L’ampliamento degli hotel della Costa Smeralda è in contrasto con il piano paesaggistico regionale.
In questi giorni tiene banco il “gran rifiuto” di Tom Barrack, titolare del gruppo Colony Capital (a sua volta società controllante la Sardegna Resorts s.r.l.), di avviare i cantieri per il restyling degli hotel della Costa Smeralda. Vorrebbe tutte le autorizzazioni, ma il Comune di Arzachena ne ha sospeso il rilascio. Giustamente. Infatti, sarebbero in contrasto con la normativa di tutela costiera, con il piano paesaggistico regionale in particolare.
Il complesso di lavori rientra nel “Programma di riqualificazione del sistema ricettivo alberghiero Costa Smeralda”, oggetto della c.d. verifica di coerenza (aprile 2010) da parte della Regione autonoma della Sardegna e approvati con deliberazione Consiglio comunale Arzachena n. 29 del 27 maggio 2010 e ambito di specifica convenzione tra il Comune di Arzachena e la Sardegna Resorts s.r.l.
In proposito, le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno inoltrato alle amministrazioni pubbliche competenti (in primo luogo proprio al Comune di Arzachena) specifiche richieste di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti riguardo (12 aprile 2011) i lavori progettati dell’Hotel Pitrizza (per giunta già oggetto di ampliamento grazie alla legge regionale n. 23/1993) e i lavori previsti all’Hotel Romazzino (9 settembre 2011). Si tratta, infatti, non solo di ristrutturazioni ma anche di cospicui ampliamenti volumetrici in base alla legge regionale Sardegna n. 4/2009, il c.d. piano per l’edilizia. E l’ampliamento bis dell’Hotel Pitrizza non sarebbe nemmeno consentito.
Nel contempo, è stata informata per gli eventuali aspetti di competenza la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania.
Il quadro normativo è piuttosto chiaro.
Come si ricorderà, il T.A.R. Sardegna, nei mesi scorsi, è intervenuto – su ricorso di Privati – con un provvedimento cautelare (ordinanza Sez. II, 18 marzo 2011, n. 135) che ha fermato i lavori di ristrutturazione e ampliamento dell’Hotel Romazzino (6 family suites, un parcheggio interrato, una nuova piscina, una nuova area servizi di ristorazione, rimodulazione delle restanti aree esterne e adeguamento/ampliamento del corpo centrale). In seguito – secondo notizie stampa – le parti avrebbero raggiunto un accordo comportante la rinuncia al procedimento giurisdizionale amministrativo. Il Comune di Arzachena, con concessione edilizia n. 131/2010 del 28 maggio 2010, aveva autorizzato i lavori, previo rilascio dell’autorizzazione paesaggistica da parte del Servizio regionale Tutela paesaggistica per la Provincia di Olbia–Tempio con determinazione n. 296/09/OT del 22 luglio 2009 e del successivo provvedimento positivo di controllo emanato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Sardegna con nota n. 9093/SS dell’11 agosto 2009. Ma il T.A.R. Sardegna ha fermato il cantiere.
Gli interventi previsti all’Hotel Romazzino non rientrano – a giudizio del T.A.R. Sardegna – fra quelli per cui operano le “deroghe” di cui all’art. 20, comma 1°, delle norme di attuazione del piano paesaggistico regionale – P.P.R. Quindi sono illegittime l’autorizzazione paesaggistica emanata dal Servizio regionale tutela paesaggistica e la successiva presa d’atto positiva da parte della competente Soprintendenza. Conseguentemente, lo stesso rilascio dei titoli abilitativi risulta in contrasto con le disposizioni del piano paesaggistico regionale – P.P.R. (artt. 19-20 delle norme di attuazione), dove definisce la fascia costiera (spesso ben più ampia di quella dei mt. 300 della battigia marina) “quale ‘bene paesaggistico d’insieme’ e ‘risorsa strategica fondamentale’ (art. 19, comma 1), vietando al suo interno qualunque intervento di trasformazione (art. 20, comma 1), con la sola eccezione degli interventi (per quanto ora di specifico interesse) di ‘a) riqualificazione urbanistica e architettonica degli insediamenti turistici o produttivi esistenti; b) riuso e trasformazione a scopo turistico-ricettivo di edifici esistenti; c) completamento degli insediamenti esistenti’ (art. 20, comma 2, n. 2), tutti attivabili previa intesa di cui all’art. 11, lett. c)”.
Sempre secondo il T.A.R. Sardegna, né poteva autorizzare gli interventi previsti il complesso di disposizioni di cui alla legge regionale Sardegna n. 4/2009, il c.d. piano per l’edilizia. Non l’art. 12, applicabile a “interventi di alta qualità paesaggistica” solo se non siano previsti aumenti di volumetrie. Nemmeno l’art. 13 (aumento di cubatura fino ad un massimo del 25% per la riqualificazione di strutture destinate all’esercizio di attività turistico-ricettive): infatti, il relativo impianto delle deroghe “presuppone il preventivo recepimento delle stesse all’interno della pianificazione paesaggistica regionale, mediante modifica del P.P.R. e delle correlative misure di salvaguardia”. Il P.P.R. è investito dal decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. “(espressione della competenza legislativa statale prevista, in subiecta materia, dall’art. 117, comma 2, lett. s, della Costituzione: cfr., ex multis, Corte costituzionale, 29 maggio 2009, n. 164)” del “compito di dettare il regime giuridico concretamente applicabile a quella tipologia di bene, che riveste particolare importanza sotto il profilo paesaggistico e ambientale”. Quindi la stessa legge regionale non può che assegnare al P.P.R. la previsione di eventuali eccezioni al sistema generale di salvaguardia dei beni ambientali e paesaggistici tutelati, in primo luogo la fascia dei mt. 300 dalla battigia marina. Se vi fosse una portata precettiva diretta, la norma sarebbe in conflitto con le competenze statali costituzionalmente garantite.
Una ripresa dei lavori – nonostante la cessazione del contenzioso amministrativo – appare di dubbia liceità.
Si attendono rapide verifiche da parte delle amministrazioni pubbliche e dalla magistratura coinvolte. Ruspe ferme, quindi. Per ora.
Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra
da La Nuova Sardegna, 9 ottobre 2011
Ppr, investimenti congelati ad Arzachena. Il Comune blocca 300 concessioni e Barrack sospende il restyling dei suoi alberghi. Filigheddu: la Regione assicurò la variante per regolarizzare il Cala di Volpe. Serena Lullia
PORTO CERVO. Il Comune di Arzachena mette 300 concessioni edilizie nel freezer dell’ufficio tecnico. Mattoni congelati in attesa delle modifiche del Ppr. Si va da manciate di metri cubi per ampliare case e ville a pochi metri dal mare a volumi di decine di milioni di euro. Nel pacchetto ci sono anche gli interventi di restyling che la Sardegna Resorts, la società del magnate Usa Tom Barrack, deve fare al Cala di Volpe, l’hotel simbolo della Costa Smeralda.
Potrebbe invece partire l’ampliamento degli altri tre alberghi a 5 stelle, il Pitrizza, il Romazzino e il Cervo, in regola col Ppr. Ma senza il pacchetto completo betoniere e gru resteranno ferme. Il fondo immobiliare americano che ha nel portafogli la Costa Smeralda decide di bloccare l’investimento da 30 milioni di euro previsto per quest’anno. L’unico cemento che verrà impastato servirà per manutenzioni e piccoli ampliamenti. Operazione da pochi milioni. Una decisione che non piace alla maggioranza, all’opposizione e che mette in agitazione le imprese. In un mercato del mattone indebolito dalla crisi, decine di aziende aspettavano la cura ricostituente di cemento ed euro firmata Barrack. L’amministrazione spera di far cambiare idea alla Sardegna Resorts. L’opposizione parla di ricatto e teme che lo stop sia una manovra per vendere la Costa Smeralda. «Più di un mese fa la Regione ci ha assicurato l’approvazione della variante al Ppr per regolarizzare l’ampliamento del Cala di Volpe – dichiara il sindaco Piero Filigheddu -. Senza il pacchetto completo di concessioni la Sardegna Resorts non farà partire i lavori. Ma la modifica del Ppr che attendiamo non sbloccherà solo il Cala di Volpe. Ci sono altre 300 concessioni edilizie ferme all’ufficio tecnico». Il problema del Cala di Volpe nasce all’inizio dell’anno quando i vicini di casa del Romazzino presentano ricorso al Tar. Sostengono che le due suite in costruzione a due passi dall’hotel e dal mare violano il Ppr. L’ampliamento del Romazzino fa parte del piano di restyling della Costa Smeralda approvato da Comune e Regione con il Piano casa. Il pacchetto di interventi per Barrack è l’elisir di giovinezza dei 4 hotel, la pozione per rendere immortale il mito di Porto Cervo. Il magnate scommette 100 milioni di euro sull’operazione restyling. Ogni albergo verrà dotato di decine di suite, regge a due piani per clienti chic. Ci saranno poi spa e centri benessere. Viene firmato un accordo di programma. In allegato c’è il programma da 100 milioni di euro di lavori in 4 anni. Nel 2010 il Comune rilascia le concessioni per il Pitrizza, il Romazzino e il Cervo. Parte il cantiere al Romazzino. Dopo qualche mese comincia la battaglia legale con i dirimpettai che finisce con una transazione amichevole.
La ritrovata armonia condominiale non cancella però le ordinanze del Tar e del Consiglio di Stato con cui i giudici avevano sospeso i lavori. «Una situazione paradossale – dice il consigliere di opposizione Fabrizio Azara -. Abbiamo visto mister Barrack scendere in piazza con le imprese dopo il blocco del cantiere del Romazzino. Ora sentiamo dichiarazioni che sanno di ricatto. Esiste un accordo di programma che va rispettato. Non capisco perché gli interventi di ammodernamento degli hotel, fondamentali fino a qualche mese fa per non essere schiacciati dalla concorrenza, ora non lo siano più. La Sardegna Resorts venga in consiglio comunale e spieghi cosa vuole fare. Non vorremmo che dietro questa operazione ci sia il disegno di vendere la Costa Smeralda».
(foto per conto GrIG, J.I., S.D., archivio GrIG)
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- Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.)
- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
- direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora
- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
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da La Nuova Sardegna, 11 ottobre 2011
GLI AMBIENTALISTI. «Restyling bloccato? Giusta scelta». (Serena Lullia)
ARZACHENA. In questi anni hanno dichiarato apertamente di non essere fan del piano di restyling degli alberghi della Colony. Ora le associazioni “Gruppo di intervento giuridico” e “Amici della terra” accolgono col sorriso l’annunciato stand by dei lavori di ampliamento a Porto Cervo. I vertici di Sardegna Resorts, la società che cura gli interessi immobiliari di Tom Barrack in Costa Smeralda, ha infatti annunciato al sindaco Piero Filigheddu che per quest’anno si limiterà a interventi di manutenzione al Cervo, Pitrizza, Romazzino e Cala di Volpe. Il Comune attende una variante al ppr per rilasciare l’ultima concessione edilizia, quella per il Cala di Volpe. «Una scelta giusta – sostiene il presidente Stefano Deliperi -. La concessione sarebbe in contrasto con la normativa di tutela costiera prevista dal ppr». Le associazioni ecologiste avanzano dei dubbi anche sulla legittimità dei lavori di ampliamento del Pitrizza e del Romazzino. Il fascicolo del Pitrizza è stato acquisito nelle scorse settimane dalla forestale in seguito all’esposto presentato da Deliperi. «Gli interventi al Romazzino non rientrano fra quelli per cui operano le deroghe delle norme di attuazione del ppr – scrive Deliperi in una nota -, come già rilevato dai giudici del Tar e del Consiglio di Stato. Sarebbero pertanto illegittime l’autorizzazione paesaggistica emanata dal Servizio regionale tutela paesaggistica e la succesiva presa d’atto della Soprintendenza. Gli ampliamenti sarebbero in contrasto con la disposizione del ppr che definisce la fascia costiera un bene paesaggistico di insieme e una risorsa strategica fondamentale in cui è vietato qualsiasi intervento di trasformazione, a eccezione di interventi di riqualificazione di insediamenti turistici preesistenti. E in questo caso si tratta invece di nuove volumetrie».
da Sardegna 24, 11 ottobre 2011
LA DENUNCIA DEGLI AMBIENTALISTI DEL GRUPPO D’INTERVENTO GIURIDICO. NEL MIRINO I RESORT A CINQUE STELLE. «Hotel in Costa, ampliamenti fuori legge». (Francesco Giorgioni): http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20111011092233.pdf
da La Nuova Sardegna, 12 ottobre 2011
La Colony riapre i cantieri della Costa. Il sindaco tira un sospiro di sollievo: «Boccata d’ossigeno per le imprese locali». Resta congelata la concessione per l’ampliamento del Cala di Volpe: deciderà la Regione. (Serena Lullia)
ARZACHENA. Il sogno di Tom Barrack di dare una seconda vita alla Costa Smeralda resta congelato solo una settimana. Sette giorni di riflessione in cui il gruppo immobiliare che possiede gli alberghi di Porto Cervo, cambia idea sui lavori di ampliamento degli hotel. Un cambio di rotta che regala al sorriso all’amministrazione di Piero Filigheddu. I cantieri per costruire le suite e le spa riapriranno già quest’anno. La Sardegna Resorts cestina la sua stessa decisione di fare solo interventi di manutenzione da qualche milione di euro. L’annuncio nel vertice a Palazzo Ruzittu di ieri mattina. Al tavolo insieme con il sindaco Piero Filigheddu, Mariano Pasqualone vice presidente del Consorzio Costa Smeralda, Tonino Fadda ingegnere responsabile dei progetti di restyling, Bruno Daddi owner representative e Antonella Azara, responsabile della comunicazione di Sardegna Resorts. «Questa volta sono arrivate buone notizie – commenta soddisfatto il sindaco Piero Filigheddu -. L’apertura dei nuovi cantieri a Porto Cervo sarà ossigeno puro per le nostre aziende e per la nostra economia. La decisione che ci avevano comunicato la scorsa settimana, di limitarsi a fare solo manutenzioni, ci aveva messo davvero in crisi e aveva gettato nel panico il territorio. Il piano dei lavori si conoscerà nelle prossime settimane. È però importante che da parte di Barrack ci sia l’intenzione e le risorse per andare avanti con i lavori di ampliamento nei tre hotel per cui sono state rilasciate le concessioni, quindi Cervo, Pitrizza e Romazzino. Ho chiesto alla Sardegna Resorts di distribuire il più possibile il lavoro tra le nostre povere aziende edili che sono in apnea per colpa della crisi del mercato edilizio. A breve ci sarà un incontro con le imprese dell’Irca». Resta congelata invece la concessione edilizia per l’ampliamento del Cala di Volpe. Senza la variante al Ppr il Comune non può autorizzare le nuove volumetrie. «Noi non abbiamo nessuna competenza – ricorda il primo cittadino -. È tutto nelle mani della Regione. Aspettiamo che mantenga fede alle promesse e che approvi la variante al Ppr. Un provvedimento che sbloccherà altre 300 licenze oltre all’ampliamento del Cala di Volpe». Previsto un intervento tra i 30 e i 40 milioni di euro. Lo scorso anno l’investimento era stato di 10 milioni. Nel complesso il progetto di restyling degli alberghi a cinque stelle della Costa Smeralda costerà 100 milioni di euro. La Sardegna Resorts, arrivata in forze al vertice in Comune, non commenta il cambio di rotta. Si sa però che l’incontro con il sindaco e la maggioranza è stato molto cordiale e con una visione unitaria. Solo una settimana fa la società aveva annunciato di volersi limitare a fare interventi di manutenzione nei quattro hotel super lusso. Senza l’ok edilizio anche per il Cala di Volpe non intendeva impilare nuovi mattoni dorati. Una decisione che aveva creato forti malumori in città. Preoccupate le imprese, per cui i cantieri targati Sardegna Resorts rappresentano un prezioso aiuto in tempi di crisi. Indispettita l’opposizione consiliare che aveva interpretato la scelta del gruppo Barrack come un ricatto.
da Sardegna 24, 12 ottobre 2011
L’architetto dell’Aga Khan «No al cemento a tutti i costi»: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20111012132321.pdf
da La Nuova Sardegna, 13 ottobre 2011
Le imprese aspettano il piano dei lavori della Sardegna resorts. (Serena Lullia)
ARZACHENA. I riflettori restano accesi sui lavori di ampliamento promessi dalla Sardegna Resorts nei tre hotel di Porto Cervo, il Pitrizza, il Romazzino e il Cervo. Il Comune e le imprese edili aspettano di conoscere il piano dei lavori. Nell’incontro della maggioranza con i vertici della società di Tom Barrack, tra cui l’amministratore delegato Mariano Pasqualone, non sono emersi i dettagli degli interventi. Al momento c’è solo la volontà di Barrack di riaccendere le betoniere per costruire suite e spa. Le concessioni edilizie già rilasciate hanno una validità di tre anni. Il gruppo immobiliare americano sa di non poter perdere altro tempo. Nelle prossime settimane il sindaco Piero Filigheddu punta a conoscere quali lavori verranno avviati a Porto Cervo. Esiste infatti un accordo di programma con convenzione allegata che va rispettato. Si parla di un budget di spesa tra i 30 e i 40 milioni di euro da spalmare sui tre alberghi. Agli interventi di ampliamento si aggiungeranno quelli di manutenzione. Dal 2003 a oggi la Sardegna Resorts ha speso 50 milioni di euro per manutenzioni ordinarie e straordinarie. Non vedrà sicuramente la luce nel 2012, ma raccoglie consensi, il progetto del centro benessere della longevità pensato da Laurel Barrack. L’idea di creare una spa al Cervo in cui con la bellezza si vendano anche le regole d’oro della lunga vita sarda, piace al primo cittadino. «La trovo una idea interessante – commenta Filigheddu -. Che la Sardegna sia terra di centenari è una realtà studiata in tutto il mondo. È dimostrato che alcuni dei nostri cibi, insieme ai nostri luoghi, il vento, la vegetazione, sono elisir di lunga vita. Una spa di questo tipo porterebbe poi vacanzieri in bassa stagione. Anche ad Arzachena abbiamo diversi centenari. La signora Barrack è andata a conoscerli personalmente. Si è emozionata nello scoprire la lora saggezza e la loro voglia vivere. A zio Paqualino Mu, 102 anni, ha chiesto a che cosa si pensa a quell’età. Le ha risposto «Alle donne». Lei si è commossa».
da Golem Informazione, 21 ottobre 2011
Il principe di Arzachena (e le sue gru). Non è il titolo di una fiaba, ma la carica conquistata sul terreno (non sempre edificabile) da Tom Barrack, l’imprenditore americano che ha in mano la Costa Smeralda dove intende investire 100 milioni di euro. Tutti in cemento. (Francesca Cardia): http://www.goleminformazione.it/Primo-piano/Il-principe-di-Arzachena-e-le-sue-gru.html
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