Abusivismo edilizio e legalità: noi stiamo dalla parte della legalità.
anche su La Nuova Sardegna, 17 gennaio 2013
Le ruspe della Tecnic Tecnologie di Monticello d’Alba (CN), stanno sferragliando per conto della Procura della Repubblica di Lanusei da mesi lungo i litorali ogliastrini e stanno dando inconsapevolmente un contributo sensibile al ripristino della legalità in quest’Isola nel bel mezzo del Mediterraneo.
L’azione della magistratura ogliastrina non ha precedenti soprattutto per un piccolo ufficio giudiziario “di frontiera” e merita ogni sostegno.
Dalla primavera del 2012, con una sospensione nel corso dei quattro mesi estivi per consentire il reperimento di eventuali soluzioni legislative alternative, sono in corso di esecuzione oltre 200 sentenze penali passate in giudicato in tema di abusivismo edilizio, che prevedono la demolizione di opere abusive e il ripristino ambientale nella circoscrizione del Tribunale di Lanusei. Un intervento che sta – come sempre in questi casi – funzionando anche da deterrente nei confronti di nuovi atti illeciti.
Sentenze che “dormivano” da anni, in qualche caso da decenni, relative in particolare alle coste di Tortolì, Tertenia, Barisardo, Baunei, in buona parte a “seconde case” al mare.
Proprio su quel litorale nel corso del 2011 e del 2012 sono stati eseguiti su disposizione della Procura sequestri preventivi di lottizzazioni abusive con complessivamente oltre 300 unità immobiliari, realizzate nel corso di anni sotto gli occhi e nel silenzio di Comuni e Regione.
Nel corso di questi mesi, complice il clima elettorale, si assiste a una penosa corsa da parte di politici d’ogni colore al sostegno delle ragioni dell’abusivismo edilizio, le ragioni dell’illegalità.
E’ il disprezzo istituzionale dell’onestà dei tantissimi “fessi” che hanno realizzato le loro opere legittimamente.
Blocchi stradali e manifestazioni, come quella sotto il Consiglio regionale dello scorso 13 novembre 2012 che ha coinvolto non più di 4-500 ogliastrini e nuoresi, hanno spinto vari onorevoli regionali a presentare e sostenere l’assurda proposta di legge n. 423 del 2012, primo firmatario Angelo Stochino (PdL), già licenziata prontamente dalla Commissione consiliare “urbanistica”.
In sintesi, la proposta prevede l’adozione di piani di risanamento – chiamati curiosamente “piani di riqualificazione paesaggistica” – per le aree dove gli abusi edilizi rappresentino anche solo 0,20-0,10 metri cubi su metro quadro di terreno. Di fatto dove non c’è alcuna vera compromissione del territorio, ma solo gli interessi degli abusivi.
Da Testimonzos (Nuoro) e le coste ogliastrine la sanatoria si estenderebbe, per miracolo legislativo, agli abusi di Medau su Cramu, nel parco naturale di “Molentargius-Saline”, a quelli realizzati nelle campagne quartesi e selargine, a varie altre situazioni analoghe per la gioia degli speculatori immobiliari.
Ma agli onorevoli capigruppo consiliari che hanno assicurato una corsia preferenziale per la leggina salva-abusi edilizi tutto questo non interessa e c’è chi è disposto anche a numeri circensi pur di raggiungere lo scopo.
Sono già stati capaci di approvare addirittura una leggina salva-palazzo presso le Saline di Cagliari (la n. 20/2012) incuranti dell’effetto domino su tutte le zone umide sarde. Per fortuna se ne occuperà la Corte costituzionale, così come potrebbe occuparsi dell’eventuale approvazione della proposta n. 423.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico e gli Amici della Terra, con migliaia e migliaia di sardi onesti, ribadiscono il più forte sostegno all’attività di ripristino della legalità condotta dalla magistratura ogliastrina.
Pubblicizzeranno, ovviamente, i nominativi di tutti gli onorevoli che approveranno la leggina salva-abusi edilizi. Comunque, però, la mera approvazione non comporta la sospensione dell’esecuzione delle operazioni di demolizione degli abusi edilizi e di ripristino ambientale.
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico
(foto Vito Biolchini, S.D., archivio GrIG)
Gentile Deliperi,
essendo stato accusato spesso di essere troppo critico con la Procura di Lanusei (per Quirra), colgo l’occasione per ribadire la stima e il sostegno per l’operato della Procura in tema di protezione ambientale e paesaggistica. Devo averlo scritto da qualche altra parte (e mi hanno dato addosso in tanti) ma lo ripeto:
“Meno male che Fiordalisi c’è”!
E meno male che c’è anche qualcun altro che scrive di legallità: ce n’è un gran bisogno.
Cordialmente,
Gabriele Ainis
credo che il Procuratore di Lanusei Domenico Fiordalisi stia facendo fino in fondo il proprio dovere sul tema dell’abusivismo edilizio e ha bisogno del sostegno di tutte le persone oneste.
Stefano Deliperi
da La Nuova Sardegna, 17 gennaio 2013
TORTOLÌ » ABUSI E DEMOLIZIONI. Presidi anche di notte nella marina di Sarrala. La decisione dopo lo sbarco delle potenti fotocellule e dei generatori della Tecnic. Ieri ruspe nuovamente in azione a Barisardo: rasa al suolo una casa di 60 metri. (Lamberto Cugudda)
TORTOLÌ. Le demolizioni di costruzioni abusive con sentenza passata in giudicato paiono non conoscere più tregua. Nella tarda mattinata di ieri, i mezzi della “Tecnic. Tecnogie srl”(demolizioni controllate) hanno raggiunto la zona dell’altopiano di Teccu, lungo la strada statale 125, nel tratto fra Tortolì e Barisardo, e hanno abbattuto una costruzione di circa 60 metri quadri. La proprietaria, di Barisardo, ha protestato per qualche tempo, ma poi ha dovuto cedere. In serata sembra che gli inviati della procura della Repubblica di Lanusei, stessero verificando, con il procuratore Domenico Fiordalisi, se procedere con l’abbattimento di un altro manufatto, sempre in territorio comunale di Barisardo. E questo grazie alle potenti torri con fotocellule (come quelle che si utilizzano nei concerti) e ai due giganteschi gruppi elettrogeni che la “Tecnic. Tacnologie srl”, con sede a Monticello d’Alba (Cuneo), ha fatto giungere martedì alle ore 13,10, nel porto di Arbatax con la nave Bithia della Tirrrenia Cin proveniente da Genova-Olbia. E nella tarda mattinata di ieri, a Tertenia, quando si è saputo che gli escavatori erano in movimento lungo l’Orientale sarda, si è temuto un blitz nella marina di Sarrala. Racconta il capogruppo consiliare comunale di opposizione Franco Lai (Pdl), tra i fondatori del comitato “Urbanistica a misura d’uomo”: «La paura è stata grande, anche perché, in mattinata, si erano viste diverse pattuglie delle forze dell’ordine. E già poco dopo le 12, lungo la strada per Sarrala, all’altezza della zona di Migheli, si sono radunate circa 400 persone. E questo per capire che c’è un intero paese che si oppone, con metodi democratici, alle demolizioni. Qui da noi le sentenze passate in giudicato sono 56». Lai prosegue: «Da quest’oggi, visto l’arrivo nel porto di Arbatax di grandi torri con fotocellule e generatori di energia, che non serviranno di certo per un concerto musicale, i presidi ci saranno anche la notte. Saranno h 24. Noi portiamo avanti le nostre rimostranze in maniera democratica, senza nasconderci». Il riferimento pare essere alla ventina di terteniesi, fra cui lo stesso Lai, sentiti come persone informate sui fatti dai carabinieri, in relazione a eventuali “infiltrazioni” di facinorosi (pare ci siano timori per armi ed esplosivo).
da La Nuova Sardegna, 17 gennaio 2013
Abusivismo edilizio, noi stiamo con la legge. (http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20130117085121.pdf)
L’opinione. Una leggina prontamente approvata per salvare il cemento fuorilegge, una sanatoria che si estenderebbe fino ai parchi per la gioia degli speculatori. (Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico)
Le ruspe della Tecnic Tecnologie di Monticello d’Alba (CN), stanno sferragliando per conto della Procura della Repubblica di Lanusei da mesi lungo i litorali ogliastrini e stanno dando inconsapevolmente un contributo sensibile al ripristino della legalità in quest’Isola nel bel mezzo del Mediterraneo. L’azione della magistratura ogliastrina non ha precedenti soprattutto per un piccolo ufficio giudiziario “di frontiera” e merita ogni sostegno. Dalla primavera del 2012, con una sospensione nel corso dei quattro mesi estivi per consentire il reperimento di eventuali soluzioni legislative alternative, sono in corso di esecuzione oltre 200 sentenze penali passate in giudicato in tema di abusivismo edilizio, che prevedono la demolizione di opere abusive e il ripristino ambientale nella circoscrizione del Tribunale di Lanusei. Un intervento che sta – come sempre in questi casi – funzionando anche da deterrente nei confronti di nuovi atti illeciti. Sentenze che “dormivano” da anni, in qualche caso da decenni, relative in particolare alle coste di Tortolì, Tertenia, Barisardo, Baunei, in buona parte a “seconde case” al mare. Proprio su quel litorale nel corso del 2011 e del 2012 sono stati eseguiti su disposizione della Procura sequestri preventivi di lottizzazioni abusive con complessivamente oltre 300 unità immobiliari, realizzate nel corso di anni sotto gli occhi e nel silenzio di Comuni e Regione. Nel corso di questi mesi, complice il clima elettorale, si assiste a una penosa corsa da parte di politici d’ogni colore al sostegno delle ragioni dell’abusivismo edilizio, le ragioni dell’illegalità. E’ il disprezzo istituzionale dell’onestà dei tantissimi “fessi” che hanno realizzato le loro opere legittimamente. Blocchi stradali e manifestazioni, come quella sotto il Consiglio regionale dello scorso 13 novembre 2012 che ha coinvolto non più di 4-500 ogliastrini e nuoresi, hanno spinto vari onorevoli regionali a presentare e sostenere l’assurda proposta di legge n. 423 del 2012, primo firmatario Angelo Stochino (PdL), già licenziata prontamente dalla Commissione consiliare “urbanistica”. In sintesi, la proposta prevede l’adozione di piani di risanamento – chiamati curiosamente “piani di riqualificazione paesaggistica” – per le aree dove gli abusi edilizi rappresentino anche solo 0,20-0,10 metri cubi su metro quadro di terreno. Di fatto dove non c’è alcuna vera compromissione del territorio, ma solo gli interessi degli abusivi. Da Testimonzos (Nuoro) e le coste ogliastrine la sanatoria si estenderebbe, per miracolo legislativo, agli abusi di Medau su Cramu, nel parco naturale di “Molentargius-Saline”, a quelli realizzati nelle campagne quartesi e selargine, a varie altre situazioni analoghe per la gioia degli speculatori immobiliari. Ma agli onorevoli capigruppo consiliari che hanno assicurato una corsia preferenziale per la leggina salva-abusi edilizi tutto questo non interessa e c’è chi è disposto anche a numeri circensi pur di raggiungere lo scopo. Sono già stati capaci di approvare addirittura una leggina salva-palazzo presso le Saline di Cagliari (la n. 20/2012) incuranti dell’effetto domino su tutte le zone umide sarde. Per fortuna se ne occuperà la Corte costituzionale, così come potrebbe occuparsi dell’eventuale approvazione della proposta n. 423. Il Gruppo d’Intervento Giuridico e gli Amici della Terra, con migliaia e migliaia di sardi onesti, ribadiscono il più forte sostegno all’attività di ripristino della legalità condotta dalla magistratura ogliastrina. Pubblicizzeranno, ovviamente, i nominativi di tutti gli onorevoli che approveranno la leggina salva-abusi edilizi. Comunque, però, la mera approvazione non comporta la sospensione dell’esecuzione delle operazioni di demolizione degli abusi edilizi e di ripristino ambientale.
da L’Unione Sarda on line, 17 gennaio 2013
Tertenia, tornano alla carica le ruspe. Protesta abitanti blocca le demolizioni: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo.aspx?id=301460&paging=2
da Videolina, 17 gennaio 2013
RUSPE, DIETRO FRONT: A TERTENIA LA PROTESTA FERMA LE DEMOLIZIONI: http://www.videolina.it/video/servizi/38906/ruspe-dietro-front-a-tertenia-la-protesta-ferma-le-demolizioni.html
da La Nuova Sardegna, 18 gennaio 2013
Presidio contro la ruspa Tertenia sfida lo Stato. Centinaia di abitanti schierati sulla strada che porta alla marina di Sarrala Dopo tre ore di attesa il mezzo di una ditta piemontese ha fatto marcia indietro. (lamberto Cugudda)
TERTENIA. Se Cristo si è fermato a Eboli, ieri lo Stato ha dovuto fermarsi lungo la nuova strada statale 125-Orientale sarda, a circa un chilometro dalla svincolo che poi porta in direzione della marina di Sarrala. La mobilitazione di numerose centinaia di abitanti del paese costiero ai limiti estremi del sud Ogliastra, ai confini con la provincia di Cagliari, con un presidio nella zona di Migheli, lungo la strada per Sarrala, ha bloccato l’arrivo dei due escavatori della società “Tecnic. Tecnologie srl” (demolizioni controllate) di Monticello d’Alba (Cuneo), trasportati su grandi camion preceduti da un’auto dei carabinieri e con la fila chiusa dagli agenti della polizia di Stato. La colonna con i mezzi meccanici per le demolizioni deglil abusi edilizi è stata ferma dalle ore 8.30 circa fino alle 11.45, quando ha ricevuto l’ordine di fare marcia indietro e di rientrare nella sede del commissariato di polizia di Tortolì. Arrivando sul luogo del presidio, a “Migheli”, dove è stato tirato su un grande gazebo di canne e teloni – con tanto di stufa e angolo cottura –, si vedono giungere a piedi, dal paese, decine di donne con i bambini (anche di pochi mesi, in passeggino), ragazzini che non sono andati a scuola, anziani. Già dalla nottata, una quarantina di auto erano state sistemate, sui lati della strada, per evitare che grossi mezzi, come i camion con gli escavatori, potessero transitare senza problemi. Da alcuni giorni, da quando sulla Nuova è apparsa la notizia dello sbarco, nel porto di Arbatax, di grandi torri con fotocellule e di imponenti gruppi elettrogeni, il presidio va avanti 24 ore su 24. Anche con vere e proprie vedette ubicate in vari punti strategici, anche in altri centri, in direzione Tortolì, da dove partono gli escavatori. «Stamattina – dice un anziano – ci siamo svegliati con le forze dell’ordine che pare fossero in diverse zone dell’abitato. C’è chi dice che ci siano una quarantina di agenti fermi nella zona di San Giorgio (una ventina di chilometri a sud di Tertenia, ai confini con la provincia di Cagliari). Ma noi da qui non ci spostiamo». All’inizio presidio è presente il sindaco Luciano Loddo (Udc), con il suo vice Milena Boi e il consigliere provinciale dei Riformatori, il terteniese Giovanni Melis. «Sono qui – sottolinea il primo cittadino terteniese – insieme a tutta la giunta, perché siamo veramente preoccupati possa accadere qualcosa a dei cittadini. Come potete vedere la situazione è molto delicata e serve una soluzione politica. E in tempi stretti. Da questo presidio, la gente non andrà via. Lo state sentendo, e anche in maniera molto chiara. Come amministratori comunali stiamo cercando di fare di tutto per dare nuovi strumenti (per esempio il Puc) e chiediamo alla Regione di darci una mano affinché faccia il suo, ovvero che porti avanti quanto ci ha promesso un mese fa, due mesi fa, tre mesi fa. Che approvi questa benedetta legge che ci può servire». La gente continua ad arrivare. E con il numero dei manifestanti che cresce, si capisce che sarà difficile fare un tentativo, da parte delle forze dell’ordine, di fare transitare i camion che trasportano gli escavatori. Nel grande gazebo, le donne fanno il caffè, offrono a tutti pandoro e torrone. E vicino a un fuoco si scaldano alcuni uomini che sono stati tutta la notte nel presidio. Franco Lai, consigliere comunale e provinciale del Pdl, fra i fondatori del comitato “Urbanistica a misura d’uomo”, commenta: «Questa è la risposta della popolazione terteniese, che non si farà prendere per sfinimento. Che agisce in maniera aperta e alla luce del sole. Questa è una fiera resistenza democratica». Il riferimento pare essere alla ventina di terteniesi, sentiti come informati sui fatti dai carabinieri, su possibili “infiltrati” che potrebbero puntare su altri mezzi per fermare le ruspe.
«Case costruite per necessità». «Le abbiamo tirate su con i sacrifici di una vita e sono anche lontane dal mare».
TERTENIA. «Guardi là, su quel palo elettrico. Dicono che hanno sistemato una telecamera e che ci potrebbero denunciare per avere partecipato a questo presidio». Le tante donne presenti non hanno paura. C’è chi invoca l’approvazione in Regione della cosiddetta “norma Stochino” (legge 423). Letizia Mura, 69 anni, racconta della sua casa, dove vive una nipote: «È a 299 metri dal mare, è di 70 metri quadri, nella marina. È stata realizzata con i sacrifici di una vita. A noi la vogliono abbattere, mentre i signori politici, a livello regionale e nazionale, continuano a godere di ville a pochi metri dal mare». Le donne, nella “resistenza democratica terteniese”, come amano definirla, non si tirano indietro, e sono pronte a fare resistenza passiva, sdraiandosi sull’asfalto in caso di blitz delle forze dell’ordine. Milena Loi, 36 anni, marito disoccupato e due figlie, commenta: «È la nostra prima e unica casa. È a circa 1.800 metri dal mare. Come vivremo se dovessero demolirla? Si rendono conto di quello che intendono fare? È facile parlare di abusivismo: il nostro e quello di tanti altri è stato realmente di necessità». Wanda Campus, 62 anni, vive con le tre figlie, dal 1998, nella casa della zona della Torre di San Giovanni. Tutte e quattro partecipano al presidio. Una delle figlie ha un bimbo di appena otto mesi che dorme nel passeggino, a un’altra nascerà una figlia entro due-tre settimane. Tutte e tre le giovani sono senza un’occupazione. «La nostra – dice Wanda Campus – è la prima e unica casa. E non siamo le uniche, nella zona della marina terteniese, a vivere questo dramma. Devono trovare una soluzione. Non possono mettere diverse decine di famiglie sulla strada». A Tertenia le demolizioni dovrebbero riguardare 56 costruzioni. Mauro Fiori, 36 anni, edile, racconta il dramma della sua categoria: «Ho due figli piccoli e sono nove mesi che non lavoro perché tutto il comparto edile è bloccato. Come me ci sono centinaia di altre persone». Insieme ad altri volontari della Croce verde, presente con un’ambulanza, il terteniese Gino Loi, pensionato, per diversi decenni cartaio ad Arbatax e sindacalista di punta della Cisl, è pronto a dare assisitenza: «Con i miei ex colleghi, subito dopo la chiusura della Cartiera di Arbatax, nel 1992, per tre anni organizzammo blocchi all’arrivo dei traghetti Tirrenia ad Arbatax e altre imponenti manifestazioni. Ci furono anche cariche delle forze dell’ordine. Ma qui ci sono anche donne, bambini, anziani e ammalati. Deve essere trovata una soluzione politica».
Dal 4 aprile 2012 abbattimenti in tutta l’Ogliastra.
In questa seconda ondata di demolizioni, che ha avuto inizio lo scorso 5 novembre – la prima iniziò il 4 aprile, sempre del 2012, a Tortolì – , sono diversi i centri che sono stati interessati dagli escavatori inviati dalla procura della Repubblica di Lanusei. Si è iniziato con Santa Maria Navarrese, per poi proseguire con Ilbono, Tortolì, Ulassai, Barisardo, Cardedu. La maggior parte degli abbattimenti, finora, ha interessato i territori comunali di Tortolì, con particolare riferimento alla zona costiera di Orrì, e Barisardo, soprattutto nell’area di Pranargia, a circa 450 metri dal mare. La prima demolizione in assoluto si registrò il 4 aprile dello scorso anno, a Tortolì, con l’intervento dell’escavatore che abbatté circa 20 metri di recinzione con muratura e inferriata di una villetta in località Is Murdegus.
da La Nuova Sardegna, 19 gennaio 2013
La ruspa diretta a Tertenia fa ancora marcia indietro. Anche donne incinte partecipano al blocco stradale in difesa degli abusi edilizi Il sindaco chiede un incontro con il prefetto di Nuoro e il procuratore di Lanusei. (Lamberto Cugudda)
TERTENIA. Per il secondo giorno consecutivo, la mobilitazione popolare, con il presidio a Migheli – con le donne incinte in prima fila, sulle sedie, con vicino i passeggini coi bimbi, e le altre sedute sull’asfalto – è riuscita a evitare che i camion che trasportavano i due escavatori della “Tecnic. Tecnologie srl” (demolizioni controllate), riuscissero a raggiungere l’inizio della strada per la marina di Sarrala. Una donna di 37 anni, Elvira Agus, presente nel presidio dei manifestanti in località Migheli, si è sentita male per la forte tensione accumulata in questi giorni ed è stata portata via con un’autoambulanza della Croce verde. Nel pomeriggio, preoccupato per l’altissima tensione che si registra in paese, il sindaco Luciano Loddo ha scritto al prefetto di Nuoro, Pietro Lisi – e per conoscenza al ministro degli Interni, Cancellieri, al procuratore di Lanusei, Domenico Fiordalisi, e alla presidente del tribunale di Lanusei, Paola Murru – chiedendo «che immediatamente e con urgenza, voglia convocare il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica in composizione allargata al sottoscritto sindaco di Tertenia, al procuratore della Repubblica di Lanusei e al presidente del tribunale di Lanusei, al fine di valutare la situazione descritta». Ieri mattina, dal commissariato di polizia di Tortolì, i camion che trasportavano gli escavatori, preceduti e seguiti da auto delle forze dell’ordine, hanno prima puntato sulla zona costiera di Cea, fra Tortolì e Barisardo. Ma poi, per un impedimento burocratico, non hanno potuto operare. Grazie ai propri “informatori” e vedette, gli abusivi e gli altri manifestanti terteniesi hanno tirato un sospiro di sollievo. Ma intorno alle 11.20, quando la colonna inviata dalla Procura si è di nuova immessa nella strada statale 125 in direzione sud, ovvero Cardedu e Tertenia, l’allarme ha scosso il paese. I mezzi si sono fermati a circa un chilometro e mezzo dal presidio dei manifestanti. Ci sono stati migliaia di sms e le attività sono state chiuse, con centinaia di persone che hanno raggiunto, anche a piedi, con i passeggini, il presidio in località Migheli. «Abbiamo pensato a un blitz – dice la giovane Silvia Corda, che insieme alla madre e alle due sorelle (una con un bimbo di appena otto mesi e un’altra che attende la nascita della figlia fra due settimane) sta sempre nel presidio – e ci siamo mobilitate. In tante si sono sedute sull’asfalto, con le donne incinte, sulle sedie, in prima fila. Siamo tutte e tutti uniti e determinati. E non lasciamo questopresidio. La nostra resistenza democratica continua. Qui è un intero paese a lottare». Alle 13.45 la colonna con gli escavatori ha fatto rientro a Tortolì.Franco Lai, uno dei fondatori del comitato “Urbanistica a misura d’uomo”, afferma: «Attendiamo che da parte dei tutti i consiglieri regionali che incontrammo nella manifestazione a Cagliari il 12 novembre vengano rispettati gli impegni sull’arrivo in consiglio regionale della “bozza Stochino”. Continuiamo a tenere il presidio». Nella lettera con la richiesta di convocazione del comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, il sindaco Loddo evidenzia: «È convincimento mio, oltre che dei manifestanti, che una sospensione delle demolizioni per il tempo necessario a ultimare le procedure urbanistiche già avviate, se da un lato andrà ad arrecare un sicuro vantaggio collettivo alla popolazione terteniese, permettendole di godere di momenti programmatori unitari, dall’altro, lungi dal ledere la pretesa dello Stato alla repressione e punizione degli abusi edilizi e all’esecuzione delle sentenze, ne comporterà una temporanea e accettabile compressione». Per Loddo, questo permetterebbe, soprattutto «di salvaguardare l’ordine pubblico ed eviterebbe l’insorgere di un conflitto sociale di enormi proporzioni, visto il numero di miei concittadini aderenti alla manifestazione; conflitto sociale capace di degenerare in episodi di turbativa».
Fiordalisi: finora eseguite cento sentenze.
Sono 100 le sentenze di condanna per abusi edilizi passate in giudicato ed eseguite in Ogliastra dal 4 aprile 2012 (giorno in cui ebbe inizio la prima ondata, a Tortolì) fino a ieri. Di queste, un quarto sono state effettuate dagli escavatori della “Tecnic. Tecnologie srl” (demolizioni controllate) inviati dalla procura della Republbica di Lanusei, mentre 75 sono state autodemolizioni, fatte quando stavano giungendo i suddetti mezzi meccanici. Questi dati sono stati forniti ieri pomeriggio dal procuratore Domenico Fiordalisi (foto), che ha ricordato come, per ora, restino da fare ancora 90 demolizioni. Di queste, molte riguardano la marina di Sarrala, a Tertenia. Il procuratore della Repubblica ha anche rimarcato che, dietro tutto questo, vi sono ben quattro anni di costante lavoro degli uffici della stessa Procura di Lanusei. Oltre le 100 demolizioni di costruzioni, altre 50 sentenze che sono state eseguite hanno riguardato interventi di ripristino ambientale, concessione in sanatoria e acquisizione al patrimonio comunale. In questi contesti non rientrano le attività della Procura sulle lottizzazioni abusive (vedasi Orrì a Tortolì). Per il procuratore, dall’aprile 2012 fino a ieri sono anche notevolmente diminuiti i nuovi casi di abusivismo. E oltretutto le varie amministrazioni pubbliche, Comuni, Provincia e Regione, stanno interagendo, rispetto all’urbanistica, molto meglio rispetto agli anni precedenti.
da Sardinia Post, 19 gennaio 2013
ABUSIVISMO, DOPO LA PROTESTA DEI CITTADINI DI TERTENIA LE RUSPE TORNANO NELLA PENISOLA: http://sardiniapost.it/cronaca/2701-abusivismo-dopo-la-protesta-dei-cittadini-di-tertenia-le-ruspe-tornano-nella-penisola
da La Nuova Sardegna, 20 gennaio 2013
Retroscena. Il giallo di uno stop alla vigilia del voto. Un mese e mezzo di tregua. Lai (comitato di protesta): «Adesso si punti sui piani di risanamento». (Paolo Merlini)
TERTENIA. Non è la festa del santo patrono, ma poco ci manca. Ieri mattina il presidio sulla strada per Sarrala dei proprietari delle case abusive si è trasformato in un comitato di festeggiamenti, con tanto di pranzo sociale in onore della partenza delle ruspe per il continente avvenuta poche ore prima. Un centinaio di persone ha preso parte al banchetto allestito su una lunga tavolata ai lati della strada. E il clima generale era decisamente festoso e accogliente, persino verso i giornalisti. Il Comitato per un’urbanistica a misura d’uomo, così è stato ribattezzato dopo il precedente, molto discutibile “edilizia spontanea”, ha incassato un’ulteriore proroga, un successo insomma, e se lo gode tutto. Ma che cosa pensare? Che ha vinto ancora una volta il partito dei disonesti, di chi agisce in barba alla legge? Che la magistratura è stata messa nelle condizioni di non poter agire, e dare corso alle 56 ordinanze di demolizioni d’immobili abusivi? Parla per tutti Franco Lai, presidente del comitato e consigliere comunale d’opposizione nelle fila del Pdl. «Ho una profonda stima del procuratore Domenico Fiordalisi, lo scriva. Dovrebbero essercene cento, in Sardegna e non solo, di magistrati così», dice Lai spiazzando chi si aspettava l’ennesima filippica di stampo berlusconiano verso i giudici. «Dobbiamo ringraziarlo perché con la sua inflessibilità in questa vicenda ha permesso che avesse il risalto che merita, mediatico ma non solo. Vede, di fronte al problema dell’abusivismo qui a Tertenia per troppo tempo è stata adottata la politica dello struzzo, anziché trovare soluzioni», aggiunge. Che soluzioni? «Non aver saputo programmare uno sviluppo sulla fascia costiera che c’è stato in tutti i paesi eccetto che in questa parte d’Ogliastra», dice Lai, che pure in passato è stato assessore ai Lavori pubblici di Tertenia: «È vero, ma mi sono dimesso proprio perché non c’era la volontà da parte della giunta di affrontare il problema. Il risultato è di fronte ai nostri occhi». Un anno e mezzo fa, Franco Lai era candidato sindaco per una lista civica supportata dal solo Pdl. «Ho avuto il 48 per cento dei voti, ma mi sono dovuto confrontare contro una lista composta da ben sette partiti, dall’Udc a Sel». Si rifarà ora alle elezioni politiche del 24 febbraio, probabilmente. «Ho dato la mia disponibilità al partito – sostiene – e so che viene valutata attentamente». In mancanza di conferme ufficiali sulle ragioni di una sospensiva sul fronte delle demolizioni, una “tregua” di oltre un mese secondo le voci giunte al comitato, sembra che ci sia proprio l’imminente appuntamento elettorale all’origine del fermo delle ruspe, anche se notizie ufficiose lo darebbero come programmato per tempo. Non tanto dunque per la candidatura di Lai o di altre persone vicine al comitato, ma perché le strumentalizzazioni politiche sarebbero state dietro l’angolo, e con queste problemi di ordine pubblico che dunque si è preferito evitare. Tutto rimandato a marzo, presumibilmente, con buona pace dei novanta circa cittadini ogliastrini che, in base a sentenze passate in giudicato, non possono svicolare dalle ordinanze di demolizione dei loro immobili abusivi. E con forti mal di stomaco degli altri cento ogliastrini le cui case sono state demolite o che hanno dovuto provvedervi da sé per evitare di dover pagare anche le spese. L’appuntamento è solo rimandato? «Confidiamo – continua Lai – che la legge regionale Stochino che propone per casi come il nostro un piano di risanamento venga approvata dal consiglio in tempi utili. Le nostre case sono state costruite in stato di necessità e in assenza di una corretta pianificazione urbanistica. Abbiamo sbagliato, certo, ma vogliamo che nei nostri confronti, visto il fatto che il problema riguarda mezzo paese, sindaco compreso, si percorra la strada di un piano di riqualificazione». Stato di necessità? Ma non stiamo parlando di seconde case, spesso affittate a turisti? «È un diritto anche quello, e poi in molte abitazioni oggi vivono i nostri figli, che altrimenti non saprebbero dove andare», dice Lai, che di professione fa il costruttore edile e di immobili ne ha diversi, tanto da non ricordarsi quanto ha pagato di Imu. «Sì, perché anche gli abusivi versano la tassa sulle loro case, lo scriva». Terminato il pranzo sociale, in serata la festa è continuata in discoteca. Tutti in pista per il ballo del mattone, in salvo almeno per ora.
Tertenia, via le ruspe: per ora tutto sospeso. Dopo i blocchi stradali, alt ai blitz per eliminare gli abusi edilizi. (Lamberto Cugudda)
ARBATAX. La felicità per la sospensione delle annunciate demolizioni nella marina di Sarrala, a Tertenia, è nello sguardo intenso delle ragazze e delle donne del paese, giunte nel porto di Arbatax. Ieri mattina, le sorelle Silvia e Annalisa Corda (28 e 30 anni), Lorena Conchedda, di 31, Milena Loi, 36, e altre terteniesi, hanno percorso 42 chilometri, per giungere fino al molo di levante ad Arbatax, dove hanno atteso oltre quattro ore per assicurarsi che i mezzi della “Tecnic. Tecnologie srl”, venissero imbarcati sulla nave Bithia (attraccata alle 12,37 e ripartita alle 14,01) per Olbia-Genova. La decina di attiviste antiruspe – diverse delle quali con una casa abusiva e sentenza passata in giudicato – ha atteso fino alle 14,04, quando la nave traghetto Cin Tirrenia è uscita dalle acque portuali e ha posto la prua verso nord, per puntare sullo scalo gallurese, tappa intermedia della corsa per il capoluogo ligure. Da lì, i sei operai con l’articolato e le due motrici, con i tre escavatori, le torri-faro e i potenti gruppi elettrogeni, proseguiranno per la sede della “Tecnic. Tecnologie srl”, che si trova a Monticello d’Alba (Cuneo).Il procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali. Ma pare di capire che si possa trattare di una tregua di 35-40 giorni per evitare che in questa campagna elettorale per le politiche qualcuno possa strumentalizzare l’utilizzo degli escavatori. Ma sulla tregua potrebbe avere inciso anche la determinazione degli abusivi e della popolazione terteniese, che per ben due giorni consecutivi ha bloccato l’arrivo dei mezzi meccanici diretti a Sarrala. Gli operai della società utilizzata dalla Procura per le demolizioni hanno fatto i biglietti per la partenza, con i loro mezzi, nell’agenzia Tirrenia di Arbatax solo ieri mattina alle ore 9,10. Per prudenza, oppure perché hanno avuto il “via libera” al rientro a casa solo nella serata di venerdì? Fatto sta che grazie alla loro fitta rete di “vedette” e informatori in tutta l’Ogliastra costiera, una decina di donne sempre presenti nel presidio antiruspe nella località Migheli, lungo la strada per la marina di Sarrala, a Tertenia, già dalle 9,30 erano in porto ad Arbatax. E quando sono passati gli operai della “Tecnic. Tecnologie srl” li hanno salutati. Augurando loro di stare, per molto tempo, a operare nel nord dell’Italia. «Per ora – dice Milena Loi, 36 anni, con casa abusiva nella “black list” della Procura, un marito disoccupato come lei e due figli – la mia casa è salva. Spero che le ruspe non tornino qui in Ogliastra. Per qualche tempo potremo dormire tranquilli». Le donne terteniesi si sono fermate all’imboccatura del molo riservato alle imbarcazioni militari e hanno visto, alle 13,01, i mezzi della società che si imbarcavano nella Bithia. Lorena Conchedda, 31 anni, sottolinea: «La nostra abitazione è a 299 metri dal mare. È fra quelle che vorrebbero abbattere. Ma non ci riusciranno, perché è tutta Tertenia a opporsi. Siamo contentissime perché gli escavatori vanno via. Noi però proseguiremo con le nostre iniziative, presidiando anche il Comune, perché vogliamo che venga dato subito l’incarico per il Puc. Ai politici e ai consiglieri regionali, ricordo che devono mantenere quanto promisero nella corso della manifestazione che tenemmo a Cagliari il 12 novembre 2012». Contente anche le sorelle Sivia e Annalisa Corda: «Questa tregua, che ci auguriamo sia definitiva, servirà a rassenerare la situazione. Sperando che gli escavatori non tornino più. Ma noi siamo tutte pronte a riprendere la mobilitazione quotidiana per difendere le nostre case».
da Sardinia Post, 20 gennaio 2013
OGLIASTRA, È NATA LA REPUBBLICA DEGLI ABUSIVI. SOSPESE LE DEMOLIZIONI, LO STATO IN FUGA. (Nicolò Businco) (http://www.sardiniapost.it/cronaca/2709-ogliastra-e-nata-la-repubblica-degli-abusivi-sospese-le-demolizioni-lo-stato-in-fuga)
C’è una zona della Sardegna dove la legge è sospesa. E non possono essere eseguite le sentenze della magistratura. Lo dice la vicenda del ritiro dei mezzi che avrebbero dovuto demolire 57 villette costruite abusivamente in un tratto della costa ogliastrina.
Una festa. Conclusasi con un “pranzo sociale” degli abusivi lungo la strada che era stata presidiata per impedire l’accesso delle ruspe e la demolizione delle loro case abusive. Così è stata salutato l’imbarco sul traghetto della Tirrenia dei mezzi della ditta Tecnic di Cuneo che, su incarico del procuratore di Lanusei Fiordalisi, avrebbero dovuto abbattere le 57 villette costruite abusivamente nella Marina di Serrala, a Tertenia.
Questa zona della Sardegna diventa così, di fatto, una sorta di “zona franca della illegalità”, uno staterello autonomo: lo Stato della Marina di Serrala. La legge – cioè le sentenze definitive del tribunale – non è stata applicata per motivi di ordine pubblico. E anche, a quanto si dice, per evitare che la messa in atto delle demolizioni scatenasse un caos idoneo a turbare la serenità della campagna elettorale. E’ risultato infatti da subito evidente, vista la determinazione degli abusivi, che per eseguire gli ordini di demolizione sarebbe stata necessaria una dura azione di forza.
Della questione – a proposito della quale il procuratore di Lanusei non ha voluto fare alcun commento – se ne occuperà il comitato provinciale per l’ordine pubblico. C’è la preoccupazione che l’esempio di Tertenia venga seguito altrove. Proprio ieri a Olbia si sono riuniti i rappresentanti dei vari comitati degli abusivi sorti qua e là in varie parti della Sardegna. Il loro faro è una proposta di legge presentata alla Regione dal consigliere del Pdl Angelo Stochino che prevede una sorta di sanatoria generale degli abusi edilizi compiuti nell’Isola.
Lo scorso 18 dicembre fu proprio Stochino a chiarire in una sede istituzionale, il Consiglio regionale sardo, che in questa battaglia per la difesa della illegalità si sarebbe fatto sul serio, fino all’uso della forza. Quel giorno, per sollecitare l’approvazione della sua legge, Stochino si presentò in Consiglio e tirò fuori una catena. Minacciava appunto di incatenarsi e occupare l’aula. Ci fu un po’ di bagarre, poi i lavori ripresero in modo normale.
Un mese prima, il 13 novembre, alcune centinaia di persone avevano manifestato a Cagliari, sempre davanti al Consiglio regionale, per sollecitare l’approvazione della legge-Stochino. Tra i cartelli ce n’erano alcuni – lo ha notato il Gruppo di intervento giuridico – che dicevano: “La legge non è uguale per tutti”. Trovarono la solidarietà di rappresentanti di forse politiche anche dell’opposizione: “Mi preoccupano soprattutto le famiglie che dall’oggi al domani potrebbero ritrovarsi senza un tetto”, commentò il consigliere regionale del Pd Franco Sabatini.
E’ stato l’argomento principe anche di questa protesta. Con gli anni (e con la crisi) queste case edificate con intenti evidentemente speculativi, a volte sono diventate delle prime abitazioni. E sono queste situazioni e creare la ‘emergenza sociale’ che è diventata la giustificazione della richiesta di disapplicare la legge. “Senza alcun cenno – ha commentato il presidente del Gruppo di intervento giuridico Stefano Deliperi – al fatto che non si comprende come mai non potevano realizzarsi una casa legalmente, né ai numerosissimi casi di abusivismo edilizio speculativo, tantomeno alle decine di migliaia di fessi ogliastrini, nuoresi, semplicemente sardi, che non hanno violato la legge”.
La legge-Stochino prevede l’adozione di piani di risanamento (definiti “piani di riqualificazione paesaggistica”) da adottare con larghezza (in aree dove gli abusi edilizi rappresentino anche il mero rapporto di 0,20-0,10 metri cubi su metro quadro di terreno). Se fosse approvata, secondo Deliperi, la sanatoria si estenderebbe dall’Ogliastra a buona per dell’Isola e cioè agli abusi edilizi di Medau su Cramu, nel parco naturale regionale di “Molentargius-Saline” (Cagliari, Quartu S. Elena), a quelli realizzati nelle campagne quartesi e selargine, a varie altre situazioni analoghe per la felicità degli speculatori immobiliari”.
Di certo la partenza dei mezzi della Tecnic rappresenta un evento storico per il movimento degli abusivi nell’Isola e in Italia. E’ stata monitorata secondo per secondo, fino all’arrivo nel porto di Arbatax e all’imbarco sul “Bithia”, il traghetto della Tirrenia che li ha riportati a Genova e, quindi, nella sede di Monticello D’Alba, in provincia di Cuneo. Le cronache riferiscono di ironici saluti rivolti da alcuni manifestanti agli operai della Tecnic: “Tornate a casa e stateci più che potete”. Poi il “pranzo sociale”, cioè il festeggiamento per la temporanea vittoria.
Quanto durerà? Si parla di una tregua di una quarantina di giorni (e questo corrisponderebbe all’ipotesi di una sorta di tregua elettorale), poi il problema si riproporrà. E si capirà se esistono, in Sardegna e in Italia, territori nei quali le sentenze della magistratura possono non trovare applicazione. In modo, tra l’altro, ancora una volta ‘non uguale per tutti’. Infatti, accanto a quelli che pur avendo il terreno non hanno mai pensato di potervi costruire una casa abusiva, ci sono anche quelli che, meno numerosi e organizzati, hanno dovuto sottostare agli ordini di demolizione. A proprie spese.
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