presidente
    tel.fax 06 9438228-e mail – marcello.marian.@virgilio.it oppure arual.anedec@virgilio.it sito web- http://www.arual.it cell.347/6755280
    Noi non siamo contrari alla vigilanza regionale sugli atti amministrativi che produciamo, noi siamo contrari al fastidioso controllo amministrativo di legittimità e di merito quando viene reintrodotto in forma unilaterale e al solo scopo di creare ritardi burocratici, fastidi e pretesti che hanno come obiettivo principale quello trovare facili elementi per sciogliere i nostri enti e mettere i
    nostri territori in mano ai comuni papponi che dopo aver dissipato i loro territori di proprietà collettiva e i diritti di uso civico delle popolazioni amministrate, ora vorrebbero papparsi anche i nostri territori.
    Perché gli stessi controlli non vengono usati anche nei confronti degli “altri enti che amministrano beni di uso civico” come stabilisce il D.P.R.n.11/1972 ed il D.P.R. 616/1977 ? Lor signori sanno che i Comuni (gli altri enti) dovrebbero gestire ed amministrare i beni di uso civico in amministrazione separata rispetto ai loro propri bilanci di esercizio quali Enti locali? Non si venga a dire che la così detta “Legge Bassanini” ha abolito i controlli e quindi non è possibile reintrodurli, perché si confermerebbe proprio quello che ho affermato in precedenza a proposito dell’incapacità tecnico-giuridica che regna all’interno dello staff che compone l’ufficio legislativo di codesta Giunta regionale. Forti con i deboli e deboli con i forti . E’ facile prendersela con le Università Agrarie; prendetevela anche con i Comuni che in materia di diritti e territori di uso civico hanno fatto e stanno facendo carne di porco truffando le popolazioni titolari, con la complicità degli uffici di codesta Regione.
    No signori quella proposta di legge è un’infamia che si fa alle popolazioni umili e semplici titolari dei diritti di uso civico, che hanno avuto il “torto” di non aver dissipato i loro territori, di averli coltivati e conservati fino ai nostri giorni come il Creatore li aveva creati, facendoli diventare, in tanti casi, parchi e riserve naturali, data la lor bellezza paesaggistico-ambientale.
    L’agricoltura e la silvicoltura hanno bisogno di persone che presidino il territorio coltivandolo e mantenendolo per tale e non di artefatti meccanismi che ne favoriscono l’abbandono trasformando con facilità quei territori agricoli in aree fabbricate (abusivamente) o fabbricabili, favorendone la cementificazione e, spesso, l’arricchimento personale dei soliti furbetti locali, molto vicini a sindaci imprenditori o molto amici di imprenditori senza scrupoli.
    Se davvero si vuole ridurre la spesa pubblica, ad esempio, perché non avete voluto affrontare l’annoso problema dei parchi, delle riserve naturali e delle aree protette quando amministrano i nostri stessi territori, quando cioè sullo stesso territorio si trovano ad operare due o tre Soggetti gestori? I nostri enti non sono né potranno essere enti strumentali regionali.
    Perché non si è còlta l’occasione per rivedere la vergognosa questione dei periti demaniali, che tanto pesa sui costi dell’utenza dei quali l’utente stesso deve farsi carico, spesso pagando parcelle molto più alte del capitale di affrancazione, mettendo fine a quella specie di mercimonio che rende antipatico tutto l’istituto “USI CIVICI” ?
    Sig. Presidente, Sig. Assessore, c’è ancora molto da discutere sul progetto di legge presentato alla “trafila istituzionale” ; riparliamone vi prego.
    Libera Associazione delle Università Agrarie,Amministrazioni Separate e Associazioni Agrarie (Enti Pubblici non Economici)
    della regione Lazio costituita per i fini di cui all’art. 8 e 9 del D.Legs.18 agosto 2000 n° 267
    Sede Legale Via Lariana 19 00199 Roma – Sede Operativa Via Umberto I° 12 00030 Colonna (Roma)
    Aderente alla Consulta Nazionale della Proprietà Collettiva
    Il Presidente
    tel.fax 06 9438228-e mail – marcello.marian.@virgilio.it oppure arual.anedec@virgilio.it sito web- http://www.arual.it cell.347/6755280
    Vi prego non legate i Vostri nomi ad una legge così becera, così infame. Cogliete l’occasione per far fare alla Regione Lazio un salto di qualità anche in materia di diritti di uso civico e di proprietà collettiva, in un momento storico in cui c’è bisogno che la Politica sappia dire cose nuove assumendosene il coraggio .
    Date dimostrazione di essere davvero diversi da quelli che avete criticato, combattuto e battuto; abbiate il coraggio di fare una legge dal “basso” della Sovranità popolare, che parli ad esempio di sussidiarietà, dopo aver ascoltato e recepito le proposte, le aspettative del Popolo che amministrate. Questo popolo ve ne sarà eternamente grato.
    A disposizione per ogni eventuale chiarimento, con osservanza

  5. gennaio 12, 2013 alle 9:59 PM

    Reblogged this on Il blog di Fabio Argiolas.

  1. Maggio 18, 2011 alle 9:11 PM

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