Legge ad personam anche in Costa Smeralda?
Abbiamo ricevuto da un gruppo di residenti in Costa Smeralda e pubblichiamo volentieri. Mentre impazza la guerra fra Tom Barrack e una larga parte dei soci del Consorzio Costa Smeralda, il Comune di Arzachena, sindacati, imprenditori, un comitato per la tutela della Costa Smeralda prendono decisamente le parti del finanziere americano. Sta di fatto che l’ampliamento dell’Hotel Romazzino è attualmente stato fermato dai pronunciamenti – in sede di sospensiva – da parte del T.A.R. Sardegna e del Consiglio di Stato. Avverso l’ampliamento bis dell’Hotel Pitrizza le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno presentato (12 aprile 2011) alle amministrazioni pubbliche e alla magistratura competenti una specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni interventi.
Gruppo d’Intervento Giuridico
Un comitato e una legge “ad personam” per Tom Barrack.
La costituzione, in questi giorni, di un “Comitato per la tutela della Costa Smeralda” che considera Tom Barrack parte importante del patrimonio gallurese, più che inquietante è stupefacente. Si direbbe che Regione, Comune, Consorzio, il sindacato e il quotidiano del nord Sardegna non bastino.
Recentemente, la stampa regionale, e poi anche quella nazionale, si é molto occupata della stizza di Mr. Thomas “Tom” Barrack per la sospensione dei lavori al “suo” Hotel Romazzino. Ipotizzando il rischio perla Gallura e la Sardegna di perdere i suoi preziosi investimenti e della conseguente perdita di “cantieri e lavoro”.
Nessuno sembra voler dar voce alle controparti, che sono presentati come “ricchi condomini” di quello che é descritto dai giornalisti come un “grande condominio di lusso”. Chissà come ne è felice il principe Karin Aga Khan, che a tutto ciò a dato vita e stile.
Secondo questa rappresentazione, mentre Mr. Barrack é visto come un prezioso e raro investitore gli altri 4000, tra cui i vicini di casa del Romazzino, è gente che di soldi non ne ha investiti, ma ha case autogenerate, senza bisogno di imprese, muratori e fornitori. Gente che con l’ICI assicura un gran bel gettito al comune di Arzachena. Gente che fa tutto da se, in cucina, in casa, nei giardini e che non da lavoro (tutto l’anno) a giardinieri, custodi, amministratori, manutentori e imprese edili. Gente che, anche per lo stesso Barrack, non conta.
Non c’é. Non importa se ha tre quarti delle proprietà. Forse anche loro sono “pocos, locos y malunidos”? Forse. Ma se perla Sardegnavenne, il 28 aprile 1794, “sa die de sa Sardigna”, forse è tempo del “giorno della Costa Sarda”.
La questione fondamentale è semplice: ci può essere progresso, sviluppo e lavoro nel rispetto delle leggi Italiane e Sarde, e dei cittadini “più deboli”? Oppure è lecito salvaguardare il lavoro (oggi, a discapito magari del domani) ignorando, interpretando e plasmando le leggi in funzione di ciò che si vuol ottenere con esse?
Nel caso del Romazzino da una parte ci sono cittadini (investitori e consorziati) che vedono crescere davanti al loro naso due alte ville (grazie ad un bel riporto di terra “ad hoc”), per non dire della sfacciata alterazione paesaggistica dei luoghi. Loro, gli altri, i guastafeste, quelli dell’ABC hanno investito e speso per la loro proprietà per anni, sicuri che le leggi della Repubblica e della autonoma Regione Sardegna garantivano la salvaguardia dell’ambiente.
Ma si sono sbagliati. Forse hanno fatto un cattivo investimento e potrebbero consigliera ai loro amici di non investire in Costa Smeralda, dove, secondo Barrack, le leggi non sono chiare. Speriamo proprio di no.
Barrack vuole chiarezza. Le leggi sono chiarissime e dopo le ordinanze saranno probabilmente le sentenze a riaffermarlo altrettanto chiaramente.
Forse per “leggi chiare” si intendeva dire “leggi permissive”, meglio se “ad personam”. Questo lo valuterà, forse, la classe politica, sindacale e il club del mattone.
Leggi chiare per lo sviluppo nel rispetto dell’ambiente.
Se la chirurgia plastica vale per i corpi bisognosi di restyling, ciò può valere anche per hotel e altri fabbricati da “riutilizzare”. Devono essere state queste le conclusioni del prestigioso, autorevole ed indipendente Comitato d’Architettura del Consorzio, vista la loro approvazione. L’importante è che i professionisti rispettino il “protocollo”.
Per casi come quello del Romazzino, le leggi di riferimento sono due leggi, scritte in modo molto chiaro.
Sono la Leggi Regionale8/2004 e 4/2009 (agli art. 4 e 13).
Esse prevedono il rilascio delle concessioni per incrementi volumetrici per gli alberghi ricadenti nella fascia dei 300 metri dal mare a condizione che:
- che si realizzino concreti obiettivi di qualità paesaggistica architettonica e di efficienza tecnico-funzionale (ossia miglioramento dell’ampiezza delle camere e dei servizi esistenti)
- non vi sia un aumento dei posti letto,
- l’incremento sia accorpato all’edificio preesistente,
- l’ampliamento non sia verso il mare.
Superfluo forse parlare, anche e soprattutto, di tutela dell’ambiente e del contenimento dell’impatto sull’ambiente: strade, parcheggi, spiagge, acqua e rifiuti.
Poi, dopo la legge, vengono altri valori e considerazioni:
- il sacrosanto diritto chiunque di fare impresa e di crescere beneficiando in massimo grado delle previsioni di legge. Compreso Tom Barrack. Di qui la convenzione del comune per i “restyling” richiesti ed elargiti;
- il beneficio sociale ed economico che derivano dal lavoro (di breve durata) associato alle opere di restyling e dal lavoro (di ben più lunga durata) necessario alla gestione degli ampliamenti e dei maggior servizi offerti;
- gli investimenti e le promesse di lavoro.
Ma questa è un’altra storia.
Una questione di stile e di restyling.
Forse il problema del Romazzino nasce da qualche incomprensione o dalla traduzione. Se così fosse converrà pretendere che in Costa e al centro di Arzachena si parli e, soprattutto si scriva solo in italiano. Evidentemente non è chiaro che “restyling” non vuol dire creazione di nuove ville.
Da Wikipedia ripendiamo: “Restyling” è un termine di origine inglese utilizzato in diversi ambiti con significato di una rivisitazione di un oggetto esistente senza uno stravolgimento consistente dello stesso”.
Stupisce che proprio Colony Capital (questo è un nome proprio e non si può tradurre, ma il concetto “coloniale” resta chiaro e inquietante) abbia equivocato sul termine “Restyling” per i lavori che interessano i suoi alberghi in Costa Smeralda. Tanto che qualcuno ha pensato a una presa in giro.
Infatti, in occasione della presentazione al Consiglio Comunale di Arzachena dei progetti di Restyling, i rappresentanti della Colony parlarono di ampliamento delle camere oramai piccole per le aspettative della clientela odierna, di ampliamento delle hall, dei ristoranti, di tutti gli spazi comuni e di costruzione di centri benessere e di altri servizi all’interno degli alberghi.
Ebbene, all’Hotel Romazzino finora poco di tutto questo è stato fatto.
Durante lo scorso inverno sono state costruite in tutta fretta due delle sei “family suites” approvate. Anche qui ci deve essere stato un problema di lingua. Chiunque può vedere che si tratta di due fabbricati da oltre 250 mq. (per piano), ciascuna con piscina privata a pochi metri dal mare. Rispetto all’arenile le eleganti “suites” sono rialzate di3 metri (con grande riporto di terra per mascherare l’innalzamento.
Di fatto sono nuove costruzioni nella fascia extraurbana costiera, sorprendentemente autorizzate a prescindere dall’assoluto divieto.
Un vero sfregio all’ambiente (basta guardare le foto) in netto contrasto con il Regolamento edilizio del Consorzio della Costa Smeralda e con il buonsenso.
Colony Capital nelle sue esternazioni alla stampa dice di aver rispettato la legge e che vuole leggi più chiare. Bisognerà scrivergliele in Inglese e poi spiegargliele per bene. Ma finora il TAR Sardegna prima e il Consiglio di Stato non hanno avuto dubbi.
Forse Mr. Barrack, dovrebbe avvalersi di collaboratori più credibili e, o, scegliere di rispettare le leggi come tutti (e sono la stragrande maggioranza) Italiani “per bene” con cui potrebbe fare ottimi affari. O la Costa Smeralda è nata dalla speculazione e all’abusivismo? A noi non sembra proprio.
Facciamo due conti e ragioniamo.
Quanto lavoro ha dato la costruzione e l’arredo delle due “family suites”? Diciamo a 40 persone per 6 mesi, ovvero 20 persone/anno? Più qualche indotto? Arriviamo a 30 persone anno. A 40mila uomo/anno si contano 1,2 milioni di Euro di ricchezza prodotta dal lavoro. Materiali, forniture, progetti, oneri fiscali e tasse di concessione. Aggiungiamo altri 2. Arredi, tessuti, accessori. Arriviamo a 4 milioni di valore aggiunto alla società e al territorio. Il famoso PIL “locale”. Questo è il valore intrinseco delle villette. Se fossero vendute oggi permetterebbero di incassare facilmente 40 milioni. Dieci volte tanto. Valore monetizzato del paesaggio e dell’ambiente uguale a 36 milioni di euro. Ma di chi sono l’ambiente e il paesaggio? Di Barrack o della Gallura e della Sardegna. Di chi vivrà qui tutta la vita e delle generazioni che verranno o di chi ben presto vorrà vendere e incassare?
dott. Giancarlo Perini (per un nutrito gruppo di residenti)
(foto per conto GrIG)
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da La Nuova Sardegna on line, 20 maggio 2011
Arzachena. 200 persone in piazza per difendere la Costa Smeralda: http://lanuovasardegna.gelocal.it/multimedia/2011/05/20/fotogalleria/duecento-in-piazza-per-difendere-la-costa-smeralda-29673946/1
da La Nuova Sardegna, 21 maggio 2011
Romazzino, scende in piazza anche Barrack. Manifestazione contro lo stop ai lavori di ampliamento dell’albergo. (Serena Lullia)
ARZACHENA. Il padrone della Costa Smeralda in piazza con gli operai. Tom Barrack prende la parola dal palco nella piazza del Comune. Davanti al magnate americano una platea di 200 persone. Sono imprenditori, commercianti, sindacati, operai. La classe economica minacciata dalle decisioni di un tribunale. Ma tra le ruspe e le gru vestite di striscioni ci sono anche studenti, cittadini per cui la Costa Smeralda è un prezioso bene di famiglia. Barrack ribadisce il suo amore per la Gallura, ma fa capire che senza regole certe trasformerà il suo ruolo da investitore a turista. Una ipotesi maturata dopo che il Tar ha bloccato i lavori all’hotel Romazzino congelando l’investimento milionario della Colony. Gli abitanti di Arzachena uniti nel “Comitato per la tutela della Costa Smeralda” sfilano tra le vie del centro per difendere il gioiello economico turistico del territorio. La Costa Smeralda, il cui futuro è reso incerto da regole non certe. «Mi colpisce che in questa piazza ci siano giovani, famiglie, i ragazzi che studiano turismo – dice Barrack -. Significa che la Gallura ha un futuro. Questa manifestazione non politica, ma con un valore positivo di sguardo al futuro, mi dà speranza. Non sono qui per fare polemica. Il sistema giudiziario italiano funziona benissimo e ho fiducia nella giustizia. Il mio lavoro in questo territorio è ben poca rispetto al vostro. Il mio compito è quello di tenere il sorriso sulle vostre facce e su quelle dei vostri bambini». Barrack rinnova la sua devozione al borgo delle stelle. «Amo questa terra scolpita da Dio – aggiunge – e resterò sempre qui. Ma sono un investitore e probabilmente, se non ci saranno le condizioni, andrò a investire altrove». Mister Barrack incontra poi il sindaco Piero Filigheddu e alcuni amministratori comunali e provinciali. «Dobbiamo lavorare insieme perché lo sviluppo non sia fatto solo di muri ma di crescita della qualità del turismo – sottolinea -. Ho dato la disponibilità a ospitare i ragazzi che studiano all’alberghiero in diverse parti del mondo. Ma non posso illuderli che questo sia un lavoro meraviglioso se qui dura solo tre mesi. Dobbiamo lavorare insieme perché la stagione sia più lunga». Per tutto il percorso del corteo il comitato organizzatore spiega il perché della manifestazione senza colori politici. Solo il bianco e il verde, i colori di Arzachena. «Abbiamo dato voce ai dubbi, alle perplessità – dice il presidente Nicola Sanna -. Il principe Karim ha creato una macchina complessa, la Costa Smeralda, fatta di elementi diversi, hotel, campo da golf, il porto, che generano un’offerta completa, in grado di proiettare Arzachena nel mercato turistico mondiale. Proteggere quell’investimento significa proteggere la Costa Smeralda. Oggi non c’è più il principe a tenere insieme l’investimento, ma la Colony di Tom Barrack. Con un comune denominatore, la missione degli arzachenesi di difendere l’investimento. Chiediamo certezza del diritto». Il presidente della Provincia Fedele Sanciu dà una lettura politica della Costa Smeralda. «In questo territorio c’è un modello di turismo da cui vive tutta la Sardegna – attacca -. E non possiamo accettare che questo sviluppo possa essere fermato. Serve certezza del diritto. Nel 2009 la Regione si era impegnata a stracciare il ppr, ancora aspettiamo».
Oggi si discute dell’ampliamento del Romazzino, domani di quello del Pitrizza, poi di nuove strade, strutture etc. Ma quando si dirà che si è fatto già troppo? Quando si parlerà di abbattimenti? In tutto ciò l’ambiente, unico vero patrimonio della Sardegna, ne esce sempre con delle sconfitte che possono essere, in base alle leggi, più o meno gravi ma fanno comunque parte di un processo irreversibile di consumo del territorio. La cosa più stupida che si possa fare è accelerare in questo senso per arrivare prima alla sua completa distruzione come è già stato fatto in molte altre regioni italiane. Grazie per il vostro impegno per la difesa dell’ambiente.
noi cerchiamo di far abbattere – secondo legge – gli abusi edilizi e tutte le leggi “ad personam”. 😉
da La Nuova Sardegna on line, 22 maggio 2011
Tom Barrack rilancia: piano da un miliardo.
Mister Costa Smeralda non si arrende e presenta in Comune un mini master plan. Altri dodici imprenditori propongono i loro «progetti strategici» Previsti campi da golf e un centro congressi. (Serena Lullia): http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/05/22/news/tom-barrack-rilancia-piano-da-un-miliardo-4254933
da La Nuova Sardegna, 24 maggio 2011
Non c’è solo Barrack, pronti altri 13 progetti per 600 mila metri cubi. Tutti presentati da imprese locali: a Cannigione un piano per la realizzazione di un campo da golf. (Serena Lullia)
ARZACHENA. Per 40 anni hanno assistito dalla prima fila allo spettacolo della nascita della Costa Smeralda. Hanno visto la vecchia Monti di Mola diventare star della vacanza di lusso nel mondo. Dopo decenni di scuola del turismo gli arzachenesi mostrano di avere anche la stoffa da business man. E come il magnate Tom Barrack presentano dei mini master plan. Progetti di lusso con cui vogliono scrivere una pagina della storia della nuova Costa Smeralda. Il progetto da 1 miliardo di euro della Sardegna Resorts non è l’unico arrivato sulla scrivania degli uffici comunali. Altri 12 imprenditori, molti arzachenesi, hanno fiutato il business dei progetti strategici previsti dal piano casa. Le 13 pratiche pesano in totale 600 mila metri cubi.
Un team di arzachenesi, Luca Filigheddu, Gianni Matiz, Marzio Rotta, Nicco Filigheddu e Mario Filigheddu presentano la loro idea di lusso per Cannigione. All’ingresso del borgo propongono la creazione di un campo da golf a 18 buche, una club house, più volumi ricettivi e residenziale di lusso. Prevista la cessione di una parte di terreni al Comune per la creazione del parco fluviale. Sempre la frazione è al centro di un secondo progetto strategico. La famiglia Addis chiede di realizzare due hotel 5 stelle per 40 mila metri cubi più volumi residenziali e ville. Totale 60 mila metri cubi. Anche in questo caso il privato si impegna a donare al Comune 12 ettari. A Mannena le famiglie Pasella-Spano propongono un hotel a 5 stelle, un campo da golf a 18 buche e ville per ospiti di elite. I privati sono pronti a realizzare un’opera pubblica che vale alcuni milioni di euro. La strada che collega Arzachena a Cannigione. L’idea extra lusso per Monte Moro porta la firma di Angelo Corda, proprietario dell’eliporto Villa La Contra e di Anna Maria Orecchioni. I due imprenditori intendono spalmare 40 mila metri cubi di mattoni di lusso su 40 ettari e investire 30 milioni di euro. Si parla di ville da favola con giardini da 5 mila metri quadri e di un hotel extra lusso dal sapore gallurese. «L’albergo che abbiamo in mente avrà tutti i confort dei grandi hotel di lusso, centri benessere, piscine riscaldate, ma sarà concepito come un villaggio gallurese – spiega Corda -. Una struttura che impiegherà solo gente del posto e che ha l’ambizione di restare aperta tutto l’anno. All’albergo si aggiungono residenze di lusso con grandi parchi. Il nostro intervento sarà su 40 ettari ma i volumi non saranconcentrati, e sorgeranno su zone F. Tutte le aree di massima tutela saranno salvaguardate. Doneremo poi al Comune 70 ettari per creare il grande parco pubblico di Monte Moro». Appartiene invece a Otello Mignani, arzachenese da 30 anni e proprietario dell’hotel Mon repos il progetto strategico al’ingresso di Baja Sardinia. Un pacchetto di volumi con hotel, centro congressi da cedere al Comune, un laboratorio per la formazione artigianale, un parco.
probabilmente Marazzino et c sta nascendo avendo avuto come scuola quanto e accaduto e sta accadendo in Baia Santa Reparata (S teresa di Gallura!!!!!)
Per un ampliamento non concesso di un hotel ,i nuovi barbari, prima fanno manifestare l’ultima ruota del carro col ricatto di perdere il posto di lavoro . Il giorno dopo ti presentano l’ennesima speculazione edilizia . Ormai si fanno conoscere per quello che sono.
da La Nuova Sardegna on line, 12 giugno 2011
Porto Cervo, impazza il ballo del mattone. Entro mercoledì prossimo le decisioni su crisi comunale e sviluppo urbanistico-piano casa (Pier Giorgio Pinna): http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/06/12/news/porto-cervo-impazza-il-ballo-del-mattone-4422674
e qui si fanno anche la “lottizzazione ad personam”.
da La Nuova Sardegna on line, 15 giugno 2011
Olbia, maxi lottizzazione abusiva sequestrata dalla Forestale.
In una zona agricola sono state costruite venti villette. Tra i cinquanta indagati dalla Procura di Tempio un politico gallurese, professionisti molto noti in città, imprenditori lombardi e turisti inglesi: http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/06/15/news/olbia-maxi-lottizzazione-abusiva-sequestrata-dalla-forestale-4440480
da La Nuova Sardegna, 30 giugno 2011
«L’accordo mi sconcerta» Filigheddu contro l’intesa tra Barrack e i tedeschi. Il Tar fa cadere il contenzioso sulle suite in riva al mare ma restano i pesanti dubbi sulla legittimità delle costruzioni.
IL CASO ROMAZZINO, LE POLEMICHE POLITICHE.
PORTO CERVO. Come da copione il Tar mette il sigillo alla pace tra dirimpettai. Il giudice amministrativo ha dichiarato estinto il ricorso della Abc contro la Sardegna Resorts per carenza di interesse. In pratica la società di Tom Barrack e quella dei tedeschi Shoeller hanno trovato un accordo che ha reso inutile portare avanti la guerra legale sul Romazzino. Una intesa tra privati che lascia perplesso il Comune.
Il Tar scrive il lieto fine sulla tormentata storia del Romazzino. Nel mese di gennaio il gruppo Abc, vicino di casa di Barrack, chiede al giudice di bloccare i lavori per la costruzione delle due suite super lusso dell’albergo. Lungo l’elenco di motivazioni presentate dai legali a sostegno del ricorso. Secondo gli avvocati il cantiere è contrario alle norme del ppr perchè prevede di impilare nuovi mattoni nei 300 metri dal mare e crea una grave danno ambientale e paesaggistico in una zona pregiata. L’ordinanza che congela i lavori, confermata anche dal Consiglio di Stato, accoglie molte di queste accezioni. Nell’ultima settimana però le posizioni dei due dirimpettai a 5 stelle si ammorbidiscono. Il muro contro muro diventa un tavolo diplomatico. Fino all’accordo con cui i vicini fanno pace. Vengono infatti regolati i confini delle due proprietà attraverso la cessione di un terreno nella zona del campo da tennis, proprio al confine con le suite. Una intesa così forte che spazza via tutte le motivazioni del ricorso. Il cantiere per ultimare la costruzione delle suite super lusso del Romazzino potrà quindi riaprire. Ma il sorriso di Tom Barrack non si riflette nell’espressione perplessa del sindaco Piero Filigheddu. «Rimango un po’ sconcertato da queste situazioni – commenta il primo cittadino -. Come amministrazione sembrava che avessimo gestito la pratica di ampliamento degli hotel della Colony nel pieno rispetto della legge. Poi il giudice, in seguito al ricorso di un privato, ha messo in discussione il nostro operato e quello della Regione, creandoci delle serie difficoltà. La sospensione del cantiere ci ha creato problemi nella elaborazione del bilancio, in cui non abbiamo potuto inserire i fondi legati all’ampliamento del Romazzino. Ha generato dubbi sul futuro degli investimenti e degli interventi edilizi su tutta la costa sarda, non solo nel nostro territorio. Ha portato al licenziamento degli operai del cantiere del Romazzino. Poi le due società si sono accordare tra loro e hanno ritirato il ricorso come se niente fosse successo. Non condivido questo atteggiamento. Non possiamo dimenticare tutto quello che è successo in questi mesi».
In effetti la battaglia legale tra Abc e Sardegna Resorts ha avuto l’effetto di un terremoto nelle stanze del potere. L’ordinanza con cui il giudice aveva sospeso i lavori al Romazzino ha fatto emergere i limiti del piano casa. Nelle menti degli amministratori comunali e regionali si è insinuato quasi subito il dubbio che la legge 4 abbia pilastri di marzapane nella parte in cui prevede nuovi mattoni alberghieri sulla costa. Lo stesso assessore regionale all’Urbanistica ha proposto una correzione al piano casa in consiglio che però non è stata accolta. Poi il finale a sorpresa con il ritiro del ricorso al Tar. Che sancisce la pace tra dirimpettai ma lascia tutti i dubbi sulla legittimità del piano casa.
E ora che succede? I due si accordano sulla spartizione del malloppo e tutto finisce lì?
I magistrati del TAR non sono pubblici ufficiali venuto a conoscenza di atti illeciti da segnalare alla magistratura ordinaria? Non posso credere che sia a Cagliari sia a Tempio prevalga il desiderio di vivere in quiete su quello della legalità e della giustizia.
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